Frontiera delle Possibilità Produttive - Metodologia PDF

Summary

Questo documento spiega il concetto di frontiera delle possibilità produttive in economia. Vengono descritte le caratteristiche di questa frontiera e come viene utilizzata per comprendere la scelta tra differenti opzioni produttive. Il documento include grafici ed esempi.

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Definiamo: P il numero dei pescatori C il numero dei coltivatori, Numero di lavoratori max = 250 Quindi P+C=250 Qp la quantità di pesce Qm la quantità di mais Problema: come allocare i lavoratori tra i due settori? Quantità producibili di pesce e mais P Qp C=250...

Definiamo: P il numero dei pescatori C il numero dei coltivatori, Numero di lavoratori max = 250 Quindi P+C=250 Qp la quantità di pesce Qm la quantità di mais Problema: come allocare i lavoratori tra i due settori? Quantità producibili di pesce e mais P Qp C=250-P Qm Le quantità di pesce e mais che compaiono nella tabella 0 0 250 80 per ogni livello di P (e 25 50 225 75 quindi di C) formano la 50 100 200 70 frontiera delle possibilità 75 150 175 65 produttive. 100 200 150 60 125 250 125 50 150 300 100 40 175 325 75 30 200 350 50 20 225 375 25 10 250 400 0 0 La frontiera delle possibilità produttive La frontiera delle possibilità produttive indica tutte le combinazioni possibili di beni che possono essere ottenute utilizzando (allocando) le forze di lavoro disponibili nella produzione di un bene o dell’altro. La frontiera delle possibilità produttive C=250; P=0 C=200; P=50 C=150; P=100 C=100; P=150 C=50; P=200 C=0; P=250 Proprietà della frontiera delle possibilità produttive. 1. È decrescente : in quanto le risorse sono date e limitate, quindi per produrre una maggior quantità di un bene occorre ridurre la quantità prodotta dell’altro. 2. Ripartisce lo spazio dei beni, cioè il piano cartesiano formato dalle infinite coppie o allocazioni, (Qp,Qm) in tre regioni: a) allocazioni efficienti: allocazioni in cui vi è un pieno utilizzo delle risorse. b) allocazioni non ottenibili date le risorse a disposizione c) allocazioni inefficienti: allocazioni in cui non vi è un pieno utilizzo delle risorse Allocazioni efficienti A B Allocazioni non ottenibili C Allocazioni inefficienti La frontiera delle possibilità di produzione rappresenta la scelta tra opzioni alternative che la società deve compiere. Una volta sulla frontiera, per aumentare la quantità di un bene si deve diminuire quella dell’altro. È una rappresentazione del costo-opportunità di un bene in termini dell’altro bene. Se si producono 100 quintali di pesce, e se ne vogliono produrre 100 in più, bisognerà rinunciare a 10 quintali di mais. Nel punto A, il costo-opportunità di 100 quintali di pesce è 10 quintali di mais. Costo opportunità e saggio marginale di trasformazione Il saggio marginale di trasformazione (SMT) misura di quanto è necessario ridurre la quantità prodotta di un bene per incrementare la quantità prodotta dell’altro. Misura quindi il costo-opportunità di un bene nei termini dell’altro. Quantità producibili di pesce, mais e il SMT Qp Qp Qm Qm SMTp,m= Qm/Qp 0 0 80 … … … … 100 +100 70 -10 -0.1 … … … … 200 +100 60 -10 -0.1 … … … … 300 +100 40 -20 -0.2 … … … … 350 … 20 … … … … … 400 +100 0 -40 -0.4 Il SMT misurato in un determinato punto corrisponde alla pendenza della frontiera delle possibilità di produzione in quel punto. Il suo valore dipende dal punto di partenza. Nell’esempio la pendenza è negativa e cresce al crescere della quantità di pesce. SMTp,m = - 0.4 significa che per ottenere un’unità aggiuntiva di pesce (asse orizzontale) è necessario rinunciare a -0.4 unità di mais (asse verticale) Torneremo su questo esempio per introdurre ulteriori concetti come quello di scambio e di crescita. Per il momento chiudiamo chiedendoci: quale punto sulla frontiera sceglierà una determinata società? E come lo sceglierà? Le risposte a queste domande, come vedremo, sono complesse. Società diverse possono dotarsi di sistemi economici diversi e adottare soluzioni diverse al proprio problema economico. Noi ci occuperemo di come società come quelle in cui viviamo (capitalistiche e con economie di mercato) affrontano questo problema. Parliamo un po’ di metodo Come opera l’economista quando costruisce le proprie spiegazioni su come funziona il mondo e quindi come le società e gli individui risolvono il PEdS. Il principio di razionalità La teoria economica non si interessa di qualunque soluzione del problema economico, ma solo di quelle che possono scaturire dal comportamento degli individui finalizzato alla soddisfazione dei propri bisogni. Soluzioni di questo genere richiedono un comportamento razionale Due definizioni di comportamento razionale: sostanziale: il raggiungimento del miglior risultato possibile, tenendo conto di eventuali vincoli, mediante l’adozione dei mezzi appropriati. Accento sul risultato: l’opzione scelta è la migliore. procedurale: l’adozione dei mezzi appropriati al raggiungimento di un obiettivo dato, tenendo conto di eventuali vincoli. Accento sul processo: decisione basata su deliberazione Comportamento soddisfacente Un agente economico può comportarsi razionalmente in senso procedurale ma non sostanziale In tal caso ha adottato un comportamento soddisfacente (dall’inglese satisficing). Comportamento ottimizzante la teoria economica standard si fonda sulla razionalità sostanziale cioè considera agenti economici in grado di adottare un comportamento atto a conseguire il miglior risultato possibile sotto determinati vincoli. ipotesi di comportamento ottimizzante James J. March, A Primer on Decision Making, 1994 Uno schema di decisione razionale (in senso sostanziale) Cerchiamo di descrivere la decisione razionale utilizzando uno schema che collega ciascuna possibile azione alle sue conseguenze. Faremo tre assunzioni: ✓ L’individuo è il “depositario” dei propri bisogni, la cui soddisfazione costituisce l’obiettivo della propria attività economica. ✓ L’individuo ha conoscenza delle conseguenze delle proprie azioni. ✓ L’individuo ha un insieme di azioni possibili e sceglie quella la cui conseguenza è più prossima all’obiettivo. Lo schema azione-conseguenza 1. La colonna “Azioni” riporta tutte le azioni (o decisioni) possibili per l’agente economico. 2. A ciascuna azione è associata una o più conseguenze rilevanti in base all’obiettivo dell’agente. Si ottiene così la matrice di tutte le “Conseguenze” possibili per l’agente stesso. Stati del mondo Le conseguenze di un’azione possono differire in base allo “stato del mondo” (o più semplicemente stato) in cui si verificano. Esempio Dovete effettuare un viaggio dalla città x alla città y, e il problema decisionale che dovete risolvere riguarda la scelta del mezzo di trasporto. La colonna delle “Azioni” riporterà tutte le scelte del mezzo di trasporto a vostra disposizione, ad esempio: a1 = auto, a2 = treno,… Ora dovete individuare quali conseguenze di ciascuna azione sono rilevanti rispetto all’obiettivo, ad esempio: durata e comodità. Quindi avremo c1(a1) = durata con auto, c2(a1) = comodità con auto,…, c1(a2) = durata con treno, c2(a2) = comodità con treno … Ma la durata del viaggio in auto, dipende dalle condizioni atmosferiche, cioè la scelta a1 avrà tante conseguenze in termini di durata quanti sono gli stati: sole, pioggia, nebbia (stati del mondo). Questo ci porta a modificare la tabella in una forma più generale Schema azione-conseguenza Schema azione-conseguenza Azioni Durata Comodità Pioggia Sole Pioggia Sole Auto 6h 4h 7 7 Treno 5h 5h 6 8 La costruzione dello schema azione – conseguenza richiede due condizioni fondamentali che riguardano l’agente: conoscenza e informazione. Conoscenza ✓ La conoscenza riguarda la possibilità di elencare tutte le possibili conseguenze delle proprie azioni, e quindi tutti i possibili stati del mondo. I problemi decisionali possono essere di due tipi: ✓ Quelli in cui la conoscenza dell’agente è Completa ✓ Quelli in cui la conoscenza dell’agente è Incompleta (in quest’ultimo caso occorre comprendere se l’agente può apprendere la conoscenza di cui è privo) Informazione L’informazione concorre con la conoscenza a determinare l’insieme appropriato delle conseguenze di ciascuna azione segnalando all’agente in quale condizione ambientale o “stato” si trova effettivamente. Schema azione-conseguenza Azioni Durata Comodità Pioggia Sole Pioggia Sole Auto 6h 4h 7 7 Treno 5h 5h 6 8 Conoscenza: gli stati possibili sono due: pioggia e sole e le conseguenze in ciascuno stato sono quelle della tabella. Informazione: mi trovo nello stato «pioggia» oppure nello stato «sole» La scelta ottima Il principio della razionalità implica che l’agente scelga l’azione la cui conseguenza è la più appropriata al raggiungimento dell’obiettivo. Quindi una volta identificata la o le conseguenze rilevanti l’agente deve: 1. Ordinare le conseguenze 2. Scegliere l’azione la cui conseguenza ha il livello di preferenza massimo 1. ordinare le conseguenze In base al proprio “sistema di preferenze”, l’agente deve poter dire per ogni c1(a1), c1(a2) …, quale conseguenza è preferita o al più indifferente all’altra. 2. Scegliere l’azione La scelta dell’azione verrà fatta considerando la conseguenza che ha il livello di preferenza massima. Nell’esempio precedente, ad esempio, se l’unico criterio che mi interessa è la durata del viaggio e so con certezza che domani pioverà, allora sceglierò il treno. Introduciamo l’incertezza Tuttavia è molto difficile sapere con certezza in quale stato del mondo mi troverò. Nei casi peggiori ci troveremo in condizioni di completa incertezza, non potendo attribuire alcuna probabilità ai diversi stati del mondo. Se siamo fortunati, invece, riusciremo attribuire una probabilità a ciascuno stato possibile, rispettando le regole fondamentali del calcolo probabilistico: 1) gli stati devono essere "mutuamente esclusivi" (o c'è sole, o pioggia, o nebbia, ecc.) 2) la somma delle probabilità degli stati deve essere uguale a 1. Ci troveremo dunque in una situazione di scelta in «condizioni di rischio» Scelta dell’azione in condizioni di rischio La tabella azioni-conseguenze evidenziando le probabilità dei due stati (sole, pioggia) diventa: Scelta dell’azione in condizioni di rischio Se l'agente è in grado di attribuire una probabilità a ciascuno stato, è possibile costruire un indice sintetico dei valori che assumono le conseguenze di ogni data azione nei diversi stati: valore atteso. Il valore atteso della durata del viaggio in auto è pari a: (5 x 0,8) + (8 x 0,2) = 5,6 e quello del viaggio in treno 6 x (0,8 + 0,2) = 6 Questi dati indicano che, se l'obiettivo è scegliere il mezzo che minimizza la durata del viaggio, l'auto è preferibile al treno, data l'informazione disponibile. Il valore atteso di 5,6 ore con l'auto non si realizzerà mai (la durata vera del viaggio in auto sarà o di 5 ore o di 8 ore). Inoltre, se l'agente sceglie l'auto e poi piove, egli impiegherà comunque più tempo che se avesse scelto il treno. Qual è allora il fondamento razionale della scelta effettuata sulla base del valore atteso? La scelta “auto” è la migliore possibile − in condizioni d'incertezza − in quanto il valore atteso indica che il "peso" che l'informazione disponibile attribuisce allo stato più sfavorevole (la probabilità di pioggia) è sufficientemente basso da rendere dominante la conseguenza dello stato più favorevole. Nel resto del corso ci occuperemo solo di scelte in condizioni di informazione perfetta, conoscenza completa e certezza.

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