Evoluzione Dei Cani PDF
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A.S.D. De Lupis – Centro Cinofilo Sportivo
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Questo documento tratta l'origine e l'evoluzione dei cani. Esplora le teorie sull'addomesticamento e le variazioni morfologiche e comportamentali nelle diverse razze. Il documento evidenzia l'importanza della selezione naturale e artificiale nell'evoluzione dei cani.
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MODULO 2 ORIGINE ED EVOLUZIONE Le origini del cane domestico sono un argomento intrigante e molto discusso, anche perché gli altri animali d’affezione, il gatto ed il cavallo, non si sono differenziati altrettanto dai loro antenati selvatici con i quali...
MODULO 2 ORIGINE ED EVOLUZIONE Le origini del cane domestico sono un argomento intrigante e molto discusso, anche perché gli altri animali d’affezione, il gatto ed il cavallo, non si sono differenziati altrettanto dai loro antenati selvatici con i quali la somiglianza è rimasta molto evidente. Il cane, invece, ha subito una radiazione di morfologie incredibilmente vasta e con tante variabili nel volume, nella forma della testa, nella lunghezza degli arti e nel mantello, che per moltissimo tempo si è ritenuto che vi dovessero essere diversi progenitori, almeno due, lupi e sciacalli. Altri credevano, come anche oggi, che tutto avesse preso inizio da un cane selvatico a sé stante, cugino degli altri appartenenti al genere Canis. Eppure, un Chihuahua e un Alano, anche nella loro rilevante diversità, sono evidentemente rappresentati dalla stessa genia. Ben interpretato, infatti, gli estremi volumetrici di una curva a campana la cui moda si colloca a livello del volume di maggior frequenza: la taglia media. Sono pochissime le razze ipernane e pochissime quelle ipergiganti, poche piccole e giganti, un certo numero di medio-piccole e medio-grandi, infine moltissime medie - la taglia del cane primitivo. Mediante la selezione sulle variazioni continue del volume, si può rimpicciolire o ingrandire la taglia fino a un certo limite, oltre il quale raggiungere e mantenere dimensioni estreme diventa complicato e costoso in termini di equilibrio dell’organismo. Anche il temperamento ha una base nell’anatomia dell’animale, i cani piccoli e leggeri tendono ad essere molto dinamici ed emotivi, quelli grandi e pesanti sono esattamente all’opposto. Le inclinazioni caratteriali subiscono le influenze neuro-endocrine, perciò la fisiologia determina, in parte, il fenotipo comportamentale. Nonostante le differenze tra i tipi canini, e benché sia chiaro a chiunque che i cani sono tutti cani, negli ultimi due secoli teorie disparate promulgate da studiosi per lo più in contrasto fra loro, si sono diffuse ovunque. In particolare vi erano due quesiti da risolvere: il primo, se l’origine del cane fosse monofiletica o polifiletica, ovvero se da uno o da più ancestrali selvatici, e il secondo, quale fosse tale forma ancestrale. LINNEO, che fondò la classificazione zoologica e attribuì il nome scientifico canis lupus familiaris nel 1758, riconobbe che tutti i cani appartenevano alla medesima specie e fu sostenitore dell’ipotesi monofiletica, pur senza azzardare il nome del progenitore selvatico. Fortunatamente, negli ultimi decenni la scienza ha chiarito molti dubbi, ora abbiamo le idee più chiare. Non solo sulle genealogie dei cani ma anche su quelle dell’uomo. Sappiamo anche che, rispetto a quello che si credeva all’inizio del secolo, l’atto di nascita della nostra specie dev’essere spostato molto, molto più indietro nel tempo e così quello del nostro primo animale domestico. I più recenti studi basati sulla genetica, supportati da ritrovamenti paleontologici, hanno portato a ritenere valido il riconoscimento del lupo grigio (canis lupus) come progenitore del cane domestico, riconosciuto ASD DE LUPIS – CENTRO CINOFILO SPORTIVO Corso da Addestratore Cinofilo 1 come sottospecie (canis lupus familiaris). Ancora incerte sono le ipotesi sul processo di domesticazione. Una delle ipotesi più accreditate è quella dei coniugi RAY e LORNA COPPINGER, biologi, che propongono la teoria di un "domesticamento naturale" del lupo, una selezione naturale di soggetti meno abili nella caccia, ma al contempo meno timorosi nei confronti dell'uomo, che avrebbero cominciato a seguire i primi gruppi di cacciatori nomadi, nutrendosi dei resti dei loro pasti, ma fornendo inconsapevolmente un prezioso servizio di "sentinelle", stabilendosi in seguito nei pressi dei primi insediamenti, e dando il via ad una sorprendente coabitazione tra due specie di predatori, con reciproci vantaggi. Alcuni di questi "cani selvatici" sarebbero poi stati avvicinati ed adottati nella comunità umana come cani del villaggio, i "cani pariah" che si trovano ancora in alcune società, tollerati per il loro ruolo di spazzini e di predatori di piccoli animali nocivi, dando il via ad un perfetto esempio di coevoluzione. Quasi certamente, come dimostrato anche dagli studi di DMITRIJ BELJAEV, la naturale selezione basata sulle attitudini caratteriali al domesticamento ha provocato la comparsa di mutamenti fisici; dalla riduzione del volume cranico, all'accorciamento dei denti, ma anche la comparsa di caratteri quali le chiazze bianche sul mantello e le code arricciate. In una ricerca pubblicata nel 2013 sulla rivista scientifica Science, alcuni ricercatori dell'Università di Turku in Finlandia hanno utilizzato il DNA mitocondriale, comparando il genoma di 18 canidi preistorici europei e americani con uno spettro del genoma di cani e di lupi attuali. Le somiglianze risultanti dalla comparazione indicherebbero che filogenicamente tutti i cani moderni sono maggiormente simili ai cani europei, sia moderni che preistorici. Le analisi molecolari suggerirebbero come datazione che i primi casi di addomesticamento del cane dal lupo risalirebbero ad un periodo compreso tra il 18.800 e 32.100 anni fa, in popolazioni nomadi di cacciatori raccoglitori europee. Questo studio contraddirebbe la tesi secondo la quale le prime domesticazioni siano avvenute in Asia in popolazioni stanziali. Anche se episodi "abortiti" di domesticazione sono avvenuti in varie epoche e luoghi. In Europa il primo resto archeologico di cane è stato ritrovato in Belgio nella caverna di Goyet nelle Ardenne e risale a 31.000 anni fa. Scoperto nel 1870 si è ritenuto per molto tempo che fosse un lupo ma nel 2007 è stato ristudiato e ricatalogato. Inoltre, nei siti archeologici più antichi, numerosi sono i ritrovamenti di resti di cani che pure testimoniano le prime differenze dall'antenato selvatico. La testimonianza più antica di un legame fra cani ed umani risale al Gravettiano (circa 28.000 anni fa) e sono le orme di un bambino e di un cane ritrovate presso la grotta di Chauvet, nel sud della Francia. Sono stati scoperti siti tombali risalenti allo stesso periodo (25.000/28.000 anni fa) che dimostrano una sepoltura rituale di cani come l’introduzione di un osso di mammut nella bocca di uno dei tre cani ritrovati. Tuttavia, la prima testimonianza di un legame affettivo tra uomo e cane risale al più recente periodo natufiano (circa 12.000 anni fa) presso il sito di Ein Mallaha in Israele con una tomba che conserva i resti di un uomo anziano coricato su un fianco in posizione fetale che protende un braccio verso i resti di un cucciolo di cane. Alla luce delle esperienze in cui si è tentato di addomesticare il lupo, tentativi tutti miseramente falliti, o di ibridazione dello stesso con i cani (gli unici tre tentativi riusciti, dopo innumerevoli peripezie, sono il Cane lupo cecoslovacco, il Saarloos e il Lupo Italiano) sembra alquanto inverosimile che la prima differenziazione ASD DE LUPIS – CENTRO CINOFILO SPORTIVO Corso da Addestratore Cinofilo 2 tra razze diverse sia da attribuire alle diverse sottospecie di lupo che, secondo la tradizione, vennero addomesticate quasi contemporaneamente in diverse parti del mondo, in situazioni geografiche e climatiche altrettanto dissimili. Appare più logico, invece, che le prime razze siano state selezionate in maniera molto più semplicemente empirica tramite l'accoppiamento di cani pariah con caratteristiche analoghe ad esempio i levrieri ancestrali possono essere stati il frutto di selezione fra cani snelli, veloci ed abili predatori, così come gli antenati del Basenji furono selezionati accoppiando cani di piccola taglia con gambe snelle particolarmente abili nel cacciare i topi. Successivamente, i soggetti più dotati fisicamente e/o attitudinalmente per i diversi impieghi, furono selezionati con metodi sempre più efficaci: a quanto pare i primi ad effettuare un processo selettivo sistematico furono i romani intorno al III-IV sec. a.C. Può essere interessante osservare come le grandi variazioni morfologiche che hanno permesso al lupo di "trasformarsi" in Alano, Chihuahua oppure Bassotto, si siano presentate nel corso dei secoli in forma involontaria, vere e proprie mutazioni spontanee che l'uomo ha saputo sfruttare. Si sono talvolta sfruttate quelle che potevano apparire assurde bizzarrie genetiche, quali il nanismo acondroplasico (arti corti su corpi normali), utili in cani adibiti a seguire la selvaggina nel folto dei cespugli, o dentro le tane: ecco la comparsa delle forme "bassotte" in molte razze da caccia. Molto interessante, poi, la ricostruzione dell'evoluzione delle razze attraverso il fenomeno del pedomorfismo neotenico, la conservazione cioè nei cani adulti di alcuni tratti morfologici e caratteriali tipici di diverse fasi giovanili dello sviluppo del lupo. In base a tale teoria, si possono raccogliere le razze in 4 gruppi: 1. cani primitivi - Discendenti del lupo con proporzioni della testa e struttura generale fortemente lupine, orecchie erette. Esempi: Groenlandese, Pharaon hound, Basenji, Västgötaspets, Siberian Husky, Samoiedo 2. pedomorfi di primo grado - teste allungate, stop accentuato, orecchie semi erette. Sono segugi e cani paratori, con spiccato istinto all'inseguimento. Esempi: Wolfhound, Bloodhound, Bracco, i Collie, i Terrier, Bassotto 3. pedomorfi di secondo grado - teste più larghe, musi più quadrati, stop marcato, orecchie pendenti, pelle più spessa. Cani giocatori con gli oggetti, buoni riportatori. Esempi: Terranova, Golden Retriever, Barbone, Cavalier King Charles Spaniel, Bichon Frisé; 4. pedomorfi di terzo grado - accentuati diametri trasversali, musi corti o cortissimi, occhi frontali, orecchie piccole e cadenti, cute abbondante che forma rughe, molto predisposti all'accumulo di grassi. Cani "lottatori" anche nella forma giocosa, fortemente territoriali e diffidenti. Esempi: i Mastini, i cani da montagna, i cani da presa, Bulldog, Carlino, Pechinese. ASD DE LUPIS – CENTRO CINOFILO SPORTIVO Corso da Addestratore Cinofilo 3 LA NASCITA DELLE RAZZE CANINE All'origine di nuove razze ci sono gli accoppiamenti controllati, ma se applichiamo la genetica all'evoluzione, riscontriamo che alla base della formazione delle razze vi sono cinque meccanismi evolutivi principali: 1) La mutazione, che produce nuovi tipi genetici e determina i cambiamenti morfologici. Le mutazioni sono rare perchè sovente sono geneticamente recessive, ma in condizioni di consanguineità la loro frequenza aumenta. In alcuni casi le mutazioni sono vantaggiose, in altri, però, possono causare malattie, infertilità e portare alla morte, in quanto consistono in cambiamenti fortuiti in organismi biologicamente adattati da una lunga storia selettiva (Gallicchio 2001). 2) La selezione naturale, consiste essenzialmente in una "competizione risproduttiva" che fa sì che gli individui morfologicamente e caratterialmente più adatti a vivere in un determinato ambiente e in un determinato gruppo, abbiano maggiori possibilità di riprodursi rispetto agli altri. Con questo principio le mutazioni nocive sono destinate a sparire nel corso delle generazioni, in quanto solamente i "più adatti" sono destinati a sopravvivere. 3) La selezione artificiale, opera dell'uomo, ha fatto sì che sin dall'inizio della convivenza tra le due specie, solo i soggetti più adatti a vivere a stretto contatto con l'uomo e a svolgere particolari funzioni, venissero adottati e riprodotti. Se la selezione naturale ha reso il lupo perfettamente adattato a vivere in un ambiente naturale, la selezione artificiale ha fatto sì che l'uomo scegliesse i soggetti più adatti al nuovo ambiente, adatti a diventare cani (Gallicchio 2001). 4) La deriva genetica, consiste nelle fluttuazioni statistiche delle frequenze geniche nelle popolazioni da una generazione all'altra, con una tendenza all'omogeneizzazione della popolazione. La deriva influenza tutti i geni anche se in direzioni ed in misura diverse e in modo del tutto casuale, mentre la selezione agisce solo su alcuni geni e in una direzione precisa. La deriva deve aver inciso molto sui caratteri biologicamente ininfluenti, ma a lungo andare deve aver influito su tutto il patrimonio genetico. Ciò spiegherebbe come si siano creati ceppi distinti e tipi morfo- funzionali diversi tra le popolazioni di cani quando l'uomo divenne stanziale (Gallicchio 2001). 5) La migrazione di individui da una popolazione all'altra o da un luogo all'altro. Inizialmente è improbabile che vi siano state migrazioni di individui da una popolazione all'altra, ma è molto più probabile che l'uomo primitivo abbia fatto ricorso all'incrocio con nuovi soggetti selvatici. Solamente con lo sviluppo dell'agricoltura e della pastorizia e con le migrazioni di popolazioni umane che portarono con sè i loro cani, si può presupporre che siano avvenuti i primi incroci tra cani (Neolitico). (Gallicchio 2001). In ogni caso il processo di addomesticamento è stato molto lento e le modifiche morfologiche sono avvenute in tempi successivi, involontarie, conseguenza della deriva, della consanguineità, dell'isolamento. L'associazione tra tipi morfologici ed attitudini funzionali è molto tarda. L'attitudine funzionale in associazione con la struttura fisica non si può progettare, ma piuttosto una scoperta ed è proprio da queste scoperte casuali che si basa il primo desiderio di selezionare. Ogni nuova caratteristica compare per caso e viene valutata come piacevole o negativa. (Gallicchio 2001). In realtà nessuna razza è in grado di sopravvivere in ambiente naturale al pari del lupo, fatta eccezione per i cani da slitta, che tuttavia risultano essere svantaggiati rispetto agli altri predatori a causa della riduzione delle dimensione dei denti (Scott e Fuller, 1995). !Alcuni cani hanno eliminato o sensibilmente ridotto la ASD DE LUPIS – CENTRO CINOFILO SPORTIVO Corso da Addestratore Cinofilo 4 capacità di recepire segnali di sottomissione o di interrompere un’aggressione per preservare la propria integrità come i cani da combattimento o quelli da caccia in tana (Scott e Fuller, 1965). Attraverso la selezione possono anche comparire repertori comportamentali agonistici nuovi per esempio, incrociando i soggetti che casualmente presentavano questo comportamento, è stato ottenuto un ceppo di cani da combattimento che prima dell’attacco colpisce con il petto l’avversario per sbilanciarlo (Coppinger, 2001). La costruzione e la definizione delle razze pure appartengono in massima parte alla storia più recente del cane. Ad opera dell’uomo è stata sviluppata una vastissima espressività fenotipica della variabilità genetica caratteristica della specie canina, come dimostra la produzione di oltre 400 razze riconosciute dalla FCI. I cani moderni sono il frutto di migliaia di anni di selezione artificiale volta ad ottenere i soggetti più adatti a compiti ben determinati e ancora oggi gli effetti di tale selezione sono presenti nella memoria di razza di ogni cane, ossia nell’insieme delle attitudini ereditabili caratteristiche di una certa razza. La selezione di ogni singola caratteristica del cane porta con sè anche la modifica involontaria di molti altri tratti. Nel tempo, l'uomo ha selezionato diverse razze e varietà di cani per avere un aiuto nelle sue attività. Esistono quindi razze di cani da pastore, da caccia, da guardia, da compagnia, da corsa. L’FCI E LA SUDDIVISIONE DELLE RAZZE IN GRUPPI Nei cani sono state selezionate razze da migliaia di anni, talvolta incrociando fra loro cani ancestrali della stessa linea, qualche volta mischiando cani da linee molto diverse. Le selezioni continuano anche oggi creando una moltitudine di varietà di razze canine. Di seguito vengono elencate razze riconosciute dalla Fédération Cynologique Internationale (FCI) segnalate dal numero dello standard ufficiale che segue il nome, razze riconosciute da enti non affiliati alla stessa FCI, razze e/o varianti locali non ufficialmente riconosciute o in via di riconoscimento, e anche alcune nuove razze ancora "in via di sviluppo". Sono stati adottati in questo elenco i nomi ufficiali delle razze, secondo la terminologia FCI. Si è ritenuto di utilizzare la traduzione italiana nei casi in cui questa sia di uso corrente nel mondo cinofilo. In alcuni casi sono riportati in elenco entrambi i nomi. I gruppi secondo la classificazione della FCI sono Gruppo 1: cani da pastore e bovari (esclusi bovari svizzeri) ASD DE LUPIS – CENTRO CINOFILO SPORTIVO Corso da Addestratore Cinofilo 5 Gruppo 2: cani di tipo pinscher e schnauzer - molossoidi e cani bovari svizzeri Gruppo 3: terrier Gruppo 4: bassotti Gruppo 5: cani di tipo spitz e di tipo primitivo Gruppo 6: segugi e cani per pista di sangue Gruppo 7: cani da ferma Gruppo 8: cani da riporto, da cerca e da acqua Gruppo 9: cani da compagnia Gruppo 10: levrieri link dove sono elencate tutte le razze canine riconosciute dalla FCI e ENCI https://www.enci.it/libro-genealogico/razze ASD DE LUPIS – CENTRO CINOFILO SPORTIVO Corso da Addestratore Cinofilo 6