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Università di Milano - Bicocca

2021

Valentina Isola, Dario Di Tommaso

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oral pathology stomatitis oral health otorhinolaryngology

Summary

This document details various oral pathologies, including inflammatory conditions like stomatitis, and infectious conditions like herpes simplex. The document covers the causes, symptoms, and treatments for these conditions.

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Pag. 1 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale Otorinolaringoiatria #2 Patologie del cavo orale Prof. Galluzzi– 18/10/21 –...

Pag. 1 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale Otorinolaringoiatria #2 Patologie del cavo orale Prof. Galluzzi– 18/10/21 – Autore: Valentina Isola Revisore: Dario Di Tommaso Patologie su base infiammatoria La parola stomatite indica una flogosi che interessa genericamente o in toto la cavità orale e che è quindi aspecifica. Esistono diverse eziologie, tra cui quella virale con secondaria sovrapposizione batterica che è alla base della stomatite catarrale. Spesso anche alcune patologie dentarie ne possono favorire l’insorgenza. La stomatite catarrale clinicamente è caratterizzata da una congestione delle mucose del cavo orale con aree disepitelizzate, ricoperte da muco. Il paziente con la stomatita manifesta di solito bruciore a livello del cavo orale e scialorrea, per la difficoltà nella gestione della salivazione. 1. Stomatite gangrenosa È una patologia rara, che può presentarsi a livello di cavo orale e orofaringe. È causata da una rara associazione tra due germi, la spirocheta Borrellia Vincentii e un fusobatterio saprofita del cavo orale, in soggetti con una scadente condizione generale (come soggetti denutriti o con una scarsa igiene orale). La stomatite gangrenosa causa delle ulcerazioni a livello delle mucose e delle guance e può dare anche interessamento delle strutture più profonde, fino a quelle ossee (mandibolare e mascellare). Sembra quasi una neoplasia ma in realtà è batterica e quindi si tratta con un antibiotico. 2. Stomatite aftosa È una patologia su base infiammatoria con eziopatogenesi ignota, probabilmente legata a una distruzione della mucosa causata dall’alterazione dei linfociti T- CD8 che producono citochine (tumor necrosis factor). L’alterazione dei linfociti può determinare delle lesioni: piccole ulcere rotonde che possono presentarsi sui margini della lingua, sul vestibolo delle labbra, ma anche a livello dell’orofaringe, della mucosa geniena e dei pilastri tonsillari. Si manifesta sia in età pediatrica sia adulta e a volte vi sono associate patologie sistemiche (come la sindrome di Bechet oppure nella PFAPA, una sindrome infantile particolare in cui le aftosi del cavo orale sono associate a faringo-tonsilliti e febbricole). Il decorso è caratterizzato da una tendenza a recidivare. Possono essere maggiori, minori o herpetiche, a seconda delle dimensioni ma non hanno una terapia standardizzata perché l’eziopatologia è sconosciuta. Le possibilità terapeutiche sono: - terapia farmacologica topica nel cavo orale, a base di steroidi; - disinfettanti, antisettici; - anestetici locali, quando il dolore è molto forte; - laser sull’afta stessa: in questo caso la diagnosi deve essere sicura, perché se si fa il laser su una lesione che poi non è un’afta, non verrà fatto l’esame istologico corretto. Nei bambini può essere causa di ricovero: causa un’adenofagia per cui non riescono a bere, e possono disidratarsi. 3. Stomatite herpetica Pag. 2 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale È causata dall’herpes simplex I e II ed esiste in una forma primaria e una ricorrente. La forma primaria si manifesta in età pediatrica, con un picco di incidenza intorno ai tre anni. I bambini possono necessitare di ricovero perché le lesioni sono molto dolorose. In questi casi il bambino riesce a bere con il supporto di antidolorifici ma può necessitare di un supplemento endovena. Possono essere associate anche a febbre. Le lesioni si manifestano a livello della mucosa cheratinizzata. N.B. In generale le stomatiti vengono con maggior probabilità dove c’è l’epitelio cheratinizzato, come ad esempio il palato o il dorso linguale. Solitamente le vescicole vanno incontro a regressione spontanea, con un ciclo vitale che dura 7-14 giorni. La forma ricorrente è quella dell’herpes labialis che rimane latente nei gangli nervosi e si riattiva quando ci sono condizioni di immunodepressione transitoria, facendo ricomparire le vescicole. Si tratta di una malattia infettiva quindi, se un soggetto ha un herpes labialis e tocca le mucose di un'altra persona/tocca sé stesso in altre regioni (per esempio a livello nasale) può infettarsi o auto-inocularsi il virus. La fase infettiva si ha quando c’è l’esordio della patologia e le vescicole sono cariche di virus, mentre quando si arriva alla fase crostosa, di solito non c’è più infettività. La terapia è antivirale con Aciclovir locale oppure per OS o per via endovenosa in forme più gravi. 4. Angina di Ludwig Si tratta della complicanza di un’infezione a livello del cavo orale che interessa la pelvi orale e l’area sottomandibolare. Finché la patologia è circoscritta a livello sottomentoniero e sottomandibolare ed il paziente non ha comorbilità, può non necessitare di ricovero. Ma, se c’è evoluzione anche nella regione cervicale o più profonda all’interno degli spazi parafaringei, allora il rischio e la compromissione delle vie aeree è molto severa, il pz va ricoverato. Per quanto riguarda la terapia, di solito non è sufficiente quella per bocca, a volte serve quella endovenosa e il drenaggio chirurgico. L’eziopatogenesi è data da diversi germi: anaerobi, streptococchi, stafilococchi. Oltre alla tumefazione cervicale con iperemia e dolore, la patologia causa anche una tumefazione sul pavimento del cavo orale. In questo caso può essere legata a diverse cause: infezione delle ghiandole salivari (es. della ghiandola sottolinguale), infezioni odontogene (es. un ascesso odontogeno che si complica perché si diffonde extra-sede a livello dei tessuti circostanti. Ricapitolando, vengono coinvolti prima il distretto sottomentoniero e sottomandibolare e poi la patologia può diffondersi oltre. Vedremo, analizzando gli ascessi del collo, che esistono gravi complicanze di ascessi odontogeni che possono portare le infezioni fino al mediastino. L’odontoiatra deve puntare a prevenirle. 5. Candidosi/aspergillosi orale Si tratta di infezione fungina da Candida Albicans o Aspergillo. Può manifestarsi sia in pz immunocompromessi sia non (in quest’ultimi meno frequentemente). Pag. 3 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale La clinica è caratteristicamente “a spruzzo di calce” per cui si crea una patina biancastra removibile (es. usando un abbassalingua si stacca dalla mucosa). Ciò non avviene con lesioni precancerose come leucoplachie. Il paziente presenta dei sintomi come bruciore, disgeusia (alterazione del gusto) e secchezza. Il trattamento è antimicotico locale o sistemico e, se necessario, si possono usare sciacqui e preparati per ripristinare il pH del cavo orale. La candida infatti, è un’saprofita, cioè un fungo che in realtà è presente fisiologicamente nel cavo orale. Dunque, la patologia è causata da un’alterazione dell’equilibrio tra la flora batterica e il sistema immunitario. Può essere presente sia in età pediatrica sia nell’adulto. 6. Actinomicosi del cavo orale È causata da germi anaerobi Gram -, che si possono trovare: - Nelle tasche parodontali - Nel tartaro - Nelle cripte tonsillari: spesso gli anatomopatologi, quando si fanno tonsillectomie, parlano di colonie di actinomiceti. Esse possono portare a lesioni di tessuti molli con aree di indurimento fibrotico che si possono ascessurizzare e fistolizzare. La terapia è medica con antibiotici (penicilline), in quanto si tratta di batteri. 7. Sindrome della bocca urente (BMS, bourning mouth syndrome) È una condizione in cui il paziente presenta uno stato di bruciore o dolore a livello delle mucose del cavo orale, che è associato a segni clinici di laboratorio normali almeno negli ultimi 4-6 mesi. Si tratta quindi di un’obbiettività normale ma con una clinica riferita dal paziente che è molto impattante sulla sua qualità di vita. Ha prevalenza fino al 15% dei casi e un’età variabilissima (30-80 anni), soprattutto nel sesso femminile. Molto frequentemente è associata a disgeusia. L’eziopatogenesi sembra multifattoriale ma non è stata definita in maniera specifica, esistono varie ipotesi: - alterazione abnorme tra le afferenze sensoriali nervose del VII e V nervo cranico che innervano la lingua anche dal punto di vista sensitivo; - disfunzione sensoriale legata a una neuropatia, sempre relativa ai nervi sensitivi coinvolti, incluso il X nervo cranico; - alterazione della nocicezione, quindi dei recettori che regolano la percezione del dolore. È come se uno stimolo normalmente non doloroso lo diventasse; - associazione a una sindrome depressiva cronica o da stress; - deficit ormonali. Q: In alcuni casi la candida può essere causa di BMS? In alcuni casi la candida può dare bruciore del cavo orale e dare un quadro clinico simile, oppure può rimanere il bruciore come esito della candidosi, ma ciò non succede a tutti i pazienti. Nella BMS non ci sono lesioni sul cavo orale, a differenza della candidosi. Il trattamento prevede: - ricerca di fattori o cofattori che contribuiscano al disagio, come reflusso gastroesofageo o allergie; - esami colturali se c’è un’infezione; - valutazione dello stato immunitario del paziente tramite esami del sangue; - risonanza magnetica se si sospetta qualcosa di neoplastico a livello linguale; Pag. 4 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale - valutazione neurologica: è importante distinguere il dolore dalla parestesia. Se sono presenti fascicolazioni linguali (lingua che fibrilla) si tratta di un segno neurologico. La terapia prevede che, dopo aver trattato o dato indicazioni per le altre comorbilità si possano usare dei farmaci. Tuttavia, non c’è un protocollo standard. È possibile utilizzare: - anestetici locali; - in situazioni estremi può essere utilizzata lidocaina iniettata; - aloe; - capseicina: dà una forte stimolazione che cerca di alterare la percezione anomala presente, dà uno shock stimolatorio; - tabasco, altre sostanze piccanti, che hanno lo scopo di dare uno stimolo; - antidepressivi, come benzodiazepine; - dosaggi ormonali se ci sono squilibri; È importante inquadrare bene il paziente, il suo cavo orale, e le sue patologie di base. 8. Patologie su base traumatica 8.1 Gengivostomatiti ulceronecrotiche da ingestione da caustici (sostanze alcaline o acide) Esistono pazienti psichiatrici o in età pediatrica che ingeriscono accidentalmente sostanze tossiche, creando lesioni del cavo orale. Se i pazienti arrivano a deglutire le sostanze, le lesioni possono diventare gravi a livello esofageo e faringeo, dando gravi complicanze come le stenosi. 8.2 sindrome di Costen Legata a micro-traumatismi ripetuti a livello dell’ATM, di solito legata a malocclusioni dentali. 8.3 Ulcere da decubito Si manifestano spesso nei pazienti quando hanno protesi dentarie non completamente “fit” sul palato, a livello delle arcate gengivali. Sono tipiche di pazienti che non si fanno monitorare correttamente dall’odontoiatra e quindi non ribasano periodicamente le protesi. In questi casi, il riassorbimento osseo comporta lo sfregamento sulla mucosa e di conseguenza le lesioni. In quel caso consiglia la visita odontoiatrica. 8.4 Leucoplachie Le leucoplachie sono aree biancastre, scarsamente rilevate. Si tratta di precancerosi, che possono quindi predisporre all’insorgenza di una neoplasia. Per questo, vanno sempre valutate e, se possibile, asportate chirurgicamente. Quando è possibile capire che sono lesioni benigne, vanno asportate in toto, ma comunque va fatta la diagnosi istologica perché bisogna vedere il grado di displasia. La diagnosi di leucoplachia è di tipo clinico: si identifica la chiazza bianca. Tuttavia, serve la diagnosi istologica e il referto: si asporterà la lesione in toto, oppure si farà biopsia incisionale a seconda della sede. Infatti, la lesione potrebbe essere già evoluta in un carcinoma in situ. Se la lesione è molto ampia, non si riesce a fare un’asportazione in anestesia locale, quindi si può decidere di fare un “mappaggio” e asportarne una porzione e poi, in un secondo momento, scegliere di fare un’asportazione più radicale. N.B. In generale si capisce se la lesione sta evolvendo o se è già un carcinoma o perché è più elevata e dura; tuttavia, le displasie sono difficili da individuare con diagnosi clinica. Se c’è il dubbio che sia carcinoma non va asportato tutto. 9. Tumori benigni del cavo orale Esistono vari tumori: papillomi, fibromi (dal connettivo), lipomi (dal tessuto adiposo), a seconda dell’origine. Pag. 5 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale 9.1 Papilloma Il papilloma è dato spesso dai ceppi HPV 16-18, i quali sono associati a tumori del cavo orale e soprattutto dell’orofaringe: possono insorgere in qualunque parte del cavo orale. Es. Papilloma squamoso dell’ugola: spesso non si fa diagnosi perché la lesione mima l’ugola stessa, oppure viene inviato il paziente in sospetto di papilloma e invece è solamente l’ugola un po’ prolassata (l’ugola ha una struttura muscolare polimucosale sottostante che, soprattutto in età avanzata, a volte prolassa). Il trattamento è chirurgico: si asporta, si fa l’esame istologico. Se il paziente ha papilloma squamoso si può ricercare in microbiologia l’HPV responsabile. L’indicazione dipenderà poi dal ceppo. Img. Qui c’è il piccolo vaso che vascolarizza la neoformazione, tipico di una formazione che è cresciuta e quindi patologica. 9.2 Emangiomi Sono tumori benigni che coinvolgono il tessuto vascolare. È una neoplasia benigna frequente nei bambini. Di solito in età pediatrica regrediscono spontaneamente, se persistono si possono trattare chirurgicamente, previ trattamenti con sclerosanti per ridurre il rischio di sanguinamento. 9.3 Linfangiomi Sono tumori benigni che coinvolgono il tessuto linfatico. Possono essere macro o microcistici. Nel 50-70% dei casi si localizzano nel distretto testa-collo e si sviluppano soprattutto in età pediatrica. Possono avere risoluzione spontanea, oppure dover essere trattati a seconda di sede e complicanze che danno. Generalmente non degenerano. Tuttavia, se un linfangioma aumenta di volume può dare sintomatologia nel paziente. Le terapie possono essere sclerosanti ecoguidate, chirurgiche oppure wait and see. Es. linfangioma della lingua, quasi alla base della lingua, a dx. 9.3 Adenomi Sono tumori benigni che coinvolgono le ghiandole salivari minori e maggiori. 9.4 Fibromi Sono tipicamente di tipo traumatico. In ambito odontoiatrico si riscontrano ad esempio per: - micro-traumatismi cronici da parte della lingua sugli elementi dentali - protesi sulle mucose geniene - a livello linguale, magari per traumi da morso accidentali In questi casi si può asportare il fibroma ma, se non si risolve il problema masticatorio, esso si riforma. Img. Fibroma sul bordo linguale destro. È quasi a stampo sui denti: spesso le lesioni sono a stampo, il pz inizia il primo morso e poi perpetua la lesione. 9.5 Osteomi Sono tumori ossei benigni che possono insorgere a livello dell’arcata alveolare e del palato duro. 9.6 Cisti da ritenzione Possono insorgere sia sulla mucosa labiale che geniena che a livello della pelvi del cavo orale Pag. 6 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale 9.7 Epulidi Le epulidi sono delle lesioni che possono originare nello spazio interdentale, hanno un colorito rosso e possono essere di consistenza duro-elastico. Si manifestano in particolar modo nelle donne in gravidanza, legate a squilibri ormonali. Vengono anche chiamate granulomi piogenici e sono dovuti a un’iperplasia del connettivo. Non si conosce la causa specifica, potrebbe essere ormonale o dovuta a patologie parodontali. Possono essere rimosse oppure si possono asportare per poi fare un esame istologico. In generale, le lesioni benigne possono comparire a qualsiasi età e la sintomatologia dipende da sede e tipo di lesione. Possono avere complicanze legate al volume se sono di tipo ostruttivo (con conseguente disfagia), oppure legate al sanguinamento (se sono emorragiche). La diagnosi è clinica prima di tutto (esame obiettivo con ispezione) ed è importante capire qual è il tipo di lesione prima di decidere di asportarla: una neoformazione del cavo orale è benigna fino a prova contraria. Esempi: L’epulide si asporta; per il linfangioma si eseguono terapie sclerosanti e non si asporta; per il lipoma si aspetta o si effettuano alcune terapie (alcuni lipomi del labbro inferiore vengono asportati direttamente); il fibroma viene asportato. Allo stesso modo, le indagini strumentali dipendono dal tipo di lesione (radiografia, tac o indagini istologiche) Mannula della pelvi orale Si tratta di una cisti da ritenzione che a volte diventa di volumi più elevati (lo vedremo nelle infezioni delle ghiandole salivari). Può essere presente anche a livello sottomentoniero, oltre il miloioideo, e si può asportare anche per via cervico-tonica N.B. La biopsia escissionale è indicata quando la patologia è sicuramente benigna. Infatti, essa non tiene dei margini (come invece si deve fare col carcinoma). Di fatto, biopsia escissionale è l’asportazione della lesione senza margini e va fatta quando c’è la sicurezza clinica che la lesione sia benigna. Inoltre, per l’indagine istologica l’indicazione che viene data all’anatomopatologo deve essere accurata. 10 Lichen Il lichen è una malattia mucocutanea che coinvolge anche la cute, soprattutto nelle donne. È causato da un problema di danno causato da linfociti CD8 su cheratinociti epiteliali. Si può presentare in diverse forme: - reticolare, come un reticolo che ha delle strie arborescenti soprattutto sul fornice vestibolare posteriore; - atrofico; - erosivo: predispone al carcinoma (il paziente ha intorno al 2% di probabilità di sviluppare carcinoma a 5 anni); - a placche: a volte non si distingue se sia una leucoplachia (quindi una displasia) oppure un lichen. Per questo, quando le lesioni sono ampie non si può fare biopsia escissionale, ma verrà chiesta l’immunofluorescenza per avere la diagnosi. Oltre alla biopsia giusta va mandato il sospetto diagnostico e va richiesto l’esame giusto, in modo tale che l’anatomopatologo sia orientato verso la giusta diagnosi. Pag. 7 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale 11 Pemfigo (volgare paraneoplastico) È una rara malattia ereditaria, che colpisce i desmosomi (giunzioni intercellulari). Di solito si manifesta intorno ai 50 anni. Può dare manifestazioni cutanee ma, nella metà dei casi, si manifesta a livello delle mucose Può dare lesioni erosive, con erosione quasi crateriforme delle mucose. Anche in questo caso per la diagnosi va fatta biopsia incisionale nelle aree più significative. 12 Patologie su base angioneurotica - Edema angioneurotico o Edema di Quincke È una patologia ereditaria che comporta edemi a livello del cavo orale e a livello linguale e gastrointestinale. Può essere legato alle IgE, oppure a un deficit del fattore inibitore di cinesterasi il quale comporta manifestazioni edematose a livello del cavo orale. Infatti, l’edema del cavo orale non è sempre per forza associato ad allergia. 13 Ematoma dell’ugola Il paziente percepisce un corpo estraneo in gola e presenta un’ugola edematosa. La causa può essere anche traumatica 14 Glossite allergica Si può avere ingerendo cibi allergeni. 15 Nevralgie glossofaringee dolorose Si tratta di disturbi di sensibilità e motilità anche a livello del cavo orale, oppure di alterazioni a livello dei nervi cranici. Per esempio, quando c’è paralisi dell’ipoglosso, si avrà paralisi dell’emilingua e deficit della motilità linguale. 16 Patologie da corpi estranei nel cavo orale Di solito sono di origine alimentare, come le lische di pesce. Quest’ultime, più che nel cavo orale, di solito vanno verso l’orofaringe. Possono occupare anche gli spazi interdentali: il pz ha la sensazione di avere qualcosa e in effetti ha dei residui di cibo. Malignità 17 Tumori maligni del cavo orale Una neoplasia è sviluppo di tessuto anomalo che cresce in senso afinalistico ed autonomo a spese dell’organismo e che continua anche dopo la soppressione degli elementi che ne hanno provocato la crescita. Quindi, è un’alterazione cellulare monoclonale, scatenata da mutazioni, che determina lo sviluppo del tumore. A seconda della linea cellulare mutata avremo degli istotipi di tumori, con diverso andamento clinico e trattamento. Per quanto riguarda l’anatomia patologica dei tumori orali, essi possono essere: - Cheratinizzanti - non cherainizzanti - verrucosi - a cellule fusate - adenoma cistico: a partenza dalle ghiandole salivari minori - a cellule acinose - carcinoma mucoepidermoide - carcinoma che origina dall’adenoma pleumorfo - carcinomi spinocellulari: costituiscono il 95%. - Tumori con origine mesenchimale: melanomi, fibro e angiosarcomi, rabdomiosarcomi. Anche se meno frequentemente che in altre sedi, possono presentarsi a livello del cavo orale. Pag. 8 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale - Linfoma: può presentarsi con tumefazioni che sostituiscono l’intero emipalato, estendendosi alla cresta alveolare alla mucosa geniena. 18 Carcinoma squamocellulare o spinocellulare La maggior parte dei tumori cavo orale sono carcinomi squamo/spinocellulari. Il carcinoma spinocellulare è il più frequente tumore del distretto testa collo. Essi derivano da alcune mutazioni su geni protoncogeni o oncosopressori: la cellula viene aumentata o inibita nella sua attività. Il processo è dovuto ad alcuni fattori cancerogeni, quindi è importante chiedere al paziente: - Se fuma - Se beve - Se ha avuto infezioni papillomatose - Se è a contatto con altre sostanze come idrocarburi e solventi - Se ha fatto delle radioterapie sul cavo orale Esiste una predisposizione familiare ma non si è mai identificato un gene specifico responsabile. Tuttavia, esistono delle sindromi in cui più probabilmente ci possono essere carcinomi, per esempio: - sindrome di Li-Fraumeni - carcinoma del colon retto - sindrome di Fanconi (forma di anemia immunologica) 20.1 Oncologia La cancerogenesi è multifasica: ogni fattore agisce sommandosi. Il medico vede una lesione macroscopica ma il fattore agisce anche a livello microscopico portando alla neoplasia. Il processo prevede il passaggio: 1) Da mucosa normale 2) A iperplasia, quindi aumento del numero di cellule che sono ancora normali 3) A displasia, quindi inizio dell’atipia cellulare 4) A carcinoma in situ e neocancerogenesi: a seconda del grado di displasia, essa supera la membrana basale 5) Il tumore si autoalimenta, si ha neovascolarizzazione, coinvolgimento del sistema immunitario, utilizzo di risorse e catabolismo 6) Infine, il tumore si porta a distanza con il sistema linfatico e ematico. 20.2 Epidemiologia e fattori di rischio Il carcinoma squamocellulare era più frequente negli uomini, che fumavano maggiormente, oggi la tendenza è invertita (M:F = 4:1, incremento sensibile nella popolazione femminile, con l’aumento delle fumatrici). Con la riduzione della tendenza al fumo l’incidenza cala. Per quanto riguarda i fattori di rischio per i tumori di testa-collo sono stati fatti studi epidemiologici in collaborazione tra vari membri per valutare i fattori (anche alimentari) che possono favorire l’insorgenza del tumore: - Sinergismo alcol-fumo - Fattori genetici - Immunodepressione - Fattori metabolici - Infezioni virali HPV16-18 - Fattori occupazionali: esposizioni a vernici a solventi - Cattivo stato della dentatura: se c’è una condizione di scarsa igiene orale, magari con protesi che danno traumatismi sulla mucosa. Pag. 9 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale 20.3 Oncologia Il tumore ha, dal punto di vista oncologico, delle sottosedi, utilizzate per standardizzare la terapia. La sede più frequente è il corpo della lingua. Ricordiamo, infatti, che il cavo orale arriva fino all’istmo delle fauci (escluso) e quindi ne fanno parte palato molle, ugola, pilastri tonsillari, base della lingua. 20.4 Condizioni precancerose - Leucoplachia: ha il 3-12% di probabilità di diventare maligna - Lichen planus: precancerosi facoltativa - flogosi croniche - lesioni da raggi - alterazioni proliferative benigne - papillomi - cheiliti solari Tutti i pazienti con queste condizioni possono sviluppare una lesione cancerosa in una certa percentuale di casi (non altissima) - eritroplachia (precancerosi obbligata): appare rossa ed è in una condizione più grave della leucoplachia, ha maggior rischio di evolvere in tumore. - Cheratosi villose maligne: sono più rare ma più probabilmente portano a tumore. 20.5 Vie di diffusione Una volta formatosi il carcinoma, le vie di diffusione sono prevalentemente locoregionali Img. Le frecce rosse indicano le vie di diffusione nel cavo orale Il tumore cresce localmente con propensione a dare metastasi ai linfonodi locoregionali della regione cervicale (collo e retro-faringe), e può dare metastasi sanguigne, di solito infrequenti, ai polmoni. A seconda della localizzazione avrà preferenze nella diffusione, di solito predilige vie di minor resistenza. 20.6 Esame obiettivo Sorge il sospetto di carcinoma in presenza di lesione ulcerata a margini duri o infiltranti oppure in caso di lesione vegetante, con mucosa integra (esistono infatti tumori maligni che lasciano la mucosa integra). Es. un paziente è stato ricoverato con disfagia e anchiloglossia: la lingua è stata sostituita da un carcinoma, probabilmente iniziato nella base della lingua, ma la mucosa del corpo linguale della lingua era integra, per fare biopsia hanno aperto all’interno. Lo scopo è una diagnosi precoce, per cui è essenziale il ruolo dell’odontoiatra. È tipica la multifocalità e la sincronicità della neoplasia: è frequente rilevare una adenopatia del collo fissa o mobile. Le metastasi, infatti, tendono ad andare al collo. Quindi, se c’è una lesione del cavo orale e il collo risulta duro magari omolateralmente alla lesione, occorre subito inviare il paziente allo specialista, perché significa che c’è già metastasi. In generale, quando è presente una lesione, occorre monitorare il paziente per 10-15 gg: il perdurare per oltre 10-15 giorni dei segni e sintomi in un paziente, specie se di sesso maschile, anziano con positività a fattori di rischio deve guidare al sospetto di una lesione neoplastica. Pag. 10 a 12 Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria – Odontoiatria e protesi dentaria #2 – prof. Galluzzi– patologie cavo orale Infatti, a volte le lesioni sono simili a quelle da trauma, a volte si sovrainfettano e danno delle lesioni ulcerate. 20.7 Sintomi I sintomi sono variabili a seconda della sede. A seconda della zona che viene infiltrata dal tumore, si avranno diversi sintomi, tra cui l’estrinsecazione cutanea del tumore a livello sottomandibolare oppure del palato e il coinvolgimento delle ghiandole salivari e dei denti. Lesioni del collo, otalgie riflesse, alcune lesioni possono dare dolori al collo Tra i sintomi si potranno avere: dolore alla deglutizione, anchiloglossia, trisma, impossibilità a muovere la lingua, dolore persistente non spiegato, disfagia, scialorrea. 20. 7 Diagnosi TNM T = sede del primitivo N = metastasi linfonodale M = metastasi a distanza Tutti i pazienti che hanno un tumore a livello del cavo orale possono avere diverse aree di sdifferenziazione cellulare. Per questo motivo, il paziente che ha un tumore del cavo orale va sottoposto a valutazione endoscopica di tutte le vie aeree e digestive, dell’orofaringe, del faringe dell’ipofaringe e della laringe a volte anche dell’esofago. Questo perché i fattori di rischio sono gli stessi e a volte la radiologia non vede le lesioni piccole. 20.8 Diagnosi su T Per quanto riguarda la formazione neoplastica primitiva devo decidere cosa fare: - Ispezione: eventuali colorazioni vitali - Endoscopia VADS - Palpazione: entità dell’infiltrazione, dolorabilità, durezza o mollezza - Imaging: OPT, TC, RMN - Biopsia escissionale per lesioni

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