Medicina del lavoro parte 2 PDF

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UnselfishGoblin7733

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Università degli Studi di Ferrara

2024

Nicola Murgia

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medicina del lavoro sicurezza sul lavoro virologia infezioni

Summary

This document appears to be an exam/assessment paper for a course in workplace safety for healthcare professionals at the University of Ferrara. It covers topics like biological hazards, virus and bacteria structure, and infection control in hospital settings.

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Sicurezza nei luoghi di Lavoro- II Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie Università degli Studi di Ferrara A.A. 2024/2025 Docente: Prof. Nicola Murgia – [email protected] Libri consigliati per l’approfondimento : Medicina del lavoro. Manuale per le professioni sanitar...

Sicurezza nei luoghi di Lavoro- II Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie Università degli Studi di Ferrara A.A. 2024/2025 Docente: Prof. Nicola Murgia – [email protected] Libri consigliati per l’approfondimento : Medicina del lavoro. Manuale per le professioni sanitarie. EPC editore 2018 Contenuti aggiuntivi : TLB, TSRM Modalità d’esame : scritto con domande a risposta multipla Date di esame : 30.1.2023-27.2.2023, ore 10 (Aula 9 Matematica, Via Macchiavelli 30) Fattori di rischio biologico Virus delle epatiti virali Virus dell’AIDS Malattie a trasmissione aerea (MAT) COVID-19 Tubercolosi Altre Struttura dei virus Struttura dei batteri Rischio infettivo in ambiente sanitario MODALITÀ DI TRASMISSIONE DEGLI AGENTI INFETTANTI Via parenterale Apparente: puntura o ferite accidentali con aghi o altri strumenti chirurgici Inapparente: penetrazione attraverso soluzioni di continuità delle barriere cutanee o mucose non rilevabili ad occhio nudo Rischio infettivo in ambiente sanitario MODALITÀ DI TRASMISSIONE DEGLI AGENTI INFETTANTI Via aerea L’agente patogeno viene trasmesso attraverso goccioline di flügge emesse dai pazienti con la respirazione, la fonazione, la tosse, gli starnuti Contatto diretto Via oro-fecale Alimenti contaminati, scarsa igiene Rischio infettivo in ambiente sanitario Infezioni da Infezioni post- Personale maggiormente colpito esposizione HBV Ag E-: 2% Infermieri, laboratoristi, chirurghi, Ag E+: 20-40% per dentisti, personale addetto singola puntura all’emodialisi Virus dell’epatite B Rischio infettivo in ambiente sanitario Infezioni da Infezioni post- Personale maggiormente colpito esposizione HCV 1,2%-10% per singola Chirurghi del cavo orale puntura accidentale Virus dell’epatite C Rischio infettivo in ambiente sanitario Infezioni da Infezioni post- Personale maggiormente colpito esposizione HIV O,1%-0,4% per singola Infermieri, laboratoristi puntura accidentale Virus dell’AIDS EPATITE B Il virus dell’epatite B risulta il principale rischio infettivo in ambito ospedaliero Il virus dell’epatite B è presente in tutti i liquidi e i secreti del corpo umano (saliva, lacrime, sudore, sperma, liquidi vaginali) ma i veicoli più importanti sono il sangue e i suoi derivati EPATITE B Il virus ha un elevatissimo potere infettante per infettare è sufficiente una quantità di sangue tanto piccola da non essere vista L’introduzione nella cute di sangue infetto causa la malattia nel 20-40% dei casi EPATITE B Modalità di contagio più frequenti: Puntura da ago (reincappucciamento, etc.) Tagli con bisturi, forbici, vetrini Smistamento dei rifiuti Schizzi di sangue o di altro liquido infetto nelle mucose (bocca od occhi) EPATITE B Il virus dell’epatite B può provocare nei soggetti non immunizzati (non vaccinati o mai stati infettati): Epatite acuta: distruzione parziale delle cellule epatiche con possibile comparsa di febbre, stanchezza, disturbi digestivi, ittero Epatite fulminante: distruzione massiva delle cellule epatiche con insufficienza epatica e morte Epatite cronica: evoluzione delle forme acute nel 5-10% dei casi Fattori di rischio microbiologico EPATITE B (HBV relata) Epatite cronica Epatite cronica Epatite cronica attiva persistente Epatocarcinoma (tumore Cirrosi (20-50% dei casi) maligno al fegato ) (alterazione della struttura del fegato con insufficienza epatica) Fattori di rischio microbiologico EPATITE B (HBV relata) Fegato normale Epatocarcinoma EPATITE C (HCV relata) La trasmissione del virus avviene per via parenterale La principale fonte di infezione è costituita da trasfusioni di sangue e suoi derivati (raramente interventi odontoiatrici) E’ stata documentata la presenza del virus anche nel liquido ascitico, nel liquido seminale e nelle urine Il potere infettante del virus dell’epatite C è notevolmente inferiore rispetto a quello dell’HBV EPATITE C (HCV relata) L’HCV determina un’epatite che può essere sintomatica o passare inosservata Nel 50-60% dei casi l’infezione diventa cronica EPATITE CRONICA Cirrosi epatica Epatocarcinoma (tumore maligno del fegato) (50% dei casi) N.B. Non esiste ancora un vaccino per l’epatite C VIRUS DELL’AIDS (HIV) L’HIV presenta una minore infettività e resistenza all’ambiente esterno rispetto all’HBV L’infezione si trasmette in seguito ad inoculazione o a contaminazione di cute o mucose con sangue infetto VIRUS DELL’AIDS (HIV) L’origine del virus dell’AIDS non è chiara Il quadro clinico della malattia venne descritto per la prima volta negli USA nel 1981 ed evidenziata in Italia nel 1983 VIRUS DELL’AIDS (HIV) L’HIV riduce le difese dell’organismo che diventa così maggiormente suscettibile agli agenti infettivi che non sono normalmente in grado di causare infezione (es. TBC, miceti, etc,) L’AIDS si manifesta, dopo anni dal contagio, con: ûdeperimento organico ûaumento di volume dei linfonodi ûinfezioni opportunistiche ûproblemi neurologici N.B.: non esiste vaccino contro l’infezione da HIV Prevenzione delle infezioni da agenti trasmessi per via parenterale in ambiente ospedaliero Gli operatori sanitari devono: 1. Indossare i guanti prima di venire a contatto con lesioni sanguinanti, nonché per eseguire punture ed altre procedure di accesso vascolare; 2. Sostituire i guanti dopo ogni paziente, tenendo presente che questo è anche un efficace sistema per prevenire le infezioni ospedaliere in genere Prevenzione delle infezioni da agenti trasmessi per via parenterale in ambiente ospedaliero 3. Indossare mascherine ed occhiali protettivi o coprifaccia durante tutte quelle procedure che possono determinare l’emissione di sangue o di altri liquidi biologici contenenti sangue o per prevenire le esposizioni delle mucose della bocca, del naso e degli occhi 4. Indossare camici o grembiuli durante l’esecuzione di procedure che possono determinare schizzi di sangue Prevenzione delle infezioni da agenti trasmessi per via parenterale in ambiente ospedaliero 5. Lavare le mani immediatamente ed accuratamente dopo ogni contatto con il malato 6. Adottare le misure necessarie per prevenire gli incidenti causati da aghi o bisturi a. Non reincappucciare gli aghi, non piegarli o rimuoverli dalle siringhe b. Eliminarli in contenitori resistenti alle punture c. Minimizzare gli spazi tra sede di utilizzo della siringa e luogo di smaltimento Profilassi pre-esposizone Somministrare il vaccino per l’HBV in tutto il personale sanitario a rischio Condurre uno screening post-vaccino per l’immunità all’HBV 1 o 2 mesi dopo la somministrazione della 3^ dose di vaccino Rivaccinare il personale sanitario che non ha sviluppato un titolo anticorpale per l’HBV protettivo Profilassi post-esposizione(PEP) Step 1: TRATTARE IL SITO DI ESPOSIZIONE Usare sapone e acqua per lavare lʼarea esposta al fluido potenzialmente infettante appena possibile dopo lʼesposizione Sciacquare le membrane mucose esposte con acqua Sciacquare gli occhi esposti con acqua e/o soluzione salina NON APPLICARE agenti caustici, o iniettare agenti antisettici o disinfettanti nella ferita PEP Step 2: COMUNICARE IMMEDIATAMENTE LʼESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE; Data e tempo di esposizione Dettagli sullʼincidente: - dove e come, sito di esposizione, tipo di strumentario utilizzato Dettagli sullʼesposizione: - tipo e quantità di materiale biologico, severità dellʼesposizione Dettagli sulla fonte di esposizione: - se il materiale fonte è contaminato da HIV, HBV o HCV; - se il paziente fonte è HIV+, determinare stadio di malattia, viral load,storia di terapia antiretrovirale e informazioni sulle resistenze Dettagli sullʼoperatore esposto: - vaccinazione HBV, risposta alla vaccinazione, altre condizioni mediche incluso gravidanza ed allattamento PEP Step 3: VALUTARE LʼESPOSIZIONE Lʼevento “esposizione” dovrebbe essere attentamente valutato per la sua potenzialità di trasmettere HBV, HCV o HIV basando lʼanalisi su: – Tipo di sostanza biologica coinvolta – Via di contaminazione – Severità dellʼesposizione HIV in Body Fluids Numero medio di particelle HIV per ml di liquido biologico sangue sperma 18,000 fluidi 11,000 vaginali liquido 7,000 Amniotico 4,000 Saliva 1 esposizione PEP 24-48 ore Primi eventi in corso di infezione da HIV 3-4 giorni > 5 giorni Profilassi post-esposizioneper HIV La chemioprofilassi post-esposizione è raccomandata per gli operatori sanitari esposti ad HIV sul luogo di lavoro, specialmente in quelli ad alto rischio: Ferita profonda Sangue evidente sul “mezzo” che ha provocato la lesione Lesione con ago usato su vene o arterie Paziente fonte con malattia terminale Profilassi post-esposizione per HIV Il trattamento profilattico, che va effettuato entro 48 ore dall’esposizione, riduce dell’80% il rischio di infezione da HIV professionale (JAMA 1999, vol 281(10):931-936), meglio se entro 1-4 ore dall’esposizione Viene utilizzata una combinazione di farmaci antiretrovirali che va proseguita per 4 settimane ESPOSIZIONE AD HCV NON ESISTONO RACCOMANDAZIONI PER LA PEP HCV Gli operatori sanitari esposti dovrebbero comunque ricevere: Un appropriato counseling Test Follow up ESPOSIZIONE AD HBV La PEP HBV dovrebbere essere iniziata IMMEDIATAMENTE (preferibilmente entro 24 ore) Profilassi per HBV post-esposizione Da effettuare se: Lesioni con ago o esposizione mucosa con sangue ad alto rischio (HBV positivo) Titolo anticorpale anti HBV< 10 mUI/ml Con: Immunizzazione passiva: Immunoglobuline anti HBV (dose: 0,06 mlKg i.m) entro 24-48 ore dall’esposizione Immunizzazione con vaccino Principali infezioni trasmesse per via aerea Infezione Personale a maggiore rischio SARS e SARS-CoV2 Tutto il personale Infermieri, patologi, laboratoristi, addetti Tubercolosi alle pulizie Influenza Tutto il personale Morbillo Tutto il personale Rosolia Tutto il personale Parotite epidemica Tutto il personale Varicella Tutto il personale Infez.da Parvovirus B-19 Tutto il personale Infezione da RSV Tutto il personale Principali infezioni trasmesse per via aerea Infezione Personale a maggiore rischio SARS e SARS-CoV2 Tutto il personale Infermieri, patologi, laboratoristi, addetti Tubercolosi alle pulizie Influenza Tutto il personale Morbillo Tutto il personale Rosolia Tutto il personale Parotite epidemica Tutto il personale Varicella Tutto il personale Infez.da Parvovirus B-19 Tutto il personale Infezione da RSV Tutto il personale Onset of Illness among the First 425 Confirmed Cases of Novel Coronavirus (2019- nCoV)–Infected Pneumonia (NCIP) in Wuhan, China Li Q et al, NEJM published on January 29, 2020 I Coronavirus costituiscono un’ampia famiglia di virus che comprende diversi ceppi tra cui, il SARS-CoV-2 individuato nel 2019 in Cina. Molto spesso, la diffusione da persona a persona avviene tra contatti stretti. La trasmissione da persona a persona avviene principalmente attraverso droplets ovvero ‘’goccioline’’ respiratorie prodotte quando una persona infetta tossisce o starnutisce, in modo analogo a ciò che avviene per l'influenza stagionale. Per la trasmissione, le goccioline devono depositarsi su una mucosa (cavità orale, naso, congiuntiva oculare ecc…). Il WHO ha fornito un stima preliminare del numero di riproduzione di base (R0) del SARS-CoV-2di 1,4- 5,0. L’R0 è un numero che quantifica quanti casi secondari sono attesi in seguito ad una singola infezione in una popolazione completamente suscettibile e quando è maggiore di 1 indica una epidemia (per il Morbillo R0 è compreso tra 12 e 17). Eziopatogenesi Clinica Nel 80% dei casi non è necessaria l’ospedalizzazione Table 1. SARS-CoV-2 Vaccines under Emergency Use Authorization (EUA) or in Late-Phase Studies. Type of Vaccine Developer Dose Schedule Vaccine Platform and Immunogen (Name of Vaccine) and Administration Phase* Excipients† RNA-based vaccine mRNA encoding spike protein (30 µg) BioNTech–Pfizer (BNT162b2) Two doses (day 0, Post-EUA 0.43 mg ((4-hydroxybutyl)azanediyl)bis(hexane-6,1- day 21) diyl)bis(2-hexyldecanoate), 0.05 mg Intramuscular 2[(polyethylene glycol)-2000]-N,N-ditetra- decylacetamide, 0.09 mg 1,2-distearoyl- sn-glycero-3-phosphocholine, and 0.2 mg cho- lesterol, 0.01 mg potassium chloride, 0.01 mg Maintaining Safety with SARS-Cov-2 Vaccines monobasic potassium phosphate, 0.36 mg sodi- um chloride, 0.07 mg dibasic sodium phosphate dihydrate, and 6 mg sucrose. The diluent (0.9% sodium chloride Injection) contributes an addi- tional 2.16 mg sodium chloride per dose RNA-based vaccine mRNA encoding spike protein (100 µg) Moderna (mRNA-1273) Two doses (day 0, Post-EUA Lipids (SM-102; 1,2-dimyristoyl-rac-glycero-3-meth- day 28) oxypolyethylene glycol-2000 [PEG 2000-DMG]; n engl j med Intramuscular cholesterol; and 1,2-distearoyl-sn-glycero- 3-phosphocholine [DSPC]), tromethamine, tromethamine hydrochloride, acetic acid, sodium acetate, and sucrose Adenovirus vector ChAdOx1-Sn Cov-19 AstraZeneca and University One (day 0) or two Phase 3 10 mM histidine, 7.5% (w/v) sucrose, nejm.org (nonreplicating) Nonreplicating chimpanzee AdV5 of Oxford (AZD1222) (day 0, day 28) doses 35 mM sodium chloride, 1 mM magnesium expressing spike protein Intramuscular chloride, 0.1% (w/v) polysorbate 80, 0.1 mM edetate disodium, 0.5% (w/v) ethanol, at pH 6.6 Adenovirus vector Ad26.COV2.S Janssen One (day 0) or two Phase 3 Sodium chloride, citric acid monohydrate, polysor- (nonreplicating) Adenovirus 26 vectored vaccine (day 0, day 56) doses bate 80, 2 hydroxypropyl-B-cyclodextrin (HBCD), using AdVac and PER.C6 Intramuscular ethanol (absolute), sodium hydroxide technology Protein subunit Full-length recombinant SARS-CoV-2 Novavax Two doses (day 0, Phase 3 Matrix M1 adjuvant glycoprotein nanoparticle with day 21) Full-length spike protein formulated in polysor- Matrix M adjuvant Intramuscular bate 80 detergent and Matrix M1 adjuvant Spike prefusion protein Protein subunit SARS-CoV-2 vaccine formulation with Sanofi Pasteur and GSK Two doses (day 0, Phase 1–2 Sodium phosphate monobasic monohydrate, adjuvant (S-protein) (Baculovirus day 21) sodium phosphate dibasic, sodium chloride production) Intramuscular polysorbate 20, disodium hydrogen phosphate, Spike protein potassium dihydrogen phosphate, potassium chloride * Phase information was current as of December 21, 2020. In all cases, the placebo was normal saline. † Bold entries are excipients potentially related to vaccine reaction that may be cross-reactive to other excipients (e.g., PEG 2000 and polysorbate 80). SM-102, a component of the Moderna vaccine, is a proprietary ionizable lipid. 5 COVID-19 Misure per ridurre il contagio nel personale sanitario Procedure organizzative Formazione e informazione Vaccinazione Dispositivi di protezione individuale Fattori di rischio microbiologico TUBERCOLOSI (TBC) La tubercolosi è una malattia causata dal Mycobacterium tubercolosis che si può manifestare in sede polmonare o extrapolmonare (reni, cute, ossa) Il Mycobacterium tubercolosis è un batterio con elevata resistenza ad agenti fisici e chimici Mycobacterium tubercolosis Fattori di rischio microbiologico TUBERCOLOSI (TBC) I soggetti fonte di infezione sono generalmente: Immunodepressi (es. soggetti affetti da AIDS) Extracomunitari Tossicodipendenti Il contagio avviene prevalentemente attraverso il contatto con l’espettorato o con le goccioline di flügge di pazienti con TBC polmonare aperta Fattori di rischio microbiologico TUBERCOLOSI (TBC) Un calo delle difese immunitarie induce l’attivazione del batterio con formazione di ascessi che, se sono aperti, eliminano batteri nei bronchi (TBC polmonare aperta) La tubercolosi distruggendo i polmoni può causare la morte per insufficienza respiratoria Polmone normale Polmone con TBC Effetto del contagio tubercolare sui soggetti sani esposti (contatti) Effetti biologici del contagio tubercolare Non infezione 80% Contatto Non malattia 90% Infezione 20% Entro il primo anno 5% Malattia 10% Dopo il primo anno 5% Misure di prevenzione e protezione contro la tubercolosi Vaccinazione antitubercolare obbligatoria (D.P.R. 7/11/2001 n.465) per personale sanitario, studenti di medicina, allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambiente sanitario ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti oppure che operi in ambienti ad alto rischio e non possa, in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici Misure di prevenzione e protezione contro la tubercolosi Formazione del personale sanitario riguardo il riconoscimento, le modalità di trasmissione e la prevenzione della tubercolosi Tempestiva identificazione, isolamento e trattamento dei malati Ridurre il più possibile i contatti non protetti tra personale sanitario e soggetti sospetti di tubercolosi Misure di prevenzione e protezione contro la tubercolosi Ridurre al minimo il numero degli operatori che si occupano del malato e sceglierli soltanto tra i soggetti cutipositivi Fornire i lavoratori di adeguati mezzi di protezione (mascherina con filtro, copricapo, copriscarpe, camici usa e getta, guanti, etc.) Rischio infettivo in ambiente ospedaliero Infezioni acquisite per contatto diretto Infezione Personale più colpito Scabbia Infermieri, addetti alla lavanderia Sarcoptes scabiei Rischio infettivo in ambiente ospedaliero Infezioni acquisite per contatto diretto Infezione Personale più colpito Herpes cutaneo Dentisti, anestesisti, infermieri Herpes labiale Herpes simplex virus Herpes cutaneo

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