Summary

This document provides a detailed description of the human circulatory system. It explains the anatomy and physiology of the heart and blood vessels. It covers aspects such as the components of the circulatory system, blood vessels, and the heart's function.

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Apparato cardio - circolatorio App. Cardio - vascolare -> si divide in due componenti: - Componente sanguifera -> caratterizzata da vasi che contengono sangue. La sua funzione è quella di garantire a tutti gli organi, un’apporto continuo di ossigeno e nutrienti, in periferia, invece,...

Apparato cardio - circolatorio App. Cardio - vascolare -> si divide in due componenti: - Componente sanguifera -> caratterizzata da vasi che contengono sangue. La sua funzione è quella di garantire a tutti gli organi, un’apporto continuo di ossigeno e nutrienti, in periferia, invece, preleva i prodotti di scarto. - Componente linfatica -> caratterizzata da vasi che contengono linfa, questa componente comprende anche i linfonodi. La componente sanguifera è costituita da due parti: Cuore -> organo cavo in cui scorre il sangue (si può chiamare anche vaso), è de nibile come un’elettropompa formata da una componente elettrica ed una muscolare. Vasi -> si dividono in: - Arterie -> dove il sangue dal cuore, in direzione centrifuga, va verso la periferia. Si possono suddividere in: grosse arterie (diametro superiore a 7 mm), arterie di medio e piccolo calibro (tra 0,5 e 7 mm), arteriole (inferiore a 0,5 mm), a queste seguiranno i capillari. Le grosse arterie hanno una grande componente elastica, mentre quelle di medio e piccolo calibro sono arterie muscolari. La componente elastica, diminuisce man mano che le arterie diventano più piccole, e viene sostituita dalla componente muscolare. - Vene -> dove il sangue dalla periferia, in direzione centripeta, va verso il cuore. Si possono suddividere in venule, vene di piccolo e medio calibro, grosse vene. - Capillari -> interposti tra arteriole e venule (diametro da 5 a 200 m), permettono gli scambi gassosi e metabolici, attraverso le loro sottili pareti. Esistono 3 diversi tipi di capillari: continui, fenestrati e sinusoidali. Il sistema portale arterioso, si presenta quando una rete capillare è interposta tra due arteriole (Es. nel rene). Il sistema portale venoso, al contrario, si presenta quando una rete capillare è interposta tra due venule (Es. nel fegato). Si può de nire la piccola e la grande circolazione, quello piccola è formata da arterie e vene che dal cuore portano sangue ai polmoni e viceversa, mentre quella grande è formata da arterie e vene che dal cuore, passando per la periferia, riportano il sangue al cuore. P. Circolazione -> cuore —> polmoni G. Circolazione -> cuore —> cuore Cuore Organo cavo, impari a struttura prevalentemente muscolare. Dal punto di vista funzionale è de nito un’elettro-pompa, quindi una pompa generata da un segnale di natura elettrica. È situato nella cavità toracica, precisamente nel mediastino medio (mediastino = spazio compreso tra i due polmoni), sopra il diaframma. La sua posizione non è perfettamente centrata rispetto al piano sagittale mediano, ma è ruotato per 2/3 verso sinistra. L’asse del cuore è un asse obliquo, che va da destra verso sinistra, dall’alto verso il basso e da dietro verso avanti. Il cuore è ricoperto da un sacco bro-connettivale chiamato pericardio broso. In proiezione frontale, il cuore si presenta con la faccia sterno-cosale (parte in rapporto con lo sterno e le coste). Il cuore, in proiezione posteriore, ha un’altra faccia rivolta verso il diaframma, chiamata faccia diaframmatica. Il cuore è diviso in 4 cavità, 2 atri (destro e sinistro) e 2 ventricoli (destro e sinistro). Dalla metà destra del cuore nasce la piccola circolazione. All’atrio destro arriva tutto il sangue venoso re uo dell’organismo. Il sangue giunge all’atrio, attraverso 3 vasi: - Vena cava superiore -> porta sangue venoso re uo, da tutto il distretto sovra diaframmatico. - Vena cava inferiore -> porta sangue venoso re uo, da tutto il distretto sotto diaframmatico. - Seno coronario -> porta sangue venoso re uo dal cuore. Appena il sangue venoso re uo raggiunge l’atrio destro, questo va in sistole (contrazione cardiaca di un atrio o ventricolo), spingendo il sangue nel ventricolo destro sottostante, appena l’atrio destro ha spinto il sangue, fi fl fi fl fl fl fl 𝛍 fi fi fi va in diastole (quando atri e ventricoli si rilasciano), mentre, il ventricolo destro va in sistole, spingendo il sangue nell’unico vaso con cui comunica, l’arteria polmonare. È fondamentale ricordare che, se l’atrio va in sistole il ventricolo va in diastole, e che, gli atri contemporaneamente vanno in sistole o diastole, e i ventricoli contemporaneamente vanno in sistole o diastole. Questa attività di contrazione deve essere sincrona, altrimenti si incombe in brillazione cardiaca, quando viene meno questa sincronia nelle contrazioni. L’arteria polmonare è piuttosto corta, in quanto rapidamente si divide in due rami (art. polmonare destra e sinistra), uno verso il polmone destro e uno verso il polmone sinistro. Una volta che il sangue arriva ai polmoni, scambia i gas (CO2—> O2), da qui il sangue ritorna al cuore attraverso le 4 vene polmonari, 2 da destra e 2 da sinistra, che giungono all’atrio sinistro, a questo punto termina la piccola circolazione. L’atrio sinistro, colmo di sangue ossigenato va in sistole, spingendo il sangue nel ventricolo sinistro, a questo punto l’atrio sinistro va in diastole, mentre il ventricolo sinistro in sistole, spingendo il sangue attraverso l’aorta in tutta la periferia, dando inizio alla grande circolazione, che termina quando il sangue torna al cuore. Osservando il cuore, da un punto di vista macroscopico, nelle sue due facce (sterno-costale e diaframmatica), evidenziamo un solco (solco coronario), dove superiormente ad esso individuiamo gli atri, che costituiscono la base del cuore (orientata verso l’alto, verso dietro e verso destra), mentre in basso, orientato verso sinistra, troviamo una regione che prende il nome di apice o punta del cuore. Sempre da un punto di vista macroscopico evidenziamo 2 margini, che rappresentano i con ni tra le facce, il margine destro de nito anche “acuto”, il margine sinistro de nito anche “ottuso”. Dal solco coronario, si origina un altro solco ad andamento quasi verticale (solco longitudinale anteriore), che separa, sulla faccia sterno-costale, i due ventricoli. Questo solco continua verso l’altra faccia (diaframmatica), dividendo sempre i due ventricoli, e prende il nome di “solco longitudinale posteriore”. Tra atri e ventricoli si dispongono 2 valvole “atrio-ventricolari”, una a destra tra l’atrio destro e il ventricolo destro sottostante (valvola tricuspide), e una a sinistra tra l’atrio sinistro e il ventricolo sinistro sottostante (valvola bicuspide / mitrale). Ci sono altre 2 valvole, una dove il sangue esce dal ventricolo destro (valvola polmonare), ed una valvola dove il sangue fuoriesce da ventricolo sinistro (valvola aortica). - Valvola tricuspide / bicuspide -> formata da tessuto connettivale, il margine sso si attacca al contorno del foro dove è disposta la valvola, i margini liberi (lembi/cuspidi) sono formati da dei cordoncini (corde tendinee), che vanno ad inserirsi nei muscoli papillari. Questi muscoli, quando il ventricolo si contrae, tendono a tirare le corde tendinee, favorendo l’apertura della valvola. Ma quando il ventricolo si contrae la valvola deve chiudersi, e questa chiusura avviene tramite la pressione. Quando il ventricolo si contrae la pressione interna aumenta e tende a far “ribaltare” i lembi valvolari verso l’alto, ma, nello stesso momento, i cordoncini tendinei tirano verso il basso impedendo il ribaltamento dei lembi. In questo modo la valvola si chiude ermeticamente grazie a queste due forze che agiscono su di essa. La valvola tricuspide e bicuspide sono formate, e agiscono allo stesso modo, con l’unica di erenza che i lembi presenti in ognuna sono diversi, pertanto la valvola tricuspide ha 3 lembi, la valvola bicuspide ne ha 2. - Valvola polmonare / aortica -> de nite valvole a nido di rondine, in quanto si presentano con 3 “tasche” che ricordano il nido di una rondine. Una volta che il sangue è passato, grazie alla sistole ventricolare, attraverso le valvole, nel momento in cui i ventricoli vanno in diastole, la pressione causata dal ritorno elastico delle grosse arterie, tenderebbe a farlo tornare verso i ventricoli, questo ritorno fa si che le tre “tasche” delle valvole si riempiano di sangue, sigillandole, ed impedendo quindi al sangue di re uire al ventricolo. La super cie interna dell’atrio destro è liscia e poco spessa, tranne nel punto in cui troviamo i muscoli “pettinati”. Lo spessore ridotto della super cie atriale, è dovuto al fatto che la contrazione dell’atrio è modesta, in quanto deve spingere il sangue solo attraverso la valvola tricuspide o bicuspide per far giungere il sangue al ventricolo sottostante. A livello dell’atrio destro, sulla super cie esterna, individuiamo una zona chiamata “auricola”, che corrisponde al punto in cui internamente troviamo i muscoli pettinati. Il ventricolo destro ha invece, una parete più spessa, dove tutta la super cie interna è sollevata (trabecole carnee), questa parete è costituita dai muscoli “papillari”. Quando il ventricolo va in sistole diminuisce il suo volume interno aumentando la pressione, in questo modo, fi fi fi fi fi fi ff fi fi fi fl fi il sangue, tende ad uscire dal punto di minor resistenza della parete, ossia a livello della valvola polmonare. Il ventricolo è “diviso” internamente in due coni: - Cono venoso -> dove il sangue scende, attraverso la valvola tricuspide o bicuspide. - Cono arterioso dove il sangue sale verso la valvola polmonare. La stessa cosa accade nell’atrio destro, quando questo va in sistole, il punto di minor resistenza, lo si ha a livello della valvola tricuspide. In questo modo il sangue dall’atrio destro, scende verso il ventricolo destro per poi risalire attraverso la valvola polmonare no hai polmoni. In diastole, il sangue potrebbe risalire attraverso le valvole, siologicamente questo non accade, in quanto, il meccanismo di chiusura della valvola atrio ventricolare lo impedisce. Incorrendo però, in patologie (Es. insu cienza valvolare destra), il sangue invece di andare tutto verso l’arteria polmonare, una parte ritorna nell’atrio destro, favorendo un aumento di sangue in tutto il ritorno venoso, in particolar modo a livello dei capillari, causando gon ore agli arti (piedi e gambe) nell’individuo a etto da questa patologia. Se la quantità di sangue che ritorna è rilevante, si deve intervenire chirurgicamente. Nella parte sinistra, lo spessore della parete ventricolare, è 3 volte quella del ventricolo destro, questo ampio spessore muscolare è dovuto al fatto che il ventricolo sinistro deve spingere il sangue in tutto il corpo. La conformazione, per il resto è come quella del ventricolo destro, tranne appunto per lo spessore dei muscoli papillari sui quali si attaccano i 2 lembi della valvola mitrale. I danni alla valvola mitrale sono ben più gravi rispetto alla tricuspide, perché se un parte di sangue ritorna all’atrio sinistro, ci sarà più sangue anche a livello delle vene polmonari, così, di conseguenza più sangue sarà contenuto nelle rami cazioni delle vene polmonari, causando un “trasudato” di liquidi nei polmoni (edema polmonare), ed è chiaro che ci sarà anche meno sangue a disposizione per tutto il corpo. Lo scheletro broso del cuore è l’insieme delle 4 valvole ed il connettivo interposto tra le valvole. È fondamentale per dare un minimo di rigidità al cuore, un punto sso sul quale si inseriscono i fasci muscolari e le valvole. 3 valvole, tricuspide, mitrale e aortica giacciono sullo stesso piano, la valvola polmonare è disposta su un piano leggermente superiore. Il cuore essendo un organo cavo è formato dalla sovrapposizione di tonache (intima, media e avventizia), ma a livello del cuore queste tre tonache prendono un nome speci co: - Endocardio (intima) -> piccolo strato cellulare sostenuto su del connettivo (super cie a diretto contatto con il sangue che sta circolando). - Miocardio (media) -> de nisce il muscolo cardiaco (tessuto muscolare). - Epicardio (avventizia) -> piccolo strato cellulare esterno. Il miocardio è suddiviso in: - Miocardio comune -> tessuto muscolare che si contrae e si rilascia. - Miocardio speci co -> tessuto muscolare che ha perso la capacità di contrazione, ma ha acquisito la capacità di generare un segnale di natura elettrica. Il miocardio comune si contrae, grazie al miocardio speci co, indipendentemente dal sistema nervoso. Miocardio comune: Muscolatura consistente divisa in strati. I fasci muscolari, si ancorano allo scheletro broso del cuore, da qui scendono e avvolgono tutto il cuore. Questi fascisti portano no all’apice del cuore, da qui spiralizzano e risalgono verso lo scheletro broso, solo che da una posizione super ciale, risalgono in una posizione profonda. Si possono quindi dividere in 2 fasci: - Fasci esterni (Fig. B) -> fasci che scendono verso l’apice del cuore - Fasci interni (Fig. C) -> fasci che risalgono verso lo - scheletro broso Tra questi due strati di fasci, se ne interpone un terzo (Fig. A). Questo strato di fasci non arriva no all’apice del cuore, ed avvolgono i ventricoli separatamente, alcuni fasci speci ci avvolgono il ventricolo destro altri avvolgono il sinistro. Questa disposizione dei fasci fa si che il ventricolo riesca ad esprimere un’ottima forza di contrazione e quindi di spinta. fi ffi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi ff fi Miocardio speci co: Non ha nulla a che fare con la contrazione muscolare, ma ha a che fare con la genesi di un segnale elettrico fondamentale per consentire la contrazione del miocardio comune. Il miocardio speci co non si deve però confondere con un tessuto di natura nervosa. Il miocardio speci co è organizzato in nodi, bisogna quindi immaginare un percorso che fa l’impulso elettrico, in maniera tale che passi per tutto il cuore facendo contrarre atri e ventricoli. Questo impulso nasce dal “nodo seno-atriale” (di Keith e Flack), posizionato in prossimità dello sbocco della vena cava superiore (dove la vena si “getta” nell’atrio destro), nella parete posteriore e superiore dell’atrio. Il nodo seno-atriale genera il ritmo di contrazione del cuore (riposo 60/70 RPM, attività intensa 110/120 RPM). Questo segnale si di onde poi verso gli atri, attraverso delle bre di miocardio speci co, mandandoli in sistole, a questo punto le bre convergono verso il 2° nodo, “nodo atrio-ventricolare” (di Tawara). Questo nodo si trova in prossimità del seno coronario e della valvola atrio ventricolare (tricuspide). In questo secondo nodo il segnale elettrico viene rinforzato, ed attraverso il “fascio di His” (che si divide immediatamente in 2 branche, cellule delle due branche si connettono con le bre di Purkinje, cellule miocardiche specializzate per la rapida conduzione degli impulsi, che vengono così inviati a tutte le cellule del miocardio ventricolare), passa no ai due ventricoli così che possano contrarsi, nel momento in cui i ventricoli si rilasciano, un nuovo impulso verrà rilasciato dal nodo seno-atriale. Pericardio Ha una forma di cono, che si estende verso l’alto. La base coincide con il diaframma e l’apice si prolunga verso l’alto ricoprendo i grossi vasi come l’aorta. Suddiviso in pericardio broso (esternamente), e pericardio sieroso (internamente), quest’ultimo suddiviso a sua volta da 2 foglietti: - Foglietto parietale -> aderisce alla super cie interna del pericardio broso. Nei movimenti di torsione accentuati del tronco, questo foglietto scivola sul foglietto viscerale, facendo si che il cuore durante il movimento rimanga fermo. - Foglietto viscerale -> costituisce la 3° tonaca cardiaca ossia l’epicardio. Tra i 2 foglietti esiste uno spazio chiamato cavità pericardica, che contiene il liquido pericardico. Vasi sanguigni Vene -> portano il sangue re uo, cianotico verso l’atrio destro del cuore, sono: - Vena cava inferiore -> drena il sangue venoso dalla regione sotto-diaframmatica. - Vena cava superiore -> drena il sangue venoso dalla regione sovra-diaframmatica. - Seno coronario -> drena il sangue venoso dalla circolazione coronaria. Nel cuore, a livello del solco longitudinale anteriore si presenta la grande vena cardiaca, la piccola vena cardiaca a livello del margine acuto del cuore, e la vena cardiaca media, queste vene convergono nel seno venoso (coronario), che entra nel cuore no a perforare la parete dell’atrio destro. Dal seno coronario viene riversato il sangue venoso re uo dalla parete del cuore. Aorta -> assicura che il sangue ossigenato arrivi in tutto l’organismo. È l’arteria più grossa dell’organismo, e come tale è elastica. Nasce dal ventricolo sinistro dirigendosi in alto verso destra, dando origine all’aorta ascendente, alla quale segue l’arco dell’aorta ed in ne l’aorta discendente. Aorta ascendente -> gli unici rami che emette sono le 2 arterie coronarie (destra e sinistra), che si rami cano portando sangue ossigenato alla parete del cuore. 1. Arteria coronaria Dx -> decorre lungo il solco coronario, giunge al margine destro del cuore ed emette un ramo importante e consistente “ramo marginale destro”, che emette dei rami che vanno sia all’atrio che al ventricolo Dx, vascolarizzando fi fi fi fi fi fi ff fi fl fl fi fi fi fi fi fi fi l’intera regione. La coronaria Dx si prolunga no alla “croce del cuore” (punto in cui il solco coronario, il solco inter-atriale posteriore ed il solco longitudinale posteriore si incrociano), da qui l’arterie piega percorrendo il solco longitudinale posteriore, diventando arteria inter- ventricolare posteriore, emettendo rami che giungono in prossimità della punta del cuore. 2. Arteria coronaria Sx -> è piuttosto breve, in quanto si divide dopo pochi centimetri in 2 rami relativamente grossi, ramo inter-ventricolare anteriore (sulla faccia sterno-costale) che emette molti rami, alcuni anche verso l’apice, ed il secondo ramo che continua a posizionarsi nel solco coronario prende il nome di arteria circon essa, che percorrendo il solco emette dei rami no ad esaurirsi. Possiamo parlare di dominanza destra e sinistra del cuore, se consideriamo l’origine del ramo inter-ventricolare posteriore, infatti se questo si origina dalla coronaria Dx, si parla di dominanza destra del cuore (circa l’85% degli individui), viceversa, se si origina dal prolungamento dell’arteria circon essa, derivante dalla coronaria Sx, si parlerà di dominanza sinistra del cuore (circa il 15% degli individui). Questa di erenza non reca alcun cambiamento a livello emo-dinamico, siologico e funzionale. Quando 2 arterie si continuano l’una con l’atra a pieno canale, si de nisce con il termine “anastomosi”, consentendo di baipassare, un’eventuale occlusione (in questo caso a livello coronario) che possa recare dei danni al funzionamento della pompa cardiaca. Arco dell’aorta -> emette 3 rami piuttosto grandi, che saranno gli unici che andranno a vascolarizzate tutta la parte superiore del corpo (cingolo scapolare, arto, collo e testa). Questi 3 vasi sono l’arteria anonima (brachio cefalica), arteria carotide comune Sx e l’arteria succlavia Sx. L’arteria anonima si divide, dando origine all’arteria carotide comune Dx e all’arteria succlavia Dx. - Arteria carotide comune -> si porta nel collo andando poi a vascolarizzare, appunto, collo e testa. L’arteria ascende nel collo in posizione relativamente super ciale (toccandoci il collo possiamo, infatti, percepire il “polso carotideo”), ad un certo punto si divide in: - Art. carotide esterna -> si distribuisce verso la faccia e verso gli organi della faccia che non sono di natura nervosa (Es. ghiandole salivari, muscoli della faccia, cute/sotto cute, ecc..). - Art. carotide interna -> entra attraverso il foro carotideo nella cavità cranica, dove si divide andando a vascolarizzare tutto il contenuto cranico. Nella cavità cranica entrano esclusivamente 4 arterie: - 2 carotidi interne Dx/Sx - 2 Art. vertebrali -> sono i primi rami che si originano dall’arteria succlavia. Con l’avanzare dell’età è consigliato fare un’ecogra a al collo (eco-doppler), per monitorare i vasi epiaortici (Art. carotidi e vertebrali), per valutare il usso dinamico del sangue attraverso questi vasi, in quanto possono essere sede di ateromi (placche costituite essenzialmente da grasso), che potrebbe staccarsi seguendo la circolazione. Staccandosi all’altezza dell’arteria carotide comune può percorrere 2 vie, se l’individuo è fortunato, l’ateroma percorre la carotide esterna no a bloccarsi, causando una perdita di sensibilità nella parte del viso in cui cessa l’a usso ematico; se l’individuo è sfortunato l’ateroma percorre la carotide interna nendo nella cavità cranica, nel momento in cui si blocca provoca un’ischemia cerebrale che nei casi peggiori può provocarne il decesso. C’è però un sistema che ci aiuta a superare eventuali traumi ateromatici cerebrali, che si chiama “poligono di Willis”, posizionato alla base del cranio, si genera dalle 4 arterie che entrano nella cavità cranica: le arterie vertebrali, in questo punto, si uniscono formando l’arteria basilare, che si anastomizza con le carotidi interne, andando a formare il circuito fl fl fi fi fi fi ff fi fi fi fi ffl fl anastomotico a 7 rami (poligono di Willis). Questo circuito ha 2 funzioni fondamentali: 1. Fa si che il sangue, che successivamente si porta al tessuto nervoso, abbia la stessa pressione, così che le aree corticali ricevano tutte allo stesso momento la stessa quantità di sangue. Questo è fondamentale in quanto le carotidi che arrivano nella cavità cranica hanno un calibro maggiore rispetto alle Art. vertebrali. 2. Il fatto che questo circuito sia di fatto un’anastomosi, fa si che un eventuale ateroma, pur arrivando nella cavità cranica, non impedisca l’a usso di sangue al tessuto nervoso. - Arteria succlavia-> Passa sotto la clavicola, diventa arteria ascellare, brachiale e cosi via tanti rami per braccio, avambraccio e mano, andando quindi a vascolarizzare tutto l’arto. Aorta discendente -> segue l’arco dell’aorta, dividendosi in aorta discendente toracica e aorta discendente addominale, nel momento in cui perfora il diaframma. - Aorta discendente toracica -> nel punto in cui nasce, sposta l’esofago e si porta davanti alla colonna vertebrale. L’aorta toracica, termina nel momento in cui perfora il diaframma (perforato da aorta toracica, vena cava inferiore ed esofago), diventando addominale. Mentre l’aorta discende, emetterà dei rami che si possono dividere in: - Rami parietali -> che vascolarizzano le strutture della parete toracica (Es. Art. inter-costali). - Rami viscerali -> che vascolarizzano gli organo della cavità addominale (Es. Art. esofagee, Art. tracheali, Art. bronchiali, Ecc..). - Aorta discendente addominale -> nell’addome l’aorta deve emettere molti rami, in quanto vi sono molti organi da dover vascolarizzare (fegato, stomaco, intestino, reni). L’aorta si dispone parallelamente alla vena cava inferiore, e, a livello della 4 vertebra lombare (L4), l’aorta si divide nelle 2 arterie iliache comuni (Dx-Sx). L’aorta emette diversi rami: - Art. celiaca (tripode celiaco) -> arteria molto corta che si divide in 3 rami: 1. Art. Epatica comune 2. Art. Gastrica 3. Art. Splenica - Art. surrenali medie - Art. mesenterica superiore ed inferiore -> dalle quali si originano tutti i vasi che vanno a vascolarizzare l’intestino (ogni singolo tratto intestinale viene vascolarizzato grazie a delle arcate anastomotiche). - Art. renali - Art. genitali - Art. iliache comuni -> si dividono in 2 rami importanti: 1. Art. iliache interne -> si dividono andando a vascolarizzare gli organi contenuti nella piccola pelvi. 2. Art. iliache esterne -> si portano verso l’arto, passano per il legamento inguinale diventando Art. femorali (uniche grosse arterie posizionate in super cie), dando origine alla vascolarizzazione degli arti inferiori. ffl fi

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