Medicina del Lavoro PDF
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This document provides information regarding Italian labor law regarding workplace health and safety. It covers topics such as risk assessment, worker responsibilities, and legal regulations. This includes duties, responsibilities, and legal regulations to ensure the safety and well-being of workers.
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MEDICINA DEL LAVORO La costituzione italiana afferma che si deve tutelare la salute del lavoratore, per fare ciò è necessario evitare esposizioni ad agenti che possono creare danno fisico e psicologico. La normativa nel tempo è andata a cambiare molto: partiva da una prevenzione oggettiva (non cre...
MEDICINA DEL LAVORO La costituzione italiana afferma che si deve tutelare la salute del lavoratore, per fare ciò è necessario evitare esposizioni ad agenti che possono creare danno fisico e psicologico. La normativa nel tempo è andata a cambiare molto: partiva da una prevenzione oggettiva (non creava cultura ma solamente obblighi) passando poi a una prevenzione soggettiva (il D.LG.S 626 passa all’individuazione di soggetti adeguatamente formati e informati) fino ad arrivare alla prevenzione sistematica (D.LGS 81/08 - indica i modelli di organizzazione di gestione per non lasciare alla sola individualità il compito della sicurezza) Le indicazione dell’UE del decreto legislativo del 2008 racchiude tutte le norme e indicazioni. Le indicazioni generali sono le seguenti: - disposizioni generali - gestione prevenzione nei luoghi di lavoro - valutazione dei rischi - sorveglianza sanitaria (valutare se lavoratore presenta delle controindicazioni, questo viene fatto con una visita, accertamenti) - formazioni, informazione e addestramento - gestione delle emergenze - consultazione e partecipazioni dei rappresentanti dei lavoratori Le sottocategorie del decreto legislativo del 2008 invece sono le seguenti: - dispositivi protezione individuali (DPI) - movimentazione manuale dei carici - agenti fisici (radiazioni) - esposizioni ad agenti biologici (virus, malattie infettive) - norme transitorie e finali I destinatari della normativa: - datore di lavoro (colui che ha la disponibilità economica, è il responsabile, può decidere e fare): colui che ha la responsabilità di organizzazione ed esercita i poteri decisionali e di spesa - dirigenti: colui (nel reparto) che attua le direttive del datore di lavoro, organizza le attività, vigilandole - preposti: sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione - lavoratore (parte passiva ma anche attiva): chiunque svolga un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro (anche chi non viene pagato, chi lo fa per apprendere un’arte o una professione) - responsabile SPP (= insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati alla attività di prevenzione e protezione dai rischi): persona designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi individua e valuta rischi elabora misure sicurezza e salute e necessarie procedura propone programmi di informazione e formazione dei lavoratori partecipa alle riunioni periodiche fornisce info ai lavoratori - medico competente 1 - rappresentante dei lavori per la sicurezza: progettisti fornitori installatori manutentori appaltatoti Il sistema organizzato di prevenzione è globale, ovvero coinvolge tutta l’organizzazione, programmato, è presente una analisi rischi, informato, in quanto tutti lo devono sapere, partecipato, in quanto tutti hanno dei diritti e doveri e sono quindi tenuti a partecipare attivamente a questo sistema. Il lavoratore ha un intermediario (RLS) ovvero Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza che funge da portavoce dei lavoratori per problematiche di sicurezza e salute del lavoro. - può accedere a tutti i luoghi di lavoro - riceve informazioni su rischi aziendali - consulta documentazione aziendale sulla sicurezza - riceve documentazione e informazioni dall’organo di vigilanza in visita Gli obblighi dei lavoratori - prendersi cura della propria salute e sicurezza - prendersi cura della salute e sicurezza dei colleghi di lavoro - usare correttamente attrezzature DPI - osservare disposizioni aziendali - segnalare deficienze - non modificare i dispositivi di sicurezza - sottoporsi ai controlli sanitari richiesti Ruolo attivo del lavoratore nella organizzazione e realizzazione della sicurezza Sufficiente preparazione di base su problemi legati alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro aiutano il lavoratore a raggiungere velocemente quel ruolo attivo e diretto che il decreto vuole realizzare Prevenzione sistemica 1. sorveglianza sanitaria mirata ai rischi professionali 2. valutazione degli effetti dell’esposizione e giudizio di idoneità alla mansione specifica 3. sopralluoghi negli ambienti di lavoro 4. valutazione dell’esposizione a rischio Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono: a) valutazione di tutti i rischi b) l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo c) Il rispetto dei principi ergonomici Le misure relative alla sicurezza, all'igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori d) la riduzione dei rischi alla fonte e) priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale f) il controllo sanitario dei lavoratori g) l'informazione e formazione adeguate per i lavoratori h) la partecipazione e consultazione dei lavoratori i) misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato 2 j) a regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti valutazione dei rischi Il D.Lgs 81/2008 riunisce in un unico testo normativo tutte le norme vigenti in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro nel rispetto delle norme comunitarie. La valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito della organizzazione in cui presentano la propria attività, finalizzata ad individuare le misure di prevenzione e protezione ed elaborare le misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. Tipologie rischi lavorativi - rischi per la sicurezza (Rischi di natura infortunistica) - rischi per la salute (Rischi di natura igienico-ambientale) - rischi per la sicurezza e salute (Rischi di tipo interattivo: organizzativi e gestionali) pericolo: potenzialmente in grado di creare un danno, qualsiasi situazione in cui la persona è esposta ad uno o più pericoli rischio: combinazione di probabilità e gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa valutazione del rischio: valutazione complessiva della probabilità e gravità di possibili lesioni in una situazione pericolosa Per conoscere la reale portata di un rischio bisogna rispondere ad almeno tre domande: - cosa può succedere - con quale probabilità succede - quali sono le conseguenze MANCAAAAAA Si sa anche che una maggiore conoscenza e informazione è il fattore determinante per il contenimento del rischio stesso, cioè informare è già prevenire. Valutazione del rischio - Il rischio è la probabilità che un pericolo causi un danno - Valutare la probabilità che un pericolo causi un danno - Valutare la gravità di un danno causato dal pericolo - Dare priorità ai rischi Rischio = Probabilità di lesione x Gravità della lesione Il DVR è il documento di valutazione dei rischi, è uno strumento di lavoro che consiste di prendere decisioni in base alle priorità ben definite. Approccio metodologico - Individuare e valutare i rischi - Identificare gli esposti - Adottare le soluzioni per eliminare o ridurre i rischi: Tecniche Organizzative Procedurali comportamentali - Proteggere i lavoratori 3 - Informare e formare i lavoratori - Verificare su di essi l’esistenza di danni Criteri per la riduzione del rischio - Interventi Strutturali - Programmazione e Verifica - Interventi procedurali e uso di mezzi di prevenzione personale - Predisposizione formazione verifica Rischi professionali in ambito sanitario - Radiazioni ionizzanti Fisico - Radiazioni non ionizzanti - Epatite (HBV, HCV) Biologico - AIDS (HIV) - TBC Allergologico - Latex - Patologie del rachide Ergonomico - Patologie del polso - Patologie della spalla - Sindrome del Burn Out Stress - Organizzazione del lavoro - Lavoro a turni - Gas Anestetici - Farmaci Antiblastici Chimico - Detergenti/disinfettanti - Solventi/acidi La valutazione del rischio è un esame sistematico di tutti gli aspetti del lavoro al fine di prendere in considerazione ciò che causa un danno fisico e materiale, se i pericoli possono essere eliminati, o altrimenti quali misure di protezione e/o prevenzione sono state introdotte per prevenire e se queste misure sono soddisfacenti nella teoria e nella pratica. La valutazione dei rischi è articolata come segue: 1. Identificazione dei pericoli 2. Identificazione dei lavoratori (o di terzi) esposti a rischi potenziali 3. Valutazione dei rischi, dal punto di vista qualitativo e quantitativo Soggetto classificato come: - Non esposto a rischio lavorativo: rischio valutato NON presente nella mappa di rischio NON svolto dal lavoratore - A rischio potenziale: rischio valutato NON rilevante nella mappa di rischio, ma presente Esposizione del lavoratore a rischi presenti e valutati per tempi brevi procedure sporadiche comunque non rilevanti rispetto alle attività previste - Soggetto classificato come rischio: rischio valutato presente nella mappa dei rischi 4 non eliminabile Rischi che prevedono la sorveglianza sanitaria obbligatoria: - movimentazione manuale dei carichi - agenti chimici - agenti biologici La sorveglianza sanitaria è eseguita dal medico competente (medico del lavoro che visita i lavoratori sottoposti a rischio) nei casi previsti dalla normativa vigente sulla base di un programma di sorveglianza sanitaria. La tutela della salute dei lavoratori è un dovere del datore di lavoro ed un diritto del lavoratore. Vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità. La sorveglianza sanitaria è la misura generale di tutela della salute dei lavoratori, è l’insieme degli atti medici finalizzati alla tutela della salute e alla sicurezza (nella sua componente sanitaria) dei lavoratori ed alla formulazione del giudizio di idoneità alla mansione specifica, è svolta da medico competente. Obiettivi della sorveglianza sanitaria: 1. Valutazione della compatibilità tra condizioni di salute e compiti lavorativi 2. Individuazione degli stati di ipersuscettibilità individuale ai rischi lavorativi 3. Verifica dell’efficacia delle misure di prevenzione dei rischi attuate in azienda 4. Ha la finalità di migliorare il livello di salute lavorativa (promozione della salute) 5. Può identificare gli effetti precoci dell’esposizione a rischio. 6. Serve a verificare i risultati della valutazione dei rischi (l’assenza di danni per la salute) È obbligatorio sottoporsi alla sorveglianza sanitaria, obbligo è sanzionabile Ruolo del medico competente Obiettivo finale: ottimizzazione del rapporto tra il lavoratore stesso e la sua mansione attraverso azioni sulla idoneità (limitando e/o vietando compiti e operazioni ritenuti dannosi) e/o sulla mansione (adattandola alle caratteristiche del lavoratore) Sorveglianza sanitaria nei casi previsti dalla normativa vigente: - accertamenti preventivi - accertamenti periodici - visite mediche su richiesta del lavoratore - controlli in esito a malattie/ infortuni dopo 60 giorni giudizio di idoneità alla mansione specifica La visita medica preventiva intesa a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica (finalizzata ad accertare l’assenza di controindicazioni alla mansione specifica) La visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica (finalizzata a verificare il permanere delle condizioni di idoneità alla mansione specifica) La visita medica su richiesta del lavoratore viene effettuata qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle condizioni di salute suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta. Tale visita può essere richiesta da un’alterazione dello stato di salute del lavoratore che si sospetti possa essere indotta dall’attività lavorativa svolta, come anche da 5 una condizione patologica di certa origine extralavorativa, che tuttavia rappresenti una controindicazione all’espletamento della mansione specifica. ➔ Visita medica dopo assenza superiore ai 60 giorni: precedente alla ripresa del lavoro a seguito di un’assenza per motivi di salute di durata superiore ai 60 giorni continuativi al fine di verifica l’idoneità alla mansione ➔ visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare l’idoneità alla mansione specifica (variazione del rischio) ➔ visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente (allo fornire scopo di al lavoratore le indicazioni utili a proseguire il controllo del suo stato di salute dopo la fine dell’esposizione , per una diagnosi precoce di eventuali effetti tardivi) I controlli sono: - di norma annuali - variazioni su base motivata - in base al rischio valutato - Medico Competente - Vigilanza L’organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente; - Videoterminalisti Quinquennale di età < a 50 anni Biennale > a 50 anni Strumenti della sorveglianza sanitaria 1. Protocollo di sorveglianza sanitaria: definito dal medico competente in funzione dei rischi specifici presenti in azienda compresi gli accertamenti sanitari specialistici (art. 25, comma 1 lettera b, lettera m D.Lgs. 81/08) 2. Cartella sanitaria e di rischio: dove sono annotate le condizioni psicofisiche di ogni lavoratore, compresi i risultati degli accertamenti strumentali, di laboratorio e specialistici, eventuali livelli di esposizione professionale individuali forniti dal Servizio di prevenzione e protezione, nonché il giudizio di idoneità. Accertamenti suggeriti: - Visita medica - Anamnesi - Esame obiettivo rivolti in particolare al riscontro di patologie correlabili ai rischi specifici e/o a patologie che possano controindicare l’esposizione a rischio. Si evidenzia la necessità di raccogliere dati anamnestici riguardo abitudini di vita che possano costituire dei cofattori di rischio sul lavoro (es. alcolismo e/o tossicodipendenze). Esami complementari 6 Agente biologico Condizioni - Due vaccinazioni, distanziate di almeno 28 giorni l’una dall’altra, con vaccino vivo attenuato antimorbillo o Morbillo (informativa solo in caso di nessuna o antimorbillo-rosolia-parotite (MMR); una sola dose vaccinale) - Evidenza di immunizzazione sulla base degli accertamenti di laboratorio; Rosolia (informativa solo in caso di nessuna dose vaccinale, ad eccezione del personale - Una vaccinazione con vaccino vivo sanitario di sesso femminile in età fertile. In attenuato antirosolia o antimorbillo- questo caso qualora il test anticorpale rosolia-parotite (MMR); specifico per rosolia risulti negativo pur in presenza di due dosi di vaccino rosolia (o - Evidenza di immunizzazione sulla base vaccino MMR documentate), viene proposta degli accertamenti di laboratorio una terza dose di vaccino MMR. - Due vaccinazioni, con vaccino vivo attenuato antiparotite o antimorbillo- Parotite (informativa solo in caso di nessuna o rosolia-parotite (MMR); una sola dose vaccinale) - Evidenza di immunizzazione sulla base degli accertamenti di laboratorio - Due vaccinazioni; Varicella (informativa solo in caso di nessuna o - Evidenza di immunizzazione sulla base una sola dose vaccinale) degli accertamenti di laboratorio; - Conferma anamnestica di malattia La sorveglianza sanitaria mirata al rischio tubercolare La SS si basa sulla valutazione dello stato immunologico dell’OS: - All’inizio dell'attività lavorativa (in fase preparativa); - In tempi successivi in base all'esito della valutazione del rischio La SS per il rischio da esposizioni a Mycobacterium tuberculosis consiste nell'esecuzione di test specifici, seguiti in caso di positività da valutazione clinica mirata e dagli accertamenti necessari per escludere la presenza di TB attiva. I test diagnostici attualmente disponibili a cui il MC può fare ricorso sono il Test Cutaneo tubercolinico (TCT), denominata anche TST con l’acronimo delle parole inglese 7 Tuberculin Skin Test, e il Test Interferon-Gamma (TIG), denominato anche IGRA con l’acronimo delle parole inglesi Interferon Gamma Release Assay. Sorveglianza sanitaria: - un più aderente giudizio di idoneità alla mansione specifica - una più adeguata periodicità (temporale) della sorveglianza sanitaria e degli accertamenti sanitari l’obiettivo finale della sorveglianza sanitaria è valutare la idoneità del singolo lavoratore in relazione alla sua specifica mansione e ad ogni singolo rischio che la mansione comporta. art.18 obblighi del datore di lavoro e del dirigente Il datore di lavoro e i dirigenti … […]…che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità Giudizio di idoneità alla mansione specifica Serve a tutelare la salute del lavoratore dai rischi a cui è esposti nello svolgimento della sua mansione specifica. Non serve a valutare la capacità lavorativa del soggetto. Il giudizio di idoneità riguardante l’attitudine lavorativa è di pertinenza del collegio medico legale della A.S.L. di appartenenza del lavoratore (art. 5 – statuto dei lavoratori) La differenza tra capacità e idoneità: - idoneità alla mansione: riguarda l’escludere la sussistenza di vulnerabilità peculiari del lavoratore verso i rischi specifici della mansione (riguarda pertanto solo salute e sicurezza del lavoratore). Oggi riguarda anche la sicurezza del lavoratore e dei terzi. - capacità: riguarda la attitudine e la abilità fisica del lavoratore a “riuscire” a svolgere un certo compito Giudizi relativi alla mansione specifica - idoneità - idoneità con limitazioni temporanea o permanente - idoneità con prescrizioni temporanea o permanente - inidoneità temporanea - inidoneità permanente idoneo: “il lavoratore può essere adibito alla mansione specifica senza prevedibile pericolo per la sua salute e sicurezza” idoneo con prescrizioni: e se non vengono rispettate le prescrizioni indicate nel giudizio di idoneità vi è “prevedibile” pericolo per la salute del lavoratore idoneità con prescrizione (in realtà si tratta di operatori totalmente idonei): per prescrizione si intende l’indicazione, il consiglio fornito dal Medico Competente/Autorizzato al Datore di Lavoro sulla necessità di intervento (es: l’utilizzo di DPI specifici, necessario l’utilizzo di guanti latex-free, alternativi al lattice). È obbligatorio osservare le prescrizioni del medico competente. idoneità con limitazione parziale temporanea: menomazione psico-fisica comportante una limitazione parziale temporanea dei compiti lavorativi specifici della mansione (es: tendinite all’arto superiore in operatore sanitario che movimenta pazienti) 8 idoneità con limitazione parzialmente permanente: menomazione psico-fisica comportante una limitazione parziale permanente dei compiti lavorativi specifici della mansione (es. discopatia in operatore sanitario che movimenta pazienti, allergia respiratoria o cutanea a materiali ospedalieri) idoneità con limitazioni: la limitazione può riguardare l’esclusione di alcuni compiti della mansione e programmi individuali di sorveglianza sanitaria inidoneità: si intende una menomazione psico-fisica comportante una inidoneità allo svolgimento dei compiti lavorativi specifici della mansione che comporta un’esposizione al rischio giudizio di idoneità alla mansione specifica Avverso il giudizio è ammesso ricorso entro TRENTA GIORNI dalla data di comunicazione all’organo di vigilanza territorialmente competente, che dispone la conferma, modifica o revoca del giudizio. IL RISCHIO BIOLOGICO E LA SUA PREVENZIONE PER GLI OPERATORI SANITARI Rischio biologico = microorganismi (anche OMG), coltura cellulare, endoparassita umano potrebbero provocare infezioni, allergie, intossicazioni. Uso deliberato di agenti biologici - Gli agenti biologici sono intenzionalmente introdotti nel ciclo lavorativo per sfruttarne le proprietà biologiche a qualsiasi titolo (materia prima, substrato, catalizzatore, reagente o prodotto in un processo lavorativo, ancorché parziale) Esposizione potenziale ad agenti biologici - La presenza di questi ultimi ha un carattere di epifenomeno indesiderato, ma inevitabile, più che derivante da specifico oggetto del lavoro Potenziale esposizione ad agenti biologici - Laboratori diagnostici (esclusi quelli di microbiologia) - Servizi sanitari (ospedali, ambulatori, studi dentistici, servizi di assistenza) - Servizi di raccolta, trattamento, smaltimento rifiuti - Servizi di disinfezione e disinfestazione - Impianti industriali di sterilizzazione disinfezione e lavaggio di materiali potenzialmente infetti - Impianti depurazione acque di scarico - Manutenzione impianti fognari - Servizi mortuari e cimiteriali Caratteristiche che definiscono il rischio intrinseci negli agenti biologici - infettività: capacità di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite - patogenicità: capacità di provocare la malattia dopo l’infezione - trasmissibilità: capacità di passare da un soggetto infetto ad un altro ospite - neutralizzabilità: esistenza di efficaci misure preventive o terapeutiche Resistenza e suscettibilità - età - sesso - stato generale di salute - gravidanza - vaccinazioni 9 Principi generali: Non esistono limiti di esposizione utilizzabili come valori soglia. Se è possibile l’esposizione bisogna attivare adeguate misure preventive. Gruppo 1 Agente biologico che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani Gruppo 2 Agente biologico che può causare malattia in soggetti umani e costruire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità. Sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. (es: Tetano - Helicobacter Pylori – Morbillo) Gruppo 3 Agente biologico che può causare gravi malattie in soggetti umani e costituiscono un serio rischio per i lavoratori; può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. (es: Epatite B - Epatite C – HIV) Gruppo 4 Agente biologico che può provocare gravi malattie in soggetti umani e rappresenta un serio rischio per i lavoratori; può presentare un elevato rischio di diffusione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche. (es: ebola – lassa – febbre boliviana -marburg) Esposizione a sangue - taglienti - siringhe abbandonante - schizzi in operatori sanitari Vie di trasmissione - parenterale: pungo e mi taglio (HBV, HCV, HIV) 10 - aerea (< 5 µ): Tbc, Morbillo, Varicella, SARS - droplets (≥ 5 µ): Pertosse, difterite, Meningite meningococcica, Influenza, Rosolia, Parotite, H. Influenzeae, Str. Pneumoniae Prevenzioni per prevenire il rischio biologico: - osservare le precauzioni di carattere generale (guanti, visiere…) - utilizzare DPI adeguati per evitare gli schizzi e la contaminazione - evitare l’esposizione all’aerosol (dove c’è maggiore probabilità della diffusione degli agenti biologici) - la vaccinazione per l’epatite B è “obbligatoria” per tutta la popolazione - la vaccinazione antitetanica è obbligatorio per alcuni gruppi professionali Stima del rischio - monitoraggio degli incidenti occupazionali a potenziale rischio biologico (sorveglianza sanitaria) - stato di immunizzazione degli operatori - disponibilità di dispositivi intrinsecamente sicuri - dispositivi di protezione collettiva e individuale - procedure operative scritte Misure preventive per il rischio biologico - precauzioni universali: trattamento di ogni paziente come potenzialmente infetto - lavaggio e disinfettazione delle mani - usi dei DPI: guanti, camici, maschere/occhiali - corrette procedure di smaltimento di aghi e taglienti (uso di aghi sicuri, contenitori rigidi) - immunizzazione attiva (HBV, influenza…) - isolamento del paziente Rischio Biologico: sorveglianza sanitaria - Monitoraggio degli incidenti occupazionali a potenziale rischio biologico - Stato di immunizzazione degli operatori - Rischi Verso Terzi - Soggetti immunodepressi Perché una terapia antivitale post-esposizione da HIV? Gli studi sperimentali su animali hanno dimostrato che dopo l'esposizione iniziale ad HIV il virus si replica nelle cellule dendritiche della cute e della mucosa. Queste cellule migrano durante le prime 48 ore verso i linfonodi attraverso i vasi linfatici sviluppando un'infezione sistemica. Questo ritardo nella diffusione sistemica del virus HIV lascia una “finestra di opportunità” per la PPE (profilassi post esposizione) usando farmaci antiretrovirali AVR. Incidente: misure post-esposizione Si definisce “incidente con possibile esposizione a materiale biologico” qualsiasi situazione in cui l’operatore sanitario viene a contatto con: - sangue - liquidi organici, secrezioni ed escrezioni, indipendentemente alla presenza di sangue, escluso il sudore - materiali organici, tessuti, materiale bioptico od anatomico 11 Gli infortuni a rischio biologico rappresentano circa la metà degli infortuni nelle nostre aziende. L’incidenza di sieroconversioni negli operatori in occasioni di lavoro: - è stimabile dell’ordine di grandezza di 10-5 sec dati Siroh - dell’ordine di grandezza di 10-6 relativamente a dati INAIL Cosa fare nel caso in cui riscontro un infortunio biologico: - comunicare l’accaduto per procedere alla valutazione del paziente fonte (es: bambino mi graffia) - recarsi al pronto soccorso (counselling – primo certificato INAIL – accertamenti – cure del caso) Esposizione certa a HIV: - recarsi alla s.c. malattie infettive per: 1. profilassi post-esposizione (PPE) entro 4 e non oltre 24 ore dall’infortunio 2. richiesta esami ematochimici di controllo al tempo zero - recarsi al pronto soccorso per denuncia INAIL - notifica alla direzione sanitaria 1. compilazione scheda analitica di infortunio 2. programmazione controlli successivi in accordo con S.C. Malattie Infettive Profilassi post esposizione (PEP) L’impego di una terapia antiretrovirale (ARV) post-esposizione per ridurre il rischio di infezione per ridurre il rischio di infezione da HIV (profilassi post-esposizione PEP) è una misura consolidata di prevenzione del rischio di trasmissione occupazionale in ambiente sanitario e utilizzata anche in caso di esposizione non occupazionale, soprattutto nella prevenzione della trasmissione sessuale. Tipo di infortunio: valutazione del rischio di infezione - alto rischio: lesione profonda (causante sanguinamento) da ago cavo, pieno di sangue. Contatto diretto con virus concentrato in laboratorio di ricerca - a rischio: puntura con ago o ferita (causante sanguinamento) con presidio visibilmente contaminato da sangue Esposizione di cute lesa o della congiuntiva a sangue o liquidi biologici (visibilmente contaminati da sangue) - basso rischio: lesione superficiale (senza sanguinamento), esposizione di lesioni in fase di cicatrizzazione o di mucosa, diversa dalla congiuntivale, a sangue o a liquidi biologici visibilmente contaminati da sangue. Contatto prolungamento di una vasta area cutanea con sangue; ferita da morso. Lesioni con presidi non visibilmente contaminati da sangue. - nessun rischio documentato: contaminazione di cute integra (piccola superficie) con sangue La pelle integra di un individuo sano è una barriera sostanzialmente insormontabile per la quasi totalità degli agenti biologici di nostro interesse. Fattori aggravati, qualsiasi livello di rischio - ferita profonda - puntura con ago cavo utilizzato per prelievo - presenza di sangue in quantità visibile sulla superficie del presidio implicato nell’incidente - contaminazione congiuntivale 12 Protocollo post-esposizione 1. per lesione percutanee: far sanguinare la ferita per qualche istante; lavare la ferita per 10 min. con acqua e sapone e con disinfettante/antisettica (per es.:10% soluzione di iodio o composti di cloro); rimuovere eventuali corpi estranei presenti nella sede della ferita 2. contaminazione di cute non integra: lavare con acqua corrente e, se disponibile, sapone antisettico; disinfettare 3. contaminazione della mucosa: sciacquare abbondantemente con soluzione fisiologica sterile, con acqua sterile o con acqua di rubinetto per 10-15 minuti Malattie trasmesse per via aerea - influenza: l’organizzazione mondiale della sanità ogni anno stabilisce i ceppi responsabili dell’epidemia influenzale e su questa base viene costruito il vaccino. La vaccinazione è utile negli operatori sanitari in modo da ridurre la probabilità di contrarre e diffondere la malattia. - tubercolosi: nella maggior parte dei casi interessa i polmoni. I sintomi sono i seguenti: tosse da più di 3 settimane (più o meno sangue nell’espettorato) dolore toracico febbre sudorazione notturne stanchezza perdita di peso febbre non molto elevata Se non trattata la Tbc può portare al decesso. Nel 2017. 10 milioni di persone nel mondo ammalate di Tbc e la malattia ha portato al decesso di 1,6 milioni di persone. Trasmissione: via aerea (starnuto o colpo di tosse) → polmoni → moltiplicazione → in alcuni casi diffusione attraverso il sangue al altre parti del corpo. La trasmissione del bacillo non è facilissima. Condizioni essenziali: - malato affetto da Tb polmonare attiva (aperta, bacillifera) o laringea, - carica batterica molto elevata, - malato non in terapia, - ricambio d’aria ambientale scarso o assente. Tubercolosi latente (ITBL): assenza sintomi, forma non contagiosa (affetta 1/3 della popolazione mondiale) – ma grande “serbatoio umano” per la malattia. Nei soggetti immuno-competenti con ITBL il rischio di sviluppare una malattia attiva è circa il 5-15% nel corso dell’intera vita, evenienza che nella metà dei casi si verifica nei primi 2-5 anni dall’esposizione/infezione. Diagnosi: test mantoux, test quantiferon Trattamento forme latenti: profilassi con isoniazide (INH) per un periodo di tempo piuttosto lungo, durante il quale la persona può continuare a lavorare/studiare ed avere normali attività. Prevenzioni negli operatori sanitari (OS) 1. valutazione del rischio di trasmissione nosocomiale della TBC. Le strutture dell’azienda sanitaria sono state classificate in 3 aree a seconda del numero di contatti/anno con la tubercolosi. 13 Laboratori di Microbiologia Polmonare - Malattie Infettive Medio - Pneumologia - Alto Servizio di Broncologia Medio Pronto Soccorso - Radiologia - Anatomia patologica (Personale di Sala Settoria) basso Tutte le altre Strutture Aziendali di assistenza 2. attivazione programma di controllo modulato sulla base del rischio attuale di trasmissione attuale di trasmissione della TBC 3. sorveglianza e profilassi individuale degli operatori Test Mantoux Consiste nell’iniezione intradermica a livello dell’avambraccio sinistro di una soluzione contenente tubercolina 5UI (chiamata anche PPD) con una siringa con ago sottilissimo, subito sotto lo strato superficiale della cute del braccio. In caso di positività, si forma un piccolo indurimento sottocute di almeno 10 mm. Un test è negativo, quando c’è cutireazione o il nodulo è < 5mm Interferon- release assays (IGRAs) o Quantiferon Potenziali vantaggi dei test IGRA rispetto al test di Mantoux includono: maggiore sensibilità alta specificità (minore influenza della vaccinazione con BCG ed infezioni da micobatteri non tubercolari), minore influenza di problemi tecnici nella somministrazione ed interpretazione e la non necessità di una seconda visita. Piano nazionale prevenzione vaccinale PNPV 2017-2019 La base legislativa delle vaccinazioni nei lavoratori a rischio è il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, che all’articolo 279 recita: 1. I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria. 2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: - la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all'agente biologico presente nella lavorazione, Analisi dei dati vaccinali e anticorpali - Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale - PNPV 2017-2019 Il PNPV ribadisce la necessità delle vaccinazioni negli OS: - anti‐epatite B, - anti‐influenzale, - anti‐morbillo, anti‐parotite, anti-rosolia (MPR), - anti-pertosse e anti-varicella. A queste vaccinazioni va comunque aggiunta la vaccinazione contro difterite e tetano che è raccomandata ogni 10 anni per tutti i soggetti adulti La Regione Friuli Venezia Giulia prevede, per gli operatori sanitari: 1. Vaccino anti Morbillo-Parotite-Rosolia 2. Vaccino anti-varicella 3. Vaccino anti-influenzale 4. Vaccino anti-epatite B 5. Vaccino anti-pertosse dTaP 14 Delibera n° 365 del 3 marzo 2017 recante oggetto: DLGS 124/1998. ART 1. aggiornamento ed estensione dell'offerta vaccinale nella regione friuli venezia giulia. I vaccini devono essere considerati fondamentali strumenti di prevenzione primaria nella lotta a numerose infezioni e malattie infettive di grande impatto sanitario, sociale ed economico per l’intera collettività. La vaccinazione dell’operatore sanitario (OS) ha una valenza multipla: serve a proteggere l’operatore dal rischio infettivo professionale, serve a proteggere i pazienti e i cittadini dal in contagio ambiente assistenziale e comunitario, serve a difendere l’operatività dei servizi assistenziali, garantendo la qualità delle prestazioni erogate. DPI – DISPOSITIVI INDIVIDUALI DI PROTEZIONE DPI: qualsiasi attrezzatura (complemento o accessorio) destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore per proteggerlo contro uno o più rischi che minacciano la sicurezza o la salute durante il lavoro. Deve essere specifico in funzione del rischio. I DPI devono essere usati quando i rischi non possono essere evitati o ridotti da: - mezzi di protezione collettiva - misure tecniche di prevenzione - misure, metodi o procedimenti di organizzazione del lavoro Non sono considerati DPI - indumenti di lavoro ordinari (es: divisa di lavoro) - attrezzature di soccorso e salvataggio - attrezzature di protezione individuale delle forze armate - attrezzature proprie dei mezzi di trasporto stradale materiali sportivi materiali per autodifesa o dissuasione apparecchi portatili per individuare/segnalare fattori nocivi DPI devono essere: - conformi alle normative - marcati CE - idonei per i rischi da prevenire - adeguati alle condizioni esistenti - compatibili alle esigenze ergonomiche/ di salute - adattabili all’utilizzatore secondo le sue necessità Gli APVR (Apparecchi per la Protezione delle Vie Respiratorie) quali per esempio i Facciali Filtranti (FFP1, FFP2 e FFP3), sono Dispositivi di Protezione Individuali di III categoria per i quali è previsto, secondo art. 77 del D.Lgs. 81/08 e Reg. UE 2016/425, uno specifico percorso informativo, formativo e di addestramento. Chi? Obblighi - Fornire DPI idonei ai lavoratori - Informare i lavoratori sui rischi e sulla datore di lavoro necessità d’uso dei DPI - Addestrare i lavoratori sul loro utilizzo 15 - Usare i DPI e conservarli adeguatamente, segnalare al datore di lavoro eventuali lavoratori inadeguatezze - Vigilare affinché i DPI vengano usati dirigenti e preposti correttamente I DPI vengono scelti dal datore di lavoro in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e con il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza sentito il Medico Competente - Confortevole - Adeguato al rischio - Efficace - Personalizzato - Appropriato DM 475/92 Dal 1995 il DPI devono avere la marchiatura CE– Devono avere informazioni sull’uso e sulla manutenzione Categoria Protezione proteggono la persona da rischi di danni fisici di lieve entità - Guanti Prima - Tute - Occhiali Quelli che non appartengono alla prima e terza Seconda categoria a salvaguardano da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente - Maschere antigas Terza - Pantaloni antitaglio - Imbragature per la evitare le cadute dall’alto - Le cuffie antirumore RISCHIO DA AGENTI CHIMICI - tossicità: capacità di un composto o molecola chimica di produrre un danno quando raggiunga un sito vulnerabile all’interno o alla superficie del corpo. - acuta: per assorbimento di breve durata (un turno di lavoro) - cronica: per assorbimento di lunga durata - locale - generale (sistemica) Etichettature delle sostanza chimiche Regolamento CE n. 1272/2008 denominato CLP (Classification, Labelling and Packaging) entrato in vigore nell'Unione Europea il 20/01/2009, ha introdotto un nuovo sistema di classificazione, 16 etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele a partire dal 01/06/2015, al termine di un periodo di transizione. Il Regolamento CLP consente l'applicazione all'interno della Comunità Europea del Sistema mondiale armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche denominato GHS (Globally Harmonised System), sviluppato dall'ONU. Il sistema GHS assicura che le informazioni su tossicità e pericoli associati ai prodotti chimici siano le stesse in tutto il mondo. Le schede di sicurezza redatte a cura del produttore, fornite obbligatoriamente dal venditore - Identificazione del preparato e del produttore - Composizione informazioni sugli ingredienti - Proprietà fisiche e chimiche (stabilità e reattività) - Identificazione dei pericoli - Misure antincendio - Misure in caso di fuoriuscita accidentale - Misure di primo soccorso - Controllo dell’esposizione e dispositivi di protezione - Informazioni tossicologiche, ecologiche - Trasporto, manipolazione stoccaggio e smaltimento Misure generali di tutela per la salute e la sicurezza - VALUTAZIONE dei rischi per la salute e la sicurezza - ELIMINAZIONE dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico e, ove ciò non è possibile, loro riduzione al minimo - RIDUZIONE dei rischi alla fonte - SOSTITUZIONE di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso Misure generali di tutela per la salute e la sicurezza - PRIORITÀ delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale - LIMITAZIONE al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio - UTILIZZO LIMITATO degli agenti chimici sui luoghi di lavoro - INFORMAZIONE, FORMAZIONE, consultazione e partecipazione dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti, sulle questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro - ISTRUZIONI adeguate ai lavoratori (addestramento) Esposizioni più comuni comparto sanità sostanza luogo Manipolazione antibiotici /farmaci Farmacia, Reparti, DH Preparazione e somministrazione farmaci UFA, oncologia, ematologia, ginecologia antitumorali Preparazione e somministrazione farmaci Trasversale antitumorali Gas anestetici Blocchi operatori Formaldeide Anatomia Patologica Glutaraldeide Endoscopie Reagenti (solventi/acidi) Laboratori analisi 17 La formaldeide Classificata dallo IARC cancerogeno di gruppo I, provoca tumori naso faringei - materia prima utilizzata in sintesi organiche in molte attività produttive - impieghi disparati: per le proprietà battericide è utilizzata come disinfettante/conservante di materiali biologici. - presente come sostanza di degradazione di processi ossidativi - diffusa nell’industria del legno poiché componente di colle ureiche utilizzate nella produzione di alcuni tipi di pannelli (MDF, nobilitato, truciolato). Misure preventive - Eliminazione o riduzione dell’utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo; - Ove non sia tecnicamente possibile la sostituzione, porre in essere gli accorgimenti affinché la produzione o l’utilizzazione dell’agente cancerogeno o mutageno avvenga in un sistema chiuso; - Ove il ricorso ad un sistema chiuso non sia tecnicamente possibile adottare idonei accorgimenti affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile, con salvaguardia dei valori limite normativamente previsti. - Uso di contenitori preriempiti, tappo preriempito, film antievaporazione - Uso sistemi sottovuoto o in atmosfera modificata Sversamenti Nel caso di sversamenti seguire le seguenti procedure: - Allontanare il personale non interessato alla bonifica - Indossare i DPI (guanti, semimaschera, occhiali) come da procedure. - Assorbire il materiale sversato con assorbente poroso ed inerte o panni assorbenti, in relazione alla quantità d assorbire, (kit di emergenza) - Raccogliere il materiale dopo l’assorbimento. - Lavare la zona interessata. - Raccogliere tutti i prodotti generati (rifiuti) nel contenitore per rifiuti tossico nocivi. - Togliere i DPI e smaltirli come da procedure RISCHIO ERGONOMICO In Europa, nel 2000, la terza inchiesta sulla salute dei lavoratori effettuata dalla Fondazione Europea di Dublino ha evidenziato che i problemi di salute più frequentemente segnalati nei lavoratori erano: - Mal di schiena (30%), - Stress (28%), - Dolori collo e spalle (23%) - Dolori arti sup. (13%), - Dolori arti inf (12%) Operatori sanitari Molti studi eziologici dimostrano che il dolore lombare ha una origine multifattoriale, e viene oggi riconosciuto come una patologia correlata con il lavoro (work related disease). Come è noto, in questo tipo di patologie ad andamento cronico degenerativo, l’insorgenza dei disturbi è associata alla concomitante presenza di diversi fattori di rischio. 18 La sola esposizione lavorativa non sempre è un fattore predittivo del tipo e dell’entità delle manifestazioni cliniche (Snook, 1999) Negli operatori sanitari, i disturbi muscolo scheletrici insorgono prima che nella popolazione generale (Magoraet al, 1970): - Nel 46% dei casi prima dei 30 anni di età - Nel 49.5 % nei primi 3 anni di lavoro Sono la prima causa di: - morbidità (38% di assenze totali) Owenetal,2000 - abbandono della professione (12%) Stubbsetal,1986 - trasferimento ad altra attività (20%) Owenetal,1989 Disturbo lombare aspecifico (Low Back Pain) Dolore sordo o senso di fastidio lombare che interferisce con le normali attività quotidiane. Nella popolazione generale: secondo svariati studi epidemiologici la prevalenza di lombalgia riferita all’intera vita (lifetime) si attesta intorno al 70% nei paesi industrializzati. Lombalgia acuta Dolore lombare o lombo-sacrale tale da costringere all’immobilità e all’assenza dal lavoro per almeno due giorni. Prevalenza nella popolazione generale 10-15% (Heliovaara et al., 1991) Sciatica Dolore che si irradia agli arti inferiori e ai piedi e/o perdita di forza o impossibilità nel movimento degli arti inferiori. Prevalenza nella popolazione generale 5-8% (Heliovaara et al., 1991) Conseguenze del carico sui dischi vertebrali e cartilagini articolari - carico lombare leggero (kg. 80 - 100) favorisce l'ingresso di sostanze nutritive nel disco. - carico lombare moderato (kg. 100 - 250) favorisce l'eliminazione delle scorie dal disco. - carico lombare intenso (kg. 250 - 650) - possibilità di microfratture delle cartilagini vertebrali, degenetrazione artrosica e del disco. - carico lombare estremo (oltre kg. 650) microfratture delle cartilagini. Per una corretta nutrizione del disco è necessaria una alternanza di carichi attorno al valore di soglia di 80 kg. Valutazione del rischio → Misure organizzative e procedurali volte al suo contenimento → In caso di persistenza del rischio, obbliga il datore di lavoro: - alla dotazione di attrezzature idonee - all'informazione e formazione - alla sorveglianza sanitaria Movimentazione manuale di carichi - Inapplicabilità del NIOSH - Sollevamenti di oggetti instabili - Altre attività di movimentazione manuale (es. traino-spinta) - Pavimenti scivolosi - Condizioni climatiche sfavorevoli - Sollevamenti di persone 19 Attività e procedure a rischio ergonomico - Assistenza diretta al paziente non autosufficiente o parzialmente autosufficiente in tutti i reparti: igiene del paziente movimentazione del paziente - Trasporto di pazienti: barella o letto carrozzina - Assistenza a domicilio - Fisioterapia - Pulizie ambientali - Trasporti: vari materiali economali Indice di esposizione MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati ), valuta in modo integrato il contributo dei principali fattori di rischio da movimentazione MAPO = (NC/Op FS + PC/Op FA ) FC Famb FF NC pazienti Non Collaboranti Op Operatori presenti PC pazienti Parzialmente Collaboranti FS è il fattore sollevatori FA il fattore ausili minori FC il fattore carrozzine Famb il fattore ambiente FF il fattore formazione Valori compresi tra 0 e 1.5 indicano un'esposizione trascurabile tra 1.5 e 5 rappresentano un'esposizione che, seppure non rilevante, può comportare un aumento delle patologie a carico del rachide lombosacrale valori superiori a 5 indicano un'esposizione che richiede interventi di contenimento Misure preventive per il rischio da movimentazione pazienti Tecniche strutturali (spazi, percorsi) Ausiliazione (sollevatori, teli ad alto scorrimento) Organizzative (procedure di lavoro sicuro) Formazione (permanente) Indagine sulla riduzione del rischio tramite utilizzo di Ausili e manovre manuali corrette - L’adozione di manovre manuali corrette riduce il carico discale in percentuale variabile dall’1 al 30%. - L’utilizzo di ausili riduce il carico discale in percentuale variabile dal 59 all’80%. - Con l’utilizzo di ausili e manovre manuali “corrette”, i disturbi a carico del rachide lombare si riducono in percentuale variabile dal 60 al 70%. 20 Gestione del LBP in Medicina del Lavoro Esiste accordo sui seguenti aspetti: - Rassicurare il lavoratore e fornire un’adeguata informazione sulla natura autolimitante e benigna del LBP - Incoraggiare e supportare il lavoratore nel continuare le normali attività lavorative - Favorire il rientro a lavoro il più rapidamente possibile (anche in presenza di una non completa risoluzione della sintomatologia algica) - Modificare temporaneamente, solo quando è necessario, l’attività lavorativa (orario/compiti) - Indirizzare il lavoratore a un programma di graduale incremento dell’attività fisica - Indirizzare il lavoratore ad un trattamento riabilitativo multidisciplinare (esercizi, educazione, formazione) - Inserire l’approccio multidisciplinare nel contesto occupazionale American College of Occupational and Environmental Medicine (ACOEM) - LBP e attività lavorativa - Data l’inefficacia del riposo assoluto e l’andamento ricorrente del LBP - Continuare o riprendere al più presto l’attività lavorativa (anche in caso di non completa scomparsa del dolore) - Eventuali modificazioni dell’attività al fine di evitare compiti in grado di esacerbare il sintomo (ridurre attività di sollevamento carichi, evitare posture prolungate, alternare postura eretta e seduta) TUTELA DELLA MATERNITÀ IN AMBITO SANITARIO Principali riferimenti normativi: - D.Lgs. 151/2001 ”Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità, a norma dell’art. 15 della L. 53/2000” - D.Lgs. 81/2008 “Attuazione dell’art. 1 della L. 123/2007, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” Tutela della lavoratrice madre D.Lgs 151/01 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’art.15 della Legge 8 marzo 2000 Riunisce tutte le precedenti normative di tutela del lavoro femminile. Iter per la lavoratrice in gravidanza - Comunica al datore di lavoro lo stato di gravidanza - Immediatamente se esposta a Radiazioni Ionizzanti Valutazione dei rischi per la sede di lavoro da parte del datore di lavoro, con la collaborazione di SPPA e del medico competente → lavoro non a rischio per la madre e il feto → lavoro pericoloso gravoso o insalubre o per la madre e/o il feto Figure coinvolte nel processo di tutela della maternità - La Lavoratrice - Il Datore di Lavoro (DdL) - Il Preposto 21 - Servizio Prevenzione E Protezione (SPP) - Medico Competente - Ispettorato Territoriale Del Lavoro (ITL) Considerazioni - l'allontanamento non è obbligatorio qualora sia possibile individuare all'interno dei reparti/servizi attività e locali che non espongono a rischi la lavoratrice e il nascituro (attenta valutazione dei rischi presenti) - personale medico: l'individuazione delle attività alternative e dei locali è a cura del primario/dirigente, con il supporto del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente - personale sanitario, ausiliario e tecnico: l'individuazione delle attività alternative e dei locali è a cura della direzione tecnico assistenziale, con il supporto del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente - l'esito della valutazione dovrà essere documentato e comunicato al/la coordinatore/coordinatrice del reparto/servizio interessato, che verificherà il rispetto del divieto di eseguire attività vietate da parte della lavoratrice - personale amministrativo: l'individuazione delle attività alternative e dei locali è a cura del responsabile di riferimento, con il supporto del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente FATTORI DI RISCHIO VDT 1. L'affaticamento visivo connesso sia all'impegno degli occhi nelle diverse funzioni (fine discriminazione, accomodamento, movimento ecc.), sia dalle caratteristiche dello schermo, sia alle condizioni di illuminazione e microclimatiche; 2. i disturbi da posture incongrue , condizionate dagli arredi, dalla posizione assunta e dalla durata del lavoro; 3. il disagio psichico, che può essere influenzato dai contenuti della mansione (ripetitività, motivazione, ecc.), dal software, dal rumore. La sorveglianza sanitaria è eseguita dal medico competente nei casi previsti dalla normativa vigente. Visite mediche preventive I lavoratori che dovranno operare in modo continuativo al Video, sono sottoposti ad una visita medica volta al controllo: - dell'apparato visivo (esame degli occhi e della vista); - dell'apparato locomotore (in particolare esame del rachide e degli arti superiori). Disturbi oculo visivi - presbiopia: è un difetto fisiologico che si manifesta oltrepassata la soglia dei 40-45 anni. Consiste nella difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti vicini. La causa è la naturale e progressiva perdita di elasticità del cristallino che con l'invecchiamento la capacità di accomodare, cioè di mettere a fuoco le immagini vicine. - Forie e strabismo movimenti: coordinati difetto degli nei occhi - Deficit della sorveglianza - Difetti della convergenza del senso cromatico (daltonismo) 22 Fattori principali responsabili dei disagi e dei disturbi tipici degli operatori addetti all'uso di VDT: - quelli causati da sovraccarichi dell'accomodazione e della convergenza (connessi all'impegno visivo per vicino); - quelli causati da sovraccarichi della motilità pupillare e dell'adattamento retinico (connessi alle condizioni illuminotecniche della postazione di lavoro). Sintomi oculo-visivi - Bruciore - Ammiccamento frequente - Lacrimazione - Secchezza - Stanchezza alla lettura - Visione annebbiata - Visione sdoppiata - Fastidio alla luce - Mal di testa Disturbi visivi Non vi è rischio di patologie quali: - cataratta - glaucoma - comparsa o aggravamento di disturbi refrattivi (miopia, o aggravamento ipermetropia, presbiopia) Gli effetti della luce I nostri occhi possiedono una straordinaria capacità di adattamento alla luce sia essa naturale come il sole, sia artificiale come le lampade. Un altro fattore da valutare è la direzione della luce. Per questo è importante sapere che: 1. la luce diretta può generare fenomeni di abbagliamento 2. la luce troppo intensa è fastidiosa 3. la luce troppo attenuata genera affaticamento 4. la luce diffusa può apparire gradevole ma riduce i contrasti Requisiti del monitor: - orientabile e inclinabile - con superficie antiriflettente - con luminosità e contrasto regolabili - con immagine stabile senza “sfarfallamenti” - con caratteri leggibili e definiti - pulito - la parte retrostante lontana da pareti LCD Vantaggi Svantaggi ridotto ingombro durata della matrice scarsa importanza del refresh rate angolo di visione ridotto assenza di tubo cattolico parametri illuminotecnici inferiori non immissione di calore nell'ambiente 23 Precauzioni ingiustificate per la salute - Radiazioni ionizzanti: pari al fondo naturale - Campi elettromagnetici: pari al fondo ambientale a 5 cm dallo schermo ed a 15 cm dal retro - Radiazioni ultraviolette: pari al fondo naturale a 5 cm dallo schermo - Non vi è rischio di cancro - Non vi è rischio di aborto La progettazione ergonomica deve identificare gli utenti e gli usi che verranno fatti degli oggetti, delle macchine e degli ambienti. Se si prende in considerazione il rapporto tra l'uomo e l'ambiente (luogo di lavoro, abitazione) devono essere soddisfatti alcuni requisiti: - l'aspetto - il benessere: - la fruibilità - la sicurezza - l'igiene Le pause Gli operatori ai VDT hanno diritto ad una interruzione del lavoro mediante: - pausa - cambiamento di attività Per legge: pausa di 15 min. ogni 120 min di utilizzo continuativo di VDT Scegli attrezzature ergonomiche cioè adattabili alle tue esigenze personali; disponile con attenzione in modo corretto e comodo. Elimina i riflessi dallo schermo ed i contrasti luminosi eccessivi: possono causare disturbi visivi e costringere il corpo in posizioni sbagliate e dannose. Sbatti spesso le palpebre per lubrificare gli occhi e, per rilassarne i muscoli, ogni tanto guarda oggetti lontani. Nel regolare lo schermo preferisci un fondo chiaro e caratteri scuri: riducono riflessi e contrasti. La posizione corretta Tronco: posizione eretta, fra 90 e 110° per evitare dannose compressioni pelvico- addominali, appoggio del tratto lombare Gambe: a circa 90°per ridurre l'affaticamento e facilitare la circolazione. Piedi ben poggiati a terra o sul poggia-piedi Braccia: piegate a circa 90°. Avambracci appoggiati nello spazio fra bordo tavolo e tastiera (15 cm) Occhi: distanza occhi monitor fra i 50 e i 70 cm. Il bordo superiore del monitor deve essere posto all'altezza degli occhi. Il piano di lavoro deve essere: - con bordi arrotondati - di colore neutro e superficie opaca - regolabile in altezza (67-77 cm.) o ad altezza fissa (72 cm.) - profondo 70-80-90 cm - largo 90-120-160 cm. - comunque di dimensioni sufficienti per permettere una disposizione delle attrezzature flessibile 24 Il sedile di lavoro deve essere: - stabile - con 5 razze e ruote - girevole - senza braccioli (o arrotondati) - regolabile: sedile (alto/basso) schienale (alto/basso, inclinazione) - traspirante e lavabile La tastiera deve essere: - inclinabile e separata dal monitor - lontana dal bordo del piano di lavoro 15 cm. - con superficie opaca e di colore neutro - con simboli chiari Il mouse - garantire una buona impugnatura (ergonomica) - essere “manovrato” avendo cura di poggiare l’avambraccio al piano di lavoro Disturbi della colonna: affezioni acute e croniche dell'apparato locomotore ed in particolare del rachide lombare Quando sei seduto, cambia di frequente la posizione del corpo e delle gambe. Pause brevi e frequenti sono preferibili a pause lunghe e infrequenti. Mantieni il tronco appoggiato allo schienale, meglio se leggermente inclinato e all'indietro. Regola bene l'altezza del sedile in modo da avere le spalle rilassate e gli avambracci ben appoggiati sul tavolo durante la digitazione. Non appoggiare polsi e avambracci su degli spigoli durante la digitazione e nelle pause Evita di tenere i polsi in tensione piegati cioè flessi o estesi. Nell'usare la tastiera ed il mouse non piegare con forza sui tasti e non stringere il mouse. Dedica qualche minuto ad apprendere meglio le applicazioni, le scorciatoie ergonomiche e le macro per digitare meno e per ridurre l'uso del mouse. Varia la tua attività alzati appena possibile, distendi i muscoli e muovi le articolazioni. Le cellule dei muscoli, tendini ed articolazioni respirano e si nutrono attraverso il sangue: i muscoli contratti a lungo senza pause non ricevono ossigeno e nutrimento a sufficienza quindi segnalano il loro disagio attraverso sensazioni di peso e fastidio prima e di dolore poi. Ascolta sempre i segnali che il tuo corpo ti invia e agisci subito. Massaggia le parti indolenzite per stimolare la circolazione del sangue. Il microclima E' preferibile che le condizioni microclimatiche siano controllate tramite un impianto di condizionamento che assicuri situazioni di comfort sia nella stagione estiva che invernale: - la temperatura, nella stagione calda , non dovrebbe essere inferiore a quella esterna di oltre 7 °C; nelle altre stagioni, dovrebbe essere compresa tra 18 e 20 °C; - l'umidità va mantenuta fra il 40 e il 60% nella stagione calda e fra il 40 e il 50% nelle altre stagioni; va evitata l'eccessiva secchezza dell'aria che favorisce l'irritazione delle mucose congiuntivali e dell'apparato respiratorio; 25 - la velocità dell'aria deve essere inferiore a 0,15 m/sec; - il ricambio dell'aria deve garantire almeno 32 mc per persona e per ora Rumore - installare i VDT in locali poco disturbati da fonti di rumore interne o esterne - scegliere strumentazione poco rumorosa - Isolare gli strumenti rumorosi in locali separati o con dispositivi fono isolanti stress: risposta normale di adattamento generale all'ambiente stressors: qualsiasi evento o domanda in grado di attivare una risposta di stress (stress come stimolo) strain: connotazione di natura negativa di una situazione di stress. indica lo sforzo psicologico e psicofisiologico di un individuo a fronte di un'alta domanda ambientale o a fronte di difficoltà adattativa eustress: lo sforzo psicologico e psicofisiologico di un individuo orientato al raggiungimento di risultati positivi e appaganti mastering: situazione di padronanza, di potere e di controllo dell'individuo sulla situazione Le attività lavorative più esposte al rischio stress - Controllo traffico aereo - Guida autobus - Lavoro a turni - Lavoratori della Sanità - Insegnanti - Forze di polizia - Lavori atipici e call center Lo stress lavoro correlato →Percezione degli impegni che l'ambiente fisico e sociale ci impone di fronteggiare propria capacità. (percepita) di affrontarli →quando si sperimenta una condizione di questo tipo nella realtà lavorativa si parla di stress-lavoro correlato. - Lo stress collegato al lavoro è diventato una delle maggiori preoccupazioni per i costi umani economici sociali. - Il 28% dei lavoratori presenta sintomi collegati allo stress (note le associazioni con i disturbi muscolo-scheletrici, gastroenterici, cardiovascolari, dermatologici, ecc...). - 50-60% delle giornate perse sia collegato allo stress da lavoro. Secondo l' Accordo Europeo lo stress lavoro correlato - Non è una malattia, ma uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche e sociali; - Non è attribuibile alle responsabilità dell' individuo ma alle condizioni organizzative; - Non tutte le risposte di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro- correlato, (considerare lo stress che ha origine fuori dall' ambito di lavoro perché anch'esso può influire sul comportamento e ad una ridotta efficienza sul lavoro); Lo stress - Se non si può evitare lo stress (è una risposta fisiologica) - Lo si può affrontare in modo efficace e trarre vantaggio dalla conoscenza dei suoi meccanismi 26 Prevenzione L'organizzazione deve essere in grado di sviluppare: - Un adeguato stile di leadership - Capacità nella gestione dei conflitti →formazione al management Affrontare lo stress lavoro correlato Formazione - Definire il fenomeno - Condividere il suo impatto - Chiarire responsabilità e compiti Valutazione - Progettare azioni di miglioramento - Progettare azioni di compenso - Realizzarle secondo priorità condivise Lo scenario - valutazione del rischio su check list promossa dai Datori di Lavoro coinvolgendo i Dirigenti e Preposti - analisi dei dati raccolti (confronto con precedenti intra ed interaziendale e) per individuare priorità e proposte di intervento - Condivisione tra Datori di Lavoro Dirigenti Preposti dei percorsi di tipo organizzativo e di gestione delle risorse umane Indicatori aziendali Contesto del lavoro Contenuto del lavoro - Funzione e cultura organizzativa - Infortuni - Ruolo nell'ambito - Assenza per malattia dell'organizzazione - Assenteismo - Ambiente di lavoro Evoluzione della - Ferie non godute - Attrezzature di lavoro carriera - Rotazione del personale - Pianificazione dei - Autonomia decisionale - Turnover compiti Carico di lavoro -controllo del lavoro - Procedimenti/Sanzioni - Ritmo di lavoro - Rapporti interpersonali disciplinari - Orario di lavoro sul lavoro Interfaccia - Richieste visite casa lavoro straordinarie - Conciliazione - Segnalazioni stress vita/lavoro I sintomi/segnali/indicatori della presenza/insorgenza di problemi di stress 1. Organizzativi 2. Comportamentali 3. Psicologici 4. Fisici / Psicosomatici Situazioni organizzative "critiche": - Troppo o troppo poco da fare - Estrema rigidità e/o ambiguità dei compiti 27 - Assenza o esasperazione dei conflitti di ruolo - Responsabilità nulla o eccessiva, specialmente verso terzi - Ripetitività e monotonia nelle attività - Necessità di elevato livello di vigilanza - Elevato carico psicofisiologico (turni, rumore, sforzo fisico, pericolo..) La presenza di una o più di queste situazioni va considerata come manifestazione di una condizione di rischio che deve essere approfondita e indagata nelle sue cause. Comportamentali, Psicologici, Fisici /Psicosomatici Insofferenza nell'andare al lavoro C'è una difficoltà quotidiana a recarsi al lavoro Disinteresse per il lavoro Scarsa motivazione, che può o meno esprimersi anche con comportamenti di scarso rispetto di regole e procedure, e nella qualità del lavoro Desiderio di cambiare lavoro Chiaramente collegato all'insoddisfazione per il contesto lavorativo e/o professionale in cui si è inseriti Alto livello di pettegolezzo Il pettegolezzo livelli eccessivi, rendendolo quasi un lavorativa sostituto dell'attive Sentimento di inutilità La persona percepisce la propria attività come vana, inutile, non valorizzabile Il ruolo del medico competente - Collabora alla valutazione del rischio (misure di contenimento) - La sorveglianza sanitaria non è prevista dalla normativa - Tuttavia essa è effettuata qualora il lavoratore ne faccia richiesta ed i disturbi o la patologia sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi. La prevenzione Primaria → buon ambiente organizzativo Secondaria → procedura di intervento precoce nei casi di disagio sul lavoro Terziaria → reinserimento sul lavoro L’organizzazione malata produce patologie organizzative curare l’organizzazione del lavoro = più salute nei luoghi di lavoro strategie All'interno dell'organizzazione - Risorse personali: far apprendere e sviluppare tattiche che rendano efficiente il lavoratore e meno faticoso il lavoro Es: abituare a programmare le attività attribuendo le giuste priorità, suddividere i compiti impegnativi, alternare attività lavorative a giuste pause, sviluppare atteggiamento di fiducia nei confronti delle proprie capacità - Risorse organizzative: "riprogettazione del lavoro e cambiamento organizzativo"; formazione; gestione delle relazioni interpersonali a livello orizzontale e verticale; servizi di counselling ecc. Il coping 28 La capacità dell'individuo di gestire efficacemente una situazione di stress ottenendo effetti di adattamento alla nuova situazione ambientale livello d'azione del coping - Risorse di coping - Stili di coping - Tendenze comportamentali Risorse di coping: - caratteristiche stabili di personalità che permettono una gestione efficace dello stress - autostima - fiducia nei propri mezzi - Atteggiamento positivo - Realismo - abilità comunicative e relazionali - flessibilità e complessità cognitiva - padronanza e controllo Stili di coping strategie cognitive (psicologiche) di cui l'individuo si serve per avvicinare, affrontare, risolvere un problema fonte di stress - chiedere informazioni - prefigurare scenari - anticipare difficoltà - prevenire i possibili rischi Propensione di un individuo ad affrontare un problema INDIPENDENTEMENTE dal contenuto specifico del problema stesso Tendenze comportamentali modalità comportamentali utilizzate рег arginare effetti negativi dovute all'esposizione a situazioni stressanti - propensione a non esprimere o a negare le proprie emozioni - non pensare al problema - iniziare nuove attività - cercare di distrarsi - chiedere aiuto Gli sforzi comportamentali sono SPECIFICI rispetto al tipo di attività All'esterno dell'organizzazione - Risorse interpersonali: cercare di avere una vita extralavorativa soddisfacente sotto il profilo familiare e sociale - Risorse comunitarie: saper trovare al di fuori una compensazione al lavoro attraverso attività alternative (culturali, sportive...) I fenomeni stress correlati burn out: “è una sindrome di esaurimento emotivo, spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali che può presentarsi in soggetti che per professione si occupano della gente. È una reazione 29 alla tensione emotiva cronica creata dal contatto continuo con altri esseri umani, in particolare quando si hanno problemi o motivi di sofferenza” (Maslach). - Mobbing: parola derivante dal verbo del vocabolario anglosassone "to mob", che significa assalire, malmenare, attaccare Il termine mobbing si riferisce pertanto ad un singolo dalla comunità comportamento che ha lo scopo di allontanare il singolo dalla comunità È un fenomeno di frequente osservazione in "etologia" (scienza che studia il comportamento animale) Dal momento che si tratta di un comportamento strategico, non è difficile intuire che questo possa verificarsi sul luogo di lavoro Viene utilizzato per allontanare soggetti indesiderati per varie ragioni (ad esempio perché non si adattano alle regole imposte dalla dirigenza o dal "gruppo" o perché si pongono di ostacolo al progredire della carriera di qualcuno) Il mobber, ovvero l'autore del mobbing, può essere sia un singolo soggetto, sia un gruppo di individui; sia un pari grado (mobbing orizzontale) sia un superiore (mobbing verticale) Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzione dell'organizzazione del lavoro Lista II - Gruppo 7 (D.M. 27 Aprile 2004) - Disturbo dell'adattamento cronico (ansia, depressione, disturbi somatiformi.....) - Disturbo post-traumatico cronico da stress RISCHI LAVORATIVI DA ALCOOL E DROGA L'alcool è una sostanza Legale. Il 70% della popolazione consuma abitualmente alcolici. Diffusione ubiquitaria, basso prezzo. Accettata Socialmente La maggior parte dei P.P.A.C. (Problemi e Patologie Alcol-Correlate) interessa i bevitori "sociali" I "costi" dell'alcool mortalità alcol correlata in Italia: 25.000 all'anno (17.000 maschi, 8000 femmine) 10% di tutti i decessi Cause: - cirrosi epatica - incidenti stradali - neoplasie alcol e lavoro - Dal 10% al 30% degli infortuni sono causati dall'alcol - La probabilità di infortunio grave è 4 volte maggiore nei bevitori - Il costo per "problemi alcol correlati" In Italia è di 7 miliardi di euro l'anno dei quali metà riguardano il mondo del lavoro Come posso misurare quanto bevo? 1 unità alcolica = 12 grammi di alcol Alcool dipendenza 30 "alcol dipendenza" - DSM IV (Manuale Statistico Diagnostico delle malattie mentali) - tolleranza - astinenza saa minore -allucinosi – deliriumtremens - desiderio di smettere/ridurre i consumi alcolici, ma con insuccesso - tempo gran quantità di tempo spesa in attività necessarie a procurarsi alcol, ad assumerlo o a riprendersi dagli effetti - interruzione/riduzione di attività sociali, lavorative, ricreative - uso continuativo di alcol nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, causato o esacerbato dall'uso di alcol - assunzione per periodi prolungati o in quantità maggiori di quelle previste dal soggetto Abuso alcoolico "ABUSO ALCOLICO" - DSM IV (Manuale Statistico Diagnostico delle malattie mentali) - Uso ricorrente di sostanze alcoliche che incide negativamente su impegni lavorativi, scolastici o quotidiani - Uso ricorrente di sostanze in situazioni che sono fisicamente rischiose - Problemi legali relativi all'uso di alcol - Uso continuativo di alcol nonostante vi sia evidenza di ricorrenti problemi sociali ed interpersonali causati od esacerbati dall'alcol Alcolemia Non è detto che si debba essere alcolisti o sia necessario bere tanto per riportare alterazioni sensitivo- motorie e comportamentali. Abuso alcolico acuto – smaltimento farmacocinetica: dopo l’ingestione, la concentrazione dell’alcol nel sangue cresce per circa 30 – 60 minuti. Il metabolismo e la eliminazione dell’alcol dal sangue sono molto lenti: mediamente l’organismo smaltisce un bicchiere ogni ora… Lo smaltimento dipende da: - Metabolismo ( uomo-donna) - Stomaco pieno/vuoto - Interazione alcol-farmaci - Patologie epatiche - Modalità di assunzione - Tessuto adiposo (uomo-donna) - Età Malnutrizione (peso corporeo) - Tolleranza Esiste un consumo non a rischio? In base alle conoscenze attuali, non è possibile identificare delle quantità di consumo di bevande alcoliche raccomandabili o sicure per la salute. Ai fini della tutela della salute è più adeguato parlare di “quantità a basso rischio”, se non si sta lavorando, una quantità di alcol giornaliera che non deve superare i 20-40 grammi per gli uomini e i 10- 20 grammi per le donne. A livello lavorativo, per quelle mansioni che espongono ad un elevato rischio di infortuni e comunque individuate secondo normativa vigente la quantità di alcol sicura equivale a zero, ed è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. 31 In quali altre condizioni è raccomandabile non bere: - se si ha meno di 16 anni di età - se è stata programmata una gravidanza - se si è in gravidanza o si sta allattando - se si assumono farmaci - se si soffre di una patologia acuta o cronica - se l'alcol ha creato problemi personali o familiari - se si hanno o se si sono avuti altri tipi di dipendenza - se si è a digiuno o lontano dai pasti - se si deve guidare un veicolo o usare un macchinario - se ci si deve recare al lavoro Quando si deve smettere di bere: - se si hanno vuoti di memoria o frequenti dimenticanze - se si bevono alcolici appena svegli - se la mattina si hanno tremori dopo aver bevuto la sera - se si è provato disagio o senso di colpa a causa del bere - se si è stati oggetto di critiche per il proprio bere - se un collega di lavoro, un superiore, il medico del lavoro o un familiare ci ha fatto rilevare la necessità di smettere o ridurre il bere - se si sono avuti infortuni lavorativi o incidenti alla guida di veicoli o macchinari Alcuni luoghi comuni da sfatare sull'alcol: - L'alcol rende più spigliati - L'alcol rende più sicuri - L'alcol aumenta i riflessi - L'alcol rende più socievoli - L'alcol dà forza - L'alcol aiuta la digestione - Le bevande alcoliche sono dissetanti - L'alcol dà calore - L'alcol aiuta a riprendersi da uno shoc Aree Strategiche del P.N.A.S. - Piano Nazionale Alcol e Salute - Informazione /educazione - Alcol e guida - Alcol e lavoro - Trattamento del consumo alcolico dannoso e dell'alcol dipendenza. Responsabilità del mondo della produzione e della distribuzione - Capacità sociale di fronteggiare i rischi derivanti dall'uso dell'alcol - Monitoraggio del danno alcol correlato e delle relative politiche di contrasto. Prevenzione aspecifica Aumento nella popolazione generale della consapevolezza dei rischi connessi all'uso di alcol Prevenzione selettiva Interventi mirati a specifiche situazioni a rischio (es. guida, lavoro, divertimento) con tecniche efficaci Individuazione precoce e trattamento 32 Tramite tutte le reti sanitarie, in primo luogo i medici di medicina generale, ma anche i medici competenti. Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro La normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è andata modificandosi, affrontando gli aspetti legati al rischio aggiuntivo di comportamenti individuali scorretti l'assunzione di alcolici durante l'attività lavorativa. Elenco dei rischi che prevedono la sorveglianza sanitaria obbligatoria inoltre la sorveglianza sanitaria è obbligatoria ai fini della verifica di assenza di condizioni di alcol- dipendenza e tossicodipendenze ove sussista un elevato rischio di infortuni sul lavoro per la sicurezza, l'incolumità o la salute di terzi l'art. 41, comma 4, richiama esplicitamente questo aspetto che è disciplinato da norme specifiche su alcol (l 125/2021) e provvedimento 16 marzo 2006 della conferenza stato-regioni e su tossicodipendenze (d.p.r. 309/1990, intesa del 30 ottobre 2007 e provvedimento del 18 settembre 2008 della stessa conferenza). il d.lgs 106/2009 prevede che tali norme tecniche siano rivisitate. Abuso Acuto - Nelle situazioni di ubriachezza conclamata e/o di ragionevole dubbio di incapacità ad attendere alla mansione, la prima misura da mettere in atto è la tutela del Lavoratore. - Situazione di ubriachezza conclamata e/o di ragionevole dubbio: segnalazione attraverso Dirigente/Preposto per la sicurezza, che darà disposizioni circa l’interdizione immediata e temporanea sino a cessazione delle condizioni segnalate. - Ruolo del Medico Competente 33