Archeologia e Storia dell'Arte Cinese PDF
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Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Questo documento fornisce una panoramica storica sull'arte e l'archeologia della Cina, coprendo periodi come il Neolitico e l'Età del Bronzo, con particolare attenzione alle dinastie Shang e Zhou. Analizza opere d'arte, manufatti e i contesti culturali in cui sono stati creati.
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Archeologia e storia dell'arte della Cina Storia Dell'arte Università degli Studi di Roma La Sapienza 35 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) ARTE CINESE 1) Neolico (7000-2000 ac) e tardo Neolico (3000-2000 ac) 1.1 Neolico Dinasa Shang 商 (1600-1040 ac). Arte essenzialmente rituale, espressione di credenze religiose e manifestazione simbolica del potere dell’elite. Materiali d’uso come giada, bronzo, lacca, seta, ceramica. Durante dinasa degli Zhou Orientali 东周(700-440 ac) frammentazione polica del paese: l’arte diviene espressione della ricchezza e magnicenza delle singole cor mentre la varietà di forme, materiali e temi decoravi ancipa la grande oritura arsca della successiva dinasa Han. ANGSHAO LONGSHAN Il Neolico si divide in due grandi orizzon culturali: cultura Yangshao 仰 (5000-3000 ac) e Longshan 龍 (2500-1700 ac). La prima presente nelle regioni centrali e nord occidentali (ume giallo) del paese si caraerizza per la produzione di ceramica a impasto rosso e dipinta; nella seconda spiccano recipien neri con decorazioni incise o traforate. 1.2 La Giada La Giada yu4 indica due minerali che sono la nefrite e giadeite. La nefrite e’ il minerale privilegiato nella cultura cinese mentre la giadeite e’ stata importata nel 18esimo secolo dalla Birmania. La nefrite chiamata anche 真 ha come caraerische la compaezza essendo una delle pietre piu’ dure da lavorare. Oltre per la caraerische esteche la giada nella dinasa Han 汉 (206 ac-220 dc) venne ulizzata anche per varie credenze come quella di preservare il corpo dal decadimento. Precedente all’età del bronzo (2000-1000 ac) possiamo rilevare araverso vari studi recen che sia esista una vera e propria “età della giada” che fa parte come periodo storico del tardo neolico. Troviamo ornamen e vari ogge rituali in giada rinvenu nelle sepolture; manufa si congurano come emblemi di status, presgio sociale e autorità, decora con immagini da riferirsi alla sfera cultuale e religiosa. Tra le varie culture che hanno queste caraerische troviamo1cultura di Hongshan 红(3500-2500 ac, Liaoning e Mongolia interna) e 2cultura Liangzhu 良 (3300-2200 ac, Zhejiang e Jiangsu). La prima è caraerizzata da immagini vove antropomorfe in terracoa, piccole gurine – spesso femminili e dall’addome pronunciato – ma anche frammen di statue a grandezza naturale. La produzione in giada è invece caraerizzata da ornamen lavora in forme astrae dee “a nuvola” raguran misteriose creature serpenformi dal corpo ad anello e faezze mostruose: in queste ulme immagini gli studiosi cinesi ravvisano una delle più anche manifestazioni del drago. Nella cultura Liangzhu i manufa in giada costuiscano un chiaro indicatore di status sociale e religioso. Mentre infa le sepolture di individui comuni sono localizzate non lontano dalle abitazioni e presentano scarso corredo funerario, quelle dei membri della élite sono state individuate lontano dai centri abita, ricavate entro tumuli arciali o sulla cima di colline, altari per il culto ancestrale o comunque piaaforme desnate a usi rituali. Le giade rinvenute nei corredi funerari pologicamente possono essere suddivise in ornamen per la persona (collane, bracciali, penden), armi e ogge rituali. Tra ques ulmi spiccano due pologie in parcolare, i bi e gli cong. I primi hanno CONG BI Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) forma circolare, con foro rotondo centrale, supercie levigata e sono privi di decorazioni; i secondi hanno l’aspeo di un parallelepipedo araversato per tua la lunghezza da una perforazione circolare interna e caraerizzato dalla presenza di movi decoravi intaglia entro regolari registri pos all’esterno e agli angoli dello cong. I movi decoravi intaglia sulle giade Liangzhu sono essenzialmente riconducibili a un volto slizzato dai tra indeni, probabilmente immagine della principale divinita’ della cultura Liangzhu 1.3 L’eta’ del bronzo Sandai Inizio dell’eta del bronzo intorno al 2000 ac che corrisponde alla nascita delle tre dinase 三 che sono Xia, Shang e Zhou 夏、商、周. Durante l’epoca Shang troviamo le cosiddee “ossa oracolari”, scapole di bovini e carapaci di tartaruga sui quali gli scribi Shang registravano mecolosamente le domande che i re rivolgevano alle divinità o, più spesso, ai propri antena, per interrogarli su temi che andavano dalle quesoni di stato, come le guerre, agli esi dei raccol, elemento questo cruciale in una società agraria quale la cinese. Questa forma di divinazione, nota come scapulomanzia, ci ha permesso dunque di conoscere la più anca forma di scriura pracata in Cina – da cui derivano gli ideogrammi, o caraeri, ancora oggi ulizza. Streamente associa a tale culto ancestrale sono i manufa che meglio di altri esemplicano l’arte del periodo Shang: i bronzi rituali, recipien realizza in varie fogge e ulizza nella preparazione, coura e consumo di cibi e bevande che venivano presenta come oerte agli antena nel corso di cerimonie religiose. Tali ogge soolineano l’iconograa di questo periodo, incentrata tema della “maschera” o volto che domina incontrastato la supercie dei bronzi. Si traa del movo noto come taoe 饕 (è uno dei "quaro creature del male del mondo" o quaro demoni), essere mico costuito da par di più animali il cui volto si caraerizza, specie nei bronzi della fase nale Shang, per TIPOLEI POYOU gli occhi sporgen che risaltano sulla supercie dei manufa. Opera di riferimento > bronzo rituale ulizzato come contenitore di liquidi ulizzato dagli antena nel corso di cerimonie. Sulla porzione centrale del corpo risalta una maschera taoe dai grandi occhi leggermente a rilievo e le terminazioni di orecchie e corna fortemente sbalzate rispeo alla supercie. La maschera taoe, essere zoomorfo (che rappresenta un animale o ne ha l'aspeo) dalle caraerische indisnte, ricorre anche sul coperchio, mentre le stree bande che cingono il bordo del collo del recipiente e del coperchio sono decorate con immagini di draghi vis di prolo. La sporgenza accentuazione delle ange è voluta e sembra corrispondere a una tendenza esteca aermatasi verso la ne del periodo Shang, poi connuata soo la successiva dinasa dei Zhou Occidentali. Le ange contribuiscono anche a meglio delimitare i compar entro cui è distribuita la decorazione, aumentando così l’eeo di simmetria e bilanciamento che caraerizza l’iconograa Shang In si della Cina meridionale, a Xinggan (Dayangzhou, provincia Jiangxi) e a Sanxingdui 三星 (Guanghan, provincia Sichuan) sono rispevamente venute alla luce una vasta tomba con un ricco corredo funerario e due fosse sacricali. Entrambi i si hanno restuito una grande quantà di manufa in bronzo di chiara produzione locale e spiccate caraerische slische che li dierenziano dalla bronzisca Shang nora conosciuta, soprauo per l’aenzione posta su manufa pologicamente diversi rispeo ai più consue bronzi rituali. Da Sanxingdui provengono alcuni grandi mascheroni in bronzo, vol antropomor con peculiari caraerische, quali gli enormi globi oculari sporgen o le orecchie appunte e spropositatamente allungate verso l’esterno. Ancora a Sanxingdui è stato fao un ritrovamento denito eccezionale: una statua in bronzo alta oltre 2 metri e mezzo ragurante un individuo maschile in piedi su un piedistallo, in aeggiamento ieraco (improntato a un senso grave e solenne di sacralità o devozione) e con le mani alzate davan Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) al peo nell’ao di sorreggere un oggeo ora perduto: si traa probabilmente dell’immagine di un sacerdote che, oltre ad avere un indubbio interesse iconograco, costuisce, come manufao, la tangibile evidenza dell’avanzato sviluppo tecnologico di questa cultura locale. 1.4 I Zhou occidentali 西周 wen sovrano guidateaae Intono al 1100 acnella Cina centrale vicino il ume Wei auente del ume giallo, le milizie Zhou aaccarono il re Shang nella cia’ di Anyang insiedando una nuova dinasa chiamata feudalismo cinese. Portarono la capitale a Xian 西 e trasformarono i famosi recipien gia’ ulizza nell’epoca Shang in preziosi fon di informazione grazie all’aggiunta di iscrizioni. Inoltre la principale divinita’ non fu piu’ Shang di ma il cielo che conferiva al sovrano il È EE anni tianming mandato celeste con il quale poter governare il popolo. Dal punto di vista arsco, in questa dinasa uso di coppe gu e calici jue. Il dominante movo Taoe perde via forza espressiva per movi religiosi sostuito da uccelli da grandi code piumate. Inoltre il diverso uso di bronzi rituali caraerizza i zhou occidentali. Mentre in epoca Shang era un ruolo 0 cruciale nei i rappor tra i vivi e gli antena, con i Zhou i manufa venivano ulizza come doni onorici per consolidare le relazioni di vassallaggio tra il re e i propri soopos. 1.5 I Zhou orientali e gli sta combaen Intorno al 770 ac un’incursione sposto la capitale ad oriente, a Luoyang (Zhou orientali) portando a varie invasioni barbariche. I vassalli raorzarono il loro controllo sui territori no a tramutarli in regni indipenden, dota di proprie milizie, moneta, amministrazione, pesi e misure e, addiriura, scriura. Dal punto di vista arsco e culturale questa frammentazione polica rappresentò per la Cina uno dei momen di più intensa creavità, indubbiamente favorita anche dal fao che le varie cor competevano tra loro in sfarzo e ricchezza, oltreché sul piano militare. La crescente autonomia dei singoli sta feudali portò infa col tempo all’inasprirsi dei coni arma, poiché’ nella fase nota come degli “Sta Combaen” (475- 221 a.C.), si era aperta la compezione per chi sarebbe stato il successore degli oramai decadu sovrani Zhou alla guida dell’intero paese. Il rinvenimento, negli ulmi trent’anni, di sepolture inviolate di membri dell’aristocrazia dei vari sta ha rivelato la ricchezza e la profusione di ogge di lusso di cui le cor del tempo amavano circondarsi: sontuose sete ricamate, preservatesi nelle tombe della Cina meridionale grazie alle parcolari condizioni climache; ogge lacca e dipin, dalle ciotole ulizzate quodianamente ai sarcofagi decora con immagini ispirate al mondo dei defun; complessi ornamen in giada costui spesso da peorali forma anche da cennaia di elemen. I ritrovamen archeologici stanno infa permeendo di delineare sempre più in deaglio lo sviluppo arsco di singole province o aree culturali, dal loro primo manifestarsi sin dall’età neolica, per poi seguirli nel tempo e individuare quegli elemen che conuirono nell’arte cinese più genericamente intesa. Si traa di un processo da cui traspare la indiscubile muletnicità di fondo che caraerizza l’universo Cina. Tale caraere muletnico andrà riemergendo in maniera più accentuata durante quelle fasi di frammentazione, di disunione interna che si alternano con regolarità ai periodi conosciu con il nome della dinasa al potere: Han (206 a.C.-220 d.C.), Tang (618-907), Song (960-1279), Yuan (1279-1368), Ming (1368-1644), Qing (1644-1911). A questa, che potremmo denire come dialeca interna, si aggiunge una dialeca della interazione con culture e civiltà diverse, siano esse limitrofe, come i popoli nomadi e seminomadi dell’Asia interna, o lontane, come il mondo classico, vicino-orientale e indiano, Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) echi della cultura dei quali giungono nella tradizione arsca cinese grazie al progressivo intensicarsi degli scambi araverso, soprauo, la cosiddea Via della Seta. Quello degli Sta Combaen resta il primo dei periodi storici durante il quale si delineano con chiarezza queste due diverse ma complementari dialeche. L’archeologia regionale, grazie al ritrovamento di numerose sepolture nobiliari intae, ha dato un contributo decisivo alla delineazione di corren arsche, allo studio di singole classi di manufa, delle prache funerarie e delle credenze religiose. Le sepolture dei membri dell’aristocrazia dello stato di Jin 晋, formatosi verso la ne del periodo dei Zhou Occidentali, rinvenute nel 1993 a Beizhao (Quwo, Shanxi, IX-VIII secolo a.C.), si caraerizzano per un’ampia profusione di ornamen in giada: arcola peorali con cui erano rives i corpi dei defun, e vere e proprie maschere funerarie con cui erano sta ricoper invece i vol. La localizzazione seentrionale dello stato di Jin lo vede aperto a conta a lungo raggio tesmonia dall’ulizzo di determinate pietre (l’agata e la camelia), a possibili inuenze culturali di matrice straniera, centroasiaca. Di converso, l’ulizzo nei contes funerari di grandi quantà di giada, che ricoprono quasi per intero il corpo del defunto, sembra ancipare la tradizione dei sudari in giada rinvenu in principesche tombe della dinasa Han qualche secolo più tardi. Ancora nella Cina seentrionale, il ritrovamento della tomba del re Cuo dello stato di Zhongshan a Pingshan (Hebei, ne del IV secolo a.C.), bene illustra la graduale evoluzione dei mausolei verso vere e proprie forme di architeura palaziale funeraria, mentre alcuni degli ogge rinvenu nella sepoltura, soprauo animali mici in bronzo ageminato, mostrano indubbie inuenze slische mediate dall’arte animalisca delle steppe. In altro contesto geograco, ciò che decadi addietro veniva genericamente denito come “sle Huai”, denizione con la quale si indicava la cifra slisca della produzione arsca della Cina meridionale – caraerizzata dalla prevalenza di temi ornamentali a intreccio, preferenza per gurazioni animalische di stampo mico o mostruoso, ampio ulizzo nella bronzisca delle tecniche dell’ageminatura – oggi sappiamo essere in larga parte espressione della cultura Chu 楚, dal nome del più potente stato della Cina meridionale. Nella sua graduale espansione polica, lo stato Chu inglobò gradualmente, producendo anche fenomeni di acculturazione, oltre quaranta principa minori, no a divenire l’ulmo degli antagonis del regno Qin 秦 prima che questo unicasse denivamente il paese nel 221 a.C. 2) La Cina unicata soo la dinasa Qin (221-206 ac) 2.1 Il periodo losoco Dopo periodi di loe, la Cina fu riunicata soo il primo imperatore della dinasa Qin 秦 (Qin Shi Huangdi), proprio in questo periodo fu realizzato l’esercito di terracoa (guerrieri d’argilla) nella cia’ 西 Xian, in di 陕西 e la Grande Muraglia 长城. In questo periodo p rovincia Shanxi nasce la losoa cinese: in questo periodo nasce Laozi 老子, personaggio leggendario del testo taoista Daodejing 道德 (libro della via e della virtù) e Confucio 孔夫子. I taois 7 predicavano la rinuncia al mondo e un ritorno alla semplicità dell’ordine naturale delle cose, che l’uomo, come la corrente di un ume, doveva seguire per poter ritrovare il Tao, la Via, armonizzando così la propria esistenza con quella del mondo. Il pensiero invece di Confucio aveva una connotazione più marcatamente polica e si concentrava sui principi a a 551749 2 ristabilire l’ordine delle cose e dei rappor all’interno di una società dilaniata da guerre intesne. La scuola di pensiero che tuavia trovò maggiore ascolto presso le cor del tempo, fu quella dei legis o scuola della Legge (Fajia 法家), il cui principale esponente fu Wei Yang Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) (prima metà del IV secolo a.C). La scuola dei legis predicava la natura malvagia dell’essere umano e quindi la necessità di uno stato organizzato reo da un sovrano potente e amministrato da leggi ferree. L’agricoltura e la guerra costuivano la base di un solido stato, non la praca e lo studio di leeratura, storia, losoa, arte, che avrebbero invece nito col corrompere e indebolire il caraere del popolo e dei sovrani. Grazie dunque all’adozione di questa ideologia, alla riorganizzazione dell’esercito in una temibilissima macchina da guerra e di morte, Qin iniziò la sua inesorabile conquista che si concluse trionfalmente nel 221 a.C., anno in cui l’ulmo regno antagonista, quello di Chu, venne scono e la Cina nalmente unicata dopo secoli di divisioni soo la guida di un unico sovrano. 2.2 L’esercito di terracoa Si trova nel complesso archeologico chiamato “necropoli del monte Li” essendo il monte che circonda quest’area. Si traa di un’area di più di 56 chilometri quadra, si incentra sulla 1ºimper tomba di Qin Shi Huangdi, un tumulo oggi alto 50,5 metri all’interno del quale si trova, la camera funeraria che ospita le spoglie dell’anco sovrano. L’esercito di terracoa si trova localizzato a un chilometro e mezzo a est del tumulo, in un luogo dove sono state nora riportate alla luce tre grandi fosse contenen le statue dei solda, più una quarta, vuota, che si suppone non venne mai completata. La fossa n.1 consiste in una serie di 11 corridoi paralleli, pavimenta con maoni e originariamente provvis di coperture in legno. I solda rinvenu in questa fossa costuiscono i repar di fanteria, dispos in ordine di baaglia. Le prime le sono formate da circa 200 arcieri e balestrieri, dietro si trovano 6 carri da baaglia e 3 squadre di fan leggeri. I generali di argilla che comandavano l’esercito del Primo Imperatore sono venu alla luce nella fossa n. 3. I solda indossano sia uniformi leggere, sia pesan. Il temibile aspeo, i tra sionomici degli uciali, come del resto quelli di ciascuna delle migliaia di gure in terracoa, sono vividamente resi nei vol delle statue, veri e propri ritra individuali, ciascuno singolarmente modellato. Si riene che con ciò si siano volute rappresentare le molteplici etnie della Cina del tempo, per la prima volta riunite soo il comando di un solo uomo; ma ritraendo individualmente ogni soldato, si voleva rendere probabilmente più “viva” l’armata, che aveva il compito di accompagnare e proteggere il sovrano nel mondo dei mor. Di rilevanza e’ il traamento dei corpi delle gure. La parte inferiore è solida mentre il torso è cavo, così come la testa. Le teste, modellate a stampo, erano rinite singolarmente per evidenziare deagli quali i tra del viso, le orecchie, i ba, i capelli. Tra i provvedimen presi da Qin Shi Huangdi subito dopo l’unicazione della Cina, vi fu infa anche quello relavo alla consca di tue le armi del Paese, sì che l’unica forza armata fosse quella dell’esercito imperiale. Benché oggi le statue ci appaiano nel grigiore della terracoa, in origine esse erano dipinte a colori vivaci. L’argilla per realizzare le migliaia di statue venne prelevata dal vicino Monte Li e lavorata nelle fornaci individuate nei pressi delle fosse con i solda. Anche se la maggior parte di questo immenso processo fu svolta da migliaia di anonimi argiani, gli archeologi cinesi hanno individuato delle rme apposte su alcune statue, ritenute essere quelle dei capimastri che avevano il compito di supervisionare la realizzazione dell’opera. Il termine “Shi” che ricorre nel nome di Qin Shi Huangdi 秦始皇 è traducibile come “Primo” e allude alla volontà dell’imperatore di fondare una dinasa che sarebbe dovuta durare diecimila generazioni, cioè “per sempre”. 2.3 La Grande Muraglia L’edicazione della Grande Muraglia viene tradizionalmente ascria al Primo Imperatore, che ne avrebbe ordinata la costruzione per proteggere i conni seentrionali della Cina. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) Sulla base di riscontri incrocia oer dalle fon testuali e da prospezioni archeologiche, oggi si riene tuavia che Qin Shi Huangdi abbia in realtà ordinato il restauro, il consolidamento e l’unicazione di preceden tra di mura difensive fae erigere dai sovrani dei regni seentrionali di Qi, Wei, Yan e Zhao, poi conquista da Qin. Un passaggio dello Shiji 史 (Memorie storiche), il testo compilato dallo storico Si Maqian 司马 (145- 90 a.C.) della successiva dinasa Han (206 a.C.-220 d.C.), ci informa che Qin Shi Huangdi ordinò al generale Meng Tian di ricacciare i gruppi nomadi oltre il Fiume Giallo, impresa a seguito della quale vennero eree una serie di forcazioni per prevenire future incursioni. Non v’è del resto traccia nei documen storici ascrivibili a questa dinasa della edicazione di una così imponente opera difensiva. Va inoltre ricordato il fao che la costosa manutenzione della Grande Muraglia pressoché tralasciata dai sovrani delle successive dinase, no ai rifacimen opera all’inizio dell’epoca Ming che ci hanno trasmesso il monumento così come oggi noi possiamo ammirarlo. 3) Gli Han e la Via della seta In questo periodo ci fu la prima espansione territoriale, con l’annessione di parte della Cina meridionale e della auale Corea ma, soprauo, con l’estensione del controllo sull’Asia Centrale. La Cina entrò quindi per la prima volta in contao con paesi e culture diverse iniziando ucialmente l’esportazione di una delle merci maggiormente pregiate da essa prodoe: la seta. 3.1 Dinasa Han La dinasa Han nasce con l’imperatore Gaozu (vero nome Liu Bang) dal 206 al 195 ac. Dopo il primo periodo della dinasa conosciuto come Han occidentali, abbiamo il periodo degli Han orientali con lo spostamento della capitale da Xian 西 a Luoyang 洛 intorno al 10 dc. Questo periodo e’ importanssimo per la Cina che raggiunge una delle sue massime espansioni territoriali. Emerge in ques anni la classe dei funzionari statali ed il confucianesimo viene adoato come ideologia uciale (136 ac). Avviene l’invenzione della carta (I secolo a.C.) che favorisce la diusione dei tes scri, fossero opere leerarie, componimen poeci o opere storiche (Shiji - Memorie di uno storico di Si Maqian (145-86 a.C.), fondatore della grande tradizione storiograca cinese. Fiorisce anche l’arte araverso il contenuto delle tombe che ci fa intuire i livelli raggiun nella produzione arsca del periodo. Due classici dell’arte di quel periodo sono due tombe: la prima si riferisce alla tomba del principe Liu Sheng e la sua consorte Dou Wan in provincia dello Hebei. Deve la sua celebrità ai sudari o abi funerari in tessere di giada dei quali erano state riveste le spoglie mortali I dei due aristocraci. La giada, minerale ritenuto all’epoca in grado di evitare la decomposizione del corpo sico dopo la morte, fu di ampio impiego nelle sepolture e si usava per rivesre con essa per intero il corpo dei defun di nobili origini. La seconda tomba rinvenuta nei pressi di Changsha (Hunan) era della marchese di Dai, moglie del governatore di Changsha. Ciò che destò scalpore fu l’omo stato in cui si erano preserva, a distanza di secoli, i delica manufa che componevano il ricco corredo funerario (stoviglie e ciotole, gruppi di statuine funerarie in legno raguran musici e inservien). Entro il sarcofago interno la scoperta più sensazionale: il corpo pressoché intao della Marchesa, mantenutosi nel tempo grazie agli spessi stra di argilla bianca e carbone che sigillavano la tomba, e ancora rivesto di ben ven abi in seta pracamente inta. Sul sarcofago che ospitava le Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) spoglie della Marchesa di Dai era stato inoltre posto uno stendardo, anch’esso in seta e dipinto con scene che raguravano il viaggio della nobildonna nel mondo dei defun. Opera di riferimento> abito funerario in tessere di giada con lo metallico in oro (tomba del Principe Liu Sheng a Mancheng, provincia Hebei. Solo gli aristocraci avevano dirio a I elemen in giada che ricoprissero il volto, piuosto frequentemente, e talvolta anche mani e piedi. Un altro elemento di dierenziazione di rango consisteva nel po di lo di metallo ulizzato per tenere assieme le migliaia di tessere in giada di cui si componevano ques abi funerari: oro, argento e rame. 3.2 La via della seta allevamentobachida seta Le origini della sericultura provengono dal tardo neolico della cultura Liangzhu (l'ulma cultura neolica della giada sviluppatasi nell'area del delta del Fiume Azzurro dove manufa di giada, avorio e lacca sono sta ritrova in tombe ricche) indicatoci dalle leggende dell’imperatore Giallo e la sua consorte. Queste importan tesmonianze indicano come la lavorazione della seta si sia inizialmente sviluppata nelle regioni meridionali della Cina (Hangzhou e la regione del Lago Tai e, a ovest, risalendo il corso del Fiume Azzurro, Chengdu). L’esportazione della seta avviene intorno al III secolo ac quando la dinasa Han si trovo’ a fronteggiare la popolazione nomade Xiongnu 匈奴, quest’ulmi occuparono un’area seentrionale della Cina e con varie trave da parte dell’imperatore Gaozu, una donna della casa imperiale cinese venne data in moglie al sovrano dei Xiongnu ed ogni anno da allora venne ai nomadi vennero oer doni in seta lata e tessu in seta. Tuavia, i cinesi erano consci anche del fao che presso gli Xiongnu, nomadi della steppa che vesvano abi fa di pelli e pellicce animali, i delica tessu e la di seta non potevano certo trovare largo impiego. Infa, gli Xiongnu ulizzavano la seta che veniva donata loro dai sovrani della Cina come preziosa merce da scambiare con altri popoli dell’Asia interna, favorendo così la diusione del tessuto fuori dei conni della Cina. Con l’imperatore Xiaowu noto come il regno di Wudi, la situazione con i Xiongnu cambio’ radicalmente. Nel 133 ac invio’ il funzionario Zhang Qian in Occidente alla ricerca di allea per combaere i nomadi Xiongnu. Zhang Qian si spinse verso sud, giungendo nell’odierno Afghanistan seentrionale (chiamata Daxia). Fu in questa regione che egli si rese conto infa che nei merca di Daxia venivano smercia prodo e tessu provenien dall’India che Zhang Qian riconobbe, come originari dello Yunnan e del Sichuan. Ipozzo’ quindi che doveva esserci una via collegante la Cina sudoccidentale all’India: in tale via infa oriva un commercio non controllato da alcun potere polico. Tra le merci che transitavano per questa via nella seconda metà del II secolo a.C. vi erano anche i tessu in seta del Sichuan vis da Zhang Qian. Ritornato in patria verso il 126 a.C., Zhang Qian redasse una relazione uciale del suo avventuroso viaggio che presentò al trono. Era stato il primo cinese in assoluto a spingersi in territori così lontani come il Kazachistan, Uzbekistan, Tagikistan e Afghanistan. Zhang Qian era anche potuto venire a conoscenza, indireamente, dell’esistenza di paesi quali l’India, la Para, la regione del Golfo Persico. Per la Cina ciò signicava l’apertura di interessan prospeve economiche, poiché a quel tempo il paese estremo-orientale era l’unico produore di seta e lacca. La polica militare intrapresa da Wudi contro gli Xiongnu poté contare sul valore e la fedeltà di capaci generali, tra cui Huo Qubing (140-117 a.C.) che, nel 121 a.C., costrinse gli Xiongnu a rirarsi a nord del deserto del Gobi, mentre i Cinesi riconquistavano nalmente, dopo decenni, la grande ansa seentrionale del Fiume Giallo.. Risolto dunque, anche se temporaneamente, il contenzioso Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) con gli Xiongnu, l’imperatore cinese adò a Zhang Qian una nuova missione di “polica internazionale” per trovare nuovi allea nella loa contro il popolo nomade. Zhang Qian par così nuovamente a seentrione della catena montuosa del Tianshan o “Montagne del Cielo “ per commerciare con il popolo dei Wusun. Per ingraziarsi il sovrano Wusun, viaggiarono con doni preziosi in oro e seta dal valore alssimo con lo scopo di intrecciare relazioni diplomache con i nuovi paesi di cui i Cinesi erano venu a conoscenza. Lungo il viaggio essi furono infa spedi da Zhang Qian in varie direzioni, soprauo alla volta dell’India e dell’impero parco: ognuno di tali ambasciatori recava inoltre con sé una adeguata quantà di seta da orire in dono a nome dell’imperatore cinese. Tra il 104 e il 101 a.C. la Cina condusse due spedizioni militari: una in Afghanistan che segno’ l’inizio dell’egemonia cinese sull’Asia Centrale e il graduale declino di quella Xiongnu; e l’altra nella cià nota con il nome cinese di Loulan 楼兰(vicino lo Xinjiang) dove venne soomesso il territorio collocato lungo i margini seentrionale e meridionale del deserto del Taklamakan no alle pendici orientali del Pamir. A seguito di tali conquiste la Cina assunse il controllo totale delle due importan vie carovaniere costuen l’inerario “classico” della Via della Seta: quella che passava per le oasi seentrionali del Taklamakan (chiamata bei dao 北道 o bei lu 北路, via seentrionale); e quella che passava per le oasi meridionali (nan dao 南道 o nan lu 南路, via meridionale). È questo il sistema viario della Via della Seta, lungo il quale viaggiarono non solo le merci, ma anche le idee, gli sli arsci, le dorine religiose (tra cui il buddhismo nel I secolo d.c) 3.3 Caraerische dell’arte Han L’elemento realista (emulavo della realtà) accanto a un’iconograa radicata in un immaginario simbolico allusivo di spazi, universi ed esseri ultraterreni rimane una componente costante dell’arte funeraria cinese. Nell’arte funeraria Han si assiste alla diusione su larga scala dell’uso dei cosidde mingqi 明器, ogge prevalentemente in terracoa raguran persone animali e cose che sostuiscano la praca dei sacrici umani in uso no all’epoca Qin. Nell’arte funeraria Han, accanto ai modellini in terracoa riproducen ogge quodiani, animali, abitazioni ed esseri umani si aancano rappresentazioni delle miche terre degli “immortali”, gli xian, esseri piuma della tradizione taoista che si cibano del fruo della longevità, cavalcano animali mici e abitano in terre lontane dal mondo terreno degli uomini. In questa compenetrazione di universi, in questa cura nella preparazione della casa del defunto, nella quale accanto agli ogge che si richiamano alla vita quodiana si orono visioni di un mondo diverso e lontano da quello dei vivi, si rieono le concezioni cinesi circa la struura dell’anima, corpo sì sole, ma comunque sempre dotato di sostanza, che ha quindi bisogno di concrete oerte in cibo e di dimorare in un luogo sico che rispecchi quanto più possibile quello dove ha abitato in vita. La tomba, e tuo ciò che essa conene, è la dimora eterna del defunto, costruita per rimanere a futura memoria dei vivi, e segnalata quindi in supercie da un sacello, un tempieo, un tumulo, un elemento visivo segnaleco che la renda immediatamente individuabile e riconoscibile. Più alto era il grado occupato dal defunto nella gerarchia sociale, maggiore la monumentalità della tomba, più ampio e ricco il corredo funerario, più vaste le risorse impiegate per costruirla: tant’è che preoccupazione costante degli imperatori cinesi è stata quella, non appena sali al trono, di individuare il luogo propizio dove riposare in eterno, e dare immediatamente il via ai lunghi lavori necessari per l’edicazione della propria sepoltura. Le sepolture e il loro contenuto ci forniscono quindi una delle più importan e immediate chiavi di leura per la comprensione di aspe lega alla cultura materiale dei vari periodi storici nei quali si arcola la lunga storia dinasca cinese. Riguardo Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) la dinasa Han, troviamo le tombe situate nei pressi della cià di Luoyang, capitale al tempo degli Han Orientali (25-220 d.C.). L’iconograa è a caraere religioso, con ragurazioni delle divinità principali, astri, costellazioni e animali mitologici, ritra del defunto, scene desunte dalla vita quodiana e sogge ricorren, con valore simbolico, quali lunghe processioni di carri, che stanno forse a simboleggiare l’ulmo viaggio del defunto nel regno dei mor. 4) Dagli Han 汉 ai Tang 唐 All’inizio del III secolo dc , il potere polico è in mano a un nugolo di generali. Uno di ques legima la situazione, inaugurando una nuova dinasa, con capitale Luoyang. Un clan antagonista fonda un’altra corte nella cià di Jiangye, l’odierna Nanjing; ed inne ai connuatori della dinasa vigente 汉 non rimane che arroccarsi a ovest, nella periferica regione del Sichuan. Dopo mezzo millennio, l’unità dell’impero è infranta; l’opera di riunicazione avrebbe richiesto trecentocinquant’anni. Nel loro sviluppo, Nord e Sud della Cina seguono direrici neamente disnte: a nord, già durante la dinasa Han, l’esercito aveva aperto le la a conngen sempre più massicci di barbari per il controllo del bacino del Fiume Giallo. A sud possono invece contare sul controllo del Fiume Azzurro e su una oa temibile. I disordini seentrionali convincono un milione di contadini a emigrare verso sud. È un trauma che porterà nuove soluzioni a diversi livelli: alimentare (a nord si mangiano cereali asciu; a sud si mangia riso), linguisco (ogni comunità di immigra cerca di mantenere il proprio dialeo, mentre ogni dinasa ha interesse a standardizzare la lingua), sessuale (a nord, dietro inuenza delle tradizioni nomadiche, la donna gode di una certa libertà; al sud, è incastrata in una società tendenzialmente poligamica). Ma l’innesto di popolazione sancisce in deniva il decollo della prosperità meridionale. A nord, nello Shanxi, nel 398 si aesta la dinasa Wei 魏(tuoba), nel 398 i Tuoba fondano la capitale Pingcheng (oggi Datong 大同); vent’anni dopo conquistano la capitale tradizionale, Luoyang, e nel 493 vi spostano la corte. Le decisioni poliche e non della dinasa Wei sono un’ecace riforma agraria e l’adozione del buddhismo come religione di stato. Ogni coppia riceve un tot di terra, di cui una frazione va colvata a gelsi o a canapa; raggiun i 60 anni d’età, l’individuo restuisce la terra allo stato; l’imposta, legata alla terra, è ssa. Si traa di un sistema scale che funzionerà per trecento anni. Nel 533 i Tuoba si dividono in due tronconi: i Zhou seentrionali con capitale a Xian (aristocraci che vogliono una frenata al processo di sinizzazione) e i Qi seentrionali a est (connuatori della omologazione). Nel 577, i Zhou anneeranno i Qi secondi, ma nel 581 soccomberanno ai Sui, la dinasa desnata a riunicare il Paese. 4.1 L’arte nella dinasa Wei Nel periodo chiamato Sedici regni e sei dinase (304-589 d.C.), gli uomini si dedicano alla speculazione religiosa e alla vita contemplava. Spiccano come protagoniste del pensiero la scuola taoista e soprauo la chiesa buddhista. I taois, impegna in ricerche alchemiche per sintezzare la pillola di longevità, sviluppano una serie di conoscenze chimiche empiriche, uli anche per l’arte ceramica e la scienza farmaceuca. Riguardo il Buddismo troviamo la corrente del Grande Veicolo, in cui si immagina che cer individui, dopo aver I raggiunto l’illuminazione che potrebbe riscaarli dal ciclo connuo delle reincarnazioni, decidano di reimmergersi nel mondo profano per fungere da guida spirituale della massa dei fedeli. Individui del genere vengono chiama Bodhisava, “essenza nell’illuminazione”. La dinasa Tuoba usa il buddhismo come potente agglunante sociale, persuadendo i fedeli che i sovrani sono incarnazioni di Buddha. Nel V secolo i conven ormai pullulano sul Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) territorio, concentrano terre, manodopera, anche capitali, dato che tra i servizi che orono gurano ospedali, alberghi, banche. L’imperatore Wei si sente minacciato: tanto potere scatena una prima persecuzione nel 445. Il buddhismo subisce periodicamente repressioni di parcolare violenza, ma sarà in epoche successive, soprauo nell’845, che riceverà una sferzata da cui non riuscirà più a risollevarsi con il nitore precedente. Monumen nella roccia: In ques anni abbondiamo di piure murali, tombali o religiose, statue buddhiste, ceramiche. Gli scultori scavavano nella roccia delle cappelle, in forme più o meno elaborate, arescate con temi buddhis e decorate con statue della divinità. Dato che i Tuoba cambiarono capitale a diverse riprese, ci aspeeremmo nuovi nuclei di groe buddhiste a ogni spostamento di capitale (Datong, Luoyang, Ye). In realtà il sito più anco, risalente al IV secolo, è quello di Dunhuang, lungo il cosiddeo “corridoio del Gansu”, in Asia Centrale, al crocevia dove la cultura cinese, quella centroasiaca e quella indiana si lambiscono e si irrorano di mutui smoli, si suggeriscono soluzioni formali. In tu ques casi si traa di “caneri aper”, complessi monumentali cui si aggiungevano nuove cappelle sorae alla roccia di dinasa in dinasa. Nel caso di Dunhuang tuo inizia nel IV secolo (soo la dinasa seentrionale dei Liang). Il monaco di origini indiane Lezun ebbe una visione: un corteo di mille Buddha gli slava innanzi. Decise di scavare la prima groa sul posto, dando così inizio al complesso di Qianfodong (“Le groe dei mille buddha”). Gli scultori erano allora costre a realizzare un’anima in fango, sterco, intonaco e paglia; su questo impasto applicavano quindi uno strato di argilla bianca pura, e solo allora i colori. Dopo la persecuzione del 445, l’imperatore Wei – pento – voleva trovare il modo di espiare: il monaco Tanyao lo convinse a farsi carico della realizzazione di una serie di groe. Era il 460, e le prime statue del sito di Yungang, un complesso di 54 groe, predomina inizialmente la gura isolata, colossale, centrale. La decorazione delle groe 9 e 10 si ispira spiccatamente al buddhismo Grande Veicolo: si aprono con una veranda, e all’interno riservano alla circumdeambulazione dei fedeli uno spazio aorno al basamento della statua centrale; alle pare corrono due registri dipin, la fascia inferiore illustra le storie delle vite preceden del Buddha, la fascia superiore è assiepata di apsaras, esseri celes in adorazione del Buddha trascendente, Vairocana. Nelle groe 5 e 6 assisamo a una prima rivoluzione slisca: si fa strada una nuova tendenza all’angolo, alla linearità, alle forme agili; il gusto si orienta dalla massa alla linea, al bidimensionale, alla virgola quasi; lo svasamento delle ves termina spesso a coda di pesce. Un altro cambiamento slisco ha luogo nella seconda metà del VI secolo, con la dinasa Qi, nel sito di Xiangtangshan, tra lo Henan e lo Hebei, sempre presso una capitale Wei, in questo caso Ye 邺城. Determinante è il cambiamento del materiale a disposizione: nelle groe vicino a Ye si usano delle cave di marmo micaceo bianco, che permee una precisione estrema del deaglio e accoglie benissimo la vivace policromia e i lineamen dora che gli scultori Wei amano applicare. 4.2 L’arte nella Cina meridionale Mentre le dinase seentrionali si disnsero come mecena dell’arte buddhista, la corte meridionale di Nanjing ospitò diversi piori. Delle opere su seta abbiamo perso tuo, ma ci sono rimaste le discussioni teoriche del IV secolo, che ci rivelano il gusto di un’élite tua impegnata a riappropriarsi della natura tramite riproduzione araverso piura di paesaggi e giardini priva. I corgiani sembrano procedere a un “inglobamento arciale” della natura. Zong Bing, nel suo Hua shanshui xu (Dipingere paesaggi), soolinea i vantaggi del contao con la natura tramite piura anziché tramite l’esperienza direa: in un dipinto è possibile riportare il qi, “soo vitale”, di una montagna enorme in pochi cenmetri quadra. La Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) parete di una tomba ci ha eevamente preservato l’immagine di un paesaggio dipinto, pressoché monocromo: dato il contesto funerario, tale paesaggio sembra in realtà alludere a uno scorcio della vita che ci aspea, più che cristallizzare una scena dell’esistenza passata. Tuavia la maggior parte dei maoni decora di diverse tombe ci restuiscono – come in epoca Han – molte scene di genere, in cui i personaggi sanno visibilmente godere dei piaceri quodiani del cibo, della goliardia, della compagnia degli amici. Gli ars riproducono con cura maniacale gli arezzi da cucina, le capigliature più in voga, i giocaoli e i giochi da tavolo del tempo. In punto di morte, i Cinesi dell’epoca vogliono ribadire l’aaccamento ai piccoli ogge e ai valori della solidarietà, la condivisione di una piccola gioia, la malinconia di un ricordo. In una tomba presso Nanjing, una parete è decorata con il movo dei “see I saggi del boscheo di bambù”. Il tema dei see saggi ha per l’arsta il vantaggio di conciliare l’aenzione per la natura e quella per la convivialità. Dei piori non conosciamo le opere; ma storici soler ce ne hanno tramandato i nomi, e gli ars delle generazioni successive, ammira, hanno realizzato copie dei loro capolavori. Il problema è che, se da una parte nella tradizione cinese saper copiare i piori anchi è fonte preziosa di apprendimento, dall’altra anche ispirarsi a essi e misurarsi con una vetusta composizione per rinnovarla è una sda arsca spesso pracata. 4.3 Due ars imporan: Gu Kaizhi e Xie he Gu Kaizhi nacque verso il 345 circa a Wuxi, nel Jiangsu, soo la dinasa Jin 晋. Era assai rinomato per i suoi murali religiosi e come ritrasta. Si dedicò come esercizio alla messa in immagini di poesie famose. Consigli dell’istutrice dalle dame di Palazzo (Nü shi zhen) è l’illustrazione di un testo del poeta Zhang Hua (232-300); ed La ninfa del ume Luo (Luoshen fu tu juan) che illustra un poema di Cao Zhi, del 222. Su Gu Kaizhi abbiamo inne una fonte leeraria di parcolare suggesone, lo Hua yuntaishan ji (Dipingendo il Monte Terrazze-di- nuvole), in cui è il piore stesso che descrive le soluzioni adoate quando si apprestò a dipingere la montagna del tolo. Si traa di un ritrao della cerchia del taoista Zhang Daoling, incastonata in una natura sovrimponente. giIpEgie Xie he (500 dc), uno tra i piori di cui abbiamo perso le opere, e’ un ritrasta vissuto pittografia durante le dinase dei Qi meridionali 南齐 e dei Liang. Si è salvata una sua opera di traasca, Guhuapinlu (Crica degli anchi dipin), in cui mee a fuoco con sagace sintesi 4 realismo sei linee guida per l’aspirante piore, sulle quali conviene soermarsi, perché risultano uli a Eggei e comprendere i pun chiave che un piore cinese doveva tenere a mente quando dipingeva. attenersialla Nel primo, Xie He raccomanda di puntare a rendere il soo vitale, il qi, dell’oggeo manodel maestro rappresentato: sarà quello a vibrare nel cuore dello speatore, e non un pedissequo ritrao. L’inma essenza è più importante della supercie delle cose: la piura vista come ao conoscivo, losoco. Il secondo principio svela la dipendenza della piura nei confron della calligraa: le pennellate devono suggerire lo scheletro, la struura del soggeo. Il terzo e il quarto preceo sembrano andare nel senso di un certo realismo; il sesto ci aiuta a comprendere quanto maniacalmente importante era per gli esordien aenersi alla mano dei maestro. Nel quinto inne si soolinea come la disposizione degli ogge costuisca un’ulteriore occasione per comunicare un messaggio. 4.4 La calligraa I caraeri cinesi si dispiegano in numero impressionante (arrivando a comporre 64.000 lemmi), ma in realtà si scrivono tu combinando semplicemente oo tra base. Si scriveva da destra a sinistra, dall’alto in basso; ogni caraere deve essere composto e ben bilanciato Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) all’interno di un quadrato ideale. Wei Heng, morto nel 291, redasse una storia dei quao sli di scriura. Sua glia, dama Wei Shuo (272-349), insegnò calligraa a Wang Xianzhi. Wang infa, con il fratello che gli fu anche allievo, sarebbe stato considerato in epoca Tang il più grande calligrafo mai esisto. Purtroppo non ci è rimasto nulla di lui, per senre il fruscio dell’arte dei Wang dobbiamo dunque accontentarci di un frammento di Wang Xun, nipote e migliore allievo di Wang Xizhi. Si traa di cinque righe di una leera a un amico, per avvisarlo che non si ha il tempo per rendergli visita. L’arsta cinese, quando dipinge o realizza un’opera calligraca, assume una postura parcolare: le gambe vanno divaricate quanto l’apertura delle spalle, il gomito non va mai appoggiato sul tavolo, il pennello è tenuto perpendicolare al rotolo, cosicché il polso sia lasciato libero di trasmeere direamente l’immagine mentale del soggeo sulla carta o sulla seta. 4.5 L’arte funeraria e l’invetriatura Arte funeraria: la diusione del buddhismo incide poco sull’arte funeraria dell’aristocrazia e poco dierisce da quella di tradizione Han. Sono sta rinvenute solo alcune tombe principesche che creano un ideale viale d’accesso al sepolcro, lo shendao: qilin e bixie (sorta di chimere) o leoni aronta. Al sud dominano le tombe a pianta reangolare con volta a boe, sulle pare della quale corrono sogge terreni come i cortei dei funzionari, cui si aggiungono sia temache buddhiste (come gli apsaras, esseri celes che celebrano il Buddha), sia taoiste, come i “see saggi del boscheo di bambù”. Si insiste sulla ricchezza delle suppelleli anché l’anima del defunto, per nostalgia dei piaceri terreni, non rimanga a disturbare i vivi. Invetriatura: i vasi che si ritrovano nei corredi funerari tesmoniano una crescente originalità nelle forme rispeo a quelle in bronzo; nel V secolo i ceramis riescono a controllare meglio le invetriature a base di piombo. I vantaggi sono che cuociono a basse temperature e orono una vasta tavolozza di sfumature, a seconda delle impurità più o meno appositamente inserite. I ceramis della dinasa Sui, che riunicherà l’impero, amavano conferire alle vetrine sfumature ora bianche, ora ambra, oppure verdi; si dionde proprio il grès a invetriatura verde (il verde è oenuto grazie alla presenza di ferro), il cosiddeo céladon, nel Zhejiang seentrionale, un’area chiamata ancamente Yue, da cui tali ceramiche prendono il nome. Sul nire del VI secolo gli argiani anano l’argilla grigia, no a produrre la ceramica bianca. In Cina gli scambi commerciali sono di una vivacità sorprendente, ed arrivano esemplari metallurgici sin dalla Persia e dalla Bariana. Nelle tombe Wei gli archeologi hanno perno trovato ampolle in vetro dall’area di Khotan. 5) I Sui 隋(581-618) e i Tang 唐 (618-907) 5.1 I Sui Alla dinasa Sui va il merito della riunicazione polica dell’impero, dell’innesco del processo di aggregazione culturale delle popolazioni seentrionali e meridionali, separate da tre secoli. Il primo imperatore, Wendi, nel 588 tenne a bada i Turchi che premevano a nord, conquistò e rase al suolo la capitale meridionale, Jiangkang, ma esentò i nuovi suddi del sud dal pagamento delle imposte per ben dieci anni e promulgò un nuovo corpus di leggi. Nel fraempo il glio di Wendi, Yangdi, inaugurava una corte principesca illuminata a Yangzhou, facendosi orido patrono di intelleuali buddhis, taois, piori e poe. Usò il buddhismo proprio come mezzo di propaganda autoproclamandosi bodhisava, estese l’inuenza cinese sul Vietnam meridionale e puntò a soomeere la Corea, potenza in Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) L'ingobbio è quindi uno strato sottile a base di argilla, di composizione e proprietà fisico-chimiche variabili, che ricopre la superficie del manufatto allo scopo di migliorarne l'aspetto (livella le rugosità della superficie e la nasconde con diversi e più gradevoli colori), offrendo inoltre nuove possibilità per la decorazione, e la funzione, conferendo al pezzo un grado di impermeabilità superiore a quella del corpo ceramico sottostante. pericolosa espansione. Le spese per le ripetute spedizioni proprio verso la Corea I fomentarono l’insoddisfazione dell’aristocrazia. Yangdi fu assassinato in un golpe nel 618. La ceramica: I corredi funerari comprendevano mingqi (ogge funebri cinesi che includevano utensili quodiani, strumen musicali, armi, armature e ogge inmi come il berreo, il bastone e la stuoia di bambù) con un’invetriatura talora giallo paglierino. Ulizzo del grès porcellanato, ma non più a invetriatura verde: prediligeva il bianco o il color camoscio. A nord (nel Hebei, nel Henan) si produceva ceramica bianca: si puntava a una ceramica dalla pasta più pura possibile, con o senza ingobbio, e con una coperta incolore; a sud (Jiangsu, Zhejiang, Sichuan, Jiangxi, Anhui) si produceva ceramica verde (la colorazione è dovuta a pasta molto ferrosa), con ingobbio bianco (per mascherare le impurità) e una coperta trasparente, producendo forme arcaicizzan per imitare i bronzi. Gli areschi nei giardini: Yangdi, sovrano della dinasa Sui, contribuì a tenere alta la tradizione ortobotanica cinese facendosi costruire un giardino privato mozzaato che conteneva sedici palazzi, dota di giardino interno ed un “giardino nel giardino”, costuita da pra e or botanici. Sulle pare delle cappelle rupestri gli ars usavano collocare statue del Buddha minuscole araverso uso di stampi. I muri delle cappelle di Dunhuang di epoca Sui ricorrono a una gamma stupefacente e freschissima di colori di origine minerale: abbondano la malachite, l’azzurrite, il cinabro, l’ossido di ferro. Fa la sua comparsa un tema ricorrente sino al X-XI secolo, il “paradiso occidentale di Amitābha”: diversi paradisi si sparscono i pun cardinali; ciascun paradiso è immaginato come un giardino in cui gli accoli sono eternamente ammessi alla presenza del loro Buddha di riferimento, presso un palazzo portentoso, una sorte di corte. Piura e scultura si integrano e si fondono, in una sincresi di visiva potenza; capita così che il corteo circostante il Buddha venga rappresentato in parte in forma scultorea, in parte soo forma piorica. 5.2 I Tang Un generale dell’imperatore dopo la morte di Yangdi inauguro’ la dinasa Tang, con il nome di Gaozu. Il glio nel 626, sale al trono, con il nome di Taizong, un sovrano che fonde nella sua gura potenza militare e aenzione civile. Dopo aver reso innocui i Turchi che premevano lungo la fronera seentrionale, l’impero Tang arrivò nell’Uzbekistan. Egli stabilì anche conta diplomaci con i Tibetani e conquistò l’isola di Taiwan. Fallì solo contro il solito ostacolo: la Corea. I Tang si prodigano nel nanziare la compilazione di un lessico foneco e di un’enciclopedia, Beitangshuchao, per dare uno standard di sapere condiviso ai suddi e aiutarli nel processo di aggregazione. Taizong crea un Ucio Statale per meere gli storici sui libri contabili del sovrano. La capitale dell’impero di Taizong, Chang’an (oggi Xian 西), con i suoi due milioni di abitan, appariva indiscubilmente come la New York dell’VIII secolo: non solo per numero di abita, ma anche per cosmopolismo con i suoi merca fondaci di Persiani, ambascerie da tua l’Asia Centrale e una grande cavalleria resistente e veloce. La cià si sviluppava lungo un perimetro di 11 chilometri, la cià era divisa secondo una simmetria maniacale, in cui a ogni isolato era assegnata una funzione. Sarà il successore di Taizong, Gaozong, a sconggere denivamente la Corea. Il Buddismo: nel 660 la concubina di Gaozong, Wu Zhao, prende il potere. L’imperatrice Wu sposa la causa del culto di Maitreya, Buddha messianico del futuro, nella speranza di guadagnare il favore popolare, e si sbarazza dell’élite aristocraca nelle cariche pubbliche, inaugurando il sistema degli esami statali, per individuare i migliori intelle del Paese. Gaozong, glio di Taizong, nanziò la costruzione della Grande Pagoda dell’Oca Selvaca, Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) fondamentale centro di traduzione delle scriure buddhiste. Gran parte dei generali dell’esercito di stanza lungo i conni seentrionali non era cinese, e a metà dell’VIII secolo uno di essi, un sogdiano, An Lushan, insorge. La rivolta rientrerà, ma dopo un decennio di guerre civili. La rivolta di An Lushan segna l’inizio del declino dell’integrità Tang. Nell’845, dopo un censimento dei monasteri presen sul territorio dell’impero, il sovrano Tang si rende conto dell’immensa ricchezza suntuaria e fondiaria che le struure religiose soraggono allo Stato. L’imperatore decide senza indugi di incamerare i beni dei monasteri e costringe a dimeere la tonaca migliaia di monaci. La persecuzione colpisce non solo la chiesa buddhista. L’impero, che aveva sempre dato prova di una vivace ricevità delle proposte straniere, con un colpo di spugna cade in un desolante rigore. Nell’875 la popolazione del Henan insorge in conseguenza di una terribile caresa. Anche in questo caso un generale cavalca i tumul, ne approa per fondare una nuova dinasa, i Liang e la capitale si sposta a Kaifeng 开封. Groe: 1) nelle groe di Longmen l’imperatrice Wu Zhao nanzia la cappella Fengxian (672-675), un inno al culto del Buddha Vairocana. Divinità di riferimento Vairocana occupa la posizione centrale, lo accostano due discepoli tra i più cari al Buddha. Ancora più esterni, due guardiani della fede dall’ aspeo terrico e militare. Uno di ques guardiani, in foggia militare, regge uno stūpa, segno del punto cardinale seentrionale. I segni cardinali sono da intendersi rispeo al monte Sumeru, centro ideale dell’universo buddhista. Un senso di equilibrato turgore pervade l’intera opera: le labbra, le gote, persino il panneggio delle ves acquistano voluminosità. Mogao 2) le groe di Dunhuang (Gansu) ci orono inoltre un patrimonio piorico eccezionalmente variegato. I temi che incontrano maggiore successo fra i commien sono il paradiso di Amitābha e la discussione fra Mañjuśri e Vimalakīr. Il paradiso di Amitābha ore un connuum scandito dal paesaggio, da catene montuose che araversano in diagonale la composizione, contribuendo a una vercalità, a una profondità, a uno spiccato dinamismo della composizione. L’illusione prospeca degli edici è resa tramite la riduzione in scala: le costruzioni si fanno più piccole man mano che sono più distan dal nostro sguardo. Il punto di fuga è spesso alto, centrale, in maniera che lo speatore possa contemplare agevolmente la scena nella sua magnicenza. In epoca Tang a Dunhuang scompare l’azzurro vivo dalla tavolozza dei piori, si abbandonano quasi le sfumature. Le forme da turgide divengono con il tempo grassocce, paute; la decorazione da aollata e bilanciata si fa caoca, irrequieta. I Tibetani conquistano l’oasi nel 760 no al 848. Nei primi decenni del governo betano le gure si I indianizzano; la composizione si fa più geometrica. I Tibetani introducono prepotentemente nuova linfa visiva, iconograe nuove, il buddhismo esoterico: il bodhisava Guanyin acquista mille braccia e undici teste; tra gli altri bodhisava più apprezza spicca Kśigarbha, considerato capace di liberare le anime dell’inferno e dar loro l’opportunità di una rinascita. Buddismo esoterico: una corrente spirituale rappresentata dai Tantra, scriure che traano di ri, miscismo, occulsmo, incantesimi e formule magiche, invocazioni di suoni e sillabe sacre, diagrammi misci sintesi del mondo divino e demoniaco, ricerca di poteri magici. Denito anche buddhismo tantrico o Vajrayāna - ovvero “Veicolo del Diamante”, il ne del buddhismo esoterico è quello di arrivare a sperimentare la verità ulma ovvero la vacuità del mondo fenomenico, che solo una mente illuminata è in grado di comprendere: tue le tecniche messe in ao, anche quelle che prevedono il sesso rituale, sono volte a puricare la percezione dell’adepto e a far Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) sì che egli giunga a evocare e dominare le forze segrete del mondo. Araverso l’iniziazione il discepolo scopre il linguaggio tantrico L’arte ceramica Nella prima metà del VII secolo, soo gli auspici dell’imperatore Xuanzong, troviamo la porcellana propriamente dea e la ceramica sancai. Il segreto dela porcellana era la miscela di terre ulizzata, proveniente da una catena di “Alte colline”, gaoling, da cui appunto il nostro termine “caolino”. Il caolino è un’argilla bianca che cuoce ad alte temperature. I primi esempi di ceramiche sancai (“a tre colori”: verde, melanzana, bianco o blu) furono rinvenu nella tomba di Li Feng, morto nel 674. Raggiunsero il picco della loro diusione nel 700-750; le forme che vanno per la maggiore sono animali, dame di corte, cavalieri, cammellieri, vinai. Poi le sancai si fecero più rare, relegate a una desnazione funeraria. La rivolta di An Lushan determinò uno sparacque anche per le pologie ceramiche: al nord le fornaci diminuirono drascamente la produzione di ceramiche policrome. Vicino a Junzhou i ceramis realizzavano i primi esperimen che porteranno alla celebre ceramica Jun (dal toponimo della fornace) soo la dinasa Song: grès dalle forme piene, massicce, con vetrina bruna, se non nera. Il conceo alla base della decorazione è simile a quello dei sancai: si usa il calore del forno per far colare il pigmento, con esi imprevedibili e speacolari. Ma il colore non è oenuto con la collocazione ordinata di agen coloran all’interno di inquadrature, bensì tramite il lancio di veri e propri guazzi di pigmen fosfaci blu e bianchi. Le tombe Gli archeologi hanno individuato un’area tombale imperiale presso un auente del ume Wei. Le camere funerarie rimangono inviolate, ma si ergono ben visibili i shendao, le vie sacre di accesso, ai mausolei di Taizong e di Gaozong. Non distante da ques esempi statuari magniloquen, si incunea nella collina il corridoio alla tomba della principessa Yongtai, una delle diciassee tombe aorno all’ulma dimora di Gaozong: le pare della tomba ci raccontano con precisa delicatezza gli appuntamen di corte, le gure si accalcano senza disordine; nel sarcofago in calcare nero sono incise le scene della vita quodiana della principessa, dove l’arsta si è cimentato anche nel rendere alcuni personaggi quasi di spalle. Lo spazio occupato dalle serve di Yongtai, ritrae aorno alla padrona, è schiacciato, poco profondo, quasi ad aumentare l’inmità tra damigelle e principessa. I mingqi Tang, realizza a stampo in argilla rossa, grigia o camoscio, no a un metro di altezza, conservano una vivezza commovente, rivelano una grande sensibilità degli scultori per la postura tesissima, per il “fermo-immagine” del gesto, del guizzo, del salto, del sorriso. Rimangono terribili gli animali mici a difesa della tomba. Se il commiente era sucientemente danaroso, allora il ceramista aggiungeva l’invetriatura, che proteggeva l’opera e ne garanva un’invidiabile brillantezza. Se il cliente era veramente ricco, allora poteva anche ricorrere alla doratura di alcuni paramen del vesto. L’architeura L’audace architeura religiosa dei Tang è rimasta nei templi sor a sua imitazione in I Giappone. La più anca costruzione in legno rimasta è il Foguangsi sul monte Wutai. La pianta di un monastero buddhista in generale prevede un’area delimitata da mura, un portale a sud, da cui parre per procedere verso la pagoda, deposito del tesoro reliquiario, dietro alla quale si trova la sala d’oro, sede della triade buddhista. Nel Foguangsi la terrazza svolgeva una funzione simbolica e assolveva altresì a un bisogno praco, per ospitare la massa di devo in occasione di funzioni pubbliche. Per capire la funzione e l’origine della Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) pagoda, invece, occorre ricordare che alla morte del Buddha, nel VI secolo a.C., il suo corpo venne cremato; i pochi res ossei vennero distribui fra i discepoli che li disseminarono sul suolo indiano. Quando arrivavano in un territorio dove la loro predicazione aecchiva, seppellivano la reliquia del Buddha in loro possesso, vi edicavano sopra a commemorazione un cenotao (una “tomba vuota”), sopra il quale si slanciava una torre reliquiaria, comunemente chiamata pagoda. La copertura della pagoda del Foguangsi conserva ancora un esempio splendido di mensolatura dougong, un sistema di travi e arcorecci, la cui inclinazione aumenta in funzione dell’altezza del teo da sostenere. A Xi’an, l’anca Chang’an, capitale dell’impero, troviamo invece uno dei più anchi esempi di pagoda in muratura, Dayanda, la Grande Pagoda dell’Oca. Le semicolonne non hanno alcuna funzione di supporto, bensì imitano pilastri di legno, per far vibrare la supercie della pagoda araverso la ripezione di un’unità ritmica. La piura I celebri ritras di quest’epoca ricorrevano poco alla pennellata di contorno picamente cinese e facevano “impazzire” la clientela rappresentando il soggeo in tua la sua vivezza araverso successive applicazioni di colore, per dare quasi matericità al dipinto. Conosciamo il nome di Daozi, un grande arsta religioso, dalla pennellata vigorosissima, dinamica: i suoi personaggi sembravano avere un alito di vita. Il Palazzo teneva a propria disposizione degli huashi, piori di corte, prezzola per immortalare i visi curiosi degli ambasciatori, i loro doni, spesso animali, o i patriarchi delle varie see religiose. Un dipinto, celeberrimo, eterna uno dei destrieri da collezione dell’imperatore Xuanzong; si traa di “Bagliore nella noe”, e scarta di fronte ai nostro occhi, evidentemente disturbato dallo sguardo del piore che lo scruta. Importante piore fu Han Ga, una sorta di Gioo cinese, che rivelò uno sle tuo I suo, per lui dipingere i cavalli era in realtà l’occasione di rappresentare anche i proprietari: i cavalli erano sempre abbastanza bidimensionali, pia. Un altro piore, Li Zhen, realizzava ritra di patriarchi buddhis, e i pellegrini acquistavano puntualmente le sue opere. Tue le gure sono agevolmente rappresentate di mezzo prolo; spicca la resa della loro plascità. Nei paesaggi dipin sulle pare di Dunhuang possiamo riscontrare metodi diversi: un approccio più lineare, dove il piore usa un colore abbastanza diluito e poi ripassa i contorni degli ogge con una spessa e costante pennellata; e inne un approccio più squisitamente piorico, dove il contorno non è soolineato da alcuna linea, ma reso dalla sola stesura del colore. La calligraa Riguardo la calligraa, Taizong negli anni Trenta del VII secolo istuì ben due accademie di calligraa, una per la casata imperiale e l’altra per gli al funzionari; fece approntare una collezione delle migliori opere presen nell’impero. Veniva garanta la riproducibilità “litograca” dell’immagine: bastava stendere sulla stele una pana di carboncino, applicare un velo di carta, baere con un tampone: sulla carta rimaneva, bianco su nero, la copia della calligraa originale. Proprio i calchi ci restuiscono un’opera di Yan Zhenqing, Stele della famiglia Yan, dove l’autore sfoggia una scriura regolare a pennellate vigorose, di potente spessore. Zhang Xu (vissuto tra il 713 e il 740), creò la kuang caoshu, un mix di minuta e corsiva; discepolo di tanto maestro fu il geniale Huaisu: monaco buddhista, viaggiava in lungo e in largo per l’impero e nella più totale umiltà si faceva ricevo dei consigli dei calligra più anziani. Il suo capolavoro è Autobiograa, dove il racconto della propria vita, Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) della vocazione buddhista e delle sue scelte esteche si fondono in una scriura corsiva di sopraacente bellezza. La bronzisca Tra i più al esempi della bronzisca Tang gurano gli specchi. Sul verso lo specchio veniva polito, per rieere l’immagine della bella di turno; lo spazio circostante era preda di una decorazione lussureggiante: palmee, uccelli, farfalle e libellule, oppure grappoli d’uva. In alcuni casi la decorazione sul retro veniva pure arricchita da un’agemina in argento. Oltre alla solita collocazione nella toelea di ogni dama, lo specchio veniva portato alla cintura, a mo’ di protezione dalle cave inuenze, oppure sospeso nel talamo come simbolo di fedeltà coniugale. Nell’oobre del 1970 vennero ritrovate a Hejiacun, alla periferia di Xi’an, due giare ricolme di beni: diverse monete, non solo cinesi, ma giapponesi, persiane, centro- asiache, romane, quasi trecento ogge in oro e argento, decine e decine di lingo d’argento, tre pezzi di vasi in agata e un vaso sancai; inoltre erbe medicinali rare, per il solo uso imperiale, e strumen farmaceuci; una busna porta-profumo in oro e argento. L’inuenza della metallurgia persiana sasanide si coglie nei parcolari, ad esempio nelle punzonature con cui sono decorate le coppe in argento. Ad una venna di chilometri da Xi’an, gli archeologi si resero conto che le fondamenta celavano una cella, vera e propria cassaforte contenente una falange ritenuta del Buddha, cristallo di rocca, vetro, pezze di seta e quaordici vasi di una pologia ceramica (la miseci, la ceramica Yue “a colore segreto”: l’ingobbio, di una sfumatura di verde pallidissimo, e liscio come seta). 6) Le Cinque dinase e i Liao (Kithan) 6.1 Le Cinque dinase Dopo il crollo dei tang, questo periodo è chiamato “Cinque Dinase e dieci regni” (907 al 960 ). Gli Han, i Cinesi propriamente de, perdono comunque la presa sull’estremo nord, dove si prola il potere di nuove potenze nomadi: i Kithan e i Xia occidentali. I Kithan partono dalla valle del ume Liao, da cui si ispirano per il nome della dinasa Liao 辽 (907-1125). I Xia estendono il loro dominio su un territorio assai vasto, no ad arrivare nel Gansu, e oriscono sul controllo delle vie carovaniere, commerciando soprauo in capi di besame, cera e tappe. La frammentazione polica di questo periodo accelera lo sviluppo delle tradizioni arsche regionali. Protagonis di questo fenomeno di decentralizzazione sono la corte di Chengdu, capitale del regno di Shu, e la corte di Nanchino, capitale della dinasa dei Tang posteriori (che domina sino al 975, poi assorbita dai Song). I regni seentrionali, che gravitano aorno alla cià di Kaifeng, sono cor più asche, meno vivaci culturalmente, sebbene proprio tale area costuisca una fucina per il decollo di una scuola di paesaggio che avrà una lunga e imponente tradizione. Nella piura Tang la composizione dell’immagine risultava spesso piuosto trita, geometrica, meccanica. È proprio sul versante della composizione dell’inquadratura che i paesaggis delle Cinque Dinase compiono un grande balzo in avan. Decolla il formato del rotolo vercale; esso impone e suggerisce ai piori nuove soluzioni composive; l’immagine viene lea in un sol colpo, appesa alla parete, a distanza: tuo il contrario del rotolo orizzontale, che veniva dispiegato progressivamente su un tavolino. I piori di questo periodo pongono molta aenzione nella scelta della carta su cui dipingere. In paesaggi, la brillantezza o meno dell’atmosfera del panorama è deata dalla qualità della carta. Emerge anche la tecnica dei monocromi a inchiostro a tema buddhista, più precisamente chan. I monaci pracavano la piura monocroma come corollario di forme di meditazione: a lungo previsualizzavano in silenzio il soggeo sulla carta. Con un pennello Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) più ne, a tra più minuziosi, a inchiostro decisamente più secco, ssavano sulla carta (rigorosamente sulla carta, mai sulla seta) il volto e le mani del personaggio. Diametralmente opposta alla sobrietà chan, oriva la piura commerciale buddhista, un’arte pressoché industriale, volta alla creazione di immagini per i fedeli, pedissequa, animata da una vivace policromia, che aveva il suo epicentro nel Zhejiang. Del resto è in questo periodo che viene messa a punto la tecnica della stampa xilograca a tre colori (blu, rosso e giallo), proprio per tenere il passo con la richiesta di immagini sacre buddhiste da parte dei pellegrini e per rilanciarne l’arava. I vari piori di quest’epoca: 1) Gu Hongzhong: verso il 975, l’ulmo imperatore dei Tang, Li Houzhu che aveva ridato vita allo Hualinyuan, l’Accademia della Foresta di Pennelli, era molto pignolo persino nella scelta della carta su cui scriveva, che si faceva confezionare apposta. Han Xizai, vicepresidente del suo governo, presagendo la ne, spese quanto gli rimaneva acquistando un cennaio di schiave e imbandendo fesni orgiasci. Allora l’imperatore sperando di redimerlo, mandò un piore Gu Hongzhong dell’Accademia a mo’ di spia, per immortalare i deboscia partecipan. Il rotolo non servì al suo scopo, ma ci consegna intaa, la ranatezza della Nanchino del X secolo, in tua la sua freschezza. Il piore imbas una vera e propria messa in scena drammaca: divani, le e paraven separano gli episodi, in cui compare a più riprese il padrone di casa; nell’illustrazione vediamo un parcolare della quarta scena, dominata da cinque auste accompagnate da un naccherista. Il Maestro concentra nell’ulma scena tua l’amarezza per la decadenza dell’epoca: un giovane cerca di convincere una ragazza a entrare nelle orge. Non racconta se la ragazza cedee. A crollare, da lì a poco, sarebbe stata la dinasa. 2) Xu Xi: sempre aorno alla corte di Nanchino operò un altro grande dell’epoca, Xu Xi. Sappiamo che quasi esclusivamente si preoccupò della resa del bambù (l’unica pianta che abbia mai sollecato i piori leera, assieme al susino e al pino). A lui è di solito aribuito il dipinto Bambù nella neve. Xu usava pennelli duri e certo non colori esuberan. In questo rotolo ricorre a una tecnica al risparmio: la lumeggiatura sulle piante è oenuta lasciando bianca la carta; le pennellate devono quindi contribuire a costruire la parte del bambù: non la materia, ma l’ombra. La sua acribia, la sua costanza riscossero un successo immediato: le sue opere entrarono nelle collezioni imperiali quando era ancora in vita. Purtroppo il geniale cipiglio di Xu Xi non prese discepoli poiche’ i suoi nipo si dedicarono alla piura accademica. yeyi Eggio tile 3) Huang Quan: riguardo la piura nell’Accademia, l’Accademia Song avrebbe preso come punto di riferimento l’opera di Huang Quan, un arsta operante alla corte di Chengdu, nel regno di Shu, tra il 900 e il 965 circa, osservatore appassionato della fauna, soprauo degli ogni a FErEcouccelli. Con una pennellata vigorosa tracciava la linea di contorno del soggeo, mentre per rendere le scansioni degli ar non usava più linee, ma direamente campiture di colore leggere, successive. In Bozze di animali rari ritra dal vivo egli e’ arato dagli anbi (la tartaruga), da ciò che è estremamente piccolo eppure complesso (i coleoeri); indaga con gioia le miriadi di pose e nte degli uccelli. Queste due pagine vennero poi rimontate come un rotolo, che riporta un’iscrizione, “per gli studi di mio glio Jubao”. E fu proprio il glio a importare a Kaifeng, all’Accademia Song, il suo sle, presto denito fugui (“ricco e aristocraco”) in opposizione a quello yeyi (“libero e selvaggio”) di Xu Xi. Era inevitabile che Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) la ricerca monocroma di Xu e quella naturalista di Huang venissero interpretate dai posteri come dicilmente conciliabili. 4) Jing Hao: un terzo arsta, Jing Hao, dipinse nella prima metà del X secolo. Era nato nel nord nel Henan, ma visse facendo l’agricoltore. Nei suoi dipin possiamo notare la monumentalità delle sue composizioni; ricorreva a una gamma di pennellate un po’ monotone, minuziose sì, ma non molto varie; sebbene la composizione globale risul un po’ disordinata; le distanze sono rese tramite la sovrapposizione delle forme; il colore è assente. Jing si concedeva un vezzo: rmava i dipin in pun nascos, ad esempio sulla supercie di un masso. schiaccia ledistanze 5) Li Cheng: egli nacque a Chang’an nel 919. Le sue giornate gravitavano aorno a tre grandi passioni: vino, musica e scacchi. Ma egli passò gli esami jinshi, quindi deve aver dedicato molto tempo (tra una parta, una suonata e una bevuta) allo studio dei classici confuciani. In Un tempio romito tra vee spoglie di Li Cheng, si parte dall’acqua: ma per suggerire poi tu’altra sensazione, una vercalità assoluta; più si sale nella composizione, più tuo sembra essere arato verso l’alto. In primo piano degli uomini si aacano piega soo il peso dei lavori quodiani; qui un monastero, ritrao con pennello asciuo, minuzioso; la pagoda si staglia al centro preciso del rotolo. Dietro ancora, con inchiostro più tenue, a suggerire sempre maggiori distanze, si erge un picco ancora più alto, che svergogna d’un balzo quella vea che sembrava schiacciante. E anche gli alberi, man mano che l’altudine aumenta, smeono la veste di arbus minacciosi, e si fanno cchei di vercalità, all’unisono con la natura intaa. Anche la pennellata si fa sempre più ausolata. po Ip 6) Fanpo rispetta Kuan: è un ledistanze glio dei territori seentrionali, nato a Huyuan nello Shanxi; visse tra il 950 e il 1020 circa. A un certo punto della sua formazione smee di prendere a riferimento le opere di Li Cheng e va a vivere fra i mon del Zhongnan. In Viaggiatori tra ruscelli e montagne, costruisce l’opera su tre piani, ciascuno dominato segnatamente da massi rocciosi, alberi, mon. Primo e secondo piano sono separa da un torrente (reso al risparmio: quindi seta intaa); secondo e terzo piano sono separa dalla foschia (quindi, ancora una volta, il vuoto). Quest’ulmo elemento di cesura nasconde alla vista le fondamenta delle montagne, che sembrano ergersi dal nulla e dalla profondità. Le distanze ne vengono appiate, noi ne usciamo senza ato, disorienta. Fan Guan aua così strategie che vanno in direzione opposta a quelle di Li Cheng: il secondo rispea le distanze, il primo le schiaccia. Il contorno e le texture delle masse sono create da una miriade di piccolissime pennellate, come grani di sesamo. Perche’ accanimento sulla montagna come soggeo dei dipin. Sin dal periodo Zhou, la montagna rappresentava agli occhi dei Cinesi un luogo nominale. Dalla dinasa Han in poi, era il miglior riceacolo di erbe medicinali; per chi l’immortalità la cercava nello spirito, oriva occasione di romitaggio; meta di pellegrinaggio anche per i buddhis. Insomma un agglomerato di addentella simbolici per lo speatore. Il monte Lu, proprio quello ritrao da Jing Hao, in primis: meta di pellegrinaggio anche per i buddhis. 7) Dong Yuan: dipinse alla ne del X secolo: è un contemporaneo di Li Cheng, ma il suo lavoro lo portò a vivere per lo più presso la corte di Nanchino e aveva infa un debole per le montagne immerse nella foschia della regione circostante Nanchino. Fiumi Xiao e Xiang è scandito da linee di forza ad arco di campate di un ponte romano, con una formidabile profondità di campo, sino a una catena montuosa in terzo piano; l’isoloo disabitato, preda della vegetazione spontanea, in mezzo al ume. L’arsta ha adoato un punto di vista basso, Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) amosopressoi che quasi lambisce l’acqua: potremmo trovarci sull’altra riva, o star glissando su una barca perla osteri tecnicaanche noi. Dong Yuan non si concentra sulla singola pennellata da esaminare a distanza giovanile ravvicinata, ma lavora sulla texture, sull’impressione d’insieme che lo speatore può avere aragmaper appena si allontana dal rotolo. Le sua pennellate sono stese parallele all’andamento del epocaMing terreno, per contribuire a scolpire la forma. Dong Yuan usa inchiostro diluito (shuimo), poi lo alterna a lunghe pennellate bimacun, “a bra di canapa”, per la vegetazione in lontananza, e piccole pennellate rotondeggian in rapida successione (dianfa), con pennello secco, con cui rende il manto soce delle colline. Dong Yuan con il tempo sperimentò anche una tecnica diversa, realizzando paesaggi a colori, usando il rosso e il blu, e il gesso per gli abi. 6.2 I Liao Gli ars khitan portano una ventata di novità nel novero dei temi dell’arte cinese. Non sono aao interessa a idealizzare il soggeo: puntano anzi a intrappolarne la sionomia, a sancirne la personalità. I dipin khitan sbancavano alla corte cinese per il loro esosmo e per la vivezza con cui erano ritra alcuni sogge, come il cervo, fulcro dell’opera di Li Zanhua cabaosiLiao. Dipinge per lo più cammelli e (899-936), glio primogenito del fondatore della dinasa cavalli, con pennelli di pelo di lupo, per dare ai suoi sogge più vita; tuavia la texture che usa rende quasi invisibile la pennellata, conferendo una parcolare morbidezza al manto degli animali e al paesaggio in cui sono incastona. Questa predisposizione alle scene di genere non stereope trova riscontro anche nelle tombe dei Liao, che ci restuiscono murali di impressionante vivezza. Nella stessa tomba, spicca una scena di preparazione di bancheo, incastonata all’interno di una nta travatura, che serve anche per ritmare i vari murali. Ques murali sono fon preziose per ricostruire le mode e le acconciature dell’epoca, immortalate sempre con dovizia di deagli. Il tema dell’amore per il calore domesco assedia le pare delle tombe Liao, quasi a voler circondare il defunto delle vicende quodiane che hanno luogo in seno alla famiglia. In Grida accoppiate nella limpidezza dell’acqua la mano dell’arsta segue il deato di Huang Quan; la linea di contorno delle gure è molto marcata, a discapito delle linee interne. Tuavia la disposizione delle gure risulta un po’ goa, sebbene renda l’aollamento di un ambiente palustre, dove l’arrivo di una coppia di trampolieri fa volare via un nugolo di inse. Più in alto, nel cielo, altri trampolieri si levano in volo. Per il resto il dipinto è terminato con decorazioni stereope: il terreno soo le zampe dei trampolieri ripete in dimensioni minuscole un paesaggio a mon aguzzi. Le nuvole del cielo sono rese senza esitazioni, a rapide pennellate, in una forma standard, pedissequa, trilobata, dea a lingzhi, un “fungo o dell’immortalità”. Riguardo le tombe, troviamo in una tomba una mummia con una maschera funeraria, usuale per il popolo dei Khitan. L’allesmento del cadavere, con tanto di maschera e costume, ricorda una vera e propria messa in scena per l’eternità, per la vita a venire, di fronte alla quale il defunto si deve presentare nella migliore condizione. La maschera di una principessa Liao e di suo marito sono le più grandi ritrovate sinora in Mongolia Interna con la lamina in oro veniva bauta e adaata sul volto del cadavere. A Datong nel 1038 prima della costruzione di un complesso per la sea buddhista, i monaci pensarono bene di farsi costruire una biblioteca, la sala per la conservazione delle Scriure dell’Ordine Baojia. Ad arare lo sguardo dello speatore è un magnico corteo di statue in terracoa. Ogni bodhisava presenta un busto allungato; le pieghe del vesto si accumulano sulle ginocchia; il trono, che spicca da un alto piedistallo, è costuito da un doppio loto. Gli sguardi sono tu ugualmente concentra, è l’estrema varietà delle pose delle braccia, sempre eleganssime, a conferire personalità alle singole gure. I gioielli dei corredi funerari Liao presentano lo stesso gusto della metallurgia degli ulmi Tang. I Liao Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) avranno a loro volta subito l’inusso cinese nella ceramica, e soprauo per quella più popolana, dalla decorazione semplice e d’eeo: la cizhou, con ingobbio bianco. I ceramis che lavoravano per la dinasa Kithan erano con tua probabilità argiani cinesi. I commien nomadi amavano vedere forme nuove intrappolate nella ceramica: erano aascina dai movi aviformi (ad esempio, collo e bocca del vaso si tramutano nella testa di un volale) e dall’imitazione dei contenitori in pelle. È appunto in questo periodo che nella ceramica sancai, a tre colori, il colore non sbava più dalle campiture. Solo grazie a questo progresso tecnologico ci si poteva permeere di concepire una statua di precisa vivezza quale il Luohan assiso che ribadisce il genio Liao per il ritrao. Gli occhi ssi e un poco convergen, le narici aperte, il labbro superiore lievemente contrao: tuo concorre a comunicare la concentrazione del personaggio e a imporre una pausa di silenziosa riverenza al fedele distrao che gli passa di fronte. 7) La dinasa Song 宋 La dinasa Song va dal 960 al 1279. La capitale Kaifeng sfoggia una cultura metropolitana estremamente elaborata; lo Stato vanta un esercito professionista, una temibile oa militare, un commercio marimo prospero, la più alta produzione di ferro del mondo all’epoca. Non seppe difendersi dai Mongoli, di fronte ai quali, anzi, cadde rovinosamente. Nel 960 un golpe militare aveva portato al trono la casata Song, con l’imperatore Taizu, cui successe presto il fratello minore, Taizong. Taizu salì al potere grazie a un esercito potenssimo ed allontanando dalla vita polica i generali del suo entourage. Il pericolo era quello di golpe interno e l’allontanamento del nemico esterno (mongoli). Taizu aveva quindi deciso di non assegnare la sicurezza della propria casata a un ceto guerriero. Agli inizi dell’anno 1000 il governo cinese sedò la pressione dei Kithan che premevano a nord, pagando loro un tributo. Per quanto questa polica diplomaca possa apparire vile, in tal modo il governo arontava spese minori rispeo che mantenendo guarnigioni a seentrione. L’impero Song si aerma proprio in questo periodo come una micidiale potenza marima: i navigatori misero a punto l’uso della bussola, basmen che trasportavano in tuo il sud-est asiaco ceramica, tè, tessu, metalli, quest’ulmi ricava ricorrendo anche a esplosivi nell’industria estrava. La Cina importava avorio, spezie e soprauo cavalli. Nel 1115 i Song si allearono ai Nüzhen (mongoli), situa ancora più a I chiudendoli in una morsa, aaccandoli su due fron nord, con l’idea di sconggere i Liao oppos. Oenuta la vioria, i Nüzhen connuarono la loro calata vioriosa verso sud sino alla capitale dei Song, Kaifeng (Henan) dando così vita alla dinasa Jin, “Oro”. 7.1 I nomadi Jin c in Nel XII secolo le fornaci seentrionali erano in mano ai nomadi Nüzhen. Le decorazioni dei vasi venivano realizzate non per incisione, ma tramite matrici a stampo. Talora inngevano il pennello nell’ossido di ferro: dopo la coura le scene così dipinte divenivano rosso rame. La ceramica Jun invece adava tuo il suo fascino alla purezza della forma, e al gioco cromaco della vetrina come nel piano Jun a invetriatura verde. Un evidente cambio di gusto si rivela proprio nella tavolozza degli ingobbi: invece di sfumature terrose, adesso erano caraerizzate da nte piu’ naturali. Nella ceramica Cizhou del XIII secolo venne introdoa un’innovazione tecnologica fondamentale: furono applica smal (rossi, verdi e gialli) per decorare il vaso con movi guravi, a freddo. Anche i Jin, come i Liao, furono prodighi commien di arte buddhista. I monasteri seentrionali ci hanno restuito alcuni cicli statuari in terracoa, con luohan che raggiungono anche il metro d’altezza. Le stento Document shared on www.docsity.com Downloaded by: ryuns ([email protected]) caraerische di ques luohan sono la posa che vuole comunicare rilassatezza, ma che esprime una certa rigidità colonnare, con il tronco rio e la gamba sinistra lasciata pendere in asse con esso. Le forme sono abbastanza robuste, abbandonano il canone snello della precedente dinasa nomade dei Liao. Il tempio Dongqiu, nello Shaanxi, presenta un raro esempio di soggeo “profano”. Si traa probabilmente di un’inserviente del monastero, intenta a suonare un tamburello durante una celebrazione. La donna partecipa compunta al rito, gli occhi gon per il prisno risveglio, l’acconciatura turrita inappuntabile, che contribuisce a slanciare la sua silhouee già ausolata; passa le dita sullo strumento con gesto discreto. 7.2 I Song meridionali Huizong, soo la pressione dell’assedio nomade, aveva abdicato in favore del nono glio. La connuità della casata era così assicurata ed il nuovo imperatore dovee trasferire la corte a Hangzhou. Anche nella nuova sede, i Song, divenu meridionali, erano costre a pagare un tributo ai Jin. I Song seentrionali avevano patrocinato per lo più ilNORD taoismo; i Song su meridionali per il confucianesimo. Nel 1221 i Song si allearono ai Mongoli in funzione an- Jin. La mossa ebbe successo ma inaugurò l’inltrazione mongola nel territorio che nel 1276 entrarono pressoché indisturba nella capitale, facendo prigioniera la corte. La piura IEEE 0 O Dierenza tra piori di mesere e piori leera. I primi puntano a una resa realisca che i Cinesi chiamano xiesheng, “trascrivere il vivo”; i secondi cercano di cogliere l’essenza, l’idea e la rivisitazione personale del soggeo, e deniscono il proprio procedere xieyi, “trascrivere ie l’idea”. Quando cercano di “trascrivere l’idea”, i piori non si preoccupano minimamente di usare la prospeva, che il patrimonio visivo cinese in realtà conosceva bene: i carpeneri di corte dipingevano infa jiehua, piure delimitate, rotoli con sogge architeonici, in prospeva isometrica e con tanto di righelli, per pennellate infallibili. La piura di paesaggio è quindi in ascesa; ma il genere più in voga rimaneva la gura umana. Nel periodo Song i dinas cercavano certo piori per l’Accademia imperiale di piura, la quale si accedeva per selezione. Ai concorren veniva assegnato un tema, spesso una poesia anca. Alla selezione veniva premiata l’originalità dell’idea; ma una volta che il candidato era stato ammesso, alla scuola si apprezzava la somiglianza formale all’oggeo. I piori piu’ importan di questo periodo s