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Medicina del lavoro Disciplina che si occupa della salute e sicurezza dei lavoratori; è una disciplina chhe ha uno sguardo a tutto tondo sul lavoratore. Nei secoli passati gli scienziati hanno iniziato a osservare che esisteva un’associazi...

Medicina del lavoro Disciplina che si occupa della salute e sicurezza dei lavoratori; è una disciplina chhe ha uno sguardo a tutto tondo sul lavoratore. Nei secoli passati gli scienziati hanno iniziato a osservare che esisteva un’associazione tra caratteristiche speci che del lavoro ed e etti sulla salute, ipotizzando l’origine professionale di alcune malattie, ad esempio il mesotelioma pleurico dovuta all’esposizione all’amianto. Se ci sono lavori che predispongono a malattie devono prevenire l’esposizione alla malattie e ridurre l’azione dell’agente sull’individuo; questa prevenzione avviene tramite DPI e altre disposizioni. Il padre della medicina del lavoro e Bernardino Ramazzini. Fino all’800 bambini e donne lavoravano assieme, il lavoro minorile è stato abolito nel ‘77. La medicina del lavoro nasce in Italia e in particolare si sviluppa a Milano. Per molto tempo è stata identi cata come la specializzazione medica che si occupava della diagnosi, terapia e prevenzione delle malattie professionali. Si è sviluppato in Europa dalla prima metà del 1800. All'inizio del 1900 fu fondata a Milano la prima "Clinica del Lavoro" al mondo e nel 1906 la Commissione Internazionale per la Salute sul Lavoro (ICOH). Tra i settori in cui ci sono più infortuni sul lavoro, soprattutto in Europa è il settore dell’edilizia in quanto comune si trasportano materiali pesanti e sono impiegate anche persone che hanno una scarsa padronanza della lingua del paese e quindi è di cile comprendere le direttive del datore di lavoro. Non tutte le regioni europee sono uguali dal punto di vista di prevenzione di rischi sul lavoro: le più virtuose sono quelle del nord Europa. Scopi La salute secondo l’OMS: "La salute è uno stato di completo benessere sico, mentale e sociale e non semplicemente l'assenza di malattia o infermità. Il godimento del più alto livello raggiungibile di salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, credo politico, condizione economica o sociale. La salute di tutti i popoli è fondamentale per il raggiungimento della pace e della sicurezza e dipende dalla più piena cooperazione degli individui e degli Stati". È stato dimostrato che chi fa lavori più faticosi ha un aspettativa di vita inferiore rispetto a chi pratica attività di tipo amministrativo e dirigenziale. Il lavoro apporta generalmente bene ci per la salute e il benessere; Le condizioni sono che si tenga conto della natura e della qualità del lavoro e del suo contesto sociale; Nel complesso, gli e etti bene ci del lavoro superano i rischi del lavoro e sono maggiori degli e etti nocivi della disoccupazione di lunga durata o dell'assenza prolungata per malattia. Alcune de nizioni Sicurezza: una condizione nella quale è improbabile che le persone si facciano male Pericolosità: la capacità intrinseca di qualsiasi condizione di produrre un danno alla salute Fattore di rischio: uguale al pericolo Rischio: probabilità che in una data condizione un pericolo o un fattore di rischio produca un danno alla salute Infortuni sul lavoro Infortunio sul lavoro: Qualsiasi lesione all'integrità psico sica di un essere umano dovuta ad un fattore di rischio (hazard) la cui azione si manifesta in un tempo ridotto (tipicamente da un istante a un minuto no al massimo di un giorno). È come se io lo mettessi in conto quanto faccio un analisi sul lavoro, cerco di ridurne i numeri. Incidente sul lavoro: un evento imprevisto e non piani cato, compresi atti di violenza, derivante da o in connessione con il lavoro che provoca una lesione personale, una malattia o la morte di ff fi fi fi fi ff fi fi ff ffi fi fi fi uno o più lavoratori. In questo caso c’è qualcosa che è andato storto quindi è un evento che non posso mettere in conto quando vado a fare un analisi su quell’attività lavorativa. International Labour Organization (ILO) * Un incidente sul lavoro è solitamente una sorta di trauma. L’infortunio in itinere avviene quando il lavoratore si reca a lavoro La malattia è un evento collegato all’attività lavorativa ma si sviluppa nel tempo e ci vuole un tempo di esposizione all’agente prolungata. Malattia professionale Malattia: Qualsiasi lesione all'integrità psico sica di un essere umano dovuta ad un fattore di rischio (pericolo) la cui azione si manifesta in un tempo prolungato (tipicamente mesi o anni) Malattia professionale: malattia contratta a seguito di un'esposizione a fattori di rischio derivanti dall'attività lavorativa. International Labour Organization (ILO) * Le malattie professionali possono colpire diversi organi o apparati. “... nelle malattie professionali esiste un rapporto diretto di causa-effetto tra pericolo e malattia. Nelle malattie legate al lavoro, l'ambiente di lavoro e l'attività lavorativa contribuiscono in modo signi cativo, ma come uno dei numerosi fattori, alla base di una malattia multifattoriale. Le malattie professionali si collocano quindi a un'estremità dello spettro delle relazioni lavorative, dove la relazione con speci ci fattori causali sul lavoro è stata pienamente stabilita e i fattori interessati possono essere identi cati, misurati ed eventualmente controllati...". E etti del lavoro Conseguenze positive: Riduzione della mortalità Aspettativa di vita prolungata per determinate attività lavorative Conseguenze negative: Aumento malattie professionali, infortuni e aumento della mortalità Riduzione speranza di vita Quadro legislativo nella medicina del lavoro Legge ordinaria: Un progetto di legge arriva all’esame del Parlamento, che come sappiamo è composto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica. Deve essere poi approvata, nella stessa formulazione, dai due rami del Parlamento e solo successivamente può essere trasmessa al Presidente della Repubblica che si occupa della promulgazione. Decreto Legge: Atto avente forza di legge che il Governo può emanare nel caso in cui si veri chino situazioni di particolare necessità ed urgenza come calamità naturali o altri eventi eccezionali che richiedono un intervento tempestivo. La tempestività fa sì che non si possa ricorrere ad una legge ordinaria che presenta un iter molto più lungo rispetto al decreto legge. Decreto Legislativo: Abbreviato in d.lgs. è, secondo l'art. 76 Costituzione, un atto normativo avente valore di legge adottato dal Governo su delega espressa e formale del Parlamento ed emanato dal Presidente della Repubblica. Il ricorso allo strumento del decreto legislativo risulta utile quando le materie da disciplinare presentano una complessità e dei tecnicismi tali da non potere essere trattate dal Parlamento se non a pena di un marcato rallentamento della sua attività. Normativa speci ca per la sicurezza e salute sui luoghi di lavoro Leggi che regolamentano la sicureza sui luoghi di lavoro: D.Lgs 626 del 1994: Introduzione di importanti novità: ff fi fi fi fi fi fi -la nuova gura dell’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) obbligo della valutazione del rischio da parte del datore di lavoro rappresentante dei lavoratori per la sicurezza D.Lgs 81 del 2008 sostituzione di quello del ‘94: questo ha speci cato: valutazione del rischio (o dei rischi) relativamente a ciascuna attività dei lavoratori; gestione, amministrazione e riduzione dei rischi, anche mediante apposito servizio di prevenzione; attenzione particolare nell’utilizzo di agenti sici, chimici biologici negli ambienti di lavoro; controllo sanitario degli operatori; formazione speci ca per lavoratori, preposti, dirigenti e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS); aggiornamento dei lavoratori, preposti, dirigenti e RLS. D.Lgs 81 del 2008- Testo unico della sicurezza sul lavoro Tre gure previste dal Testo Unico e che supportano il datore di lavoro svolgendo funzioni di erenti, ma in collaborazione fra di loro: 1. Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è nominato dal datore di lavoro e svolge essenzialmente compiti di prevenzione e protezione dai rischi, individuandone i fattori ed elaborando procedure di sicurezza; 2. Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza, eletto direttamente dai lavoratori o individuato in un ambito del territorio, svolge diverse mansioni: si rivolge alle autorità competenti quando le misure adottate in azienda non sono conformi a garantire la sicurezza, riceve le informazioni dagli organi di vigilanza, può esprimere un consiglio in merito alla valutazione dei rischi; 3. medico competente svolge la funzione di sorveglianza sanitaria quando questa è prevista dalla legge. Il medico competente In base a quanto previsto prima dal D. lgs. 626/94 poi dal decreto legislativo 81/08 i requisiti per poter svolgere l’attività di medico competente sono i seguenti: - essere specializzato in medicina del lavoro o in igiene e medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in siologia ed igiene del lavoro o in clinica del lavoro ed altre specializzazioni individuate, ove necessario, con decreto del Ministro della Sanità di concerto con il Ministro dell'Università e della Ricerca Scienti ca e Tecnologica; - aver e ettuato docenza o libera docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in siologia ed igiene del lavoro; - possedere l'autorizzazione di cui all'art. 55 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 , il cosiddetto medico autorizzato ai sensi della 277. Il medico Competente svolge la propria attività e ettua visite mediche per assicurarsi che all'interno dell'attività lavorativa non vi sia il rischio di malattie causate dalle mansioni ricoperte dal lavoratore. Possiede quindi delle competenze di erenti, volte a individuare i probabili rischi per la sicurezza nell' ambiente di lavoro. Nell’ambito della sorveglianza sanitaria le visite possono essere: 1. Preventiva: e ettuata prima dell’inizio del lavoro, dove si attesta se quel soggetto sia idoneo a svolgere tale mansione (in ambito sanitario si veri ca anche l’ idoneità a sostanze ionizzanti) 2. Periodica: nel momento in cui il soggetto viene visitato viene emanato un giudizio di idoneità, no ad una certa data nella quale il soggetto deve essere rivalutato di nuovo. 3. Richiesta del lavoratore: il lavoratore chiede di essere visitato, la richiesta deve essere scritta e giusti cata e poi sta al medico se accettarla o meno, ma un ri uto da parte sua deve essere giusti cato. 4. Cambio mansione: è obbligatoria in quanto è come se fosse una visita preventiva in itinere dove si valuta l’ idoneità per quella nuova mansione 5. Cessazione del rapporto di lavoro: non sempre viene fatta, ma solo per alcuni agenti di rischio come persone esposte ad agenti chimici e radiazioni ionizzanti, questo perché sono sostanze che possono avere e etti da esposizione anche a lungo tempo. fi ff fi fi ff fi fi ff fi ff fi ff ff fi fi fi fi fi fi 6. Rientro dopo l’assenza per malattia o infortunio >60 giorni: obbligatoria per legge, in quanto bisogna valutare che non ci siano degli esisti che compromettano il tuo lavoro in quella determinata mansione Il giudizio di idoneità può essere totale o parziale in caso di limitazioni e in questo caso può essere permanente o temporaneo In un ambiente lavorativo bisogna: Identi care i fattori di rischio Impostare misure di prevenzione per la salute e sicurezza Formazione ed educazione dei lavoratori Informare i lavoratori di rischi importanti per la loro sicurezza e salute Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Misure generali di tutela - Art. 15: Intercettare tutti i rischi Programmarne la programmazione Eliminazione dei rischi, quando non è possibile minimizzazione degli stessi Rispetto dei principi di ergonomia: si intende il benessere del lavoratore all’interno della sua postazione lavorativa, sia da un punto di vista sico che ambientale. Riduzione del numero degli esposti Promozione della sorveglianza della salute dei lavoratori Informazione ed istruzione dei lavoratori Obblighi del datore di lavoro non delegabili- art.17 la valutazione dei rischi con la conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR); va rmato dal datore di lavoro, medico competente e RSPP. la designazione del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione dai rischi. Obblighi certi cativi- infortuni e malattie professionali Decreto del presidente della repubblica 30 giugno 1965, n.1124 - articolo 53 (come modi cato dal DLgs 151/2015 articolo 21, c1 lett.b) Qualunque medico che per primo presti cura al lavoratore che ha patito un infortunio sul lavoro o che sia a etto da malattia professionale è tenuto a rilasciare un certi cato ai ni degli obblighi di denuncia di cui al presente articolo e trasmetterlo esclusivamente per via telematica all'Istituto assicuratore. (Quando si è davanti ad una sospetta malattia professionale, c'è l'obbligo per legge che il medico faccia la denuncia di sospetto, a quel punto si passa allINAIL che va a studiare il nesso di causalità è la probabilità che l'evento sia stato determinato da un fattore a cui sia stato esposto da un altro evento( esposizione a polvere di silice= tumore). il datore di lavoro è tenuto a denunciare all'Istituto Assicuratore gli infortuni entro tre giorni Se si tratta di infortunio che abbia prodotto la morte o per il quale sia preveduto il pericolo di morte, la denuncia deve essere fatta per telegrafo entro ventiquattro ore dall'infortunio Qualora l'inabilità per un infortunio prognosticato guaribile entro tre giorni si prolunghi al quarto, il termine per la denuncia decorre da quest'ultimo giorno. La denuncia dell'infortunio ed il certi cato medico debbono indicare, oltre alle generalità dell'operaio, il giorno e l'ora in cui è avvenuto l'infortunio, le cause e le circostanze di esso, anche in riferimento ad eventuali de cienze di misure di igiene di prevenzione, la natura e la precisa sede anatomica della lesione, il rapporto con cause denunciate, le eventuali alterazioni preesistenti. La denuncia delle malattie professionali deve essere trasmessa (nella sede della circoscrizione INAIL nella quale si svolgono i lavori) dal datore di lavoro all'Istituto assicuratore, corredata da certi cato medico, entro i cinque giorni successivi a quello nel quale il prestatore d'opera ha fatto denuncia al datore di lavoro della manifestazione della malattia. Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 - articolo 52 L’assicurato è obbligato a dare immediata notizia di qualsiasi infortunio che gli accada, anche se di lieve entità, al proprio datore di lavoro (DL). fi fi fi ff fi fi fi fi fi fi fi La denuncia della malattia professionale deve essere fatta dall'assicurato al DL entro il termine di giorni quindici dalla manifestazione di essa sotto pena di decadenza dal diritto a indennizzo per il tempo antecedente la denuncia Il lavoratore deve fornire al DL il numero identi cativo del"certi cato, la data della sua emissione e i giorni di prognosi relativi all'evento (vedi modi che introdotte dal DLgs 151/2015 articolo 21) Decreto del presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n.1124- art.3 Le tabelle delle malattie professionali vengono periodicamente riviste da un'apposita commissione scienti ca composta da quindici rappresentanti di enti quali: Asi, il Cor, l'INAL, l'Inps, l'Iss, l'Ispels ministeri del Lavoro e della Salute. D.M. del 9 aprile 2008 Nuove tabelle delle malattie professionali nell'industria e nell'agricoltura (costituita da tre colonne) Nella prima sono elencate le malattie raggruppate per agente causale (agenti sici, chimici ecc.) Nella seconda, per ciascuna malattia, sono indicate le lavorazioni che espongono all'agente Nella terza è precisato il periodo massimo di indennizzabilità dall'abbandono della lavorazione a rischio Perché i liberi professionisti non sono inclusi? Si presume che i lavoratori autonomi intervengano autonomamente sulla propria sicurezza, poiché non esiste un supervisore o un datore di lavoro che possa imporre loro l’ambiente di lavoro. In Italia circa il 30% della popolazione attiva da un punto di vista lavorativo fa parte di questa fascia Classi cazione dei fattori di rischi occupazionali Valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro Valutazione del rischio per la sicurezza : nalizzato ad Anticipare, Riconoscere, Valutare e Controllare i Rischi per la Sicurezza sul lavoro. Solitamente considerato un dominio degli ingegneri della sicurezza. Valutazione del rischio sanitario : nalizzato ad anticipare, riconoscere, valutare e controllare i rischi per la salute sul posto di lavoro. Solitamente considerato dominio degli igienisti industriali e dei medici del lavoro. La gamma dei rischi per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro varia notevolmente, a seconda della tecnologia, dell’organizzazione del lavoro, dei fattori umani. Metodi di valutazione della sicurezza - Metodi di revisione della sicurezza - Elenco di controllo del processo/sistema - Tecniche di ranking relativo (indici Dow e Mond) - Analisi preliminare dei pericoli (PHA) - Analisi "E se". - Studi sui pericoli e sull'operabilità (HAZOP) - Analisi della criticità degli e etti delle modalità di guasto (FMECA) - Analisi dell'albero dei guasti (FTA) - Analisi causa-conseguenza - Analisi dell'a dabilità umana - Analisi probabilistica della sicurezza Analisi probabilistica di sicurezza Mirato a stimare la probabilità di un incidente e l'entità delle sue conseguenze. Originariamente sviluppato per stimare la probabilità e le possibili conseguenze di un incidente in una centrale nucleare (“Reactor Safety Study” alias Rasmussen Report, 1975). È stato sviluppato un software gratuito per creare e analizzare valutazioni probabilistiche del rischio (PRA), principalmente per le centrali nucleari (SAPHIRE - Systems Analysis Programs for Hands-on Integrated Reliability Evaluations, fi ffi fi ff fi fi fi fi fi fi Valutazione dei rischi per la salute I fattori di rischio per la salute sono generalmente aggruppati in 5 categorie: 1. Fisico 2. Chimico 3. Biologico 4. Biomeccanico 5. Redazionale (o psico-sociale) Fattori di rischio sico Diversi tipi di energia, misurati mediante dimensioni siche. L'esposizione avviene mediante trasmissione dell'energia al corpo (o parti di esso). Gli e etti sulla salute possono essere locali, generali o entrambi. Esempi: Rumore, vibrazioni, radiazioni ionizzanti (X, Alfa, Beta, Gamma), radiazioni non ionizzanti (campi elettromagnetici), radiazioni ottiche (UV, IR, Laser), dimensioni climatiche o microclimatiche (calore, freddo, umidità), barometriche pressione. Fattori di rischio chimico Qualsiasi sostanza chimica, in qualsiasi stato sico (liquido, solido, aeriforme). L'esposizione avviene solitamente per inalazione (gas, vapori), contatto con la pelle (liquidi, solidi), talvolta l'ingestione può avere un ruolo. Gli e etti sulla salute possono essere locali, generali o entrambi. Esempi: Metalli, solventi, pesticidi, prodotti chimici utilizzati nel settore sanitario). La tossicologia è la scienza dedicata allo studio degli e etti delle sostanze chimiche. Fattori di rischio biologico Qualsiasi organismo vivente che può entrare nel corpo e causare una malattia. L'esposizione può avvenire per inalazione (TBC, in uenza, SARS-CoV-2), perforazione della pelle o contatto (agenti patogeni trasmessi per via ematica, parassiti), a volte l'ingestione può svolgere un ruolo. Gli e etti sulla salute sono generalmente generali, talvolta locali (scabbia). Esempi:la maggior parte di ciò che hai già studiato in microbiologia e malattie infettive. Fattori di rischio biomeccanico Forze meccaniche trasmesse al corpo o generate dal corpo per compiere un movimento o mantenere una postura. L'esposizione avviene durante il lavoro sul corpo. Gli e etti sulla salute sono localizzati nel segmento corporeo interessato. Esempi: Movimentazione manuale di materiali, lavoro manuale veloce, continuo e energico, posture scomode prolungate. Fattori di rischio psicosociale Fattori di diversa natura legati all'organizzazione del lavoro. L'esposizione avviene durante il lavoro. Gli e etti sulla salute sono solitamente psicologici, raramente sici (somatizzazione). Esempi: Rapporti tra il lavoratore e il lavoro (turni, lavoro notturno, lavoro isolato, lavoro straordinario, lavoro emotivamente impegnativo). Rapporti tra il lavoratore e le altre persone sul posto di lavoro (mobbing, molestie sessuali, violenza). La psicologia del lavoro è la scienza che si occupa degli e etti psicologici del lavoro. Cenni di igiene occupazionale La International Occupational Hygiene Association (IOHA) de nisce l’Igiene Occupazionale come: "La disciplina volta a prevedere, riconoscere, valutare e controllare i rischi per la salute nell'ambiente di lavoro con l'obiettivo di tutelare la salute e il benessere dei lavoratori e di salvaguardare la collettività”. Prevedere e riconoscere - Prevedere: identi care i potenziali pericoli sul post di lavoro prima che vengano introdotti ff ff ff ff ff fi fi fi fl fi ff ff fi fi - Riconoscere: identi care il potenziale e etto avverso di un agente chimico, sico o biologico - o una situazione ergonomica sfavorevole- può comportare per la salute. Valutazione Valutazione del grado di esposizione ai pericoli chimici, agli agenti sici o biologici (o ad una situazione ergonomica sfavorevole) sul posto di lavoro. Ciò spesso comporta la misurazione dell'esposizione personale di un lavoratore al pericolo/agente sul posto di lavoro, in particolare nell'interfaccia rilevante tra l'ambiente e il corpo, ad es. zona di respirazione, zona di udito e valutazione dei dati in termini di limiti di esposizione professionale raccomandati (OEL), ove tali criteri esistano. Controllo Controllo dell'agente chimico, sico o biologico - o situazione ergonomica sfavorevole, mediante mezzi procedurali, ingegneristici o altri mezzi laddove la valutazione indichi che ciò è necessario. Fondamentali di tossicologia La tossicologia è lo studio degli e etti nocivi delle sostanze sugli organismi viventi. Storicamente la tossicologia era l’arte e la scienza dell’avvelenamento.Si tratta oggi di una disciplina che si avvale delle informazioni sviluppate da un'ampia gamma di scienze chimiche, siche, biologiche e mediche per prevedere i probabili e etti negativi sull'uomo di una gamma sempre crescente di sostanze. Tossicità: è la capacità innata delle sostanze di danneggiare gli esseri viventi. Valutazione del pericolo: è la previsione degli e etti tossici che saranno evidenti in condizioni di esposizione de nite. Valutazione del rischio: è la previsione della probabilità che si veri chino e etti tossici de niti in condizioni di esposizione de nite in una singola persona o in una popolazione de nita. - La sostanza comprende un'ampia gamma di materiali: compresi singoli composti chimici o miscele, sostanze semplici o complesse presenti in natura o prodotte sinteticamente, e microrganismi. - Le sostanze possono essere chimicamente pure o contenere additivi o impurità e possono presentarsi sotto forma di solidi, liquidi, gas, polveri, bre, fumi o aerosol. - Possono essere materiali utilizzati o materiali derivanti da operazioni di manutenzione o riparazione di impianti o edi ci, oppure possono essere sintetizzati o utilizzati durante attività di ricerca, sviluppo o test. La dose è il prodotto della concentrazione della sostanza per la durata di esposizione ad essa. In termini semplici può essere descritto come: Dose= Exposure Concentration X Time Tuttavia in contesti industriali sia l'esposizione che il tempo possono variare notevolmente. Ad esempio, una concentrazione molto elevata per un breve periodo può essere letale (ad esempio l’alcol), mentre l’esposizione prolungata a quantità minori provoca pochi danni. La dose è la stessa in entrambi i casi. Vie di ingesso Dermica: Nella pelle non c’è ancora un assorbimento selettivo. I composti liposolubili vengono assorbiti più facilmente cosi come i solventi organici. fi fi fi fi fi fi ff ff ff fi ff fi fi ff fi fi fi Respiratoria: Le particelle di diametro inferiore a 10 micron possono raggiungere gli alveall. Se solubile, circa il 40% viene assorbito. Linalazione rappresente circa il 90% degli avvelenamenti Industriali. Orale: L’ingestione è la via di ingresso meno signi cativa nell'industria, mentre nella tossicologia ambientale è la principale. Invettiva: può essere possibile ad es. ferite da aghi o iniezioni di ingrassatori nella pelle. Fondamenti di tossicologia Distribuzione Una volta che le sostanze sono entrate nel corpo, possono distribuirsi attraverso il usso sanguigno. Si concentrano in modo di erente negli organi Metabolismo Le sostanze che vengono distribuite nell'organismo tendono quindi ad essere metabolizzate. Il sito principale del metabolismo è il fegato, sebbene i reni, i polmoni e la pelle possano metabolizzare alcune sostanze chimiche. Il metabolismo può convertire una sostanza tossica in una non tossica e viceversa. Escrezione Ciò avviene tramite: Reni Bile Polmoni Succhi gastrici Latte materno Pelle (ferro) Quanto più rapida è l’ escrezione, tanto minore è la probabilità che una tossina danneggi l'organismo I prodotti di escrezione vengono spesso utilizzati per monitorare l'esposizione lavorativa. Schede di sicurezza Gran parte della valutazione dell’esposizione può essere svolto accedendo alle schede dati di sicurezza (SDS) (precedentemente chiamate schede dati sulla sicurezza dei materiali o MSDS). La SDS è un modo standard di comunicare informazioni tossicologiche e altre informazioni pertinenti sulle sostanze. In molti paesi è un requisito legale che un'azienda fornisca la scheda di sicurezza per ciascuno dei prodotti che vende. Il contenuto della SDS varierà a sé da dei requisiti legislativi locali, ma in linea di massima contiene le seguenti informazioni: Composizione/Dati sui componenti: fornisce dettagli sulle diverse sostanze chimiche contenute nel materiale. Spesso indicherà il numero CAS (Chemical Abstracts Service) per ciascuna sostanza chimica contenuta. Il numero CAS è un numero univoco assegnato alla maggior parte delle sostanze chimiche utilizzate nell'industria. Identi cazione della sostanza: include il nome commerciale, nonché i dettagli del produttore/ fornitore. Può anche fornire informazioni di emergenza come nomi di contatti e numeri di telefono. - Informazioni sul trasporto: generalmente come elenco di codici che indicano i pericoli associati alla sostanza chimica. - Regolamenti: Legislazione pertinente per il paese in cui viene utilizzato il materiale. - Altre informazioni: Qualsiasi informazione pertinente. Rischi per la salute Un pericolo è qualcosa che può causare danni se non controllato. Il risultato è il danno derivante da un pericolo incontrollato. Un rischio è una combinazione della probabilità che si veri chi un particolare risultato e della gravità del danno implicato. fi ff fi fi fl Assessment of Health risks Il motivo principale per condurre una valutazione sul posto di lavoro è valutare i rischi per la salute dei dipendenti. Laddove venga indicata una situazione non soddisfacente, sarà richiesto un requisito aggiuntivo: - Speci care le fasi per ottenere un controllo adeguato. - Per identi care qualsiasi altra azione richiesta. Valutazione del rischio Define the extent of the assessment Gather Information Assess Exposure Identify Actions Record the Assessment Carry Out Actions Review the Assessment Standard di igiene dei limiti di esposizione professionale (OELs) In teoria: nessuno dovrebbe essere esposto a nessun fattore di rischio sul lavoro. In pratica: l’esposizione ad alcuni fattori di rischio è inevitabile in molti lavori (ad esempio i medici sono esposti a fattori di rischio biologici – e non solo) quindi è necessario de nire un limite di esposizione tale che il rischio per la salute dei lavoratori sia mantenuto al livello minimo (o trascurabile). I limiti di esposizione professionale hanno lo scopo di proteggere la salute dei lavoratori in modo che possano essere esposti per tutta la vita lavorativa senza e etti nocivi sulla salute. American Conference of Governmetal Industral Hygienists (now ACGIH) Associazione scienti ca fondata nel 1938: dal 1941 pubblica un elenco di limiti di esposizione professionale per i fattori di rischio sici e chimici, recentemente ampliato per coprire i fattori di rischio biomeccanici. "I valori limite di soglia (TLV®) si riferiscono alla concentrazione aerea di sostanze chimiche e rappresentano le condizioni in cui si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, nel corso di una vita lavorativa, senza e etti negativi sulla salute". Ci sono tre diversi tipi di TLV per agenti chimici. Standard di igiene occupazionale o Occupational Exposure Limits (OELs) - Non sono un indice di tossicità - Non rappresentano una chiara demarcazione tra buone e cattive pratiche - Si basano sulle migliori informazioni attualmente disponibili e sono soggette a modi che - Se non esiste uno standard stabilito per una sostanza chimica, ciò non signi ca che quella sostanza sia sicura - Una buona pratica di igiene professionale consiste nel mantenere i contaminanti presenti nell’aria al livello più basso possibile, non appena al di sotto degli standard igienici di riferimento. - Si applicano all'esposizione professionale degli adulti. Non sono applicabili all'esposizione ambientale dove esistono gruppi più sensibili, ad es. donne incinte, bambini, fragili - Per le sostanze chimiche generalmente si riferiscono alle concentrazioni nell'aria, cioè tengono conto solo della via di ingresso per inalazione - In genere si riferiscono a singole sostanze, anche se possono essere fornite alcune indicazioni sulle esposizioni miste fi fi fi fi ff fi ff fi fi European occupational exposure limits: SCOEL Comitato scienti co sui limiti di esposizione professionale (SCOEL), Commissione europea. - "Limiti per l'esposizione attraverso la via aerea tale che l'esposizione per tutta la vita lavorativa non porterà a e etti negativi sulla salute delle persone esposte e/o della loro prole, in qualsiasi momento". Lo SCOEL si occupa solo dei fattori di rischio chimico: le raccomandazioni sono spesso incorporate nelle Direttive europee sui fattori di rischio chimico. ACGIH exposure limits for chemical agents: TLV-TWA “Valore limite di soglia - Media ponderata nel tempo (TLV-TWA): la concentrazione TWA per una giornata lavora va convenzionale di 8 ore e una se mana lavora va di 40 ore, alla quale si ri ene che quasi tu i lavoratori possano essere espos ripetutamente, giorno dopo giorno, nell'arco di un vita lavora va, senza e e nega vi”. “Valore limite di soglia – Limite di esposizione a breve termine (TLV-STEL): un’esposizione TWA di 15 minuti che non deve essere superata in nessun momento durante una giornata lavorativa, anche se il TWA di 8 ore rientra nel TLV-TWA. Il TLV-STEL è la concentrazione alla quale si ritiene che i lavoratori possano essere esposti senza so rire di: 1. irritazione 2. danno tissutale cronico o irreversibile 3. e etti tossici dose-dipendenti 4. narcosi di grado su ciente ad aumentare la probabilità di lesioni accidentali, compromissione dell’autosoccorso o e cienza lavorativa materialmente ridotta”. “Valore limite di soglia – Tetto (TLV-C): la concentrazione che non deve essere superata durante qualsiasi fase dell'esposizione lavorativa. Se non sono disponibili misurazioni istantanee, il campionamento dovrebbe essere condotto per il periodo di tempo minimo su ciente a rilevare esposizioni pari o superiori al valore massimo." Immediately Dangerous to Life or Health values Condizione immediatamente pericolosa per la vita o la salute (IDLH): una situazione che costituisce un pericolo di esposizione a contaminanti presenti nell'aria, tale esposizione può causare la morte o e etti avversi permanenti immediati o ritardati sulla salute o impedire la fuga da tale ambiente [NIOSH 2004]. Valore IDLH: un livello massimo (concentrazione nell'aria) al di sopra del quale è consentito solo un autorespiratore altamente a dabile che fornisca la massima protezione del lavoratore [NIOSH 2004]. I valori IDLH si basano su una durata di esposizione di 30 minuti. NOAEL (US) No-Observed-Adverse-E ect Level (NOAEL): è la dose o concentrazione più alta testata di una sostanza che non ha prodotto e etti avversi osservati negli organismi di prova esposti, dove dosi o concentrazioni più elevate hanno prodotto un e etto avverso. (40 CFR 132.2, USA) LOAEL (US) Lowest Observed Adverse E ect Level (LOAEL) è la dose o concentrazione più bassa testata di una sostanza che ha prodotto un e etto avverso osservato negli organismi di prova esposti quando tutte le dosi o concentrazioni più elevate hanno prodotto e etti uguali o più gravi. (40 CFR 132.2, USA) Monitoraggio ambientale Misurazione continua o ripetuta di agenti presenti nell'ambiente per valutare l'esposizione ambientale e possibili danni agli organismi viventi. Le misurazioni ottenute vengono confrontate con valori di riferimento appropriati basati sulla conoscenza delle probabili relazioni tra l'esposizione ambientale e gli e etti avversi risultanti. Due tipi di monitoraggio ambientale: monitoraggio stazionario (d'area); ff ff ff tti ti ti ff fi ffi ff ffi ff ff ti ffi ff ff ff tti ff ti ff ti ffi ti tti monitoraggio personale. - Rumore - Vibrazioni - Misurazione sostanze chimiche - Campionatori personali di PM Monitoraggio biologico Misurazione continua o ripetuta di sostanze potenzialmente tossiche, dei loro metaboliti o dei loro e etti biochimici nei tessuti, nei secreti, negli escrementi, nell'aria espirata o in qualsiasi combinazione di questi. Il suo scopo è valutare l'esposizione professionale o ambientale ad una sostanza chimica considerando tutte le possibili vie di ingresso della sostanza nell'organismo. È opportuno solo quando è possibile stabilire una relazione "su cientemente buona" tra la concentrazione ambientale della sostanza e il suo correlato biologico. Prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza Il controllo dei rischi per la sicurezza impiega una varietà di tecniche. I Dispositivi di Protezione Collettiva (DPI) hanno lo scopo di proteggere tutti i lavoratori presenti sul luogo di lavoro. I dispositivi di protezione collettiva di solito non richiedono l'attivazione da parte del lavoratore e proteggono chiunque. I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono destinati a proteggere un lavoratore speci co, se non esiste altro modo per farlo. Richiede che il lavoratore lo indossi. Esempi medici: - CPE: ventilazione in sala operatoria; - DPI: guanti. De nizione di standard di igiene e limiti di esposizione Quando si stabiliscono standard igienici per gli agenti pericolosi, è necessario considerare gli e etti che gli agenti potrebbero avere sul corpo, vale a dire: Contatto E etti tossici locali nel punto di contatto (pelle, occhi, vie respiratorie, ecc.) Assorbimento Trasporto, metabolismo, immagazzinamento E etti tossici sistemici, lontani dal luogo di contatto Escrezione Tossicità acuta Tossicità cronica I dati per la de nizione degli standard igienici includono l’uso di: ▪ Studi sugli animali ▪ Ricerca ed esperienza umana ▪ Epidemiologia (lo studio statistico dei modelli di malattia in gruppi di individui) ▪ Analogia Tumori occupazionali I tumori occupazionali si di erenziano da quelli normali per la frequenza di manifestazione nelle persone che sono a contatto con diverse sostanze a lavoro, come per esempio il mesotelioma polmonare. Negli ultimi 70 anni sono stati identi cati numerosi agenti cancerogeni professionali. Ci sono delle tipologie speci che di tumori professionali: Mesotelioma pleurico e pritoneale: si manifesta principalmente nelle persone esposte a amianto, infatti nelle persone non esposte a tale sostanza è molto rara. Si manifesta non solo nelle persone a contatto con tale sostanza ma anche nei parenti e nelle persone a contatto con tali lavoratori. Ha una latenza minima dall’inizio dell’esposizione di 25 anni minimo no a un massimo di 60 anni, mediana 45. È legato anche ad esposizioni molto brevi. Nei gruppi esposti all’amianto c’è no al 10% dei decessi. L’immunoistochimica è essenziale per una corretta diagnosi. La prognosi è purtroppo sfavorevole, in quanto nel momento in cui viene fatta la diagnosi spesso il tumore è già in ltrato. ff ff ff fi ff fi fi ff fi fi fi ffi fi fi Tumore dei seni paranasali: è un raro tumore maligno speci camente legato all’esposizione alla polvere di legno e cuoio e alla ra neria di nichel. La latenza minima dall'inizio dell'esposizione 25 anni, mediana 40. Informazioni insu cienti sulla relazione esposizione-e etto. Angiosarcoma epatico: è un tumore maligno raro ma è ancora il terzo tumore primitivo del fegato più comune e può essere provocato dall’esposizione al cloruro di vinile (monomero). Da metastasi al fegato. Cancro al polmone, lavoro e fumo La maggior parte degli agenti cancerogeni professionali sono collegati al cancro ai polmoni. L’istologia non di erenzia i tumori polmonari professionali dai tumori indotti dal fumo. Il rischio relativo degli agenti cancerogeni polmonari professionali è molto inferiore a quello del fumo (di solito inferiore a 2, rispetto a più di 20). L'aumento del rischio è documentato soprattutto nei fumatori. La brosi polmonare (asbestosi, silicosi) aumenta signi cativamente il rischio di cancro ai polmoni. Latenza minima circa 15-20 anni, mediana circa 45 anni (come per il fumo). Alcune esposizioni sembrano essere pericolose solo oltre una certa soglia. Attribuzioni di un tumore a fattori professionali - Istologia: solitamente non fornisce indicazioni. - Età di esordio della malattia: non fornisce indicazioni. Rapporto osservato/atteso: se il numero dei lavoratori è adeguato, è il primo elemento da indagare (se il rapporto è signi cativamente alto, se il tumore è raro...). - Familiarità e fattori di rischio extraprofessionali: se adeguatamente presenti, tendono a ridurre la probabilità di un'origine professionale della malattia. - Tempo di manifestazione clinica: per i tumori solidi, sulla base dei dati di letteratura, consente di stimare l'inizio della progressione neoplastica (30 repliche per una neoplasia di circa un cm di diametro, 40 per una massa neoplastica al momento della morte): raddoppio del tempo di cancro ai polmoni nell'arco di 250 giorni (Koike W, 2014). - Decorso della malattia: una malattia che progredisce rapidamente indica tipi di tumore con un tempo di raddoppio più breve. - Speci cità del rapporto esposizione-tipo tumore: soprattutto per i cancerogeni più studiati è di cile fare nuove scoperte... - Intensità dell'esposizione: se irrilevante è generalmente associata ad un livello di rischio non misurabile. - Storia dell'esposizione: deve essere congruente con la storia naturale della malattia: le esposizioni avvenute poco prima dell'esordio sono state probabilmente irrilevanti. Rischio chimico I principali agenti chimici a cui si può essere esposti professionalmente: Metalli Solventi organici Fitofarmaci Gas tossici Nanomateriali Composti particolari I metalli sono tipicamente de niti dalle proprietà siche dell’elemento allo stato solido, ma variano ampiamente con l’elemento metallico. Le proprietà generali dei metalli includono: Elevata ri ettività Elevata conduttività elettrica Elevata conduttività termica Duttilità Forza ffi fi fi fl fi ff ff ffi fi ffi fi fi fi I metalli sono tutti presenti in natura e, in molti casi, sono onnipresenti nell’ambiente umano. Pertanto indipendentemente dalla sicurezza con cui vengono utilizzati nei processi industriali o nei prodotti di consumo, un certo livello di esposizione umana è inevitabile. Nella tavola periodica, oltre 75% degli elementi sono considerati metalli e 8 sono considerati metalloidi. L’indistruttibilità dei metalli unita a bioaccumulo contribuisce ad aumentare la preoccupazione per i metalli come sostanze tossiche. La natura elementare dei metalli in uisce sulla loro biotrasformazione e tossicità, poiché con queste specie atomiche non può veri carsi la disintossicazione mediante metabolismo distruttivo verso sotto componenti di minore tossicità. Elementi di tossicologia dei metalli Molti metalli sono essenziali per processi biologici, pertanto sono soggetti a meccanismi di accumulo intenzionale, trasporto sicuro, stoccaggio e utilizzo. Anche i metalli essenziali diventeranno tossici con l’aumento dell’esposizione. I metalli tossici non essenziali possono imitare i metalli essenziali e ottenere l’accesso e potenzialmente interrompere le funzioni cellulari chiave. Ciò può anche spiegare il bioaccumulo di metalli tossici. L’uso umano dei metalli può anche alterare la forma chimica (o speci cazione) di un elemento e quindi avere un impatto sul potenziale tossico. L’attività umana concentrata solo i metalli nella biosfera: il contributo antropico ai livelli di metalli nell’aria, nell’acqua, nel suolo e nel cibo è ben riconosciuto. La precisa base chimica della tossicologia dei metalli non è adeguatamente compresa, ma un meccanismo uniforme per tutti i metalli tossici non è plausibile a causa della grande variazione nelle proprietà chimiche e negli endpoint tossici. Chimicamente i metalli nella lor forma ionica possono essere molto reattivi e interagire con i sistemi biologici in un’ampia varietà di modi. A questo proposito una cellula presenta numerosi potenziali ligandi che legano i metalli. Esempi di proteine leganti i metalli Metalli come cadmio e mercurio si attaccano facilmente allo zolfo (-SH) nelle proteine: tale legame è un importante meccanismo chimico attraverso il quale metalli esogeni esercitano e etti tossici che possono provocare un riarrangimanto storico che compromette la funzione delle biomolecole Un esempio potrebbe essere l’inibizione dell’attività enzimatica mediante l’interazione del metallo in siti diversi dal centro attivo, come l’inibizione degli enzimi di sintesi dell’eme da parte del piombi. L’inibizione di enzimi biologicamente critici è un importante meccanismo molecolare della tossicologia dei metalli, I metalli possono mostrare forme più speci che di attacco chimico che imitano i metalli essenziali: cioè, legandosi a siti siologici che normalmente sono riservati ad un elemento essenziale. Ad esempio, il mimetismo e la sostituzione dello zinco è un meccanismo di tossicità per cadmio, rame e nichel; il tallio imita il potassio e il manganese imita il ferro come fattore critico nella loro tossicità. Il legame proteico dei metalli è un aspetto critico del metabolismo dei metalli essenziali e tossici. Molti tipi diversi di proteine svolgono un ruolo nella disposizione dei metalli nel corpo. Questi ligandi tiolici forniscono la base per il legame ad alta a nità di diversi metalli essenziali e tossici compresi zinco, cadmio, rame e mercurio. Esempi di metallotionine Transferritina: è una glicoproteina che lega la maggior parte del ferro ferrico nel plasma e aiuta a trasportare il ferro attraverso le membrane cellulari. La proteina trasporta anche alluminio e manganese fi fi ffi fl fi fi ff Ceruloplasmina: è una glicoproteina ossidasi plasmatica contenente rame che converte il ferro ferroso in ferro ferrico, che poi si lega alla transferrina. Questa proteina stimola anche l'assorbimento del ferro mediante un meccanismo transferrinin-dipendente Ferritina: è principalmente una proteina di deposito del ferro. È stato suggerito che la ferritina possa fungere da proteina generale disintossicante dai metalli, poiché lega una varietà di metalli tossici tra cui cadmio, zinco, berillio e alluminio. Piombo (Pb) Il piombo è probabilmente il metallo pesante più ampiamente studiato e il primo metallo conosciuto. Una delle principali vie di esposizione per la popolazione generale è rappresentata dal cibo e dall'acqua, a causa del di uso inquinamento ambientale. La principale via di esposizione in ambienti industriali avviene per via aerea. Quasi l'80% del piombo viene utilizzato per batterie, munizioni, alcuni prodotti industriali (scudi RX, zavorre per barche, cristalli), pigmenti. Il piombo viene assorbito in modo piuttosto e ciente (i bambini ne assorbono più degli adulti). Il piombo attraversa la placenta. L’accumulo di piombo nei tessuti fetali, compreso il cervello, è proporzionale al livello di piombo nel sangue materno. L'escrezione avviene principalmente per via urinaria. Il piombo nel sangue è presente principalmente (99%) negli eritrociti legati all'emoglobina, solo l'1% del piombo circolante nel siero è disponibile per la distribuzione nei tessuti Il piombo viene inizialmente distribuito ai tessuti molli come reni e fegato, quindi ridistribuito allo scheletro e ai capelli. L'emivita del piombo nel sangue è di circa 30 giorni. La frazione di piombo nelle ossa aumenta con l’età dal 70% del carico corporeo nell’infanzia no al 95% nell’età adulta, con un’emivita di circa 20 anni. Il piombo può indurre un’ampia gamma di e etti avversi negli esseri umani a seconda della dose e della durata dell’esposizione. Gli e etti tossici vanno dall'inibizione enzimatica no alla produzione di patologie gravi o morte Altri tessuti bersaglio includono il sistema gastrointestinale, immunitario, scheletrico e riproduttivo. Gli e etti sulla biosintesi dell'eme forniscono un indicatore biochimico sensibile anche in assenza di altri e etti rilevabili. E etti del piombo L'inibizione della ferrochelatasi determina un accumulo di protofor rina IX, che prende il posto dell'eme nella molecola dell'emoglobina e, mentre circolano gli eritrociti contenenti protopor rina IX, lo zinco viene chelato nel sito solitamente occupato dal ferro. L'anemia si veri ca solo in casi molto marcati di tossicità da piombo, ed è microcitica e ipocromica, come nella carenza di ferro. I cambiamenti dell’ALAD nel sangue periferico e l’escrezione di ALA nelle urine sono correlati al BLL e servono come indici biochimici precoci dell’esposizione al piombo. Nefrotossicità renale La nefrotossicità acuta da elettrocatetere consiste in una disfunzione del tubulo prossimale La nefrotossicità cronica da piombo consiste in brosi interstiziale e progressiva perdita di nefroni, azotemia e insu cienza renale. Il piombo compromette la sintesi renale degli enzimi contenenti eme nel rene, come l'idrossilasi contenente eme coinvolta nel metabolismo della vitamina D causando e etti sulle ossa. La nefropatia da piombo può anche essere una causa di ipertensione. Diagnosi di intossicazione da piombo Gli eritrociti contenenti protopor rina di zinco sono intensamente uorescenti e possono essere utilizzati per diagnosticare l'esposizione al piombo. I cambiamenti di ALAD (acido delta-aminolevulinico deidratasi) nel sangue periferico e l’escrezione di ALA (acido delta-aminolevulinico) nelle urine sono correlati al BLL e servono come indici biochimici precoci dell’esposizione al piombo Un cambiamento microscopico caratteristico è la presenza di corpi inclusi intranucleari, composti da un complesso piombo-proteina. ff fi ffi ff ff ff fi ff ff ffi fi fl fi ff fi fi fi Mercurio (Hg) Il mercurio è l'unico metallo liquido a temperatura ambiente. È ampiamente di uso nell'ambiente a causa dell'evaporazione dalla crosta terrestre e delle eruzioni vulcaniche. I sali di mercurio hanno usi diversi (ad esempio esplosivi). I maggiori usi industriali del mercurio sono: ❖Cloruro di polivinile (PVC) ❖Dentale ❖Batterie ❖Misuratori ❖Interruttori ❖illuminazione L'inalazione di vapori di mercurio può veri carsi dall'ambiente di lavoro, come nell'industria dei cloro- alcali. L’esposizione professionale può veri carsi anche durante la produzione di una varietà di strumenti scienti ci e dispositivi di controllo elettrici e in odontoiatria, dove gli amalgami di mercurio vengono utilizzati nel restauro dei denti. L'assunzione di mercurio inorganico è generalmente il risultato di un incidente o di un tentativo di suicidio. Vapori di mercurio Il vapore di mercurio viene facilmente assorbito (circa l'80%) nei polmoni, si di onde rapidamente attraverso le membrane alveolari nel sangue e si distribuisce a tutti i tessuti del corpo grazie alla sua elevata liposolubilità. Una parte signi cativa dei vapori di mercurio attraversa la barriera ematoencefalica e la placenta prima di essere ossidata dagli eritrociti. Circa il 10% dei vapori di mercurio viene esalato entro una settimana dall'esposizione e quello convertito in mercurio inorganico viene escreto principalmente nelle urine e nelle feci, con un'emivita di 1-2 mesi. Mercurio liquido Il mercurio metallico liquido, come quello ingerito da un termometro rotto, viene assorbito solo scarsamente dal tratto gastrointestinale (0,01%), non è biologicamente reattivo e generalmente si ritiene che abbia poche o nessuna conseguenza tossicologica. Mercurio inorganico fi fi fi fi ff ff Il consumo di pesce è la principale via di esposizione al metilmercurio. Il metilmercurio è ben assorbito dal tratto gastrointestinale. Circa il 95% del metilmercurio ingerito dai pesci viene assorbito. Si distribuisce a tutti i tessuti in circa 30 ore. Circa il 10% del metilmercurio assorbito viene distribuito al cervello e il 5% rimane nel sangue. La concentrazione negli eritrociti è 20 volte quella nel plasma. Metilmercurio Il rene è il principale organo bersaglio del mercurio inorganico. Sebbene una dose elevata di cloruro di mercurio sia direttamente tossica per le cellule tubulari renali, l’esposizione cronica a basse dosi ai sali di mercurio può indurre una malattia glomerulare immunologica. Le persone esposte possono sviluppare proteinuria reversibile dopo essere state allontanate dall'esposizione Il principale e etto sulla salute umana derivante dall’esposizione al metilmercurio è la neurotossicità. Le manifestazioni cliniche della neurotossicità includono: parestesie e atassie. Altri segni includono la nevrastenia, perdita della vista e dell'udito, spasticità e tremore. L'avvelenamento da mercurio viene trattato mediante la somministrazione di: agenti chelanti per il mercurio, come cisteina, EDTA, BAL o penicillamina L'escrezione biliare e il riassorbimento da parte dell'intestino possono essere interrotti dalla somministrazione orale di una resina tiolica non assorbibile, che può legare il mercurio e aumentare l'escrezione fecale Per i casi più gravi, in particolare con insu cienza renale acuta, l’emodialisi può essere la prima misura. Gli attuali limiti di esposizione ACGIH per il mercurio sono: - composti elementari e inorganici (espressi come Hg) 0.025 mg/cubic meter (TLV-TWA) - composti arilici 0.1 mg/cubic meter (TLV-TWA) - composti alchilici 0.01 mg/cubic meter (TLV-TWA) Metilmercurio: malattia di Minamata (1952-59) Neonato: microcefalia, paralisi cerebrale, dentatura anomala, de cit neurologici (entro 6 mesi) Arsenico (As) L’arsenico è di uso in natura ed esiste nelle forme trivalente e pentavalente. I composti inorganici trivalenti dell'arsenico più comuni sono il triossido di arsenico e l'arsenito di sodio, mentre i composti inorganici pentavalenti comuni sono: arseniato di sodio pentossido di arsenico acido arsenico L'arsina (AsH3) è un importante arsenicale gassoso. ff ff ffi fi L’esposizione professionale all’arsenico si veri ca nella produzione di pesticidi, erbicidi e altri prodotti agricoli. Nelle industrie di fusione può veri carsi un'elevata esposizione ai fumi e alle polveri di arsenico. L'arsenico inorganico è ben assorbito (80-90%) dal tratto gastrointestinale. La deposizione nelle vie aeree e l'assorbimento dell'arsenico dai polmoni dipende dalla dimensione delle particelle e dalla forma chimica. L'escrezione avviene principalmente attraverso le urine. l'arsenico urinario è un buon indicatore dell'esposizione attuale. Il 50-80% viene escreto in 3 giorni. Ha una predilezione per la pelle e viene escreto mediante desquamazione della pelle e con il sudore. È stata segnalata tossicità sistemica in persone a contatto cutaneo con soluzioni di arsenico inorganico. Si concentra nei capelli e nelle unghie. Linee di Mees, che compaiono circa 6 settimane dopo la comparsa dei sintomi di tossicità da arsenico. Arsenico nelle unghie e nei capelli è stato utilizzato come biomarcatore per l'esposizione, comprese le esposizioni attuali e passate. La pelle è un importante organo bersaglio nell’esposizione cronica all’arsenico inorganico. L'iperpigmentazione di usa o maculata e l'ipopigmentazione possono comparire tra 6 mesi e 3 anni in caso di esposizione cronica all'arsenico inorganico. L'ipercheratosi palmo-plantare di solito segue la comparsa iniziale di cambiamenti della pigmentazione indotti dall'arsenico entro un periodo di anni. Il cancro della pelle è comune in caso di esposizione prolungata ad alti livelli di arsenico. Negli esseri umani, gli arsenicali urinari sono composti principalmente dal 55-76% di acido monometilarsonico (DMA). Tuttavia, si veri cano grandi variazioni nella metilazione dell'arsenico a causa di fattori quali l'età e il sesso e si sospetta che possano esistere polimor smi genetici. Anche il metabolismo dell’arsenico cambia nel corso della gravidanza. L'ingestione di grandi dosi (70-180 mg) di arsenico inorganico può essere fatale. I sintomi di intossicazione acuta comprendono febbre, anoressia, epatomegalia, melanosi, aritmia cardiaca e, in casi fatali, eventuale insu cienza cardiaca. L'ingestione acuta di arsenico può danneggiare le mucose del tratto gastrointestinale, causando irritazione, formazione di vescicole e persino desquamazione. La perdita di sensibilità nel sistema nervoso periferico è l’e etto neurologico più comune. L'esposizione cronica a bassi livelli di arsenico inorganico può produrre neuropatia periferica (sensoriale o motoria) e malattia vascolare periferica. Si manifesta con acrocianosi e fenomeno di Raynaud e può progredire no a endoarterite e cancrena degli arti inferiori (malattia dei piedi neri). Il danno epatico (esposizione cronica o a lungo termine all'arsenico) si manifesta inizialmente come ittero, dolore addominale ed epatomegalia e può progredire no alla cirrosi e all'ascite, persino al carcinoma epatocellulare. La cancerogenicità dell'arsenico e dei composti inorganici dell'arsenico è considerata stabilita dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Arsenico nell'aria o nell'acqua potabile e cancro ai polmoni. Arsenico nell'acqua potabile e nella pelle (soprattutto carcinoma a cellule squamose) e cancro alla vescica. La relazione tra esposizione all'arsenico e cancro al fegato, ai reni e alla prostata non è considerata stabilita. Gli attuali limiti ACGIH di esposizione per l'arsenico sono: TLV-TWA: 10 microg/metro cubo (0,13 micromol). fi ff fi ffi fi fi fi ff fi Per l'avvelenamento acuto da arsenico, il trattamento è sintomatico. L'acido dimercaptosuccinico (DMSA) è e cace nel rimuovere l'arsenico dal corpo. L'acido dimercaptopropansolfonico (DMPS) è stato utilizzato anche per l'avvelenamento acuto da arsenico con minori e etti collaterali. Per l'avvelenamento cronico, la terapia chelante non si è dimostrata e cace nell'alleviare i sintomi. Cadmio (Cd) Circa il 75% del cadmio prodotto viene utilizzato nelle batterie, in particolare nelle batterie al nichel-cadmio. A causa delle sue proprietà non corrosive, il cadmio è stato utilizzato nella galvanica o nelle leghe galvaniche per la resistenza alla corrosione Viene anche utilizzato come pigmento colorato per vernici e plastica, nelle saldature, come barriera per controllare la ssione nucleare, come stabilizzante plastico e in alcune leghe per applicazioni speciali. Il cadmio si trova tipicamente nei minerali insieme ad altri metalli ed è prodotto commercialmente come sottoprodotto della fusione di zinco e piombo, che sono fonti di cadmio ambientale. L’inalazione è la via di esposizione dominante negli ambienti lavorativi. Il cadmio aerodisperso nell'ambiente di lavoro odierno è generalmente pari o inferiore a 5 μg/m3 e gli standard professional vanno da 2 a 50 μg/m3. Le occupazioni potenzialmente a rischio di esposizione al cadmio includono quelle coinvolte in: ✓ra nazione di minerali di zinco e piombo ✓produzione di ferro ✓fabbricazione del cemento ✓industrie che implicano la combustione di combustibili fossili ✓produzione di pigmenti per vernici ✓batterie al nichel-cadmio ✓Galvanotecnica Tutto ciò può rilasciare cadmio disperso nell'aria. Il cibo è la principale fonte di cadmio per la popolazione generale. Molte piante accumulano facilmente cadmio dal suolo. I molluschi accumulano livelli relativamente elevati di cadmio (1-2 mg/kg) e il fegato e i reni degli animali possono avere livelli superiori a 50 μg di Cd/kg. I cereali come riso e frumento e il tabacco concentrano il cadmio a livelli di 10–150 μg Cd/kg. L’assunzione giornaliera totale di cadmio da tutte le fonti in Nord America ed Europa varia da 10 a 30 μg Cd/giorno. Di questo, circa il 10% o meno viene trattenuto. Il fumo di sigaretta è una delle principali fonti non professionali di esposizione al cadmio. Ad esempio, il 50% dei fumi di cadmio, generati dal fumo di sigaretta, può essere assorbito. Si ritiene che no al 100% del cadmio che raggiunge gli alveoli possa essere trasferito nel sangue. I livelli di Cd nel sangue nei non fumatori esposti non professionalmente sono generalmente inferiori a 1 μg/litro. L'assorbimento gastrointestinale del cadmio è limitato a 5-10% di una determinata dose. L'assorbimento del cadmio dopo l'inalazione è generalmente maggiore, compreso tra il 5 e il 35%, a seconda del composto speci co, del sito di deposizione e della dimensione delle particelle. Una volta assorbito, il cadmio viene escreto molto poco e ogni giorno viene escreto solo lo 0,001% circa del carico corporeo. Sono operative sia le vie escretorie urinarie che quelle fecali. Il cadmio viene trasportato nel sangue legandosi all'albumina e ad altre proteine di peso molecolare maggiore. Viene rapidamente assorbito dai tessuti e si deposita principalmente nel fegato e in misura minore nei reni. Nel fegato, nei reni e in altri tessuti, il cadmio induce la sintesi della metallotioneina (MT), proteina ad alta a nità che lega i metalli. Il cadmio viene immagazzinato nel fegato principalmente come cadmio-MT. Il cadmio-MT può essere rilasciato dal fegato e trasportato attraverso il sangue ai reni, dove viene riassorbito e degradato nei lisosomi dei tubuli renali. Questo rilascia cadmio per indurre più complesso cadmio-MT o causare tossicità renale. ffi ffi fi ffi fi fi ffi ff Il cadmio non attraversa facilmente la placenta. Il latte materno non è una delle principali fonti di esposizione nei primi anni di vita. Circa il 50–75% del cadmio trattenuto si trova nel fegato e nei reni. Il tempo di dimezzamento biologico del cadmio negli esseri umani non è noto esattamente ma è probabilmente compreso tra 10 e 30 anni. Tossicità del cadmio La tossicità acuta del cadmio derivante dall'ingestione di alte concentrazioni sotto forma di bevande o alimenti fortemente contaminati provoca grave irritazione all'epitelio gastrointestinale. I sintomi includono nausea, vomito e dolore addominale. L'inalazione di fumi di cadmio o di altri materiali contenenti cadmio riscaldati può produrre polmonite acuta con edema polmonare. La tossicità acuta del cadmio dipende dalla solubilità del cadmio Cd composti. Con esposizioni acute per inalazione, tanto più solubili Cd cloruro, fumi di ossido e carbonato sono più tossici del solfuro relativamente meno solubile. Il cadmio è tossico per le cellule tubulari e i glomeruli, compromettendo notevolmente la funzionalità renale Dal punto di vista patologico, queste lesioni consistono in una iniziale necrosi e degenerazione delle cellule tubulari, che progredisce no all'in ammazione interstiziale e alla brosi. Sembra che nella corteccia renale vi sia una concentrazione critica di cadmio che, una volta superata, è associata a disfunzione tubulare. Questa concentrazione dipende dall'individuo. La tossicità renale indotta dal cadmio si ri ette nella proteinuria. Anche la presenza di proteine più grandi, come l’albumina e la transferrina, nelle urine dopo l’esposizione professionale al cadmio suggerisce un e etto glomerulare. Si presume che il cadmio-MT rilasciato dal fegato venga ltrato dai reni e riassorbito nelle cellule del tubulo prossimale, dove viene degradato rilasciando localmente elevati livelli di cadmio “libero”. Cromo (Cr) Esistono due forme di cromo: teteravalente e esavalente il quale è più tossico e ancerogeno del tetravalente. Il cromo ha una varietà di usi industriali: - Il ferrocromo viene utilizzato per produrre acciaio inossidabile e leghe. - Il cromato e il dicromato di sodio sono le principali sostanze per produrre sostanze chimiche a base di cromo. I composti del cromo sono utilizzati per: Placcatura concia delle pelli la produzione di coloranti e pigmenti utensili da cucina ff fi fl fi fi fi Prodotti per la cura del legno. L'assorbimento dei composti di cromo assunti per via inalatoria avviene nei polmoni. Una volta che il cromo esavalente entra nelle cellule, viene ridotto a livello intracellulare dall’acido ascorbico, dal glutatione e/o dalla cisteina, no a diventare cromo trivalente. Il cromo assorbito viene escreto principalmente nelle urine. Gli e etti tossici del cromo Gli e etti tossici sono principalmente attribuiti ai composti di cromo esavalente presenti nell'aria in ambienti industriali. Il cromo esavalente è corrosivo e può causare ulcerazione cronica e perforazione del setto nasale, nonché ulcerazione cronica di altre super ci cutanee. Il cromo esavalente provoca dermatite allergica da contatto in individui precedentemente sensibilizzati, inducendo eritema cutaneo, prurito, edema, papule e cicatrici. La prevalenza della sensibilità al cromo è inferiore all’1% tra la popolazione generale. L'ingestione accidentale di alte dosi di composti di cromo esavalente può causare insu cienza renale acuta caratterizzata da proteinuria, ematuria e anuria, ma il danno renale derivante da un'esposizione cronica di livello inferiore è equivoco. L'esposizione professionale ai composti del cromo esavalente, in particolare nell'industria della produzione di cromo e dei pigmenti, è associata ad un aumento del rischio di cancro ai polmoni, e i composti contenenti cromo esavalente sono cancerogeni per l'uomo. I composti del cromo trivalente sono generalmente non genotossici, probabilmente perché il cromo trivalente non viene facilmente assorbito dalle cellule. Nichel (Ni) Il nichel metallico è prodotto da minerali di solfuro e ossido di silicato. Il nichel è onnipresente in natura e la popolazione generale è esposta a bassi livelli di nichel nell’aria, nel fumo di sigaretta, nell’acqua e nel cibo. Queste esposizioni sono generalmente troppo basse per costituire un problema tossicologico. L'esposizione professionale al nichel avviene per inalazione di aerosol, polveri o fumi contenenti nichel o per contatto cutaneo nei lavoratori impegnati nella produzione di nichel: Estrazione Fresatura Ra neria Operazioni di fusione che utilizzano nichel Galvanotecnica Saldatura Batterie al nichel-cadmio Il nichel ha vari stati di ossidazione, ma lo stato di ossidazione +2 è la forma più di usa nei biosistemi I principali composti solubili del nichel sono acetato di nichel, cloruro di nichel, solfato di nichel e nitrato di nichel I principali composti del nichel insolubili in acqua sono il solfuro di nichel, il subsolfuro di nichel, l'ossido di nichel, il carbonile di nichel e il carbonato di nichel. Circa il 25-35% del nichel inalato e trattenuto nei polmoni viene assorbito nel sangue; Il 27% di una singola dose orale di nichel nell'acqua potabile viene assorbito, mentre viene assorbito solo circa l'1% del nichel presente negli alimenti. Dopo l’esposizione per inalazione, il nichel si distribuisce ai polmoni, alla pelle, ai reni, al fegato, all’ipo si e alle ghiandole surrenali. L'emivita del nichel è di 1-3 giorni per il solfato di nichel, 5 giorni per il subsolfuro di nichel e più di 100 giorni per l'ossido di nichel Il nichel assorbito viene escreto nelle urine. Il nichel urinario è strettamente correlato all'esposizione ai livelli atmosferici di composti di nichel insolubili. Pertanto, il nichel urinario può servire come misura adeguata dell’attuale esposizione al nichel (monitoraggio biologico). ffi ff ff fi fi fi ff ffi La dermatite da contatto indotta dal nichel è l'e etto avverso sulla salute più comune derivante dall'esposizione al nichel e si riscontra nel 10-20% della popolazione generale (soprattutto femminile) Può derivare dall'esposizione al nichel presente nell'aria, a soluzioni di nichel liquido o dal contatton prolungato della pelle con oggetti metallici contenenti nichel, come monete e gioielli La dermatite da contatto indotta dal nichel è una reazione in ammatoria mediata da un'ipersensibilità ritardata di tipo IV. Il trattamento della tossicità sistemica del nichel può richiedere una terapia chelante: il sodio dietilcarboditioato (DDTC) è il farmaco preferito Gli attuali limiti di esposizione ACGIH per il nichel (espresso come Ni) sono: - nichel elementare 1,5 mg/metro cubo (TLV-TWA); - composti inorganici solubili 0,1 mg/metro cubo (TLV-TWA); - composti inorganici insolubili 0,2 mg/metro cubo (TLV-TWA); - subsolfuro di nichel 0,1 mg/metro cubo (TLV-TWA). Solventi Il termine solvente si riferisce a una classe di sostanze chimiche organiche liquide di lipo licità e volatilità variabile. I solventi organici vengono spesso utilizzati per sciogliere, diluire o disperdere materiali insolubili in acqua. Come tali sono ampiamente utilizzati come sgrassanti e come componenti di pitture, vernici, lacche, inchiostri, prodotti spray aerosol, coloranti e adesivi. Altri usi sono come intermedi nella sintesi chimica e come combustibili e additivi per carburanti. La maggior parte dei solventi organici vengono ra nati dal petrolio. Molte, come la nafta e la benzina, sono miscele complesse, spesso costituite da molti composti. I solventi sono classi cati in gran parte in base alla struttura molecolare o al gruppo funzionale. Il solvente più comunemente usato, l'acqua, è inorganico. I solventi organici possono essere classi cati in base alla struttura chimica. Si distinguono tre tipologie principali: - solventi ossigenati (alcoli, eteri glicolici, chetoni, esteri ed esteri glicoleteri), i più utilizzati (due terzi del mercato); - solventi idrocarburici (idrocarburi alifatici e aromatici, singoli composti o miscele, principalmente distillati dal petrolio), 22% del mercato; - solventi alogenati (idrocarburi clorurati). I principali determinanti della tossicità intrinseca di un solvente sono: 1) il suo numero di atomi di carbonio; 2) se è saturo o ha doppi o tripli legami tra atomi di carbonio adiacenti; 3) la sua con gurazione (cioè catena lineare, catena rami cata o ciclica); 4) la presenza di gruppi funzionali. La lipo lia e la volatilità, insieme alle piccole dimensioni molecolari e alla mancanza di carica, rendono l'inalazione la principale via di esposizione ai solventi e garantiscono un pronto assorbimento attraverso i polmoni, il tratto gastrointestinale e la pelle. In generale, la lipo lia dei solventi aumenta con l'aumentare del numero di atomi di carbonio e/o di alogeno, mentre la volatilità diminuisce. È possibile fare alcune generalizzazioni a livello di classe riguardo alla tossicità: tuttavia, la tossicità dei solventi all'interno della stessa classe può variare notevolmente. Quanto più un idrocarburo è lipo lo, tanto più potente è il depressivo del sistema nervoso centrale; le ammidi/ammine tendono ad essere potenti sensibilizzatori; le aldeidi sono particolarmente irritanti; gli idrocarburi che sono ampiamente metabolizzati tendono ad essere più citotossici/mutageni; e alcuni alocarburi insaturi a catena corta sono cancerogeni per gli animali. Anche lievi di erenze strutturali nei metaboliti dei solventi hanno conseguenze tossicologiche. La neuropatia periferica indotta dall'n-esano e dal 2- esanone dipende dalla produzione del metabolita γ-dichetone, 2,5-esandione. I dichetoni privi della struttura gamma (-CO-CH2- CH2-CO-) non sono neurotossici. Pertanto, sottili di erenze nella struttura chimica possono tradursi in drammatiche di erenze nella tossicità. fi fi fi ff ff fi fi fi ff ffi fi fi ff fi Quasi tutti sono esposti ai solventi nello svolgimento delle loro normali attività poiché molti prodotti che utilizziamo tutti i giorni (comprese le bevande alcoliche) contengono solventi. Poiché i solventi sono anche contaminanti ambientali (aria, acqua potabile), la popolazione generale è esposta ai solventi, anche se a un livello molto basso. Escludendo i combustibili, il maggiore utilizzo industriale dei solventi è come sgrassante per metalli. Questo ambiente di lavoro è tipicamente il luogo in cui si veri cano le esposizioni più elevate, principalmente per inalazione e secondariamente per contatto cutaneo. Molte delle esposizioni più gravi ai solventi si sono veri cate a causa del loro utilizzo in spazi ristretti con ventilazione inadeguata. La maggior parte delle esposizioni ai solventi comportano una miscela di sostanze chimiche, anziché un singolo composto. La nostra conoscenza della tossicità delle miscele di solventi è rudimentale rispetto alla tossicologia dei singoli solventi. Sebbene si presuppone spesso che gli e etti tossici di più solventi siano additivi, i solventi possono anche interagire in modo sinergico o antagonistico. Idrocarburi aromatici- Benzene C6H6, l'idrocarburo aromatico più semplice. Prodotto dal petrolio, in passato veniva utilizzato come solvente, ora come base per la sintesi chimica. Le fonti più importanti di esposizione non professionale al benzene sono la benzina e il fumo di sigaretta. L'e etto avverso più importante del benzene è la tossicità emopoietica. L'esposizione cronica al benzene può portare a danni al midollo osseo, che possono manifestarsi inizialmente come anemia, leucopenia, trombocitopenia o una combinazione di queste. La depressione del midollo osseo sembra essere dose-dipendente sia negli animali da laboratorio che nell’uomo. Una maggiore esposizione può provocare aplasia midollare e pancitopenia, un esito spesso fatale. I sopravvissuti all'anemia aplastica presentano spesso uno stato preneoplastico, chiamato mielodisplasia, che può progredire in leucemia mieloide. Esistono prove evidenti provenienti da studi epidemiologici che esposizioni ad alti livelli di benzene determinano un aumento del rischio di leucemia mieloide acuta. Gli attuali limiti di esposizione ACGIH per il benzene sono: - TLV-TWA 0,5 ppm (1,6 mg/metro cubo); - TLV-STEL 2,5 ppm (8,1 mg/metro cubo); Il livello di riferimento per l'esposizione della popolazione nell'aria (media annuale) nell'Unione Europea è di 5 microg/metro cubo. Alcoli- Metanolo Il metanolo (alcol metilico, CH3OH) viene utilizzato principalmente come materiale di partenza per la sintesi di altri prodotti chimici. Il CH3OH si trova nel liquido lavavetri, nei detergenti per carburatori, nell'antigelo e nel toner delle fotocopiatrici. L'esposizione della popolazione generale avviene attraverso il consumo di frutta, verdura e bevande alcoliche che contengono precursori CH3OH o CH3OH liberi. L'avvelenamento da metanolo è spesso dovuto a ingestioni accidentali o intenzionali e avvelenamenti epidemici accidentali dovuti a errori di distillazione e fermentazione e alla contaminazione delle bevande. Il metanolo viene assorbito prontamente e rapidamente da tutte le vie di esposizione (cutanea, inalatoria e orale), attraversa facilmente tutte le membrane e quindi viene distribuito uniformemente agli organi e ai tessuti in relazione diretta al loro contenuto di acqua. L'acido formico è il metabolita tossico che media l'acidosi metabolica nonché la tossicità osservata sulla retina e sul nervo ottico. I risultati di studi sperimentali suggeriscono che il formiato è un veleno mitocondriale che inibisce la fosforilazione ossidativa dei fotorecettori, delle cellule gliali di Muller e del nervo ottico. L’avvelenamento acuto da CH3OH nell’uomo è caratterizzato da un periodo di latenza asintomatico di 12-24 ore seguito da acidemia formica, tossicità oculare, coma e, in casi estremi, morte. ff ff fi fi Gli esseri umani sono altamente sensibili alla neurotossicità indotta dal metanolo a causa della loro limitata capacità di ossidare l’acido formico. La tossicità si manifesta in più fasi. Inizialmente si presenta come una lieve depressione del sistema nervoso centrale, seguita da un periodo di latenza asintomatico di 12-24 ore, quindi da una sindrome composta da acidemia formica, acidosi metabolica non compensata, tossicità oculare e visiva, coma e possibilmente morte. Propanolo Esistono due isomeri del propanolo: 1-propanolo (CH3CH2CH2OH) e 2-propanolo (alcol isopropilico, (CH3)2CHOH). L'1-propanolo viene impiegato negli inchiostri da stampa, nell'industria dei rivestimenti e nei processi per migliorare le proprie

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