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Antonella Guglielmi

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storia società di massa seconda rivoluzione industriale studio italiano

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Questo documento fa parte del corso di storia, unità 1, “L'epoca della società di massa”. Presenta un'analisi del periodo storico tra la fine dell'Ottocento e il 1914, mettendo in luce gli aspetti di sviluppo, spensieratezza e fede nel progresso.

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Corso di storia Prof.ssa Antonella Guglielmi UNITÀ 1 L’epoca della società di massa L’espressione Belle Époque «l’epoca bella, i bei tempi» nacque in Francia dopo la Prima Guerra Mondiale per definire il periodo che va dalla fine dell’Ottocento al 1914. L’espressione ha in parte un fon...

Corso di storia Prof.ssa Antonella Guglielmi UNITÀ 1 L’epoca della società di massa L’espressione Belle Époque «l’epoca bella, i bei tempi» nacque in Francia dopo la Prima Guerra Mondiale per definire il periodo che va dalla fine dell’Ottocento al 1914. L’espressione ha in parte un fondamento reale - nasce cioè da una realtà storica in quanto fu davvero un periodo di sviluppo, spensieratezza e fede nel progresso, grazie ai progressi derivati dalla seconda rivoluzione industriale* – in parte l’espressione «l’epoca bella per eccellenza» nasce da un sentimento di nostalgia. Il trauma della guerra aveva portato a idealizzare il passato. * Avviata negli anni Settanta del XIX secolo (1870) si distingue dalla prima che ebbe luogo nella seconda metà del Settecento in Gran Bretagna. Fu caratterizzata da innovazioni tecnico-scientifiche e dall’individuazione di nuove fonti di energia (petrolio, elettricità). La scienza e la tecnica si misero al servizio dell’industria. Sono 43 anni (1870-1914), caratterizzati da un periodo di pace tra i paesi europei (pace passiva, intesa come assenza di guerra). Sono anni di pace «relativa» perché in realtà si sta preparando la più Grande Guerra che l’umanità abbia dovuto affrontare. La brace è pronta a divampare È dunque fuorviante leggere il periodo a cavallo tra i due secoli in modo esclusivamente ottimista o drammatico, si tratta di un periodo pieno di contraddizioni. Sono gli anni del Moulin Rouge, teatro inaugurato a Parigi nel 1891, dove si respirava l’atmosfera spensierata e frizzante dell’epoca e sono anche gli anni dell’aumento delle spese militari, dato questo che costituisce l’inevitabile premessa di un conflitto. Esistevano stati come la Germania che puntavano tutto sulla potenza militare, movimenti culturali che esaltavano la guerra e intellettuali e gruppi politici che vi si opponevano. C’erano tensioni a livello internazionale che sobollivano. La Francia si preparava alla rivincita (Revanscismo*) contro i Tedeschi, la Gran Bretagna sentiva minacciato il suo predominio sui mari, la Russia guardava con preoccupazione il militarismo e l’aggressività del secondo Reich (1871-1918) Revanscismo: il termine deriva dal francese revanche (rivincita) e fa riferimento a un movimento di rivincita nei confronti della Germania. Dopo la sconfitta nella guerra franco-prussiana (1870-1871) la Francia perde l’Alsazia e la Lorena. La débȃcle determinò la temporanea subalternità della Francia rispetto alle potenze del consesso europeo e la creazione dell’impero tedesco. Età della Seconda rivoluzione industriale (1870-1945) Avvento della società di massa Seconda Rivoluzione Industriale (1870-1945) Grazie alle ricerche di Robert Koch Spd (es-pe-de): Partito Socialdemocratico tedesco, primo partito di massa di ispirazione socialista nato in Germania Ortega y Gasset Avvento della società di massa Uno degli effetti più importanti dell’industrializzazione della seconda metà del XIX secolo fu la nascita della cosiddetta “società di massa”. La massa è un insieme omogeneo in cui i singoli individui scompaiono rispetto al gruppo. una moltitudine di individui all’interno della quale ogni persona si adegua alla volontà del gruppo. Il concetto di “massa” nacque durante la Rivoluzione francese, quando per la prima volta il popolo fece il suo ingresso sulla scena politica. Con il forte sviluppo industriale, la massa diventò protagonista di un nuovo modello di società che da essa prese il nome, e che è ancora oggi dominante. Gli individui che fanno parte della società di massa usufruiscono dei servizi erogati dalle grandi istituzioni, come la pubblica amministrazione, che garantisce a tutti trasporti, sanità, istruzione e svaghi. Nella società di massa, poi, i membri partecipano attivamente alla vita politica dello Stato, attraverso l’adesione ai diversi partiti politici. Inoltre, mezzi di comunicazione come la stampa informano la massa su ciò che accade e orientano il pensiero degli individui. Infine, la società di massa basa la sua economia sul consumo di beni e di servizi forniti da un mercato sempre più allargato e promossi attraverso la pubblicità. Il diffondersi dell’istruzione e i mass-media La diffusione della scolarizzazione e il conseguente innalzamento del livello medio di istruzione (la Legge Coppino – 1877 - sanciva l’istruzione elementare obbligatoria dai 6 ai 9 anni), aumentò il numero delle persone che leggevano i giornali. Negli Stati Uniti, e poi in Europa si diffusero i mass-media, i mezzi di comunicazione di massa. Accanto alle riviste e ai periodici di cultura e di scienza nacquero i primi quotidiani, cioè giornali che uscivano tutti i giorni e che riportavano soprattutto notizie di cronaca e di politica. Così, i cittadini erano costantemente informati sulle vicende del proprio Paese e su quanto accadeva nel mondo, e manifestavano un maggiore interesse per la società in cui vivevano. Di conseguenza, si assistette al grande sviluppo dell’opinione pubblica, che era nata nel Settecento durante l’Illuminismo. Essa è l’insieme di opinioni, pareri e giudizi su temi di interesse generale (politica, economia, cultura ecc.) che riguardano la maggior parte della collettività. Con una più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica. Con una più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica, l’opinione pubblica diventò sempre più forte e influente, al punto che i governi degli Stati dovettero conquistarne il consenso per amministrare i loro Paesi. LA SOCIETÀ, I CONSUMI, L’INDUSTRIA LO SVILUPPO URBANO Le opportunità offerte dal lavoro industriale favorirono un esodo verso le città e un aumento del proletariato urbano ciò determinò una crescita degli agglomerati urbani e una riorganizzazione dell’impianto urbanistico (nasce la metropolitana) IL QUADRO DEMOGRAFICO E SOCIALE Un insieme di condizioni quali il miglioramento delle condizioni igieniche, i progressi della medicina e la migliore qualità dell’alimentazione determinarono una diminuzione della mortalità e l’allungamento della durata media della vita (da 35-40 anni metà Ottocento a 45- 55 nel 1914). La popolazione crebbe nonostante un aumento dei metodi contraccettivi, nel contesto urbano-industriale i figli rappresentavano bocche da sfamare. LA PRODUZIONE E I CONSUMI DI MASSA L’aumento dei salari e degli stipendi generò un ampliamento del mercato. Le industrie produttrici dovettero soddisfare una domanda crescente (nacquero negozi e grandi magazzini). Due settori industriali in grande espansione furono quello dell’abbigliamento e dell’alimentazione. LA SOCIETÀ, I CONSUMI, L’INDUSTRIA LA RAZIONALIZZAZIONE PRODUTTIVA L’incremento dei consumi non sarebbe stato possibile senza una razionalizzazione dei processi produttivi. L’ingegnere Taylor tentò di studiare scientificamente i tempi necessari al lavoratore per compiere ciascuna operazione (taylorismo). Fu l’imprenditore Henry Ford a mettere in pratica i principi del taylorismo creando la catena di montaggio. A ciascun lavoratore era affidata una sola mansione, semplice e ripetitiva, da eseguire in tempi prefissati. La scomposizione del processo lavorativo consentì a Ford un tale aumento della produzione che egli riuscì ad aumentare e ridurre la giornata lavorativa da 9 a 8 ore. Aumentando i salari aumentava anche il potere d’acquisto dei lavoratori i quali diventavano così anche acquirenti delle auto che essi stessi assemblavano. https://www.youtube.com/watch?v=14DGy4cP0TA LA SOCIETÀ, I CONSUMI, L’INDUSTRIA LA SCOLARIZZAZIONE E LA COMUNICAZIONE DI MASSA A partire dagli anni Settanta dell’Ottocento l’istruzione elementare fu resa gratuita e obbligatoria e posta sotto il controllo dello Stato. La diffusione della scolarizzazione accrebbe l’alfabetizzazione e quindi anche il pubblico dei lettori, divenne quindi cruciale saperne interpretare i sentimenti per essere in grado di plasmarli e indirizzarli. La diffusione di riviste e giornali facilitò il coinvolgimento delle masse nella vita sociale. riviste, giornali, radio, cinema e pubblicità divennero potenti strumenti di comunicazione «di massa», in grado di raggiungere e intrattenere un pubblico sempre più vasto. La politica nell’età delle masse Nascita dei partiti di massa e dei sindacati L’estensione del diritto di voto alle masse provocò un mutamento sostanziale della vita politica: tutti i movimenti politici dovettero organizzarsi per conquistare il consenso di un gran numero di elettori In Italia l’estensione del suffragio universale maschile avvenne nel 1912 (governo Giolitti). Con la legge del 1912 il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini maschi di età maggiore di 30 anni, o che, pur minori di 30 anni ma maggiori di 21, pagassero un'imposta diretta annuale di almeno 19,80 lire, o avessero conseguito la licenza elementare inferiore, oppure avessero prestato il servizio militare. Il socialismo in Europa I primi partiti di massa furono quelli di orientamento socialista. Ciò avvenne in quanto l’industrializzazione aveva determinato un aumento del numero degli operai che, grazie alla scolarizzazione, erano più consapevoli dei loro diritti. Nel corso dell’Ottocento in Europa, all’interno del movimento socialista, si afferma la tendenza marxista che individua nella rivoluzione lo strumento di riscatto del proletariato. In tutti i paesi europei sorsero i partiti socialisti: ▪ Germania -> l’SPD (es-pe-de) il partito socialdemocratico tedesco, 1875; ▪ Italia -> Partito Socialista italiano, fondato a Genova da Filippo Turati; Gran Bretagna -> Partito Laburista, 1906; Francia-> Sezione francese dell’internazionale operaia (SFIO), 1905. Russia -> Partito socialdemocratico (diviso tra bolscevichi e menscevichi) La Seconda Internazionale (1889) Nel 1889 i principali partiti europei si riuniscono a Parigi. La Seconda Internazionale, a differenza della prima*, fu una federazione di partiti nazionali autonomi e sovrani che si riunirono per approvare alcune importanti deliberazioni: Riduzione della giornata lavorativa a 8 ore; Proclamazione di una giornata mondiale di lotta, il 1° maggio. *PRIMA INTERNAZIONALE (1864) -> AVEVA AVUTO L’AMBIZIONE DI COSTRUIRE UNA CLASSE DIRIGENTE UNITARIA PER TUTTO IL MOVIMENTO SOCIALISTA Le due tendenze della Seconda Internazionale (1889) REVISIONISTA O SOCIALDEMOCRATICA (esponente di spicco Eduard Bernstein): rivedeva» cioè ripensava i fondamenti stessi dell’analisi di Marx Rifiutava la rivoluzione a favore di un’azione democratica e riformista da parte della classe operaia. ORTODOSSA O RIVOLUZIONARIA: Non rinunciava all’obiettivo individuato da Marx: una società senza classi da raggiungere attraverso una rivoluzione violenta. Un tema che accomunò i partiti nell’Internazionale fu il pacifismo e la condanna di ogni tipo di conflitto Il Nazionalismo L’idea di Nazione, affermatasi in Europa, nella prima metà dell’Ottocento, a partire dal 1850 assume sempre più carattere militaresco, fino a diventare un’ideologia di guerra durante il primo conflitto mondiale e nel ventennio successivo. Si passa dal principio di nazionalità (identità culturale di un popolo), al nazionalismo (superiorità culturale e razziale di un popolo). Il nazionalismo si diffuse in tutta Europa assumendo caratteri specifici a seconda dei contesti: NAZIONALISMO FRANCESE: Esaltazione del revanscismo (volontà di rivincita) nei confronti della Germania dopo la perdita dei territori dell’Alsazia e della Lorena come conseguenza della sconfitta francese nella guerra franco-prussiana del 1870; NAZIONALISMO ITALIANO: Rivendicazione delle terre irredente (soggette alla dominazione straniera - Austria) come il Trentino; NAZIONALISMO TEDESCO: Ebbe come programma il pangermanesimo (dominio della Germania su tutte le terre di lingua tedesca) e l’esaltazione della razza ariana; NAZIONALISMO RUSSO: Riunificazione di tutte le terre slave (panslavismo). Forte antisemitismo. Principio di nazionalità e Nazionalismo PRINCIPIO DI NAZIONALITÀ NAZIONALISMO Prima metà del XIX secolo Fine XIX – metà XX secolo Consapevolezza dell’identità - patriottismo Pretesa di una superiorità culturale e razziale La nazione e la comunità internazionale non sono tra Nell’ambito della comunità internazionale le nazioni loro rivali, i rapporti tra le Nazioni sono regolati dal sono tra loro rivali. I rapporti tra le nazioni sono diritto internazionale. destinati a seguire la legge dell’evoluzione, che premia il più forte a danno del più debole. La guerra è necessaria per permettere la «selezione naturale» tra le nazioni. Valorizzazione della libertà e della fratellanza per Esaltazione dell’idea di superiorità razziale, l’individuo e per il popolo. esaltazione della guerra come strumento di miglioramento sociale. Il razzismo americano – Ku Klus Klan Il primo KKK nasce nel Tennessee nel 1866, dopo la guerra di secessione statunitense (1861-1865). Fondato da un ex generale dell’esercito confederato*. L’organizzazione aveva come obiettivo quello di terrorizzare i neri e tutti i nemici del Sud. Ricorso a metodi semplici e brutali; Il secondo KKK nasce nel 1915 e all’odio per i neri si aggiunge quello per le minoranze degli immigrati europei, cinesi ed ebrei. Utilizzo delle croci infuocate. LGli Stati Uniti meridionali schiavisti formarono gli Stati Confederati d’America, conosciuti anche come «la Confederazione» L’ANTISEMITISMO I Protocolli dei Savi di Sion. Programma ebraico di conquista mondiale. Falsificazione propagandistica antisemita, redatta probabilmente da un agente della polizia segreta russa, apparsa in forma abbreviata nel 1903, e integralmente nel 1905, ma diffusasi soprattutto negli anni successivi alla Prima guerra mondiale. Consisteva nel presunto resoconto di alcune sedute segrete tenute a Basilea al tempo del congresso sionista del 1897, nelle quali sarebbe stato elaborato un piano di dominio mondiale degli Ebrei attraverso l’alta finanza e l’agitazione terrorista. In realtà l’opera, come dimostrato già nel 1921, era in gran parte un riadattamento in chiave antisemita di un libello contro Napoleone III del 1864. L’ANTISEMITISMO IL CASO DREYFUS Vide come protagonista e vittima l’ufficiale ebreo Alfred Dreyfus negli ultimi anni dell’Ottocento. Fu un evento gravido di conseguenze nella Francia della Terza Repubblica (Governo presente in Francia nel periodo compreso tra il 1870 e la Seconda Guerra Mondiale). Il caso Dreyfus fu tra gli eventi Impose all’opinione pubblica francese una riflessione sull’antisemitismo e sul ruolo degli intellettuali come soggetto politico attivo. La vicenda giudiziaria mise in luce anche le pericolose derive del nazionalismo e del revanchismo. Nel 1894 i servizi segreti francesi trovarono nell’ambasciata tedesca documenti segreti dell’esercito francese. Si scoprì che vi era una certa somiglianza tra la scrittura presente in quei documenti e quella del capitano Alfred Dreyfuss. Il 22 dicembre 1894 venne pronunciata la sentenza: il consiglio di guerra dichiarò Dreyfus colpevole di aver consegnato documenti relativi alla sicurezza nazionale a uno Stato straniero e dunque reo di alto tradimento. L’ufficiale subì quindi l’umiliazione della degradazione e fu condannato ai lavori forzati. Sarà riconosciuto innocente solo nel 1895. Émile Zola J’Accuse Lo scrittore il 13 gennaio 1898 pubblica un articolo intitolato J’Accuse cioè «io accuso» nel quale accusava tutto lo Stato Maggiore francese di aver inquinato le prove macchiandosi «di una delle più grandi iniquità del secolo» GLI EBREI UN POPOLO SENZA TERRA: LA ORIGINI DEL MOVIMENTO SIONISTA Il termine «sionismo» è usato come sinonimo di «nazionalismo ebraico». Il monte Sion, uno dei colli in cui sorge Gerusalemme, è scelto come simbolo della volontà degli ebrei di ritornare nella terra dei loro padri per fondare la loro nazione. Gli ebrei si considerano un popolo in esilio dal 135 d.C., da quando cioè fu loro vietato, dall’imperatore Adriano, di risiedere a Gerusalemme e in tutta la Palestina. Da allora iniziò la diaspora, cioè la dispersione degli Ebrei in tutto il mondo. IL SOGNO SIONISTA DI THEODOR HERZL Theodor Herzl, giornalista ebreo che viveva a Vienna, nel 1896 scrive un saggio Lo Stato degli Ebrei, in cui esprime il suo progetto di riunificazione degli ebrei della diaspora. La salvezza degli ebrei andava cercata nella costruzione di uno Stato nazionale, uno Stato sovrano nel quale il popolo ebraico avrebbe potuto vivere in pace. Primo congresso dell’organizzazione sionista mondiale a Basilea (1897) -> 202 delegati si incontrarono per fare la situazione degli ebrei nel mondo. Tutti concordarono sulla necessità di fondare uno Stato di Palestina. LA COLONIZZAZIONE DELLA PALESTINA Nel 1901 viene istituito il Fondo nazionale ebraico che aveva il compito di finanziare l’acquisto di terreni in Palestina. Nacquero le prime colonie agricole cooperative e nel 1910 il primo kibbutz, il villaggio nel quale la terra e i mezzi di produzione erano patrimonio comune secondo una concezione collettivistica della proprietà. Molti ebrei si stabilizzarono in America. SUFFRAGETTE E FEMMINISTE SUFFRAGETTE E FEMMINISTE Il sistema politico inglese oppose un muro di gomma alle richieste di diritto di voto delle donne. Le suffragette inglesi si organizzarono intorno alla figura di Emmeline Pankhurst che propugnava le tesi espresse dal filosofo inglese John Stuart Mill (Sulla schiavitù della donna, 1869). Le suffragette chiedevano: ▪ Diritti civili: possibilità di votare ed essere elette; ▪ Diritti sociali: parità tra umo e donna la strategia delle suffragette prevedeva di non ribellarsi agli arresti, di farsi vedere dai giornalisti mentre si veniva ammanettate e infine di fare lo sciopero della fame. Nel settembre del 1914, mentre l’Inghilterra è in guerra, Emmeline coglie l’occasione per mostrare a tutto il paese il patriottismo. Nel gennaio 1918 a tutte le donne inglesi sopra i trent’anni viene concesso il diritto di voto. LA CRISI DEL POSITIVISMO E L’ESPLORAZIONE DELL’IRRAZIONALE SNODI PLURIDISCIPLINARI Negli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento alcuni studi filosofici misero in crisi i presupposti del positivismo (la fiducia in un continuo progresso economico e sociale). Il filosofo tedesco Nietzsche afferma il carattere irrazionale e caotico della realtà, la quale non può essere compresa in modo oggettivo dalla ragione. L’uomo, nella sua idea di «superuomo», deve riappropriarsi degli aspetti non razionali dell’esistenza. Gli aspetti non razionali dell’animo umano diventano oggetto di studio della psicoanalisi, disciplina fondata dallo psichiatra Freud che nel 1889 pubblicò L’interpretazione dei sogni. Freud rileva l’esistenza dell’inconscio, una zona non controllabile dalla ragione e in cui l’individuo confina tutti i contenuti inaccettabili dal punto di vista morale. Il romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo ha come tema centrale la psicoanalisi. FINE Assegno sul testo pp. 4-25

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