Appunti di Sociologia e Cultura PDF
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Questi appunti trattano vari argomenti di sociologia e cultura, inclusi la moda, i consumi, il sé, l'interazione sociale, il conformismo, la devianza, l'esperienza e il senso comune, il genere e la sessualità, le organizzazioni e le istituzioni, e il razzismo. Vengono analizzate le opere di diversi autori come Marvin Harris, Horace Miner, Georg Simmel, Herbert Mead, Erving Goffman, Solomon Asch, Piero Bocchiaro più altri e sono inclusi esempi e riflessioni su concetti come l'immaginazione sociologica e la ricerca sociologica.
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Marvin Harris. Buono da mangiare. Pp. 39-59. Horace Miner. “Body Ritual Among the Nacirema”. Pp. 28-32. Argomento 4. Moda e consumi Georg Simmel. La moda. Pp. 15-27 Richard Peterson e Roger Kern, “Dallo snob all’onnivoro”. Pp. 243-248 Argomento 5. Sé, interazione, vita quotidiana Herbert Mead. Mente...
Marvin Harris. Buono da mangiare. Pp. 39-59. Horace Miner. “Body Ritual Among the Nacirema”. Pp. 28-32. Argomento 4. Moda e consumi Georg Simmel. La moda. Pp. 15-27 Richard Peterson e Roger Kern, “Dallo snob all’onnivoro”. Pp. 243-248 Argomento 5. Sé, interazione, vita quotidiana Herbert Mead. Mente, sé e società. Pp. 163-172. Ervin Goffman. La vita quotidiana come rappresentazione. Pp. 127-162. Argomento 6. Conformismo e influenza del comportamento Solomon Asch. Psicologia sociale. Pp. 489-546. Piero Bocchiaro. Psicologia del male. Pp. 23-46. Argomento 7. Il problema della devianza Howard Becker. Outsiders. Saggi di sociologia della devianza. Pp. 105-125. Piero Bocchiaro. Psicologia del male. Pp. 23-46. Argomento 8. Esperienza e senso comune Peter Berger e Thomas Luckmann. La realtà come costruzione sociale. Pp. 37-57. Argomento 9. Genere e sessualità Pierre Bourdieu. Il dominio maschile. Pp. 31-37 Argomento 10. Organizzazioni, istituzioni, regole Max Weber, Economia e società. pp. 212-220. Robert Merton. Teoria e struttura sociale. Pp. 188-205. Argomento 11. Razzismo Teun Van Dijk. Il discorso razzista. Pp. 11-33, 65-73. ESERCITAZIONE: fotografia fatta da noi, breve interpretazione sociologica 01. IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA La realtà è sempre interpretata, i significati non sono intrinseci alle cose, sono frutto di un'assegnazione personale o collettiva. I significati che ci appaiono come naturali, scontati, non lo sono. L'interpretazione sociologica è possibile partendo dalla sospensione del dato per scontato. Qualsiasi cosa/evento/fenomeno che attira la nostra attenzione e mette in dubbio un dato per scontato (aspettativa disattesa —> ci si aspetta una cosa che però non accade in tale modo si presta a un'indagine sociologica). Con la sociologia dei testi si prendono gli strumenti per interpretare la sociologia che cerca di individuare principi che permettono di indicare attraverso affermazioni logiche il funzionamento di situazioni/eventi/fenomeni a livello sociale. La sociologia si fa mentre sociologici si diventa. Chi è il sociologo? È colui che è intensamente, sfacciatamente, interessato alle attività umane. Il suo habitat naturale sono gli incontri nel mondo, sono le persone che si incontrano insieme. È interessato agli esseri umani. Nulla è noioso per lui anzi quello che gli altri reputano noioso per lui sono cose interessanti. Osservando gli esseri umani si nota come hanno credenze ultime, momenti tragici e di esaltazione (un gruppo che celebra qualcosa). Esempi di credenze ultime sono i momenti religiosi in chiesa, in moschea, in sinagoga… ma ci sono altri momenti non religiosi dove si notano queste credenze ultime come allo stadio in attività sportive dove si hanno credenze simili, energie simili e la vicinanza dei corpi produce cose simili. Ci si interessa a ricavare delle regole che spiegano una cosa attraverso un principio generale. Esistono tante dimensioni dalle quali si entra e si esce continuamente e sono: - SISTEMA DELLA VITA QUOTIDIANA - SISTEMA RELIGIOSO - SISTEMA DELLA SCIENZA La realtà è più complessa di quello che sembra e come detto prima si passa dall’una all’altra escludendo continuamente altre dimensioni. Una realtà dove ci sono i nostri corpi a non la mente è nel sonno, che scambiamo per realtà. Nel sonno ci entriamo e ci usciamo. I luoghi fisici aiutano al sociologo a farsi tante domande a partire dai luoghi più conosciuti ai più disprezzati. Per avere un materiale tecnico come la statistica, le interviste e l’etnografia ci si deve immergere nella realtà che si vuole studiare, ci si deve mescolare con le persone che si vogliono indagare in pratica bisogna mimetizzarsi. Bisogna avere una DIMENSIONE INTERPRETATIVA diversa dagli altri. Esempi: Uno studio realizzato negli anni ‘60 sul comportamento degli uomini omosessuali nei bagni pubblici Un buon sociologo si ritroverà a cercare delle domande, in modo così pressante che cercherà di trovare le risposte. La sociologia ha uno spazio tutto suo ma è anche adiacente a tutti gli altri. Uno dei grandi pensatori sociologici è AUGUSTE COMPTE (1798-1857) affermava che “la sociologia è il centro delle scienze” Inizio appunti sul testo Immaginazione Sociologica di C. Wright Mills Mills era un professore universitario alla Columbia University ed era ritenuto un cool guy negli anni ‘60. Andava in moto e faceva una vita diversa dagli altri. Con l’immaginazione sociologica conta davvero chi ci sta attorno. Chi siamo? Io in quanto individuo chi sono? Perché sono qui? Mills direbbe che dobbiamo guardare oltre gli individui, come sono arrivati ad essere li in quel momento. Esistono delle forze come: - Forze delle classi sociali - Forze della cultura - Forza di genere Solo comprendendo queste forze potremmo rispondere a questa domanda. Solo afferrando tali forze di nuovo potremmo rispondere a queste domande. PAG 16 “IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA” Mills afferma che c’è un’intersezione tra biografia e storia. Ci si interessa ai problemi sociologici/della società come: - Provenienza etnica; - Povertà - Disoccupazione - La sanità e il suo accesso PAG 17 Mettere la storia con la biografia Un esempio: se non ho un lavoro penso che avrei dovuto scegliere un’altra carriera. Se non ho un lavoro probabile che non ci siano passioni né talenti. Con le SITUAZIONI POLITICHE/ECONOMICHE: “Voglio diventare maestra d’asilo ma non sono in grado di pagarmi l’affitto” con l’immaginazione sociologica penso come mai prende di più l’idraulico? E questo riguarda la società Con le forze evolute nel corso della storia si interseca storia e biografia. Le forze strutturali e collettive (sono pressanti e hanno un impatto sulla traiettoria biografica). Mills dice che siamo consapevoli di queste forze perché siamo qui. Un altro esempio sono gli uomini medici, cosa succede? Perché le donne vengono sottopagate? Queste non sono difficoltà individuali ma QUESTIONI PUBBLICHE. E bisogna ricevere risposte di gruppo? Che cosa succede? PAG 18 MARXISTA —> MILLS In merito all’esercitazione che dobbiamo fare se pensiamo a cosa dobbiamo fotografare e vediamo una donna bianca che sta curando dei bambini neri ci parerà strano perché la storia per molti anni è stata diversa. Rivoluzione vuol dire CAMBIAMENTO, MUTAMENTO DEL PRODOTTO. Se noi siamo legati alla storia allora l’uomo è libero? Siamo marionette? In realtà per rispondere a questa domanda non siamo né marionette né liberi. Infatti noi non possiamo fare qualsiasi cosa che vogliamo fare. L’insieme delle forze sociali ha spinto a dove noi siamo ora. Siamo soggetti a forze antiche e questa storicità le rende più vincolanti e più forti. Per esempio il processo dell’essere donna o uomo influenza le nostre vite quotidiane. Come si passa da problemi private a problemi collettivi? Con la rivoluzione che è un agire politico perché si ottenga qualcosa. Mills affermava che lui si trova in qualcosa di più complesso, e attraverso questi problemi collettivi che nascono da problemi privati bisogna cercare quelli che hanno lo stessa problema e che sono nella sua stessa condizione e unirsi insieme. Gli obiettivi dell’immaginazione sociologica è unirsi e cercare di capire come cambiare le cose INSIEME. Le relazioni intime nascono da cosa pensiamo noi. Il cambiamento prevede calma e dedizione Marx affermava che una vita senza ricerca è una vita non vissuta. Tutto parte da noi, bisogna essere sistematici perché si può andare fuori strada e bisogna essere calmi e accurati. Bisogna analizzare e servono dei metodi e strumenti di analisi. Per esempio quali sono i salari, che cosa succede in chi fa un determinato lavoro. Mills credeva che i public issues fossero prodotti dagli studiosi stessi. MAX WEBER (1864-1920) Weber ci aiuta con un'espressione a capire meglio come la pensa lui. “Presa di distanza dai giudizi di valore” In America si parla di valué freenes, a valué free social science, ossia essere liberi da i nostri valori, giudizi e prendere distanza da questi. I giudizi li sappiamo dare perché conosciamo cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è bene e cosa è male. Prendere distanza da i nostri giudizi e i nostri valori è molto complicato. Bisogna esercitarsi a prendere questa distanza nelle ricerche di giudizi di valore. Bisogna non farsi prendere dalle proprie posizioni. Per esempio, un sociologo che crede al miracolo e nella sua ricerca non ci crede è già un a presa di distanza. Deve fare come se non fosse chi è. Deve vedere le cose nella maniera più OGGETTIVA possibile. La scienza è cercare conferme. Ci sono degli strumenti tecnici che ci aiutano nella ricerca e sono l’etnografia. In questa ci si deve mescolare tra le persone che vogliamo studiare. Non si può apparire diverso dalle persone che dobbiamo studiare perché in questo caso salta la ricerca. Infatti, bisogna cercare di essere accettato. I sociologi e gli antropologi hanno più meno le stesse difficoltà. Perché i sociologi devono prendere distanza da quello che sono mentre gli antropologi devono cercare di non farsi avvicinare e coinvolgere troppo da quello che stanno studiando. Uno studio che si è fatto è sugli sfratti. Matthew Desmond ha documentato cosa succedeva alla gente che veniva sfruttata, dove andava? Questo è un esempio di ricerca Millsiana. (Libro) Una buona ricerca weberiana è stata fatta da Stanley Lieberson attraverso il libro “A matter of taste”. Stanley studia i nomi delle persone. Come si decide un determinato nome? Una buona ricerca è formata da dei dati, ma questi dati devono essere: - Affidabili - Credibili - Sicuro - Certo Un dataset è una matrice dati, un sistema di organizzazione dei dati per poterli usare. A volte bisogna costruirsi il dato e per farlo bisogna avere dei contati, bisogna aspettarsi però che non dicano tutto o la verità. Quindi è molto difficile costruirsi il dato. La ricerca di Lieberson è una ricerca pura, pulita e con dei dati certi. Per scegliere se si possa fare una ricerca o meno si deve andare dal Comitato Etico. Lieberson non ha dovuto ottenere permessi perché i dati erano pubblici. Ci sono delle forze/fattori che incidono in questo processo (quello di scegliere i nomi) come: - Credenze religiose - Tradizioni – conservatorismo - Il genere - La provenienza etnica - Leadership (quando si usa per la prima volta un nome ed è un cambiamento) Tutto questo elencato sono forze esterne a noi quindi forze esogene, che ci colpiscono dall’esterno e che influenzano come dare i nomi. Anche in Francia c’è una forza esterna molto forte (più forte degli USA) e anche in Italia. Infatti, ci sono molti Pierre in Francia perché è un santo; quindi, la religione in questo caso è il fattore esterno che influenza. Anche Maria in Italia è una santa quindi sempre la religione colpisce dall’esterno. Negli Stati Uniti c’è stata una diversificazione di nomi. Per la segregazione di genere sul lavoro e i diversi lavori che c’erano in quel periodo c’era una forte divisione di genere. Sempre negli Stati Uniti ci sono nomi maschili dati alle femmine. Anche se la simmetria di genere resta. Infatti, è difficile trovare un bambino con il nome Sue, perché utilizzato dalle bambine e per i bimbi sarebbe uno stigma. Anche se al contrario non succede e non è così problematico dare un nome femminile a un bambino. Esempio di questi nomi sono: - Taylor - Mckenzie (passato da nome maschile a nome femminile) - Sam Questa forza esogena che colpisce è il genere. Cos’è lo stigma? È una sanzione sociale, è essere guardati male e sentirsi a disagio. Questa sanzione sociale è piu pesante sui maschi che sulle femmine. Le forze sono delle variabili che possono essere influenzate o influenzare. Le variabili possono essere dipendenti o indipendenti. Le forze esogene sono forze che c’erano prima di noi e sono all’esterno nostro. Le altre forze che agiscono dall’interno, ossia, quelle endogene sono determinabili ed esistono. Provengono da dentro di noi. Mills (fa fatica a vedere le forze endogene, non riesce a mettersi in un’ottica dove si influenzi dall’interno). Le forze endogene non hanno una fissità interna, salgono e scendono. - La moda, per esempio, all’interno di questa ci sono dei pattern, degli schemi fissi che si rispettano. I pattern sono un fenomeno sociale ma sotto questo cos’è la moda? Imitazione? Un comportamento di imitazione in gruppi? I fattori endogeni hanno funzionato su alcuni dati etnici: Gli EBREI che sono emigrati negli Stati Uniti prima avevano nomi come: David. Salomon, Elihu. Loro hanno iniziato a chiamare i loro figli con nomi anglofoni come: Marvin, Melvin, Warthon, Stanley. In questo caso il fattore endogeno è l’ASSIMILAZIONE. Un altro esempio di assimilazione è Monroe Price, un austriaco, ma prima in Austria si chiamavano Freiss. Per suonare più anglofono e assimilarsi con gli americani hanno scelto di cambiare in Price. Il FATTORE ENDOGENO può essere perché piace ai genitori o conosce qualcuno che l’ha già fatto. Le forze sociali si mescolano con i gusti delle persone. Altri nomi ebraici come Wasp si sono trasformati in Lance, Julius. In questo caso le forze esogene hanno fatto perdere valore al nome. Gli AFRICANI, si sono integrati anche loro con i nomi e i loro nomi ci dicono qualcosa sulla loro etnicità. Cosa succede quando c’è questo passaggio? Il trend di cambiare nomi africani e mettere nomi anglofilo è salito negli anni ’30-‘40 e scende negli anni ’70 con il BLACK POWER dove l’essenza era che essere neri è bello e bisogna andarne fieri. Anzi è un DISTINTIVO per loro. Quindi i genitori afroamericani negli anni ’60-’70 metteranno nomi che finiscono in -isha proprio per ricordare la discendenza. Gli afroamericani però non stavano pensando a distinguersi ma a loro piaceva il nome africano come suonava. Gli ispano-americani hanno fatto qualcosa di diverso. Hanno scelto di americanizzare i nomi. Si passa da Juan a Joan, da Dolores a Lola. Gli asiatici invece sono stati più radicali: hanno dato nomi americani direttamente. Quindi Robert al posto di un nome cinese e in questo modo entrare più facilmente nel sistema. Ci sono dei leader che si trovano in una situazione difficile e pensano diversamente dagli altri. L’innovazione nel cambiamento sociale cos’è? Cambiare le mode non è facile, questi innovatori sono pochi e che poi vengono seguiti dagli altri. Queste forze che si intersecano fanno si che qualcosa di solito diventi insolito e che qualcosa di insolito diventi solito. L’innovazione —> Conformista (è una variabile costante per distinguersi) Conformista —> Innovatore Il comportamento innovatore può diventare un comportamento conformista perché è un PROCESSO DI CAMBIAMENTO. Infatti, poi gli innovatori dovranno inventarsi qualcos’altro. 02. LA RILEVANZA BERGER interpreta Alfred Shutz. Alfred faceva parte della sociologia fenomenologica che ci paragonava alla sociologia positivistica. Alfred affermava che i fenomeni umani non parlavano da soli. Il mondo non è come appare, alcune cose sono non sono date per natura. La sociologia fenomenologica è detta anche “Schutziana”. 1. Non esiste qualcosa al di fuori di noi se noi non lo interpretiamo. Nel fenomeno c’è sempre un punto interpretativo. Dietro la persona che la interpreta ci sono forze. Ma ci possono essere altre realtà? Potrebbe essere diverso da come appare? Pag 32. C’è una dimensione TEMPO e la REALTÀ è stratificata dalla storia. Berger è protestante e luterano. Dentro i fenomeni c’è sempre una componente di interpretazione sia singolarmente che collettivamente. Non siamo liberi di dare significati alle cose, perché sono già stati dati. Esempio interpretazione collettiva che ci sia un esame in un corso di laurea. Anche nella frase > noi supponiamo che ci siano dentro tutti sia uomini che donne. Perché Weber? Una scienza senza presupposti e rispettare significa tenere fuori quello che pensiamo riguardo a un determinato tema. Esiste una separazione dalle passioni che ti porta a scegliere quello che si vuole studiare. Una vocazione in tedesco ha due significati: professione e vocazione. La vocazione è una riflessione auto-consapevole circa il suo lavoro. Chi sono io? Come sono arrivato qui? Quali sono le passioni che mi hanno portato qui? Durante tutto lo studio io devo essere consapevole e prendere una distanza. Se studio una componente di sinistra devo far finta di non essere di sinistra. NON FARTI PRENDERE DALLE PASSIONI, FAI FINTA DI NON ESSERE TU! Il mondo non è quello che appare, bisogna cercare di capire i meccanismi che stanno dietro al fatto che appare così. Quando emerge visibile l’interpretazione? Come si fa l’interpretazione sociologica? Un sociologo si sottomette a diversi tipi di interpretazione. L’identità incorporata – ricerca di tatuaggi. Come mai adesso si fanno i tatuaggi e prima no? Il sociologo parte da una domanda contraria. Si potrebbe partire da una classificazione e perché una forma è più diffusa di un'altra? Prima Interpretazione sociologica: modo per appartenere a qualcosa. Le biblioteche sono un luogo dove ci sono i libri che persone hanno scritto e studiato prima di noi 2 Interpretazione sociologica: imitazione e identificazione Il tatuaggio adesso è usato per esprimere un mio significato non per appartenere a un gruppo. Il significato che ha per me è CHI SONO IO (soggettività – differenziazione dagli altri) adesso il tatuaggio ha una FUNZIONE DIVERSA DA QUELLA IN ANTICHITÀ. 03. CULTURA ED ETNOCENTRISMO La TEORIA ETOLOGICA – ETOLOGIA scienza che studia gli animali. KONRAD LORENZ – ha studiato il comportamento degli animali. Autori come EMILE DURKHEIM (1858-1917) Ha sviluppato il TOTENISMO – afferma “Le forme elementari della vita religiosa”. Il totenismo lo ha studiato nelle società aborigene australiane. Nel 1910 poteva voler dire studiare una società rimasta così indietro tanto da non aver mai avuto il contatto umano. Lo studio delle tribù ha fatto emergere come tutte le regioni hanno in comune il credere in qualcosa, avere fede in qualcosa che è al di sopra di noi. Durkeim però non è d’accordo su questo e convinto pensava che le credenze dividessero il mondo in due: 1. SACRO; 2. PROFANO. Il totem poteva essere qualsiasi cosa (una pianta, un animale, un luogo) e i riti fatti verso questi oggetti venivano ritieniti sacri. Quali sono i nostri totem? Artefatti come la croce, testi come la bibbia, un quadro, la chiesa, l’altare. Quello che trasforma gli oggetti in sacri è il modo come vengono trattate le cose. Cosa permette di fare il totem? Permette di distinguersi da un altro gruppo attraverso gli emblemi del totem. Un esempio di emblema è il serpente dipinto nel totem quindi nell’oggetto sacro. La tesi: è il simbolo della società, la reverenza che gli devo, dove ci sono i valori che hanno e che hanno loro stessi che eseguono questa reverenza. Ritornando al tatuaggio, questo è un aspetto totemico. Il tatuaggio è un simbolo/immagine che viene messo sul nostro corpo. Difronte a dei sistemi interpretativi cambiano: - Vita quotidiana - Sociologia: fenomeni/forze/interessi dietro al tatuaggio. Per l’interpretazione sociologica ci serve una conoscenza specifica o una tecnica e dei lavori precedenti da considerare per capire cosa c’è dietro quel fenomeno. ETNOCENTRISMO Centrismo = centrale quella cosa lì, stare dentro a un “guscio”. Etno = persone, popolo Si parla sempre di etnia e di etnico e noi riteniamo che appartenga a qualcosa, quindi diverso da quello che appartiene a noi. Si parla in certi casi di “esotico”. Gli italiani negli Stati Uniti sono etnici. Tutti siamo etnici, perché abbiamo una provenienza geografica. Il centrismo è quando non riusciamo a vedere oltre i nostri limiti, non riusciamo a prendere una distanza perché vediamo solo quello che c’è dentro i nostri confini. Noi non siamo gli unici al mondo. Essere etnocentrici è un problema, bisogna capire che da quelle persone che chiamiamo “esotiche” si può imparare qualcosa. L’etnocentrismo potrebbe fare danni alle persone che lo praticano. Un esempio: le vacche sacre in India – MARVIN HARRIS (1927-2001) Harris in un’ottica antropologica afferma che le mucche non sono di proprietà tua quindi tutti devono prendersi cura di queste mucche. Bisogna avere rispetto per tutta la società. In questo caso le mucche sono veicolo di integrazione sociale, in India infatti c’è un basso tasso di violenza fisica. Gli antropologi sono attirati dai popoli che visitano perché fanno cose particolari come i balinesi. Essi emettono un rutto rumoroso, ma al contrario di noi occidentali per loro è un suono di apprezzamento. ANTROPOLOGIA CULTURALE: L’antropologia culturale si ramifica in fisica, archeologica, culturale e linguistica. L’antropologia consiste in una ricerca sul campo, sul luogo. Qui si raccolgono dei dati interagendo con le altre persone. L’etnografia è la raccolta dei dati. L’etnologia è la conoscenza di locali geografiche, un aspetto più astratto. Si riferisce a uno specifico gruppo etnico o una zona. L’antropologia è formata dall’analisi dei dati in una forma comparativa oltre che alla raccolta dei dati. Studia gli esseri umani, le relazioni tra gli esseri umani. L’antropologia sociale è lo studio comparato della condotta e del pensiero umano nel loro contesto sociale. L’etnografia cerca di comprendere le relazioni sociali umane sul campo. Alcune definizioni: E.B Taylor (1871): “L’antropologia è la scienza della cultura… intesa come insieme complesso di conoscenze condivise, arti, credenze in quanto appreso dall’uomo come membro di una società” Clifford Geertz (1973): “Gli antropologi sono i miniaturisti delle scienze sociali” dialogo intro soggettivo. Tim ingold (1992): “anthropology si philosophy with people in” Preistoria dell’antropologia: L’antropologia Evoluzionista (seconda metà del 1800) inizia con l’esperienza colonialistica, i primi a farlo sono i missionari che partono dall’Europa e vanno in Asia, in Africa. La prima cosa che fanno è imparare la lingua del posto. I missionari hanno lo scopo di evangelizzare quelli del posto. Ci sono diversi stadi nella storia dell’umanità e queste persone si trovano in uno stato primitivo quindi in uno stadio più antico più barbarico. Dall’antropologia a tavolino alla ricerca sul campo (1898). In questo anno c’è la prima versa spedizione etnografica. Quando inizia l’antropologia moderna? L’antropologia moderna inizia con due signori: FRANZ BOSS E BRONISLAW MALINOWSKI. Franz era stupito dal fatto che venivano distrutti tutti i beni, questo fu il paradigma dell’evoluzionismo. Le culture sono incomparabili l’una con l’altra e non si può giudicare una cultura perché altrimenti diventerei etnocentrista. Tutte le culture sono valide a prescindere dalla loro formazione interna. Franz ha insegnato alla Columbia University e soprattutto a due antropologhe famose. In Inglaterra invece, troviamo Bronislaw che ha fondato l’antropologia moderna. La più famosa monografia è l’argonautico della vita sociale. Ha fatto delle scoperte importanti. Nel 1914 va in Melanesia e vive con le persone del posto e scopre il complesso edipico (Freud). I melanesiani sono una società matrilineare significa che le reazioni con il padre sono molte amichevoli mentre le relazioni di astio sono con il fratello della madre. Questa società scardina la pretesa di universalità occidentali. I paradigmi dominanti: Il paradigma dominante è il struttural-funzionalismo (1920s): come la società si riproduce e mantengono l’ordine creato. Successivamente c’è lo strutturalismo (1950-1960s): tutte le società possono ridursi ad un numero finito di leggi/codici che ne governano il funzionamento (Tristi tropici di Claude Lévi-Strauss). L’interpretativismo (1970-80): ossia “guardare le cose dal punto di vista dei nativi” Clifford Geertz diventa molto influente perché suggerisce che bisogna guardare le cose con l’occhio del nativo. Egli impone una riflessione ampia tra ricercatore e società. Riferisce una riflessione di posizionalità. “Believing with max weber that man is an animal suspended in webs of significance he himself has spun, I take culture to be tose webs and the analysis of it to be therefore no tan experimental science in search of law but an interpretative one in search of meaning” (Geertz 1973, The Interpretation of cultures). Infine con il Prospettivismo (2000): oltre i concetti di natura e cultura (Eduardo Vilveros Castro). Egli andato in crisi perché i nativi consideravano gli animali delle persone. Quindi che senso ha dividere la natura e la cultura? Questo mette in crisi le stesse basi della disciplina. La nozione di cultura in antropologia: È un luogo comune diffuso tra il grande pubblico identificare l’antropologia come la disciplina della cultura. Ma questo significa praticare il culturalismo/determinismo culturale, non l’antropologia. È più corretto dire che gli antropologi sono (tra) gli esperti del concetto di cultura e sanno quando attribuire o meno un dato fatto sociale a peculiarità culturali. Il metodo etnografico: - Le azioni e i racconti delle persone sono studiati in contesti quotidiani, piuttosto che in condizioni create dal ricercatore. - Quando si raccolgono i dati è difficile mantenersi su un metodo fisso ed è difficile mantenere le variabili sotto controllo. C’è sempre un minimo margine di arbitrarietà. - Le conversazioni informali sono quelle principali e soprattutto quelle che danno dei dati importanti. Le interviste semi-strutturate, la ricerca documentaria e archivistica sono metodi di ricerca complementari. - Una qualità importanti del lavoro etnografico è la capacità di andare oltre le strategie discorsive degli individui e di concentrarsi non solo su ciò che dicono di fare, ma su ciò che effettivamente fanno. Bisogna trovare un equilibrio tra gli atti e le parole del nostro intervistatore ed è importante vedere le pratiche. - Bisogna prendere sul serio gli informatori, il che richiede di trovare un sottile equilibrio interpretativo tra le loro parole e i loro fatti. - Fast-checking: fare etnografia non significa semplicemente riportare le parole dei propri informatori - Etico e l’emico / outsider e insider L’osservazione del partecipante: L’analisi dei dati comporta l’interpretazione dei significati e delle pratiche, delle parole e delle azioni umane. L’attenzione si concentra di solito su pochi casi, in genere su scala piuttosto ridotta, forse un singolo ambiente o un gruppo di persone per facilitare lo studio approfondito. Sebbene la conduzione di interviste sia uno dei metodi usati, l'etnografia trae la sua ricchezza da ciò che si impara attraverso la partecipazione diretta alla vita sociale. Gli antropologi partecipano quindi a varie attività sociali, imparano a comportarsi in modi culturalmente appropriati, osservano, prendono appunti e raccolgono altro materiale, come documenti, oggetti, foto, disegni, immagini. L’intervista si usa in contesti specifici. Non sempre, nella vita di tutti i giorni non si usa. Si trascrive tutto quello sentito e visto a fine giornata. Osservare e farsi osservare. Andare in profondità con pochi contatti > conoscere superficialmente tante persone. OP significa trascorrere molti mesi o addirittura anni tra le persone con cui si fa ricerca, condividendo per quanto possibile le loro esperienze e cercando quindi di ottenere una comprensione completa delle attività e delle opinioni degli informatori. L'espressione "osservazione" suggerisce una preferenza per il visivo che non va presa alla lettera: il coinvolgimento di tutti i sensi è importante. («Oculocentrismo» è una forma di etnocentrismo). Quando si è stranieri in un contesto bisogna farsi raccontare, spiegare la nostra cultura. Chi fa ricerca nella giungla deve affidarsi all’udito, all’olfatto. Diversità culturale: - Il cosiddetto “giro lungo” - Rendere lo strano familiare e il familiare strano. - L'antropologia è una scienza comparativa basata sui concetti di «somiglianza» e «differenza» Approccio critico nei confronti della nostra società - Parlare una lingua e parlare un linguaggio. Bisogna utilizzare i termini culturali del posto per farsi capire. Es. Antropologo invitato a fare sesso con una bambina di 12 anni. Ricerca etnografica: si parte da un fatto culturale peculiare. Esempio: le chiese costruite ogni anno in Romania, questo accade perché una volta caduto il regime socialista, hanno iniziato a costruirle. 04- MODA E CONSUMI Il consumo dal punto di vista sociologico è il modo di acquisire e usare le merci, intendiamo la loro rappresentazione e il loro racconto. Alla società dei consumi di solito si da un'accezione negativa e un’idea di un qualcosa di frivolo, superficiale e materialistico. In un senso tecnico una società è dove la maggior parte dei bisogni sono soddisfatti mediante l’acquisizione di merci. All’interno di un mercato capitalistico. Esempio: bisogno di caffè —> vado al bar e lo compro. Non lo si coltiva. Il punto importante da ricordare è che questa modalità si è progressivamente ampliata. Il processo di ampliamento della mercificazione. La mercificazione è la trasformazione di un bene o un servizio scambiata avente un prezzo. I servizi offerti sul mercato sono sempre più maggiori. Un esempio empirico è: la gestione della morte. La morte è un fatto sociale che richiede una gestione collettiva. Ora la commercializzazione di fatti funebri è sempre più comune e ci sono servizi funerari per gestire la morte. È la transazione sul mercato di un servizio che in altre epoche era gestito all’interno delle famiglie. Ci sono sempre più aspetti della gestione della morte che sono offerti come servizio ad esempio: un’impresa funebre è normalmente delegata alla preparazione del cadavere, si paga e fanno tutto loro. I cari che vedono la salma possono avere reazioni diverse come: “il cadavere stava benissimo prima di essere malato” oppure “è troppo truccato”. Ci sono dei bisogni intimi delegati al mercato. C’è una ambiguità del perché sia pratico… ad esempio per festeggiare un compleanno si cerca di comprare la torta più bella e buona sul mercato però si potrebbe farla e donare il tempo necessario a prepararla per darle ancora di più un valore aggiunto – questa forse sarebbe l’opzione migliore per dimostrare il proprio affetto. Alle pratiche di consumo associamo una miriade di significati: come a una forma di comunicazione e questo è un approccio coerente. Altri approcci sono stati in senso utilitaristico mentre la scelta di consumo come una scelta razionale. Le scelte di consumo non vengono fatti a fini comuni ma a fini utilitaristici. Esempio: come scelgo un’automobile? Il consumo è una forma di comunicazione, quello che decidiamo di consumare dice qualcosa di noi agli altri. La nostra scelta di consumo è guidata dal nostro desiderio di comunicare La moda è una pratica interessante da analizzare. SIMMEL – LA MODA La moda applicati all’abbigliamento sono pregnanti perché non possiamo farne a meno. Quando siamo nello spazio sociale è la prima cosa che guardiamo. La moda e l’abbigliamento sono diverse, le differenze sono che: l’abbigliamento è la cosa materiale mentre la moda è il valore assegnato all’abbigliamento. Quindi la moda non è riferita all’aspetto materiale ma di immateriale è associata ai valori. Quando si incomincia a parlare nelle nostre società occidentali? In realtà abbastanza di recente, canonicamente il punto più alto dello sviluppo fu la corte di Luigi XIV. Era noto come il re consumatore è stata la prima figura dell’aristocrazia che eccelle nel fondare il proprio potere sulla conquista dell’ostentazione del consumo. Per partecipare ai suoi balli bisognava essere vestiti con abiti di oro, diamanti e pietre preziose. La moda in questo tempo era in senso vistoso e se ne doveva interessare sia uomini che donne. Un tipo di consumo che chiameremo consumo vistoso non in senso utilitaristico ma fatto a fini comunicativi. Si fa vedere lo sperpero, l’eccesso. Le dinamiche del consumo vistoso sono tutt’ora presenti nel consumo contemporaneo. Il consumo vistoso è stato limitato alle aristocrazie con la rivoluzione industriale e cambiò tutto: la divisione del lavoro si differenzia – prima tutti facevano più meno lo stesso lavoro. La funzione del consumo vistoso è quello di differenziare. EMILE DURKHEIM Differenzia la solidarietà meccanica e la solidarietà organica. Sono due macro-tipi di convivenza: la solidarietà meccanica e la solidarietà organica. La solidarietà meccanica: è il modo in cui la società sta insieme. Le persone sono molto simili tra di loro, credono nelle stesse cose, hanno fatto più meno le stesse cose e fanno cose più semplici. La solidarietà organica: caratterizza la società moderna, i ruoli iniziano a differenziarsi, si fanno lavori diversi. Le persone sono diverse le une dalle altre, che non è scontato. Una delle tante variabili che intersecano la società è la moda ossia la sua diffusione. Prima la moda riguardava solo le classi nobiliari, dopo la rivoluzione industriale inizia a riguardare più meno tutti. Uno degli strumenti di differenziazione è proprio la moda, quindi ci si inizia a vestire diversamente. GEORGE SIMMEL C’è un ribaltamento dell’eccesso, più eccessivo dell’originale. Si iniziano a limitare i gusti della nobiltà. L’imitazione è uno dei meccanismi fondamentali della moda che rende la moda dinamica e quindi cambia. Perché lo fa? Nel libro “La moda – di SIMMEL” Troviamo il perché Sono le pratiche di consumo a muovere la moda. Alla visione del sistema e disincantata partecipano tanti attori ma quelli più importanti sono i consumatori stessi. Nei momenti in cui la moda esce dalle corti, si democratizza, si dirige principalmente sulle donne e poi esclusivamente sulle donne. Perché interessa alle donne? Le donne cominciano a uscire di casa e ad avere una presenza pubblica che però non ha una vera e propria funzione, non lavorano e quindi la moda per loro funziona perché c’è una divisione dei compiti. È alla donna che è stata delegata questa incombenza, quella di mostrare attraverso la moda il prestigio e la ricchezza della famiglia derivante dal lavoro dell’uomo. Una compensazione è che le donne sono interessate alla moda, per una mancanza di una posizione all’interno di uno spazio sociale. La moda per gli uomini è espressa in modi utilitaristici e cambia meno velocemente. La classi agiate si distinguono dalle diverse scelte di consumo per questo l’abbigliamento assume una scelta molto importante e diventa uno status sociale. Tre caratteristiche sociali: - Essere costoso - Scomodo e poco pratico perché mi devo distinguere, significa che non c’è bisogno di lavorare ed è un segnale di distinzione e per segnalare lo status e la ricchezza -. La moda secondo Simmel segue due cicli e che sono progressivamente acquisiti dalle classi inferiori e la classe superiore quando succede deve rinnovarsi. Trickle down: sgocciolamento - esiste una dinamica inversa di questo processo che si chiama trickle up (ossia il passaggio di determinati stili, dalla sottocultura a una produzione professionale e allargamento della possibilità di acquistare o adottare questo stile) – fu interiorizzato alla fine degli anni ‘70 e agli inizi anni ‘80 e si creò un enorme interesse per le sottoculture giovanili in Inghilterra, come la sottocultura punk (privilegiata). Le persone che si trovavano in una situazione di vulnerabilità molto forte e di crisi economica hanno reagito condividendo una serie di valori, di stili e gusti in primis con la musica. Ma anche dal punto di vista estetico: trucchi pesanti, borchie, spille, colori di vestiti nero. Questa fu una moda vistosa e tutt’ora lo è ma non era una moda di una classe agiata anzi il contrario. Eppure, è diventata una moda al di là dei confini ed è cominciata a essere utilizzata nel mercato e utilizzata dall’industria vera e propria della moda (alta moda) come ad esempio Vivienne Westwood. Simmel riesce a collegare il discorso sul funzionamento dei meccanismi di espressione. Afferma che ci sono due bisogni essenziali dell’uomo: - Bisogno di distinguersi - Bisogno di omologarsi Un aspetto dell’imitazione è perché si dovrebbe imitare qualcuno? L’imitazione si potrebbe definire come il trasferimento della vita di gruppo alla vita individuale. Il suo fascino sta nel rendere possibile un agire, finalizzato e dotato di senso senza che entri in scena nessun elemento personale e creativo. L’imitazione è conveniente perché ci fa fare delle scelte significative ma che non ci mettono in gioco e quindi non rischiamo niente. Con essa non solo trasferiamo da noi agli altri energia produttiva ma anche la responsabilità dell’azione compiuta. Trasferendo agli altri l’individuo si libera. La realtà è tormentata dalle scelte. La moda per Simmel ci fornisce un po’ di sollievo, un po’ di respiro dal tormento della scelta. Ci solleva anche dalla responsabilità e in effetti noi facciamo scegliere a un altro. Il meccanismo della moda viene anche subito anche da chi alla moda sceglie di opporsi. Gli effetti della moda agiscono anche quando qualcuno raggiunge un’obbedienza alla moda ma anche opponendosi. Se essere alla moda significa imitare sia in modo positivo che in modo negativo e che siamo esposti al potere di queste tendenze sociali. Queste tendenze sociali sono imposte su tutti e pesano su tutti, Simmel dice queste forze delle tendenze della moda influiscono con maggiore forza ed efficacia sulla donna. Perché sono le donne più influenzate sulla moda? Perché descrive debolezza della posizione sociale sulla quale sono state sempre abbandonate. La moda assicura una forma di protezione. La moda è un fenomeno che ha avuto la sua evoluzione storica. “Simmel: nell’Italia del rinascimento quando le donne godevano di una discreta possibilità di attraversare la sfera pubblica - forma di riconoscimento - non abbiamo notizia di qualche stravaganza in questo periodo. Oggi la donna emancipata cercando di avvicinarsi alla natura maschile accentua la propria indifferenza alla moda. (Primi 900)”. Come fanno gli uomini. Infine, l’altro problema è che esso post rivoluzione industriale questo ciclo è diventato più rapido. Tanto più rapidamente cambia la moda, tanto più si devono abbassare i prezzi. Infatti, oggi il consumatore deve stare al passo in maniera più rapida, questo è diventato possibile grazie alla produzione di merci di massa. Uguali gli uni agli altri. Questo passaggio alla produzione di massa impatta molto sui modi che intendiamo i consumi e porta il problema del consumo al centro della nostra vita. Il problema principale dell’economia (con la produzione di massa) è vendere perché produrre costa molto poco. Nel vendere si dovranno spendere più soldi che per produrre. La prima strategia commerciale è differenziare il prodotto, per vendere meglio. La prima strategia di differenziazione usata nelle automobili è stata cambiare colore alla macchina. La produzione di massa delle merci deve costantemente differenziarsi. Deve rinnovarsi nei significati e nei valori. I valori materiali delle merci decadono. Ad oggi o esiste un’obsolescenza programmata: che viene attivata senza un’ignota ragione. Es: lavatrice dopo due anni smette di funzionare, iPhone che si impalla. Nella moda si deve programmare un'obsolescenza in maniera diversa bisogna rendere quel significato non più di valore. La produzione di masse è un argomento molto discusso nella sociologia. La visione sociologica di questa produzione di massa è sempre stata negativa. Una relazione che c’è è tra prodotti culturali e produzione di massa. A Francoforte svilupperanno una delle teorie sulla teoria dei consumi (teoria critica) e nel periodo dove si sviluppano i media sarà anche l’epoca della riproducibilità dell’arte. (Cinema - prodotto culturale per riprodurre arte - fotografia) È più importante il contesto in cui è dentro l’arte. Il potere di contestazione sono i giudizi severi. Il problema della nostra società è che i beni culturali seguono una logica delle altre produzioni e poi ci ritroviamo poi con questi beni culturali scadenti e poco originali, poco diversificati. ADORNO Anche la musica viene prodotta in modo razionale e in modo standardizzato e funziona da sfondo. C’è una effettiva regressione dell’ascolto —> Il piacere dell’ascolto si riduce al mero piacere del riconoscimento. Una strategia per mitigare il problema di massificazione delle merci si appoggia a una dinamica chiamata prosumerismo dal sociologo GEORGE RITZER. Il prosumerismo è quel meccanismo di produzione che si appoggia in parte sullo sfruttamento del lavoro gratuito di chi consuma. Si può dare in diversi tipi di consumo: Nelle forme di consumo nel mondo fisico: es. Mobili Ikea. Esperienza. Ha una forma strutturale e culturale: Strutturale: Prezzo inferiore del mobile, chi produce mi mette in una condizione che possa farlo. Il fatto di partecipare alla produzione di quel prodotto, ricordo di quel mobile. Il mio lavoro fa si che quell’oggetto più riprodotto sia mio, diamo un valore semiotico cioè un significato in più che ho dato io. Valore simbolico maggiore Esempio di prosumerismo: QR CORDE nei ristornati/Bar, Mc Donald - noi svuotiamo il vassoio e ordiniamo attraverso un tab PETERSON Un sociologo della cultura si è occupato di industria culturale (ossia come influiscono sul prodotto culturale finale - musica jazz/country) Di cosa parla il saggio? Questo saggio affronta il tema del gusto che è un campo centrale nel campo dei consumi culturali. Il gusto è qualcosa di molto personale è una cosa nostra. Il sociologo afferma che i gusti non sono tuoi e che derivino dal tuo posizionamento di classe quindi i gusti dell’élite saranno diversi dalle classi popolari e ci sarà una differenza tra esse. Ci sono due distinzioni di gusti dalle classi sociali: 1. Gusto raffinato dell’élite: un gusto associato all’intelletto e alla difficolta di fruizione. 2. Gusto classi popolari: ossia una produzione culturale industriale di massa - orientata al massimo consumo ed è poco impegnativa. I gusti culturali segnalano lo status e hanno usato questi gusti per differenziarsi e assumere un consumo vistoso. In maniera analoga le forme di cultura come la musica classica sono state usate come strumento di distinzione e anche ad escludere gli altri. Paul di Maggio ha studiato alcune istituzioni culturali come teatri di musica o università come se fossero state consapevolmente usate come forma di distinzione dall’élite quindi un luogo di consumo di cultura alta. Il gusto è comunque una cosa nostra e sulla quale abbiamo scarso controllo, andare contro il proprio gusto è difficile. I gusti arrivano dalla nostra storia, dalla famiglia, dalle scuole che abbiamo frequentato e che costruiscono il nostro capitale culturale. Questo si associa a Pierre Bourdieu. Egli lavora sui gusti cultuali con il libro “la distinzione” che indaga sui consumi dei francesi negli anni ’70 nei campi come l’arte, la musica, il cibo, i viaggi, l’abbigliamento… Cerca di capire quanto i gusti possano essere associati al posizionamento di classe e scopre che effettivamente esiste un’omologia tra gusti e classe. Gusti simili in diversi settori, in fatto di arte, di musica, di letteratura. Egli diceva che le classi superiori sono portatori di un gusto raffinato e le classi inferiori sono portatori di gusti “nel necessario”. Il posizionamento di classe per lui non è dovuto solo dal posizionamento economico ma questo deriva in parte dal capitale economico ma anche da due altri tipi di capitale: capitale culturale quindi le conoscenze (certificato da una serie di credenziali educative ottenute, conoscenze acquisite in modo informale andando all’opera per esempio o i libri che possiedo a casa hanno un valore culturale); il capitale sociale: sono le conoscenze (chi conosciamo), le nostre reti sociali più ampie e maggiori saranno maggiore capitale sociale avrò. Questi tre capitali spesso vanno insieme e altre volte no. Le combinazioni di questi capitali ci posizionano nello spazio sociale. PETERSON indaga sui consumi degli americani negli anni ‘90 e cerca di testare la teoria di Bourdieu. I numeri dell’élite che si occupavano sia di cultura alta sia di cultura bassa erano sempre più grandi e questo è un cambiamento perché gli individui dell’élite prima si occupavano solo di cultura alta. Questo cambiamento si chiama Onnivorismo - che è una maggiore apertura dell’élite verso forme diversificate del consumo. La Élite non consumava solo opera o le mostre di arte rinascimentale ma andavano anche ai concerti di musica country di paese. Egli scopre che le persone sono onnivore. Peterson individua diversi fattori: La società è diventata via via ancora più diversificata e sempre più pervasiva. Nella società odierna la élite per mantenere la propria distinzione devono sapere dimostrare che apprezzano una diversa consumazione di prodotti culturali. Quindi non più inclusione ma esclusione. La globalizzazione ha portato a una dinamica diversa e ha aiutato a una plurarizzazione dei prodotti culturali. Possiamo scegliere se mangiare in un ristorante lussuoso o in un posto meno raffinato. La élite continua a distinguersi ma i gusti sono diversi. L’onnivoro è consumatore onnivoro consapevole – bisogna essere precisi su quello che mi piace, non in generale. Lo snob consumerà la musica country che consuma anche la classe popolare ma la consuma in maniera diversa e ci mette dentro una competenza diversa. La élite consuma il prodotto sottoculturale ma lo fanno sempre con il loro capitale culturale. 05. SÉ, INTERAZIONE, VITA QUOTIDIANA Le relazioni sociali che noi abbiamo con gli altri fanno parte dell’interazione sociale, anche interagire con gli altri, avere a che fare con altre persone e il sé. Si parlerà di come avviene l’interazione sociale. Cos’è il sé? La cosa più importante per ognuno di noi di quando ci troviamo nel mondo è il nostro sé ed è la prima cosa. Di tutte le cose di cui noi pensiamo e ragioniamo di più siamo noi stessi. Questa cosa non è così scontata o semplice e si tratta di un processo molto complicato. Una cosa di noi esseri umani è che noi siamo le uniche creature che riescono a pensare a sé stessi. Le uniche creature introspettive, noi stessi siamo un oggetto sulla quale ragioniamo il nostro pensiero e che siamo in grado di ragionare sul nostro agire. C’è un modo di stare al mondo senza fare questo? Si, lo fanno tutti gli altri esseri viventi, essi vivono senza riuscire a ragionare sul loro agire, non riescono a essere introspettive. Per quanto un cane, per esempio, sia intelligente non è dotato di questa capacità introspettiva. Nessuno è come noi, ciò che ci rende umani e che ci differenzia dai non umani è questa capacità che i nostri cervelli hanno di guardarsi dentro. In che modo riusciamo a pensare a noi stessi? È qualcosa di contraddittorio, non è facile pensare a noi. Siamo allo stesso tempo il prodotto del pensiero, ma quindi siamo l’oggetto o il soggetto? Siamo tutte e due le cose nello stesso momento. Noi siamo in grado di gestire questa capacità. Gli altri esseri viventi invece non sono capaci di gestire questa cosa e non hanno questa capacità. Mente, sé e società Per rispondere alla domanda, una riposta è che noi usiamo dei simboli per compiere questa azione. Le parole sono simboli e quando pensiamo a qualcosa, la nostra coscienza/le nostre teste - il nostro cervello si riempie di simboli, le parole sono simboli e infatti noi pensiamo in parole (che sono simboli) noi pensiamo a noi stessi attraverso simboli. Simbolo significa che c’è una parola come sedia, per esempio, e quella parola sta al posto dell’oggetto fisico sedia e quando uso la parola sedia qualcosa che assomiglia a quell’oggetto invoca la nostra mente. Un simbolo è un ponte tra noi e l’oggetto. Non sarebbe possibile il sogno se non avremmo questi simboli. Attraverso anche segni (qualcosa che sta al posto di qualcos’altro). Attraverso questi simboli e segni noi possiamo interpretare. Che cosa caratterizza l’umanità? L’umanità è caratterizzata dall’interpretare se stessi. Noi siamo in grado di vedere un segnale per esempio, fatto di parole, di elaborarlo. Ma non ci aspettiamo di trovarlo nella camera di un nostro amico o in sala da pranzo e lo elaboriamo diversamente se lo troviamo in casa o in strada, non li diamo lo stesso significato. Siamo degli interpreti e lo facciamo costantemente. GEORGE HERBERT MEAD (1863-1931) Lui nonostante sia stato un grande pensatore ha lasciato poco di scritto, ha pubblicato poco. Quello che sappiamo sul suo pensiero si deve ai suoi studenti che prendevamo appunti alle sue lezioni. L’interazionismo simbolico: Esempio: immaginiamo che una persona viva poco in una casa e che abbia un golden retriever e una macchina. Un giorno esce questa persona dall’ingresso principale e sul viale il cane della vicina sul cancello mi ha lasciato un ricordino e non è la prima volta che succede ed è un cane grande e per quanto sia amorevole, quella mattina ero scocciata (persona) e devo fermarmi a pulire. E cerco di fare un gesto sul muso con il giornale, e si accorge che c’è la vicina che sembra salutare in modo amichevole. Nel momento in cui stavo per colpire il cane alzo il braccio e la saluto e cambia tutto. Tutto quello che è successo, nell’arco di un secondo si è riempito di simboli ed è stato attraverso l’anticipazione come me stesso se quel gesto si fosse concluso. CHARLES HORTON COOLEY (1864-1929) Un contemporaneo lavorava in un’università del Michigan. A lui dobbiamo la teoria del bicchiere. In inglese “glass” come gli altri mi riflettono. “Io riflesso” “looking glass self” questo concetto indica (come riesce a pensare a noi stessi) come io soggetto metto me al centro del pensiero e un modo come mi riflettono le persone. Es: come io mi sono visto negli occhi della mia vicina. Anticipo che lei possa pensare che odio gli animali e quindi mi vedo negli occhi della mia vicina e di cosa potrebbe pensare. Questi pensieri che riguardano quello che la ragazza vedrà riempiono il mio cervello di simboli e la mossa che faccio è sventolare il giornale invece di darlo al cane. Ho creato un sé attraverso un’anticipazione di me stesso. Mead che usava un linguaggio abbastanza tecnico afferma che l’io è il soggetto - io che agisco, e il me l’oggetto. L’io che appena sta per dare una giornalata vede il me (creata dalle valutazioni che il soggetto sta per fare) negli occhi della mia vicina. L’io non è solo attivo ma anche auto riflessivo, è capace di trattarlo come cose al di fuori di sé ed è capace di riflettere sul mondo. Il Me è oggetto della propria conoscenza dell’io che riflette sulla propria coscienza. Il nostro sé è formato attraverso le interazioni degli altri e io sono di fatto nella pratica l’accumulazione delle valutazioni che gli altri ci hanno fornito, attraverso le mie aspettative. Sotto il Sè cosa c’è? Cos’è? (Chi sono io?) Il senso di essere io è l’accumulo di tutti i momenti che gli altri ci hanno detto, delle valutazioni o accrescimenti e danneggiamenti che hanno costruito i nostri Sé e delle scelte che abbiamo fatto nella nostra vita. Non ci sono predisposizioni che abbiamo per natura (essere portati per…) il se si costruisce. L’Interazione e il se vanno insieme una costruisce l’altra. Il se sociale esiste per via di queste interazioni, tutte le persone con cui ci interagiamo ci forniscono qualcosa. Dentro le interazioni e grazie ai simboli noi riusciamo ad anticipare o interpretarne le interazioni e costruire di conseguenza qualcos’altro. Il pensiero non è contrapposto all’azione, ma vanno insieme. L’azione ha conseguenza sul modo come noi l’abbiamo pensata. Il se non è dato una volta per tutte, viene costruito? Più di uno? Il nostro se non è quello che abbiamo quando torniamo a casa, il se cambia in base al luogo che ha delle aspettative su di noi. No time out, siamo sempre intenti a raccogliere le aspettative degli altri. Il se e gli altri fanno parte dello stesso processo. Quando qualcuno fa una cosa sbagliata per me o per gli altri queste persone penseranno male e noi anticipiamo questa sensazione. In questo sistema ci sono persone che contano e hanno un peso diverso, non sono uguali. Altro significativo è importante cosa pensa una persona su di me - sul nostro modo di agire. Uno introspettivo dell’altro. Hanno un controllo sulla costruzione del nostro se e contano. Gruppo di riferimento, (cosa fanno quelli dell’altro corso, influenzano nella facoltà). Adattare il comportamento in base al gruppo in cui ci troviamo. Altro generalizzato - un loro, questa cosa che faccio non piace. Il modo di comprendere l’altro generalizzato. Intendiamo quello specifico gruppo in uno specifico momento. Fare quella cosa non opportuna in quel momento e dove ci troviamo. Principale motore del processo è il senso positivo del loro se. Fare la cosa sbagliata è male perché non ci conferma il sé. Ciascuno di noi compie un percorso diverso per il senso del sé. L’interazionismo simbolico è un modo sociologico di interpretare una realtà. Ossia un processo che genera conformismo. Un aspetto che non troviamo è l’individuazione. Dov’è il nostro essere diversi? Gli interazionisti simbolici rispondono che non ci sarebbero contrasti perché in realtà l’individuo crea la società e la società crea l’individuo, non esiste un contrasto tra società – individuo. Non si può riconoscere che tutti siamo diversi e dunque come spieghiamo la differenza individuale interpretando la realtà attraverso la teoria dell’interazionismo simbolico? Ciascuno di noi compie un percorso differente ricevendo stimoli diversi, per questi stimoli diversi ci portano a costruire sé diversi e così si salva l’individuazione. Gli interazionisti simbolici sono tutti zen quindi interconnessi e all’interno di reti interconnesse che modellano il sé di ognuno Cos’è la società? L’insieme di tutte queste creature. ERVIN GOFFMAN (1922-1982) Egli scrive “la vita quotidiana come rappresentazione”. Si stupiva di quanto il mondo sociale è estremamente ordinato e di come faceva ad essere così funzionante. Si rispondeva che questo potrebbe essere una conseguenza del bisogno di costruire un senso positivo di sé. Da dove viene l’ordine che troviamo? Per Goffman c’è un “retroscena” (backstage) in cui si preparano le proprie performance. (Usava spesso un linguaggio teatrale) —> Shakespeare afferma “tutto il mondo è palcoscenico e gli uomini e le donne sono soltanto attori”. Un fare è visto come una messa in scena. Per Mead non siamo nulla di più che le nostre performance e dietro ai sé non c’è niente ma solo l’esito per formativo dove otteniamo consenso da parte degli altri. Questi altri sono pubblici e il riconoscimento che otteniamo lo abbiamo bisogno per vivere. Goffman dice che andando avanti con la vita prepariamo le nostre performance e poi le portiamo in “front stage – ribalta”. Le scene le prepariamo solo in spazi privati. Se pensiamo la parola OPS è una parola senza senso da sola, ma cosa dice? Può essere di aver sbagliato, di non averlo fatto apposta. Ogni nostra mossa implica una certa “presentazione del sé”. È importane il concetto di Goffman per la frase “real life offers no time cut”. Uno sguardo sbagliato ci comunica qualcosa. Noi abbiamo la capacità di assumere il ruolo dell’altro ossia un “role taking” e di gestire la cosa solo per un secondo. Per Goffman noi non diamo solo informazioni agli altri ma anche messaggi di mantenimento della situazione. Comparando Mead e Goffman, Mead sarebbe più filosofico mentre Goffman più empirico perché parte da situazioni vissute per poi dare i suoi concetti e da ciò lui elabora un concetto drammaturgo, ossia dove mettiamo in scena performance per gli altri. Uno dei metodi preferiti è L’etnografia dove ci sono degli schemi secondo dove vivono le persone. 06. CONFORMISMO E INFLUENZA DEL CONFORMISMO Quando ci si differenzia in modo molto forte ci si tende a distaccare da tutti gli aspetti del gruppo. Cosa succede isolandosi? Qual’ è uno dei risultati del separarsi? Si ottiene un esito radicale ossi la morte oppure la perdita della ragione. Il diventare pazzi significa che la nostra condizione di essere sociali è una condizione che ci rende peculiari, se vivessimo isolanti moriremmo. Il problema dell’isolamento Questo problema si è notato studiando i neonati, alla metà del secolo scorso, si parlava di tassi di mortalità nei neonati che erano maggiori negli orfanotrofi anche se qui li vestivano, mangiavano e venivano trattati bene, inoltre le cure mediche erano sempre coperte. I tassi erano comunque alti e spesso più alti negli orfanotrofi in cui i neonati e bambini erano più isolati degli altri. Negli anni ’20, la buona salute fisica e mentale non era così diffusa si pensava che bastasse solo la salute fisica. In questi studi, emersero che i neonati erano messi in delle culle molto forti e con delle pareti solide e alte che non permettevano una visione del fuori. Questo incideva nei tassi neonatali. Quello che stimola la crescita del bambino è l’interazione sociale, il vedere facce, essere toccati, che gli si parli. Dove non c’erano questi aspetti i bambini morivano di più. Questi bambini che crescono isolati crescono come bambini non normali, accade anche negli anziani. Interagire crea condizioni per la quale crea “dipendenza interattiva” che ci serve per sopravvivere e ne abbiamo costantemente bisogno. Le variabili di contesto nella vita reale non sono mai state così chiare, o bianco o nero, ma non c’è era mai una totale chiarezza e questa ambiguità caratterizza le nostre interazioni con il mondo ed esiste sempre. Questa mancanza di chiarezza assoluta manca per il fatto perché il mondo è interpretato e non è un dato esterno di noi. Esperimenti come questo: C’è chi vede coniglio per primo e si sente isolato rispetto a una maggioranza e chi vede anatra dove prendono in giro quelli che vedono coniglio. Questa foto non è né una né l’altra e in queste dinamiche di gruppo di dibatte su chi vede anatra e chi vede coniglio. Nella vita reale ci conformiamo sulle cose più diverse e che contano moltissimo. C’è un momento storico ossia la fine della Seconda guerra mondiale dove sia durante che dopo c’erano molte persone preoccupate di quello che stava succedendo in Germania e di come possa essere successo l’olocausto ovvero la distruzione fisica degli ebrei e di altri gruppi di persone. Essi non riuscivano a capire come mai uno Stato che aveva fatto nascere nomi illustrissimi di arte come Beethoven, desse vita a qualcosa al di fuori dell’ordinario e che abbiano dato il permesso di svilupparsi e nutrirsi. Questa cosa a che fare con essere tedeschi, ossia il vedere tutto il modo assoluto e senza sfumature. Si vedeva una specie di esaltazione per l’ordine ma soprattutto con il conformarsi e obbedire ad altri. Una personalità autoritaria di Adorno sottolinea come c’è un'idea dove si tende ad obbedire in modo profondo a un’autorità come risultato di una cultura come l’essere tedeschi. Solo chi era tedesco rischiava di essere così, riguarda solo loro? Attraverso vari esperimenti i come quello di: - SALOMON ASCH (1907-1996) – 6 partecipanti tutti studenti che furono invitati a partecipare, erano 5 d’accordo con Asch e quindi complici, viene detto che l’esperimento a che fare con l’esposizione di alcune linee. C’è un isolamento massimo dove tutti rispondono la linea 2 anche se l’unico non d’accordo sa benissimo che quella non è la riposta corretta. Il gruppo ci dà la sicurezza di essere nel giusto ma in altri casi ci fa andare contro quello che pensiamo e ci fa sentire sbagliati. C’è una conformità interattiva dove scrivendo su un foglio la riposta corretta la conformità del gruppo si abbassa di 2/3. L’esitazione del ragazzo ha una “cross-pressure”, dove si sente più sicuro a dare la riposta sbagliata che a dare a quella corretta. - STANLEY MILGRAM (1933-1984) Nel 1963 all’Università di Yale attuarono un esperimento dove misero delle persone in una stanza dove era presente un grande generatore di schock e abbassando le levette si poteva dare delle scosse a un’altra persona ed anche in questo caso emerse un elevatissimo grado di conformismo. Un aspetto normativo è il fatto di sapere che è sbagliato quello che stai facendo ma ti porta a sbagliare in conformità del gruppo. Solo il soggetto partecipante, più un complice e lo sperimentatore sono quelli che fanno parte dell’esperimento. Il soggetto complice viene messo in un’altra stanza a fingere di soffrire e di subire le scosse. Non si tratta di una conformità a un gruppo ma a un’autorità. La percentuale di soggetti che davano la scossa più alta era elevata, avevano sperimentato che solo lo 0,1% lo facesse ma il risultato di Milgram fu che più del 50% dei partecipanti arrivò a quel livello. In questo disco metteva delle urla ma questo non fu impedimento. - HANNAH ARENDT (1906-1975) – IL CASO EICHMANN Nel 1961, lei venne assunta dal New York Magazine per intervistare Adolf Eichmann (un delegato del regime nazista che gestiva gli scambi ferroviari per consentire agli ebrei di transportali. Egli riuscì a scappare ma lo trovarono in Sudamerica. Subì il processo ad Israele dove venne giustiziato impiccato. Lei ebbe il compito di raccontare questo processo: fece un reportage e scrisse un libro “La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme”. Essa era andata a Gerusalemme con il pensiero che questo uomo fosse un mostro con un disturbo psicologico ma quando ascoltò gli interrogatori non trovò nulla di tutto ciò e scrisse che Eichmann era un uomo che seguiva le regole e che gli erano stati dati degli ordini e lui solamente eseguì e ubbidì. In fin dei conti era un burocrate, un cittadino normale. Questa personalità autoritaria poteva riguardare tutti noi e il ritorno di un fenomeno autoritario può accadere di nuovo. Eichmann non fu un fenomeno tedesco ma ovunque ci sono persone così. La conformità informativa è quando un soggetto ingenuo si convince di aver detto l’opzione del gruppo perché convinto che abbiano ragione. La conformità normativa si allinea al gruppo perché si ha un’azione sgradevole e anticipiamo che verremmo visti male dagli altri e allora reagiamo così perché ci si sente di doverlo fare. Eichmann rappresenta la banalità del male, cioè di un uomo normalissimo quindi nulla di mostruoso ed era in lui semplicemente essere un buon tedesco. Se si mettono insieme questi esperimenti si trova che Eichmann non era qualcosa di specificatamente tedesco. Bisogna anche riconoscere che ci sono state delle eccezioni negli esperimenti, ci sono state persone che si sono fermate e che si sono rifiutate di conformarsi al gruppo e sono state impassibili anche avendo tutti contro. Ci sono stati risultati dove non si dava la scossa quando un altro nella stanza aveva rifiutato di darle. Da questo capiamo che è importante avere un alleato e che si unisca a noi e quando succede il grado di conformismo sociale diminuisce. 07. IL PROBLEMA DELLA DEVIANZA Ora parliamo di chi è fuori da quel gruppo, dove le cose non vanno nella maniera prevista. Ci sono degli esseri umani che sono devianti rispetto agli altri. Chi è contro al gruppo potrebbe pensare che quella persona sia deviante. Non ci sono solo persone che fanno cose strane tutti possono essere devianti. Sono dai cambiamenti del contesto che fanno si che le persone appaino devianti e strane. È il contesto a determinare quella cosa come deviante, non è quella persona in sé, è la cosa che fa che è considerata deviante e quello che sta intono lo fa deviante. C’è sempre un processo di costruzione sociale, il punto è che come sociologia noi dobbiamo studiare la devianza non come una “cosa” ma come un “processo” che si concretizza, non c’è in natura. È un processo dove c’è un qualcosa di dinamico non statico e che avviene in un contesto che porta a chiamarla devianza. Esempio: immaginiamo di essere in un'aula dove c’è un elenco di cose devianti e ci chiedono se uno ha mai fatto tutte quelle cose e di tenere la mano alzata fino a quando l’elenco finisce, alla fine ci accorgeremo che tutte le mani sono alzate. Questo significa che tutti noi siamo devianti, nessuno è perfetto. TEORIA DEL’ETICHETTAMENTO Si tende a dare un’etichetta (LABEL), la devianza è una specie di tango, si balla i due ci vogliono almeno due persone. Una persona che fa qualcosa e qualcuno che identifichi qualcosa di strano, di osceno. Non esiste se c’è uno solo bisogna avere un gruppo. Il processo è l’etichettamento che viene dato a qualcuno da qualcuno e purtroppo rimane, resta ed è pesante per chi la riceve. Le etichette pesano sulle aspettative. È un etichettamento negativo mai positivo. Ci sono etichettatori professionisti: - I giudici (sistema giudiziario); - Psichiatrici. Cosa produce questo? Cosa causa la devianza? Con degli approcci non sociologici come per esempio: - La religione, quando succedeva qualcosa di sbagliato si diceva che ci fosse qualcosa di sbagliato nell’anima; anima corrotta o presa da un demonio o un diavolo o da un vizio. Una caduta dello spirito, un qualcosa che ha dentro. - In biologia, si afferma che c’è qualcosa nei loro geni – il gene dell’omosessualità dove i biologi trovarono un fondo biologico della causa deviante; - In psicologia, dove si è orientati biologicamente e trovano un fondo anche loro biologico che però è impiantato nella personalità e che deriva dall’infanzia, la psichiatria cerca di trovare risposte nella prima fase di vita del bambino. Il problema della devianza è la parola devianza e il significato di essa. La sociologia non segue queste strade e una delle ragioni è perché come disciplina ci sono delle prove e delle evidenze che provano che quelle spiegazioni non sono le migliori. La devianza non è qualcosa che si ha dentro ma che è prodotta dal contesto che richiama un determinato comportamento. Esperimento carcerario di Stanford di Philip Zimbardo (1933-2024) Philip aveva creato un piccolo carcere in un edificio dell’Università dove insegnava e aveva dato dei ruoli agli studenti partecipanti di questo esperimento. Le persone che avevano questi ruoli si sono immedesimate così tanto che le guardie (studenti) maltrattavano i carcerati (studenti). Ma loro sapevano perfettamente che potevano uscire e andarsene ma comunque sopportavano tutto. Zimbardo dovette finire l’esperimento per motivi di sicurezza e il risultato fu molto più duro che quello di Milgram. Questo esperimento fece vedere che tutti diventano devianti in base ai contesti. 08. ESPERIENZA E SENSO COMUNE La realtà come costruzione sociale – Berger Questo libro del 1966 ha fatto successo perché ha messo in circolazione il fatto che la realtà è una costruzione sociale Il punto fondamentale è equiparare il termine finzione a costruzione – la costruzione non requisiva a interpretazione individuale. Il costruzionsimo è come l’idea in base alla quale ogni persona vede un mondo diverso ossia ha una realtà soggettiva. Il punto fondamentale è una costruzione condivisa ossia intersoggetiva. La costruzione si intende in due sensi: 1. Verbo 2. Sostantivo Ossia: Statico: come sono fatte le cose Dinamico: come si fanno le cose Si costruisce la realtà in quanto tale. La realtà è una caratteristica propria di quei fenomeni che noi riconosciamo indipendenti dalla nostra volontà. Questa condivisione rende la realtà reale. Nel teorema di Thomas – se le persone definiscono come reale sarà reale nelle sue conseguenze. Thomas ha una percezione di una realtà distorta e pensa che le persone che parlano tra di loro in strada parlano male di lui a quel punto le uccide. La percezione della realtà ha poi conseguenze che diventano reali. Il sociologo deve fare un passo indietro nei concetti come realtà. Cos’è la responsabilità e quali sono i limiti di essa sono domande che si pone il filosofo. Mentre il sociologo non è in grado di rispondere a queste domande. La sociologia si occupa di domandarsi come mai l’idea di libertà sia data per scontata e in altri paesi no. I temi come il fondamento della vita quotidiana hanno tentato di chiarire questi fondamenti. Noi costruiamo la nostra realtà grazie alla nostra coscienza, questa è sempre intenzionale. La nostra coscienza è coscienza di qualcosa di reale, infatti, noi abbiamo sempre coscienza di qualcosa. Tra gli oggetti di questa coscienza c’è la vita quotidiana, la realtà della vita quotidiana ci pare oggettiva. Esempio: realtà oggettivata —> è il linguaggio che ci fornisce oggettivazioni. Non è unica realtà quella della vita quotidiana ma quella più forte. Un esempio di altre realtà è: Il passare da una realtà all’altra – come nei sogni o nel gioco. Il gioco è una realtà con tutti i criteri di oggettivazione. Nella realtà del teatro si sospende la nostra percezione della realtà e si dà spazio ad altre oggettivazioni perché la realtà della vita quotidiana è più potente, infatti, è la realtà del mio qui e adesso. La via quotidiana è quella determinante perché un carattere di immediatezza sia spaziale che temporale – qui ed ora anche di altri. 09. IL GENERE FARE —> FAIR AGO —> ADDIETRO SALE —-> VENDUTO Assegnare il genere a entrambi i due oggetti Forchetta: femmina Cucchiaio: maschio Siamo in grado di associare il genere ha una grande varietà di significati. La differenza di genere è qualcosa che a che fare con i corpi. Il genere rappresenta tanti significati che noi applichiamo. Intuitivamente tendiamo a pensare a questa assegnazione in termini binari, ossia due generi diversi a due oggetti; tuttavia, nessuno ha pensato che entrambi appartenessero a entrambi i generi. Questo fa si che il genere sia costruito come opposizione radicale e speculare. Il genere è una costruzione sociale del femminile e maschile. Se facciamo un confronto cucchiaio e coltello: si pensa che il coltello sia automaticamente maschile e quindi dobbiamo per forza cambiare il genere al cucchiaio e pensare che sia “trans”. Il genere riguarda sia uomini che donne. Il genere è una categoria che serve per classificare femminile e maschile. Se pensiamo a questa diversità come una diversità radicale e all’idea che siano diversi tra di loro in maniera così radicale troveremo che deriva dalla cultura e la società. Nella differenza di genere si inserisce un dato, ossia la differenza di potere. Il fatto è che nella nostra realtà sociale la differenza di genere è un qualcosa che giustifica una forma di disuguaglianza. All’interno dei generi ci sono delle differenze che creano gerarchie. Secondo la sociologa Connel, propone un concetto dove il costrutto teorico di mascolinità egemonica è quella che è in cima alle mascolinità. Tutte le mascolinità beneficiano di essere della parte dominate e per dire la loro appartenenza hanno una serie di vantaggi che chiama “dividendi patriarcali”. I generi nella vita quotidiana portano interrogativi, profonde implicazioni publiche e civili. Nel 1972 si lanciò una sonda verso la costellazione del polo ossia verso la stella aldebaran che dovrebbe arrivare tra circa 2 milioni di anni. Qual’era lo scopo di questa missione? Lo scopo di questa missione era mandare un manufatto degli esseri umani e scoprire cosa potrebbe succedere, nell’eventualità che la sonda incontrassero gli alieni, si è mandato un messaggio in bottiglia per comunicare con loro e presentargli l’umanità. Quali significati sono codificati in questa rappresentazione? C’è una codifica culturale importante: all’uomo si è affidato il compito di dare il benvenuto agli alieni e assicurare che l’umanità viene in pace rispetto al suo essere belligerante non portare conflitto. L’uomo parla per primo e ciò dipende dalla nostra cultura che assegna al maschile una posizione di dominio, questo a che fare con il potere. La postura dei corpi: se notiamo la donna mostra una posizione aperta il che potrebbe significare che è aperta verso gli altri anche se la testa è in basso. L’uomo invece ha una postura eretta come se fosse una colonna fondamentale e come se mostrasse sicurezza e ha un portamento del soldato. Ha anche una forma di protezione verso la donna essendo più avanti. In sociologia, l’accoppiamento selettivo si riferisce alla tendenza degli individui a formare coppie con persone che condividono caratteristiche simili. Questi tratti comuni possono includere fattori come l’istruzione, l’età, lo status socioeconomico, la religione e altri valori culturali. Quando applicato al “genere”, questo concetto esplora come le dinamiche di accoppiamento siano influenzate anche dalle aspettative di genere e dalle norme sociali su ruoli maschili e femminili. In altre parole, i ruoli e le aspettative di genere possono influenzare le preferenze di scelta del partner, poiché le persone tendono a cercare partner che si allineino con ideali di femminilità o mascolinità definiti socialmente. La scelta può riflettere la pressione sociale verso ruoli di genere tradizionali, come la preferenza di uomini che mostrano tratti dominanti e donne che esprimono qualità di cura e sostegno. L’accoppiamento selettivo ha implicazioni importanti per la struttura sociale, contribuendo a consolidare le disuguaglianze di genere, poiché le coppie tendono a replicare le dinamiche di potere e ruoli tradizionali, influenzano la mobilità sociale e la distribuzione delle risorse. Goffman ha studiato i modi in cui sono organizzati i bagni pubblici e ci fa notare come sono divisi in due generi soltanto. Non tutte le donne sono sempre di statura inferiore agli uomini ma di media i corpi maschili hanno una struttura più alta. L’intento della codifica dell’immagine è mostrare l’umanità nella maniera più sintetica e neutra e facendo una sintesi si trova comunque un significato. Ci sono due persone nude e le rappresento non in maniera sociale ma al di furori della società (in modo pre-sociale). I capelli cosa mostrano? Anche le capigliature codificano il genere di entrambe le persone, la riga per esempio dei capelli dell’uomo mostra un'acconciatura già fatta. Non hanno neanche i peli sul corpo il che mostra come negli anni ’70 gli uomini si rasavano sempre la barba, questa è una codificazione culturale, Il pollice opponibile è un passaggio evolutivo molto importante che ha consentito agli uomini di manipolare gli utensili in maniera più efficace ed è un tratto distintivo rispetto agli animali. Tratta di raccontare un po' la storia del genere umano. È una rappresentazione corretta del genere umano perché nel mondo reale è presente una disparità di potere. È difficile tracciare un confine tra la differenza di genere inscrita nella materialità di corpi e la differenza del costrutto simbolico culturale attraverso il concetto di questi due: - Sesso; - Genere. Rubin pubblicò un saggio di antropologia che propone di pensare alla differenza di genere nelle nostre società che a che fare con il sesso e con il genere. Il genere è tutto ciò che a che fare con la componente sociale e culturale tra uomini e donne. Come abito (genere) e gruccia (sesso). Da questa suddivisone possono scaturire delle riflessioni: il genere come area si può dare il cambiamento, innovazione e trasformazione. Lo studio della cultura: è dove esiste una realtà materiale con cui abbiamo a che fare, esempio il tavolo esiste ma nella nostra cultura questo tavolo è una cattedra ossia ha una marea di significati (differenza tra professore e studente). Senza i significati la materialità dei corpi non significa niente e il mio corpo non significa niente. La differenza conta. BOURDIEU la mette giù in questa maniera: parla di naturalizzazione della costruzione sociale o di somatizzazione dei rapporti sociali e di dominio. (Pag 83). Che assumono significato grazie al genere – dove c’è una differenza culturale. La definizione di sesso: deriva da due studiosi nel 1937 che sono West e Zimmermam. Il sesso è una determinatezza fatta attraverso l’applicazione di criteri biologici socialmente condivisi per classificare le persone come femmine o come maschi. Ci parlano di determinazione socialmente condivisi e questo fa sì che il sesso alcuni criteri contano per essere socialmente condivisi. La bellezza è fatta da una determinazione fatta da criteri estetici socialmente condivisi per classificare le persone belle o brutte. PARSON I ruoli di genere hanno una funzione: - Funzione strumentale: uomini – che portano i soldi a casa - Funzione espressiva: donne – si prendono cura e gestione dello spazio privato e fanno un lavoro di riproduzione (babysitter, badanti che sono principalmente donne – femminilizzazione del lavoro) Questa allocazione dei ruoli fu criticata. L’idea di ruolo è insufficiente e inadeguato a catturare la profondità del genere nell’organizzazione della vita sociale. Il genere è qualcosa che facciamo sempre. Il non riconoscere il genere di una persona ci farà venire molti più dubbi. Il genere è un attributo fondamentale per essere riconosciuti in una categoria. Il ruolo è declinato in maniera diversa rispetto al genere è difficile invece uscire dal nostro genere perché l’appartenenza a una categoria di genere è una cosa che la nostra società sorveglia molto attentamente. Bisogna inserire il genere a pieno titolo a una struttura sociale introdotta con una visione nella sociologia, in cui il genere diventa una forza strutturale nella società. JUDITH BUTLER Il genere è una cosa che facciamo quotidianamente, nell’etnometodologia viene pensato come una struttura sociale che ha una forza di oggetto di studio e dall’altra si apprezza le sottigliezze in cui il genere si fa nella vita. È un enunciato performativo: è un enunciato che produce una realtà, un fare delle cose con le parole. Esempio: “sei licenziato” sono parole ma creano una realtà, “vi dichiaro marito e moglie” significa essere legalmente sposati – produce una realtà ossia l’essere sposato. Se non crea la realtà che sta dicendo è infelice, se la crea è felice. La riuscita dell’enunciato dipende da due cose: 1. Il contesto in cui lo si enuncia; 2. La persona che lo enuncia. Quando in ospedale una persona partorisce e nasce il neonato, succede che produce un enunciato – è un maschio o è una femmina, queste parole creano una realtà. L’intersessualità è una varietà di variazioni nei tratti, nell’anatomia sessuale. L’endosessuale sono delle conseguenze e conformità delle caratteristiche sessuali. BOURDIEU a pag 31 afferma: La definizione sociale del corpo è il prodotto di un lavoro sociale di ricostruzione. Manca una spiegazione del perché di questa naturalizzazione e come avviene e perché questa costruzione sociale? Come avviene: nella società cabila si è fatta una ricerca etnografica in Algeria, dove si descrivono dei rituali. C’è un rito di istruzione che si usa per marcare l’ingresso nell’età adulta dei ragazzi. Il primo taglio di capelli dei ragazzi (fatto dal padre) e il loro ingresso nel mercato con una coreografia coordinata, donando al bambino questa distinzione da una ragazza, avendo i capelli corti. Serve a fornire un marchio distintivo a chi lo riceve – pag 34. Il funzionamento della costruzione di genere avviene attraverso un habitus che è un insieme di disposizioni, un qualcosa di trasferibile, una predisposizione o disposizione che sono in grado di applicare anche in situazioni nuove. Questi habitus di genere sono inscritti nei corpi e nei cervelli, il fare il genere è qualcosa che incorporiamo nei nostri corpi dalla primissima età e siamo in grado di declinarle tutto il giorno. Viene acquisito nei bambini (da molto piccolo – dai 4 anni) imparano a modulare diversamente il tono della voce. Questa operazione di incorporamento avviene in modo tacito e non in modo esplicito. La naturalizzazione è ciò che serve a costruire questa differenza, che è immutabile e immodificabile. Perché funziona questa dominazione? Con la violenza simbolica si istituisce l’adesione del dominato al sistema dominante quindi con la complicità del dominato. Questa è una funzione habitus. Ma esiste una speciale lucidità dei dominati, questi capiscono il punto di vista dei dominanti. 10. ORGANIZZAZIONI, ISTITUZIONI E REGOLE Lo sviluppo delle organizzazioni formali è un tratto della modernità. Ci sono altre forme di organizzazioni formali secondo Weber e si differenziano da quelle determinate organizzazioni formali. Esistono tre modelli di Weber: 1. Tradizione, stile di vita caratterizzato dalle persone che fanno quello che fanno perché le cose si sono sempre fatte così e continueranno a farsi così. 2. Carisma, il leader carismatico deve continuare a essere seguito dai suoi seguaci e deve fare quello che promette altrimenti i suoi seguaci smettono di seguirlo. Esempio: lo Stato durante la presidenza di Obama - capacità di mobilitare ed emozionare le folle. Il modello carismatico sembra che sia formato sul solo singolo. 3. Burocrazia, si può essere guidati da delle organizzazioni formali in senso razionale quindi dalle regole - società burocratica. Accezione negativa della burocrazia. Economia e società Weber non accoglie delle classi contrapposte mosso dalla necessità di escogitare qualche interpretazione migliore di questi fenomeni. Weber ha una sistematicità dell’opera e della persona dell’autore e scrive economia e società dove espone sistematicamente la storia dell’ordine sociale. È un tipo di persona sistematica ed espone in maniera sistematica le caratteristiche della burocrazia. Caratteristiche della burocrazia: - Una delle qualità della burocrazia è che ci sono uffici fissi per cui weber non intende il luogo fisico ma lo status di una certa persona nell’organizzazione. Questi uffici fissi sono caratterizzati da specifici doveri e compiti e includono certe cose ma escludono altre. È un sistema fisso, infatti, ci sono regole che vengono scritte. - I diritti e doveri le fanno le regole e devono essere scritte formalmente e sono un contributo fondamentale affinché queste attività vengano rispettate. L’abuso di ufficio è l’analisi weberiana applicata - tutte le posizioni non sono lo stesso livello c’è una gerarchia. Ci sono delle transizioni e i modelli di weber sono separati, è molto difficile trovare una società tradizionale con organizzazioni fisse. È possibile carisma e burocrazia. - Separazione tra lavoro e casa, nelle società tradizionali non c’è questa separazione. Invece, Nella società moderna sono separate le sfere lavoro e casa. Ci sono svantaggi e vantaggi di questo modello burocratico: vantaggi fanno tante cose per noi, svantaggi per chi vive in esse – gabbia d’acciaio (dura, impenetrabile) queste regole creano una gabbia intorno a noi. Queste regole ci sono entrate dentro, ormai la burocrazia è entrata a far parte della nostra vita in questo senso Weber parla di gabbia d’acciaio. Funzioni manifeste e funzioni latenti Queste organizzazioni hanno delle “mission” o obiettivi da raggiungere. Scrivono come queste mission devono essere realizzate, Merton le chiama funzioni manifeste. Cose che sono dichiarate sono le funzioni manifeste. Ci sono degli obiettivi latenti da raggiungere – nel senso che c’è un qualcosa che c’è ma allo stesso tempo no. David Sudnow “Dead on arrival” 1967 quello che arriva, arriva praticamente morto. Ha fatto uno studio dove nei casi in cui l’organizzazione deve continuare a funzione la dichiarazione dei medici “dead on arrival” porti a utilizzarla per prestare attenzione ad altri casi per continuare a curare tutti gli altri. Le funzioni latenti influenzano tantissimo il comportamento, per esempio, di medici per far funzionare le cose e andare avanti. 11. RAZZISMO Anche gli esseri umani possiedono molte carte visibili a fini classificatorie e solo alcune di queste caratteristiche sono salienti per un tipo di classificazione sociale ossia la categorizzazione razziale. La divisone delle popolazioni funziona esattamente come nella divisone dei cerchi, dividiamo in base a similitudini come il colore della pelle e notiamo che diversamente dai cerchi le caratteristiche visibili dei corpi su cui costruiamo le divisioni razziali non sono così discrete e sono ambigue. Siamo però capaci a decodificare queste caratteristiche ambigue in maniera immediata perché siamo socializzati in un contesto che ci fornisce gli strumenti cognitivi per operare questa categorizzazione. La categoria di genere e di razza hanno qualcosa in comune: - Mappano delle organizzazioni di potere; - Fanno affidamento su processi di naturalizzazione. Nel modo i cui noi impariamo a conoscere le cose dipendono dai processi di categorizzazione sociale. Siamo abituati a pensare che la razza sia qualcosa di immediatamente visibile e che sia qualcosa di ovvio. Sulla storia di questa categoria ci mostrano che in realtà la razza non è qualcosa di visibile, noi vediamo caratteristiche somatiche su cui si basa la classificazione razziale. ROBERT MILES – ha fatto lavori sulla razionalizzazione- afferma che continuare a parlare di razza è controproducente perché conferisce legittimità a un’idea che è un costrutto non una realtà. Parlare più spesso di razionalizzazione è il processo in base al quale si classificano gli individui in un certo gruppo razziale. La razza è un’insieme di relazioni sociali che permette di classificare individui e gruppi assegnando loro competenze e caratteristiche biologiche. La sociologia a livello teorico ci è arrivata dopo, deriva infatti da studi scientifici. La razza è stata oggetto di naturalizzazione avvenuto inizialmente con il sostegno delle scienze naturali. Nel 1700 Linneo ha creato la classificazione scientifica degli esseri viventi. Si sono state delle prese di posizione: - American Antropology Association: afferma che le variazioni fisiche della specie umana non hanno alcun significato se non quelle speciali che l’uomo attribuisce a loro. Razza in inglese ha un doppio significato e inizialmente il secondo legato alla velocità e alla corrente dei fiumi. La parola risale all’antico francese che indicava un insieme di cavalli. Nelle colonie nordamericane la classe operaia era formata da persone provenienti dall’Europa e non tutte le persone provenenti dall’Africa erano inizialmente schiavizzate. Succede però che entrambi condividevano una condizione di sfruttamento quindi cosa ha consentito di disattivare questa ribellione di gruppo? Come la divido se entrambi sono in posizione di sfruttamento? La divido in base razziale. Il salario di quelli provenienti dall’Europa era integrato con un salario pubblico e psicologico che deriva dall’appartenere a un gruppo razziale. Consentiva di accedere ai servizi, alla parte giusta delle scuole, a un trattamento preferenziale con le forze dell’ordine e una miglior rappresentazione mediatica. VIN DIJK Cosa fa in questo libro? Fa un’analisi del discorso razzista. Applica una metodologia di ricerca accreditata che ci consente in diversi prodotti culturali come si riducono le ideologie e le credenze. Egli si concentra sul razzismo e lo va a esplicitare in forma implicita, in maniera sottile come vengono riprodotti alcuni stereotipi in maniera non evidentemente scandalosa e come si riproduce in maniera implicita. Da pag 67 ci sono i principali elementi che si vanno a trovare nella costruzione ideologica nella cultura contemporanea olandese. Egli analizza il discorso giornalistico e i testi scolastici che sono dei prodotti culturali molto interessanti perché vengono letti da persone che sono all’inizio del loro processo di socializzazione e che sono una forte influenza nelle giovani menti. Questi materiali sono molto diffusi perché la loro lettura è obbligatoria. Esempi: a. Diversità: Le minoranze (immigrati, neri, ecc.) sono diverse, provengono da una regione del mondo diversa, hanno una cultura diversa (lingua, religione, costumi), un aspetto diverso e agiscono in maniera diversa. «Loro» non fanno parte né di «noi» né del «nostro» Paese. E dunque devono essere trattati in modo diverso. La prima cornice del discorso che Vin individua è quella della diversità ossia una tendenza che tende a enfatizzare di come le minoranze agiscono in maniera diversa. Avviene che il punto di vista egemonico è quello bianco (olandese) e non è controbilanciato. Gli olandesi hanno altrettanto abitudini irritanti. Hanno un aspetto diverso, si comportano spesso in modo "strano" e hanno, per dirla in modo gentile, spesso un'altra cultura di vita. Suonare musica ad alto volume con le finestre aperte può essere una cosa normale nel paese d'origine, ma qui è percepito come molto fastidioso dai vicini. Queste persone mangiano spesso cibi piccanti, i loro odori di cucina sono penetranti e sgradevoli per i nasi olandesi. (Kalkwiek II, p. 98) C - Minaccia: Peggio ancora, non solo la loro presenza costituisce una minaccia economica e culturale, ma il loro stesso comportamento mette a repentaglio la nostra sicurezza e il nostro benessere. Gli immigrati impongono la loro presenza a noi e al nostro Paese entrando e risiedendo illegalmente entro i nostri confini. Sono aggressivi e violenti e sono i protagonisti principali del mondo della droga. Sono loro che «ci» minacciano (soprattutto le nostre donne e gli anziani) con aggressioni, furti e rapine. La maggior parte dei cinesi lavora nel settore della ristorazione. Alcuni di loro sono nel giro della droga e danno a questo gruppo una cattiva reputazione nel nostro Paese. (Andeweg, p. 69). Gli olandesi che sono nel giro della droga non danno una brutta reputazione degli olandesi. d. Problemi: Pertanto, con la loro presenza e le loro attività, gli immigrati procurano guai in ogni settore della società. Non sono mai soddisfatti, protestano e manifestano contro norme ragionevoli. Creano conflitti e dividono la società. Provocano persino degli atti discriminatori da parte di alcuni di noi: Non solo sono causa di problemi, ma hanno costantemente dei problemi, ad esempio, nel lavoro e a scuola. La maggior parte di questi problemi sorgono a causa dei loro stessi atteggiamenti personali e culturali nei confronti dell'istruzione e del lavoro: non si impegnano a sufficienza. «Noi» diamo loro tutte le opportunità. Questa differenza tra noi e loro viene costruita grazie al fatto che alle minoranze vengono associati dei problemi. La minoranza fa problema ma l’altro aspetto è che la minoranza ha un problema. Il problema è che la difficoltà dipende dal ragazzo turco (suo bagaglio culturale). Diventa poi un mio problema il suo problema. Questo problema è attribuito al background culturale e si deve adattare. Il discorso è unidirezionale. Finiscono in secondo piano le barriere sistemiche e che erano forme di discriminazione. Il ragazzo turco non ha solo difficoltà con la lingua. Nel nostro Paese ci sono anche un gran numero di regole e abitudini che non conosce. (Caris, p. 54) - si sono adattati bene nei Paesi Bassi e hanno trovato lavoro e alloggio. Tuttavia, si sono sentiti discriminati. Hanno l'impressione che l'intolleranza degli olandesi nei confronti delle persone di colore stia aumentando. (Kalkwiek III, p.54). Questa è un’implicita costruzione dell’adattamento come positivo, in realtà se si vuole problematizzare, cosa significa si sono adattati bene? Chi si è adattato a chi? La minoranza si è adattata al gruppo egemonico ci sono una serie di conseguenze non scontate e costituiscono un ordine di valore ed è la nostra realtà sociale costruita da noi quella alla quale si deve adattare. Il modo in cui è formulata questa descrizione fa sì che l’esperienza della discriminazione sia minimizzata e soggettiva. “Si sono sentiti discriminati” non “sono stati discriminati” “hanno l’impressione” interpretazione soggettiva di tale discriminazione. Questo punto è collegato a un’altro molto importante. - “la discriminazione esiste quasi ovunque nel mondo e quasi tutti la praticano di tanto in tanto… un grande male nel mondo è la discriminazione razziale. La verità soprattutto nei Paesi in cui una determinata razza costituisce una minoranza, come i n***i negli Stati Uniti.” Rischio di sorvolare sulle specificità che hanno determinate relazioni in determinati contesti. Terzo problema è il fatto che si prenda un qualche forma di distanza dalla discriminazione razziale in uno specifico luogo lontano da noi come un fenomeno che non ci appartiene. C’è un distanziamento dal passato coloniale; - Una forma di distanziamento dipende dalla classe: “l’indolenza o la mancia di intelligenza … la necessita, sopratutto nelle classi sociali più basse, di compensare un complesso di inferiorità… da qui deriva il fatto che in Sudafrica i più accaniti sostenitori dell’apartheid sono tra i bianchi meno istruiti” C’è una doppia distanza: in primo luogo in Sudafrica, in secondo luogo in una frazione specifica della società ossia quella operaia che è quella meno intelligente e che ha un complesso di inferiorità. Vin va a vedere e come si riproduce il discorso razzista e gli interessa andare a veder il pregiudizio come formi il nostro modo di pensare e chi costruisce questo discorso. Questa costruzione è creata dalle élite (in senso culturale - simbolica) che detiene una forma di legittimità culturale, perché non quella economica? Le forme di dominio simbolico sono sempre più importanti, pertanto, quello che avviene è una trasformazione dell’ideologia che porta le classi dominate a partecipare attivamente alle condizioni del proprio dominio - accade perché gli interessi della classe dominante sembrano gli interessi di tutti e sono invogliato a partecipare al mio stesso dominio. Perchè si lavora? Il lavoro è usato come strumento di valore per noi stessi. La presentazione di sé come non esplicitamente razzisti è particolarmente importante. Dove esiste il razzismo? È prodotto da quella classe operaia indolente e poco intellligente. - “la discriminazione è ora vietata dalla legge. Tuttavia, si verifica ancora tutti i giorni. Alcune discoteche, ad esempio, non ammettono i surinamesi, anche se sono vestiti bene come gli altri ospiti” - “Nei vecchi quartieri della città di Rotterdam, la percentuale di lavoratori ospiti è salita a circa 40%, mentre nei nuovi sobborghi non ci sono stranieri. I vecchi quartieri chiedono di essere alleggeriti e di distribuire meglio gli stranieri in tutta la città. Una distribuzione adeguata porterebbe al 16% per la maggior parte dei quartieri. (Kalkwiek II, p. 97)”