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This document provides an overview of human anatomy, covering the anatomical position, macro-regions, and cavities. It introduces key concepts and terminology in human biology.
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Lezione 1 Porzioni del corpo umano QUAL È LA POSIZIONE ANATOMICA? Si utilizza sempre la posizione anatomica convenzionale quando si va a riportar...
Lezione 1 Porzioni del corpo umano QUAL È LA POSIZIONE ANATOMICA? Si utilizza sempre la posizione anatomica convenzionale quando si va a riportare su un referto l'adeguata descrizione: il soggetto è posto di fronte e in posizione eretta, con gli arti superiori aderenti al corpo, il palmo delle mani in avanti e gli arti inferiori uniti Il corpo umano viene diviso in MACRO-AREE e MACRO-CAVITÀ Macroaree= piani virtuali trasversali che dividono il corpo in varie aree (aree della testa, del collo, del tronco e delle aree che suddividono gli arti superiori da quelli inferiori) Ogni macroarea a sua volta può essere divisa in varie regioni, dette macro-cavità per descrivere una determinata parte del corpo Macro-cavità= si suddividono in quattro principali macro- cavità e ciascuna contiene specifici organi e parti di sistemi. Queste sono: cavità cranica che ospita il nostro cervello, la cavità toracica che ospiterà polmoni e cuore, la cavità addominale e la cavità pelvica. Vi è un'ulteriore suddivisione della cavità: cavità toracica= divisa in cavità pleurica, quella che ospita i nostri polmoni e cavità pericardica che racchiude il cuore. Cavità addominale: cavità peritoneale, cavità addominale vera e propria e la cavità pelvica che ospita la pelvi Ognuna di queste macroaree si è sviluppata in armonia con tutte le altre macro-aree creando delle proporzioni: la distanza fra la punta dei diti medi è di circa 103-106% più lunga rispetto all’altezza “vertice-testa” - “pianta piede”. Vi è una linea immaginaria che passa per la simpisi pubica, la quale divide il corpo in due parti uguali. Durante lo sviluppo vi è un cambiamento delle proporzioni fino ad arrivare, nell'adulto (nei bambini non viene 1 rispettata), all'anatomia perfetta, dotata delle giuste proporzioni. Proporzioni che vengono spesso rispettate nell'adulto, le quali presentano sempre un numero ricorrente, che è la sezione aurea= 1.618. Piani e assi cardinali Per convenzione l’intero corpo umano è divisibile attraverso 3 piani cardinali e 3 assi cardinali che nel nostro corpo rappresentano le latitudini e le longitudini del globo terrestre. Piani anatomici importanti: Piano coronale: piano frontale. Piano verticale che divide il corpo in un a parte anteriore (frontale, ventrale) e una posteriore, detta dorsale Piano traversale: piano orizzontale detto piano assiale. Passa longitudinalmente al piano dell'organo e divide il corpo in due parti: una superiore (craniale, prossimale) e una inferiore (caudale, distale, plantare) Piano saggittale: piano verticale che attraversa longitudinalmente il corpo. Lo attraversa dall'avanti al dietro, quindi lo divide in una parte destra e una sinistra. Un particolare piano saggittale è il piano mediano, che divide il corpo in due esatte metà Assi cardinali Asse longitudinale (o verticale) sul piano frontale all'inserzione con il piano saggittale Asse trasversale (o orizzontale) sul piano trasversale all'inserzione con il piano frontale Asse saggittale (posteriore) sul piano saggittale all'inserzione con il piano trasversale I piani e gli assi sono essenziali in radiologia 2 Oltre a piani e assi ci sono delle specifiche prominenze del nostro scheletro che possono rappresentare un punto di riferimento dal punto di vista clinico. Non ci sono solo i piani principali, ma anche dei piani para sagittali e alcuni piani coronali che sono importanti solo nella pratica clinica. All'incrocio tra il piano saggittale e uno specifico piano coronale si produce una linea detta di gravità, dall'incrocio di questa linea con la colonna vertebrale si formano degli angoli: angolo sacrale, pelvico e lombo- sacrale, i quali sono importanti per la posizione eretta. I principali sistemi possono essere divisi in Sistema locomotore (colonna vertebrale e le vertebre, muscolatura cardiaca e quella legata alla respirazione) Sistema viscerale, che comprende tutta una serie di altri sistemi Sistema nervoso Organi di senso Sistema tegumentario, costituito dalla pelle e dalle sue appendici, che sono unghie, peli e capelli Aggettivi anatomici: frontale, dorsale Movimenti anatomici: flessione, estensione Possibili domande d'esame Qual è la posizione anatomica? Parte inziale Piani anatomici importanti Aggettivi anatomici e loro sinonimi 3 Lezione 2-3 Torace e gabbia toracica Cos’è il torace topograficamente? Il torace è la porzione superiore del nostro tronco, si trova fra il collo e la cavità addominale. Componente principale: gabbia toracica Tra le due clavicole vi è una sorta di fossetta, detta incisura giugulare, ossia il margine superiore dello sterno. La parte superiore dello sterno è denominata manubrio, in quanto somiglia al manubrio di una bicicletta. Sterno: manubrio, corpo dello sterno e processo xifoide. Utili per individuare gli elementi nel torace: piani sagittali, tra i quali importante è 1. il piano mediale anteriore che passa per il centro dello sterno 2. la linea sternale 3. la linea emi-clavicolare Andando a guardare posteriormente il corpo umano in maniera eretta, troviamo la linea paravertebrale e la linea scapolare. È possibile individuare a livello del dorso del corpo dei punti specifici come ad esempio una protuberanza a livello del collo che rappresenta il processo spinoso della vertebra numero 7 (facendo un'analisi superficiale, è dunque possibile individuare dove sono collocate le varie vertebre). Il torace è costituito da: Gabbia toracica: parte scheletrica e muscolare Strutture muscolari connesse all'arto superiore e alla colonna vertebrale Ghiandola mammaria Cavità pleuriche 4 Organi e strutture viscerali (polmoni e il mediastino) PARTE SCHELETRICA del torace Coste Vertebre Sterno A cosa serve la gabbia toracica? Proteggere e isolare i visceri sottostanti (polmoni) Permettere la meccanica respiratoria GABBIA TORACICA OSSA: 12 paia di coste Sterno al centro 12 vertebre toraciche posteriormente MUSCOLI INTERCOSTALI: interni ed esterni VISCERI: Vasi Nervi Linfatici Apertura toracica superiore Apertura toracica inferiore La gabbia toracica presenta due aperture: un'apertura superiore, delimitata posteriormente dalla vertebra toracica T1 e lateralmente dalle coste, inferiormente dalla vertebra toracica T12 Le aperture non sono uguali: mentre quella superiore è una vera e propria apertura (reale) ed è in diretta comunicazione con il nostro collo, la seconda è separata dalla regione inferiore dal diaframma. Com'è fatta una costa? Effettuando un taglio trasversale si può notare un interno spugnoso in cui sono presenti le cellula ematopoietiche, per la rigenerazione delle cellule del sangue. Le coste sono delle ossa piatte molto leggere che possiedono una forte resistenza tale da proteggere la nostra gabbia toracica Sono state divise in base alla loro apertura allo sterno oppure in base alla loro forma: 5 Coste vere: chiamate così in quanto si attaccano direttamente allo sterno tramite le loro cartilagini (dalla 1 alla 7). La prima si attacca al manubrio, mentre dalla seconda alla 7 al corpo dello sterno. Coste false: dalla 8 alla 10, indirettamente legate allo sterno (cartilagine della costa 8 connessa alla cartilagine della costa 7 e così via) Coste fluttuanti: 11 e 12, definite tali in quanto non si legano allo sterno. Le coste posteriormente sono legate alle vertebre della colonna vertebrale. Le coste più vicine alla testa devono risalire verso l'alto (si legano contemporaneamente a due vertebre) Per quanto riguarda la loro forma, possiamo andare a classificare le coste in: Coste atipiche: prime due. La seconda, ad esempio, presenta una testa e un collo, ma il corpo della costa è più piccolo poiché non ha una funzione di movimento. Coste tipiche: dalla 3 alla 10, caratterizzate da una testa, un collo, un tubercolo, un angolo costale ed hanno tutte una certa forma. Coste atipiche: ultime due, presentano una struttura particolare: la undicesima presenta solo la testa, mentre la dodicesima è molto piccola e dunque presenta un diametro inferiore. Componenti principali coste tipiche Testa (estremità vertebrale) Collo Tubercolo: costituito da due porzioni: faccetta articolare perché si lega alla testa, faccetta superiore e inferiore Corpo della vertebra Regione cartilaginea, che si attacca allo sterno La costa presenta un'estremità vertebrale a livello della testa, un corpo intermedio della costa e l'attacco allo sterno tramite la cartilagine. Si può distinguere un solco inferiore e uno superiore. COLONNA VERTEBRALE : Struttura che ci garantisce una stazione eretta (asse di sostegno, in quanto è flessibile) Locomozione Equilibrio e stabilità della testa 6 Protegge il midollo spinale, dove vi si trovano i nervi spinali (involucro protettivo) Sostiene il peso del corpo sopra la pelvi Questo è dovuto alla conformazione della nostra colonna, che va dalla nuca all'apice del coccige La colonna vertebrale è costituita da 33-34 vertebre: Vertebra C1: ATLANTE serve a sostenere la nostra testa Vertebra C2: EPISTROFEO, ha un particolare processo chiamato dente dell'epistrofeo Vertebra C7: vertebra prominente, ha un processo spinoso molto pronunciato e riusciamo dunque a palparlo La nostra colonna vertebrale è caratterizzata da cifosi e lordosi: Cifosi= concava anteriormente a livello del torace e una seconda curvatura a livello delle vertebre sacrali Lordosi= vertebre cervicali e lombari: concava posteriormente Lordosi-cifosi-lordosi-cifosi (2 lordosi e 2 cifosi) Queste curvature non sono presenti già dal momento della nascita: infatti, la colonna di un neonato ha una curvatura esclusivamente cifotica, sviluppata già nella vita intrauterina. La prima lordosi a svilupparsi è quella cervicale, che si forma per lo sviluppo dei muscoli posteriori del collo per stabilizzare la testa. La seconda, quella lombare, si forma per lo sviluppo dei muscoli posteriori del tronco per rimanere seduti e poi in piedi. La nostra colonna vertebrale evolve e si modifica fino alla pubertà (in quanto la muscolatura si evolve con la crescita) Sul piano frontale la colonna normale deve essere assolutamente rettilinea e priva di curve. Solo in caso di anomalia è visibile una curvatura, che determina una malattia chiamata scoliosi. Se è lieve è visibile tramite una lastra. Come altre malattie riconosciamo Ipercifosi: eccessiva curvatura a livello del torace---> gobba Iperlordosi: eccessiva lordosi a livello delle vertebre lombari: una sorta di buco a livello del sedere Com'è fatta una vertebra? Vertebra toracica Corpo della vertebra, di forma più o meno cilindrica, che serve a garantire la stabilità della colonna (vertebre toraciche e lombari fondamentali per sorreggere il corpo). Presenta una faccia superiore e una inferiore; posteriormente, dove si affaccia nel foro centrale, risulta schiacciata. Un arco osseo a concavità rivolta in avanti. L’arco osseo e la faccia posteriore del corpo vertebrale circoscrivono il foro vertebrale, che è attraversato dal midollo spinale. Da entrambi i lati della superficie posteriore del corpo si originano due corte e robuste porzioni ossee che dirigono verso l’indietro formando due peduncoli (o radici); ogni peduncolo presenta un’incisura superiore ed una inferiore. Le incisure articolandosi con quelle superiori o inferiori formano un foro intervertebrato che darà passaggio ai nervi spinali. 7 Posteriormente al peduncolo prendono origine due lamine ossee che dirigono verso dietro congiungendosi sulla linea mediana e formando il processo spinoso. Fra il punto di congiunzione della lamina e del peduncolo sorge il processo trasverso che si porta verso l’esterno. Tra una vertebra e l'altra vi sono dei dischi, chiamati dischi intervertebrali Peduncolo: collega il corpo della vertebra con il processo trasverso. Peduncolo e lamina= arco vertebrale Lamina: collega il processo trasverso e il processo spinoso Processo spinoso e processo trasverso: sono la sede di inserzione della muscolatura e permettono il movimento Arco vertebrale: capsula intorno al midollo spinale. Protegge Processi articolari: limitano il movimento Corpo vertebrale: serve a sostenere il corpo Le vertebre sono delle strutture ossee, rischierebbero di consumarsi, dunque tra una vertebra e l'altra vi è un disco intervertebrale, caratterizzato da due strutture: un anulus fibroso, principalmente cartilagineo nucleo polposo, all’interno dell’anulus. Il centro di questo nucleo è costituito principalmente da acqua, man mano che si va verso l'esterno la percentuale di quest’ultima diminuisce. La funzione è quella di assorbire e ridistribuire in maniera uniforme alla periferia le sollecitazioni di carico evitando una spinta eccessiva all’anulus fibroso, il quale potrebbe lacerarsi e formare un’ernia al disco Quando vi è una compressione, essendo il nucleo centrale fluido, la vertebra superiore schiaccia quella inferiore e avviene una pressione dunque a livello dell'anulus del disco. Grazie alla presenza del nucleo acquoso, questo permette la deformabilità del disco tale da appiattirsi e allungarsi nel momento in cui si ha un peso che grava. Quando si ha una flessione laterale, invece, il disco si allunga. La colonna vertebrale è al sicuro fino a quando non si rompe il disco intervertebrale, un esempio di frattura si ha proprio con l'ernia discale. ERNIA DEL DISCO: protrusione del nucleo polposo che può comprimere le strutture contenute nel forame intervertebrale (radici nervose o vasi sanguigni). 8 Riassumendo: PARTI ARTICOLARI DELLA COSTA La costa ha tre attacchi per vertebre e un attacco sullo sterno (a meno che non si tratti di coste false o fluttuanti) 1. faccetta articolare per il processo trasverso della vertebra 2. Altre due faccette a livello della testa: La faccetta superiore, a livello della testa, si va a collegare con la vertebra corrispondente a livello del suo processo trasverso superiore L'altra faccetta invece si va a legare al processo trasverso della vertebra corrispondente. STERNO È una struttura con una certa mobilità ed è caratterizzata da tre parti 1. Il manubrio, al quale si attacca solo la costa numero uno 2. Il corpo dello sterno, al quale si attaccano dalla costa due a sette 3. Processo xifoide Tra manubrio e corpo (tra T4 e T5) si forma l’angolo sternale (articolazione manubrio-sternale), per quest’angolo passa un piano che taglia virtualmente l'arco dell’aorta. Abbiamo un altro piano che passa tra il corpo dello sterno e il processo xifoideo (tra T8 e T9) e prende il nome di articolazione xifosternale. Angolo del LOUIS: tra manubrio e corpo. Si tratta di un modo per poter contare le coste A livello dell'angolo di Louis noi abbiamo la seconda costa. Conoscere l'angolo di Louis e il piano passante per tale angolo, è importante per individuare in quale regione è localizzato il cuore. Dov’è, quindi, localizzato il cuore? Nella regione passante per il piano sternale e l'articolazione xifosternale 9 Tra i due piani passanti tra le vertebre T4 e T5 e T8 e T9. MUSCOLI INTERCOSTALI : I muscoli della parete toracica sono importanti per la respirazione Costituiscono lo spazio intercostale, insieme al fascio neuro-vascolare che decorre nel solco presente sul bordo inferiore della costa. Essi si dividono in esterni ed interni: Esterni: dall'alto verso il basso, tutti inclinati e man mano che ci si avvicina verso lo sterno la loro inclinazione diminuisce. Essi hanno un’inclinazione opposta degli interni e contrendosi, durante l’espirazione, spingono dal basso verso l’alto le coste Interni: di due tipi ossei condrali Questi non partono direttamente dalla colonna vertebrale, ma, come una griglia, si incrociano con quelli esterni, ed arrivano fino alla cartilagine delle ossa. Movimento delle coste: 1. L’elevazione delle coste superiori (dalla seconda alla sesta) indotta dalla contrazione dei muscoli intercostali a livello delle articolazioni costo-vertebrali, provoca il sollevamento delle coste nella parte sternale. 2. Le coste sono inclinate dall’alto verso il basso e da dietro in avanti, quindi la loro elevazione provoca un movimento in avanti dello sterno, soprattutto nella parte inferiore. 3. Come conseguenza si ha un aumento del diametro antero-posteriore della gabbia toracica. 4. L’elevazione delle coste, soprattutto quelle inferiori, determina l’aumento del diametro trasverso della gabbia toracica. I movimenti della gabbia toracica sono strettamente connessi con il meccanismo della respirazione: Muscolo intercostale esterno: provoca l’aumento del diametro trasversale Muscolo intercostale interno condrale: provoca l’aumento del diametro antero-posteriore Diaframma: provoca l’aumento del diametro longitudinale. Diametro Diametro Diametro 10 Antero-posteriore trasversale longitudinale Sappiamo che per il nostro corpo un’importanza fondamentale viene rivestita dalla respirazione: meccanismo che si compone di due fasi: INSPIRAZIONE ed ESPIRAZIONE Gli atti respiratori, in condizioni di riposo, sono automatici ed involontari e permettono di introdurre dai 7 agli 8 litri d’aria al minuto. L’attività dei muscoli respiratori modifica il volume della cavità toracica, mentre il movimento dei polmoni è passivo. I muscoli intercostali interni ossei sono utilizzati solo nella respirazione forzata e implicano una spesa di energia nell’espirazione forzata, mentre quelli interni con la loro contrazione abbassano le coste (riduzione della gabbia toracica), spesa di energia. INSPIRAZIONE Si tratta di un momento attivo della respirazione ESPIRAZIONE determinato da un doppio meccanismo: il diaframma Fase passiva, determinata dall’elasticità della contraendosi si abbassa, in questo modo aumenta il volume parete toracica e dei polmoni che tornano alle verticale. Nel frattempo, i muscoli intercostali esterni ed dimensioni iniziali. interni si contraggono innalzando le coste; la gabbia toracica si amplia in senso antero-posteriore e trasverso. VASCOLARIZZAZIONE La nostra parete toracica è attraversata da un fascio neuro-vascolare, chiamato “FASCIO VAN”: una vena, un’arteria e nervi intercostali, protetti dal solco costale. Perché questa disposizione? L'arteria, con sangue ossigenato, contiene il sangue più caldo, che deve riscaldare gli altri due per contatto. A livello di questa regione, da un punto di vista clinico, possiamo affermare che non bisogna inserire il drenaggio, né tantomeno l'ago al di sotto della costa, in quanto altrimenti danneggerebbe il fascio neuro- vascolare. La vascolarizzazione arteriosa della parete toracica ha due principali origini: POSTERIORMENTE: il sangue deriva dall'aorta toracica ANTERIORMENTE- LATERALMENTE dall'arteria succlavia Questi due sistemi sono anastomizzati, si originano cioè in due parti diverse, ma fanno parte di un unico sistema vascolare. Anche per quanto riguarda il drenaggio venoso della parete toracica possiamo riconoscere due principali drenaggi: POSTERIORMENTE: il sistema delle azygos drena le vene intercostali posteriori ANTERO-LATERALMENTE: le vene brachiocefaliche drenano le vene intercostali anteriori. Anche questi due sistemi sono anastomizzati tra di loro. VENA AZIGOS: si ricongiunge con la vena brachiocefalica sia destra che sinistra. Quando la vena azigos passa al di sotto del diaframma diventa vena lombare ascendente di destra. 11 A sinistra si hanno due tipi di vene diverse: la vena emiazigos accessoria che frena il sangue superiormente e la vena emiazigos che frena il sangue interiormente. Quando questa passa al di sotto del diaframma, diviene vena lombare ascendente di sinistra. Di fatto, però, sia la vena emiazigos accessoria che la vena emiazigos, vanno entrambe a drenare la vena azigos. vena lombare ascendente di destra- Vena cava inferiore, a cui passa il sangue andato in circolo e che sta tornando al cuore- - vene intercostali posteriori- vene azygos- arco aortico INNERVAZIONE A cosa serve l'innervazione? Sia per delle risposte di tipo motorio, per la respirazione, ma serve anche per farci percepire delle sensazioni come ad esempio quelle di dolore. Da ciascun segmento del midollo spinale si forma un nervo spinale che presenta tre rami: 1. Posteriore 2. Anteriore: dai rami anteriori dei segmenti spinali T1-T12 si formano le 12 coppie di Nervi Intercostali. 3. Meningeo Ci sono 12 segmenti spinali: 12 coppie di nervi intercostali Midollo spinale Le informazioni sensitive generate dallo stimolo di un recettore che vengono elaborate a livello del midollo spinale stesso sono all’origine di risposte motorie rapide e inconsce di un suo effettore; RIFLESSO: risposta veloce, involontaria, ad uno stimolo sensitivo. Il midollo spinale raggiunge una lunghezza di circa 45 cm e un diametro ventro-dorsale di circa 1 cm. È delimitato superiormente dal bulbo al livello del grande foro occipitale, mentre inferiormente termina tra L1 ed L2 con quello che viene definito cono midollare. Esso presenta poi due rigonfiamenti: uno cervicale (C3-T1) e uno lombare (L2-S3) per l’innervazione degli arti. Lo spazio che si trova al di sotto del canale vertebrale(L2-S2) viene chiamato CAUDA EQUINA, contenuta nel sacco durale/ cisterna lombare. 12 Il midollo spinale è collegato alla periferia/bersagli da 31 paia di nervi spinali che emergono dal canale vertebrale attraverso i forami intervertebrali corrispondenti. Come si forma un nervo spinale? Dall’unione tra radice posteriore (o sensitiva) e anteriore (o motoria) Radice posteriore (o sensitiva, o afferente): trasmette impulsi/informazioni sensitive afferenti raccolte dai recettori al midollo spinale (MS); costituita degli assoni dei neuroni sensitivi/ afferenti dei gangli sensitivi spinali Radice anteriore (o motoria, o efferente): trasmette informazioni motorie efferenti dal midollo spinale ai bersagli; costituita dagli assoni dei neuroni motori/efferenti al midollo spinale. Oltre a quella posteriore e anteriore riconosciamo altre radici dei nervi spinali: 31 paia ventrali (una per ogni lato, motrici) 31 paia dorsali (una per ogni lato, sensitive, con annesso ganglio spinale) Esse si fondono a livello dei fori intervertebrali corrispondenti a formare 31 paia di nervi spinali: 8 cervicali (8 neuromeri cervicali) 12 toracici 5 lombari 5 sacrali 1 coccigeo Il midollo spinale mostra una struttura segmentaria (non dal punto di vista anatomico, ma da quello funzionale), risulta infatti divisa in neuromeri (31 neuromeri). Tale suddivisione viene mantenuta anche al termine del midollo spinale. I neuromeri midollari sono segmenti del midollo identificati dalla disposizione e numerosità delle radici (nervi spinali). Ogni segmento del midollo spinale dal quale emerge su ciascun lato un paio di radici dorsale e ventrale dalla cui unione di forma un nervo spinale misto. Via via che si scende lungo il midollo spinale si nota come i neuromeri (origine delle radici dei nervi spinali) si ritrovano sempre più in alto rispetto alle corrispondenti vertebre. Radici spinali emergenti percorrono via via percorsi più lunghi per raggiungere il corrispondente foro (intervertebrale) di emergenza del nervo spinale. 13 Nervo spinale Andando ad osservare la sezione trasversale del nervo spinale possiamo distinguere: Canale centrale midollare/o ependimale con LCS (liquido cerebro-spinale) Sostanza grigia a farfalle; per sostanza grigia si intendono corpi neuronali organizzati in nuclei Sostanza bianca esternante; per sostanza bianca si intendono fasci di fibre/ assoni che trasportano gli impulsi verso l’alto (fasci ascendenti) o verso il basso (discendenti) Organizzazione sostanza bianca : caratterizzata da corpi neuronali ricoperti di mielina Suddivisa in cordoni/funicoli (insieme di fasci/tratti), dove: Fascio/tratto= raggruppamento di fibre/assoni che trasportano lo stesso tipo di informazione, che sia sensitiva o motoria, le quali condividono origine e destinazione. In funzione del senso di trasporto dell’informazione si distinguono: Fasci ascendenti: sensitivi Fasci discendenti: motori I quali collegano fra loro i vari segmenti midollari o midollo spinale-encefalo e viceversa: in sostanza esse forniscono vie di comunicazione tra i diversi livelli del sistema nervoso (SN). Organizzazione sostanza grigia La sostanza grigia presenta una conformazione ad H o a farfalla, dove ciascuna metà comprende regioni/territori dette corna o colonne a sviluppo longitudinale. La sostanza grigia è caratterizzata da colonne/regioni di corpi neuronali organizzati in nuclei e non ricoperti da guaina mielinica. 14 Cos’è il nervo spinale? Il nervo spinale è un nervo misto, formato dall’unione tra Radice motoria ventrale, dunque efferente (radice anteriore): segnali motori efferenti, partono dalla radice anteriore e vanno verso il viscere di interesse. Carattere somatico, motorio o motorio, o viscerale. Trasporta informazioni per uno specifico territorio muscolare: MIOMERO. Radice sensitiva dorsale, dunque afferente (radice posteriore): segnali sensitivi afferenti, cioè sensibilità somatica e viscerali (regioni dei recettori verso il midollo spinale). Questa raccoglie informazioni sensitive da una specifica area cutanea, ossia il DERMATOMERO. (= area cutanea innervata da un singolo nervo spinale) Esso risulta dunque formato da fibre afferenti ed efferenti che vanno alle pareti del tronco e agli arti di tipo somatico per i muscoli scheletrici e viscerali simpatiche che vanno a muscolatura liscia di vasi e a ghiandole sudoripare. Neuroni del midollo spinale: Non abbandonano il midollo Di proiezione: assoni si portano al di fuori del midollo spinale (funicolari, ascendenti). Neuroni radicolari (presenti cioè nella sostanza grigia del midollo spinale) Mancano i neuroni che con Neuroni motori efferenti Neuroni le loro terminazioni sensitive somatici: motori/effettori periferiche/ dendritiche viscerali: pregangliari raccolgono gli stimoli Motoneuroni sensitivi dalla periferia, in al SNA (radicolari) alfa (radicolari) quanto sono situati fuori dal Motoneuroni midollo spinale, nel ganglio gamma della radice dorsale→ (radicolari) neuroni afferenti sensitivi In ogni nervo intercostale sono presenti: DERMATOMERI= ramo cutaneo che porta sensibilità della cute sovrastante. Sono distribuiti così precisamente che una perdita specifica di sensazioni in una certa parte del corpo indica facilmente quale nervo spinale è stato danneggiato. Da ogni nerbo intercostale deriva un nervo cutaneo che dividono la cute in tanti dermatomeri. I dermatomeri hanno sempre un’area sovrapposta al dermatomero vicino MIOTOMI= ramo motorio che fa contrarre i muscoli intercostali 15 Lezione 4-5-6 Sistema respiratorio Possiamo dividere le nostre vie respiratorie in Vie aeree superiori: cavità nasale, naso e faringe Vie aeree inferiori: laringe, trachea, bronchi e polmoni (i quali sono “ospitati” all’interno delle cavità pleuriche) TRATTO RESPIRATORIO SUPERIORE: Quali sono le funzioni? 1. Filtrazione dell’aria: il naso, infatti, ha dei peli i quali servono per trattenere la polvere che inaliamo e rappresenta di fatto il primo filtro per difenderci dall’inquinamento esterno. 2. Umidificazione e termoregolazione dell’aria: la mucosa nasale, accanto a cellule epiteliali cilindriche ciliate pseudostratificate presenta delle cellule calciformi secernenti muco, le quali vanno ad umidificare l’aria che inaliamo; essa inoltre viene riscaldata tramite i capillari che irrorano la mucosa. 3. Azione immunologica e di difesa: il muco, carico di residui, viene trasportato tramite le ciglia verso la faringe, ove viene deglutito. 4. Senso dell’olfatto. Cos’è la faringe? È una sorta di tubo a forma di imbuto che è importante in quanto fa da crocevia tra l'apparato digerente e respiratorio: qui passa sia il bolo alimentare che l'aria. La faringe viene divisa in tre sezioni: 1. Rinofaringe: collegato alle due coane (=cavità nasali posteriori che mettono in comunicazione narici e bocca) ed è in comunicazione con il nostro orecchio tramite le tube di Eustachio. 2. Orofaringe: regione centrale a livello della quale abbiamo le adenoidi (tonsille faringee), organi linfoghiandolari con funzione immunitaria, queste non fondamentali per la nostra sopravvivenza. 3. Laringo-faringe, o ipofaringe: è collegata si all'esofago, ma che è in continuità con la laringe. 16 TRATTO RESPIRATORIO INFERIORE : Ogni porzione di questo tratto respiratorio inferiore ha delle caratteristiche strutturali proprie correlate alle funzioni svolte da quel segmento di albero bronchiale e dalle pressioni presenti in quel tratto. Il sistema respiratorio comprende un sistema di tubazioni naso->bronchi che uniscono l’ambiente esterno a quello interno dove poi avvengono gli scambi gassosi (alveoli polmonari) PLEURA I nostri polmoni sono rivestiti singolarmente dalla pleura, ossia un mesotelio che connette la parete interna della gabbia toracica al parenchima polmonare. Essa è importantissima per la dinamica respiratoria. Ogni pleura presenta due foglietti: 1. Foglietto viscerale: riveste la superficie dell’organo, esso continua a livello dell’ilo con quello parietale 2. Foglietto parietale: è più esterno ed è disteso sulla parete polmonare. Questi foglietti sono un'unica struttura, tra le due pelure vi è una cavità pleurica 17 Pleura parietale: Parte superiore= pleura cervicale Più internamente= pleura parietale mediastinica (in quanto è in collegamento con il mediastino) Parte inferiore= pleura parietale diaframmatica (in collegamento con il diaframma) A livello delle coste= pleura parietale costale (in comunicazione con le coste) Cupola Pleurica La cupola pleurica entra all'interno dell'apertura toracica superiore e va a superare di pochi centimetri il bordo della prima cartilagine costale. Contiene di fatto la parte apicale dei nostri polmoni, si colloca dietro il terzo mediale della clavicola e si proietta nella zona in cui si trova la vertebra cervicale numero sette. Questa apertura è a stretto contatto con il contenuto del mediastino superiore ed ha un rapporto con il Plesso Bronchiale, il Ganglio Stellato (simpatico) e i vasi vertebrali. CAVITÀ PLEURICA Al suo interno la cavità pleurica contiene un liquido: 1. Ha la funzione di lubrificare la superficie tra i due foglietti, permettendo a questi ultimi di muoversi durante la respirazione senza che vi sia attrito. 2. La tensione superficiale di questo liquido fa sì che ci sia una coesione tra questi foglietti, in modo da mantenere in contatto i nostri polmoni con la parete del nostro torace. Il polmone si espande e si riempie di aria quando il torace aumenta di volume. Nella nostra pleura (parietale e viscerale) sono presenti delle regioni in cui queste due non sono a contatto, chiamate recessi pleurici. Si tratta di recessi usati dal chirurgo per aprire il nostro torace evitando di provocare danni strutturali. Riconosciamo: 1. Recesso costo-mediastinico 2. Recesso costo-diaframmatico: i polmoni, in condizioni di riposo, non occupano tutta la cavità. Il recesso si riempie quando il polmone, con struttura elastica spugnosa, si ingrandisce e di conseguenza diventa più piccola la cavità che in condizioni di riposo è abbastanza grande. Quali sono le patologie correlate alla pleura? La cavità pleurica può essere riempita di aria: viene persa la pressione negativa e i foglietti anziché essere coesi tra loro si distaccano e il polmone collassa (visibile tramite ecografia si nota la linea bianca della pleura riempita da due foglietti) e avviene un fenomeno chiamato pneumotorace. 18 Radiografia che mette in luce il fenomeno di pneumotorace può riempirsi di liquido: idrotorace può riempiersi di sangue: emotorace POLMONI Cosa sono i polmoni? I polmoni sono organi adibiti alla respirazione, i quali garantiscono lo scambio gassoso a livello dell'alveolo polmonare. Sono leggermente diversi l'uno dall'altro: il polmone detro è più grande del sinistro. Hanno una forma conica e ne distinguiamo una porzione apicale chiamata apice e una base orientata verso il basso. Topografia dei polmoni: Riconosciamo due facce: una più esterna a contatto con le coste una interna chiamata mediastinica POLMONE DI DESTRA: Presenta 2 fissure: delle linee simili a dei solchi, di cui una è orizzontale ed una obliqua. Divisibile in 3 lobi: lobo superiore, intermedio ed inferiore. L’apice del polmone sta al sopra della clavicola La sua fissura orizzontale si trova appena sotto la quinta costa. La sua fissura obliqua attraversa la costa 6 e la costa 7 19 POLMONE DI SINISTRA: Presenta una sola fissura, orizzontale Divisibile in due lobi La sua unica fissura si trova al di sotto della quinta costa. Posteriormente la fissura la troviamo a livello della vertebra toracica 3 A partire dal margine anteriore della parte inferiore del lobo superiore, un’appendice a forma di lingua (la lingula del polmone sinistro) si proietta sul rigonfiamento formato dal cuore I polmoni sono collocati tra il processo spinoso della vertebra t3 e quello della vertebra t7, ma quando aumentano la loro estensione possono coprire fino all'ultima vertebra del torace t12. TRACHEA La trachea è un organo cavo flessibile, con struttura a ferro di cavallo, che si estende dal livello vertebrale C6 nella parte inferiore del collo al livello vertebrale T6-T5 nel mediastino, dove si biforca in un bronco principale destro e un bronco principale sinistro. Il bronco principale destro è più corto, più verticale e grande del bronco principale sinistro, così un corpo estraneo viene aspirato più facilmente dal bronco di destra che in quello di sinistra. La trachea è formata da 16-20 anelli di cartilagine ialina ed è un organo molto mobile su piano orizzontale e verticale. Segue i movimenti degli organi confinanti durante la deglutizione e la fonazione. Organo elastico ed estensibile: segue in modo consensuale i movimenti di flessione ed estensione del collo. Presenta una struttura interna fatta di fibre elastiche. 20 Il polmone può essere suddiviso in una serie di segmenti che ricevono in autonomia l’aria ed adoperano scambi gassosi: A destra: 10 segmenti A sinistra: 8 segmenti Ciascuno di questi segmenti è fondamentalmente una suddivisione dei lobi polmonari formate da aree funzionalmente indipendenti, ciascuna fornita di un bronco segmentario (terziario), un ramo dei vasi polmonari e bronchiali. Sono divisi tra di loro da sette connettivali ALBERO BRONCHIALE Suddivisione: TRACHEA BRONCHI PRINCIPALI Il condotto parte dalla trachea I bronchioli poi si diramano a formare i bronchioli BRONCHI LOBARI terminali di diametro ancora più piccoli I bronchioli terminali si dividono a loro volta nei bronchioli respiratori. BRONCHI SEGMENTALI Nell’albero, man mano che questo si dirama, diminuiscono le cartilagini in quanto altrimenti comprometterebbero lo scambio BRONCHIOLI gassoso. BRONCHI TERMINALI L’albero bronchiale è ricoperto da una muscolatura liscia ricoperta da fibre elastiche che fanno sì che il nostro polmone abbia la capacità di accrescersi e ridursi di dimensione nel BRONCHI RESPERATORI momento della respirazione; di conseguenza tale muscolatura regola la quantità di aria che raggiunge gli alveoli. (una sua DOTTI ALVEOLARI iperattività patologica è alla base di molte malattie ostruttive, come ad esempio l’asma). SACCHI ALVEOLARI ALVEOLI 21 LOBULO POLMONARE È l’unità strutturale autonoma più piccola, comprende 5-15 acini. È una struttura autonoma ventilata da un bronchiolo respiratorio posto al centro ed è circondato da setti fibrosi interlobulari. Ogni lobulo polmonare viene ventilo da 3-5 bronchioli terminali. ACINO POLMONARE In questa sezione si trovano: Gli alveoli, zone in cui avvengono gli scambi gassosi Le sacche alveolari Dotto alveolare, il quale mette in comunicazione i due alveoli Un acino è formato da un bronchiolo respiratorio + un bronchiolo terminale Ogni acino polmonare è ventilato da un solo bronchiolo terminale. RIASSUMENDO: LOBULO POLMONARE→ ventilato da 3-5 bronchioli terminali ACINO POLMONARE→ ventilato da 1 bronchiolo terminale Come si indaga sul tratto respiratorio? Tramite il broncoscopio flessibile. MECCANICA RESPIRATORIA Inspirazione: il torace si espande e, a causa dell’unione fra la pleura parietale e viscerale, provoca un’espansione del polmone, che a sua volta provoca una pressione negativa nelle vie aeree con risucchio d’aria. Espirazione: i muscoli respiratori cessano la contrazione, la forza elastica del polmone tira verso di sé la parete toracica e il diaframma, creando a sua volta una pressione positiva nelle vie aeree con espulsione di aria. 22 I polmoni non sono dotati di una motilità propria, i gas entrano ed escono in base alla pressione che si viene a creare a livello della cavità pleurica e a livello dell’alveolo stesso. ALBERO BRONCHIALE A LIVELLO MICROSCOPICO ALBERO BRONCHIALE: è caratterizzato da una porzione di conduzione e una porzione respiratoria → parte del bronchiolo, infatti, è senza cartilagine, a differenza della parte dei bronchi, proprio per permettere lo scambio gassoso. Quali cellule costituiscono l’epitelio bronchiale? L’epitelio bronchiale è costituito da: Cellule basali: hanno una forma arrotondata; sono elementi staminali in grado di dividersi per mitosi e sostituire altri tipi di cellule epiteliali. Si trovano a contatto con la lamina basale e sono più numerose nei condotti più ampi. Cellule ciliate: cellule che forniscono la spinta orientata per generare la corrente di depurazione mucociliare dell’albero bronchiale→ in sostanza permettono di depurare l’aria e trasportarla. Esse variano in altezza da cilindriche a cubiche e possiedono ciascuna fino a circa 300 ciglia che si sollevano dalla superficie apicale. Cellule caliciformi: sono presenti nelle vie aeree a partire dalla trachea fino ai piccoli bronchi, ma sono di norma assenti a partire dai bronchioli. La regione apicale di queste cellule è ripiena di grandi vescicole di secrezione ricchi di mucinogeno→ muco per umidificare l’aria, trattenere e trasportare le sostanze da eliminare a livello della faringe e poi ai bronchi (tutte le sostanze che non devono arrivare ai bronchi) Prendendo in considerazione la sezione di un bronchiolo e di un bronco medio, possiamo notare come diminuisce la complessità delle cellule che ci sono e diminuisce anche il lume del bronco. BRONCHIOLI Sono caratterizzati dall’assenza di cartilagine e delle cellule di attività ghiandolare che secernono sostanze, quale muco. Caratterizzati da una mucosa respiratoria con epitelio colonnare semplice, ciliato con poche cellule calciformi, le quali non sono necessarie in quanto in quella sede la produzione di muco potrebbe essere dannosa. Sono ricoperti da muscolatura liscia disposta a spirale (caratteristica principale del bronchiolo) 23 Fra le cellule ciliate sono disposte le Club Cells (ex Cell. Di Clara→ cellule di Clara). Queste hanno il compito di proteggere le cellule ciliate e rendere più fluido il secreto delle cellule mucipare, rilasciando un secreto con glicosamminoglicani e lisozima. Agiscono anche come staminali poiché rigenerano l’epitelio che deve essere sostituito. Esse sostanzialmente sono al posto delle cellule caliciformi e lucipare che si trovano a livello dei bronchi. A livello del bronchiolo respiratorio abbiamo esclusivamente cellule epiteliali non ciliate e ciliate, cellule di clara e pneumociti di tipo II, mentre a livello dell’alveolo abbiamo principalmente gli pneumociti di tipo I e gli pneumociti di tipo II (molto più numerosi e più piccoli degli pneumociti di tipo I) A livello dei bronchi segmentali e bronchioli si trovano le cellule neuroendocrine (NE cells), principalmente nella porzione basale dell’epitelio. Esse hanno una forma arrotondata e il citoplasma basale, al di sotto del nucleo, contiene numerose vescicole con nucleo denso centrale. Queste cellule appartengono al Sistema neuroendocrino diffusi delle cellule APUD. ALVEOLO È fatto di tanti grappoli L’epitelio alveolare è costituito da un mosaico di pneumociti di tipi I e II, da macrofagi alveolari, da una lamina basale e da un surfattante alveolare. Pneumociti di tipo I: cellule epiteliali pavimentose che costituiscono oltre il 90% dell’area alveolare; la loro lamina basale si fonde con quella dell’adiacente endotelio capillare formando la porzione sottile dei sette interalveolari e il loro citoplasma è sottile (questo facilita la diffusione dei gas tra il lume dell’alveolo e i capillari). → grandi cellule alveolari. !! Gli scambi gassosi avvengono per diffusione passiva, la quale dipende dalla caratteristica che ha la membrana degli alveoli, la quale presenta una superfice molto ampia e uno spessore molto sottile; dipende inoltre anche dalle caratteristiche del gas che noi inaliamo e dalla pressione che si viene a generare. Macrofagi alveolari: derivano da precursori del sangue circolante, migrano nel lume degli alveoli dai vasi sanguigni adiacenti e dal tessuto connettivo circostante, e vagano sulle superfici epiteliali alveolari (→ vanno dal lume dell’alveolo e fungono da protezione per i polmoni in quanto vanno a fagocitare le particelle inalate e non trattenute a livello dell’albero bronchiale) 24 Pneumociti di tipo II: producono un surfattante che ricopre con un filo sottile l’interno degli alveoli. Il surfattante agisce come un detergente che riduce la tensione superficiale negli alveoli evitando il collasso di questi ultimi durante l’espirazione e facilitandone l’espansione durante l’inspirazione.→ piccole cellule alveolari Vi sono dei granuli che possono alterare la nostra capacità respiratoria, questi possono essere: ➔ Batteri ➔ Funghi ➔ Spore ➔ Inquinanti ambientali che vanno dallo smog, al fumo, ai pollini (per i soggetti allergici) Le polveri sottili causano circa 6 milioni di morti all’anno → causa istruzioni delle vie respiratorie in quanto molto spesso queste hanno dimensioni al di sotto dello 0.6/0.4, non vengono quindi filtrati a livello delle vie respiratorie arrivando dunque agli alveoli polmonari. Gli pneumociti di tipo II non producono solo surfattante, ma sulla loro superficie presentano anche dei recettori per l’enzima ACE 2, fanno quindi parte di un sistema regolatorio che va a regolare la pressione sanguigna. Questo sistema regolatorio coinvolge diversi organi: ➔ Reni ➔ Fegato Questo sistema viene chiamato sistema RAAS: ➔ Polmoni ➔ Surrene SISTEMA RAAS IN BREVE: Il nostro fegato produce l’angiotensinogeno L’angiotensinogeno può essere convertito, in seguito al rilascio della renina da parte del nostro rene, in angiotensina I L’angiotensina I viene convertita dall’enzima ACE in angiotensina II Il rilascio dell’angiotensina II attiva una serie di segnali a seconda di come questa vada ad agire. L’ACE è presente in due forme: ACE I e ACE II, che hanno un’azione opposta: ACE I: lo ritroviamo espresso a livello delle cellule endoteliali dei nostri polmoni Che fa Ace I? Va a delibare l’angiotensina I e la converte in angiotensina II, la quale, a livello delle cellule endoteliali, si lega all’AT1R (il suo recettore) e va ad attivare degli stimoli che portano alla vasocostrizione. ACE II: lo ritroviamo a livello delle cellule alveolari di tipo II Che fa Ace II? Quando l’angiotensina si lega all’AT2R (recettore per l’ACE II) sulle cellule alveolari di tipo II, provoca la vasodilatazione. Inoltre questo enzima può direttamente convertire, a livello delle cellule alveolari di tipo II, l’angiotensina I in angiotensina I-7, la quale si può legare a sua volta un recettore che si chiama MAS e che determina anch’esso vaso-dilazione. Quindi: in base al legame dell’angiotensina II ad uno specifico recettore (che sia di tipo 1 o di tipo 2), provoca due diverse risposte→ una sull’endotelio e una sulla cellula alveolare. Il virus del covid andava a legarsi al recettore per l’ACE II, impedendo la vasodilatazione in quanto l’angiotensina II andava a legarsi al recettore per l’ACE I determinando vasocostrizione e di conseguenza problemi di tipo vascolari→ è venuto meno l’equilibrio tra questi due recettori Si attivano sempre di più le cellule endoteliali Vengono attivate anche le piastrine Si scatenano tutti i processi infiammatori con il rilascio delle citochine→ le cellule muoiono per piroptosi (particolare tipo di apoptosi in cui la morte è programmata da un processo infiammatorio) Il virus può danneggiare entrambe le componenti della barriera alveolo-capillare. 25 VASCOLARIZZAZIONE Il polmone, come il fegato, è un organo a doppia circolazione: 1. Vas Publicum: per garantire il giusto apporto di ossigeno a tutto il corpo, viene fatta attraverso le arterie polmonari (abbiamo quella di destra e quella di sinistra→ se un organo non ha il giusto quantitativo di ossigeno va incontro a necrosi 2. Vas Privatum: serve ad ossigenare tutto l'albero bronchiale, attraverso questa avviene l'ossigenazione per il nostro polmone VAS PUBLICUM: Il polmone di sinistra è più piccolo in quanto il cuore è spostato a sinistra 1. Il sangue arriva attraverso il ventricolo di destra 2. Viene convogliato al tronco polmonare 3. Il tronco polmonare si dirama in due grossi rami che sono l'arteria polmonare di destra e quella di sinistra 4. Tali arterie si diramano in altri vasi fino ad arrivare ai capillari sulla superfice degli alveoli, dove avviene lo scambio di CO2 5. Il sangue ossigenato viene portato all'atrio di sinistra 6. Passa poi al ventricolo di sinistra 7. Attraverso 4 arterie polmonari, una di destra che si divide in inferiore e superiore e analogamente a sinistra, viene portato in ogni distretto del nostro corpo VAS PRIVATUM: La vascolarizzazione è importante per il funzionamento e l’ossigenazione dell'albero bronchiale e dei polmoni stessi. 1. Arco dell'aorta (a sinistra): quando si estende al torace viene chiamato aorta toracica. 2. Dall'arco toracico si dirama al bronco di sinistra 3. Il sangue viene trasportato attraverso rami bronchiali che derivano dall'aorta toracica. L’aorta a destra è spostata, di conseguenza la vascolarizzazione del bronco di destra, posteriormente, è effettuata dalle arterie intercostali posteriori, mentre a sinistra abbiamo due rami che derivano direttamente dall'aorta toracica. Per quanto riguarda il sistema venoso e drenato attraverso la vena azygos a destra, mentre a sinistra dalla vena azygos accessoria (emi-azygos). Gli alveoli polmonari sono ricoperti capillari che derivano sia dalle vene che dalle arterie polmonari. SISTEMA LINFATICO : Trasporta la linfa È un sistema ricco di linfociti, importanti per la sorveglianza del sistema immunitario Fatto da una rete di linfonodi. A livello dell'ilo polmonare abbiamo un notevole numero di linfonodi che circondano tutta la trachea, i quali drenano tutti i liquidi prodotti a livello degli interstizi dei polmoni (linfa). 26 Nel momento in cui si ingrossa il linfonodo a livello dell’aorta, questo va a premere un nervo coinvolto nel nostro parlare causando un abbassamento di voce anomala→ campanello di allarme di un eventuale tumore o metastasi a livello polmonare (polmoni=maggiori luogo di accumulo delle cellule tumorali per la loro tollerabilità) Vi è un linfonodo particolare, a livello raticolare a sinistra; a livello di questo viene convogliata tutta la linfa. Questo è sede di metastasi polmonari, sia che riguardano l'addome e sia che riguardano il torace, oppure può essere la sede di un linfoma. Tale linfonodo prende il nome di linfonodo sentinella, il cui ingrossamento fa accendere un sacco di lampadine (→ il suo ingrossamento viene chiamato con il termine di “Segno di Troisier”. SISTEMA NERVOSO AUTONOMO →È un sistema che non dipende dalla nostra volontà e in modo autonomo controlla le funzioni viscerali. Il nostro albero bronchiale è ricoperto di una muscolatura liscia (la sua contrazione non dipende dalla nostra volontà) che si estende fino all'albero polmonare. (Noi però possiamo gestire in parte questa contrazione; per questo si parla di sistema automatico). A gestire la contrazione della muscolatura liscia è il rilascio di muco da parte delle ghiandole luicpare (→ è gestito dal sistema nervoso autonomo SNA). Tale operazione serve anche per mantenere l'omeostasi e rispondere alle sollecitazioni esterne (il nostro respiro cambia in base alle situazioni). Il sistema nervoso autonomo si divide in: Sistema simpatico: presente nel midollo toracico, tra C8 e L2 Proiettano alla catena gangliare paravertebrale e preaortica. Sistema parasimpatico: presente nel tronco cerebrale e nel midollo sacrale. Proiettano direttamente verso i gangli posti vicino ai visceri. Essi lavorano in maniera opposta e si controbilanciano in modo da mantenere l'omeostasi. Quando siamo a riposo, prevale l'attività parasimpatica, mentre, quando siamo in movimento, prevale l'attività del sistema ortosimpatico (condizioni di stress) Questi due sistemi sono caratterizzati dalla sequenza di due neuroni: Pre-gangliare Post-gangliare Sistema simpatico: Il neurone pre-gangliare sarà corto Tali neuroni si distinguono per la lunghezza dei loro assoni. in quanto per arrivare al ganglio simpatico deve percorrere poca strada. Il neurone post-gangliare, invece sarà molto lungo in quanto i visceri che dovrà innervare (a cui dovrà trasmettere il segnale) sarà lontano. Sistema parasimpatico: sarà il contrario 27 Neuroni pre-gangliari: di tipo colinergico Neuroni post-gangliari rilasciano dei segnali diversi: ➔ Post gangliari del sistema ortosimpatico: adrenergico ➔ Post gangliari del sistema parasimpatico: colinergico I rami di entrambi i sistemi convogliano nel plesso polmonare, si trova a ridosso della biforcazione della trachea al di sopra del bronco principale di destra e sinistra e contiene sia fibre simpatiche che parasimpatiche. Avremo un plesso polmonare anteriore, che andrà ad innervare la parte anteriore dell'albero bronchiale e quella posteriore, che innerverà la parte posteriore, in modo tale da gestire il rilassamento e la contrazione muscolare e il rilascio di muco. Il sistema nervoso autonomo determina azioni motorie/secretive ma anche sensitive, attraverso vie afferenti (sensitiva) e delle vie efferenti (motorie) che sono quelle simpatiche e parasimpatiche, le quali avvengono in maniera opposta Funzione fibre simpatiche: ➔ Broncodilatatori: si attivano e fanno sì che la muscolatura si rilassi. ➔ Vasocostrittori. ➔ Inibitori della secrezione bronchiale. Funzione fibre parasimpatiche: hanno una via afferente ed una efferente Nervo vago motore: ➔ Broncocostrizione: fanno sì che avvenga la contrazione della muscolatura liscia dell'albero bronchiale ➔ Vasodilatazione: si dilata la muscolatura liscia dei vasi polmonari ➔ Secretoria: attivano la secrezione di muco a livello degli alberi bronchiali Nervo vago sensitivo: Arrivano anche gli stimoli sensitivi relativi agli eventuali problemi che riguardano sia la muscolatura che l'epitelio respiratorio MECCANICA RESPIRATORIA: Considerando che la funzione più rilevante del sistema respiratorio è quella di rifornire i tessuti di O2 ed eliminare la CO2, il controllo degli atti respiratori dipende dai livelli di questi due elementi che vengono costantemente monitorizzati da specifici chemocettori, che si dividono in: ➔ Periferici: a livello dell'aorta e delle carotidi. Riescono a rilevare il pH, il livello di CO2 e O2 al sistema centrale che determinerà la meccanica respiratoria. ➔ Centrali: a livello del cervello, nel midollo allungato del nostro cervello a livello della corteccia Che inviano questi dati a centri respiratori posti nel tronco cerebrale che a loro volta controllano la contrazione del diaframma e dei muscoli intercostali. 28 CHEMOCETTORI PERIFERICI: quando rilevano che vi è un aumento di CO2 e diminuzione di O2, diminuisce il pH del sangue e questo fa sì che si attivi a livello centrale un segnale che fa avvenire la contrazione della muscolatura intercostale e diaframmatica A livello della nostra carotide vengono percepiti segnali di ipossia (mancanza di ossigeno), questi segnali manderanno il segnale di mancanza di ossigeno a livello centrale per attivare la meccanica respiratoria. Queste due tipologie di recettori (aorta e carotide) riescono a rilevare una diminuzione pressione parziale ossigeno e Ph sangue, i recettori rilasciano dei neurotrasmettitori, i quali andranno ad agire nel centro di smistamento (midollo allungato, nel tronco cerebrale), dove avverrà l'attivazione di motoneuroni che gestiranno la contrazione della muscolatura liscia-> ci sarà dunque un aumento della pressione parziale di O2 CHEMOCETTORI CENTRALI: si trovano a livello del bulbo del midollo allungato, questi non riescono a percepire la pressione di O2, ma sono sensibili anche alla variazione di pH (che diminuisce quando aumenta la CO2). Quando viene rilevata si attiva la meccanica respiratoria. 29 Lezione 7 Ghiandola mammaria Viene definita come una struttura ghiandolare -> secerne il latte a seguito della gravidanza => (ghiandola esocrina) È immersa in un tessuto di tipo fibro-adiposo si trova al di sopra della parete toracica ai lati dello sterno. Da cosa è caratterizzata? È caratterizzata dal capezzolo e da una regione iperpigmentata intorno al capezzolo chiamata areola Dove si trova? È posta al di sopra del muscolo grande pettorale e una sua parte si prolunga anche nella cavità ascellare Verticalmente si estende dalla seconda alla sesta costa, trasversalmente dal margine mediale dello sterno fino alla linea ascellare media e in base alle dimensioni della ghiandola mammaria una piccola parte della ghiandola può estendersi verso l’ascella formando il processo ascellare Come si sorregge? A sorreggere la ghiandola mammaria ci sono dei ligamenti sospensori => LIGAMENTI DEL COOPER , i quali formano una rete che va ad agganciare la ghiandola alla fascia del grande pettorale. Tutti questi condotti portano al capezzolo, caratterizzato dai seni lattiferi (condotto dal quale uscirà il latte) “tubulo alveolare “-> sistema di condotti = lobuli alveolari che confluiscono nel condotto galattoforo che arriva fino al nostro capezzolo => è influenzata dal sistema endocrino che decide quando la ghiandola mammaria deve produrre o meno il latte. 30 SVILUPPO Il suo sviluppo è ormono-dipendente -> produzione di estrogeni e progesterone -> durante la pubertà vi è lo sviluppo dei canalicoli per produzione e secrezione del latte Grazie all’ attivazione estrogenica si vengono a formare i lobi mammari -> unità lobulare caratterizzata da: Acini: produzione di latte Canali: trasporto del latte (condotto lattifero e condotto che porta al capezzolo per l’uscita del latte) Da cosa è caratterizzata? È caratterizzata dalla presenza di Cellule mioepiteliali (cellule similmuscolari) -> hanno capacità contrattile -> con la loro contrazione, dopo il parto, faranno defluire il latte dai dotti verso il capezzolo Spazio alveolare viene prodotto e secreto il latte Cellule del sistema immunitario -> macrofago, polimorfonucleati, cellule dendritiche che extravasano dai capillari e vanno a livello del sangue -> sangue materno protegge il bimbo dalle malattie per la presenza di cellule del sistema immunitario MODIFICAZIONI ORMONALI Cambiamento nella morfologia della ghiandola mammaria -> estrogeni portano alla formazione di canalicoli ma solo durante la gravidanza la ghiandola mammaria cresce e si sviluppano ulteriori canalicoli e alveoli grazie alla presenza estrogeni e progesterone. 31 Quando avviene produzione di latte? Dopo il parto agiscono la prolattina e l’ossitocina Prolattina è fondamentale per mantenere la secrezione del latte Ossitocina promuove la contrazione delle cellule epiteliali e fa sì che il latte venga convogliato verso il capezzolo fino all’espulsione verso l’esterno Ricorda! Cambia anche l’assetto dei marker per la diagnosi dei vari tumori → durante la pubertà vi è presenza del recettore EGFR e erb-B2 ma nel periodo di allattamento diminuisce l’espressione dei due marker e aumenta l’espressione dell’erb-B3 e erb-B4 CAPEZZOLO sede dove deve convogliare il latte a seguito della gravidanza circondato da areola ->regione iperpigmentata poichè è ricca di eumelanina (colore più bruno) e feomelanina (colore più rossastro) -> colorazione subisce variazioni anche in base alle variazioni ormonali -> dopo la gravidanza aumenta le dimensioni il volume e anche il colore diventa più scuro ( per richiamare il bambino ) - Politelia ->” abbozzi di capezzoli “che seguono una “linea mammaria” DRENAGGIO LINFATICO la linfa viene drenata in 6 gruppi di linfonodi: 5 ascellari (anteriore, posteriore, laterale, centrale, apicale, interno) 1 para sternale Linfonodi →convogliano nel linfonodo centrale a livello ascellare e la linfa verrà trasferita al linfonodo apicale e convoglierà nel linfonodo di Virchow, sopra clavicolare→ che smista la linfa a livello del tronco linfatico Divisione in quadranti: 2 inferiori e 2 superiori→ viene utilizzata per localizzare la massa tumorale in caso di tumore al seno che si sviluppa maggiormente nella parte superiore del seno (60%) dovuto alla vicinanza ai linfonodi. Come avviene l’allattamento? Durante il parto: Progesterone ed estrogeni accrescono i lobuli Ossitocina: fa contrarre le cellule mioepiteliali, rilasciata a livello della ghiandola piquitaria posteriore (quando la donna sente il bimbo piangere) Prolattina: rilasciata a livello della ghiandola piquitaria anteriore CANCRO ALLA MAMMELLA (piccoli accenni) - recettori ormonali -> ha una grande importanza clinica per la segnalazione dei tumori alla mammella -> in base alla loro positività si stabilisce la giusta terapia da fare. 32