Appunti Neuropsichiatria Infantile PDF

Summary

Questi appunti trattano i disturbi del neurosviluppo che colpiscono i bambini, con un focus sullo sviluppo cerebrale, le differenze tra sviluppo tipico e atipico, e la neurobiologia dello sviluppo. Vengono descritti i periodi dello sviluppo e le diverse aree coinvolte.

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NEUROPSICHIATRIA INFANTILE 20.11.24 Introduzione al corso - No lezione venerdì 22 novembre e 6 dicembre - Preappello: si può fare solo se è stato fatto quello di psico...

NEUROPSICHIATRIA INFANTILE 20.11.24 Introduzione al corso - No lezione venerdì 22 novembre e 6 dicembre - Preappello: si può fare solo se è stato fatto quello di psicopatologia (ultimo giorno di lezione à non chiede gli argomenti dell’ultima settimana; tre domande aperte) - Sessione normale: esame unico con domande di entrambi i corsi, entrambe le parti vengono svolte lo stesso giorno *** Tratteremo i disturbi del neurosviluppo che colpiscono bambini piccoli che si porteranno avanti per tutta la vita à l’intervento è fondamentale, la loro integrazione può modificare la traiettoria di sviluppo del soggetto. Perciò si ha una responsabilità sociale e sanitare di riconoscere precocemente i disturbi e iniziare a trattarli. Sviluppo cerebrale umano Lo sviluppo cerebrale umano è uno sviluppo molto più lento rispetto agli mammiferi, in genere termina circa attorno ai 20 anni (ci sono variazioni individuali da considerare). È uno sviluppo con una sua progressione, prima quelle più profonde (tronco encefalico e mesencefalo che regolano le funzioni autonome), successivamente si sviluppano anche le strutture corticali. Le ultime strutture cerebrali che maturano per ultime sono due e sono importanti: - il sistema limbico che è la struttura deputata alla regolazione emotiva - la corteccia frontale che è il luogo dove risiede il funzionamento del pensiero logico, astratto, problem solving, decision making, pensiero associativo à tutti i funzionamenti che nell’età precedente sono immaturi Il cervello non cresce solo a livello organico, ha bisogno anche di interazioni sociali, relazionali e di un’ambiente che lo arricchisca (es.: Tarzan che è cresciuto nella foresta allevato dalle scimmie, perciò il soggetto non parlava ma comunicava tramite suoni appresi dai primati à non è u disabile intellettivo ma non ha avuto gli stimoli ambientali). Alla nascita I bambini possiedono l’intero patrimonio neuronale necessario in vita à sono soggetti molto ricchi ed è un periodo fertile. Il cervello contiene approssimativamente 10 bilioni di neuroni, ognuno instaura connessioni con circa 60-100 mila altri neuroni. Inoltre, il 20% del genoma concorre per determinare le strutture neuronali. In adolescenza Il processo di sviluppo va avanti nel tempo, vi è un aumento progressivo della massa della corteccia frontale. Il massimo sviluppo avviene intorno ai 16-17 anni dei lobi temporali, preposti alla processazione di fenomeni uditivi e visivi e coinvolti nella formazione di tracce mnestiche. Inoltre, aumenta di volume il corpo calloso e Il cervelletto completa lo sviluppo (importanti connessioni col lobo frontale). Durante l'adolescenza continua la maturazione delle fibre della sostanza bianca comportando una maggiore connessione neurale, migliore trasmissione del segnale in termini di rapidità e distanza. Vi è un decremento della sostanza grigia nei lobi frontali e aree prefrontali: - no diminuzione di efficienza - aumento delle funzioni associative e di modulazione segnale (massima attività intorno ai 13-14 aa e maturità a 17 aa circa) Dal punto di vista funzionale? Si sviluppa: 1 - la capacità di memoria - Potenziamento delle capacità espressive - Problem solving - Prendere decisioni - Integrazione del comportamento con le emozioni à da piccoli non è facile, l’ambiente è un aiuto per alfabetizzarsi (sia scuola che famiglia in maniera coordinata) Neurosviluppo: sviluppo tipico Sviluppo di vie neurologiche che influenzano il funzionamento o la performance (es: funzionamento intellettivo, lettura, memoria, abilità sociali, attenzione). Nello sviluppo tipico i neonati nascono dotati di un cervello in grado di apprendere dall’ambiente grazie a meccanismi di elaborazione (attenzione, abilità percettive, memoria) e meccanismi di sviluppo (istinto di attaccamento) uniti a propensione per particolari stimoli (volto umano alla base dell’apprendimento sociale). Neurosviluppo: sviluppo atipico Cosa significa sviluppo atipico e del neurosviluppo? Sono soggetti con traiettorie evolutive diverse con atipie diffuse in vari ambiti dello sviluppo (cognitivo, psico-relazionale, comunicativo-linguistico, motorio, ecc.). L’importante è riuscire a riconoscere precocemente le atipie o i fattori di rischio per intervenire. Neurobiologia dello sviluppo In questa disciplina si parla dell’epigenetica: lo sviluppo individuale si definisce sin dalle prime fasi della vita embrionale- fetale dall’interazione fra ambiente e patrimonio genetico aperto alle influenze ambientali (epigenoma) à il codice genetico non è un’entità fissa e stabile ma si modifica a seconda dell’ambiente, perciò se il contento è arricchito e arricchente il patrimonio genetico si modificherà di conseguenza. Questa disciplina dice anche che i geni intervengono nella formazione dei circuiti neuronali mentre i fattori ambientali (nutrizione, stress, stimoli o deprivazione) influiscono sulla sinaptogenesi (nascita di nuove connessioni) e il pruning (potatura) à a seconda dell’ambiente in cui si vive. L’alcol amplifica e velocizza la tecnica del pruning. La neuroplasticità È la capacità biologica del snc di maturare, modificarsi strutturalmente e/o funzionalmente in risposta all’esperienza (o lesioni). Le aree che si trovano nell’emisfero opposto iniziano ad attivarsi per vicariare la funzione perduta nell’altro emisfero (in età avanzata). La neuroplasticità è risultante di complessi meccanismi genetici, molecolari e cellulari che influenzano le connessioni sinaptiche e la formazione dei circuiti neurali Dipende dall’esperienza (experience-dependent) in cui vi è massima espressione nel cervello in via di sviluppo; rappresenta il substrato neurobiologico per l’apprendimento e la memoria. Inoltre, vi è una regola generale che “o lo usi o lo perdi” (use it or loose it) à Es: lettura migliora il neurosviluppo → le strutture cerebrali cambiano e si mantiene un guadagno (specie se esercizio prolungato); deprivazione di stimolazione determina perdita di funzioni Ciò significa che - La componente genetica non può spiegare da sola la variabilità della malattia mentale à fondamentali le variazioni individuali, del contesto, della frequenza scolastica, ecc. Quando si fa una diagnosi si deve spiegare che il bambino avrà delle evoluzioni perché la traiettoria dello sviluppo si modifica - Fattori sociali e comportamentali agiscono sul cervello modificando l’espressione dei geni e le funzioni cellulari - Alterazioni dell’espressione genica indotte dall’apprendimento danno luogo a cambiamenti - Interventi agiscono sulla plasticità sinaptica, cioè sulla capacità delle sinapsi di rafforzarsi o indebolirsi rispetto alla precedente attività, di formarsi e di essere eliminata. Per lo sviluppo è importante la comunicazione emotiva costante e la disponibilità delle figure che si prendono cura del bambino à sono requisiti indispensabili per lo sviluppo psico-neuro-biologico del bambino. 2 L’ambiente arricchito Per lo sviluppo è importante l’ambiente arricchito. Esso offre l’opportunità di fornire multiple stimolazioni (visive, olfattive, somato-sensoriali, motorie, cognitive e sociali) determinando un maggior grado di plasticità neuronale e aumento dei processi di neurogenesi, ramificazioni dendriche e aumento delle sinapsi. Esempi: - Cure materne primarie che aumentano il numero delle sinapsi delle cellule ippocampali che sono alla base dell’apprendimento e della memoria à il bambino deve sentirsi regolato nei suoi diversi aspetti emotivi e fisiologici. Il pianto del neonato è un richiamo ma spesso non si riesce a distinguere la richiesta nei confronti della madre che risponde per il 40% in maniera corretta al pianto, ma il 60% delle risposte scorrette non fa della mamma una cattiva mamma, è importante la continuità della risposta - Massaggio corporeo nella prematurità: aumento della produzione di fattori neurotrofici e maggiore organizzazione elettrica cerebrale - stimolazione linguistica (attraverso la relazione) Finestre di opportunità/periodo critico È una specifica finestra temporale che varia a seconda della specie in cui: - il SNC è più suscettibile al cambiamento - La plasticità di alcune aree risulta massima e le risposte dei circuiti neuronali agli stimoli sino maggiormente sensibili sia in termini di sviluppo che di recupero funzionale - L’effetto dell’esperienza in questi periodi è profondo e modula i circuiti neurali - Dopo la “chiusura” si pensa che il fenotipo non sarà più malleabile DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO Sono un gruppo eterogeneo di patologie che sono causate da una crescita e uno sviluppo cerebrale anomali con una prevalenza abbastanza elevata, del 12%. All’interno della stessa famiglia vi sono tante unità. Le caratteristiche sono: - Esordio precoce nella prima infanzia à dai 18 mesi si inizia a comprendere - multifattoriali ovvero hanno più di un fattore di rischio - migliorano con l’età ma è presente alterazione del funzionamento che persiste tutta la vita - hanno un’influenza genetica con preponderanza maschile à il sesso femminile fa si che il neurosviluppo si manifesti prevalentemente in età più avanzata, ha una sorta di camouflage e si adatta di più all’ambiente. tuttavia, quando vi sono richieste sempre più complesse a livello relazionale e a scuola (uscire con le amiche, andare in discoteca, ecc. diventa troppo pesante) - alterazioni neuropsicologiche - disturbi in comorbilità - possono essere circoscritti o globali e influenzare l’intelligenza, l’apprendimento o il funzionamento sociale - Obiettivo abilitativo: raggiungere il più alto livello di sviluppo per quella persona Quali sono? Disabilità intellettive, della comunicazione e del linguaggio, dello spettro autistico, ADHD, disturbi specifici dell’apprendimento (DSA e BES), del movimento (coordinazione, tic) à molto spesso vi è comorbilità. Ad esempio ADHD con DSA, le disabilità intellettive con i disturbi del linguaggio, disturbi dello spettro autistico. Non esistono quadri puri Quadri clinici nel bambino piccolo Sono bambini con: 3 - sviluppo tardivo - con sintomi organizzati in un quadro clinico ma lievi (iperattività, disturbo del linguaggio) - con sintomi organizzati e severi. - con sintomi non organizzati in un quadro clinico ben definito che devono essere monitorati per il rischio evolutivo Il bambino piccolo va visto spesso perché le capacità cambiano velocemente Diagnosi e tipologie La diagnosi si basa su dei manuali diagnostici, ma non può essere statica in età evolutiva perché il soggetto e l’ambiente cambiano molto velocemente. Perciò è importate considerare meno possibile l’etichetta nosografica, diagnostica in funzione della presenza o meno di sintomi contemplati. Esistono tre tipologie di diagnosi: 1. etiopatogenetica à studio delle cause di una malattia e sua evoluzione. Cause chiare per le malattie genetiche, ad esempio, non per i disturbi del neurosviluppo 2. nosografica à La diagnosi nosografica è il nome della patologia, un’etichetta che si ricava dal manuale diagnostico con un codice identificativo à ha una funzione di condivisione del linguaggio (insieme di sintomi e criteri) tra soggetti dello stesso settore. Può includere o meno i sintomi contemplati nei manuali diagnostici. 3. Funzionale à è importane che si basa sulla combinazione di elementi clinici e psicosociali con le caratteristiche individuali del soggetto a livello cognitivo, affettivo-relazionale, linguistico, sensoriale, motorio-prassico e delle autonomie personali e sociali. In questa diagnosi vengono valutate le diverse aree e descritte. In base alla problematica individuata si va a descrivere come funziona il soggetto. Alla base della redazione del PEI e del PDP vi è la diagnosi. Questa diagnosi è più sociale ed evolutiva perché descrive il comportamento e il soggetto. LA DISABILITÀ INTELLETTIVA L’intelligenza viene definita dall’AAIDD (2007) come: “capacità mentale generale, che include il ragionamento, la pianificazione, il problem solving, il pensiero astratto, la comprensione di idee complesse, l’apprendimento rapido, la capacità di apprendere dall’esperienza” tenendo conto delle variabilità culturali e linguistiche che possono influenzare la prestazione” à Tiene presente molte funzioni che però sono deficitaria per il bambino La disabilità intellettiva viene definita diversamente: - 2013: l’American Association on Intellectual and Developmental Disabilities descrive la disabilità come “espressione dei limiti del funzionamento individuale all’interno di un contesto sociale e rappresenta un sostanziale svantaggio per la persona” - 2013: American Psychiatric Association’s Neurodevelopmental Disorders ha sostituito il termine Ritardo mentale con Disabilità intellettiva Perciò, la disabilità intellettiva rientra nei disturbi del neurosviluppo à concetto meno svalutante ed offensivo: modifica dell’approccio culturale e amplia i processi di comprensione e valutazione del funzionamento dell’individuo con disabilità - Rispondono maggiormente ad una visione trasversale rispetto all’età - Vi sono cambiamenti continui a livello psicosociale per le diagnosi Altra definizione della disabilità intellettiva: - “Introduzione del termine adattamento condizione clinica complessa ed eterogenea caratterizzata da sviluppo alterato delle funzioni cognitive e adattive cui si associano frequentemente disturbi motori, del linguaggio, del comportamento, affettivi, disturbi sensoriali (deficit visivi e/o uditivi), anomalie genetiche” à il tutto determina quadri multiformi e profili funzionali specifici. - compromissione del livello globale di intelligenza misurato con test standardizzati ed inferiore di almeno 2 DS rispetto alla popolazione generale à deficit adattivo sia di tipo personale che sociale 4 La definizione che è inclusa nel DSM-5 è: “categoria psicopatologica ad esordio precoce (durante l'età dello sviluppo ed entro i 18 anni) eterogenea per eziologia, decorso e caratteristiche patognomoniche, caratterizzata da deficit delle capacità mentali generali (ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e dall’esperienza) che comporta compromissione delle capacità adattive da interferire nell’acquisizione delle autonomie sociali e personali. Funzionamento adattivo È importante perché viene valutato attraverso il giudizio clinico e le scale validate in base ad età/sesso/contesto socio culturale. È riferito a tre ambiti: 1. Concettuale didattico: memoria, linguaggio, letto-scrittura, ragionamento matematico, problem-solving, capacità di giudizio in situazioni nuove 2. Sociale: consapevolezza di pensieri, sentimenti altrui, empatia, abilità comunicativa interpersonale 3. Pratico: capacità di gestire attività quotidiane nella cura di sè, gestione del denaro e dello svago, capacità di autocontrollo e di responsabilità a scuola e/o lavoro) Sono scale molto differenziate in base all’età, vi saranno anche scale per la famiglia quando si tratta l’età evolutiva (insegnanti, famiglia e soggetto à perché il funzionamento può essere diverso in base al contesto). Il soggetto deve essere visto da più pdv per avere una descrizione clinica completa. Le scale che vengono utilizzate si differenziano in base al disturbo e sono validate a livello internazionale/nazione à aiutano a costruire la diagnosi ma non sono fornite dal DSM-5. Epidemiologia In genere la disabilità intellettiva colpisce il 2-3% della popolazione mondiale: - 85% disabilità lieve - 10% disabilità media - 4% disabilitò grave - 2% disabilità profonda Vi è prevalenza nel sesso maschile con un’incidenza 1,5:1, inoltre la prevalenza è due volte maggiore nelle fasce socio- culturali basse à possono migliorare grazie alla ricchezza degli stimoli dell’ambiente. 21.11.24 EZIOLOGIA le cause possono essere: prenatali, perinatali e post natali Prenatali (periodo della gravidanza): tra gli esami vi sono le ecografie in cui riscontrare delle possibili alterazioni e portare alla richiesta di ulteriori accertamenti come l’esame genetico. ® patologie genetiche (4-28%): sindrome di Down, sindrome dell’X fragile (mutazioni genetiche), malformazioni da microdelezione (= nuove sindromi che vengono descritte) ® malformazioni congenite (7-17%): malformazioni a livello SNC e malformazioni multiple (es.: Cornelia de Lange) ® esposizione ad agenti infettivi/tossici (5-13%): infezioni materne (toxoplasmosi, rosolia, HIV), insufficienza feto- alcoolica (sindrome feto-alcoolica che comporta difficoltà nello sviluppo cerebrale) o placentare Periodo perinatale (2-10%) à le difficoltà si sviluppano quando vi è: ® un parto distocico (non in maniera fisiologica) che comporta asfissia neonatale (comporta lesioni) ® infezioni (meningite, encefalite) a carico del SNC ® la prematurità (le arterie cerebrali sono immature e fragili e possono andare incontro a rotture causando emorragie che hanno delle conseguenze (problemi motori, cognitivi) ® Iperbilirubinemia: proteina del fegato che arriva al cervello e forma delle lesioni che hanno conseguenze Cause post-natali (3-12%) 5 ® Infezioni ® Agenti tossici (genitori tossicodipendenti) ® Cause endocrine/anomalie metaboliche: ipotiroidismo ® Traumatismi ® Neoplasie ® Gravi disturbi mentali (autismo) ® Fattori ambientali e psicosociali: soggetti che vivono in condizione di povertà e deprivazione, senza stimoli o con problematiche di tipo relazionale à sono bambini ipervigilanti, ansiosi, non contenti, mai fermi. Questi bambini non vanno bene a scuola poiché, per entrare in relazione si deve essere sufficientemente sereni. Il 15-20% dei soggetti con disabilità intellettiva non ha cause note à è una frustrazione enorme. Il trattamento della disabilità avviene anche senza la diagnosi, ma per la famiglia è fondamentale poiché è una ferita enorme. La genitorialità della disabilità intellettiva è complessa che può essere caratterizzata da un’enorme frustrazione o da una difficoltà elevata di accettare la diagnosi perché temono il giudizio degli altri. La determinazione dell’eziologia è possibile solo nel 40-60% dei casi o, quanto meno, non è presente da subito. Arrivare ad una diagnosi può volerci anche moltissimo tempo, in base agli esami a disposizione e all’avanzamento della medicina. Il più delle volte si tratta di associazione di fattori genetici e condizioni psico-ambientali o relazioni sfavorevoli. La qualità delle cure e del contesto socio-psico-ambientale aiuta a cambiare la traiettoria della disabilità. Alcune caratteristiche cliniche: - Concretezza: non pensiero astratto e sono rigidi nel funzionamento - Rigidità (tutto o nulla; perseverazione): hanno difficoltà nell’auto regolazione - Difficoltà di pianificazione e previsione à hanno bisogno di routine stabili - Peculiarità dell’esperienza percettiva: difficoltà nei rapporti tra parte e tutto, perciò fanno fatica ad avere un’esperienza percettiva adeguata - Disturbi attentivi e di concentrazione - Memoria: meno capacità di organizzare il materiale da organizzare, soprattutto verbale (organizzato su base semantica). - Aumento delle discrepanze tra prima e seconda infanzia (maggior richiesta; maggior difficoltà nell’applicare le nozioni apprese nelle situazioni in cui sono necessarie) à alla scuola dell’infanzia hanno sufficienti rapporti e funzionano abbastanza bene, ma aumentando con l’età, la forbice si allarga sia dal pdv delle relazioni, sia dal pdv cognitivo. Nei bimbi piccoli sono frequenti l’iperattività (non sempre adhd), l’intolleranza alla frustrazione e comportamenti aggressivi (non sono normali nel bambino, il bambino è aggressivo perché ha le proprie ragioni da comprendere) à sono espressioni della difficoltà di autoregolazione del soggetto piccolo. Nei bambini più grandi si possono riscontrare ansia (soprattutto nelle disabilità lievi perché il bambino si rende conto della difficoltà), tendenza al ritiro e comportamenti compulsivi, passività e dipendenza dall’ambiente. L’iperattività è un sintomo che può essere presente in vari disturbi ed è uno dei disturbi dominanti dell’Adhd Come insegnanti siamo tenuti a considerare tutti i bambini, sia quelli con che quelli senza disabilità in quanto entrambe le parti potrebbero riscontrare difficoltà nella relazione à è bene includere, ma anche avere una dimensione di insieme del gruppo classe. Inoltre, sono fondamentali sentimenti di accoglienza o repulsione da parte dei compagni nei confronti del bambino con disabilità, al fine di mediare nei diversi momenti della vita scolastica. È importante l’osservazione di tutti i soggetti che compongono un gruppo classe Iter diagnostico quando arriva un paziente, si fanno degli esami e delle domande per comprendere cos’ha 6 1. Anamnesi ovvero la storia del paziente. Può essere fisiologico (parto, gravidanza, valutazione dei neonatologi detto indice di Hapgal), familiare (malattie familiari, farmaci assunti, fase del sonno, cibo, distaccamento dalla famiglia), patologica remota (ricoveri, malattie, traumi) e patologica prossima (motivo della visita) 2. Esame fisico e neuropsichico ovvero la visita fisica del bambino piccolo (possono esserci segni fisici che aiutano la valutazione); l’esame neuropsichico per capire il livello di sviluppo comunicativo linguistico, il gioco 3. Valutazione psicometrica ovvero le scale che vengono somministrate al bambino che misurano delle competenze e danno nell’esito finale un punteggio che permette di differenziare, assieme all’esame neuropsichico, il grado di disabilità 4. Esami ematochimici e genetici (esami del sangue per escludere in linea generale i fattori maggiormente frequenti di disabilità e quelli genetici) 5. Neuroimaging (RMI) ovvero la risonanza per escludere lesioni Tutti questi esami devono essere fatti il prima possibile, ad esempio le scale sono differenziate per età e sono differenziate (aiutano il clinico perché confermano le diagnosi). La valutazione à precedentemente la diagnosi di disabilità intellettiva era riferita al valore del QI, perciò definiva la presenza e il tipo di disabilità. La nuova classificazione prevede: - valutazioni cliniche basando la severità del quadro clinico - sul deficit di funzionamento adattivo che è quello che determina il livello di assistenza richiesto. A parità di punteggio nella scala psicometrica, i soggetti possono avere bisogni diversi, anche in base alle disponibilità dell’ambiente e del contesto. Cosa si valuta nella disabilità intellettiva? - Capacità intellettive - Abilità adattive nelle diverse aree - Partecipazione - Salute psicofisica - Contesto socio-ambientale Il tutto in una prospettiva ecologica che valorizza l’interazione con l’ambiente e riconosce la possibilità di migliorare il funzionamento attraverso l’applicazione di sostegni. Si devono considerare le limitazioni funzionali all’interno del contesto tipico dei pari e della cultura di appartenenza, le differenze linguistiche, comunicative, sensoriali, motorie, di comportamento, evidenziare i punti di forza-risorse e rilevare i sostegni disponibili e necessari (con sostegni personalizzati il funzionamento può migliorare). Diagnosi psicometrica Si basa sull’utilizzo di test standardizzati per la valutazione QI (cut off: due o più deviazioni standard sotto la media= 100) La valutazione del QI è utile soprattutto dalla seconda infanzia (età scolare); per le età precedenti ci sono prove che valutano un quoziente di sviluppo psicomotorio del bimbo rispetto alla media. Per completare questa diagnosi si considerano anche scale di organizzazione psicomotoria, percezione visiva (Bender), comprensione verbale (Token), memoria (Corsi per spaziale e Benton per la visiva), abilità scolastiche, capacità di adattamento all’ambiente e individuazione dei supporti necessari (support intensity scale à frequenza, intensità e tipologia di aiuto che serve per le AVQ). Per valutare il quoziente intellettivo si utilizzano 3 tipologie di scale: 1. Scale Wechsler a. WPPSI: range d'età 4 e 6 anni b. WISC: range d'età 6-17 anni 7 c. WAIS: range d'età 17-74+ anni 2. Stanford Binet Intelligence Scale: range 2-18 anni 3. Leiter: scala non verbale dai 3 anni di età (si esclude la parte verbale perché potrebbe portare dei punteggi troppo bassi) 4. Test non verbali (matrici di Raven) Scale Wechsler à permettono di distinguere le abilità strettamente legate all’espressione verbale da quelle non verbali. Sono formate da 6 sottotest verbali (QIV: cultura, comprensione, ragionamento aritmetico, analogie, vocabolario) e 6 non verbali (QIP di performance: completare figure, riordinare storie figurate, disegno coi cubi, ricostruire figure, codifica, labirinti). Scala Bayley (2006) per bambini da 0 a 42 mesi e si compone di 5 sottoscale à 3 prove diverse per età (cognitivo, linguaggio e motorio) e 2 questionari per i genitori (area socioemotiva e comportamento adattivo) Classificazione della disabilità mentale Se un bambino ha un QI di 75 ha delle difficoltà anche se non presenta una disabilità intellettiva. Quadri clinici Età prescolare (0-5 anni) Età scolare (6-20 anni) Età adulta (> 21 anni) RM lieve RL Capacità sociali ed Problematiche letto- DSL occupazionali adeguate per scrittura Ritardo acquisizione un minimo livello di Ritardo abilità cognitive autonomie autosufficienza, Raggiungimento abilità Capacità sociali con necessità di appoggio scolastiche (V elementare) sufficientemente adeguate anche nell’età adulta RM medio Apprendimenti limitati No autonomie sociali, DSL (livello II elementare) poche personali. Profili disarmonici tra Adattamento alla vita della Necessità di ambienti di vita abilità visuo-spaziali ed scuola solo se ben sostenuti protetti abilità linguistiche Acquisizione di una parziale Possibile lavoro manuale autonomia con supervisione RM grave Possibile buon Acquisizione adattamento alla vita di di un comunità linguaggio Possibile livello minimo di Possibile svolgimento di molto semplice linguaggio comunicativo alcuni compiti semplici in Educazione alle attività ambienti molto protetti elementari di cura della Spesso associato un deficit Propria persona motorio di grado marcato RM profondo Gravi limitazioni Considerevole della motricità Totale compromissione del Incontinenza dipendenza ADL Funzionamento Linguaggio assente o Inserimento in un ambiente sensomotorio semplici messaggi non specializzato verbali 8 Comprensione comandi semplici Un quadro a sé: il funzionamento cognitivo limite (o funzionamento cognitivo borderline) - Entità clinica complessa - QI tra 71 e 84 (DSM IV 2000) - DSM-5 (2013): “altre condizioni che possono essere di attenzione clinica” ponendo maggior accento alla funzione adattiva che a quella cognitiva - prevalenza: 2,5%-7% - Sono bambini che hanno problemi nel comportamento adattativo e nelle prestazioni scolastiche che iniziano in infanzia e adolescenza (Salvador-Carulla et al., 2011) à la diagnosi arrivano dalla scuola primaria - Problemi nelle funzioni esecutive, di concentrazione e difficoltà in contesti complessi o difficoltà di adattamento alle normative sociali (Artigas-Pallares et al., 2007) Livelli di gravità (DSM-IV, ICD-10, AAMD) RM lieve à Di solito diagnosi intorno ai 3 anni per ritardo del linguaggio. Soggetto con funzionamento di un ragazzino di 11-12 anni. Pensiero operatorio concreto. Trattasi di soggetti che possono lavorare (attività pratiche) e costruirsi una famiglia e/o relazioni sociali. RM medio à La diagnosi avviene solitamente tra 1 e 3 anni per ritardo PM. Trattasi di soggetti con funzionamento di bambini di 6-7 anni (II elementare). Sono soggetti che possono lavorare in ambienti protetti, solitamente restano legati alla famiglia di origine, senza sufficiente autonomia sociale. RM grave e gravissimo à La diagnosi avviene entro l’anno di vita, le cause sono prevalentemente genetiche (es: Sdr.di Down, X Fragile, Sclerosi Tuberosa, …). Sono soggetti con funzionamento di bambini di prima infanzia. Sono soggetti non autonomi da qualunque punto di vista Linee generali di intervento - La presa in carico va rivolta allo sviluppo globale della persona - Vanno evidenziate in fase valutativa anche le potenzialità di superamento e si considera il bimbo portatore di una propria individualità - Valutare per ogni intervento il rapporto costo/beneficio - Ottica: miglioramento della QDV, anche con l’utilizzo di ausilii; prendersi cura vs curare (anche in ritardi gravi

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