Istituzioni di Sociologia PDF
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Antonella Meo, Rocco Sciarrone
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This document is an introduction to a sociology course, outlining the course program, including the base textbook, and optional readings. The course will cover basic sociological concepts and examine social interactions from a micro and macro perspective. The course concludes with a discussion of the sociological imagination, and its use to examine and evaluate societal phenomena.
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ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA Antonella Meo Rocco Sciarrone Inizio 23.09.24, fine 11.12.24 INTRODUZIONE AL CORSO Programma: ⁃ Manuale di base: fondamenC di sociologia, il mulino 2022, Anthony Giddens e Philip w. SuIon ⁃ Due manuali a scelta: ⁃ E. Abbatecola, Donna faber. Lavori...
ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA Antonella Meo Rocco Sciarrone Inizio 23.09.24, fine 11.12.24 INTRODUZIONE AL CORSO Programma: ⁃ Manuale di base: fondamenC di sociologia, il mulino 2022, Anthony Giddens e Philip w. SuIon ⁃ Due manuali a scelta: ⁃ E. Abbatecola, Donna faber. Lavori maschili, sex-ismo e forme si r-esistenza, fermanelli, 2023 ⁃ D. Bennato, la società del XXI secolo. Persone, daC, tecnologie, Laterza 2024 ⁃ A. Ciniero, Le poliCche dell’esclusione. Centri di accoglienza, gheU agricoli e campi rom in Italia, Meltemi, 2024. * ⁃ Giovanna Fullin, i clienC siamo noi. Il lavoro nella società dei servizi, mulino, 2023 * ⁃ M. Romito, First generaCon students, Carocci, 2021 scelto Modalità d’esame: prova scriIa, domande chiuse mulCple e domande aperte con uno spazio predefinito. Due modalità: 1. dare l’esame su tuIo il programma nella sessione invernale 2. Doppio esonero: prima parte del programma, con alcuni capitoli del manuale, prima prova scriIa (ipotesi 4 novembre) e una seconda parte del programma alla fine del corso, es. 16 dicembre, sui libri a scelta. Domande aperte. Se si acceIa il voto altrimenC ci si può iscrivere alla sessione invernale e sostenerlo interamente. Ogni domanda 4 punC, non si soIraggono punC se si fanno errori 1 ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA 1. COS’È LA SOCIOLOGIA E DI CHE COSA SI OCCUPA La sociologia è lo studio scienCfico dei gruppi sociali, delle società nel loro complesso e del mondo umano in generale. Gli ambiC di interesse che la riguardano sono estremamente vasC: dagli incontri casuali per strada ai mutamenC della vita famigliare, dalle nuove forme di idenCtà personale e sociale alle relazioni internazionali. La sociologia è tra le più recenC delle scienze sociali. Si pone come obieUvo di studiare la società nel suo insieme. Nasce come progeIo di un campo di studi in cui vengono applicaC i canoni del metodo scienCfico alla conoscenza sistemaCca dell’organizzazione sociale e dei rapporC tra gli individui. Quando questa scienza è nata si poneva come obieUvo di formulare delle leggi universali della società, nella nostra epoca però è complesso trovare regole generalizzanC per un’intera società essendo tuIe differenC. Sposta il fuoco dagli individui ai gruppi, ovvero dall'individuo al contesto sociale (azione e struIura sociale). Per questo moCvo questa scienza sociale, si muove tra analisi di livello macro, mega, micro. Analizza su diversi piani argomenC di vario genere. Microsociologia à studio quoCdiano nelle interazioni direIe. Necessaria per portare alla luce i deIagli dei grandi apparaC isCtuzionali. Macrosociologia à analisi delle grandi struIure sociali e dei progressi di cambiamento di lungo periodo. Fondamentale per comprendere il contesto isCtuzionale della vita quoCdiana, il modo in cui le persone conducono l’esistenza giorno per giorno. La sociologia dice che le persone vivono in famiglia, gruppi sociali, comunità… questo livello sociale intermedio permeIe di visualizzare gli effeU dei fenomeni micro e macro. Studia le connessioni tra quello che la società fa dei ciIadini/esseri umani (come la società influenza gli individui), ma anche come gli individui plasmano la società = costruzione della società (definizione fornita dai sociologi). Al termine sociologia sono state date varie definizioni: ⁃ Scienza che studia i faU sociali consideraC nelle loro caraIerisCche costanC e nei loro processi; ⁃ Scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effeU e le loro cause, in rapporto con l’individuo e il gruppo sociale; ⁃ Studio scienCfico della società, delle sue isCtuzioni e della interazione sociale. à gli individui sono interdipendenC à società e individui sono connessi à i sociologi studiano come la società condiziona gli individui e come gli individui condizionano la società. Deduciamo quindi che la sociologia non ha un campo di studio temaCco specifico, perché il suo campo è il mondo: il mondo degli uomini, le loro interazioni, le loro isCtuzioni, la storia. Con una limitazione perché il sociologo è parte della società, per questo può essere condizionato dalle sue idee, dalle sue origini, opinioni poliCche ed egli opera nel mondo comune degli uomini, a contaIo con quella che chiamiamo realtà. Per questo moCvo per un sociologo/a risulta complesso studiare una realtà in cui è immerso. 2 Ogni uomo è un po’ sociologo, però un “sociologo naturale” in quanto ha sviluppato una certa capacità di osservazione e interpretazione della vita sociale e delle sue trasformazioni. Ø Questo fenomeno viene definito: Sociologia “ingenua”, ovvero il senso comune, ha molC limiC: è concentrata sul presente, è condizionata dal punto di vista dal quale ci collochiamo, è immediatamente orientata all’esperienza del singolo. LA SOCIOLOGIA STUDIA LA SOCIETÀ… MA COS’È LA SOCIETÀ? STRUTTURA SOCIALE È una colleUvità stabilente insediata su un territorio delimitato, i cui rapporC sono durevoli da consenCre la riproduzione dell’esistenza, la soddisfazione dei bisogni vitali e la sedimentazione di una comune cultura, come lingue, valori e norme. La società comprende anche una serie di isCtuzioni, ad esempio il governo, il sistema educaCvo, la famiglia e le relazioni tra di esse. à i modelli consolidaC di relazioni tra individui, gruppi e isCtuzioni = STRUTTURA SOCIALE La struIura sociale, quindi, non è una struIura fisica, che esiste indipendentemente dalla presenza degli uomini. Le società umane subiscono un interminabile processo di struFurazione, ricostruite dai “maIoni” che la compongono, ovvero gli esseri umani. LO SVILUPPO DEL PENSIERO SOCIOLOGICO TuU possediamo un certo livello di immaginazione sociologica. Ma per formulare domande sociologiche e portare prove empiriche bisogna: Elaborare teorie à costruire interpretazioni astraIe uClizzando una serie di enunciaC logicamente correlaC tra loro, tali da spiegare un’ampia varietà di situazioni empiriche o “faIuali”. La sociologia, si definisce una scienza sociale empirica e generalizzante, per questo un sociologo si pone delle domande sulla società cercando di dare delle risposte valide, usando diverse tecniche (o conceU) e apportando ad esse prove e tesCmonianze empiriche a quanto dichiarato (prove e basi empiriche). Nella migliore sociologia la ricerca sui faU e le teorie che li spiegano sono streIamente correlate. per questo che possiamo considerare valide determinate spiegazioni teoriche solamente se verificabili aIraverso la ricerca empirica. Ogni decisione praCca si basa su presupposC teorici. In mancanza di un approccio teorico, non sapremmo nemmeno cosa cercare nell’intraprendere uno studio o nell’interpretare i risultaC di una ricerca. Sguardo del sociologo: ⁃ primo insegnamento della sociologia è: le cose non sono come appaiono, di andare oltre. ⁃ Il sociologo percorre il mondo ignorando i confini usuali, pone domande non scontate e non si accontenta di risposte banali. ⁃ Di un sociologo si può dire che professionalmente colCva, sviluppa, applica a fini di conoscenza e diffonde immaginazione sociologica. IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA Il sociologo deve essere in grado di liberarsi dai condizionamenC della sua situazione e andare oltre. Per questo il suo lavoro dipende dallo sviluppo dell’immaginazione sociologica, termine coniato dal sociologo americano Charles Wright Mills. ⁃ PermeIe di osservare e rifleIere fuori dalle famigliari abitudini; ⁃ Arrivare a considerare un nuovo punto di vista; 3 ⁃ MeIere da parte inclinazioni emoCve e poliCche; ⁃ ci mostra una necessità di sviluppare una visione più ampia dei moCvi per cui siamo come siamo e agiamo come agiamo; ⁃ ci insegna che molto di ciò che consideriamo naturale, vero, buono… può anche non essere tale e che ciò che diamo per scontato è in realtà influenzato da faIori storici e sociali; ⁃ siamo fortemente influenzaC dall’ambiente sociale che frequenCamo, per questo non esiste più l’“individuo singolo”; ⁃ evidenzia come evenC riguardanC il singolo individuo, es. il divorzio, in realtà rifleIono fenomeni sociali più ampli (previdenza, welfare, poliCche abitaCve). Charles Wright Mills nel 1959: “Immigrazione sociologica*, è la capacità di rifleIere sistemaCcamente su quanto cose da noi percepite come problemi personali, siano quesConi sociali ampiamente condivise da altri individui naC in un periodo e in un ambiente sociale simile al nostro.” “Quell’aIeggiamento mentre che permeIe mentale che permeIe a chi lo possiede di vedere e valutare il grande contesto dei faU storici nei suoi riflessi sulla vita interiore, riconducendo così i disagi e le difficoltà personali (troubles) dei singoli a quesConi (issues) oggeUve della società e trasformando la pubblica indifferenza in interesse per i problemi pubblici” “L’immaginazione sociologica ci permeIe di afferrare biografia e storia e il loro mutuo rapporto nell’ambito della società” * la prospeUva del sociologo, lo sguardo del sociologo Lo studioso americano coglieva la necessità di meIere al centro della propria riflessione una prospeUva storica, non appiaUta sul presente. Solo esplorando la tensione costante tra l’io dell’aIore sociale e le sue esperienze pubbliche e storiche - l’io e il mondo - e tra il presente individuale e la storia si creano le basi per l’immigrazione sociologia. Le nostre esistenze individuali sono fortemente e influenzate dai luoghi e dai tempi in cui nasciamo, dalla famiglia in cui cresciamo, dalle esperienze che facciamo. Ad ogni stadio della vita, sia come individui che come membri di un mondo sociale, le nostre opportunità e le nostre potenzialità sono sempre influenzate dalle disuguaglianze e dalle ingiusCzie che incontriamo. L’immaginazione sociologica ci aiuta a comprendere il mondo che ci circonda, meIendo in discussione tendenze di fondo che consideriamo “normali” o “naturali”. VOCAZIONE DELLA SOCIOLOGIA L’idea di questa scienza è quella di proporsi come scienza generale della società: provare a conneIere aspeU diversi dei fenomeni sociali, trovare punC di vista che le permeIano di fare ponte tra prospeUve differenziate, resCtuire immagini ricomposte della società. - Scienza sociale ed empirica - Individuo e contesto sociale (azione e struIura sociale) Le teorie hanno cercano di rispondere a questa vocazione. I sociologi data la complessità della realtà semplificano con l’obieUvo di costruire modelli astraU, Cpi ideali, strumenC che permeIano di trovare regolarità e di individuare caraIeri essenziali ricorrenC. Come guardare la realtà con delle lenC sociologiche? Es. inverno demografico (in Italia)à al centro del dibaUto pubblico c’è la “quesRone demografica” popolazione che è sempre più vecchia, popolazione in calo, tasso natalità in diminuzione (1,2 figli per donna), età media in Italia 46 anni. www.istat.it afferma che ogni 100 giovani ci sono 200 vecchi 4 Il calo demografico della popolazione italiana è stato fortemente influenzato dalla crisi economica del 2008. I giovani italiani non vogliono più avere figli? Quali domande si pone un sociologo? ⁃ Mercato del lavoro SCpendi bassi ⁃ Servizi costosi ⁃ Costo dei figli ⁃ Aumento criminalità ⁃ Mancanza supporto, sistema di protezione sociale ⁃ Donne nel mondo del lavoro, paura di perdere un posto di lavoro ⁃ Cultura patriarcale ⁃ Lunga permanenza in famiglia ⁃ QuesCone poliCca ⁃ Sfiducia nel futuro ⁃ Rappresentazioni sociali, come vengono visC i giovani, qual è l’immagine che viene trasmessa dei giovani da parte dei media, governo, giornali. Principalmente è negaCva e il sociologo si interroga sul perché à nel 2007 i giovani sono staC definiC “bamboccioni o choosy” ⁃ Confronto con il passato (esempio manodopera, famiglie molto più ampie) ⁃ Pretese più alte sui giovani, aspeIaCve e pressioni sociali, sensazione di ⁃ Ansia diventa un termine ArCcolo “genitori contro bamboccioni…” ORIGINE DELLA SOCIOLOGIA La sociologia è figlia della modernizzazione/del mutamento sociale e del bisogno di conoscenza in un’epoca di grandi trasformazioni. prima società studiate dai sociologi erano società in conCnuo movimento ed ora nel XXI la situazione della società è la stessa. - nasce intorno all’ 800 - figlia del bisogno di conoscenza in un’epoca di grandi trasformazioni sociali La società emerge come materia di studio quando i suoi fondamenC vengono messi in discussione, i suoi asseU non appaiono più stabili, cambiano i rapporC tra gruppi sociali e indivisi. Gli studi sulla vita sociale risalgono a una serie di grandi cambiamenC indoU dalla Rivoluzione francese, nel 1789, dalla rivoluzione industriale europea alla metà del XX secolo e dalla rivoluzione scienCfica intorno al ‘500. à evenC che travolsero i modi di vita tradizionali, per questo i sociologi interrogandosi su tali cambiamenC, svilupparono metodi di osservazione più sistemaCci e scienCfici, scalzando falsi miC o credenze religiose Tre rivoluzioni che hanno segnato la nascita della modernità, durante questo periodo la società diventa oggeIo di studio. Metà dell’800 la società cambia asseIo e l’ordine sociale inizia a mutarsi, tradizioni iniziano a essere messe in discussione. La Rivoluzione francese segna una svolta nelle società europee: dall’ordinamento poliCco basato sul principio dinasCco, l’ordine divino e dinasCco, l’ordine divino e il potere assoluto, il potere passa nelle mani del popolo che legiUma con la sua invesCtura i governanC. La rivoluzione industriale ebbe origine in Inghilterra nella seconda metà del SeIecento 5 due fasi: 1. Prima metà dell’800 macchine a vapore, telai 2.Seconda fase: invenzione motore a scoppio, eleIricità, impianC metallurgici. I suoi effeU cultural e sociali hanno dato luogo a una nuova modernità = comporta nuovi modi di creare una famiglia, nuove forme di divisione del lavoro, urbanizzazione, proletarizzazione La tecnologia entra a far parte della società, però questo modifica l’ordine della società, rivoluzioni che scardinano la cultura e gli asseU sociali precedenC. (racconC di Dickens) L’oggeIo della sociologia e i confini con le altre scienze sociali 1) Sociologia gerarchica (Secondo Comte): La sociologia era l’ulCma nata delle scienze, la “regina delle scienze” la disponeva in cima alla gerarchia. La società avrebbe il compito di elaborare una teoria generale del sistema sociale; 2) Sociologia residuale: lo studio di quei fenomeni che vengono trascuraC dalle altre scienze sociali, in modo che il residuo risulC determinato per differenza (Runcinam 1970); 3) Sociologia analiRca o formale: l’analisi delle forme di relazione e associazione tra gli individui. (Simmel 1908). La sociologia è definibile non in base a una classe di oggeU che le sia propria, ma piuIosto in base a una prospeUva analiCca che dall'infinita varietà dei fenomeni sociali, oggeIo delle singole discipline, isola le forme di associazione, separandole dal loro contenuto parCcolare. Per Simmel la sociologia studia la grammaCca o la geometria della società (pure forme di relazione, subordinazione e dominio, compeCzione e confliIo). Il problema nasce dal faIo che nella determinazione dei confini disciplinari si intersecano due dimensioni diverse che vanno tenute disCnte: - Dimensione analiCca (es. Economia Cene come daC costanC le isCtuzioni e gli aspeU variabili le risorse) una disciplina non è definita da una specificazione di campo, ma da una specificazione del punto di vista in base al quale è possibile isolare (astrarre) una serie di aspeU ritenuC rilevanC (“variabili”) e un’altra serie di aspeU consideraC irrilevanC (“costanC”) - Dimensione concreta: idenCfica per ogni disciplina una classe specifica di fenomeni. Definizione la definizione della sociologia in relazione alle altre scienze sociali non ha trovato ancora una soluzione definiCva à scienza empirica e generalizzante I temi della sociologia classica - Ordine sociale (com’è possibile la società? Cosa Cene insieme la società? *) - Mutamento sociale (qual è il motore del cambiamento sociale? Quali sono le forze che spiegano il mutamento sociale) Il problema del mutamento rappresenta l’altra faccia del problema dell’ordine *Per Thomas Hobbs, Gli uomini si soIopongono all’autorità coerciCva dello stato, Per Adam Smith è il mercato l’elemento della conneUvità Per i classici della filosofia (Herbert Spencer e Auguste Comte) La società è un organismo le cui parC sono interdipendenC. L’ordine sociale deve trovare fondamento in qualche meccanismo o processo che opera nella struIura interna dell’“organismo sociale”. I modelli organisCci di società sono una delle prime proposte di soluzione del problema dell’ordine avanzate nell’ambito della sociologia. Tali modelli saranno desCnaC a fare una lunga strada e ricompariranno versioni modificate, più elaborate e complesse, anche nelle più moderne teorie funzionali. 6 L’approccio al mutamento sociale - La sociologia nasce come studio del mutamento sociale; - La sua finalità è la comprensione dell’affermarsi della modernità, le trasformazioni epocali della ciIà europea verificatesi con il passaggio da forme tradizionali di Cpo agrario a un ordinamento capitalisCco urbano e industriale; - Due potenC immagini: l’idea delle società come sistemi simili a organismi, e l’idea di una evoluzione conCnua di tali sistemi modellata sul processo della crescita organica; - Entrambe le immagini erano streIamente legate all’assunto che il cambiamento comporC un miglioramento. La fede nel progresso della società umana cosCtuiva il terzo pilastro di quello che sarebbe divenuto il paradigma dominante nello studio delle dinamiche sociali. La società viene intesa come un organismo composto da diversi organi, ognuno dei quali assolve una funzione specifica che contribuisce per la sua parte al funzionamento del tuIo. La biologia fornisce una potente analogia per pensare alle società. Teoria dell’evoluzione di Darwin ebbe una notevole influenza sul pensiero sociologico: il motore del processo è la compeCzione e la sezione in funzione della capacità di adaIamento all’ambiente - Per Spencer e per Comte la società è un organismo le cui parC sono connesse tra loro da una rete di relazioni di interdipendenza; - L’equilibrio che si genera tra le varie parC è dinamico, soIoposto a un conCnuo processo di evoluzione che si muove dal semplice al complesso, dall’omogeneo all’eterogeneo; - Il motore del processo è la compeRzione tra le specie e all’interno di ciascuna di esse, che seleziona coloro che dispongono di maggiore capacità di adaIamento allo specifico ambiente nel quale si trovano a vivere le sue trasformazioni. Le risposte adaUve dell’organismo sociale alle sfide poste dall'ambiente generano nuove funzioni, e quindi nuovi organismi, con la conseguenza di innestare processi di differenziazione e di divisione del lavoro (i due termini sono usaC come sinonimi) Come sta insieme la società divenuta da semplice a più complessa e composta di parC sempre più eterogenee tra loro? Spencer elabora una teoria generale dell’evoluzione della società. Simmel scrive La differenziazione sociale nel 1890: nella modernità l’ordine sociale non è qualcosa che va ricondoIo all’esterno della società, ma trova fondamento al suo interno nella rete di interdipendenze che lega tra loro individui via via più diversi l’uno dall’altro. I fondatori Auguste Comte Fu colui che coniò il termine “sociologia” nel 1840, per far riferimento al nuovo campo di studi, inoltre, ambiva a creare una scienza che potesse spiegare le “leggi” del mondo sociale. La legge dei tre stadi di Comte afferma che gli sforzi umani per comprendere il mondo sono passaC aIraverso gli stadi teologico, metafisico e posiCvo: ⁃ Nello stadio teologico il pensiero è basato su idee religiose e sulla convinzione che il mondo sia un’espressione della volontà di Dio. ⁃ Nello stadio metafisico la divinità viene sosCtuita da enCtà astraIe, “essenze” capaci di produrre i fenomeni naturali. ⁃ Nello stadio posiRvo, applicazione del metodo scienCfico prima al mondo naturale e poi a quello sociale. Comte considerava la sociologia l’ulCmo prodoIo dello sviluppo scienCfico, la scienza più importante e complessa. 7 Secondo Comte la nascita della sociologia era da ricondurre al movimento del “posiCvismo” che esprime grande fiducia nella scienza e che considera la scienza la via maestra alla conoscenza e al dominio del mondo. UClizzando le leggi della scienza naturale si potevano struIurare delle leggi per la società, a cui ricondurre i fenomeni e i processi sociali. La sua idea di fisica sociale aveva anche l’esigenza di migliorare la società, prospeIare fiducia nel progresso. La sociologia nasce non solo dal mito del progresso ma anche la sicurezza di poter applicare il metodo scienCfico alla società. È per questo moCvo che Comte è convinto del valore della scienza, poiché secondo lui la sociologia è l’ulCma scienza ad essere nata perché la più complessa. Consapevole dell’epoca in cui viveva le sue preoccupazioni erano disuguaglianze generate dall’industrializzazione e la minaccia che cosCtuivano per la coesione sociale. Secondo lui, la soluzione era quella di creare una nuova “religione dell’umanità” permeIendo di mantenere unita la società dispeIo le disuguaglianze. Èmilie Durkheim Considerava la sociologia una scienza nuova capace di tradurre quesConi tradizionalmente filosofiche in quesConi sociologiche. È il sociologo che con più forza individua nella differenziazione il caraIere fondamentale del cambiamento sociale. Secondo lui alla vita sociale bisognava applicare lo stesso metodo oggeUvo degli scienziaC, approccio che venne definito “studiare i fa\ sociali come cose”. à FATTO SOCIALE: Secondo il pensatore, sono le isCtuzioni e le norme che orientano il comportamento umano. Possono essere percepiC dall’individuo come una costrizione esterna, benché il più delle volte siano consideraC elemenC “naturali” o “normali”. Esempio: sistema monetario, c’è già quando nasciamo, l’uomo è sogge;o alle sue regole. TuU i faU esistono indipendentemente dall’individuo, plasma scelte e comportamenC. Egli trova un nesso tra la divisione del lavoro e le forme della solidarietà sociale, secondo lui per comprendere cosa Cene insieme la società occorre prendere in esame la forte connessione tra forme della divisione del lavoro e forme della solidarietà. Come scrive in “la divisione del lavoro sociale”, uno dei suoi interessi primari era la solidarietà sociale e secondo il suo pensiero: o Società tradizionali erano caraIerizzate dalla solidarietà meccanica (COSCIENZA COLLETTIVA): lavori simili, esperienze comuni, credenze e valori condivisi, confermaC da rituali religiosi. Collante composto di costumi, credenze e valori; o Società nuove dopo l’industrializzazione e l’urbanizzazione (nella società moderna), sono legate dalla solidarietà organica (NASCE DALL’INTERNO DELLA VOLONTÀ DELL’INDIVIDUO): nuove mansioni, differenziazione sociale. All’origine della differenziazione sta un aumento della differenziazione della densità sociale. Questa evoluzione così rapida lo portava a pensare che i vecchi valori sarebbero staC persi senza essere sosCtuiC, condizione che definiva anomia = sensazione di carenza di norme morali, mancanza di regole sociali, crisi delle norme sociali. Quindi l’individuo non ha più delle linee di comportamento, in questo modo disaIende le norme. 8 Karl Marx Si concentra sul mondo operaio e sulle idee socialiste, ma sopraIuIo sullo sviluppo del capitalismo. Per lui il capitalismo era un modo di produzione caraIerizzato da: § IL CAPITALE ovvero i mezzi di produzione uClizzaC per produrre merci; § IL LAVORO SALARIATO, cioè l’insieme dei lavoratori che non avendo mezzi di produzione, devono cercare occupazione presso i detentori del capitale. Secondo la sua idea i capitalisC sono la borghesia, “ristreIa classe dominante” di fronte alla quale sta la grande massa dei lavoratori salariaC, o proletariato, la “massa subordinata”. Questo sistema era definito “classista”, tra le cui classi vige un rapporto confliIuale, però le due classi dipendono l’una dall’altra. In quesC confliU Marx ci vedeva la molla dello sviluppo storico “motore della storia” (la loIa di classe è il motore del mutamento sociale). InfaU, definì “comunismo” la rivolta che sarebbe nata tra i lavoratori contro la borghesia, in questo modo sarebbero scomparse le disuguaglianze. Il modo di produzione si sarebbe organizzato con un ordine sociale più egualitario. Le sue idee ebbero un’enorme influenza nel XX secolo, gran parte della popolazione si ispirava ad esse. Max Weber Secondo lui l’influenza di idee e valori sul cambiamento sociale è pari a quella delle condizioni economiche. A parer suo i sociologi dovevano studiare l’agire sociale, cioè le azioni soggeUvamente significaCve compiute dall’individuo in rapporto agli altri. Il compito della sociologia è dunque comprendere i significaC dele azioni individuali. Elemento importante nella prospeUva sociologica di Weber è il conceIo di TIPO IDEALE: modelli usaC per indagare un fenomeno sociale e aiutarci a comprenderlo. La nascita della società moderna è stata accompagnata da importanC cambiamenC dei modelli di azione sociale. L’affermarsi della scienza, la tecnologia moderna e la burocrazia si definisce razionalizzazione, ovvero organizzazione della vita sociale. Tradizioni teoriche o teorie: Ampi orientamenC FUNZIONALISMO à Comte e Durkheim., Davis e Moore - Fino agli anni ’60 è stato il pensiero prevalente sopraIuIo negli StaC UniC; - La società è un sistema complesso in cui le parC cooperano per produrre stabilità. - La sociologia ha il compito di indagare le relazioni che le parC intraIengono tra loro. - MeIe in risalto l’importanza del consenso morale à sussiste quando la maggior parte degli individui condivide gli stessi valori; - Ordine ed equilibrio = normalità della società - Secondo Durkheim le religioni riaffermano l’adesione degli individui, mantenendo la coesione sociale; - Robert Merton disCngueva: o “funzioni manifeste” quelle note e volute dai partecipanC di una determinata aUvità sociale (credere che la danza porC la pioggia); o “funzioni latenR” quelle di cui i partecipanC non hanno consapevolezza (favorisce la coesione del gruppo/società). o Ma anche funzioni con disfunzioni: es. la religione era funzionale, poiché contribuiva alla coesione sociale; ma anche disfunzionale perché può causare confliU e disagio. Dagli anni SeIanta, inizia a declinare, i funzionalisC davano poca importanza alla possibilità degli individui di incidere sulla realtà, non hanno possibilità di scegliere come agire (poco margine alla creaCvità). TEORIE DEL CONFLITTO à Marx e Weber - Importanza alle divisioni sociali; - Società divisa in gruppi, ciascuno dedito al proprio interesse, ciò comporta grande confliIualità; - Studiano le tensioni tra i gruppi dominanC e subordinaC, cercando di comprendere come si mantengono e stabiliscono i rapporC di dominio; - Oltre al marxismo, anche il femminismo è una teoria del confliIo, basata su disuguaglianza di genere; 9 INTERAZIONISMO SIMBOLICO - AUra l’aIenzione sui deIagli dell’interazione interpersonale, indispensabili per capire ciò che le persone dicono e fanno; - Ha consenCto la comprensione delle azioni nella vita sociale quoCdiana; - Weber sosteneva che le struIure sociali sono state create dalle azioni degli individui; - Hochschild lavora sul conceIo di lavoro emozionale: che richiede la gesCone delle emozioni allo scopo di produrre un’espressione acceIabile; Ciò causa nei lavoratori una sensazione di alienazione, ovvero senCrsi separaC dalle proprie emozioni. (sorriso stampato in faccia, ma non provare quella sensazione) A COSA SERVE LA SOCIOLOGIA? Come ha soIolineato Mills quando ha sviluppato la sua idea di “immaginazione sociologica” la sociologia ha numerose implicazioni: - fornisce una consapevolezza delle differenze culturali, permeIendo di guardare il mondo sociale da prospeUve diverse (capendo come vivono le persone, comprendiamo meglio i loro problemi). Le poliCche non fondate su una chiara consapevolezza dei modi di vivere hanno scare possibilità. - Contribuisce alla valutazione delle poliCche, un programma di riforma può fallire o trascinarsi dietro una serie di sgradite conseguenze inaIese. - AUvità professionali, i sociologi possono essere consulenC aziendali, assistenC sociali, direIori del personale, professioni legali, giornalisCche… grazie alla loro conoscenza sulle relazioni sociali. - Contribuire all’autocomprensione, più sappiamo sul perché e sul come delle nostre azioni e sul funzionamento della società, più saremo in grado di influire sul nostro futuro. Le conoscenze sociologiche sono a disposizione di tuU e possono essere uClizzate per trasformazioni di isCtuzioni o movimenC, ma si definiscono “neutrali”, poiché possono dirci com’è la società ma non consigliarci come dovrebbe essere. TIPI DI SOCIOLOGIA Secondo Michael Burawoy nel 2005 all’assemblea nazionale dell’American Sociological AssociaCon, esistono quaIro Cpi di sociologia: 1. PROFESSIONALE: disciplina scienCfica radicata nelle università, genera grandi programmi di ricerca, accumula conoscenze e consente le carriere accademiche; 2. PRATICA: comprende quegli studi che perseguono obieUvi definiC da commiIenC (enC finanziatori o isCtuzioni pubbliche) 3. CRITICA: è la “coscienza della sociologia professionale” di cui meIe a nudo i discuCbili assunC; 4. PUBBLICA: rivolta ai movimenC sociali, gruppi culturali e religiosi, organizzazioni della società civile dialogando sulla direzione futura della società. Esprime la necessità di un maggiore impegno poliCco. Microsociologia e macrosociologia DisCnzione grossolana Teorie macrosociologiche è Funzionalismo è Le teorie del confliIo Marx e Weber Teorie microsociologiche è Interazionismo simbolico è Approccio drammaturgico di Goffman 10 Il funzionalismo è quella teoria a parCre da Durkheim, concezione olisCca della società, tuIe le parC compiono una funzione per l’idea del “tuIo”. «se un fenomeno sociale persiste nel tempo, questo significa che tale fenomeno ha delle conseguenze importanC per il funzionamento della società: se ne devono dunque individuare le specifiche funzioni. Il funzionalismo è un Cpo di teoria che fonda la sociologia su questo principio: la società è immaginata come un sistema faIo di parC che si integrano fra loro per mantenere in vita il sistema stesso. Nella sua formulazione più radicale, il funzionalismo immagina la società come un organismo, nel quale i diversi organi esistono per mantenerlo in vita.» Principali autori: TalcoI Parsons che elabora lo schema AGIL, società è un sistema stabile di interazione che si adaIa all’ambiente mantenendo nel tempo la sua struIura e i suoi confini. Per oIenere ciò, devono essere assolC quaIro imperaCvi funzionali. La società risponde a quaIro funzioni principali: che si adaIano a tuIe le società, ogni sistema sociale per sopravvivere deve soddisfare quaIro requisiC: A) AdaIamento à all’ambiente esterno, risorse (reperire cose) B) Goal aIaiment à stabilire obieUvi (prendere decisioni) C) Integrazione à disporre norme sociali che regolino i flussi interni tra le varie soIo parC (regolare) D) Latenza à ovvero ogni sistema sociale deve essere in grado di mantenere la propria idenCtà nel tempo (scuola, famiglia, religione) à trasmeIere valori Secondo Parsons, ogni sistema sociale riceveva degli imput che gli permeIeva di adaIarsi, aIraverso le sue isCtuzioni riesca a rispondere a dei requisiC/imput, e rimeIersi in linea, soddisfando i requisiC criCche al funzionalismo: - Eccessiva astraIezza e il formalismo - SoIostante ideologia conservatrice - Incapace di dar conto ai fenomeni di mutamenC sociali, confliU e forme di dominio Robert Merton Secondo lui il modello Parsons era troppo rigido, nota tre postulaC che vanno a suo parere negaC: 1. Il postulato dell’unità funzionale della società, vale a dire l’assunzione che uno specifico elemento, per esempio una credenza, sia ugualmente funzionale per l’integrazione di tuIa la società; 2. Il postulato del funzionalismo universale, secondo cui ogni forma culturale o sociale ha necessariamente una funzione posiCva; 3. Il postulato dell’indispensabilità, con il quale di afferma che certe forme sociali sono indispensabili e specifiche per lo svolgimento di specifiche funzioni. La rigidità del modello Parsons risulta aIenuate nella versione dello struIural-funzionalismo mertoniano. Merton introduce alcune importanC disCnzioni: - La differenza tra funzioni manifeste e latenR (non esplicite e intenzionali) - Differenza tra funzioni e disfunzioni. In questo modo introduce la possibilità del confliFo tra i sistemi di valori e di norme all’interno di uno stesso sistema sociale. Teorie del confliFo A parCre dalla seconda metà del ‘900 in risposta alle teorie funzionaliste predominanC, vengono riprese le idee di Marx, Weber e degli eliCsC di inizio secolo. - Società in conCnuo mutamento, soggeIa a uno scontro conCnuo tra forze contrastanC - Dominio di alcuni gruppi sociali a danno di altri Gli individui possiedono alcuni interessi di base; gli interessi comuni ad alcuni gruppi si oppongono a quelli di altri gruppi. Le relazioni sociali sono incentrate sul potere e sul dominio di alcuni gruppi rispeIo ad altri. Valori e idee sono uClizzate dai gruppi per perseguire i propri interessi. Valori e idee confluiscono in 11 ideologie, la cui funzione è rafforzare il potere di determinaC gruppi sociali. Quando gli individui acquistano coscienza dei propri interessi comuni possono diventare una classe sociale, che può organizzarsi (es. in un gruppo di pressione, un movimento poliCco, ecc.). Teorie microsociologiche Pongono al centro dell’analisi l’interazione sociale, ad esempio: Interazionismo simbolico (esponente principale Blumer, ma Mead è il padre fondatore, approccio drammaturgico di Goffman (anche se il sociologo non si voleva idenCficare in questo movimento). Interazionismo simbolico e approccio drammaturgico di Goffman - ProspeUve teoriche e di ricerca che si sviluppano negli StaC UniC - Influenza di Simmel - Riconoscono un ruolo aUvo al soggeIo (paradigma dell’azione) - Considerano la realtà come una costruzione sociale - Sono state definite anche come teorie «interpretaCve» o teorie «criCche» - Assegnano importanza all’esperienza soggeUva dell’aIore sociale - Si pongono in alternaCva allo struIuralismo e al funzionalismo Interazionismo simbolico Neologismo coniato nel 1937 da Blumer (1900- 1987). Una prospeUva teorica e di ricerca, le cui premesse risalgono con Mead ai primi decenni del Novecento, ma che trova la sua massima affermazione negli anni Sessanta con la crisi del funzionalismo. OggeIo di analisi è l’interazione sociale e l’interpretazione che ne danno gli individui che vi partecipano. Assegna centralità ai processi interpersonali aIraverso i quali con i quali gli individui aIribuiscono significaC, definiscono le situazioni in cui si trovano, sviluppano capacità interpretaCve. Nell’interazione gli individui interpretano reciprocamente le azioni degli altri e agiscono in base ai significaC forniC da tali interpretazioni. L’interazione è sociale e simbolica, è un processo di comunicazione. I significaC emergono processualmente. Postulando la natura costruita e negoziata dell’ordine sociale, l’IS introduce un correUvo rispeIo al peso eccessivo dato dal funzionalismo al determinismo normaCvo e agli aspeU struIurali della vita sociale. Inaugura un nuovo modo di guardare al rapporto tra l’individuale e il sociale, considerandoli due facce dello stesso processo. Ha sviluppato per primo un approccio sociale al Sé (capacità autoriflessiva). Il Sé (self) implica per Mead la capacità di essere soggeIo e al tempo stesso anche oggeIo a sé stesso da una prospeUva esterna. È un sé sociale in quanto ha origine e si sviluppa nei processi sociali. Goffman con l’approccio drammaturgico alla vita sociale La vita quo>diana come rappresentazione (1959) Il rituale dell’interazione (1967) Asylums. Le is>tuzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza (1961): l’analisi segue passo passo l’ingresso dell’internato (malato mentale) nell’isCtuzione totale (ospedale psichiatrico) mostrando i rituali di morCficazione del proprio Self a cui si è soIoposto. Annullamento sistemaCco e completo dei normali meccanismi e rituali dell’ordine dell’interazione. S>gma. L'iden>tà negata (1963): inteso come una patologia dell’interazione. - OggeIo di studio è l’interazione faccia a faccia (compresenza fisica) - L’interazione viene interpretata come un’aUvità rituale - L’analisi di Goffman è focalizzata non sull’individuo ma sull’interazione situata, si colloca a un livello di astrazione intermedio tra quello della società e quello dell’individuo. - L’incontro viene leIo come un sistema di interazione organizzato su principi rituali - L’interazione viene intesa come una rappresentazione - RispeIando l’ordine rituale dell’interazione i partecipanC creano una realtà condivisa e affermano ciascuno la sacralità del proprio Self. - L’interazione ha una funzione cosCtuCva: il self viene creato mediante i rituali 12 DUE PARADIGMI A CONFRONTO – struFura e azione sociale Un altro importante tema della sociologia sono le interazioni tra struIura sociale e gli individui, le persone agiscono creando, riproducendo o modificando in questo modo le struIure sociali. Le struIure sociali influenzano le azioni dei singoli. Un paradigma è la visione globale che la disciplina ha del suo oggeIo, che guida e organizza sia la riflessione teorica che la ricerca empirica. Non si traIa di una teoria, ma qualcosa di qualcosa di più ampio, è una concezione generale della natura della realtà sociale, della conoscibilità del mondo sociale, di come la realtà possa essere conosciuta. Il paradigma della struIura nasce nella tradizione della sociologia posiCvista francese Comte, Durkheim) I sostenitori di questa idea prendono le mosse dell’assunto che per spiegare i comportamenC umani occorre parCre dalla società. È la società che spiega i comportamenC degli individui e non viceversa. à posizione anC-individualisCca, individui agiscono all’interno di uno spazio sociale definito dalla società - Suggerisce un approccio che parte dalla struIura sociale per arrivare all’individuo; - I faU sociali possono persistere nel tempo, si impongono all’individuo come costrizione interna, vanno studiaC ed osservaC come delle cose. - FaU sociali hanno una oggeUvità, si possono considerare come cose, non dipendono dall’individuo, sono indipendenC (RELIGIONE, che alla fine la interiorizziamo) (Durkheim) - RifleIe una concezione olisCca del sociale, in quanto concepisce la società come l’unità prioritaria di analisi e gli individui come veicoli aIraverso i quali la società si esprime. La sociologia si occupa dei faU sociali: i quali possono essere spiegaC solo da altri faU sociali, non si può parCre dal comportamento deli individui, dalle loro moCvazioni e dalla loro personalità, per arrivare alla società. Modi di agire e di pensare che hanno la proprietà di esistere al di fuori delle coscienze individuali e di esercitare una costrizione esterna sull’ individuo. Ad esempio, il fenomeno del suicidio è influenzabile alla sfera sociale. Il paradigma dell’azione nasce in Germania con Weber e Simmel. I sostenitori spiegano i fenomeni sociali riconducendoli alle azioni individuali e ai significaC che gli aIori vi aIribuiscono. I principi del paradigma dell’azione sono due: 1. TuU i fenomeni sociali devono essere intesi come il prodoIo (effeIo aggregato) di un insieme si azioni individuali; Le azioni microscopiche devono essere ricondoIe alle azioni macroscopiche 2. per spiegare i fenomeni sociali è necessario tener conto dell’internazionalità degli aIori (del significato che essi danno alle loro azioni). pensava che l’individuo nell’ambito delle leggi contestuali, può prendere decisioni, ovvero non è un buraUno guidato da leggi esterne, il soggeIo può scegliere come agire, pur avendo dei vincoli come leggi, però ha diriIo di prendere decisioni ed è più libero rispeIo al paradigma delle struIure. Passaggio dal livello micro al macro à cruciale per il paradigma dell’azione. Sono importanC le nozioni di effeIo non intenzionale, o effeIo di composizione, di aggregazione o emergente, per indicare il faIo che spesso azioni individuali producono effeU diversi dalle intenzioni degli aIori. Da una molteplicità di azioni individuali si generano struIure sociali o isCtuzioni che nessun aIore ha voluto intenzionalmente e che, una volta consolidatesi, cosCtuiscono un vincolo per gli aIori stessi. La logica del paradigma dell’azione è quella di considerare il valore che l’aIore, ovvero il singolo uomo da un’azione. Il lavoro diventa al centro dell’eCca, per glorificare il signore, rinunciando al desidero di usare quei guadagni ma con l’idea di reinvesCrli, rinuncia al godimento immediato dei beni guadagnaC. 13 Max Weber - L’e>ca protestante e lo spirito del capitalismo Opera in cui il sociologo rifleIe sulle origini della sociologia moderna, meIe in relazione l’eCca protestante con un fenomeno del sistema capitalisCco. SosCene che l’eCca protestante avrebbe favorito l’affermazione del capitalismo. Questo pensiero va contro al suo ragionamento. Dimostra che il protestantesimo e in parCcolar modo il calvinismo, ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del capitalismo. Analizza la regione della Germania, in cui i protestanC erano la maggioranza, vi era una certa propensione alla proprietà capitalisCca. Calvinismo, ciò che lo caraIerizza è l’idea della predesCnazione, secondo calvino ogni uomo ancora prima della nascita è desCnato alla salvezza o no. Secondo questa teoria l’uomo non ha potere decisionale del suo futuro. Il solo modo per poter entrare in contaIo con Dio e ricevere un segno della grazia divina è il successo professionale. Questa vocazione professionale diventa un modo per glorificare il signore, lavoro nella logica di guadagnare per invesCre nella propria aUvità, impegnarsi molto. Creazione di una classe borghese nell’ambito professionale. Queste idee favoriscono la nascita del capitalismo, poiché il successo professionale dell’uomo rappresenta il desCno dell’uomo (rappresenta i predesCnaC alla salvezza). SOCIOLOGI STUDIANO COME LA SOCIETÀ CONDIZIONA GLI INDIVIDUI E COME GLI INDIVIDUI CONDIZIONANO LA SOCIETÀ Azione/interazione sociale e struFura La sociologia si può quindi definire come lo studio dei diversi contesC aIraverso cui prendono forma le vite degli individui e il mondo sociale. - L’interazione sociale si riferisce ai modi in cui le persone agiscono insieme, modificando o alterando il proprio comportamento in risposta alla presenza altrui - La struIura sociale si riferisce ai modi in cui regole e norme della vita quoCdiana diventano modelli durevoli che plasmano e regolano le interazioni sociali. Il conceIo di struIura sociale si riferisce al faIo che le a\vità umane non sono casuali, ma struIurate socialmente e storicamente e che vi sono regolarità nei nostri comportamenC e nelle relazioni che intraIeniamo. La struIurazione è un processo biunivoco: le nostre aUvità struIurano il mondo sociale e il mondo sociale struIura le nostre aUvità. Per struttura sociale di intende l’articolazione di la struttura sociale è la rete dei rapporti di status, ruoli e istituzioni nei quali gli individui interdipendenza che esistono tra un determinato vivono dando vita a gruppi e sistemi di relazioni insieme di posizioni sociali, ruoli, istituzioni, di varia complessità. La struttura sociale è gruppi, classi o altre componenti della realtà dunque il “frame” entro il quale si svolgono le sociale di uguale o diverso livello. azioni sociali. È possibile considerare la struIura da un punto di vista sistemico, come un insieme oggeUvo di relazioni tra determinate posizioni sociali (ruoli, isCtuzioni, classi o parC della società), a prescindere dall’idenCtà dei soggeU che di faIo occupano tali posizioni e in esse si avvicendano. La società non esiste, esistono individui e famiglie responsabili ciascuno del >po di vita che conducono, sosteneva l’ex primo ministro inglese Margaret Thatcher StruFura sociale e libertà individuale La tensione tra struIura sociale e azione individuale è oggeIo di un dibaUto importante nelle scienze sociali contemporanee. Alcuni studiosi enfaCzzano come la struIura sociale influenzi radicalmente la vita e i comportamenC individuali, in linea con una concezione chiamata paradigma della struFura (rischio di determinismo). 14 Altri studiosi spiegano fenomeni e processi sociali adoIando una prospeUva riconducibile al paradigma dell’azione, partendo dall’aIore e dalle sue azioni dotate di senso (rischio di volontarismo ingenuo e di soIovalutazione dei condizionamenC sociali che l’azione subisce). ConceIo di agency: la capacità dell’aIore sociale di fare delle scelte ed esercitare la propria volontà. Mentre la struIura pone dei vincoli e dei limiC all’azione degli aIori sociali, definendo il campo delle opzioni possibili, l’agency rimanda alla loro libertà d’azione. Un caraIere fondamentale della società = dualità della struIura (Giddens) La struIura può essere vista al tempo stesso come un limite e come una risorsa per l’azione. Si può anche dire che la struIura sociale si riferisce a regole e norme sociali che funzionano come modelli capaci di influenzare e regolare le interazioni sociali. Include molC elemenC della società che hanno potere sugli individui che esistono indipendentemente da essi e. che influenzano sia le azioni sia la natura e i risultaC delle interazioni sociali tra individui e gruppi. ElemenC di base della struIura sociale: 2. Ruoli, status e gerarchie 3. Norme e isCtuzioni Ruolo: ComportamenC socialmente aIesi, prescriU, insieme delle aspeIaCve di comportamento associate a una certa posizione sociale (status). Uno schema di comportamento, uno schema per l’interazione. Status: posizione occupata da un individuo in un sistema sociale in relazione ad altri. Molteplicità dei ruoli che assumiamo nella nostra vita quoCdiana e nel corso della vita (vicino di casa, madre, figlio, donna lavoratrice…) I nostri diversi ruoli, possono entrare in confliIo, possono richiederci comportamenC contradditori. QuesC insiemi di status à disposC in una gerarchia sociale Gerarchia sociale: posizioni sociali disposte dall’alto verso il basso, che garanCscono ad alcuni individui e gruppi un potere maggiore/minore e uno status più o meno elevato di altri, a seconda della loro collocazione in quella stessa gerarchia. Le gerarchie sociali sorgono e si mantengono in qualunque situazione in cui un gruppo sia in grado di usare il possesso di una qualche risorsa o di un certo aIributo come base per la rivendicazione di vantaggi speciali rispeIo agli altri. Ciascuno di noi interiorizza i ruoli, questo processo si chiama socializzazione Individui e gruppi hanno un accesso differenziale alle risorse sulla base della posizione che occupano bella straCficazione sociale (insieme organizzato di posizioni sociali). Le gerarchie sociali implicano il potere, capacità di influenzare il comportamento degli altri e il privilegio, la possibilità o il diriIo di avere accesso a opportunità, risorse o ricompense aIraverso i quali un gruppo (dominante) cerca di monopolizzare le opportunità e prevenire l’erosione dei privilegi esistenC. I gruppi subordinaC, per contro, sono soggeU a uno status inferiore e a opportunità limitate. Un meccanismo di mantenimento del privilegio è per esempio la discriminazione, che si verifica laddove un gruppo dominante impiega mezzi legaC o informali per controllare le opportunità e ridurre o eliminare le sfide provenienC dai gruppi subordinaC. à straRficazione sociale e disuguaglianze 15 NORME SOCIALI - Influenzano le nostre interazioni reciproche fornendo un complesso insieme di regole (scriIe e non scriIo) che apprendiamo e generalmente seguiamo: ci indicano cosa è o non è appropriato fare in una data situazione - Si presentano come dei vincoli per gli individui in quanto prescrivono o vietano determinaC comportamenC/ vietano il non rispeIo di determinaC valori - Norme sociali o giuridiche (leggi)/norme implicite ed esplicite - Chi si discosta/ viola delle norme sociali è soggeIo a delle sanzioni (simboliche o formali) DEVIANZA à nascono sanzioni e controlli in caso di devianza - Possono esistere norme contraddiIorie - Non pensiamo alle società nei termini di un unico sistema di norme integrato e coerente - Anomia: situazione di assenza di norme La socializzazione è quindi il processo senza fine di interiorizzazione delle norme che ci porta a comportarci in un modo appropriato nella società o in parCcolari ambienC sociali. È il modo in cui facciamo nostre le aspeIaCve e le norme dei gruppi a cui partecipiamo, delle isCtuzioni con cui veniamo a contaIo. Nel processo di socializzazione le norme sociali vengono apprese, assorbite al punto che spesso ci appaiono “naturali”. Valore è tuIo ciò che in una cultura è ritenuto giusto, conceIo polisemico a differenza della disciplina. In sociologia sono i fini ulCmi di un’azione, faU sociali, forze che operano e forniscono le moCvazioni delle azioni, sono faU propri degli individui (dimensione soggeUva). Alcuni valori definiscono i confini di una certa società, alcuni valori sono consideraC “universali” (es. pace, uguaglianza, giusCzia sociale…) Le società mostrano gradi diversi di integrazione dei valori Secolarizzazione: processo aIraverso il quale la religione nel tempo ha perso potere. ISTITUZIONI SOCIALI Normalmente si intende un apparato preposto allo svolgimento di funzioni e compiC che hanno a che fare con l’interesse pubblico (isCtuzioni sociali, giuridiche, militari, poliCche…) Nelle scienze sociali per isCtuzioni si intendono modelli di comportamento che in una data società sono dotaR di cogenza normaRva, vale a dire sistemi di regole: tuU i modelli di comportamento, non solo quelli che si manifestano in apparaC e organizzazioni (linguaggio, fidanzamento…) Perché un modello di comportamento possa essere considerato un’isCtuzione è necessaria la presenza di un elemento normaCva in qualche modo vincolante. Alcune isCtuzioni sono «universali culturali» (es. tabù dell’incesto). Le isCtuzioni differiscono per la funzione che svolgono, ma alcune isCtuzioni svolgono più funzioni. Differiscono per il loro grado di isCtuzionalizzazione e per la loro durata. Devianza è l’esito di una costruzione sociale, fa riferimento a tuU i comportamenC che non rispeIano le norme giuridiche. Ma anche sociali. Cosa permeFe alle struFure della società di resistere nel tempo? Le struIure sociali resistono perché gli sviluppi precedenC e l’isCtuzionalizzazione rendono molto più facile per l’individuo agire al loro interno che cercare di smantellarle. Il processo è conosciuto come path dependence, la “dipendenza dal percorso”: con questa espressione si intendono le modalità in cui i risultaC del passato influenzano aIori e organizzazioni nel presente, rendendo alcune scelte o alcuni esiC logici, mentre altri illogici. Il paradigma dell’azione IL CONCETTO DI AZIONE SOCIALE ConceIo introdoIo da Weber, conceIo portante in sociologia. 16 Per azione sociale si intende “un agire riferito – secondo il suo senso, intenzionato dall’agente o dagli agenC – riferito al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo” Indica un’intenzionalità dell’aIore. - Senso = significato intenzionale aIribuito al proprio comportamento - Comportamento = sCmolo- risposta, reazione anche non intenzionale né consapevole - Azione = il comportamento diventa azione quando viene associato un senso oggeUvo - Azione sociale implica intenzionalità e reciprocità (ognuno di noi fa riferimento ai comportamenC ad altre persone) à costruzione sociale della realtà Weber disCngueva 4 Cpi di azione sociale: Cpo ideale di azione: rappresenta un quadro conceIuale, il quale non è la realtà storica, neppure la verità, serve come schema conceIuale a cui la realtà va confrontata. Ci aiuta a cogliere gli elemenC importanC. Modelli analiCci conceIuali che ci servono come riferimento puro a cui la realtà può essere confrontata. Tipi ideali sono risultato di astrazione conceIuale, 1. Razionale rispeIo allo scopo: chi agisce valuta razionalmente quali sono i mezzi più adeguaC rispeIo agli scopi che si propone, considera gli scopi in rapporto alle conseguenze che potrebbero derivarne, paragona i diversi scopi possibili e i loro rapporC. Ad esempio, quella che costruisce un ponte o un imprenditore che persegue il profi;o; 2. Razionale rispeIo al valore: chi agisce compie ciò che riCene gli sia comandato dal dovere dalla dignità, da un preceIo religioso, da una causa che reputa giusta, senza preoccuparsi delle conseguenze della sua azione. Quella di chi agisce non per conseguire un fine, bensì per affermare un valore, per rimanere fedele a qualcosa in cui si crede; 3. Azioni determinate affeUvamente: manifestazioni di gioia, graCtudine, vendeIa, affeIo o altro senCre. Non fanno riferimento a dei valori, ma sono liberi di ognuno. De;ata da uno stato d’animo, dall’umore del sogge;o, azioni riflesse; 4. Azioni tradizionali: espressioni di abitudini acquisite, azioni abitudinarie a sCmoli ricorrenC, comportamenC che si ripetono senza interrogarsi su possibilità alternaCve e sul loro vero valore o senza porsi il problema se ci sarebbero altri modi per raggiungere gli stessi risultaC. De;ata dall’abitudine, dalle credenze non so;oposte a vaglio, dalla tradizione. Che Rpo di razionalità si può aFribuire all’aFore sociale? Limitata, poiché non siamo in grado a tuU i possibili corsi di azioni e le loro possibili conseguenze, a causa di limiC cogniCvi ma anche per la mole di possibilità. Razionalità limitata che mira a oIenere i massimi risultaC possibili in astraIo, ma risultaC soddisfacenC, semplificando la realtà in modelli che trascurano la catena delle cause e degli effeU oltre un certo orizzonte. La razionalità limitata è la razionalità possibile e concretamente perseguibile in normali condizioni di incertezza. Incrementale, si riferisce ad aIori che, come spesso succede, non hanno all’inizio idee assolutamente chiare ed esaIamente coincidenC sulle strategie da meIere in aIo. Essa riconosce la definizione di alcuni obieUvi di massima, la necessità di aggiustamenC progressivi, la possibilità di trovare in un momento successivo mezzi e occasioni che prima non si vedevano o non erano disponibili, di cambiare dunque anche obieUvi per strada, cercando accordi e soluzioni soddisfacenC. Quanto più l’ambiente è instabile e complesso, tanto più è necessaria una razionalità incrementale per poter oIenere risultaC. La razionalità dell’azione è relaCva alla situazione nella quale gli individui di trovano. La razionalità dell’azione è relaCva alla situazione nella quale gli individui si trovano. La situazione è quella che gli aIori definiscono, data la conoscenza che ne hanno e il punto di vista che ne assumono. ConceIo di definizione della situazione: una situazione definita dagli aIori come reale diventa reale nelle sue conseguenze (teorema di Thomas) 17 2. MUTAMENTO E GLOBALIZZAZIONE Gli esseri umani sono sulla Terra da circa mezzo milione di anni. Il periodo della nascita delle popolazioni industriali è chiamato dai sociologi modernità e ha provocato una forCssima globalizzazione della vita sociale (processo riguardante la tecnologia, gli scambi economici, le relazioni poliCche, il turismo…) à crescita demografica sbalordiCva Globalizzazione = il faIore che plasmerà il futuro SOCIETÀ PREMODERNE Esploratori, mercanC, missionari che parCrono dall’Europa nell’età delle “grandi scoperte”. Incontrarono vari popoli che possiamo raggruppare in tre categorie: 1 Società di cacciatori- 50000 a.C. a Piccoli gruppi che si procuravano da vivere con la caccia, pesca raccoglitori oggi. e la raccolta di vegetali. Quasi Poche disuguaglianze scomparse Differenze di rango limitate a età e genere. 2 Società pastorali 12000 a.C. a Governate da capi. oggi Dimensioni variabili da poche cenCnaia a molte migliaia di individui. Sussistenza fondata sull’allevamento Disuguaglianze più accentuate Società agricole 12000 a.C. a Piccole comunità rurali, prive di centri urbani oggi Sussistenza fondata sull’agricoltura Disuguaglianze più accentuate Governate da capi 3 Società tradizionali 6000 a.C. al Dimensioni notevoli, fino a milioni XIX secolo. Presenza di ciIà in cui si concentrano commerci e manifaIure Ormai tuIe Sussistenza fondata principalmente da agricoltura scomparse. Marcate disuguaglianze tra classi sociali Apparato di governo disCnto, al verCce re o imperatore LA TRASFORMAZIONE DELLE SOCIETÀ L’Industrializzazione à evento che ha determinato il cambiamento delle società È la nascita della produzione meccanizzata basata sull’uso generalizzato di fonC inanimate come vapore e eleIricità in sosCtuzione all’energia umana o animale. Le società industriali o moderne sono molto diverse da tuIe le precedenC à la loro nascita ha rivoluzionato l’intera umanità. La maggior parte della popolazione non lavora più nei campi, ma negli uffici, nelle fabbriche, nei negozi e nei servizi. Con l’industrializzazione i trasporC e le comunicazioni sono diventaC più rapidi e hanno permesso la nascita di comunità più ampie. Le prime società industrializzate sono state anche i primi staR- nazione, comunità poliCche separate da fronCere chiaramente definite. I governi nazionali hanno poteri estesi, aIraverso i quali controllano diversi aspeU della vita dei ciIadini, emanando leggi. CLASSIFICAZIONE DELLE SOCIETÀ Dopo la Seconda guerra mondiale ha iniziato a diffondersi l’uso del “modello dei tre mondi”, il quale collocava nel Primo mondo i paesi industrializzaC, nel Secondo mondo i paesi comunisC dell’Europa orientale e nel Terzo Mondo i paesi non industrializzaC, con reddito basso. Modello considerato inadeguato dopo il crollo del comunismo. 18 Ora c’è un modello largamente uClizzato che consiste nella divisione tra paesi sviluppaR, correIamente industrializzaC e hanno un elevato P.I.L. e quelli in via di sviluppo, meno industrializzaC e hanno livelli più bassi di P.I.L. Un altro schema contrappone in modo maggioritario al mondo minoritario, rovescia il modo di percepire la differenza degli status tra paesi sviluppaC e in via di sviluppo, soIolineando come la maggioranza della popolazione vive nei secondi e la minoranza viva nei primi (coloro che controllano la ricchezza globale). Ø tema tuIora non riconosciuto completamente, causa di disuguaglianza sociale, disCnzione tra Nord e Sud Globale La poliCca del colonialismo è stata determinante nel ridisegnare la mappa mondiale aIuale. COME CAMBIANO LE SOCIETÀ Per i fondatori della sociologia il mondo moderno era qualcosa di nuovo. Hanno cercato di capire quando è avvenuto un cambiamento fondamentale che ha portato a un nuovo Cpo di struIura sociale. IdenCficare e spiegare le trasformazioni del mutamento sociale: - Mostrare che in un determinato periodo di tempo c’è stata un’alterazione della struIura di un’isCtuzione o di una società - Mostrare anche ciò che rimane stabile Ø Comte definisce questa analisi come studio della dinamica sociale e della staRsRca sociale Nelle società moderne siamo in grado di idenCficare i principali faIori del cambiamento sociale: sviluppo economico, mutamento socioculturale e dinamiche poliCche. Sviluppo economico L’ambiente fisico può favorire o limitare lo sviluppo economico. L’ambiente fisico è anche alla base dell’aUvità economica, che trasforma le materie prime in oggeU desCnaC all’uso o al commercio. Il capitalismo nell’età moderna è stato fondamentale che comporta l’espansione costante della produzione e l’accumulazione crescente di ricchezza, favorisce il costante sviluppo delle tecnologie produUve a cui partecipa la scienza. L’impaIo della scienza e della tecnologia, benché sia dovuto principalmente grazie ai faIori economici, si estende sul nostro modo di vivere ben oltre l’economia. Lo sviluppo scienCfico ha contribuito ad esempio a creare mezzi di comunicazione come la radio che poi hanno trasformato il modo di fare poliCca e il nostro modo di rapportarci col mondo. Mutamento socioculturale Occorre considerare il ruolo della religione, delle comunicazioni e della leadership. Nella vita sociale, la religione può essere una forza sia conservatrice che innovatrice (le convinzioni religiose, come mostrato Weber hanno svolto un ruolo importante per mobilitare le forze della trasformazione sociale). I sistemi di comunicazione come l’invenzione della scriIura hanno svolto un ruolo importante nella trasformazione della società. La scriIura ha permesso di avere un controllo crescente delle risorse materiali, ha modificato la percezione dei nessi tra il passato, presente e futuro. Con internet le comunicazioni sono diventate maggiorente veloci e la distanza sempre meno un ostacolo. Internet ha inoltre diffuso l’idea di una società globale. La leadership, di cui Weber ha parlato in termini di carisma, è un ulteriore faIore di mutamento sociale. La storia è ricca di leader carismaCci come Gesù o MaomeIo, Giulio cesare e Napoleone, Newton o Einstein. Un leader capace di raccogliere seguito popolare e di modificare in maniera radicale i modelli di pensiero può rovesciare un intero ordine stabilito. Lo sviluppo scienCfico e la secolarizzazione sono staC importanC faIori di cambiamento che hanno plasmato la mentalità moderna di cui sono integrate le idee di autorealizzazione, libertà individuale, uguaglianza e partecipazione democraCca. Dinamiche poliCche Nelle società sono presenC aIori poliCci ben disCnC che sono determinaC nell’orientare il cambiamento sociale. I sistemi poliCci non sono, come sistema Marx, espressione direIa dell’organizzazione economica soIostante. Società con sistemi economici simili possono avere ordinamenC poliCci diversi. Il confliIo 19 poliCco-militare tra le nazioni è stata una forza propulsiva del cambiamento nell’età moderna. Nei sistemi poliCci moderni, le aUvità dei leader poliCci influiscono quoCdianamente sulla vita dei ciIadini. Oggi i governi svolgono un ruolo minante nello sCmolare la crescita economica. LA GLOBALIZZAZIONE La globalizzazione è una sorta di progeIo poliCco ed economico perseguito dalle Elite del Nord globale, allo scopo di incenCvare a proprio vantaggio il commercio mondiale. Ø Interpretazione che suscita risenCmento e grandi resistenze. Per la destra la globalizzazione minaccia le preziose idenCtà nazionali, per la sinistra è spesso vista come un processo promosso dal capitalismo per sfruIare nuove aree del mondo, accrescendo le disuguaglianze e distruggendo le forme sane di lavoro. Per molC sociologi, la globalizzazione è data da una serie di processi che comportano crescen> flussi mul>direzionali di beni, persone e informazioni in tu;o il pianeta. Definizione che meIe in evidenza la crescente “liquidità” del mondo contemporaneo, ma molC studiosi riconducono la globalizzazione semplicemente al faIo che individui, aziende, gruppi e nazioni diventano sempre più interdipendenC come parC di un’unica comunità globale. Il dibaUto sociologico di concentra sopraIuIo sulla rapidità e l’intensità della globalizzazione contemporanea. Il processo di globalizzazione è spesso inteso in termini prevalentemente economici con un accento sul ruolo delle imprese transnazionali, influenzando i processi produUvi globali e la divisione internazionale del lavoro. ElemenC della globalizzazione La globalizzazione sta entrando nella rouCne quoCdiana di un numero crescente di persone in aree sempre più vaste del mondo, creando esperienze condivise a livello planetario, requisito essenziale di una società globale. - Tecnologie dell’informazione e della comunicazione: dalla telefonia ad un sistema integrato in cui enormi quanCtà di informazioni vengono compresse e trasferite in forma digitale. La fibra oUca ha incrementato i canali disponibili. Internet si è sviluppato molto rapidamente. - Nuclei di cultura globale: i media portano nelle case noCzie, immagini e informazioni, assicurando un contaIo conCnuo e direIo con l’esterno. Con questa evoluzione sono naC alcuni nuclei di una nuova cultura globale, come: Sempre più diffusa la consapevolezza di una responsabilità sociale globale, le catastrofi e le ingiusCzie globali diventano interesse della “comunità internazionale” La condivisione di esperienze globali sembra comportare un’erosione delle idenCtà nazionali. - Globalizzazione economica: la globalizzazione dipende dalla progressiva integrazione dell’economia mondiale, che però avviene aIraverso una serie di meccanismi culturali come il turismo che è un’aUvità primaria. Nell’economia immateriale i prodoU si basano sull’informazione: so ware per computer e musica, questo fenomeno nuovo è stato descriIo come “società della conoscenza”, “età dell’informazione”, “new economy”. L’aspeIo negaCvo è che le banche, le aziende e i gestori di fondi possono spostare grandi quanCtà di denaro con pochi click, questo può provocare grandi crisi finanziarie internazionali - Globalizzazione poliRca: la globalizzazione è legata anche a faIori poliCci, prima di tuIo il crollo del comunismo, perché ha accelerato il processo di globalizzazione, ma in parte ne è stato il prodoIo. Un secondo faIore poliCco di globalizzazione è l’ampliamento dei meccanismi internazionali di governo che facilitano la cooperazione tra gli staC-nazione (Onu à associaC individualmente gli staC-nazione, Unione Europea à ha introdoIo forme di governo transnazionale che richiedono agli staC membri di rinunciare a un certo grado di sovranità) Altre forme di globalizzazione poliCca sono le organizzazioni governaCve e non governaCve 20 Ø GovernaCve: organismi ai quali viene conferita la responsabilità di sovraintendere a una parCcolare area di aUvità transnazionale (Onu, Nato, Fmi) Ø Non-governaCve (ong): associazioni indipendenC che collaborano alla risoluzione di problemi internazionali (Croce Rossa, medici senza fronCere, amnesty internaConal, green peace) Da queste organizzazioni internazionali, emerge una globalizzazione poliCca i cui aspeU predominanC non sono più legaC agli interessi nazionali, ma ai problemi dell’intero pianeta. DIBATTITO SULLA GLOBALIZZAZIONE Suddivisione di David Held e colleghi… - IperglobalisC: globalizzazione è un fenomeno molto reale con conseguenze che si dispiegano ovunque. Un processo che produce un nuovo ordine globale sorreIo da flussi inarrestabili della produzione e del commercio internazionali. Le tesi dei sostenitori di questa ideologia di fondano sulla trasformazione degli staC-nazione. I singoli paesi non governano più le proprie economie a causa dell’enorme espansione del commercio mondiale, i governi internazionali sono sempre meno capaci di intervenire. - SceUci: la portata della globalizzazione è sopravvalutata. Secondo loro è più appropriato parlare di internazionalizzazione, conceIo che salva la centralità degli staC-nazione come soggeU poliCci. I governi nazionali conservano un ruolo chiave. L’economia mondiale contemporanea, secondo gli sceUci non è realmente globalizzata, perché il grosso degli scambi avviene tra Europa, Giappone/Asia orientale, Nord America e non in un vero contesto globale. Per questo si concentrano sui processi di regionalizzazione dell’economia mondiale, secondo loro questa crescita si prova che l’economia mondiale è meno integra che in passato. - TrasformazionalisC: posizione intermedia. Globalizzazione un processo soIeso a molC cambiamenC delle società contemporanee, pur nella persistenza di vecchie struIure. A differenza degli iperglobalisC, non vedono nella globalizzazione un processo lineare unidirezionale, ma un processo dinamico e aperto, soggeIo a influenze e modificazioni. Flusso bidirezionale che si muove dal globale al locale e viceversa. Secondo loro la globalizzazione è un processo decentrato, caraIerizzato da collegamenC e flussi culturali mulCdirezionali. CONSEGUENZE GLOBALIZZAZIONE Le società sviluppate dipendono dalle materie prime e dalle merci dei paesi in sviluppo. La globalizzazione comporta che i mondi minoritario e maggioritario vengano sempre più percepiC come parC del mondo umano globale. Cambia anche la mappa culturale del mondo, sono una dozzina di lingue predominanC che superano i 100 milioni di parlanC, l’inglese unicamente, è divenuta la lingua “iper centrale”. È sempre più difficile trovare una società che possa vivere separatamente dal resto del mondo. Glocalizzazione Secondo alcuni, la rapida espansione mondiale di Internet è desCnata ad accedere la diffusione di una cultura globale, può essere prematuro concludere che la globalizzazione spazzerà via le culture tradizionali. Glocalizzazione, termine coniato da Roland Robertson, le comunità locali sono spesso soggeU aUvi che modificano i processi globali per adeguarli alla propria cultura. Le imprese transnazionali confezionano prodoU e servizi in modo da adaIarli alle condizioni locali. Se questo fosse vero, potremmo scoprire che la globalizzazione non conduce inevitabilmente a una cultura globale uniforme, ma consente un flusso mulCdirezionale di prodoU culturali tra tuIe le società del mondo. Individualismo riflessivo Gli effeU della globalizzazione si notano anche nella sfera privata, oggi gli individui hanno molte più possibilità di scegliere la propria vita che in passato. Con la globalizzazione gli individui sperimentano un nuovo individualismo, consente loro di costruire aUvamente la propria idenCtà. La globalizzazione ci spinge a vivere in modo più aperto e riflessivo, reagendo e adaIandoci al nostro ambiente in trasformazione. 21 5.STRATIFIAZIONE E CLASSI SOCIALI Sociologia si afferma come disciplina per l’esigenza di spiegare trasformazioni che investono la società e i rapporC consolidaC tra i gruppi sociali (con l’avvento della società industriale gli asseU sociali non possono più essere daC per scontaC, i rapporC gerarchici appaiono minacciaC, si indeboliscono i legami sociali tradizionali, i rapporC tra i gruppi sociali e le generazioni mutano per i processi in aIo di urbanizzazione e di migrazione, viene meno la credenza nella sacralità della tradizione e della religione…) I sociologi parlano di straRficazione sociale per descrivere le disuguaglianze tra gruppi nelle società umane. La straCficazione sociale può essere fondata su faIori economici, religiosi, di genere, età… à definita come un sistema di disuguaglianze struIurate tra gruppi sociali. Il conceIo di straRficazione rimanda a quello di struIura sociale à un insieme ogge\vo di relazioni tra determinate posizioni sociali (ruoli, isCtuzioni, classi, seIori o parC della società), a prescindere dall’idenCtà dei soggeU che di faIo occupano le posizioni e in esse si avvicendano. La società è quindi un insieme di stra>, ordinaC gerarchicamente, i privilegiaC occupano le posizioni più alte, i meno, quelle più basse. TuU i sistemi di straCficazione hanno tre caraIerisCche in comune: 1. La straCficazione riguarda categorie di individui accomunaC da determinate caraIerisCche (uomini/donne, ricchi e poveri) 2. Le opportunità individuali dipendono dalla posizione relaCva della categoria di appartenenza (essere bianchi/neri, femmine/maschi, lavoratori/benestanC) 3. I rapporC tra le diverse categorie tendono a cambiare lentamente (esempio le donne nelle ciIà industrializzate solo da poco hanno iniziato a raggiungere la parità con gli uomini in diversi ambiC) Strato= insieme di individui che godono della stessa quanCtà di risorse o che occupano la stessa posizione nei rapporC di potere. StraCficazione sociale: sistema di disuguaglianze, struIurate da struIure sociali Esistenza di gruppi sociali differenzia> all’interno di una determinata società (stra>), situa> l’uno sull’altro in modo da formare una stru;ura ver>cale (ordine gerarchico). Riflessione video, in che modo le nostre possibilità di vita sono influenzate da ruoli, status e gerarchie sociali? background famiglia genere possibilità economiche età paese in cui si nasce (contesto territoriale) orientamento sessuale disabilità religione background socioeconomico aspeIo fisico à tuIe variabili che cosCtuiscono le struIure sociali e influenzano le proprie opportunità La straCficazione è sempre esisCta? È un fenomeno universale? Si, ma le sue forme e i meccanismi di riproduzione della straCficazione variano nel tempo e nello spazio. Gerhard Lenski, ha viaggiato ha confrontato società di Cpo diverso lungo un lasso di tempo che parte dall’inizio della storia dell’umanità stessa per individuare le condizioni che favoriscono le disuguaglianze. 22 SoIolinea che: - nelle società dei cacciatori e raccoglitori vi erano poche differenze, le disparità erano limitate al genere e all’età. - con l’avvento delle società agricole: stanzialità, proprietà privata, aumento della produUvità, surplus economico + divisione del lavoro, differenze di status + disparità - Nelle società tradizionali, basate sullo sviluppo delle ciIà, si rilevano marcate disuguaglianze di potere e ricchezza (impero cinese, Impero Romano) Quando parliamo di modernità (fase storica che ha inizio nel seIecento, caraIerizzata dalla crescita della democrazia e della libertà personale, da una accresciuta fiducia nella ragione e nella scienza, dalla transizione verso un’economia industriale urbana) è legata all’industrializzazione, sviluppo trasporC e della comunicazione, staC nazione, razionalizzazione e disincantamento del mondo (affermarsi della razionalità, Weber lo vedeva come un problema, comportamento cinico, approccio all’esistenza razionale e venir meno ai conceU religiosi), urbanizzazione, secolarizzazione. Postmodernità (fase storica che inizio con la fine degli anni 70 del secolo scorso): progresso tecnologico, ascesa di economie basate sulle informazioni, globalizzazione, dimensioni planetarie dell’economia e dei mercaC finanziari, capitalismo piaIaforme, “società liquida” (Secondo Bauman, modernità liquida, precarietà, sgretolamento dei legami sociali, incertezza), espansione dei media, capitalismo delle piaIaforme, crisi poliCca e dello stato nazione. Nella società post-moderna o contemporanea à disparità mulCple Disparità nell’accesso a risorse, privilegi e opportunità sono riconducibili a un complesso intreccio di variabili o posizioni (classe sociale, livello di istruzione, età, genere, etnia, provenienza geografica, sessualità, abilità/disabilità…) INTERSEZIONALITÀ MULTIPLE Lenski afferma che tuU i sistemi di straCficazione presentano tre caraIerisCche: - La straCficazione riguarda categorie di individui accomunaC da certe caraIerisCche - Le opportunità individuali sono influenzate dalla posizione relaCva fella categoria di appartenenza - I rapporC tra le categorie tendono a cambiare lentamente StraCficazione sociale: il sistema delle disuguaglianze struIurali di una società nei suoi principali aspeU: DistribuCvo: riguardante l’ammontare delle ricompense, materiali e simboliche oIenute dagli individui e dei gruppi di una società Relazionale: ha a che fare con i rapporC di potere esistenC fra gli aIori sociali Le prime società umane di cacciatori erano poco straCficate, sopraIuIo perché erano poche le risorse da riparCre tra i membri. Con lo sviluppo dell’agricoltura aumentò la straCficazione. Le società iniziarono ad avere sempre di più un asseIo sociale piramidale, oggi le società industriali e posCndustriali sono molto complesse e la loro straCficazione. La situazione sociale di queste società può ricordare maggiormente una goccia, con la maggior parte delle persone stanziate nella parte medio-bassa. Si possono disRnguere storicamente quaFro sistemi di straRficazione: la schiavitù, le caste, i ceC e le classi. SCHIAVITÙ Forma estrema di disuguaglianza, alcuni individui sono proprietà di altri. Talvolta gli schiavi erano privi di qualunque Cpologia di diriIo, come gli schiavi nel Sud degli StaC UniC prima della guerra civile. Nella anCca Grecia, Atene permeIeva agli schiavi di occupare posizioni relaCvamente elevate, non poliCca e militanza, ma erano istruiC e lavoravano nell’amministrazione o come arCgiani, altri di loro invece nelle miniere. Gli schiavi si sono sempre ribellaC alla loro condizione di soggezione. La schiavitù non era un sistema economicamente efficiente, perché un’elevata produUvità poteva essere oIenuta solamente grazie a controllo e brutali punizioni. 23 Oggi la schiavitù è formalmente illegale ovunque, ma non è scomparsa del tuIo, è sopraIuIo concentrata in Asia e in Africa. CASTE (status, presCgio, sCle di vita) Sono gruppi sociali chiusi basaC su caraIeri come l’etnia, il colore della pelle, la religione o la professione dei genitori. È una forma di straCficazione in cui la posizione dell’individuo è ascriIa, cioè dalla nascita e per tuIa la vita. La “purezza” della casta viene preservata con l’endogamia, cioè l’obbligo per tradizione e legge di sposarsi solamente con persone dello stesso gruppo sociale. Il sistema indiano rifleIe le convinzioni religiose e risale ad almeno duemila anni fa. Esistono quaIro caste principali: brahmini, kshatriya, vaishya e shudra, al di soIo i dalit, ovvero gli “intoccabili”. L’India rese illegale la discriminazione per moCvi di casta, nel 1949, ma permangono tracce di questo sistema. CETI Esempio più comune è quello de feudalesimo, ma è presente anche n molte altre società tradizionali. I ceC feudali erano gruppi sociali con diriU e doveri diversi. Il ceto superiore era composto dall’aristocrazia e dalla piccola nobiltà, soIostava il clero con importanC privilegi, dopodiché il “terzo stato” era formato da funzionari, mercanC, arCgiani, contadini liberi, servi della gleba… A differenza delle caste nei ceC si tollerava una certa mobilità ed erano ammessi matrimoni misC. CLASSI Si parla di classi per indicare vasC gruppi di individui che condividono lo stesso Cpo di risorse economiche, che influiscono fortemente sule loro condizioni di vita. Il possesso di beni e il Cpo di occupazione definiscono le basi delle differenze di classe. Le classi si disCnguono dalle altre forme di straCficazione per quaIro aspeU: 1. I sistemi di classe sono fluidi, le classi non dipendono da ordinamenC giuridici o religiosi e i confini tra le classi non sono mai neU. Non esistono restrizioni sui matrimoni tra classi diverse. 2. La collocazione di classe è almeno in parte acquisita, non è solo ascriIa dalla nascita perché la mobilità sociale (cambio di classe) è molto comune. 3. Le classi hanno basi economiche, si fondano su disuguaglianze sul possesso e nel controllo di risorse materiali; 4. Nei sistemi di classe prevalgono i rapporC impersonali, come quelli tra aziende e dipendenC. A differenza degli altri sistemi di straCficazione in cui le disuguaglianze implicano rapporC personali, esempio rapporto tra padrone e schiavo. Nelle ciIà industrializzate i sistemi di straCficazione hanno lasciato posto alle classi. L’analisi della formazione delle classi sociali rappresenta fin dalle origini della disciplina un tema centrale. L’aIenzione dei padri fondatori della sociologia ricadeva sulle classi non sono altre forme di disuguaglianza struIurate: età, genere, provenienza, ecc. Sono faIori di disuguaglianza ammessi a tema più recentemente. TEORIA DELLE CLASSI SOCIALI Le prospeUve più influenC nello studio della straCficazione e struIura di classe sono riconducibili a Karl Marx e Max Weber. Marx: la loFa di classe Non ha mai dato una definizione vera e propria del conceIo di “classe”; quindi, deve essere ricavato dall’insieme delle sue opere. Per Marx una classe è un gruppo di individui che condivide un determinato rapporto con i mezzi di produzione. Nelle società preindustriali erano la terra e gli strumenC agricoli i principali mezzi di produzione, le due classi principali erano proprietari terrieri e i lavoratori di terra. Nelle società industriali i mezzi di produzione sono invece le fabbriche, gli uffici…, ovvero il capitale necessario per acquistarli. Le due classi principali in questo caso sono la borghesia capitalista e la classe operaia o proletariato. 24 Tra le classi à rapporto di sfruIamento Secondo Marx nelle società moderne lo sfruIamento sta negli operai, i quali, producono più valore di quello che ricevono soIo salario. Di questo plusvalore se ne appropriano i capitalisC come profiIo. à pauperizzazione: processo che indica il processo di impoverimento della classe operaia rispeIo alla borghesia capitalisCca. Differenza tra queste due classi diventa sempre più ampia. La disuguaglianza non è solo in termini economici, ma Marx osserva come con la meccanizzazione le mansioni degli operai diventano monotone, per questo vivono una condizione di alienazione rispeIo ai loro prodoU e alla loro mansione. Per Karl Marx le classi sociali avevano come base la dimensione economica - La base delle classi è nella sfera economica. Ma ciò non significa che le differenze di classe vadano ricercate nella “dimensione della borsa”, nel livello di reddito, e che tuIo si riduca alla contrapposizione fra ricchi e poveri. - In ogni società, l’asse portante delle classi si trovano nei rapporC di produzione e nelle relazioni di proprietà. Un piccolo numero di persone alla proprietà dei mezzi di produzione “la terra, gli strumenC di lavoro, i fabbricaC, le macchine, le materie prime), mentre la grande maggioranza della popolazione ne è esclusa. La classe sociale per Marx è “l’insieme degli individui che, all’interno del sistema struIurato dei rapporC di produzione, si trovano oggeUvamente nella stessa posizione” Non può essere idenCficata in base alla fonte del reddito Non può essere idenCficata con la funzione nella divisione del lavoro Le classi sono determinate dal rapporto che incorre tra gruppi di individui e la proprietà o meno dei mezzi di produzione. La sua leIura della straCficazione sociale è un modello antagonista, dicotomico: antagonismo tra coloro che possiedono e coloro che no (capitalisC/proletariato). Secondo lui le società sono costruite intorno a una divisione principale tra due classi antagoniste, di cui una dominante e l’altra subalterna. Per Marx il confliIo di classe è il motore della storia. Le disuguaglianze sono condizioni oggeUve che trascendono l’immagine che gli individui hanno di sé. Le classi sono raggruppamenC omogenei di persone, stesso livello di istruzione e di consumo, stessa visione del mondo. Potenzialmente dei soggeU colleUvi, delle forze sociali capaci in certe condizioni di azione unitaria e colleUva. Concezione materialisCca della storia: tesC scriU Il Manifesto del Par>to Comunista, Classe in sé e classe per sé Secondo Marx le classi sociali sono degli aIori storici solo potenzialmente. Egli, infaU, disCngue fra classe in sé e per sé. Con la prima espressione intende un insieme di individui che si trovano nella stessa posizione rispeIo alla proprietà dei mezzi di produzione. Usa la seconda quando quesC individui prendono coscienza di avere degli interessi comuni e di appartenere alla stessa classe. Weber: classe, status, parRto I faIori di disuguaglianza e i principi fondamentali aggregazione degli individui vanno ricercaC tre diverse sfere: - Economia: gli individui di uniscono sulla base a interessi materiali comuni, formando classi sociali Weber individua numerosi faIori economici rilevanC per la formazione di classi: oltre alla proprietà dei mezzi di produzione, anche le credenziali formaCve e le competenze professionali, ovvero la posizione di mercato, influisce in maniera determinate sulle possibilità di un individuo. Operai specializzaC in un seIore guadagnano di più. - Cultura: si uniscono seguendo ideali, interessi comuni dando origine a ceC sociali Lo status, si fonda su differenze sociali relaCve all’onore, o al presCgio. Viene riconosciuto aIraverso lo sRle di vita (abitazione, abbigliamento, modo di parlare) e persone che hanno lo stesso status formano un gruppo sociale con un senso di idenCtà condiviso. 25 Mentre per Marx lo status era una conseguenza della divisione in classi, per Weber lo status varia indipendentemente dalla classe. - PoliCca: si associano in parCC o in gruppo di potere per il controllo dell’apparato di dominio Nelle società moderne il parCto è un faIore importante nella distribuzione del potere, può influenzare a straCficazione indipendentemente dalla classe e dallo status. Per Weber status e parCC subiscono l’influenza delle classi, ma a loro volta incidono sulla situazione economica dei gruppi sociali, condizionano le divisioni di classe. I parCC si possono costruire su faIori che tagliano in modo trasversale le differenze di classe, come l’affiliazione religiosa o gli ideali nazionalisC. Gli studi di Weber sulla straCficazione sociale sono importanC perché mostrano altre dimensioni della straCficazione che influiscono sulla vita degli individui. AUra l’aIenzione sulla complessa interazione tra classe, status e parCto come faIori disCnC della straCficazione. In sintesi, ha elaborato una teoria della straCficazione a più dimensioni. Era convinto che le fonC delle disuguaglianze e i principi fondamentali di aggregazione degli individui andassero ricercaC in tre diverse sfere della società: l’economia, la cultura e la poliCca. Nella prima gli individui si uniscono in base a interessi materiali comuni formando classi sociali; nella seconda seguendo sCli di vita, gusC, preferenze e modelli di consumo comuni, nella terza si associano in parCC o gruppi di potere per esercitare il dominio. Il criterio di fondo dell’appartenenza a una classe è la situazione di mercato. Secondo Webber ci sono tre mercaC: 1. Del lavoro: si contrappongono la classe operaia (faIa da coloro che vendono la forza lavoro) e gli imprenditori (che li acquistano); 2. Del credito (debitori e creditori) 3. Delle merci (consumatori e venditori). Classi POSSIDENTI privilegiate in senso posiCvo: reddiCeri Classi POSSIDENTI privilegiate in senso negaCvo: coloro che non dispongono di nulla Classi ACQUISITIVE privilegiate in senso posiCvo: imprenditore di vario Cpo o professionisC forniC di un alto livello di preparazione Classi ACQUISITIVE privilegiaC in senso negaCvo: lavoratori CLASSI MEDIE e coloro che hanno piccole proprietà o un po’ di istruzione o qualche competenza professionale Una classe indica un insieme di individui che condividono la stessa situazione di mercato (situazione di classe) àla situazione di classe influisce su condizioni materiali di vita e sue esperienze personali e accessibili La dimensione culturale: i ceR Situazione di ceto/status: ogni componente Cpica del desCno di un gruppo di uomini, la quale sia condizionata da una specifica valutazione sociale, posizione sociale o negaCva dell’”onore”, che è legato a qualche qualità comune di una pluralità di uomini. I ceC (status) sono comunità di persone con uno stesso sCle si vita e un forte senso di appartenenza. Essi si disCnguono l’uno dall’altro per il diverso grado di presCgio di cui godono. Per migliorare la loro situazione, i ceC seguono la strategia della chiusura sociale, restringendo cioè gli accessi alle risorse e alle opportunità a uno strato limitato di persone, dotato di cerC requisiC. “In anCtesi le classi, i ceC sono di regola comunità, anche se spesso di genere a forma. In contrapposizione alla “situazione di classe” determinata in modo puramente economico, definiamo “situazione di ceto” ogni componente Cpica del desCno di un gruppo di uomini, la quale sia condizionata da una specifica valutazione sociale, posiCva o negaCva, del “onore” che è legato a qualche qualità comune di una pluralità di uomini. […] L’onore di ceto si esprime normalmente, sopraIuIo nell’esigere una condoIa di vita parCcolare da tuU coloro i quali vogliono appartenere a una data cerchia. Con ciò è la limitazione dei rapporC “sociali”, cioè dei 26 rapporC che non hanno scopi economici o peraltro verso “oggeUvi” e in parCcolare nel connubio normale al cerchio del ceto, fino alla completa chiusura endogama” (Weber) Si potrebbe quindi affermare, sia pure con una forte semplificazione, che le “classi” si suddividono secondo una relazione con la produzione e con l’acquisto dei beni, ed “i ceC” invece secondo i principi del loro consumo dei beni, soIoforma di specifici modi di “condoIa della vita”. Anche un ceto professionale cosCtuisce un “ceto”, cioè pretende con successo un “onore” sociale. (Weber, Economia e società) Per migliorare la loro situazione i ceC possono adoIare la strategia della chiusura sociale, restringendo l’accesso alle risorse ed opportunità associate. Es. aIraverso controlli ed esami, richiedendo Ctoli e cerCficaC. Le relazioni tra classi e ceC sono complesse. Le classi hanno una maggiore eterogeneità interna dei ceC. Alcuni ceC nascono in seno alle classi, altri le trascendono. Nella sfera della poliCca à parCC e gruppi di potere Combinare Marx e Weber Il sociologo americano Erik Olin Wright ha sviluppato una teoria che combina alcuni aspeU degli approcci di Marx e di Weber. InfaU, tra le due classi che individua Marx, si collocano gruppi la cui posizione è più ambigua: dirigenC, impiegaC, liberi professionisC, tecnici à colle\ bianchi Devono vendere la propria forza lavoro ai capitalisC, ma rispeIo ai lavoratori manuali hanno un maggiore controllo sull’ambiente di lavoro. Il sociologo definisce la loro posizione “contradditoria” perché non sono né capitalisC né lavoratori manuali. Un ampio seIore della popolazione, dunque, deve vendere la propria forza lavoro, ma questa popolazione comprende sia lavoratori manuali sia i colleU bianchi. Per differenziare la collocazione di classe all’interno di questo stesso seIore, Wright prende in considerazione due faIori Weberiani: il rapporto con l’autorità e il grado di specializzazione. DirigenC e quadri intraIengono con le autorità un rapporto privilegiato, pur restando soIo il controllo dei capitalisC, contribuiscono a controllare gli operai (sfruIaC e sfruIatori) I coleU bianchi dotaC di capacità specializzate molto richieste sono in grado di esercitare una specifica forma di potere nel sistema capitalisCco e possono chiedere compensi elevaC in termini monetari ma anche di presCgio sociale Wright dimostra che le prospeUve di Marx e Weber non sono dunque necessariamente contrapposte. Dalla metà del XX secolo la sociologia ha preso le distanze da un interesse pressoché esclusivo per la classe sociale, rivolgendo l’aIenzione ad altre disuguaglianze, come il genere, l’etnia, la disabilità. Hanno compreso che per comprendere le classi aIuali occorreva collegare le classi alle altre forme di disuguaglianza. Intersezionalità à per indicare il complesso intreccio di disuguaglianze sociali che dà forma alla vita quoCdiana. Non vuol dire solo “aggiungere” razza, etnia, disabilità alla classe. Ma, “l’intersezionalità postula il caraIere cosCtuCvo della razza, della classe, del genere, della sessualità, dell’abilità e dei diversi aspeU dell’idenCtà. Gli uni improntano gli altri e presi insieme, producono un’esperienza del mondo che, a seconda del contesto, è caraIerizzata talvolta da oppressione ed emarginazione, talaltra da privilegio e vantaggio” (Smooth 2010) La ricerca intersezionale adoIa metodi qualitaCvi, che riescono a dar conto delle esperienze di vita vissuta, allontanandosi dagli studi quanCtaCvi sulle classi. Due principali prospeUve teoriche (pagina 10,11,12) Teorici del confliFo: Marx e weber, credono che le disuguaglianze esistano in una situazione di confliIo conCnuo perché i gruppi sociali che sono predominanC le usano per giusCficare lo status quo; quindi, la 27 straCficazione sociale non svolge una funzione indispensabile ma è uno strumento di perpetuazione del potere di un gruppo di individui rispeIo ad un gruppo subalterno. Ritengono invece che le disuguaglianze esistano perché i gruppi sociali che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli aIacchi degli altri in una situazione di confliIo conCnuo. (Il confliIo sociale motore della storia) Teorie funzionaliste: hanno cercato di spiegare le caraIerisCche universali della straCficazione sociale. Il padre è Durkheim, ma la teoria viene formulata in modo sistemaCco e arCcol