APPUNTI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE.pdf

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ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE L’IMPRESA VISTA DA FUORI 1) Cosa sono le imprese e perché esistono? Le imprese non esistono in natura, è un’invenzione degli esseri umani. - è persistente, ef cace e inventata dagli uomini. - è la riposta a un esigenza: -> si comp...

ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE L’IMPRESA VISTA DA FUORI 1) Cosa sono le imprese e perché esistono? Le imprese non esistono in natura, è un’invenzione degli esseri umani. - è persistente, ef cace e inventata dagli uomini. - è la riposta a un esigenza: -> si comprende che c’è una distanza tra i bisogni e i beni necessari al loro soddisfacimento. -> Le risorse sono limitate, sempre le stesse e devono essere utilizzate per soddisfare più bisogni (Disequilibrio naturale tra scarsità di risorse limitate ed eterogeneità dei bisogni umani). IMPRESA = soggetto nella società inventato dall’uomo che ha la capacità di soddisfare al meglio i bisogni umani in un contesto di risorse scarse. -> a un bisogno risponde sempre un’azione consumo (BISOGNO -> CONSUMO) FASI: 1. AUTOCONSUMO = soddisfacimento dei bisogni autonomamente, da solo; -> LIMITE: i bisogni sono diversi e l’autosuf cienza non è abbastanza. 2. ORGANIZZAZIONE SOCIALE PER DIVISIONE DEL LAVORO -> permette di svolgere + attività e avere + beni 3. SPECIALIZZAZIONE -> ha il vantaggio di produrre bene un determinato oggetto per competenze e specializzazioni -> si diventa bravi in una determinata produzione 4. SCAMBIO -> prima baratto, poi con scambio di moneta 5. MERCATO FINANZIARIO -> INVESTIMENTI L’impresa nasce per rispondere ai bisogni umani (in un contesto di risorse scarse) -> grazie alla specializzazione del lavoro e allo scambio viene creato un meccanismo economico che riesce ad assolvere tali bisogni. IMPRESA QUALE ATTORE SOCIALE Tutto ciò che può essere essere utilizzato per soddisfare le nostre esigenze (bisogno) RISORSE SCARSE ≠ Acquisisce delle risorse -> le combina tra di loro -> ottiene un risultato BISOGNI POTENZIALMENTE ILLIMITATI Il risultato può: -> per sé soddisfare un bisogno in maniera diretta; -> servire a soddisfare un bisogno di un bisogno (x->z->y) soddisfacendo il bisogno nale in modo indiretto. !!! Non c’è impresa se non c’è scambio, bisogno e risorse L’IMPRESA È UN NOSTRA INVENZIONE -> possiamo plasmarla ED È UN ATTORE SOCIALE -> strumento della società per migliorare le condizioni di vita dell’uomo !!! L’impresa deve soddisfare i bisogni utilizzando e risorse in modo razionale, ovvero economico = utilizzo ef ciente delle risorse necessarie EFFICIENZA: È un “compito sociale” complesso per il 1. Sforzo congiunto e coordinato di + individui verso un obiettivo DINAMISMO della RELAZIONE RISORSE- 2. Principi di divisione del lavoro e specializzazione BISOGNI Variano nel tempo e produttiva nello spazio fi fi FUNZIONE TECNICO-ECONOMICA = motivo per cui l’impresa esiste all’interno di un determinato contesto economico. Le imprese fanno parte di un insieme più grande: le ORGANIZZAZIONI (insieme di attori che condividono le stesse nalità e dif cilmente le conseguirebbero da soli) IMPRESE = e ⊆ ORGANIZZAZIONI L’IMPRESA si distingue per il tipo di attività che svolge: - IMPRESE DI PRODUZIONE -> AGGIUNGONO NOVITÀ -> funzione di produzione di beni e servizi -> grazie all’attività combinatoria producono qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non c’era (output). - di BENI -> produce un nuovo bene materiale (deriva da un assemblaggio, unione chimico- sica) - di SERVIZI -> produce un bene non materiale (intangibile) -> ha bisogno di essere regolato da un supporto. -> può essere conservato -> è un’attività, una prestazione, attività senza l’implicazione di proprietà/beni tangibili -> non è conservabile (prima e dopo non esiste) - IMPRESE DI ADATTAMENTO -> NON AGGIUNGONO NOVITÀ -> funzione tecnico-economica di adattamento: creare condizioni migliori af nché le imprese di produzione possano svolgere le proprie prestazioni al meglio (es. Amazon); -> Può essere di natura diversa: - Nello SPAZIO: spostamento (dove?) -> inevitabile in coincidenza di luogo di produzione e di consumo - Nel TEMPO: conservazione (quando?) -> non coincidenza tra ussi di produzione e domanda del prodotto - Nelle QUANTITÀ: adattamento delle quantità -> suddivisione per fruibilità + varietà dei prodotti (quanto?) + FUNZIONE FINANZIARIA -> IMPRESE DI CREDITO -> prende il risparmio da dove è disponibile e lo rende fruibile dove c’è necessità -> adattano la risorsa nanziaria (denaro). -> nasce sugli interessi nanziari -> il denaro scambiato viene maggiorato di un interesse -> svolta generalmente dagli istituti di credito fi fi fi fi !!! L’impresa esiste solo in una logica di scambio Attraverso le transazioni, l’impresa è in grado di ottenere le risorse da trasformare e di trasferirle al consumatore “bisognoso” !!! Senza attviità di scambio l’impresa non sarebbe capace di operare. Pertanto è necessario identi care le relazioni dell’impresa con gli altri operatori. MERCATO = luogo in cui avviene l’attività di scambio - M. DEI BENI FINALI: l’oggetto della transazione è un bene o servizio acquistato dal consumatore nale - M. DEI BENI INTERMEDI: l’acquirente non è un consumatore nale ma un operatore economico che utilizza il bene acquistato per sottoporlo a nuova trasformazione. LA FILIERA PRODUTTIVA L’azienda attraverso la specializzazione, si occupa di determinate attività che sceglie di proposito. Queste attività sono insite nella liera produttiva FILIERA PRODUTTIVA = insieme delle fasi di lavorazione (collegate tra loro) necessarie a realizzare un bene per la soddisfazione di un bisogno del consumatore nale. -> è costituita da tutti gli operatori (imprese) che contribuiscono alla realizzazione di uno speci co bene o servizio nale -> tra ogni fase esiste potenzialmente un mercato di beni intermedi in cui vengono scambiati prodotti semilavorati oggetto di trasformazione nella fase successiva -> per ogni bene/bisogno è possibile costruire la liera produttiva -> Ci permette di capire qual è il contributo di ciascuna attività nell’impresa SPAZIO DI INTERGRAZIONE VERTICALE = è lo spazio in cui si trova della liera produttiva -> ogni impresa svolge 1 o + fasi di lavorazione assumendo una ben precisa collocazione lungo la liera produttiva Ciascuna fase apporta un suo valore al prodotto nale -> VALORE AGGIUNTO -> man mano che svolgo attività nella liera produttiva, aggiungo del valore. ** in termini generali: il valore tende ad aumentare man mano che andiamo avanti nelle attività della liera produttiva. PICCHI DI VALORE -> aumenti di valore dati da fasi in cui il valore aggiunto ha un valore signi cativo fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi L’INTERAZIONE TRA IMPRESA E CONTESTO ECONOMICO SOCIALE Ogni impresa ha rapporti necessari con fornitori e clienti in un contesto di continuo scambio: FORNITORI = chiunque apporti una risorsa materiale all’interno dell’impresa (permettendo l’attività di produzione) -> generalmente fattori produttivi in entrata contro denaro. ❌ no istituti di credito CLIENTI (attuali o potenziali) = coloro a cui sono destinati i beni prodotti (l’output) attraverso lo scambio. -> nel mercato dei beni nali l’acquisto è volto al consumo -> nel mercato dei beni intermedi è volto a una nuova trasformazione. STAKE-HOLDERS Esistono anche soggetti (stake-holders) con cui si rapporta l’impresa, sono: = portatori di interessi - lo STATO -> l’impresa paga le imposte all’Erario forniscono risorse nanziarie -> permettendo il nanziamento delle varia attività dell’impresa è un rapporto di tipo con ittuale. -> tutte le imprese che offrono utilità della stessa specie (o potenzialmente sostitutive) **Sono accomunati sul medesimo target di vendita (stesso soggetto consumatore) - i PARTNERS -> collaboratori dell’impresa legati ad essa per lo sforzo congiunto al ne di ottenere risultati positivi. Es. collaborazione tra imprese per lo sviluppo di una nuova tecnologia / operazioni tra imprese complementari (co- marketing, collaborazioni )… - GRUPPI DI PRESSIONE: organizzazioni esterne all’azienda che hanno interesse a veicolare gli effetti dell’impresa e a vincolare la sua attività (direttamente o indirettamente). !!! Nessuno stakeholder ha rapporti con l’impresa per favorire gli interessi dell’impresa ≠ Gli stakeholder hanno rapporti con una determinata impresa perché sono favorevoli ai propri interessi !!! È fondamentale individuare i soggetti che si muovono nel panorama degli attori economici per analizzare e conoscere i comportamenti imprenditoriali dei diversi soggetti nell’interazione con l’impresa secondo le loro logiche e nalità. fi fi fi fl fi fi LA NASCITA DELL’IMPRESA Le imprese, quali attori del contesto socio-economico, esistono come mezzo per “soddisfare sistematicamente i bisogni umani” in un contesto di risorse scarse I PRESUPPOSTI PER LA NASCITA L’assenza dei presupposti preclude la possibilità che possa anche solo esistere un’impresa -> PRECONDIZIONI necessarie af nché possa nascere Sono: - Esistenza di una VOLONTÀ CREATRICE -> dato che l’impresa è una creazione dell’uomo: 1 o + soggetto/i promotori dell’iniziativa imprenditoriale come strumento per la realizzazione dei propri interessi. (Non nasce spontaneamente ma va costruita) - Esistenza di un’UTENZA portatrice di una domanda -> deve esserci un effettivo bisogno al quale l’impresa deve assolvere -> una necessità che giusti ca l’attività d’impresa. - esistenza di RISORSE disponibili ed acquisibili -> c’è la possibilità di acquisire input necessari. !!! L’assenza anche solo di 1 di essi rende assolutamente LE CONDIZIONI PER LA NASCITA non sostenibile l’iniziativa imprenditoriale. Sono 2: - esistenza di un “patrimonio genetico” -> idea imprenditiva + capitale di rischio = nucleo iniziale da cui tutto inizia. - generazione di un sistema delle capacità -> permette concretamente lo svolgimento dei processi aziendali. 1) ESISTENZA DI UNA VOLONTÀ CREATRICE - LOGICHE DI AZIONE -> attiene alla natura del soggetto che può creare l’impresa (chi?); - INTERESSI -> il motivo per cui agisce; => La combinazione di logiche di azione e interessi costituisce gli SCOPI -> si crea una MATRICE Ciascun soggetto, a seconda della sua natura, ha una logica diversa di fare le cose/nel costruire l’impresa: - LOGICA INDIVIDUALE -> PERSONE FISICHE = il soggetto promotore è 1 o + individui - LOGICA AZIENDALE -> IMPRESE = 1 o + imprese (persone giuridiche) già operanti decidono di costruire altre imprese - LOGICA STATALE -> STATO -> nel perseguire i suoi motivi, può avere interessi aziendali 2) INTERESSI - LUCRATIVI -> interessato a generare un valore economicamente rilevante - di tipo ECONOMICO-FINANZIARIO -> il risultato dì impresa deve produrre risorse nanziarie per i soci (entrate monetarie patrimoniali) ottenibile per remunerazione diretta (=distribuzione degli utili conseguiti ai soci) o remunerazione indiretta (= l’utile non viene distribuito ma trattenuto, accrescendo la quota) - di tipo TECNICO-ECONOMICO -> il risultato (=lucro) deve creare un’utilità economicamente rilevante ma non monetaria = ricchezza non monetaria ma connessa al’attivita dell’impresa (non avere surplus ma UTILITÀ) - NON LUCRATIVI = ECONOMICO/SOCIALI -> che non hanno un interesse a creare un valore economicamente rilevante (=lucro) -> si realizzano nel conseguimento di vantaggi di altra natura fi fi SCOPI MOTIVANTI LOGICA INDIVIDUALE X INTERESSI LUCRATIVI DI TIPO ECONOMICO-FINANZIARIO -> CAPITALISTA PURO: una o + persone siche promotrici ha interesse lucrativo economico- nanziario. -> OBIETTIVO: percezione di utili (=guadagno) o aumento della quota d’impresa (la sua vendita si moltiplica) - remunerazione diretta -> distribuzione degli utili conseguiti - remunerazione indiretta -> attraverso l’aumento del valore della quota di partecipazione che si trasforma in usso nanziario quando la quota di partecipazione è cedua a terzi. LOGICA INDIVIDUALE X INTERESSI LUCRATIVI DI TIPO TECNICO-ECONOMICO -> AUTOCONSUMO = 1 o + persone promotrici spinta non dalla remunerazione nanziaria ma da vantaggi derivanti dall’attività stessa dall’interesse per il risultato dell’attività -> necessità di un tipo di bene fatto in un certo modo speci co. -> COOPERAZIONE = interesse per obiettivo collettivo -> associarsi per accedere a risorse LOGICA AZIENDALE X INTERESSI LUCRATIVI DI TIPO ECONOMICO-FINANZIARIO OBIETTIVO: usso di cassa -> unico scopo è il lucro MOTIVO: un azienda crea altre imprese con l’unico scopo di lucro per poi nanziare la propria impresa (logica nanziaria) **non vi è nessuna relazione necessaria tra l’attività svolta dal oggetto promotore e la nuova iniziativa -> creazione di un GRUPPO FINANZIARIO = insieme di soggetti giuridici legati tra di loro con una logica nanziaria (=guadagnare) LOGICA AZIENDALE X INTERESSI LUCRATIVI DI TIPO TECNICO-ECONOMICO Le imprese danno vita a una nuova impresa perché quest’ultima svolgerà una attività a cui sono interessato (bene prodotto come lo necessito, quanto e a quanto lo necessito) -> la generazione degli utili è auspicabile, ma non necessariusa -> creazione di un GRUPPO INDUSTRIALE = quello che fa un’impresa è funzionale a quello che fa un’altra. !!!La differenza sta nella connessione tra le imprese: - imprese con qualcosa in comune -> tecnico-economico - imprese diverse senza nulla in comune -> economico-finanziario fi fl fi fi LOGICA INDIVIDUALE E AZIENDALE X INTERESSI DI ALTRA NATURA (ECONOMICO/SOCIALI) -> AUTOREALIZZAZIONE (singoli) / SCOPI STRUMENTALI (imprese): imprese e persone siche possono divenire soggetti promotori perseguendo interessi economico/sociali, Es. la ricerca di immagine, notorietà, indipendenza, status o altruismo LOGICA STATALE X INTERESSI LUCRATIVI DI TIPO ECONOMICO-FINANZIARI GENERAZIONE DI RISORSE FINANZIARIE PER ALTRI INTERVENTI: lo Stato, come soggetto promotore, può creare nuove iniziative imprenditoriali, secondo le sue nalità istituzionali, per intervenire, seppur marginalmente, per nalità di rilevanza sociale LOGICA STATALE X INTERESSI LUCRATIVI DI TIPO TECNICO-ECONOMICO Lo Stato decide di creare una nuova impresa perseguendo un interesse tecnico-economico per incidere su certi eventi econ. OBIETTIVO: interesse di in base all’oggetto dell’attività INTERVENTI DI POLITICA INDUSTRIALE: lo Stato decide di essere presente in alcuni settori industriali che considera strategici per il tipo di attività che svolgono ≈ Investo perché sono interessato a sapere cosa accade lì dentro => Essere presente attraverso una propria iniziativa imprenditoriale. Es. i settori legati alla produzione di manufatti bellici LOGICA STATALE X INTERESSI DI ALTRA NATURA Lo Stato decide di creare un iniziativa imprenditoriale con interessi di tipo economico sociale. MOTIVO: consentire a tutti di avere accesso a una risorsa non accessibile a tutti (es. aumento del prezzo del pane) INTERVENTI DI POLITICHE SOCIALI: lo Stato crea le condizioni per raggiungere obbiettivi rilevanti sotto il pro lo sociale che prescindono dal conseguimento di alcun vantaggio economico- nanziario diretto. - LIVELLO DI PREZZI -> controllo dei prezzi di uno speci co bene - SVILUPPO SOCIALE -> guidare gli abitanti di una speci ca area verso uno sviluppo sociale !!! In diverse iniziative imprenditoriali, lo stesso soggetto può perseguire scopi con interessi eterogenei. !!! Una singola iniziativa imprenditoriale può nascere dalla partecipazione contemporanea di soggetti promotori, ciascuno dei quali persegue scopi diversi. fi fi fi fi 2) ESISTENZA DI UN’UTENZA PORTATRICE DI UNA DOMANDA = soggetti che hanno un bisogno che l’impresa vuole soddisfare -> imprese esistono perché hanno una domanda (=bisogno) da soddisfare (se non c’è domanda l’impresa non ha motivo di esistere) Gli aspetti fondamentali che caratterizzano una domanda (utenza portatrice di una domanda) sono: - RILEVANZA ECONOMICA della domanda -> l’esistenza di una domanda è importante ma non suf ciente. - TIPO DI DOMANDA che si intende soddisfare DOMANDA RILEVANTE QUANTITATIVAMENTE ED ECONOMICAMENTE - entità quantitativa = numero di potenziali utenti e frequenza di acquisto del bene - entità economica = i soggetti sono disposti a pagare per avere il soddisfacimento di quei bisogni (altrimenti non sarebbe conveniente per l’impresa) **quantitativamente rilevante ma non economicamente -> l’impresa non funzionerà: le persone non vogliono pagare. TIPOLOGIA DI DOMANDA - DOMANDA EFFETTIVA - BISOGNO ESISTENTE GIÀ SODDISFATTO DA ALTRE IMPRESE -> tutto abbastanza conosciuto e mercato sostanzialmente consolidato (MA: non soddisfatto nella qualità/quantità) -> È interessate per una nuova impresa se c’è uno spazio per essa, ovvero, la domanda: - Non è del tutto soddisfatta nelle quantità -> ci sono dei margini di crescita - Non è del tutto soddisfatta nella qualità -> spazi vuoti che non soddisfano la domanda -> Se è già satura la risposta alla domanda, non c’è posto -> è già adeguatamente soddisfatta. - DOMANDA EMERGENTE - BISOGNO GIOVANE CON POCHE IMPRESE NEL SETTORE -> la domanda è ancora poco conosciuta: sono poche le imprese che lavorano nel settore (nuovo competitor) PROBLEMA: capire come riuscire a costruire la relazione tra impresa, i clienti e il prodotto. PRO: si conoscono i bisogni e le preferenze dei consumatori / CONTRO: sviluppo futuro ignoto (si consoliderà?) - DOMANDA LATENTE - NUOVA AZIENDA, NUOVO BISOGNO IN ASSENZA DI UN SUO MERCATO -> il soggetto promotore ha l’intuizione di nuovo possibile mercato che soddisfa un nuovo bisogno. -> l’impresa è l’unica a soddisfare quel prodotto e a promuovere quel bene PROBLEMA: convincere i consumatori che quel bisogno esiste e indurli a domandare il loro bene per soddisfarlo. PRO: è l’unica azienda = grande opportunità / CONTRO: non ha info sulla potenziale domanda e le preferenze !!! Se non c’è domanda non c’è motivo di aprire l’impresa. Se c’è domanda bisogna capire che domanda è !! -> conoscere il tipo di domanda permette di identi care le fondamentali criticità che la nuova impresa dovrà affrontare. Es. raggiungere una domanda mal soddisfatta richiede un impegno nel convincere l’utenza che il mio prodotto è migliore di quello delle imprese concorrenti. fi 3) ESISTENZA DI RISORSE DISPONIBILI ED ACQUISIBILI RISORSA = tutto ciò di cui l’impresa necessita per svolgere la sua attività (e soddisfare un bisogno) Ci sono diversi criteri per distinguerle: - materiale / immateriale - primari / secondari Ci sono 2 tipi di risorse: - RISORSE FINANZIARIE = FLUSSO DI CASSA -> l’impresa le utilizza per fare investimenti e svolgere la sua attività - RISORSE NON FINANZIARIE -> risorse strumentali che cedono la loro utilità come contributo per lo svolgimento dell’attività d’impresa. - DI APPARATO -> risorse di consumo a fecondità ripetuta che cedono la loro utilità nel tempo (compro 1 volta -> + utilizzi) - RICORRENTI -> risorse dal consumo quotidiano a fecondità non ripetuta -> cedono la loro utilità in un unico contributo (ciclo di acquisto e utilizzo continuo) DISPONIBILITÀ = una risorsa è disponibile quando è accessibile - D. FISICA = riuscire ad averla nei tempi e quantità che la necessito - D. ECONOMICA = deve essere accessibile economicamente (ECONOMICAMENTE CONVENIENTE) CONDIZIONI PER LA NASCITA - esistenza di un PATRIMONIO GENETICO Il patrimonio genetico sono le componenti che condizionano l’esistenza dell’impresa, ed è formata da: - IDEA IMPRENDITIVA -> l’essenza della nuova impresa, il modo concreto attraverso il quale l’impresa dovrà cercare di generare valore (= descrizione del sistema col quale intendo soddisfare un bisogno generando valore) -> Fondamentale per essere imprenditiva è: la concretezza del modo in cui si genera valore dallo scambio (chi sono i potenziali clienti? Perché dovrebbero acquistare il nostro prodotto? Possiamo realizzarlo “adatto”?) -> è il sistema concreto per generare “valore nanziario” attraverso lo scambio - Nei casi di domanda mal soddisfatta -> il successo della nuova azienda è legato alla capacità di essere migliore dei concorrenti - Nel caso di domanda latente o emergente -> la nuova impresa deve creare un legame stabile con utenti che per la prima volta avvertono quelllo speci co bisogno !!! questo concetto non deve essere astratto - CAPITALE DI RISCHIO -> è il capitale apportato dal soggetto promotore necessario per consentire l’attuazione dell’idea imprenditiva -> risorsa apportata a tempo indeterminato e senza obbligo di remunerazione -> “di rischio” -> sopporta i rischi dell’attività dell’impresa -> è indispensabile per la nascita dell’impresa: 1) giuridicamente: è la misura della garanzia giuridica verso i terzi che hanno rapporti patrimoniali con l’impresa -> l’impresa con questo capitale adempie alle obbligazioni contratte 2) gestionale: permette l’acquisizione di risorse per svolgere l’attività aziendale 3) nanziaria: attrae ulteriori capitali da potenziali nanziatori -> rappresenta la misura della scommesssa che l’imprenditore fa su quell’idea imprenditiva -> maggiore è il capitale di rischio, maggiore è la credibilità dell’iniziativa nei confronti dei terzi potenziali nanziatori. !!! La concreta disponibilità del patrimonio genetico, sono condizione necessaria per passare dal progetto imprenditoriale alla nascita dell’impresa. fi fi fi fi fi - esistenza di un SISTEMA DELLE CAPACITÀ OPERATIVE Consiste nella costruzione concreta della possibilità di svolgere l’attività aziendale grazie alla dotazione di CAPACITÀ = saper fare, possibilità di svolgere attività, come risultato di concrete azioni nalizzate a creare le premesse per poter iniziare a svolgere concretamente l’attività d’impresa. Es. acquisto di impianti e dipendenti, capacità di approvvigionamento, capacità produttiva, capacità di innovazione, capita nanziaria… **offerta>domanda = eccesso di capacità produttiva -> ho le capacità per produrre una quantità maggiore di quella domandata/necessaria al consumo -> le capacità indispensabili per attuare il processo di trasformazione sono: - capacità di approvvigionamento -> essere concretamente in grado di acquisire le risorse necessarie a svolgere l’attività d’impresa - capacità di trasformazione -> essere concretamente in grado di attuare i processi di trasformazione attraverso i quali si passa dalle risorse acquisite al prodotto nale di scambio - capacità di vendita -> essere concretamente in grado di raggiungere con il prodotto/servizio realizzato gli utenti a cui esso è diretto. - capacità nanziaria -> essere in grado di attrarre nuove risorse nanziarie sia a titolo di capitale di rischio che di capitale di credito Il sistema delle capacità deve ovviamente essere costituito da RELAZIONI DI COERENZA che rendono l’entità e la natura delle capacità tra loro opportunamente compatibili. se la capacità di vendita è inadeguata rispetto a quella di produzione la nuova impresa manifesterà strutturalmente un eccesso di produzione rispetto alla capacità di collocamento sul mercato del prodotto oppure un sistematico scarso utilizzo degli impianti destinati alla produzione con ovvie conseguenze sul livello dei costi di struttura !!! La mancanza di una delle 2 condizioni pregiudica la possibilità di nascita dell’impresa !!! fi fi fi Es. Elon Musk Idea imprenditiva: auto elettrica e innovativa Prodotto: Tesla Riccardo Zacconi Idea imprenditiva: prodotto che genera guadagno dalle pubblicità Prodotto: Candy crush Ingvar Kamprad Idea imprenditiva: mobili componibili autonomamente Prodotto: Ikea Innovazioni: libretto d’istruzioni (di sole immagini) - i pacchi Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta Idea imprenditiva: pagamento che permette transazioni evitando i sistemi di credito Prodotto: Satispay Innovazione: costo (gratis) e prezzi bassi **Risorse critiche: risorse senza le quali non riuscirei a ottenere il risultato che voglio LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO La nascita è l’indispensabile momento fondante da cui prende avvio la vita dell’impresa improntato al continuo tentativo di generare valore. Tale percorso evolutivo, non essendo l’impresa un organismo biologico (come gli uomini), non è predeterminato. -> l’estinzione è possibile ma non necessaria, così come la sua durata. -> può rinnovarsi e innovarsi all’in nito, almeno n quando dispone di un “bilancio energetico” positivo (= il valore immesso è maggiore di quello acquistato dall’esterno) -> l’impresa è dinamica = il cambiamento (positivo o negativo) è un processo da gestire per massimizzare il valore -> questo cambiamento è chiamato processo strategico PROCESSO STRATEGICO = è un insieme di decisioni che porta l’impresa ad evolversi (modi ca indotta e deliberata) attraverso continui cambiamenti per conseguire gli obiettivi che le permettono di sopravvivere e massimizzare il suo valore nel medio-lungo tempo TEMPO DI PIANIFICAZIONE -> dipende dal contesto: la scelta dell’arco temporale a cui riferire l’analisi viene de nita da quanto avanti riesce a guardare, non è aprioristica. + stabile + lungo il periodo I contenuti possono essere distinti in 3 processi strategici che governano il cambiamento dell’impresa: - PROCESSO DI SVILUPPO -> processo col quale si cerca di apportare un cambiamento radicale positivo all’azienda di natura quantitativa e/o qualitativa -> trasformo l’impresa in qualcosa di completamente diverso -> innovazione importante dei caratteri dell’impresa (con l’obiettivo di farla diventare diversa e migliore) -> prospettiva di conquista = perseguimento di nuovi e diversi livelli di soddisfacimento degli obiettivi -> processo temporalmente limitato per i limiti alla disponibilità di risorse, specialmente nanziarie !!! non esiste una netta distinzione tra sviluppo e stabilità: già nel processo di stabilità l’imprenditore pensa allo sviluppo e crea le condizioni af nché questo possa effettivamente realizzarsi. - PROCESSO DI CONSOLIDAMENTO (STABILITÀ) -> consolidare la nuova posizione dell’impresa creando stabilità per mantenere e difendere le condizioni raggiunte -> OBIETTIVO: rendere inattaccabile la posizione raggiunta nel processo di sviluppo -> processo necessario per consolidare il concetto alla base, e poterci aggiungere sopra ulteriori sviluppi. ** Le risorse che si creano durante il processo di stabilità devono essere innanzitutto utilizzate per consolidare la posizione economico- nanziaria, l’altra parte restante dovrebbe essere utilizzata dal vertice imprenditoriale per migliorare il grado di soddisfazione dei soggetti interessati all’attività d’impresa, generando una crescita equilibrata -> sviluppo e stabilità descrivono la dinamica siologica del divenire d’impresa. Durante tale dinamica possono intervenire eventi indesiderati (cambiamento indesiderato e negativo), che si con gura come un processo involutivo che porta al deterioramento delle condizioni di funzionamento dell’impresa, portandola a uno stato di CRISI (=l’impresa è incapace di soddisfare le aspettative dei consumatori) -> il progredire di questo processo degenerativo richiedono un intervento imprenditoriale differente circa il grado di reversibilità della situazione di crisi in funzione di: - GRAVITÀ della situazione di crisi - DISPONIBILITÀ/VOLONTÀ dei soggetti interessati all’attività d’impresa a contribuire a ricreare le condizioni di normalità !!! le dif coltà in cui versa l’impresa, seppur risolvibili, per poter essere concretamente risolte necessitano di interventi di soggetti interessati all’impresa che accettano di mettere a disposizione nuove risorse oppure rinunciano al rispetto puntuale di alcuni degli adempimenti contrattuali assunti dall’impresa in precedenza fi fi fi fi fi fi fi Il giudizio sulla reverisbilità della crisi condiziona il percorso evolutivo dell’impresa. Si hanno 2 casi: - CRISI IRREVERSIBILE -> impossibilità di ricreare le condizioni di normalità dell’impresa -> LIQUIDAZIONE - CRISI REVERSIBILE -> l’azione al vertice imprenditoriale sarà nalizzata a attuare un vero e proprio nuovo processo strategico di risanamento, ovvero ripristino delle condizioni deterioratesi con lo stato di crisi - PROCESSO DI RISANAMENTO -> processo strategico in cui l’obiettivo da perseguire è ricreare le condizioni di funzionamento normali deterioratesi durante lo stato di crisi -> Af nché ciò sia possibile è necessario porre in essere un’accurata attività di diagnosi che consenta di stabilire con precisione quali siano le cause che hanno portato alla crisi -> Soltanto dopo, l’imprenditore è in grado di individuare quali debbano essere le scelte necessarie per rimuovere le cause della crisi attraverso il ripristino dei livelli di funzionamento soddisfacenti, delle capacità e strutture di cui l’impresa dispone. **crisi d’impresa = condizione negativa che innesca e conduce l’impresa alla sua estinzione. I PROCESSI STRATEGICI IN FUNZIONE DELLA NATURA DEL CAMBIAMENTO fi fi ALL’INTERNO DELL’IMPRESA Esistono 2 chiavi di lettura del sistema d’impresa: VISIONE PER APPARATI/CAPACITÀ/COMPORTAMENTI APPARATO = elementi (materiali e immateriali) oggettivamente disponibili -> TANGIBILI CAPACITÀ = potenzialità d’uso -> INTANGIBILI Es. l’assunzione di una unità di personale determina crescita di apparato (+1elemento personale) e di capacità (nuove potenzialità di lavoro) corriponsdenti corrispondenti alle abilità del soggetto assunto. Il sistema operativo d’impresa volge la sua attività a: - AUTOSTRUTTURAZIONE -> risultato: APPARATI E CAPACITÀ FUNZIONALI -> costruzione ed miglioramento delle proprie attitudini espresse in termini di apparati e capacità funzionali, che vanno a realizzare l’autostrutturazione (= costruzione di sé stessi) -> processo necessario per la nascita dell’impresa - COMPORTAMENTI FUNZIONALI VERSO L’ESTERNO -> risultato: RISULTATI OPERATIVI -> attuazione ripetuta di determinate funzioni che implicano rapporti con soggetti esterni al sistema aziendale volte a soddisfare i bisogni di una data utenza; -> utilizzando l’apparato e gli input acquisiti si traducono in esiti funzionali verso l’esterno. !!!I comportamenti funzionali (orientati all’esterno) dipendono da quelli di autostrutturazione (rivolti all’interno) mirando a generare capacità VISIONE PER ASSETTI COSTITUTIVI -> IMPRESA REALE = organizzazione complessa fatta di 3 assetti costitutivi speci ci, tra loro collegati e composti da elementi essenziali e relativamente stabili. -> questi 3 assetti vivono in un rapporto di scambio con l’esterno (nasce e vive per le relazioni) **l’ambiente è composto dagli stakeholders -> è una RAPPRESENTAZIONE GENERALE (applicabile a qualsiasi impresa). 1. ASSETTO IMPRENDITORIALE -> È il vertice del potere decisionale dell’impresa: colui/coloro che prendono decisioni per l’impresa -> È composto dagli imprenditori -> per identi carlo: 1. Capire le caratteristiche e funzioni tipiche del soggetto imprenditoriale 2. Identi care colui/coloro che hanno queste caratteristiche ed esercitano tali funzioni 2. ASSETTO PROPRIETARIO -> detentori del capitale di rischio dell’impresa 3. SISTEMA OPERATIVO -> svolge in concreto “l’attività produttiva” attraverso la combinazione di risorse materiali, personali, nanziarie, -> l’attività è governata dal vertice imprendit. e assume contenuti diversi in relazione alle funzioni svolte dal settore… fi fi !!! ASSETTO IMPRENDITORIALE ≠ ASSETTO PROPRIETARIO !!! può esserci un impresa in cui questi 3 assetti sono riferibili tutti a una stessa persona Questo non vuol dire che i 3 assetti non esistono ma che quell’unico soggetto a seconda della funzione che svolge indossa una funzione diversa. L’articolazione dell’impresa per assetti quali entità costitutive consente di distinguere i problemi della singola impresa: - in relazione a quale sia l’assetto cui essi si riferiscono; - a seconda dello speci co assetto dal quale sono considerate. Molti problemi d’impresa, infatti: - hanno una collocazione tipica ed esclusiva (= riguardano un assetto speci co); - possono essere compresi e/o affrontati operativamente solo da una delle tre 3 Tra i diversi assetti esiste di fatto un rapporto di dipendenza Es. gli eventi del soggetto imprenditore possono essere connessi anche ad interventi o controlli del soggetto titolare, ad esso gerarchicamente superiore; oppure gli eventi a livello di sistema operativo possono vedere la partecipazione dell’organo imprenditoriale, ad esso gerarchicamente superiore. Possono esserci problemi che interessano contemporaneamente le diverse entità costituenti l’impresa. -> diversità di prospettiva signi ca realmente diverso contenuto dei problemi e, verosimilmente, necessità di una visione coordinata. Esistono anche problematiche relative alla integrabilità e coerenza d’insieme tra i diversi assetti d’impresa. Esistono sempre gli assetti costitutivi d’impresa? SI, SEMPRE DIFFERENZA IMPRESA-AZIENDA: IMPRESA = complesso produttivo di beni nalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi AZIENDA = complesso produttivo dei beni (il sistema operativo) MODALITÀ E ANALISI DEGLI ASSETTI Trovare per ciascun assetto: - DEFINIZIONE: de nire l’assetto -> trovare un modo ef cace non equivoco per trovare chi fa parte di un assetto - STRUTTURA: com’è costituito? Com’è fatto? - FUNZIONAMENTO: come svolge la sua atività? I meccanismi attraverso cui svolge la sua attività - FUNZIONI: in cosa consiste la propria attività - MODELLI: quali modelli, con gurazione tipiche dell’attviità può assumere per classifciarle, analizzarle. fi fi fi fi fi fi ASSETTO IMPRENDITORIALE DEFINIZIONE: il VERTICE IMPRENDITORIALE è all’apice del potere decisionale dell’impresa, individuando gli obiettivi e le relative strategie di attuazione e organizzando il sistema operativo con l’intento di creare le condizioni di sviluppo o sopravvivenza nel lungo periodo. IDENTIFICAZIONE DEL VERTICE IMPRENDITORIALE: bisogna guardare di COSA SI OCCUPA (non che ruolo occupa) FUNZIONI (IMPRENDITORIALI): l’oggetto del vertice imprenditoriale, Sono FUNZIONONI INDECENTRABILI (=perché quali cano lo status di vertice imprenditoriale) Le funzioni imprenditoriali sono 3: - FUNZIONE STRATEGICA di orientamento e sviluppo dell’impresa -> impostazione e soluzione dei problemi dello sviluppo guardando al futuro e intuendo i fattori di cambiamento ambientale, in funzione dei quali modi care la struttura d‘impresa. -> attività attraverso la quale il vertice imprenditoriale de nisce il percorso nalizzato al cambiamento di medio e lungo termine dell’impresa -> L’impresa opera in un ambiente ostile in cui tutti i pubblici possono metterla in dif coltà: i clienti (cambiamento dei gusti, delle abitudini di consumo…), al sco, alle banche, ai concorrenti… -> è necessaria per l’impresa l’adozione di strategie per affrontare e scon ggere le insidie ambientali - FUNZIONE ORGANIZZATIVA -> creare le condizioni af nché le strategia venga seguita -> l’imprenditore impartisce le direttive fondamentali alle varie aree funzionali e coordina l’attività delle varie aree funzionali in modo che la loro azione risulti armonica e coerente -> dev’essere funzionale e capace al ne di conseguire gli obiettivi aziendali -> si esplicita nel sistema operativo modi candolo e costruendolo (l’imprenditore decide tutto) - FUNZIONE POLITICA -> armonizzazione degli interessi contrastanti che ruotano intorno all’impresa = dirimere interessi contrapposti -> ci sono tanti soggetti che hanno rapporti con l’impresa (nel proprio interesse) non tutti vanno nella stessa direzione -> l’imprenditore deve convergere tutti gli interessi per il conseguimento della sua idea imprenditoriale. FUNZIONE STRATEGICA: nalizzata al raggiungimento di un obiettivo per ottenere una superiorità (scon tta dell’avversario) ≠ FUNZIONE POLITICA: individuazione di una soluzione in grado di conciliare nel miglior modo interessi contrapposti. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi STRUTTURA: COME VENGONO ASSUNTE LE DECISIONI? Il vertice imprenditoriale assume varie con gurazioni in relazione a: - numerosità dei soggetti da cui è composto: 1. MONOPERSONALE -> funzioni imprenditoriali svolte da 1 unico soggetto 2. PLURIPERSONALE -> funzioni imprenditoriali svolte da un gruppo di soggetti (2+ soggetti) -> può dar luogo a diverse con gurazioni (monocentrica/pluricentrica) - articolazione delle responsabilità e del relativo potere decisionale (se pluripersonale) 1. MONOCENTRICO = 1 CENTRO DECISIONALE: i soggetti attuano 1 unico comune sistema di processi collegiali di decisione -> il prevalere delle capacità imprenditoriali di uno 1 o + soggetti possono portare a una relativa specializzazione delle attività tra i membri che compongono il vertice imprenditoriale. - VERTICE MONOCENTRICO INDIFFERENZIATO - VERTICE MONOCENTRICO DIFFERENZIATO -> l’attività decisionale risulta differenziata 2. POLICENTRICO: il vertice del gruppo, composto da tanti centri quante sono le imprese o divisioni da cui è composto, esercita in sintesi estrema le funzioni imprenditoriali che garantiscono la sopravvivenza del gruppo nel suo insieme, af nché ciascun centro nel quadro strategico de nito dal vertice del gruppo raggiunga le condizioni per la propria continuità e sviluppo. -> più centri decisionali autonomi e dai diversi contenuti - VERTICE PLURIPERSONALE INDIFFERENZIATO -> COLLEGIALE: tutti partecipano all’esercizio di vertice imprenditoriale inistintamente PRO: la decisione sorge da un dibattito (+ opinioni 1 soluzione) CONTRO: la fase decisionale occupa troppo tempo - VERTICE PLURIPERSONALE DIFFERENZIATO -> ogni soggetto, tramite l’attribuzione di deleghe, ricopre un ruolo decisionale differenziato per coesione e coerenza decisioni-competenza !!! Guardare le deleghe non le competenze !!! L’impresa può far parte di “complessi economici” controllati da una proprietà “capo gruppo” che riduce ciascuna azienda a uno strumento per la realizzazione di scopi e nalità estranee ad essa. -> si tratta di pseudo-imprese forzatamente prive di imprenditorialità fi fi fi fi fi FUNZIONAMENTO: Non tutti i vertici imprenditoriali esercitano le loro funzioni con lo stesso “metodo di governo”, dipende molto dall’importanza che attribuiscono agli obiettivi, ai piani predisposti per raggiungerli, dalla sensibilità organizzativa di cui sono dotati, dalla mentalità e dalla cultura che li sorregge nell’attuazione delle loro funzioni. METODO DI GOVERNO = APPROCCIO DESIONALE utilizzato nel vertice imprenditoriale Ci sono 3 metodi: - METODO INTUITIVO = basare l’idea decisionale sull’intuizione (intuizione sulla direzione di un mercato futuro). -> imprenditori intuitivi, improvvisatori, che decidono sul momento senza obiettivi -> spesso non si ricorre neanche a strumenti informativi per il controllo delle azioni imprenditoriali in svolgimento. PRO: vantaggioso -> non ha bisogno di troppe informazioni CONTRO: grande rischio (dirompente o fallimentare) -> bisogna valorizzare l’informazione - METODO ORIENTATO = gli imprenditori pongono obiettivi alla loro azione tracciando un disegno strategico da realizzare nel medio lungo periodo, procedendo o meno ad una attività di sistematica programmazione. -> è orientato lungo le tracce segnate da un disegno strategico verso obiettivi seppur non nitidamente de niti, sostenuti da un controllo esercitato su risultati passati al ne di trarre giudizi prospettici ed avere previsioni sulla giustezza o meno della linea strategica perseguita (= interpreta il futuro come estensione del passato) PRO: è buon metodo quando il contesto è prevedibile e stabile CONTRO: il passato non rappresenta il futuro -> Appiattisce la capacità dell’impresa di cogliere opportunità che differentemente avrebbe potuto cogliere -> bisogna svincolare il cambiamento futuro dal passato - METODO DIREZIONE PER OBIETTIVI È basato sull’utilizzo dell’obiettivo (= ne concreto) e sull’osservazione del ciò che l’impresa sarà. Non dipendente dal passato, obiettivi non equivoci con rappresentazione quantitativa e con uno speci co obiettivo (?) Questo metodo può assumere diverse forme in relazione al grado di intensità con cui gli obiettivi utilizzati: 1. AUTOGOVERNO AL VERTICE PER OBIETTIVI = si mira all’obiettivo di fondo, segmentandoli in in sotto- obiettivi -> gli obiettivi restano a livello del vertice imprenditoriale: egli governa il cambiamento esercitando un controllo costante sulla valutazione del grado di raggiungimento dei traguardi (sotto-obiettivi) raggiunti -> valutazione che potrà indurlo a intervenire sul sistema operativo per ridurre lo scostamento tra obiettivo e risultato 2. DIREZIONE PER OBIETTIVI PROPRIAMENTE DETTA (DPO) = è un fatto organizzativo 1. riconoscimento dell’obiettivo quale mezzo logico-organizzativo idoneo a nalizzare le azioni e le risorse al raggiungimento di determinati traguardi; 2. passaggio dalle enunciazioni degli obiettivi strategici alle loro precise de nizioni in termini “misurabili”; 3. l’attuazione di un processo di scaglionamento temporale e attribuzione degli obiettivi ai vari centri decisionali responsabilizzati a conseguirli -> gli obiettivi vengono condivisi con il sistema operativo (direttori dei settori del sistema operativo) !!! L’applicaizone della DPO non è semplice, perciò è possibile attuare la DIREZIONE PER ECCEZIONI: le eccezioni nate dalle deviazioni dei fatti manifestatisi rispetto a quelli previsti sono utilizzate per: - responsabilizzare i centri decisionali in cui trovano origine gli scostamenti; - indirizzare l’attività decisionale del vertice imprenditoriale. !!! Non vi è direzione intuitiva che non sia informata ad un qualche vago disegno strategico; Non vi è direzione orientata e per obiettivi che non contenga decisioni intuitive improvvise e risolutive. fi fi MODELLI (IMPRENDITORIALI): Le modalità concrete di realizzazione delle funzioni imprenditoriali dipendono dalle capacità e caratteristiche personali dei soggetti componenti il vertice imprenditoriale. -> i modelli di imprenditori presenti nella realtà sono differenti, 2 modelli di imprenditori individuati da R. Fazzi sono: - imprenditore tradizionale - imprenditore moderno -> per individuare tutti gli altri modelli imprenditoriali bisogna osservare 3 gruppi di elementi: 1. REQUISITI PERSONALI 2. CARATTERI / VARIABILI 3. FUNZIONI IMPRENDITORIALI 1. REQUISITI PERSONALI = insieme di attributi personali necessari per l’esercizio dell’attività imprenditoriale. Es. resistenza sica, ambizione, intuizione, laboriosità… !!! non esistono limiti oggettivi all’individuazione di tali qualità 2. CARATTERI = elementi variabili presenti all’interno di ciascun soggetto con diversi livelli d’intensità. Dipende da alcune variabili: - CAPITALE DI RISCHIO = TITOLARITÀ DELLA PROPRIETÀ - completa titolarità del capitale di rischio -> IMPRENDITORE PROPRIETARIO PRO: risolvere al proprio interno le problematiche con ittuali tra i 2 assetti -> non deve preoccuparsi per i nanziamenti esterni o di giusti care il suo operato. CONTRO: deve avere ben chiara la sua inclinazione verso l’uno o l’altro assetto: - se + imprenditore: dovrà sacri care i propri interessi di proprietario rinunciando alla distribuzione del reddito e investendolo in maniera consistente nell’impresa - completa mancanza di titolarità del capitale di rischio. - partecipazione più o meno signi cativa ma non assoluta - PROPENSIONE = inclinazioni speci catamente dell’imprenditore verso alcune attività Ha 3 possibili articolazioni: - alla DELEGA = l’imprenditore af da parte della propria attività decisionale ad altri soggetti presenti all’interno della struttura organizzativa. -> Molto disponibile alla delega PRO: più tempo per altro CONTRO: minor controllo = oggettiva impossibilità di controllare il sistema -> Bassa propensione alla delega PRO: massimo controllo (accentramento decisionale) -> decisioni strategiche + operative CONTRO: eccessiva complessità e numerosità delle decisioni da prendere in un limitato arco temporale che non permettono un’ef ciente gestione del sistema -> non riesco a cogliere tutte le opportunità !!!Non esiste una “giusta” propensione alla delega, che è utile se applicata al corretto livelllo gerarchico PRINCIPIO GENERALE: la decisione va applicata al livello gerarchico di competenza più basso possibile, cosicché gli organi superiori non devono dedicare tempo a scelte realizzabili anche da organi inferiori e possono occuparsi di decisioni più importanti fi fi fi fi fi fi fi fl fi - al RISCHIO = inclinazione dell’imprenditore ad affrontare le conseguenze potenzialmente connesse con una determinata azione. !!! non c’è impresa se non c’è rischio -> scarsa propensione al rischio CONTRO: perdita di opportunità: perdurante immobilismo in grado di pregiudicare lo sviluppo e la sopravvivenza dell’impresa -> eccessiva propensione al rischio CONTRO: PERICOLO = rischio troppo alto perché il veri carsi di imprevisti o eventi sottovalutati può arrivare a d avere tragiche conseguenze per l’impresa => è opportuna una “giusta” propensione al rischio sebbene non è individuabile a priori - INNOVAZIONE: = l’inclinazione a porre in essere un cambiamento signi cativo della struttura aziendale. -> Bassa propensione all’innovazione: CONTRO: l’impresa rischia di restare indietro, non essere in grado di innovarsi al momento più favorevole perdendo importanti occasioni di sviluppo; -> Alta propensione all’innovazione: CONTRO: necessità di produrre sempre innovazione = rischio di inseguire sempre qualcosa di nuovo senza mai usufruire i vantaggi della fase di stabilità (riduzione, costi, accumulo esperienza, sfruttamento della capacità produttiva…) - LOGICA DI AZIONE Formata da 3 variabili: - L. ECONOMICA: = atteggiamento dell’imprenditore rispetto alla distribuzione della ricchezza prodotta, che si concretizza nello stabilire a quali interlocutori è destinata: -> Trattiene la ricchezza: PRO: capace di auto nanziarsi CONTRO: incapacità di sodisfare gli stakeholders -> esistono 2 situazioni limite: - la ricchezza è distribuita ad un unico interlocutore - la ricchezza è distribuita in funzione delle esigenze speci che di ciascun interlocutore (equa distribuzione della ricchezza) - L. PROGRAMMATICA: = modo in cui l’imprenditore affronta la valutazione del futuro e assume le decisioni PER LA VALUTAZIONE DEL FUTURO: -> Prevalenza dell’INTUITO: non si preoccuperà di raccogliere dati e notizie speci che con le quali legittimare le proprie previsioni, giudicando il sostenimento di tali costi super uo; -> Prevalenza dell’INFORMAZIONE Tende a trascurare le proprie intuizioni se in contrasto con le informazioni speci che MODO DI RICAVARE LE INFORMAZIONI per valutare il futuro: -> LOGICA ESTRAPOLATIVA evoluzione lineare del passato, si ipotizza che l’esperienza accumulata nel passato sia del tutto valida anche per il futuro, non ritenendo esserci elementi di novità signi cativi; -> LOGICA PROSPETTICA prevedere il futuro in modo del tutto slegato dal passato, prendendo in considerazione l’ipotesi che si abbiano elementi di discontinuità rispetto al passato. fi fi fi fi fl fi - L. di CONTROLLO: = modo ed al tempo in cui l’imprenditore svolge la propria attività di controllo - MODO -> CONTROLLO SULL’AZIONE = l’imprenditore controlla il dipendente mentre svolge le proprie mansioni PRO: riduco il rischio del risultato (= è come lo voglio) CONTRO: perdita di tempo -> CONTROLLO SUI RISULTATI = si limita a controllare il risultato raggiunto non curandosi del modo in cui è stato raggiunto (dando implicitamente ducia alla capacita del dipendente nel raggiungere l’obiettivo pre ssato). - TEMPO -> antecedente -> concorrente / concorrente = controllo tempestivo -> susseguente = inutile ad evitare spiacevoli conseguenze connesse ad azioni già concluse - CULTURA SPECIFICA = Matrice culturale/intellettuale dell’imprenditore (la sua preparazione speci ca formatasi in seguito agli studi svolti o alle precedenti esperienze lavorative che condizionano implicitamente l’attività) -> a seconda del percorso individuale è plasmato in un modo diverso il suo metodo di governo -> 4 diverse tipologie di cultura speci ca (la prevalenza di una di esse condiziona il concept dell’impresa da parte dell’imprenditore): - TECNOLOGICA -> la sua prevalenza porta l’imprenditore a porre particolare attenzione alle caratteristiche tecniche del prodotto, nel continuo tentativo di migliorare la sua capacità di gestione della sua tecnologia di produzione. - DI MARKETING -> prevalenza che porta a l’imprenditore a concentrarsi sul mercato e sulle caratteristiche che il prodotto deve avere per soddisfare al meglio le esigenze dell’utenza. -> continuo tentativo di aumentare il proprio potere di mercato - FINANZIARIA -> prevalenza che porta l’imprenditore ad esaltare l’uso della leva nanziaria acquisendo capitali esterni no ai limiti della convenienza e costruendo gruppi di partecipazione a catena nel tentativo i aumentare il proprio potere nanziario - AMMINISTRATIVA: prevalenza che porta l’imprenditore concentrarsi sul contenimento dei costi nel tentativo di costruire un sistema dotato di un forte equilibrio economico 3. FUNZIONI IMPRENDITORIALI -> STRATEGICA -> ORGANIZZATIVA -> POLITICA fi fi fi fi fi ELEMENTI RILEVANTI PER LA SPECIFICAZIONE DEI MODELLI IMPRENDITORIALI MODELLI IMPRENDITORIALI ASSETTO PROPRIETARIO DEFINIZIONE: insieme di soggetti detentori del capitale di rischio organizzati per l’assunzione delle decisioni legate allo svolgimento di speci che attività. !!! Il ruolo della proprietà non si esaurisce in quel momento ma è legato all’intera vita dell’impresa no alla sua estinzione (= nisce quando gli interessi motivanti non sono più rilevanti o conseguibili) RISCHIO LIMITATO AL CAPITALE SOCIALE: è a rischio solo il capitale investito RISCHIO ESTESO AL PATRIMONIO DEL SOCIO: il rischio è esteso a tutto il patrimonio personale A seconda della forma giuridica dell’impresa, c’è una condizione di rischio diversa: Es. srl (il rischio è limitato al proprietario accomandatario) / Sas (viene intaccato anche il patrimonio personale) STRUTTURA: I soggetti che compongono l’assetto proprietario sono identi cabili attraverso la titolarità del capitale di rischio: tutti i proprietari hanno diritto all’esercizio delle funzioni proprietarie ed agli obblighi ad essa connessi FUNZIONAMENTO: -> è disciplinato in termini generali dalla legge e con speci co riferimento alla singola impresa dalle norme statutarie. -> MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO: - L’attività decisionale della proprietà è svolta nell’ASSEMBLEA DEI SOCI (o azionisti), che si riunisce per deliberare sugli argomenti di propria competenza (decidere) -> METODO DECISIONALE COLLEGIALE - Le decisioni sono assunte generalmente sulla base del PRINCIPIO DI MAGGIORANZA calcolato sull’entità della titolarità delle quote (= chi detiene una maggiore quantità di quote pesa di più nelle deliberazioni -> conseguente alla necessità di mantenere una relazione tra potere di condizionamento e rischio patrimoniale): colui (o coloro) in grado di detenere la maggioranza del capitale di fatto controlla l’attività decisionale dell’assetto proprietario -> PRINCIPIO DI MAGGIORANZA APPLICATO AL CAPITALE 50%+1 !!! Si conta non sulle teste ma sulle quote di capitale - Tutte le regole dell’impresa sono nello STATUTO SOCIALE L’applicazione del principi di maggioranza causa una distinzione: - CAPITALE DI COMANDO: coloro che detengono la meggioranza delle quote -> ha la forza di indurre la decisione, il comando, e una prospettiva ad agire nel medio-lungo termine, - CAPITALE DI MINORANZA: ha le quote di minoranza -> ha meno potere decisionale e ha un interesse solo personale e a breve termine per arricchirsi. Se si spezza il legame tra rischio e potere, si crea una situazione innaturale, poiché porta a: 1. Sostanziale impossibilità di tutelare in modo diretto gli interessi patrimoniali derivanti dal capitale fornito; 2. coloro che controllano l’insieme de beni aziendali sono deresponsabilizzati dalle conseguenze economiche; => la proprietà ha sull’impresa: - POTERE DI CONTROLLO = insieme di facoltà che a una proprietà sono riconosciute a fronte dell’apporto dei risorse a titolo di “capitale” e del sostenimento del conseguente “rischio”. - 4 FUNZIONI -> derivano dalla sua posizione giuridica fi fi fi fi FUNZIONI (propietarie) Le funzioni proprietarie rappresentano i contenuti dell’attività decisionale (di cosa si occupa?) 1. CAPITALIZZAZIONE = funzione nanziaria che si concreta nell’apporto di risorse a titolo di capitale di rischio -> con gura il contributo ricoperto dalla proprietà nella determinazione dell’entità e della composizione del capitale su cui l’impresa può contare per nanziare i propri investimenti. -> La capitalizzazione avviene in 2 modalità diverse: - C. DIRETTA -> conferimento di capitale di rischio (dotazione di mezzi propri) -> AUMENTO DI CAPITALE A TITOLO ONEROSO = trasferimento di risorse dal proprio patrimonio a quello dell’impresa - ORIGINE delle risorse: ESTERNA = conferite dai titolari dell’impresa (risorse provenienti da una sfera patrimoniale distinta da quella dell’impresa) -> AUMENTO DI CAPITALE IN NATURA = mettere a disposizione/trasferimento di beni utili all’azend -> bisogna stimare il valore per valutare la quota posseduta -> RINUNCIA DEL DIRITTO DI OPZIONE* (a titolo oneroso) = accettando l’ingresso di nuovi soci -> l’imprenditore attrae risorse all’interno del sistema convincendo i soci esistenti e nuovi soci a trasferire parte del loro patrimonio nell’impresa. -> Anche il socio può nanziare l’impresa conferendo risorse a titolo di credito, tramite prestiti personali o, quando l’impresa sia una S.p.A., sottoscrivendo un prestito obbligazionario. -> possono veri carsi degli spostamenti nella distribuzione delle quote di proprietà fra i diversi soci e quindi negli equilibri di potere = fare spazio a nuovi soci può derivare una riduzione del potere di controllo sull’impresa dei soci già esistenti * Diritto spettante agli azionisti che prevede la prelazione per la sottoscrizione di nuove azioni in occasione di operazioni di aumento del capitale sociale. -> DISTRIBUZIONE O MENO DEGLI UTILI = la disponibilità a reinvestire nell’impresa parte degli utili conseguiti, attivando ussi di auto nanziamento da reddito. Avviene auto nanziamento da reddito quando una certa quota di utili conseguiti nell’esercizio non vengono distribuiti agli aventi diritto (cioè ai titolari del capitale proprio) -> sul piano tecnico può essere raggiunto in 2 diversi modi: - AUTOFINANZIAMENTO DA REDDITO -> accantonamento di parte del reddito conseguito nelle riserve del netto - ORIGINE delle risorse: INTERNA = frutto dei processi gestionali svolti dl sistema operativo aziendale -> un’impresa che gode di un’ottima salute è normale che veda aumentare il proprio fabbisogno nanziario, e l’auto nanziamento da reddito, laddove ci sia un risultato positivo è la via migliore. - RICORSO ALLE POLITICHE DI BILANCIO -> parte del reddito realizzato è occultato nel passivo (con una intensi cazione dei fondi-rischio o nell’attivo ad esempio con la compressione dei valori di magazzino). !!! La decisione di non distribuire ai titolari dell’impresa il reddito conseguito (tutto o in parte), seppur sia l’organo imprenditoriale a proporla, questa decisione necessita di passare al vaglio della proprietà, o almeno della sua componente di maggioranza. !!! esistono casi in cui l’impresa fa operazioni di aumento di capitale a titolo gratuito, ovvero senza che i soci vadano incontro ad ulteriori esborsi di denaro, ma semplicemente trasformando partite del netto (normalmente i fondi di riserva) in “capitale sociale”. fi fi fi fl fi fi fi fi fi fi - CAPITALIZZAZIONE INDIRETTA -> creare le condizioni per attrarre capitale di credito La proprietà può provvedere a questa funzione intervenendo in 2 modi: - INDIRETTO: come ri esso delle scelte operate col capitale di rischio. -> una buona capitalizzazione rappresenta per i possibili nanziatori una importante forma di garanzia e, di conseguenza permette di reperire i mezzi nanziari con maggiori facilità e a condizioni più convenienti. !!! Il livello di capitale proprio è uno degli elementi più rilevanti per de nire la capacità di credito dell’impresa - DIRETTO: è la propria capacità di credito correlata all’entità del patrimonio personale dei proprietari (se disponibile a prestarlo a garanzia dei nanziamenti concezioni all’impresa) e al grado di af dabilità riconosciuta a coloro che fanno parte della compagine proprietaria. L’attitudine della proprietà a svolgere il proprio ruolo è valutata rispetto a: CAPACITÀ DI ATTRARRE CREDITO + DISPONIBILITÀ AD ATTIVARE QUESTA FONTE DI FINANZIAMENTO -> ottenere capitali ricorrendo al credito = ampliare la disponibilità di risorse nanziare da utilizzare nell’attività d’impresa MA contraendo debiti da rimborsare con gli interessi. -> la proprietà deve svolgere un’attività di vigilanza sul livello di indebitamento dell’impresa per evitare che l’organo imprenditoriale esegua un’eccessiva propensione all’espansione portando a situazioni di squilibrio nanziario e/o economico tali da determinare situazioni di crisi dell’impresa. La proprietà può avere: - BASSA PROPENSIONE AL RISCHIO -> eccessiva prudenza: tenere troppo sotto controllo l’indebitamento dell’impresa potrebbe impedire all’organo imprenditoriale di attuare in modo ef cace e tempestivo processi di sviluppo necessari per l’attività d’impresa. - ALTA PROPENSIONE AL RISCHIO -> è necessaria per la dinamicità dell’impresa. 2. NOMINA E LEGITTIMAZIONE DEL VERTICE IMPRENDITORIALE La proprietà si trova una posizione di supremazia nei confronti dell’intero sistema-impresa potendo incaricarsi di ogni decisione in merito alla gestione dell’impresa. Quando ciò avviene, la proprietà svolge oltre alle proprie funzioni tipiche anche quelle dell’organo imprenditoriale e, al limite, del sistema operativo. Il ruolo della proprietà e dell’organo imprenditoriale sono interconnessi dato che il ruolo imprenditoriale se svolto da soggetti estranei all’assetto proprietario esercitano grazie al consenso dei detentori del capitale di rischio. -> la proprietà ha il diritto/dovere di dotare l’impresa di un vertice imprenditoriale = POTERE DI NOMINARE E REVOCARE gli amministratori = decidere chi deve provvedere al governo del sistema aziendale decidendo di: - mantenere l’esercizio del ruolo imprenditoriale nell’ambito della proprietà stessa (delega a 1 o + dei suoi membri delle attribuzioni) - delega a dei manager professionisti esterni all’assetto proprietario -> per compiere tale scelta, i membri dell’assetto proprietario devono essere in grado di compiere delle valutazioni consapevoli e pertanto avere delle capacità legate all’esperienza e al possesso di una cultura aziendalistica, ma che presuppongono anche la costante attenzione alle vicende interne all’impresa e a quelle dell’ambiente in cui essa opera. -> la proprietà fornisce l’impresa di un organo imprenditoriale legittimato a svolgere l’attività in modo continuativo -> quando proprietà e organo imprenditoriale coincidono, il problema della legittimazione non si pone, ma la sua attività dev’essere comunque posta al vaglio e consenso della proprietà nel suo complesso. fi fi fl fi fi fi fi fi 3. ORIENTAMENTO STRATEGICO DI FONDO: funzione di indirizzo e di controllo sulle scelte imprenditoriali da essi operate. -> La proprietà ha la facoltà di esercitare un’in uenza sulla de nizione degli orientamenti delle strategie aziendali e di controllare l’operato del vertice aziendale. -> STRATEGIA D’IMPRESA = il modo in cui l’impresa ricerca il proprio successo e de nisce i propri rapporti con l’ambiente. -> si basa su un’insieme di fondamentali decisioni che de niscono l’identità dell’impresa (cosa, perché e come svolge la sua attività) riguardanti la scelta del campo di attività, degli obiettivi di fondo da perseguire e delle logiche competitive da adottare e delle forme di interazione con i propri interlocutori sociali. -> orientamento strategico di fondo di un’impresa = parte nascosta e invisibile del disegno strategico -> è l’insieme di idee, valori e atteggiamenti prevalenti nell’impresa nel suo campo di attività, della sua loso a gestionale ed organizzativa, ai ni e agli obiettivi che intende perseguire. -> trova concreta manifestazione nella formulazione e attuazione delle strategie d’impresa, articolate su 2 diversi livelli: - LIVELLO AZIENDALE = insieme di decisioni aventi rilievo strategico che investono l’impresa nel suo complesso. -> prevede scelte relative alla logica competitiva che l’impresa intende adottare, ai criteri di fondo su cui costruire la propria architettura organizzativa, e ai ussi di investimento e nanziamento Es. strategie inerenti le problematiche organizzative e nanziarie -> de nisce le sorti dell’impresa - LIVELLO FUNZIONALE = traduzione delle scelte della strategia competitiva sul piano delle aree funzionali in cui può essere divisa l’attività decisionale dell’impresa -> rappresenta il livello decisionale chiamato a dare pratica applicazione agli indirizzi gestionali de niti dal vertice. Es. decisioni riguardanti le scelte di produzione e di marketing -> le strategie funzionali possono essere viste come il momento di raccordo tra formulazione degli obiettivi e criteri di confronto col mercato e il livello delle decisioni operative (momento delle azioni concrete). -> la proprietà nel processo di formulazione e di attuazione delle strategie aziendali è coinvolta: 1. a livello di determinazione dell’orientamento strategico di fondo dell’impresa: ha un’in uenza nel determinare l’insieme delle idee, dei valori e degli atteggiamenti che caratterizzano l’ambiente intorno all’impresa !!! Può rappresentare un elemento di conservazione, in alcuni casi salutare, in altri può essere un ostacolo alla naturale evoluzione di un’impresa 2. come forza trainante dello sviluppo aziendale (sia in bene che in male): all’interno dell’assetto proprietario vi possono essere individui che riescono a svolgere anche un ruolo attivo di stimolo nei confronti dell’organo imprenditoriale. !!! quando c’è una proprietà in grado di esercitare con pienezza le proprie attribuzioni è improbabile che non eserciti un’in uenza sugli orientamenti gestionali dell’impresa. => gli interessi della proprietà e la logica con cui agisce segnano oper forza il modo di essere dell’impresa. 4. FUNZIONE DI CREAZIONE ED ESTINZIONE DELL’IMPRESA fl fi fi fi fi fi fl fl fi fi fi fi MODELLI: È la rappresentazione delle relazioni tra titolarità del capitale e potere di controllo nell’assetto proprietario -> i modelli proprietari sono costruiti in funzione della relazione tra rischio e potere di controllo PROPRIETÀ (RISCHIO) = detenere le quote del capitale dell’impresa CONTROLLO = possibilità di indurre la decisone, condizionare l’esito nell’assemblea dei soci; !!! In ogni assetto proprietario esiste un capitale di minoranza che non ha di fatto potere di controllo, e un capitale di maggioranza che ha il controllo. L’esistenza di una possibile separazione tra proprietà e controllo comporta diverse modalità di esercizio di potere di controllo dell’assetto proprietario: - ASSETTO PROPRIETARIO UNIPERSONALE -> singolo soggetto proprietario -> detiene il 100% del capitale di rischio (tutte le azioni della società) -> può essere una persona sica, lo Stato o un’altra impresa -> Totale identità tra controllo e proprietà: corre tutto il rischio e svolge tutte le funzioni proprietarie PRO: eliminazione delle situazioni con ittuali negli interessi (no maggioranza e minoranze) e massimo controllo e libertà (completa coincidenza tra capitale di rischio e potere di controllo) CONTRO: può causare limitata capacità di capitalizzazione del singolo soggetto con conseguenze negative sulla possibilità di crescita dell’azienda. -> ha senso se in un contesto più ampio il soggetto crea una piccola impresa collegata all’originale e che controlla totalmente. Si crea un gruppo di aziende = modalità organizzativa dell’attività d’impresa attraverso l’utilizzo sistematico delle partecipazioni societarie. - ASSETTO PROPRIETARIO CON TOTALE SEPARAZIONE TRA TITOLARITÀ DEL CAPITALE DI RISCHIO E POTERE DI CONTROLLO -> Totale separazione tra controllo e proprietà (capitale di rischio separato in molteplici proprietari) -> azionariato diffuso in cui i soggetti titolari di azioni sono tantissimi e le percentuali di capitali che detengono sono irrisorie ai ni del controllo e anche gli accordi sono inutili per l’alto numero di soggetti coinvolti. - PUBLIC COMPANY = impresa dal capitale sociale frazionato senza un aderenza controllo-proprietà -> è l’esempio perfetto di assetto proprietario con totale separazione tra proprietà e controllo. -> di fatto è l’assetto imprenditoriale che detiene il controllo PRO: non ho vincoli nel capitale di rischio (facilità di ottenimento di risorse nanziarie) CONTRO: forte interesse al breve termine -> è il vertice imprenditoriale che controlla sé stesso e dato che, generalmente, vengono remunerati sulla base die risultati che ottengono, questo cerca di massimizzare la sua funzione di guadagno e di mantenere la permanenza al vertice dell’azienda. -> operare con un’ottica a breve periodo signi ca rinunciare a opportunità future. => public company e controllo totale sono i due casi limiti nella realtà, ma esistono anche forme intermedie di controllo: - CONTROLLO ASSOLUTO (maggioranza assoluta): condizione in cui esiste una quota di capitale di maggioranza, ovvero un soggetto detiene il 50% + 1 delle azioni della società in modo da controllare l’impresa attraverso l’esercizio del diritto di voto in assemblea. CAPITALE DI MAGGIORANZA = capitale di comando VS CAPITALE DI MINORANZA = capitale controllato PRO: eliminazione vincoli nanziari e di controllo CONTRO: preclusione di opportunità di crescita + se aumenta il capitale, il soggetto proprietario è costretto ad esercitare il diritto di opzione e sottoscrivere l’aumento se vuole mantenere il controllo e non alterare la percentuale di capitale di rischio di cui è titolare. fi fi fl fi - CONTROLLO RELATIVO (maggioranza relativa): maggioranza instabile -> nessuno ha il controllo assoluto ma una quota importante rispetto agli altri (che non garantisce il potere di controllo). -> per creare una situazione di controllo è necessario che un numero suf ciente di soggetti stringa un accordo sull’esercizio del potere di controllo: l’ACCORDO PARASOCIALE -> accordo/atto al di fuori dell’assetto proprietario ma che lo in uenza (per raggiungere il 50%+1) e permette di raggiungere una maggioranza stabile -> oppure, i soggetti detentori del capitale di rischio sono familiari: riunendo le quote di ciascun familiare si crea una situazione che permette ai soggetti di esprimere il controllo sulla società (VINCOLO CHE LEGA òLE PARTECIPAZIONI) PRO: aumentano le possibilità di capitalizzazione CONTRO: potenziale con ittualità tra soggetti familiari -> tende a crescere nel tempo -> le condizioni di controllo assoluto è di creare un accordo parasociale attraverso il quale si costruisce un sindacato di voto: i soggetti che lo sottoscrivono si impegnano a esprimere una volontà comune in assemblea -> ha senso solo se valle per più assemblee così da gestire l’evoluzione dell’assetto proprietario. -> l’accordo può essere anche informale ma è maggiormente instabile non essendo giuridicamente tutelabile., rispetto ad un patto para-sociale scritto. - SOCIETÀ COOPERATIVE -> TUTTI I SOCI HANNO LO STESSO PESO nonostante la grandezza della quota di partecipazione (non conta il capitale ma il consenso dei soggetti che partecipano all’assetto proprietario) PRO: attenzione spostata dal pro tto alla modalità di svolgimento delle attività (interessse economico- tecnico) - SOCIETÀ PUBBLICA -> società di diritto privato nella quale lo STATO detiene il 50%+1 delle azioni (rendendola impresa di diritto pubblico) -> gli organi societari si trovano al di fuori della stessa impresa -> svolge tipicamente funzioni sociali ben precise. PRO: NON FALLISCONO CONTROLLO DI GRUPPO -> sistema che permette di investire meno possibile (in termini di capitale di rischio) massimizzando il controllo -> l’utilizzo il vertice imprenditoriale per minimizzare sistematicamente l’impiego di capitali associati ad operazioni di acquisizione di altre imprese: Per acquisire il controllo di una società è suf ciente detenere la maggioranza assoluta delle quote (50%+1) del capitale e si possiede di fatto la società. Allora, nel momento in cui si volesse acquisire una nuova impresa con un 50%+1 di quote, è possibile controllare anche questa nuova società e continuamente l’operazione può essere reiterata con un controllo a cascata in cui ogni società è controllata al 50%+1. -> il risultato per la società madre sarà quello di avere ottenuto il controllo (seppur indiretto) di tutte le società con un impegno minimo di capitale Es. Supponiamo che la capogruppo vuole aumentare la sua capacità investendo in acquisizioni il cui capitale netto è 100 -> crea un‘altra società di cui ha il controllo assoluto (50%+1) Azionisti di minoranza ne deterranno il 49% = Ho la società madre che costituisce la società A che costituisce la società B dove investo il 51%. => Costruzione di una CATENA DI COMANDO: massimizzare il controllo, minimizzare l’investimento. fl fl fi fi fi SISTEMA OPERATIVO: Assetto che concretamente svolge l’attività d’impresa -> è governato dal vertice imprenditoriale -> sistema complesso di risorse coordinato dal vertice imprenditoriale e nalizzato alla generazione di valore attraverso attività di scambio con l’esterno -> si occupa della realizzazione dell’oggetto dell’impresa coordinando opportunamente le risorse per la realizzazione di un bene/servizio FUNZIONAMENTO: I PROCESSI AZIENDALI Il sistema operativo è la combinazione di 3 processi aziendali fondamentali: 1. PROCESSO MATERIALE capacità di approvvigionamento, di produzione e di vendita 2. PROCESSO FINANZIARIO capacità di credito 3. PROCESSO INFORMATIVO capacità innovative e di apprendimento PROCESSO= concatenazione di eventi tra loro collegati PROCESSO MATERIALE -> processo che combina e trasforma i fattori produttivi per produrre e realizzare i beni/servizi -> svolgimento dell’attività caratteristica dell’impresa divisa in 3 fasi: 1. acquisizione dei fattori produttivi necessari alla realizzazione del prodotto (APPROVVIGIONAMENTO) 2. combinazione dei fattori acquisisti attraverso il processo tecnico-produttivo ed ottenimento di 1 o + prodotti cedibili sul mercato (PRODUZIONE) 3. vendita dei prodotti ottenuti (MARKETING) !!! In ciascuna impresa esiste un processo materiale attraverso il quale l’impresa acquisisce, trasforma e cede risorse all’esterno. PROCESSO FINANZIARIO -> concatenazione di ussi di denaro (in entrata e uscita) e relazione nanziarie legate allo svolgimento dell’attività d’impresa: CASH IN / CASH OUT -> è la conseguenza necessaria dei rapporti di scambio tra l’impresa e l’esterno e che si sostanziano in transazioni nanziarie: alcune derivanti direttamente dall’implementazione del processo materiale (+ produzione + vendita + entrate) o altre indirettamente come precondizione per il suo svolgimento (uscite in investimenti) Es. VENDITA -> CASH IN / ACQUISTO -> CASH OUT / AUMENTO CAPITALE -> CASH IN !!! I moneti rilevanti sono il momento della generazione del usso: USCITA ed ENTRATA PROCESSO INFORMATIVO -> Sistema dei ussi di dati e informazioni che circolano all’interno dell’impresa e tra l’impresa e i soggetti esterni -> processo disperso all’interno del sistema operativo -> si dividono in: - FLUSSO INTERNO = origine e e destinazione interna al sistema operativo F. INFORMATIVO ORGANIZZATIVO -> per la coordinazione dell’attività del sistema operativo - di tipo GERARCHICO -> trasferimento di informazioni per organizzare, gestire e coordinare l’attività - di tipo ORIZZONTALE -> coordinamento tra soggetti della stessa posizione gerarchica su contenuti di materia comune F. INFORMATIVO DI CONTROLLO -> informazioni utili per migliorare la qualità dell’attività decisionale nel sistema operativo fi fl fl fl fi - FLUSSO ESTERNO = coinvolgimento di soggetti esterni all’impresa -> che sia in entrata o in uscita sono informazioni collegate alle relazioni impresa-ambiente che fanno da supporto alle transazioni commerciali e per acquisire informazioni e notizie sul contesto sociale ed economico per migliorare le proprie opportunità di scambio. RELAZIONE PROCESSO MATERIALE E PROCESSO FINANZIARIO Sebbene i tre processi aziendali sono diversi, ogni azione del sistema operativo si ritrova in almeno uno di questi processi, mentre le azioni più complesse sono una combina

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