La Società di Massa PDF
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Questo documento fornisce un'introduzione alla società di massa, con un focus sulle trasformazioni politiche, economiche e culturali derivanti dalle rivoluzioni industriali. Analizza l'espansione del settore terziario, l'ascesa dei nuovi lavori, e le differenze tra le varie rivoluzioni industriali.
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LA SOCIETA’ DI MASSA 1.COS’E LA SOCIETA’ DI MASSA La società attuale si è realizzata una diffusione di massa dei prodotti di consumo infatti questi prodotti sono disponibili per un numero illimitato di persone. La massa è quindi un insieme omogeneo dove i singoli indi...
LA SOCIETA’ DI MASSA 1.COS’E LA SOCIETA’ DI MASSA La società attuale si è realizzata una diffusione di massa dei prodotti di consumo infatti questi prodotti sono disponibili per un numero illimitato di persone. La massa è quindi un insieme omogeneo dove i singoli individui scompaiono rispetto ad un gruppo nuovo e più importante. Nella società di massa i cittadini vivono nei grandi agglomerati urbani a stretto contatto tra di loro e i loro rapporti fanno capo alle grandi istituzioni come per esempio lo Stato. Gli individui non producono più ciò che consumano ma partecipano all’ economia di mercato comprando ciò di cui hanno bisogno con il denaro ricavato dal lavoro dipendente. A produrre questa società di massa sono state le trasformazioni politiche economiche e culturali della seconda rivoluzione industriale. Con la terza rivoluzione industriale la società di massa si diffonderà in tutto il pianeta dando luogo alla globalizzazione. ESPANSIONE TERZIARIO Nell’economia della società di massa il settore terziario assunse un ruolo sempre più importante e i lavoratori di questo settore andarono ad ingrandire il ceto medio. Ci fu anche la diffusione Di esercizi commerciali. La nascita di nuove attività. Inoltre ci fu l’aumento dei dipendenti pubblici nei trasporti, nella sanità e nell’istruzione. Crebbe anche il numero degli impiegati nell’industria che vennero chiamati “colletti bianchi” a differenza degli operai che vennero chiamati “tute blu”. La piccola borghesia impiegatizia era ben lontana dai livelli dell’alta borghesia che era più vicina all’aristocrazia operaia. La cultura e la mentalità impiegatizia erano distanti da quelle operaie tanto che il numero degli impiegati nelle organizzazioni sindacali era molto scarsa. Puntavano sull’impegno e sulle qualità individuali distanziandosi dai valori della classe operaia quali solidarietà, spirito di classe e internazionalismo e facendo propri i valori della borghesia: individualismo, rispettabilità, proprietà privata e patriottismo. DIFFERENZE RIVOLUZIONE INDUSTRIALE PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Fine settecento- 1870; Prevalgono l’abilità tecnica e l’intuizione generale; La principale fonte di energia era il carbone; I settori più sviluppati erano quello tessile minerario e siderurgico; Il modo di produrre era quello artigianale; L’economia si basava sull’industria; Si parlava delle pessime condizioni degli operai; SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1870- 1945; Prevalgono la ricerca scientifica legata sia al singolo che al lavoro collettivo; Le principali fonti di energia erano il petrolio e l’energia elettrica; Si diffusero anche l’industria chimica meccanica e alimentare; Il modo di produrre era la catena di montaggio; L’economia si basava sull’industria; Società di massa; TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1945- giorni nostri; La scienza diviene un’opera collettiva infatti si diffondono i centri di ricerca; Le fonti di energia sono l’atomo e le fonti energetiche alternative; Si diffondono le multinazionali; Produzione snella che è una sintesi della produzione artigianale e della catena di montaggio; L’economia è basata sul settore terziario; Il mondo diventa un villaggio globale; PARTITI DI MASSA E SINDACATI Nell’Europa occidentale venne concesso il diritto di voto ai cittadini maschi maggiorenni. In Italia nel 1912. I movimenti politici dovettero organizzarsi per ottenere il consenso di tanti elettori perciò si diffusero i partiti politici di massa. Inoltre si diffusero anche gli organizzazioni sindacali a livello nazionale come le Trade Unions in Inghilterra e la Confederazione Generale del Lavoro in Italia. Queste organizzazioni contavano milioni di iscritti e il loro strumento di lotta era lo sciopero. MASS MEDIA Erano dei mezzi di comunicazione di massa cioè gli strumenti utilizzati per dare informazioni a una grande quantità di persone: la radio, la televisione, la stampa, il cinema, la pubblicità e Internet. Questo permise l’allargarsi dell’area dell’opinione pubblica in grado di influenzare le scelte politiche. Inoltre l’istruzione divenne obbligatoria e gratuita e l’obiettivo era quello di superare l’analfabetismo. Prima della prima guerra mondiale in Europa quasi tutti i bambini al di sotto dei 10 anni frequentavano la scuola e il tasso di analfabetismo era sotto il 10% nelle zone più avanzate mentre al di sopra del 50% in quelle più arretrate. 2.IL DIBATTITO POLITICO E SOCIALE Si diede molta attenzione ai grandi problemi causati dalla rivoluzione industriale: legati alle condizioni di miseria e di ignoranza in cui vivevano le masse dei lavoratori. I conservatori sostenevano che gli scioperi avrebbero sprofondato la società nel disordine e chiedevano allo Stato di reprimere tutte le insurrezioni. Inoltre credevano che la scolarizzazione delle masse popolari comprometteva i privilegi delle classi più potenti. I liberali esaltavano il valore della libertà e dell’iniziativa economiche individuale. Chiedevano allo Stato di astenersi da ogni intervento nel campo dell’economia. I socialisti sostenevano che una società giusta doveva nascere dalle lotte delle classi oppresse: agricoltori e operai. La Chiesa condannava il socialismo e il libero mercato e invitava li imprenditori e i lavoratori ad abbandonare lo scontro e ad avere una collaborazione pacifica. IL SOCIALISMO IN EUROPA In Europa si impose la tendenza marxista che vedeva nella rivoluzione lo strumento del riscatto del proletariato. Alla fine dell’ottocento in tutti i paesi europei sorsero i partiti socialisti Il primo a formarsi fu l’SPD, partito socialdemocratico tedesco che nacque nel 1875 In Francia nacque nel 1882 ma si divise per poi riunirsi nel 1905 In Italia venne fondato nel 1892 e si chiamava Partito dei Lavoratori Italiani ma nel 1895 assunse il nome di Partito Socialista Italiano. Filippo Turati era il maggiore esponente. In Gran Bretagna il marxismo non riuscì ad imporsi nelle Trade Unions ma loro stesse crearono una formazione politica che fossero l’espressione degli operai. Nel 1906 nacque il Partito Laburista. Obiettivi comuni: Superamento del sistema capitalistico; Gestione sociale dell’economia; Erano internazionalisti e pacifisti; Facevano capo a un’organizzazione erede della prima internazionale socialista; LA SECONDA INTERNAZIONALE Nacque nel 1889 quando i partiti socialisti europei si riunirono a Parigi per limitare la giornata lavorativa a otto ore e per proclamare una giornata mondiale di lotta ogni anno che fu il 1 maggio. Era una federazione di partiti nazionali autonomi e sovrani e i suoi congressi trattavano dello sciopero generale, della lotta contro la guerra e della questione coloniale. La loro idea principale era quella del marxismo ma si delinearono due tendenze: Revisionista o socialdemocratica che rifiutava la rivoluzione e vedeva la necessità di un’azione democratica e riformista da parte della classe operaia. Il suo interprete fu Bernstein secondo cui la società socialista non sarebbe nata da una rivoluzione ma da una trasformazione graduale realizzata grazie al lavoro dei partiti operai e delle organizzazioni sindacali. Ortodossa o rivoluzionaria che voleva raggiungere una società senza classi attraverso una rivoluzione violenta. Il suo interprete fu Kautsky secondo cui la crisi del capitalismo era inevitabile e quindi dovevano preparare il proletariato alla rivoluzione. DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICA Leone XIII tentò di conciliare la proposta sociale con il messaggio evangelico. Nel 1891 fu pubblicata la Rerum Novarum: Denunciava gli eccessi del capitalismo: il liberismo e la legge della domanda e dell’offerta deve essere nei limiti della norma morale; Condannava le teorie socialiste e collettivistiche che sostengono l’abolizione della proprietà privata; Voleva che lo Stato intervenisse per rimuovere le cause dei conflitti tra operai e padroni; Condannava la lotta di classe; voleva la collaborazione tra padroni ed operai; riconosceva la legittimità delle organizzazioni sindacali degli operai; DEMOCRAZIA CRISTIANA E MODERNISMO Negli ultimi anni dell’Ottocento nacque la Democrazia Cristiana ad opera di Murri secondo cui bisognava superare il non expedit cioè il divieto ai cattolici di partecipare alla vita politica. Pio X consentì ai cattolici di essere eletti, ma non di costruire un partito. Nel 1919 il non expedit sarà abrogato e così nacque il Partito Popolare italiano fondato dal sacerdote italiano Sturzo. Pio X condannò il modernismo che voleva reinterpretare la dottrina cattolica in chiave moderna. Modernismo teologico che voleva conciliare l’insegnamento della chiesa con il progresso filosofico e scientifico; Modernismo filosofico secondo cui una nuova forma religiosa più libera e elevata doveva soppiantare il cristianesimo; Modernismo politico (Murri); Modernismo letterario; Il movimento della democrazia cristiana venne posto sotto maggiore controllo ecclesiastico. SUFFRAGETTE E FEMMINISTE La rivoluzione industriale portò le donne nelle fabbriche anche se con delle condizioni di lavoro durissime. La donna nell’industria era discriminata infatti riceveva un salario minore rispetto all’uomo ed era esclusa dalle funzioni dirigenziali e di responsabilità. La donna non aveva diritto al voto e perciò nella seconda metà dell’ottocento nacquero in Inghilterra e negli Stati Uniti i primi movimenti delle suffragette che comprendevano sia donne di estrazione sociale borghese ma anche di estrazione proletaria. Esse volevano diritti civili cioè la possibilità di votare e di essere elette e anche diritti sociali cioè la completa parità tra uomo e donna. LEGISLAZIONE SOCIALE E SISTEMA FISCALE Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento Furono istituite assicurazioni contro gli infortuni e di previdenza per vecchiaia e sussidi per i disoccupati. Vennero imposti limiti all’orario di lavoro e all’età dei fanciulli da impiegare sui luoghi di lavoro. Venne riconosciuto il diritto a riposo settimanale. Venne potenziata l’offerta nel campo dell’istruzione, della cultura, dell’esistenza e dell’edilizia popolare. Ciò portò all’aumento delle spese per i governi e per le amministrazioni locali quindi ci fu l’aumento delle tasse. Crebbe il peso delle imposte dirette cioè quelle sul reddito rispetto a quello delle imposte indirette che colpivano i consumi e che gravavano sui ceti popolari. Venne introdotto anche la tassazione progressiva: la tassa aumentava in proporzione al crescere del reddito così da ripartire più equamente la ricchezza. LE ILLUSIONI DELLA BELLE EPOQUE Il nuovo secolo diede l’avvio ad un’epoca di pace e di benessere. Le scoperte e le invenzioni si susseguivano e le malattie terribili diventarono curabili. Il periodo che va dalla fine dell’Ottocento al 1914 è stato chiamato Belle Époque, l’epoca bella per eccellenza. Nonostante ciò si diffusero il nazionalismo e il razzismo. La Belle Époque era simboleggiata dal locale più alla moda di Parigi il Moulin Rouge. L’Europa aveva esteso i propri domini coloniali ma: Nelle nazioni europee aumentavano i motivi di tensione; La rapida ascesa di americani e giapponesi metteva in discussione il predominio europeo; In diversi paesi africani e asiatici comparivano i primi fermenti di indipendenza e lotta contro i colonialisti; Esistevano Stati che puntavano tutto sulla potenza militare, movimenti culturali che esaltavano la guerra e intellettuali o gruppi politici che si opponevano a questa visione. Ci fu anche l’aumento delle spese militari che fu la premessa di un conflitto o un deterrente nei confronti di una guerra distruttiva. NAZIONALISMI L’idea di nazione si affermò in Europa nella prima metà dell’Ottocento ma nel 1850 assunse un carattere più reazionario e militaresco fino a diventare un’ideologia di guerra. C’era la pretesa di una superiorità culturale e razziale del proprio popolo sugli altri che venivano ritenuti inferiori. Il nazionalismo si diffuse in tutta Europa: Il nazionalismo francese sostenne la politica di potenza della Francia ed esaltava il revanscismo cioè la volontà di rivincita nei confronti della Germania dopo l’umiliazione e la perdita dei territori in seguito alla guerra del 1870; Il nazionalismo italiano rivendicò per l’Italia le terre ancora non liberate per esempio il Trentino e un ruolo internazionale di prestigio; Il nazionalismo tedesco esaltò la superiorità della razza ariana e accusò gli ebrei di tutti i mali della società tedesca; Il nazionalismo panslavista sostenne la politica di espansione degli zar per riunificare le terre slave e si radicò in tutti i paesi slavi dell’Europa orientale. Inoltre in Russia gli ebrei subivano delle repressioni violente chiamate pogrom; LA LOGICA DI POTENZA E IL MILITARISMO Il nazionalismo tormentò la logica di potenza e il militarismo infatti nell’epoca della società di massa ci fu la formazione di grandi eserciti di massa. In tutta Europa venne una ristrutturazione degli eserciti infatti fu istituito il servizio militare obbligatorio per tutti i maschi validi. Ciò portava ad avere un grande esercito ed inoltre la tecnologia metteva a disposizione delle grandi quantità di armi, munizioni ed equipaggiamenti e per mezzo delle ferrovie permetteva il rapido spostamento facilitando la mobilitazione e lo schieramento al fronte dei soldati. Così presero forma i grandi eserciti moderni di massa che parteciparono alla prima guerra mondiale. 2.IL RAZZISMO Per razzismo si intende la convinzione che la specie umana sia suddivisa in razze biologicamente diverse tra loro per tratti somatici e capacità intellettive. Ciò portò ad una gerarchia tra razze superiori e razze inferiori e le razze superiori ritenevano di avere il diritto e dovere di sottomettere quelle inferiori. KU KLUX KLAN Negli Stati Uniti nacque un’organizzazione clandestina, il Ku Klux Klan che aveva l’obiettivo di terrorizzare neri e tutti i nemici del sud. Agivano nella notte e nel mistero, picchiavano e uccidevano per impedire che gli schiavi potessero votare. Indossavano dei lunghi vestiti bianchi con cappucci o maschere con cappelli a punta. Durante i cortei venivano sventolati i cartelli con minacce ed insulti ai neri oppure ai loro amici e arrivarono a contare mezzo milione di aderenti. Questa organizzazione fu repressa dal governo degli Stati Uniti. Nel 1915 fu fondato un secondo Klan che all’odio dei neri univa quello per le minoranze dell’immigrati europei cioè cinesi ed ebrei e arrivò a contare 4 milioni di membri. La firma di questo clan erano grossi croci infuocate piantate nei pressi delle abitazioni delle vittime e il fuoco rappresentava la luce nelle tenebre e la volontà di purificare il paese eliminando la razze inferiori. 3.INVENZIONE DEL COMPLOTTO EBRAICO Agli inizi del Novecento comparvero in Russia i Protocolli dei Savi di Sion: un libro che presentava un piano ebraico per il dominio del mondo. Questo documento sarebbe un resoconto dettagliato di un discorso ottenuto da un saggio di Sion ai suoi pari. I capi supremi del popolo ebraico avrebbero elaborato un piano che aveva l’obiettivo di distruggere la civiltà cristiana e le monarchie tradizionali per insediare un re degli ebrei come re del mondo. In realtà i protocolli dei Savi di Sion sono il palagio di un libro dal titolo “Dialogo all’inferno tra Machiavelli e Montesquieu”. Era un lavoro su commissione infatti sono nati per volontà del capo della polizia segreta russa come propaganda destinata a giustificare la politica antiebraica nel suo paese. 4. IL CASO DREYFUS I servizi segreti francesi trovarono nell’ambasciata tedesca materiali utilizzati dall’esercito francese e di ciò ne fu incolpato l’ufficiale dello Stato maggiore Alfred Dreyfus, ebreo. Nonostante lui contestasse la propria innocenza fu condannato ai lavori forzati in carcere. I servizi segreti francesi inquinarono le prove per accusare l’ufficiale e lo scrittore Zola pubblicò un articolo dove accusava lo Stato maggiore francese. Zola fu condannato ad un anno in prigione ma decise di fuggire in esilio. Questo caso portò alla divisione della Francia tra: Dreyfusardi cioè socialisti, radicali e parte dei repubblicani Antidreyfusardi cioè monarchici, clericali e nazionalisti di destra. Nel 1906 poi Dreyfus fu dichiarato innocente e fu reintegrato nell’esercito. 5.IL SOGNO SIONISTA In Russia nacquero le prime forme di sionismo nonostante il fatto che era la terra in cui la persecuzione degli ebrei assumeva le forme più violente. Herzl, ebreo fu il vero fondatore del sionismo. Lo Stato ebraico espresse il suo progetto di riunificare li ebrei della diaspora in una nazione ispirata agli ideali democratici dei movimenti patriottici europei del primo Ottocento. Nel 1897 ci fu il primo congresso dell’organizzazione sionista mondiale e si concluse con l’obiettivo di fondare uno Stato in Palestina. Herzl sosteneva La necessità di un’autonomia politica per gli ebrei; La necessità di agire in un tempo breve; La necessità di coinvolgere grande numero di popolazioni ebrea dell’Europa orientale; Il programma sionista poggiava sul modello di Stato liberale dove la religione doveva essere separata dalla gestione della cosa pubblica. La Turchia rifiutava di concedere agli ebrei di stanziare in Palestina perciò si prese in considerazione l’Argentina, l’Uganda e l’Africa orientale. Ma la colonizzazione della Palestina era già in atto infatti nel 1901 fu istituito il fondo nazionale ebraico che finanziava l’acquisto di terreni in Palestina. Nacquero le prime colonie agricole cooperative e anche il primo kibutz, un villaggio dove la terra i mezzi di produzione erano patrimonio comune. Pochi ebrei scelsero la Palestina infatti la maggior parte si trasferirono in America. 6.POTERE E SEDUZIONE DELLE MASSE Tra Ottocento e Novecento molti intellettuali riflettono sulla grande novità delle masse e su come fosse facile politicamente orientarla verso i propri obiettivi. Nel 1895 venne pubblicato il saggio “Psicologia delle folle” da Gustav Le Bon. Quest’opera analizzava le motivazioni del comportamento delle folle o delle masse. Secondo Le Bon l’epoca si trasforma per la fine delle credenze religiose e politiche e sociali e per la nascita di condizioni di vita e di pensiero nuove. Per Le Bon la dinamica storica era causata dalle opinioni e dalle credenze e in un momento come quello dove la Chiesa aveva perduto la sua influenza e i sovrani sembravano non avere più peso le masse con le loro opinioni e credenze erano diventate padrone della storia. LA POLITICA, NUOVA RELIGIONE DELLE MASSE Le bon rifiutava le teorie liberali infatti secondo lui nelle masse la ragione critica e gli individui si annullano in favore di elementi irrazionali come i sentimenti e le passioni. In questo senso Le Bon affermava che la politica, di massa e rivolta alle masse, era la nuova religione delle masse. COME SEDURRE LE MASSE Per Le Bon i fondatori di imperi e religioni erano delle psicologi e avevano una conoscenza dell’anima delle folle e per questo ne diventarono padroni. Un capo deve: Essere a conoscenza che non si possono modificare le società in breve tempo perché le guide dei popoli sono le tradizioni che si trasformano molto lente. Conoscere sia l’anima che guida il suo popolo e l’anima degli altri popoli. Un popolo deve sempre avere un’anima nazionale altrimenti morirà. Sapere che un soggetto per quanto possa essere debole una volta inserito nella folla diviene capace di qualsiasi azione eroica o deplorevole Esagerare, affermare e mai dimostrare con il ragionamento. Ciò venne messo in atto da Mussolini e Hitler che cercarono di trasformare l’individui in elementi di massa con organizzazioni di grandi manifestazioni dove le persone venivano colpite emotivamente e non convinte razionalmente. 7.IL RISVEGLIO DEI NAZIONALISMI NELL’IMPERO ASBURGICO Alla fine dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento le tensioni latenti dell’impero austro- ungarico toccarono un punto critico. Sotto il profilo economico l’impero era un paese a prevalenza agricola, le principali fabbriche si trovavano a Vienna e in Boemia mentre a Trieste c’era il porto strategico per i collegamenti tra Europa centrale e mediterraneo. In queste zone si diffusero importanti fermenti culturali ma nelle altre aree dell’impero si registrava un pesante immobilismo. Le strutture sociali e le idee politiche erano dominate dai grandi proprietari terrieri e dalla Chiesa cattolica. Le contraddizioni più gravi si riscontravano sul piano dei conflitti nazionali infatti l’impero si trovava in una posizione molto delicata a causa dei diversi gruppi etnici che lo costituivano. Le tensioni tra le diverse nazionalità erano pericolose per la stabilità di uno Stato che fondava la sua unità sulla corona, sull’esercito e sull’apparato burocratico. LA RIVENDICAZIONE DELLE NAZIONALITÀ Il diffondersi del nazionalismo e la generale arretratezza dell’impero portarono i Ciechi o gli Slavi del Sud (Serbi e Croati) a rivendicare l’indipendenza. I ciechi erano sottomessi al governo di Vienna e rifiutavano la germanizzazione imposta dallo Stato austriaco. Mentre i Serbi e Croati erano sotto la giurisdizione di Budapest che era più dura di quella austriaca e appoggiavano il progetto del regno di Serbia di costruire uno Stato slavo del sud. IL PROGETTO TRIALISTICO Una parte della classe dirigente viennese e elaborò un progetto definito trialistico che prevedeva di staccare gli Slavi del Sud dall’Ungheria e quindi di creare un terzo polo nazionale oltre a quello tedesco e ungherese. Questo progetto fu appoggiato da Francesco Ferdinando che era erede al trono imperiale. Mentre erano contrari i Serbi e Croati che volevano formare un unico Stato slavo indipendente e potevano contare sull’appoggio della Serbia che a sua volta aveva l’appoggio della Russia. 8.VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE LE CRISI MAROCCHINE Le prime crisi si verificarono quando la Germania tentò di allargare le proprie impero coloniale con la conquista del Marocco. Ad una conferenza internazionale fu assegnato il protettorato del Marocco la Francia ma essa occupò militarmente alcune città marocchine. Alla fine ci fu il dominio francese su tutto il Marocco e la Germania ottenne una parte del Congo francese. LA QUESTIONE BALCANICA Un altro pericoloso focolaio di tensioni era rappresentato dall’area balcanica che si univa ai conflitti politici della grandi potenze europee. L’Austria considerava i Balcani la sua naturale area di espansione; La Russia voleva crearsi uno sbocco sul Mediterraneo e giustificava il suo interesse con la difesa dei popoli slavi e ortodossi; L’Italia guardava con interesse ai Balcani così da avere il pieno controllo del mare Adriatico; La Gran Bretagna vedeva quest’area vitale per i suoi interessi commerciali in oriente; La Serbia voleva guidare i movimenti nazionalisti antiturchi e costruire una grande Serbia. La rivoluzione dei giovani turchi pose fine all’assolutismo del sultano ma innescò una catena di rivalità che sfociarono nelle guerre balcaniche. l’Austria si impossessò della Bosnia Erzegovina sulla quale l’aveva già il protettorato e ciò provocò le pretese della Serbia, della Russia e dell’Italia. I turchi subirono una sconfitta con l’occupazione italiana della Libia. Le guerre balcaniche scoppiarono nel 1912 e nel 1913. Da queste guerre ne uscì vittoriosa la Serbia che fu la più grande potenza in quella regione ma non aveva il controllo della Bosnia Erzegovina e lo sbocco sul mare.