Ricognizione Archeologica - Tecniche e Obiettivi

Un metodo di ricerca archeologica che mira a studiare la distribuzione spaziale delle attività umane, i cambiamenti nel corso del tempo e le relazioni tra popolazioni, terre e risorse.

La definizione dei confini dell'area di studio, che possono essere naturali, culturali o arbitrari.

Analizzare i processi storici e naturali che possono aver modificato o occultato i reperti in superficie.

Valutare le condizioni climatiche, la disponibilità di risorse, la difficoltà di accesso e la presenza di comunità locali, che possono influenzare la scelta del metodo di ricognizione.

Un metodo di ricognizione più semplice che prevede una ricerca informale dell'area, raccogliendo e registrando i reperti in superficie.

Un metodo di ricognizione più rigoroso che utilizza griglie o transetti per suddividere l'area in sezioni e analizzare ogni sezione in modo uniforme.

Un metodo che consente di raccogliere dati su un'area vasta, fornendo informazioni generali su un gran numero di siti.

Uno scavo che permette di ottenere informazioni dettagliate su un'area specifica, ma è limitato a una piccola porzione di terreno.

Il processo di identificazione di siti archeologici attraverso l'esame di fonti documentarie, come le saghe vichinghe o la Bibbia.

La pratica di preservare i siti archeologici durante i progetti di costruzione, ad esempio, esaminando un'area prima di costruire una nuova strada.

Un metodo di indagine archeologica che prevede l'individuazione di resti visibili, come edifici o tumuli funerari, e l'analisi di manufatti in superficie.

L'approccio della ricognizione di riconoscimento, in cui gli archeologi studiano aree con una bassa densità di manufatti per ricostruire le attività umane in un'area.

Il processo di mappatura e comprensione della distribuzione e dell'organizzazione dei siti archeologici in un'area.

L'evoluzione della ricognizione di riconoscimento, dove questa tecnica è considerata un metodo di indagine indipendente, fornendo informazioni diverse dallo scavo.

Lo scavo archeologico è un processo lento e costoso, mentre la ricognizione è più economica, rapida e non distruttiva.

L'archeologia usa la ricognizione per studiare i problemi che interessano a livello regionale, fornendo dati che lo scavo non può fornire.

La ricognizione archeologica può essere estensiva, analizzando ampi cambiamenti paesaggistici, o intensiva, concentrandosi su un sito o un gruppo di siti.

Le immagini scattate dai satelliti sono un valido strumento per l'archeologia, nonostante la loro scala molto ampia. Sono utili per studiare strutture su larga scala, come antichi sistemi di irrigazione.

Coinvolge l'analisi di una porzione rappresentativa di un'area o sito per ottenere informazioni significative senza esaminare l'intero.

Queste immagini satellitari, come quelle di LANDSAT, possono rivelare antichi campi coltivati e insediamenti.

Sceglie i quadrati da campionare utilizzando una tavola di numeri casuali, ma può portare a distorsioni come la concentrazione di quadrati in alcune aree.

Il GIS è una tecnologia che unisce un database con strumenti di cartografia digitale.

Divide la regione in zone naturali (boschi, campi) e sceglie i quadrati in modo casuale, con il numero di quadrati proporzionale all'area di ciascuna zona.

Il GIS è progettato per raccogliere, archiviare, analizzare e visualizzare dati spaziali.

Utilizzata per percorsi rettilinei suddivisi in unità, ideale per grandi aree e aree difficili, per misurare la densità di manufatti.

I GIS possono includere diversi tipi di dati, come informazioni topografiche, ambientali e archeologiche.

Comprende quadrati per esaminare un'area maggiore e aumentare la probabilità di trovare siti archeologici.

I dati nel GIS sono organizzati in strati di mappa, ognuno dei quali rappresenta una specifica variabile.

Il GIS è uno strumento prezioso per la creazione di modelli predittivi per localizzare siti archeologici.

Combina metodi di campionamento per evitare distorsioni e garantire uniformità.

La ricognizione aerea è importante per documentare, interpretare e monitorare i cambiamenti dei siti archeologici nel tempo.

Dopo aver localizzato un sito archeologico, è fondamentale valutare il suo assetto e gli elementi che lo compongono.

L'esame della distribuzione di manufatti in superficie per identificare un sito archeologico, datare e studiare i diversi livelli di occupazione.

La raccolta dei manufatti in superficie fornisce una visione generale di un sito, ma può non essere accurata per i livelli più antichi, specialmente in siti con occupazioni prolungate.

Piccole aree scavate per valutare l'estensione e la profondità di un sito, fornendo informazioni dettagliate su una porzione limitata del terreno.

Tecniche che permettono di esplorare il sottosuolo senza scavare, individuando strutture e oggetti sepolti, ad esempio, radar e georadar.

L'utilizzo di aste metalliche e trivelle per sondare il terreno, identificando corpi solidi o vuoti, e prelevando campioni di suolo.

Sondaggi praticati in modo sistematico, utilizzando piccole buche equidistanti, per esplorare un'area in modo più accurato.

Tecnica di prospezione del sottosuolo utilizzata da Lerici negli anni '50, che prevede l'utilizzo di un foro, un tubo periscopico e una fotocamera per osservare tombe o altri spazi sotterranei.

Valutare i rischi e i benefici di diversi metodi di ricerca archeologica e scegliere quello più adatto al contesto specifico.

Lo studio degli strati archeologici trovati durante gli scavi, che segue il principio di sovrapposizione, per cui uno strato inferiore è più antico di quello superiore.

Metodi di scavo che si concentrano sull'analisi stratigrafica, studiando gli strati di terreno in profondità.

Metodi di scavo che si focalizzano sull'apertura di ampie aree per analizzare le relazioni spaziali tra manufatti ed elementi presenti nel sito.

Il metodo di scavo per quadrati di Wheeler, unisce sia l'analisi verticale che orizzontale, mantenendo pezzi di terreno non scavato tra i quadrati scavati per preservare le relazioni tra i vari strati.

Un metodo di scavo che si apre un'area che si restringe gradualmente, utile per ottenere una visione stratigrafica progressiva.

Branca dell'archeologia che si occupa dello studio di siti sommersi, come pozzi, sorgenti e insediamenti sommersi.

Un sito archeologico che presenta un solo periodo di occupazione.

Un sito archeologico che presenta più periodi di occupazione, dove è difficile trovare aree di depositi non disturbati, richiedendo un'attenta ricostruzione e interpretazione.