Summary

This document analyzes telecommunications, focusing on the evolution of regulations and the transition from monopolies to competition in Italy and Europe. It examines different aspects like infrastructure, political impacts, and the role of the European Union, as well as the models of competition within the sector. Topics of particular interest include the concept of universal service and historical regulation developments.

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LE TELECOMUNICAZIONI CAP. 19 ANALOGIE E DIFFERENZE Come per la radiotelevisione, il problema è che ci vuole un'infrastruttura. L'unico soggetto che può costruire la prima linea di cavi in Italia è lo stato, che si riserva la gestione degli impianti e di dare il servizio. Originariamente il...

LE TELECOMUNICAZIONI CAP. 19 ANALOGIE E DIFFERENZE Come per la radiotelevisione, il problema è che ci vuole un'infrastruttura. L'unico soggetto che può costruire la prima linea di cavi in Italia è lo stato, che si riserva la gestione degli impianti e di dare il servizio. Originariamente il servizio telefonico era pubblico. Monopolio pubblico all'inizio, come per la radiotelevisione. Però qui c'è una differenza: la radiotelevisione ha un impatto politico sull'opinione delle persone, le telecomunicazioni no 1985, l'UE dice all'Inghilterra che non deve avere il monopolio. Non ha senso avere il monopolio per le telecomunicazioni, perciò deve permettere anche ai privati di offrire un servizio IL MONOPOLIO I servizi a rete tendono a un monopolio naturale. Quando ho esigenze di farci una concorrenza, posso farlo in due modi: - Il più facile è permettere ad altri di girare sulla rete. Principio del common carrier: possono girare anche altri. - Vantaggio di posizione, chi gestisce la rete risolve prima i suoi problemi - Una forma più difficile di fare concorrenza è dire ad altri di costruire la propria rete. In Italia sta andando un po' così. 1985 fine dei monopoli in tutta Europa. SERVIZIO UNIVERSALE Iniziano a fiorire, insieme a Telecom, anche altre cabine (es: Vodafone). L'Europa però richiede delle garanzie perché se si fa telefonia non bisogna coprire solo le grandi città. Impone di fare concorrenza sulla vendita al dettaglio, ma bisogna comunque rispettare un servizio universale = l'insieme minimo definito di servizi di una data qualità a disposizione di tutti gli utenti indipendentemente dalla localizzazione geografica e offerto, in funzione di specifiche condizioni nazionali, ad un prezzo abbordabile Non bisogna fare discriminazioni geografiche, il servizio deve arrivare ovunque I servizi essenziali devono essere tenuti ad un costo accessibile a tutti. I servizi base devono essere per tutti. Si fa concorrenza su altri servizi (es: telefonate all'estero) Una serie di altre condizioni decise da un legislatore. (es: distribuzione degli elenchi telefonici, le cabine telefoniche, oggi c'è la fornitura dati, ovvero quanto costa chiamare e quanti giga avremo al mese) Per evitare che il mercato non dia garanzie su un servizio importante per tutti mette queste legislazioni SECONDA FASE DI LIBERALIZZAZIONE Succede la convergenza tecnologica. Si passa dalla rete fissa a varie reti mobili. La telefonia riflette su cellule di satelliti, la telefonia passa in aria, nell'atmosfera. L'unione europea batte molto su questo mercato. Dopo aver battuto il monopolio inglese nell'85, nel 2002 mette in piedi una serie di direttive che fanno forma alla seconda grande privatizzazione. privatizzazione significa passare da un soggetto pubblico, da una regolazione distato, a una regolazione privato. Es: la rai nasce come un ente pubblico, poi viene privatizzata in società per azioni, che sono ancora pubbliche. Quindi si tratta di una privatizzazione solo formale, ma in sostanza è ancora un'azienda pubblica. La Telecom invece era una società per azioni, ma poi le azioni sono state vendute a soggetti privati. Questa privatizzazione è anche sostanziale. Cambia la natura del soggetto. Prima era un soggetto pubblico, ora è privato. Cede tutte le azioni ai privati. Due forme per privatizzare: prendi la forma di società per azioni ma resti pubblica; oppure vendi le azioni ai privati DUE MODELLI DI CONCORRENZA SERVICE AND ACCESS-BASED COMPETITION: concorrenza basata essenzialmente sui servizi al dettaglio FACILITY-BASED COMPETITION: concorrenza basata sulle infrastrutture La COMPETIZIONE INFRASTRUTTURALE consente di far leva sulle virtù della concorrenza per stimolare gli investimenti nelle reti di ultima generazione LADDER OF INVESTMENT: APPROCCIO REGOLATORIO in base al quale l’operatore nuovo entrante viene incoraggiato ad incrementare sempre più i suoi investimenti, in quanto essi riducono la dipendenza dall’operatore dominante, consentendogli di risparmiare nel breve-medio termine risorse significative. L’attualità del tema con riferimento alla BANDA ULTRA LARGA DUE MODELLI DI CONCORRENZA A differenza della stampa, la radiotelevisione e le telecomunicazioni hanno bisogno di un'infrastruttura, di reti (prima analogiche e poi digitali). La concorrenza sui mercati digitali viene alterata fortemente oggi, ed è ciò che cerchiamo sui mercati (più competizione c'è, migliore è il servizio e minore è il prezzo). L'Ue si appone al monopolio nelle telecomunicazioni perché non c'è il rischio di alterare un equilibrio politico. Perciò, fa concorrenza sui servizi al dettaglio. La rete resta una, si fa concorrenza sugli abbonamenti, con chi faccio il servizio. Questa è la prima fase della liberalizzazione delle telecomunicazioni in cui si fa una concorrenza basata essenzialmente sui servizi al dettaglio (service and access-based competition). Tutto questo con la garanzia del servizio universale: non importa chi gestisce il servizio al dettaglio e me lo vende, chiunque sia deve copi fa una concorrenza basata essenzialmente. DUE MODELLI DI CONCORRENZA Col tempo questo aspetto cambia. Il fatto che la concorrenza sia sul servizio ai clienti e la rete resti una, nelle telecomunicazioni non è più vero: tutti i paesi dell'Ue e il Giappone cambiano questa politica e pensano di fare la gara sull'infrastruttura. Le tecnologie cambiano, cambiano le reti. Visto che la tecnologia va così veloce sulle telecomunicazioni, si pensa di fare la gara anche sulle reti. Perciò si passa alla concorrenza basata sulle infrastrutture, sul fare le reti (facility-based competition). Per stimolare il fatto che gli altri concorrenti facessero la gara sulle reti si è messa una regolamentazione che è a favore di chi fa gli investimenti sulla costruzione di queste reti. Però queste reti sono un investimento pericoloso perché la tecnologia cambia continuamente. Passando dalla rivendita alla costruzione di proprietà si favorisce chi costruisce le reti. Finché c'è una rete sola, tutto il mio sforzo di regolamentazione è che tutti siano in grado di utilizzarla. Quando le reti sono diverse questo problema non esiste più. Ogni rete cercherà di attrare più clienti possibili, anche televisivi. C'è più innovazione perché voglio che più soggetti passino dalla mia. PRIMA FASE DI LIBERALIZZAZIONE - REGOLAZIONE ASIMMETRICA vengono previste delle regole che si applicano solo all’ex monopolista e non ai nuovi entranti. In questa prima fase metto dei vincoli al proprietario della rete in modo che faccia girare tutti. Il vincolo che ho è quello di permettere agli altri di girare sulla rete e mi fanno dei controlli ex ante (divieto di posizione dominante). La prima direttiva che apre la prima fase si chiama open network provision, una rete aperta a tutti (modello della rete unica). SECONDA FASE DI LIBERALIZZAZIONE - REGOLAZIONE MAGGIORMENTE SIMMETRICA La seconda fase di liberalizzazione, che inizia dal 99 in poi, è diversa. REGOLAZIONE MAGGIORMENTE SIMMETRICA: necessità di garantire condizioni eque per la competizione. Nella seconda fase si aprono nuove reti e la regolamentazione diventa simile per tutti. C'è un altro cambiamento, ovvero la 99 review: progressivo affievolimento della regolazione ex ante a favore di un maggiore intervento ex post. Il controllo diventa su come ti comporti sul mercato, divieto di abuso della tua posizione. Devi comportarti in maniera compatibile con gli altri (intervento ex post). Invece prima di questo c’era dei controlli sulla quantità (es: 20% canali e 20% pubblicità per la televisione), senza dare conto di come le cose girano nel mercato. Inizialmente c’era il divieto di raggiungere una posizione di preminenza sugli altri, nella seconda fase quando si arriva ad una certa soglia bisogna non abusare e soffocare gli altri. Le telecomunicazioni sono un campo di sperimentazione. CODICE DELLE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE Nel 2003 arriva in Italia il codice delle comunicazioni elettroniche. Continuiamo in sincronia con il resto d'Europa ad avere due regolamentazioni diverse: il DUSMA per la televisione e il codice delle comunicazioni elettroniche per le telecomunicazioni elettriche (telefonia e dati) perché non sono ancora sovrapposte. L'AGCOM ha più da fare. Il mercato diventa europeo e nasce un organismo europeo in cui si siedono i rappresentanti di tutte le autorità internazionali. Ha il suo rappresentante in questo organismo autoritario, devono controllare quotidianamente i loro comportamenti. CODICE DELLE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE Il codice garantisce i diritti inderogabili di libertà delle persone nell’uso dei mezzi di comunicazione elettronica, nonché il diritto di iniziativa economica ed il suo esercizio in regime di concorrenza, nel settore delle comunicazioni elettroniche. La fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica, di preminente interesse generale, è libera e ad essa si applicano le disposizioni del Codice. Sono fatte salve le limitazioni derivanti da esigenze della difesa e della sicurezza dello Stato, della protezione civile, della salute pubblica e della tutela dell’ambiente e della riservatezza e protezione dei dati personali, poste da specifiche disposizioni di legge o da disposizioni regolamentare di attuazione. CODICE DELLE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE Questo codice ha due obiettivi: Garantire la concorrenza Garantire gli utenti La fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica è libera. Prima non era così. Bisogna garantire ai cittadini: Libertà di comunicazione Segretezza delle comunicazioni Libertà di iniziativa economia e suo esercizio in regime di concorrenza, garantendo un accesso al mercato delle reti e servizi di comunicazione elettronica secondo criteri di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità CODICE DELLE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE A differenza della stampa che ha un problema di vendere sempre meno, le reti sono sempre più usate. Qui c’è il divieto assoluto di aiuti di stato, se non attraverso società controllate o collegate. Se il governo dà soldi a Telecom, il concorrente internazionale si vede svantaggiato. La concorrenza, quindi è falsata. Il problema del finanziamento pubblico (che invece avviene nella stampa per salvarla) non c’è. CODICE DELLE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE Alcune regole che restano: - Trasparenza: rendere pubbliche informazioni di carattere contabile, specifiche tecniche, caratteristiche della rete, costi, termini e condizioni per la fornitura e per l’uso. L'AGCOM controlla che i contratti siano corretti. - Non discriminazione: applicazioni di condizioni equivalenti in circostanze equivalenti nei confronti di operatori che offrono servizi equivalenti - Separazione contabile: per evitare sovvenzioni incrociate abusive - In materia di accesso e di uso di determinate risorse di rete, compreso l’accesso disaggregato alla rete locale - Controllo dei prezzi: obbligo che i prezzi siano orientati ai costi Se faccio un controllo guardo come si controllano i vari operatori sul mercato. Se sei un SMP, sei talmente potente che non vai controllato e puoi comportarti come vuoi. È questo che controlla l’autorità garante. CODICE DELLE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE In questa norma sono inclusi anche i diritti degli utenti finali: Stipulare contratti. Che devono indicare almeno un numero minimo di informazioni determinato per legge Diffusione di informazioni trasparenti e aggiornate in merito ai prezzi e alle tariffe Essere inseriti negli elenchi Utilizzo gratuito dei numeri d’emergenza, compreso il numero unico europeo 112 Portabilità del numero indipendentemente dall’impresa fornitrice del servizio. BEREC: AUTORITÀ UNICA EUROPEA È un’agenzia dell’UE che fornisce assistenza professionale e amministrativa all’organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche. Assiste l’AGCOM. Il BEREC fa in modo che la legislazione pertinente dell’UE sia applicata uniformemente affinché l’UE abbia un mercato unico funzionante per le comunicazioni elettroniche Nel 2018 c’è una riforma sui servizi di comunicazione elettronica BEREC: AUTORITÀ UNICA EUROPEA Servizi forniti di norma a pagamento su reti di comunicazioni elettroniche, che comprendono, con l’eccezione dei servizi contenuti trasmessi che utilizzano reti e servizi di comunicazione elettronica o che esercitano un controllo editoriale su tali contenuti, i tipi di servizi seguenti: Servizio di accesso a internet Servizio di comunicazione interpersonale Servizi consistenti esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali come I servizi di trasmissione utilizzati per la fornitura di servizi da macchina a macchina e per la diffusione circolare radiofonica SERVIZI A PAGAMENTO “servizi a pagamento”: è vero che paghiamo per la rete, ma una parte di pagamento nei servizi digitali avviene anche con il conferire agli operatori dei dati personali, che hanno un valore economico. Si ritiene che il pagamento dei servizi dovrebbe essere minore perché li retribuiamo già con i nostri dati. Entriamo in rete pagando e troviamo pubblicità. Perciò è diventato oggetto di discussione. Il nostro operatore prende tutti i nostri dati personali e fa pensare che i servizi digitali non dovrebbero essere pagati in questi due modi, ma solo in uno. Il servizio di comunicazione interpersonale cui si occupa questo codice è “un servizio di norma a pagamento che consente lo scambio diretto interpersonale e interattivo di informazioni tramite reti di comunicazione elettronica tra un numero limitato di persone, mediante il quale le persone che avviano la comunicazione o che vi partecipano ne stabiliscono il destinatario o i destinatari e non comprende i servizi che consentono le comunicazioni interpersonali e interattive esclusivamente come elemento accessorio meno importante e intrinsecamente collegato a un altro servizio” SERVIZI A PAGAMENTO In questo servizio sono importanti il numero di persone che lo usano, la loro identità (art. 15) Passaggio definitivo all’altra forma di concorrenza. In questa seconda versione del codice (2018) è introdotto l’operatore wholesale only, quello che fa rete, attivo esclusivamente sul mercato all’ingrosso dei servizi di comunicazione elettronica e, pertanto, alternativo risetto a quello verticalmente integrato. Ora c’è la possibilità di fare vendita all’ingrosso = consistente nella realizzazione e gestione da parte di alcuni grandi operatori di infrastrutture passive di TLC di offrire in uso comune a tutti i service provider interessati. I grandi operatori ora possono creare e gestire delle reti. IL MODELLO WHOLESALE ONLY In Italia abbiamo avuto Open fiber, che vendeva reti in Italia. È entrato nel mercato all’ingrosso, mettendo giù una fibra più veloce di quella che esisteva. Open fiber vende a Vodafone, Fastweb ecc. Vende la rete a chi ci vende l’abbonamento. Si limita a mettere a disposizione la propria infrastruttura a fornitori di servizi. Ora il controllo si fa su come le aziende si comportano sul mercato e non a priori, bensì a posteriori. Se si scopre che qualcuno sta abusando e ha una posizione troppo pesante e invadente sul mercato, lo costringo ad investire in reti innovative per rinnovare la rete. L'obbligo che discende dal fatto che hai raggiunto una posizione pesante sul mercato è che ti costringo a contribuire all’infrastruttura, per costruire reti più veloci in maggiori parti del territorio. Le imprese che hanno un significativo potere di mercato possono offrire impregni per aprire al coinvestimento la realizzazione di una nuova rete ad altissima capacità che consista di elementi in fibra ottica fino ai locali degli utenti finali o alla stazione di base, ad esempio proponendo la contitolarità. MODELLI DI COINVESTIMENTO One way access model: abbiamo una rete e consentiamo ad altri di investirci sopra. L'operatore SPM realizza la nuova rete e offre l’accesso agli altri coinvestitori. È un modo di condividere, investendo sulla rete che usano anche gli altri. Questo è il modello che usiamo noi. Nel 2016 Telecom (80%) e fastweb (20%) hanno fatto una rete insieme, denominata flash fiber. Veicolo per la realizzazione di reti secondarie in fibra ottica (modello one-way access). UNA NUOVA COMPETIZIONE INFRASTRUTTURALE Problema: se si fa gara su più reti c’è il rischio di sprecare soldi facendo reti uguali ---> si alzano gli abbonamenti. Se si gareggia sul creare reti migliori il rischio è quello. Anche rischio di digital divide, questi investimenti vengono fatti in luoghi più redditizi. Con questi investimenti sulle reti c’è il rischio di tralasciare il sud del paese e aree più periferiche e di concentrarsi su quelle più redditizie.

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