Tecniche di Osservazione del Comportamento PDF
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Questo documento esplora le tecniche di osservazione del comportamento, delineando le basi epistemologiche e i metodi di applicazione. Si analizzano le implicazioni dell'osservazione nel contesto della psicologia clinica, discutendo l'importanza dell'esperienza e del metodo scientifico. Vengono esaminati diversi approcci filosofici alla conoscenza, inclusi l'empirismo e il razionalismo.
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lOMoARcPSD|44117576 Tecniche di osservazione del comportamento Introduzione Premessa metodologica L’osservazione: psicologia clinica → psicologia dello sviluppo, non esiste osservazione del comportamento dell’età adulta Impariamo...
lOMoARcPSD|44117576 Tecniche di osservazione del comportamento Introduzione Premessa metodologica L’osservazione: psicologia clinica → psicologia dello sviluppo, non esiste osservazione del comportamento dell’età adulta Impariamo 10% di ciò che leggiamo 20% di ciò che ascoltiamo 30% di ciò che vediamo 50% di ciò che ascoltiamo e vediamo 70% di ciò che discutiamo 90% di ciò che spieghiamo a qualcun altro Perché cooperare per imparare? 1. Imparare ad imparare 2. Saper comunicare 3. Saper collaborare 4. Utilizzare livelli di pensiero più elevati 5. Saper generalizzare e quindi verificare 6. Utilizzare ed aumentare le intelligenze multiple 7. Aumentare la motivazione 8. Aumentare l’intelligenza emotiva Cooperative learning Specifica metodologia di insegnamento Gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso Docente come facilitatore ed organizzatore delle attività Necessita di “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving di gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti All’interno dei piccoli gruppi di apprendimento gli studenti sviluppano determinate abilità e competenze sociali, intese come un insieme di “abilità interpersonali e di piccolo gruppo indispensabili per sviluppare e mantenere un livello di cooperazione qualitativamente alto” Attualmente i maggiori gruppi di ricerca sul Cooperative Learning sono quelli di D. Johnson e R. Johnson alla University of Minnesota di Minneapolis, quello di R. Slavin alla Johnns Hopkins University di Baltimora e quello di S. Sharan alla Tel Aviv University di Tel Aviv Tecniche di osservazione del comportamento 1 lOMoARcPSD|44117576 Perché osservare? Nella pratica clinica l’osservazione costituisce uno strumento indispensabile per cogliere le dinamiche relazionali e per verificare il percorso clinico e l’adeguatezza degli interventi messi in atto (Venuti P., 2001) L’osservazione diretta del comportamento è uno strumento utilizzato sia nella ricerca psicologica sia in ambito clinico Basi epistemologiche dell’osservazione Parlare di osservazione significa parlare di conoscenza Significato e scopo dell’osservazione Rilevare Accertare Riconoscere un fatto Fornire un’informazione su un fenomeno Cogliere qualcosa che si sta verificando nel mondo reale Può essere effettuata sul campo o in laboratorio, tramite i nostri sensi o con altri strumenti, in libertà oppure sotto controllo, insomma possiamo osservare in condizioni diverse, ma sempre lo facciamo per un obiettivo fondamentale: fornire dati utili alla conoscenza (Aureli et Perucchini, 2014) L’osservazione Corrisponde al versante empirico del processo conoscitivo, di cui le ipotesi, i costrutti, i modelli costituiscono il versante teorico. Essa rappresenta il ruolo dell’esperienza nella formulazione di una teoria, l’aggancio alla realtà di ciò che la teoria dice... (Aureli et Perucchini, 2014) Le teorie sono costituite da concetti e quindi i fatti concreti dell’osservazione devono essere trasformati in entità astratte, con inevitabile perdita e/o modifica delle informazioni raccolte L’osservazione è effettuata con mezzi umani e quindi la realtà anche in questo caso viene trasformata dal mezzo per rilevarla Pertanto, ciascuno dei due versanti, teorico ed empirico, del processo conoscitivo presenta problemi Non si può teorizzare su un fenomeno reale con l’obiettivo di conoscerlo senza averlo prima osservato Metafora del cosiddetto “arco della conoscenza” (Oldroys, 1986) Una struttura sta in piedi grazie al sostegno di due pilastri: l’uno che porta il pensiero verso l’alto, conducendo le informazioni ricevute dai sensi verso i concetti elaborati dall’intelletto; l’altro che lo porta verso il basso, facendo scendere le idee dal cielo dell’astrazione fino alla terra dei fatti Quale via per la conoscenza? Gli antichi chiamavano episteme per distinguerla dalle opinioni correnti chiamate con il termine doxa È stato l’interrogativo che ha dominato a lungo la riflessione dell’epistemologia (branca della filosofia che si interroga su che cosa significhi fare scienza) Per conoscere è necessario seguire la via dell’induzione, quella che va dall’osservazione alla teoria, oppure quella della deduzione, che va dalla teoria alla realtà Una decisione importante… Si tratta di decidere se il percorso corretto della scienza sia il ragionamento induttivo, in base a cui si inferisce da una molteplicità di casi osservati una regola generale, oppure il ragionamento deduttivo, in base a cui si applicano regole generali trovate per via logica ai casi particolari Tradizioni filosofiche antagoniste Tecniche di osservazione del comportamento 2 lOMoARcPSD|44117576 Francis Bacon (Francesco Bacone) sosteneva che soltanto una raccolta sistematica di informazioni capace di registrare l’intera variabilità di un fenomeno e un’ascesa misurata e graduale da quelle informazioni alle affermazioni generali garantiscono di arrivare alla conoscenza vera (metodo induttivo) René Descartes (Cartesio) riteneva invece che soltanto la perfezione delle idee – chiare e distinte – che si raggiunge con l’uso della pura ragione, senza l’intervento dei sensi ma solo della logica, offre questa garanzia (metodo deduttivo) Ragionamento deduttivo Cartesio Ragionamento induttivo Bacone Procedimento logico che porta Procedimento logico che porta dal particolare all’universale, per cui si dall’universale al particolare, per cui si parte da un’affermazione inferisce una regola generale a partire da una molteplicità di casi teorica data per scontata e si arriva a una conclusione specifica singoli Passare da una legge generale stabilita dalla sola ragione alla sua Inferire una legge generale a partire da fatti particolari richiede la applicazione nella realtà richiede di avere informazioni empiriche e formulazione di ipotesi e quindi l’intervento della ragione quindi l’intervento dell’osservazione Nessuno dei due paradigmi conoscitivi è esaustivo «La riflessione del secolo successivo girò ancora intorno a queste difficoltà senza uscirne, per cui la radicalità iniziale delle posizioni sfumò verso il riconoscimento che nessuna delle due era in grado di rendere conto da sola del processo conoscitivo» (Aureli e Perrucchi) Il problema irrisolvibile dell’induzione «Non potendo osservare tutti i casi possibili di un fatto e sicuramente non potendolo fare per i casi futuri, dovremmo avere argomenti dimostrativi che provino che quei casi di cui non abbiamo avuto nessuna esperienza somigliano a quelli di cui l’abbiamo avuta» L’impossibilità di una ragion pura In ambito razionalista: ragionamento puro su un qualche fenomeno della realtà (che non faccia alcun riferimento alla realtà) è ugualmente impossibile L’istanza antispeculativa Le scienze empiriche (interessate alla conoscenza della realtà piuttosto che alla speculazione teorica) utilizzarono il metodo induttivo nel corso del 19° secolo l’istanza antispeculativa – stare ai fatti e non alle idee – e con ciò (Antiseri, 1977) Scienza come mera descrizione Motto di Newton: hypotheses non fingo («non formulo ipotesi») Precetto di Lavoisier di conservare soltanto i fatti Visione di Ampere secondo cui la fisica è l’esatta rappresentazione delle cose Tesi di Comte circa le scienze naturali come studi circoscritti all’analisi dei fenomeni Nuova luce alla teoria grazie alle scienze empiriche L’empirismo logico dei primi del Novecento si incaricò di riportare la teoria a una maggiore dignità nell’ambito delle scienze empiriche Cercarono di combinare l’empirismo inglese con l’opera razionalista di matematici e logici tedeschi, allo scopo di salvare ragione ed esperienza, teoria e osservazione nella costruzione della scienza L’empirismo logico L’empirismo affermava che una teoria a contenuto empirico, che cioè intende spiegare un fenomeno della vita reale, può dirsi scientifica se ragiona su dati osservativi e se usa quei dati per verificare le sue affermazioni Neoempirismo logico La teoria è ben accettata in questo tentativo di fare scienza ma deve essere verificata dall’osservazione Tecniche di osservazione del comportamento 3 lOMoARcPSD|44117576 Il linguaggio della teoria deve essere completamente traducibile nel linguaggio dell’osservazione Ci devono essere «regole di corrispondenza» che connettono molto esattamente i significati espressi nel linguaggio teorico con quelli espressi nel linguaggio osservativo Rudolph Carnap e gli algoritmi - La traduzione teorica del linguaggio osservativo Tali regole, veri e propri algoritmi nella versione di Rudolph Carnap, garantiscono che le affermazioni teoriche siano perfettamente riducibili a enunciati osservativi e poiché il linguaggio di tali enunciati, quello osservativo appunto, è il linguaggio delle cose, della realtà, le affermazioni teoriche possono essere confrontate con la realtà che presumono di spiegare e quindi possono essere verificate Il dogma dell’immacolata osservazione Tuttavia, seri dubbi circolavano sulla possibilità di credere a quello che è stato chiamato il «dogma dell’immacolata osservazione» L’intreccio infinito fra oggettivo e soggettivo Viene quindi ripreso da Kant l’argomento secondo cui, in contrasto con i neoempiristi, oggettivo e soggettivo sono sempre intrecciati, e questo intreccio caratterizza la produzione della conoscenza fin dall’inizio Ne deriva pertanto l’impossibilità di separare nettamente i fatti dalla teoria Tornando a Kant «La ragione vede solo ciò che lei stessa produce secondo il proprio disegno e deve entrare innanzi e costringere la natura a rispondere alle sue domande; e non lasciarsi guidare da lei, per così dire, colle redini, perché altrimenti le nostre osservazioni, fatte a caso e senza un disegno prestabilito, non mettono a capo a una legge necessaria che pure la ragione cerca e di cui ha bisogno» Con William Whewell La mente «superinduce» i concetti ai fatti nel mentre che raccoglie dati, per cui lo stesso processo induttivo combina sempre una componente oggettiva – i dati osservativi – con una componente soggettiva – l’esercizio del pensiero di chi sta osservando L’originalità del contributo di Whewell alla filosofia della scienza è da rintracciarsi soprattutto nel tentativo di aggiornare l’empirismo alle innovazioni concettuali introdotte da Immanuel Kant nella Critica della Ragion Pura: l’esperienza non è una mera “somma di dati”, poiché è la mente a svolgere su di essi un ruolo attivo mediante “concetti” (spazio, tempo e categorie trascendentali secondo Kant; idee fondamentali secondo Whewell) che a priori intervengono a dare coerenza e forma alle percezioni, ovvero, che in parte determinano l’esito delle osservazioni e dei dati sensibili in generale Arrivando a Popper Popper ha affermato che dobbiamo a Kant l’idea che «il mondo quale lo conosciamo è una nostra interpretazione dei fatti osservabili alla luce di teorie che inventiamo da noi stessi». Questa idea kantiana ha fornito un’argomentazione generale contro le tesi empiriste New message… Cambiamento che esso produce nel modo di concepire l’osservazione L’empirismo logico concepiva l’osservazione come lo specchio fedele della realtà. La ritroviamo molto più compromessa… L’osservazione carica di teoria Si riconosce: che non è possibile osservare i fatti senza l’intervento del pensiero, guardare il mondo esterno – le cose – senza attivare quello interno – i processi percettivi, cognitivi, emotivi – e che pertanto l’osservazione è, come si dice da allora, «carica di teoria» (theory-laden) Popper esplicita: Tecniche di osservazione del comportamento 4 lOMoARcPSD|44117576 «Non esiste alcunché che si possa considerare come esperienza osservativa pura, cioè assolutamente libera da aspettativa e da teoria» [Popper, 1945] Popper dice 1. Non «abbiamo» un’osservazione (come possiamo avere un’esperienza di senso) ma «facciamo» un’osservazione 2. Un’osservazione è una percezione pianificata e programmata 3. Un’osservazione è sempre preceduta da un particolare interesse, una questione, o un problema – in breve, qualcosa di teorico 4. «Un processo in cui giochiamo una parte intensamente attiva. Dopo tutto, possiamo sempre porre una questione sotto forma di ipotesi o congettura a cui aggiungiamo «È così? Sì o no?» 5. Questo è il motivo per cui le osservazioni sono sempre selettive e per cui presuppongono qualcosa come un principio di selezione [Popper, 1972] Popper afferma inoltre… «Il numero di asserzioni di base che potremmo fare osservando un fenomeno è infinito e quelle che effettivamente faremo sono un numero limitato, deciso dall’osservatore in base al processo decisionale…» La critica popperiana e gli esiti per la tecnica dell’osservazione… La critica popperiana all’osservazione immacolata venne raccolta dal dibattito successivo e inquadrata in posizioni epistemologiche più radicali, che accentuano la dipendenza non solo dell’osservazione dalla teoria, come si è già visto, ma della teoria dalle visioni del mondo accettate per buone dalla comunità scientifica [Kuhn, 1962] e quindi dalle condizioni storico- culturali e sociali in cui tale comunità opera Posizione umile nella scienza… Privata del punto di appoggio di un’osservazione neutra e di una razionalità intrinseca, si arriva a dire che la scienza è niente altro che un discorso tra i tanti che l’uomo fa per rappresentare il mondo, non diversamente dalla metafisica, dalla religione o dall’arte L’impossibilità di una ricorrenza del linguaggio L’osservazione conserva il compito di descrivere la realtà in modo fedele e di produrre asserzioni basate sull’evidenza dei fatti ma tale evidenza non è di tipo semplice Riprendendo l’esempio da Popper , quando diciamo che «questo cigno è bianco» andiamo oltre il dato di realtà: «infatti, chiamando cigno una certa cosa, le attribuiamo proprietà che vanno molto al di là della pura e semplice osservazione», in base a cui potremmo solo dire che la cosa vista è grande e bianca In conclusione qual è il ruolo dell’osservazione? Quello di essere non il fondamento di una teoria ma il suo banco di prova, utile per confrontare le affermazioni con la realtà Il discorso si sposta sul piano metodologico e procedurale Riguarda il modo di condurre osservazioni attendibili, su cui si possa avere fiducia, tali cioè che offrano una sponda alla teoria affinché si possa procedere nel continuo confronto tra concetti generali ed eventi particolari che muove la scienza Panoramica storica Il periodo iniziale: l’osservazione come paradigma di ricerca Origine del metodo Tecniche di osservazione del comportamento 5 lOMoARcPSD|44117576 Biografie infantili: le più antiche risalgono alla fine del ‘700, scritte sotto forma di diario dai genitori dove si registravano i cambiamenti osservati, venivano registrati soltanto i nuovi comportamenti. La biografia più famosa è quella di Darwin che osservò il primo anno di vita (1839-1840) del figlio Doddy Altri considerevoli lavori biografici Pestalozzi, 1774 Tiedemann, 1787 Strumpell, 1846 Le biografie riportavano osservazioni molto dettagliate e ancora attuali sullo sviluppo della regolazione delle emozioni e delle manifestazioni comportamentali complesse come ad esempio lo sviluppo morale. Rimangono fonte di dati di grande interesse Un’altra delle osservazioni biografiche più significative è di Preyer W. (1882) medico fisiologo, applicò i rigorosi sistemi osservativi delle scienze naturali durante le sue osservazioni del figlio Prima osservazione metodologica Preyer osservava il figlio in determinate ore della giornata soffermando la sua attenzione sulla limitazione le attività sensoriali e lo sviluppo comunicativo quest’opera produsse un notevole interesse per questa modalità di ricerca e inaugurò la moda di tenere un diario dello sviluppo dei propri figli I clinici dei primi del ‘900 Charlotte Buhler e Anna Freud sostengono il ruolo privilegiato dell’osservazione nella raccolta dei dati sul comportamento del bambino, raccomandando l’utilizzo dei diari compilati giornalmente dalle madri per riportare ciò che il proprio bambino faceva e diceva Dagli anni ‘30 agli anni ‘60 L’approccio comportamentista: l’osservazione del comportamento spontaneo sparisce mentre prevalgono gli studi di laboratorio Osservazione e ricerca sperimentale sono sempre state contrapposte nella storia della psicologia (Aureli T., 1997), sottolineando come la prima non fosse scientificamente rilevante La sperimentazione era strettamente legata alla ricerca mentre l’osservazione è stata fin dall’inizio lo strumento privilegiato degli studi clinici Dagli anni ‘30 agli anni ‘60 del secolo scorso il paradigma comportamentistico ha portato all’incontrastata affermazione del metodo sperimentale e quindi degli studi condotti in laboratorio, questo anche per la psicologia dello sviluppo Il prevalere di questo paradigma sembrava al tempo l’unica via per la psicologia per entrare nel novero delle discipline scientifiche… Dagli anni ‘60 ci sono state delle modificazioni in merito a questo, per diverse ragioni la riduttività degli studi di laboratorio non riusciva a spiegare, a prendere in considerazione, la complessità del comportamento umano Importanza dell’osservazione nella ricerca Dagli anni ‘60 in poi si afferma la necessità di realizzare ricerche sul campo in un ambiente più simile a quello naturale L’osservazione, nel corso del secolo, è divenuta da metodo semplice e poco scientifico una tecnica sempre più raffinata e strutturata organizzata in metodo flessibile strutturato e affidabile (Venuti, 2001) Approccio etologico Il metodo etologico in psicologia Si deve all’etologia l’adozione del metodo osservativo quale modello di studio del comportamento Tecniche di osservazione del comportamento 6 lOMoARcPSD|44117576 La ricerca di tipo osservativo ha acquisito con l’etologia non soltanto un riferimento teorico ma anche procedure metodologoiche che ne hanno arricchito le tecniche (D’Orico, 1990) Metodo fondato su un’accurata e meticolosa descrizione dei comportamenti, Bowlby lo utilizzò per le sue scoperte delle prime fasi dello sviluppo infantile Sintesi dell’approccio etologico Perché si osserva: l’osservatore si propone di rilevare, descrivere e categorizzare comportamenti per valutarne la funzione adattiva Cosa si osserva? Si osservano i comportamenti oggetto di indagine raggruppati in categorie Chi si osserva? Il singolo soggetto che è osservato nella modalità di assenza di influenza (distacco) Come si osserva? Si utilizzano ausili quali video e audio registrazioni Dove si osserva? L’ambiente naturale dove il comportamento è prodotto dal soggetto spontaneamente Quando si osserva relativamente ai tempi di osservazione la pianificazione fatta in base agli obiettivi e al comportamento da osservare, può durare giorni, mesi, anni L’approccio ecologico Ricerche di Barker e Wright (1951) Contributo di Bronfenbrenner (1979) Evidenziano l’influenza dell’ambiente sul comportamento umano e sottolineano i limiti di una psicologia dello sviluppo basata sulla ricerca sperimentale in laboratorio L’approccio ecologico studia la relazione che si sviluppa tra gli organismi viventi e loro ambiente In psicologia si occupa in particolare della relazione esistente tra i funzionamenti dell’apparato psichico e le caratteristiche dell’ambiente in cui si osserva il comportamento (D’odorico, 1990; Baumgartner, 2004) Bronfenbrenner critica la scarsa generalizzabilità dei risultati del metodo comportamentista: «molta dell’attuale psicologia dell'età evolutiva che la scienza del comportamento inusuale di bambini posti in situazioni insolite con adulti sconosciuti per il più breve tempo possibile» (1979) F. Wright Rinnovato apprezzamento per l’osservazione «the Laboratory experimental study of Child behavior» Segnalava l’esistenza di due gruppi distinti di ricercatori, gli osservativi e gli sperimentali, che, lungi dal collaborare tra loro, difendevano due diversi atteggiamenti e di conseguenza due modi di fare ricerca contrapposti Esistevano quindi due discipline nella psicologia dello sviluppo L’approccio ecologico Il contributo Wright sistematizza tutto ciò che si era prodotto fino ad allora nella disciplina osservativa La sua difesa appassionata e per i metodi puramente osservativi fondamentali peraltro in molte altre discipline come l’astronomia, la geologia la biologia, l’antropologia la sociologia Quindi l’approccio ecologico Indaga situazioni reali in cui si svolge la vita dell’uomo Importanza del luogo, inteso nelle sue dimensioni spaziali e temporali in cui il soggetto è inserito e agisce (Liberta Sempio, Cavalli, 2005) Finalità della psicologia ecologica è pertanto l’individuazione e lo studio delle unità eco-comportamentali: il behavior setting e il behavior episode Unità eco-comportamentali Tecniche di osservazione del comportamento 7 lOMoARcPSD|44117576 Behavior setting Behavior episode Situazioni Unità comportamentali Registrazione dei comportamenti molari, persistenti e dotati di Costanti presenti in un comportamento collegato con una precisa significato, manifestati dai soggetti situazione spaziale e temporale Azioni vs movimenti La descrizione diaristica Presenta il comportamento nella sua possibile interezza Svantaggio della soggettività della rilevazione e della natura esclusivamente qualitativa delle analisi Solo quando la descrizione diaristica viene sottoposta a una forma di schematizzazione, che raccoglie le osservazioni in categorie e le quantifica, come nei diari di seconda generazione, il favore di Wright aumenta, e gli permette di eliminare le descrizioni aneddotiche dai metodi osservativi, considerate come il frutto di interessi momentanei e quindi non scientifici La registrazione di “specimen” Consiste in descrizioni molto dettagliate e accurate di tutto ciò che accade in un dato segmento di vita del soggetto, tale da rappresentare un «saggio» (specimen) del comportamento di quel soggetto in quella situazione È il metodo utilizzato da Wright stesso quando descrisse – in una ricerca famosa proprio per questa ragione – la vita quotidiana dei bambini in una piccola città del Midwest degli Stati Uniti [Barker e Wrigth, 1955], cogliendola in tutti i particolari Basti ricordare che la descrizione di un giorno della vita di un ragazzo osservato copriva 435 pagine I vantaggi del metodo 1. Cogliere la ricchezza e la varietà del comportamento attraverso l’uso di un linguaggio quotidiano, adatto alla realtà osservata 2. Guardare al contesto in cui il comportamento si verifica e quindi includere anche i fattori situazionali che possono spiegarlo 3. Descrivere il comportamento per tutta la sua durata e quindi darne una descrizione continua, che preserva l’aspetto processuale del comportamento stesso 4. Assicurare, attraverso la mancanza di selettività dell’osservazione e la scrittura dettagliata di ciò che viene osservato, dati neutrali ed esaustivi che possono essere conservati in modo analogo al materiale d’archivio o da museo delle ricerche storiche o biologiche Lo svantaggio del metodo È la soggettività Come correttivi, Wright propone l’addestramento degli osservatori a rispettare istruzioni precise nel redigere lo specimen, l’uso di note o commenti durante o dopo l’osservazione per precisare ancora meglio ciò che viene scritto e calcolare l’accordo fra gli osservatori. Più ancora, per piegare lo specimen al rigore metodologico, Wright consiglia di considerare il materiale fornito da questo metodo come forma grezza su cui applicare categorie, così come consigliato per le descrizioni diaristiche Riassumendo il contributo di Wright L’unicità della ricerca osservativa rispetto a quella sperimentale per la sua capacità di rendere conto di ciò che accade nella vita reale Fornire una base descrittiva ampia e completa del comportamento, come questa ricerca intende fare, può confliggere con la richiesta di rilevazione veloce e quantificabile, necessaria per avere un corpo di dati ampio su cui tirare qualche conclusione sintetica Il periodo di mezzo: l’osservazione come tecnica di rilevazione Tecniche di osservazione del comportamento 8 lOMoARcPSD|44117576 La contrapposizione con il metodo sperimentale continua anche negli anni ’70, riuscendo tuttavia a entrare più nel merito delle differenze tra l’uno e l’altro metodo e quindi perdendo la carica ideologica tipica delle origini (McCall , 1977) Critica ai decenni di ricerca precedenti Ricerche abbiano soprattutto indagato argomenti tipici della psicologia generale, come se i bambini fossero piccoli adulti, e con metodi di tipo manipolativo Il risultato è che da una parte i processi naturali sono stati trascurati perché ritenuti impossibili da indagare con il metodo sperimentale e dall’altra gli effetti ottenuti in laboratorio con tale metodo sono stati identificati con la vita reale Come procedere? Al posto della ricerca sperimentale quella naturalistica L’osservazione si presta in particolare a quest’ultimo tipo di ricerca, dato che è più adatta a descrivere ciò che avviene nella sua complessità, continuità e contestualità Quindi… L’osservazione come rilevazione del comportamento manifesto può essere utilizzata anche nelle ricerche sperimentali Come fare buona ricerca… «Lo psicologo che sceglie l’osservazione non è il rappresentante di una scuola di pensiero alternativa a quella dello psicologo che sceglie l’esperimento, ma è un ricercatore impegnato come l’altro a risolvere i problemi comuni a tutti: come fare buona ricerca… Tuttavia, ribadisce che si può fare osservazione in qualunque luogo, il laboratorio oppure il campo, e si fa sempre osservazione quando si usa quell’abilità di vedere tipicamente umana ricordata sopra» (Sackett) Sackett preferisce una psicologia interessata a ciò che i bambini fanno nella vita reale piuttosto che a ciò che fanno in laboratorio, e riconosce, come Wright o McCall, che l’osservazione è una tecnica molto adatta a questo scopo Sintesi dell’approccio ecologico Perché si osserva? L’osservatore si propone di rilevare e descrivere i comportamenti per valutare l’influenza del contesto su di essi Chi si osserva? Il singolo soggetto Cosa si osserva? Si osservano le unità comportamentali Come si osserva? Carta e matita per descrizione comportamenti (specimen record) Dove si osserva? L’ambiente naturale dove il comportamento è prodotto dal soggetto spontaneamente Quando si osserva? Tempo pianificato in base agli obiettivi e al comportamento da osservare Il periodo finale: l’osservazione come strumento di misura; l’approccio piagetiano come osservazione Lo scopo dell’osservazione (tecnica per rilevare il comportamento) affinché sia misurabile, deve fornire rilevazioni affidabili, e per farlo deve garantire che il comportamento in questione possa essere osservato tutte le volte in cui si verifica e rilevato nello stesso modo chiunque sia la persona che osserva L’osservazione piagetiana Metodo osservativo quasi sperimentale La teoria funge da guida alle osservazioni Il comportamento spontaneo viene osservato e verificato attraverso variazioni sistematiche introdotte da Piaget per verificare le ipotesi della teoria per la spiegazione dello sviluppo del bambino Sintesi dell’approccio osservativo piagetiano Tecniche di osservazione del comportamento 9 lOMoARcPSD|44117576 Perché si osserva? Per rilevare con l’osservazione lo stadio di sviluppo a cui è giunto il soggetto osservato Chi si osserva? Il comportamento del bambino nel suo ambiente naturale introducendo variazioni a supporto delle ipotesi da verificare Cosa si osserva? I comportamenti del bambino in base alle ipotesi dell’osservatore Come si osserva? Intervenendo per modificare le variabili ambientali in cui il soggetto osservato è inserito, con l’obiettivo di scoprire le modalità di funzionamento cognitivo esplicitate dal soggetto Dove si osserva? Contesto naturale, famiglia o educativo Quando si osserva? In un tempo definito a lungo termine (studio longitudinale) Sintesi dell’approccio psicoanalitico Perché si osserva? Osservazione che ha obiettivo di verifica della teoria per comprendere i comportamenti osservati e agire poi in termini preventivi e di intervento Metodo ricostruttivo Chi si osserva? Si osserva il singolo, la diade, il gruppo, nell’ambiente naturale Cosa si osserva? Si osservano i comportamenti del soggetto in relazione a sé o agli altri oltre alle emozioni espresse Come si osserva? Protocollo osservativo; talvolta partecipativa Dove si osserva? Il contesto di vita naturale del soggetto Quando si osserva? Il tempo di osservazione è variabile nei tempi generalmente un’ora più volte la settimana da pochi mesi ha molti anni Lo strumento osservativo più efficace È quello che utilizza non tanto la descrizione libera del diario o dello specimen ma una lista di codici che definiscono in anticipo gli aspetti del comportamento da rilevare È… Lo schema di codifica: Dirige l’osservatore a selezionare ciò che osserva È di utilizzo veloce Non cambia rispetto alle diverse occasioni in cui quel comportamento viene osservato e rispetto a coloro che osservano La tecnica osservativa Osservazione come tecnica rilevazione dei dati Basata sul giudizio di un osservatore umano Può essere utilizzata in qualunque disegno di ricerca (purché sia utile all’obiettivo della ricerca stessa) Ai fini clinici Non esiste quindi l’alternativa tra osservazione e sperimentazione; esiste invece, ricordando Cattel, la tecnica osservativa come alternativa alle altre tecniche Il metodo osservativo È stato definito come registrazione sistematica dei comportamenti in corso senza intervenire su di essi per influenzarli Le componenti principali del metodo sono sistemacità, la rilevazione dei comportamenti nel loro svolgimento qui e ora Tecniche di osservazione del comportamento 10 lOMoARcPSD|44117576 Una volta scelta l’osservazione, si possono fare distinzioni al suo interno, relativamente a come l’osservatore si pone rispetto ai soggetti osservati e a quale tipo di strumenti utilizza per osservare Tipi di osservazione I dati riguardanti il comportamento possono essere raccolti con due differenti modalità di osservazione: Diretta, a sua volta suddivisa in naturalistica e in condizioni controllate Indiretta Queste due modalità si differenziano tra loro per il tipo di influenza esercitata dall’osservazione e per le procedure adottate Tipi di osservazione - osservatori addestrati Indiretta Diretta Osservazione del comportamento condotta con strumenti quali Naturalistica: comportamento dei bambini spontaneo nei contesti di questionari, interviste o test vita quotidiana Controllata: si creano delle condizioni che dovrebbero favorire la comparsa di determinati comportamenti Caratteristiche, vantaggi e limiti dei diversi tipi di osservazione Contesti di raccolta dati Caratteristiche Vantaggi Limiti - Utili per descrivere il È difficile valutare l’influenza dei comportamento spontaneo nei Sono rilevati comportamenti nei diversi fattori non adatte a Osservazioni naturalistiche contesti quotidiani punto contesti quotidiani rilevare i comportamenti poco - Aiutano a illustrare i processi di frequenti interazione sociale - Tutti i bambini vengono Le situazioni possono essere poco Sono rilevati i comportamenti esaminati nelle stesse condizioni Osservazioni in condizioni naturali non consentono di messi in atto in situazioni - È possibile confrontare in modo controllate conoscere l’esperienza soggettiva preordinate controllato le reazioni dei dei bambini o delle persone bambini a diverse situazioni - Rivelano l’esperienza soggettiva della persona - Sono mezzi economici per Le persone rispondono a Osservazioni indirette interviste conoscere in profondità le La memoria dell’intervistato è domande di persona o su questionari persone spesso non accurata e incompleta questionario - Sono abbastanza flessibili da lasciare spazio all’espressione libera della persona Osservazione naturalistica Descrive il comportamento spontaneo del bambino nei contesti di vita quotidiana L’osservatore rimane sullo sfondo ed evita di controllare o di influenzare in alcun modo i comportamenti che intende rilevare raccolta di informazioni dettagliate sulle manifestazioni comportamentali spontanee La descrizione è sempre il primo passo della conoscenza scientifica L’osservazione naturalistica è particolarmente utile nella fase di definizione delle ipotesi e delle procedure perché ha essenzialmente caratteristiche di tipo esplorativo e descrittivo Studio di Fabes e Eisenberg del 1992 Descrizione dei processi di regolazione delle emozioni negative in particolare la rabbia, in età prescolare e a tal fine conducono uno studio longitudinale cui partecipano 79 bambine e i bambini di età media di 55 mesi Tecniche di osservazione del comportamento 11 lOMoARcPSD|44117576 Nella ricerca vengono adottati numerosi strumenti, quali questionari e scale di valutazioni e vengono effettuate delle osservazioni sui comportamenti spontanei dei bambini e situazioni sociali emotivamente salienti per tre mesi un osservatore si è recato a scuola ad osservare il comportamento dei bambini durante il gioco libero spostandosi in diverse aree di gioco ogni 10 minuti sono stati registrati tutti gli episodi nei quali i bambini mostravano reazioni di rabbia nei confronti dei compagni di osservatori vengono addestrati a rilevare l'intero episodio antecedente svolgimento e conclusione (ad esempio Carol va sul triciclo, Jennifer si avvicina e la spinge via, Carol la guardia arrabbiata e va dall'insegnante) Vengono registrati tutti gli episodi di conflitto interpersonale e le emozioni negative associate ad essi durante i 10 minuti di osservazione in una determinata area per valutare l'affidabilità delle rilevazioni un numero limitato di osservazioni è stato effettuato contemporaneamente da due osservatori indipendenti e i loro resoconti sono stati sufficientemente confrontati per valutare il grado di accordo Osservazioni in condizioni controllate Per facilitare l’elicitazione dei fenomeni oggetto di indagine si può intervenire sulle situazioni, esercitando un controllo limitato sulle variabili dipendenti Si vuole verificare una specifica ipotesi ed è quindi possibile predisporre delle condizioni al fine di stimolare comportamenti rilevanti nell’ambito delle ipotesi testate L’osservatore non interviene direttamente sul comportamento ma crea una condizione allo scopo di favorire la produzione del fenomeno che intende esaminare Il vantaggio principale delle osservazioni in condizioni controllate sta nella possibilità di osservare tutti i bambini nelle stesse situazioni garantendo così un maggior controllo della variabilità dovuta al contesto Studio di Marcos Marcos ha osservato bambini di 18 mesi in un asilo nido per rilevare la relazione tra intento comunicativo e vocalizzazioni infantili Allo scopo di osservare la comparsa di tale relazione, ha controllato l’usuale disponibilità di giocattoli per i bambini, mettendo a loro disposizione soltanto tre tipi di oggetti, che, nelle intenzioni del ricercatore, avrebbero favorito tre tipi di relazioni diverse: Oggetti attraenti non direttamente raggiungibili dai bambini, che quindi creavano una situazione di richiesta Oggetti da condividere con l’adulto, come un libro di figure, che creavano una situazione di scambio comunicativo Oggetti di tipo genericamente ludico, come un trenino, una bambola, che creavano una situazione di gioco a piacere dei partecipanti. L’osservazione pertanto è stata effettuata Strange situation Il massimo grado di controllo sul comportamento dei soggetti Si sta osservando una situazione strutturata in laboratorio, come nella ricerca D. In questo caso, il comportamento del bambino viene osservato all’interno di una procedura come la Strange Situation, diretta a valutare l’equilibrio tra la ricerca di vicinanza del bambino alla madre e la sua capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo La procedura prevede di inserire il bambino in una stanza di laboratorio apposita e coinvolgerlo in una sequenza di otto episodi, della durata di circa 3 minuti ciascuno, che presenta una serie di separazioni e di riunioni con la madre Descrizione degli 8 episodi della Strange Situation (Camaioni e Di Blaise, 2002) Episodio Persone presenti Durata Descrizione Il bambino viene introdotto con la 1 Mamma, bambino e osservatore 30 secondi propria madre in una stanza di laboratorio adibita al gioco 2 Mamma e bambino 3 minuti Il bambino ha la possibilità di esplorare l’ambiente e, se questo non avviene, alla madre viene Tecniche di osservazione del comportamento 12 lOMoARcPSD|44117576 Episodio Persone presenti Durata Descrizione indicato di stimolare il bambino in tale direzione Entra un estraneo che inizialmente si siede in silenzio per un minuto, poi conversa con 3 Estraneo, mamma e bambino 3 minuti la madre per un altro minuto e infine si avvicina al bambino e lo coinvolge con qualche gioco Prima separazione: la madre esce e il bambino rimane solo con 4 Estraneo e bambino 3 minuti o meno l’estraneo. Il comportamento dell’estraneo si modula sulla base di quello espresso dal bambino Prima riunione: la mamma ritorna e saluta o conforta il bambino, 5 Mamma e bambino 3 minuti o più poi cerca nuovamente di farlo giocare. L’estraneo se ne va senza fare rumore Seconda separazione: la madre si 6 Bambino da solo 3 minuti o meno allontana nuovamente salutando il bambino Entra l’estraneo, cerca di consolare il bambino e il suo 7 Estraneo e bambino 3 minuti o meno comportamento si modula sulla base di quello espresso dal bambino Seconda riunione: la mamma entra, saluta il bambino e lo 8 Mamma e bambino 3 minuti prende in braccio. L’estraneo esce senza fare rumore Le variazioni dei disegni di ricerca che utilizzano l’osservazione sono molteplici e quindi vale la pena di figurarci un quadro generale di classificazione di tali ricerche, distinguendole in base a due parametri: Il luogo dove si svolge l’osservazione La manipolazione delle condizioni di osservazione Incrociando questi due aspetti e rivedendo in parte una distinzione classica, possiamo assegnare ogni ricerca in una data tipologia sulla base della posizione che essa occupa Osservazione indiretta (intervista e questionari) Moduli Vineland 2 e Conners 3 La postura dell’osservatore L’osservatore è il “filtro” della rilevazione Il ruolo della relazione osservatore-osservato Esso riguarda: La posizione dell’osservatore Il suo ruolo nell’incontro con i soggetti Il suo modo di stare dentro la situazione Tecniche di osservazione del comportamento 13 lOMoARcPSD|44117576 La presenza dell’osservatore è regolata da una decisione presa in anticipo su come essere presenti, se mantenersi distaccati da ciò che si verifica nella situazione osservata, se partecipare in modo più o meno diretto e profondo alle sue dinamiche, se cercare di governarla intervenendo attivamente in momenti specifici Forme le forme diverse di osservazione Le decisioni metodologiche impostano forme diverse di osservazione che sono tipici di ambiti teorici di ricerca diversi: Partecipante Distaccata Critica L’osservazione partecipante (diretta) «In un certo senso, tutta la ricerca in campo sociale è partecipante, perché non possiamo studiare questo mondo senza essere parte di esso» (Atkinson e Hammersley, 1994) L’osservazione partecipante Implica il coinvolgimento intenzionale dell’osservatore nella situazione osservativa Il grado di coinvolgimento può variare: L’osservatore può limitarsi a regolare il proprio comportamento su quello dei soggetti oppure interagire con loro oppure calarsi del tutto nel loro mondo culturale e affettivo In ogni caso, sceglie di essere un elemento interno al campo Ambiti di utilizzo dell’osservazione partecipante Due sono i principali ambiti di utilizzo di questo approccio: L’etnografia La psicoanalisi Pur ritenendo entrambi la partecipazione dell’osservatore come un requisito essenziale, la concettualizzano con termini e per obiettivi diversi L’osservazione etnografica L’etnografia (uno sviluppo dell’antropologia culturale nato allo scopo di conoscere in dettaglio la vita di gruppi umani primitivi) ritiene che la possibilità di capire qualcosa della cultura dei soggetti osservati è affidata alla capacità di accedere ai significati di quella cultura Lo studio: I modi in cui le persone si relazionano tra loro in situazioni specifiche, negoziando ruoli, scambiando intenzioni, mostrando atteggiamenti, praticando valori Contenuti difficilmente accessibili agli estranei, per cui i significati espressi possono essere rilevati soltanto dall’interno, se si entra cioè nelle situazioni che li producono Ragioni metodologiche di fondo I dati in generale sono sempre il risultato dell’interazione tra ricercatore e fenomeno e pertanto non è possibile eliminare l’attività interpretativa di chi osserva I dati psicologici in particolare si riferiscono a una realtà complessa e quindi impossibile da interpretare in modo univoco, per cui sono tanto più informativi quanto più si cerca di entrare nella complessità del fenomeno osservato Tecniche di osservazione del comportamento 14 lOMoARcPSD|44117576 Riferendosi allo stile di Malinowski nel condurre le interviste ai nativi delle isole Tobriand, gli etnografi sottolineano che egli rispondeva alle domande dei suoi interlocutori, mosso unicamente dal desiderio di «capire» piuttosto che di «spiegare» [Fontana e Frey, 1994] L’unità dinamica della valutazione partecipante «Osservatore e osservato sono abitanti di un mondo sociale condiviso, essendo le loro rispettive culture differenti ma uguali ed essendo essi capaci di mutuo riconoscimento grazie al fatto di fare parte del genere umano» (Atkinson e Hammersley, 1994) Unità dinamica Cade quindi la distinzione di principio tra chi osserva e chi è osservato. Entrambi formano un’unità dinamica, attraversata e modificata dalle reciproche influenze e l’essere consapevole di fare parte di questa unità consente a chi osserva di catturare il significato di ciò che sta osservando L’osservazione etnografica del bambino Il bambino considerato come soggetto inserito nelle pratiche culturali del proprio ambiente e che quindi va studiato all’interno del processo di acculturazione che accompagna il suo sviluppo Ciò è possibile se i soggetti vengono lasciati liberi di comportarsi nel modo usuale e se la loro prospettiva viene tenuta presente nell’interpretazione del comportamento Ricerca etnografica Corsaro Una ricerca molto interessante in questo ambito è quella seminale di William Corsaro , che studia la «cultura dei pari» – quale emerge dalle osservazioni effettuate in modo partecipante in una scuola dell’infanzia situata a Berkeley, in California – allo scopo di capire che cosa le interazioni quotidiane e di gioco significano per i bambini stessi anziché in generale per lo studio accademico della loro socializzazione. Poiché tale obiettivo richiede in primo luogo di evitare interpretazioni dalla prospettiva degli adulti e cercare di entrare nel mondo del bambino Corsaro sceglie di essere un osservatore partecipe di ciò che osserva. Prima di osservare i bambini – come accade nella terza fase dell’intero processo di rilevazione – bisogna cercare di diventare uno di loro Le fasi della ricerca etnografica di Corsaro 1. La prima fase di accesso al campo e raccogliere informazioni sull’ambiente, parlando con le persone significative del posto, dal direttore della scuola alla segretaria, alle educatrici 2. La seconda fase – l’osservazione nascosta, effettuata dietro gli specchi unidirezionali a disposizione di alcuni ambienti della scuola, serve per rendersi conto di come si svolge la vita dei bambini in quell’ambiente, delle routine, degli scambi sociali, delle attività, da riportare in note sintetiche. Le note, stese quotidianamente, servono a identificare una possibile unità «di campionamento», un segmento della vita dei bambini che, per il fatto di presentarsi in modo ripetuto, può costituire la finestra dell’osservazione. Nella ricerca in questione, tale unità risulta essere l’attività realizzata insieme dai bambini, intesa come «interazione basata su un significato condiviso di ciò che i partecipanti fanno o progettano di fare». Nel corso di questa fase, l’osservatore si rende più visibile ai soggetti, circolando nei locali della scuola e collaborando con le educatrici in alcune routine 3. La terza fase – l’osservazione partecipante vera e propria cominciata dopo due mesi di ingresso nella scuola – raccoglie lo sforzo del ricercatore, riuscito in questo caso, di farsi accettare dai bambini come un compagno di giochi – «Big Bill», come i bambini alla fine lo chiamano – in modo da essere inserito nella loro attività e quindi accedere al loro mondo, solitamente difeso dalle interferenze degli adulti Strategia reattiva Corsaro riesce nell’impresa adottando una strategia, da lui denominata «reattiva», contrapposta a quella «attiva» che di solito genitori e insegnanti adottano quando trattano con i bambini: l’osservatore non inizia lui stesso i contatti, ma si rende disponibile a riceverli, aspettando che i bambini, nei loro tempi e modi, reagiscano alla sua presenza Tecniche di osservazione del comportamento 15 lOMoARcPSD|44117576 «Infant observation» (Greig e Taylor, 1999) Per infant observation si intende la tecnica – elaborata da Esther Bick – che prevede l’osservazione diretta e partecipe del bambino durante i primi due anni di vita, nella sua relazione con la madre e con altri membri della famiglia all’interno della propria casa Nelle parole di colei che in particolare l’ha promossa, questa tecnica «offre a ogni allievo psicoterapeuta l’opportunità eccezionale di osservare in modo sistematico lo sviluppo di un bambino più o meno alla nascita, nel suo ambiente naturale e nel rapporto con i membri della sua famiglia» [Bick, 1984], consentendogli di vivere il modo in cui si strutturano le prime relazioni Esther Bick cominciò a lavorare con i neonati a Vienna e in seguito si trasferì a Londra, dove iniziò a collaborare con Melanie Klein I suoi studi sull’infanzia si intensificarono e si rivolsero in particolar modo alla relazione madre-bambino, al funzionamento mentale del neonato e alla comunicazione preverbale L’esperienza di infant observation si rivelò ben presto di grande utilità non solo per scopi di ricerca ma anche per la formazione degli psicoterapeuti e degli psicoanalisti, tanto che attualmente è parte integrante dell’addestramento degli allievi psicoterapeuti infantili della Tavistock Clinic di Londra e di alcune società di psicoterapia a orientamento psicoanalitico La tecnica dell’«infant observation»: come si usa 1. Osservazione naturalistica del bambino a casa 2. L’osservatore incontra i genitori prima della nascita del bambino 3. Si osserva il bambino per un’ora a settimana fino al compimento del secondo anno di vita, mantenendo lo stesso orario e lo stesso giorno della settimana 4. L’osservatore non prende note mentre osserva ma lo fa subito dopo richiamando alla mente tutti gli eventi verificatisi durante la visita 5. L’osservatore sottolinea quello che ha visto e provato anziché quello che pensa si sarebbe verificato 6. Seminari regolari con un supervisore e gli altri osservatori, nei quali si discutono le osservazioni, gli stati d’animo e le interpretazioni La tecnica dell’«infant observation»: perché si usa 1. Consente all’osservatore di fare esperienza delle emozioni del bambino nella scoperta del mondo 2. Rende l’osservatore sensibile all’atmosfera emozionale nella quale il bambino vive e cresce 3. Consente all’osservatore di collegare gli stati emozionali della madre con quelli del bambino, di collegare il sostegno fornito alla madre con la sua capacità di comprendere i bisogni fisici, emotivi e cognitivi del bambino 4. Fa capire l’influenza di: identità sessuale, posizione della famiglia, classe, razza, cultura, effetti degli stili educativi sullo sviluppo infantile, disoccupazione, divorzio, morte, malattia – l’ampia varietà delle situazioni di vita L’osservazione aiuta l’analista a vedere «il bambino piccolo che è in ogni paziente» [Harris, 1981], lo sorregge nell’interpretazione di ciò che viene raccolto nel corso dell’analisi, contribuendo alla funzione di sostenere il paziente nelle difficoltà e negli arresti del suo percorso terapeutico Nell’osservazione «le cose che si vedono sono più di quelle che si comprendono» e ciò rimanda a chi osserva «un senso di frammentarietà e smarrimento» [Petrelli, 1987] che solo la continuità dell’osservazione e l’atteggiamento di attesa contribuiscono a risolvere alla fine in comprensione. Questo stato problematico è la condizione costitutiva dell’esperienza umana L’osservazione partecipante e i contesti educativi L’osservazione partecipante è particolarmente consigliata nel contesto scolastico, dove consente una conoscenza approfondita del comportamento e degli interessi dei bambini, utile per definire strategie di insegnamento e obiettivi educativi mirati [Reffieuna, 2002; Zambelli, 1983] Deve essere effettuata in modo continuo e appoggiata da note scritte, da discutere con il collettivo delle insegnanti in modo da arrivare a uno scambio di interpretazioni basato su evidenze obiettive Un lavoro certamente più lungo e complesso delle osservazioni «a braccio», che una generica esigenza di osservare – unita alle incombenze dell’attività didattica – spesso induce a fare, e che non permette di avere fiducia in ciò che è stato osservato Tecniche di osservazione del comportamento 16 lOMoARcPSD|44117576 I vari livelli di partecipazione Spradley, 1980 5 diversi livelli dell’osservazione Osservatore Partecipazione Si entra a far parte del gruppo con lo stesso Partecipazione completa ruolo Partecipazione attiva Pienamente coinvolto Partecipazione moderata In equilibrio fra assenza e presenza Partecipazione passiva Sedia… Nessuna interazione Assenza di partecipazione Dietro lo specchio, videoregistrazione… Osservazione non partecipante Si può osservare attraverso uno specchio unidirezionale il comportamento di un bambino che interagisce con la madre, l’osservatore può anche essere presente nella stanza dell’asilo e riprendere i bambini attraverso una videocamera utilizzando comandi a distanza Osservazione passiva L’osservatore può registrare il comportamento di gioco dei bambini attraverso una scheda di rilevazione. L’osservatore è impegnato nel compito di compilare la scheda, non prende iniziative nei confronti dei bambini né reagisce alle loro sollecitazioni Partecipazione moderata L’osservatore può prendere parte ad una riunione allo scopo di rilevare le modalità di comunicazione tra i membri di un gruppo di lavoro. Potrà talvolta intervenire se richiesto ma per l a maggior parte del tempo sarà impegnato nella rilevazione Partecipazione attiva Partecipazione completa Corsaro Le forme diverse di osservazione Le decisioni metodologiche impostano forme diverse di osservazione che sono tipici di ambiti teorici di ricerca diversi: Partecipante Distaccata Critica L’osservazione distaccata I dati sono raccolti con la massima obiettività possibile Procedure osservative più possibili dettagliate e precise, ripetute e replicate anche da altri osservatori L’obiettività viene migliorata con il distacco dell’osservatore da ciò che osserva Contesto etologico si concilia si all’ambiente naturale che quello di ambulatorio laboratorio I criteri fondamentali dell’osservazione etologica Distacco Spregiudicatezza Completezza Tecniche di osservazione del comportamento 17 lOMoARcPSD|44117576 Attenzione al dettaglio Distacco L’osservatore avrà il focus attentivo su quelle che sono solo manifestazioni evidenti del comportamento Mantenimento della distanza dai soggetti osservati Indifferente agli approcci degli osservati Discreto Capace di staccare il proprio pensiero dalle proprie emozioni Il distacco serve a ridurre il rischio di confondere le proprie idee le proprie ipotesi con ciò che si osserva ed è garanzia di dati obiettivi Spregiudicatezza L’osservatore deve essere libero da idee preconcette Spregiudicata non equivale ad essere indiscriminata non ci sono ipotesi speculative prefissate ma unità rilevate dopo che una regolarità è stata osservata Completezza… data dalla videoregistrazione Fornire descrizioni del comportamento più complete possibile Resoconto esteso: è lo strumento essenziale dell’osservazione perché fornisce una guida sicura per districarsi nel labirinto dell’infinità varietà e complessità delle forme viventi con cui si rapporta Ampio resoconto Obiettività dei dati Attenzione al dettaglio Descrizione dettagliata Consentire identificazione corretta del comportamento Aspetti semplici e osservabili del comportamento No categorie ampie e globali ad esempio aggressività o attaccamento Termini operativi Aspetti osservabili e particolareggiati Lessico tecnico Forme le forme diverse di osservazione Le decisioni metodologiche impostano forme diverse di osservazione che sono tipici di ambiti teorici di ricerca diversi: Partecipante Distaccata Critica L’osservazione critica Forma di osservazione utilizzata da Piaget per lo studio dello sviluppo cognitivo nei primi tre anni di vita Osservazione piagetiana L’osservazione piagetiana ricorda per la sua continuità e per l’uso dell’interpretazione i primi metodi utilizzati dalla psicologia infantile, le biografie o i diari redatti dai genitori, che erano anche studiosi ed effettuavano osservazioni estensive dei propri figli Tecniche di osservazione del comportamento 18 lOMoARcPSD|44117576 allo scopo di trarre conclusioni generali sullo sviluppo umano Osservazione di tipo longitudinale Osservazione critica piagetiana Può anche ricordare l’osservazione etologica, per il grado di dettaglio con cui vengono osservate le differenze comportamentali da un’occasione all’altra. Tuttavia, una differenza è fondamentale in entrambi i casi Piaget non è interessato al comportamento in sé e per sé, ma a ciò che sta dietro di esso. La sua osservazione è guidata da ipotesi sullo sviluppo dell’intelligenza e della cognizione dei bambini e si serve del comportamento osservato per verificare la sua correttezza Lo sperimentatore Non si limita a osservare l’attività del bambino ma, dopo averla osservata e aver ritenuto che essa sia il riflesso di una nozione, di uno schema, di uno stadio cognitivo specifico, interviene direttamente, proponendo situazioni che servano a produrre un comportamento utile per verificare l’esistenza di quella entità interna L’osservazione piagetiana è effettuata in casa e da un osservatore che manipola un aspetto della situazione per provocare un comportamento criteriale nel soggetto osservato: per questo può essere considerata un esempio di osservazione in ambiente naturale e in situazione controllata. È stata infatti chiamata osservazione «quasi- sperimentale» Un lascito interessante dell’osservazione critica di Piaget sono le scale ordinali dello sviluppo psicologico di Uzgiris e Hunt , costituite da item che presentano al bambino le situazioni originariamente allestite da Piaget per evocare i comportamenti criteriali, tipici cioè di ciascuno stadio di sviluppo, e che consentono per questa ragione di attribuire al bambino un punteggio scalare sulla base del comportamento da lui esibito Gli strumenti dell’osservazione L’osservazione deve essere: Condotta per uno scopo di ricerca o di applicazione Programmata Registrata puntualmente Passibile di verifica Quindi deve diventare sistematica Caratteristiche dell’osservazione sistematica Selettiva, deve cioè rilevare/valutare caratteristiche scelte di un dato fenomeno Pianificata, nel senso che è realizzata in modi non casuali rispetto a chi, dove e quando osservare Documentabile, in quanto fornisce il materiale che attesta la sua utilizzazione Controllabile, nel senso che può essere valutata da chiunque esamina i suoi prodotti L’osservatore umano L’osservatore umano è definito povero ma prezioso L’osservatore è prezioso quando il fenomeno da rilevare è il comportamento umano La realtà psicosociale è multideterminata, soggetta all’effetto di molteplici influenze, complessa e a volte ambigua, soprattutto quando la si lascia dispiegare in modo spontaneo I codici condivisi Tecniche di osservazione del comportamento 19 lOMoARcPSD|44117576 La realtà richiede di essere decifrata più che semplicemente rilevata, e allora uno strumento capace di vedere, sentire, riflettere e valutare in modo flessibile risulta più potente di uno strumento asettico, preciso e rigoroso I codici per decifrare una realtà siffatta spesso appartengono a un sistema «locale» di significati che, come ben sa chi conduce osservazioni di tipo etnografico, possono essere trovati soltanto se la realtà osservata e la persona che la osserva condividono lo stesso sistema di significati Come può essere rilevato un evento apparentemente semplice come «due persone che si stringono la mano»? Un osservatore «informato» sulla convenzione sociale del «salutarsi» può rilevare quell’evento in modo appropriato anziché ritenerlo una «ginnastica degli arti superiori» come potrebbe risultare alla sua presentazione immediata La realtà osservata In sostanza, e molto semplicemente, la realtà non è ovvia Pertanto quello che rileviamo non è la sua fotografia ma il risultato di una mediazione tra la realtà e chi la osserva L’osservatore umano La capacità di interpretare è ciò che rende la fonte osservativa umana utile quando si indaga qualcosa di non sempre evidente e trasparente come il comportamento umano Al tempo stesso è fragile, per il fatto di essere soggetta alla fallibilità umana Deve essere utilizzata con cognizione di causa, trasformandola da abilità naturale e inconsapevole in tecnica specifica Yarrow e Waxler Il «buon osservatore è colui che ha il buon senso o la sensibilità per giudicare la bontà dell’adattamento tra i dati che deve rilevare e gli scopi a cui questi dati devono servire» Qualità del «buon osservatore» Allport Yarrow e Waxler Hall 1. Abilità di rilevare i messaggi non verbali 1. Esperienza 1. Abilità di attenzione prolungata Abilità di cogliere gli affetti (ad esempio Maturità in termini di età (oltre 30 anni) e Capacità di rilevare i cambiamenti continui di l’angoscia), lo stile personale (ad esempio la ricca esperienza sociale comportamento con uguale discriminazione dominanza) e le intenzioni (ad esempio la decisione di andarsene) 2. Similarità 2. Abilità di non farsi confondere 2. Abilità di rilevare i messaggi verbali Si è migliori giudici quando si osservano Capacità di sostenere il peso della Abilità di cogliere i significati metaforici persone affini stimolazione ambientale 3. Intelligenza 3. Compulsività 3. Abilità di rilevare i messaggi misti Capire gli altri implica percepire le relazioni Essere consapevoli dei dettagli e attribuirvi Abilità di cogliere la combinazione di segni causa-effetto importanza verbali e non verbali (ad esempio il sarcasmo) 4. Intuizione 4. Discernimento 4. Abilità di rilevare il contesto Capacità di capire le proprie distorsioni nel Saper prendere le distanze da ciò che si Abilità di cogliere le convenzioni sociali giudicare osserva e dalle proprie tendenze 5. Complessità 5. Introspezione È improbabile riuscire a comprendere persone Avere uno stile di vita « più complesse di noi intenso» e analitico 6. Distacco I migliori giudici tendono all’introversione e all’asocialità e perciò possono percepire gli altri in modo spassionato Tecniche di osservazione del comportamento 20 lOMoARcPSD|44117576 Allport Yarrow e Waxler Hall 7. Attitudine estetica I giudici più dotati eccellono nel discernere l’intrinseca armonia del proprio oggetto d’osservazione 8. Intelligenza sociale L’accuratezza nel giudicare gli altri è efficace nel predire i comportamenti più probabili Qualità dell’osservatore che fanno riferimento: Sfera cognitiva: bisogna possedere buone capacità di discriminazione e un’alta soglia alla stimolazione sensoriale Sfera comunicativa: dove conta il possesso di capacità pragmatiche e semantiche, nonché di lettura verbale e non verbale dei messaggi Sfera della personalità: molteplici doti che vanno dall’intelligenza all’attitudine estetica È stato dimostrato che: L’abilità di osservare migliora con l’aumentare dell’età e del livello intellettuale È influenzata dal sesso, per cui le donne risultano migliori osservatrici degli uomini soprattutto quando si tratta di rilevare la comunicazione non verbale Questa superiorità di genere non vale sempre. Per esempio, le donne sono poco accurate quando i messaggi da decifrare sono menzogneri [Rosenthal e De Paulo, 1979] (tendono a interpretare i segnali come l’ingannatore desidera che vadano interpretati e questo compromettendo la loro capacità di osservare) Buoni osservatori non si nasce, si diventa… Arriviamo qui a un ulteriore e indispensabile passaggio dell’iter osservativo… Affinare la capacità osservativa Fondamentale per formare un osservatore è la fase di addestramento Periodo che precede l’osservazione vera e propria, cioè la sua utilizzazione per lo scopo che ci siamo prefissi In generale, questa fase serve a prendere confidenza con la forma di osservazione che dovrà essere poi applicata. In particolare, serve ad affinare le capacità osservative Nell’addestramento si verifica: L’accuratezza dell’osservatore, cioè se è capace di rilevare adeguatamente quello che sta osservando. Per farlo, si confronta la sua rilevazione con una rilevazione «criterio», che corrisponde al modello al quale si deve tendere il più possibile La stabilità dell’osservatore, cioè se chi osserva fornisce i medesimi dati in sedute diverse. In questo caso, si controllano le rilevazioni effettuate dall’osservatore sullo stesso fenomeno in tempi successivi. Il confronto viene effettuato sia attraverso la discussione tra gli allievi e gli esperti sia, in modo più obiettivo, tramite il calcolo dell’indice di accordo interosservatori Le sedute di cui abbiamo parlato utilizzano materiale videoregistrato per il fatto che si presta in modo ottimale a uno scopo formativo L’atto osservativo viene quindi misurato con Validità: capacità di uno strumento di rilevare ciò che si propone di rilevare Affidabilità: capacità di rilevare in modo preciso Tecniche di osservazione del comportamento 21 lOMoARcPSD|44117576 Validità di superficie I dati osservativi aspirano certamente alla validità di superficie, tipica della ricerca qualitativa a cui l’osservazione partecipante, ad esempio, appartiene Verosimiglianza della rilevazione Capacità di cogliere in modo vivido le caratteristiche di un fenomeno Senso di «autenticità» che li rende immediatamente validi A questo scopo, la rilevazione deve contenere quante più informazioni possibili in modo da mettere il lettore in grado di apprezzare il fenomeno osservato pienamente e nella sua completezza Descrizione con uno stile di scrittura così aderente alla realtà da introdurre il lettore al suo interno e farglielo possedere in modo quasi palpabile Questo genere di validità è perseguito, ad esempio, dalle note di campo dell’osservazione etnografica, caratterizzate dal fatto di essere una registrazione letterale di ciò che avviene, dettagliata e il più possibile non interpretativa Validità di contenuto Valuta la capacità dell’osservazione di rilevare tutti gli aspetti interessanti di un fenomeno in modo da esaurire la variabilità con cui esso si presenta nelle diverse circostanze Riguarda soprattutto l’osservazione effettuata tramite strumenti di rilevazione strutturati come le scale di valutazione o lo schema di codifica che, per essere validi, devono contenere item o categorie tali da prendere in considerazione tutti gli aspetti della dimensione da misurare Se ad esempio consideriamo uno strumento come quello utilizzato nell’osservazione target child abbiamo a disposizione una lista predefinita di categorie corrispondenti ai comportamenti più spesso osservabili nei bambini frequentanti la scuola dell’infanzia e primaria In questo caso, il fenomeno da osservare – la vita in classe – viene visto come un insieme di dimensioni – l’attività educativa, il clima sociale e il linguaggio – e ciascuna di tali dimensioni risulta a sua volta costituita da un insieme di comportamenti, per cui lo strumento osservativo è valido se i dati sono rappresentativi di quell’insieme Validità di costrutto Un altro interessante tipo di validità Quando si vuole osservare qualcosa su cui si hanno teorie ben definite, un costrutto Lo strumento viene messo a punto in modo da rilevare dati che possano essere interpretati all’interno di quel costrutto Le validità di costrutto nel Qsort Nell’Attachment Q-sort (valuta il legame di attaccamento) le misure ottenute sono state confrontate con quelle derivate da uno strumento diverso che misura lo stesso costrutto, come la Strange Situation, trovando una correlazione soddisfacente (validità concorrente); sono state anche confrontate con misure di variabili estranee al costrutto dell’attaccamento trovando deboli correlazioni (validità divergente) e infine sono state confrontate con misure che secondo la teoria sono associate al costrutto di riferimento, come la qualità del gioco, trovando valori correlazionali molto alti (validità predittiva) L’affidabilità Il criterio comunemente utilizzato per valutare l’affidabilità dei dati osservativi è quello di confrontare non tanto due repliche della rilevazione ma due osservatori che effettuano la medesima rilevazione Il ragionamento è che, se due osservatori rilevano un comportamento o un evento nello stesso modo, allora possiamo ragionevolmente assumere che il dato rilevato sia affidabile Criterio di accordo Tecniche di osservazione del comportamento 22 lOMoARcPSD|44117576 Nel caso che l’osservazione venga effettuata con strumenti che forniscono misure del comportamento, come lo schema di codifica, il criterio dell’accordo fra osservatori produce un indice percentuale, chiamato percentuale di accordo Percentuale di accordo La formula è la seguente: P (A) = N(A)N(A) + N(D) × 100 dove P(A) è la percentuale di accordo, N(A) è il numero di accordi e N(D) è il numero di disaccordi Difetto della percentuale di accordo Il difetto più grave della percentuale di accordo è che non tiene conto della parte di accordo dovuta al caso Come sappiamo in base alla teoria della probabilità, due eventi possono verificarsi insieme (nel nostro caso, due osservatori che codificano lo stesso comportamento nello stesso modo) in base a una probabilità, cosiddetta congiunta, che rappresenta la casualità del loro accordo e che è uguale al prodotto delle loro probabilità semplici, cioè della probabilità che ciascuno dei due osservatori, separatamente considerati, ha di rilevare il comportamento nel modo in cui l’ha rilevato Il correttivo k di Cohen Esso viene raccomandato quando lo schema di codifica ha poche categorie o frequenze marcatamente differenti nelle diverse categorie, dato che in queste condizioni il peso della casualità è maggiore La sua formula è la seguente: K = P (o) − P (c)1 − P (c) dove P(o) è la percentuale di accordo osservata e P(c) è la percentuale di accordo dovuta al caso L’osservazione etnografica e l’affidabilità delle rilevazioni attraverso l’uso delle note Nella ricerca di Corsaro sono utilizzati quattro tipi di annotazioni che servono a scopi diversi: Le note di campo documentano gli eventi accaduti Le note metodologiche informano sulle decisioni prese per condurre l’osservazione e sulle correzioni da apportare Le note personali registrano i sentimenti e le reazioni dell’osservatore rispetto agli eventi osservati Le note teoretiche fanno previsioni di analisi e di interpretazione degli eventi a mano a mano che accadono In questo modo Corsaro, mentre mantiene separati i dati di realtà (note di campo) dai commenti propri (note personali), consegna l’affidabilità delle rilevazioni a una sorta di controllo «interno» che consiste nell’esplicitare l’insieme delle condizioni che hanno guidato la sua esperienza osservativa e le conoscenze a cui attinge e che si propone di ottenere (note teoretiche) Ogni lettore può valutare ciò che Corsaro ha osservato e questo rappresenta un modo, non matematico, di trovare un accordo fra osservatori, sia pure a distanza Le distorsioni delle 3 componenti della rilevazione 1. I soggetti osservati 2. L’osservatore 3. Lo strumento di rilevazione se non vengono tenute sotto controllo, possono minare l’affidabilità dei dati La reattività del soggetto osservato I soggetti osservati. È noto che le persone si comportano diversamente quando sanno di essere osservate (effetto Hawthorne) spesso accentuando i comportamenti che ritengono positivi agli occhi altrui e riducendo quelli negativi, in ogni caso alterando il Tecniche di osservazione del comportamento 23 lOMoARcPSD|44117576 comportamento spontaneo L’effetto Hawthorne non è grave quanto sembra… Barker e Wright , utilizzando osservatori potenzialmente interferenti – nel senso che potevano essere interpellati dai soggetti – trovarono che gli effetti dell’interferenza erano localizzati nel primo periodo dell’osservazione e riguardavano soprattutto gli adulti e i bambini più grandi Fortunatamente, secondo Weick , i bambini piccoli «sono troppo occupati a vivere la loro vita per preoccuparsi di un osservatore che semplicemente sta lì e guarda» e anzi, «più piccoli sono i soggetti e più naturale è il loro comportamento in presenza di un osservatore» [Wright, 1960] Fase di abituazione dell’osservato In mancanza di attrezzature che servano a mascherare l’osservatore, come gli specchi unidirezionali collocati nei laboratori di ricerca e solitamente assenti nell’ambiente naturale, un correttivo è quello di far precedere la fase dell’osservazione da un periodo di familiarizzazione, in cui l’osservatore entra nella situazione senza rilevare alcunché e successivamente effettua la rilevazione In questo modo si dà al bambino la possibilità di abituarsi alla presenza dell’osservatore in maniera da abbassarne la reattività durante la rilevazione vera e propria L’effetto Rosenthal L’osservatore si crea delle aspettative rispetto a ciò che osserva – quali eventi, in quale sequenza, con quale intensità Queste attese creano una distorsione nelle capacità di giudizio dell’osservatore portandolo spesso a individuare comportamenti o atteggiamenti che in realtà non si verificano Il rischio legato alle aspettative dell’osservatore andrebbe affrontato nella fase di addestramento. Questa fase serve, come si è detto, a migliorare l’abilità di osservare e, poiché questa abilità dipende soprattutto dalla capacità di stare ai fatti più che alle proprie credenze, favorisce la capacità di controllare inconsapevoli tendenze anticipatorie Correttivo efficace è lo schema di codifica Un modo utile per ridurre questa tendenza è dotarsi di uno strumento di rilevazione rigoroso come lo schema di codifica Le categorie di cui lo schema si compone obbligano l’osservatore a concentrare la propria attenzione su comportamenti che sono esattamente definiti dalle categorie a disposizione, limitando perciò la sua libertà interpretativa Lo strumento osservativo - caratteristiche preventive È opportuno allora stendere il resoconto quanto prima, per poter ricordare ciò che è stato osservato nel modo più fedele possibile Nel caso dello schema di codifica la fonte della distorsione sta nelle categorie utilizzate che, se sono mal definite, possono risultare di difficile applicazione oppure sovrapporsi ad altre. Questo rischio può essere controllato in fase di costruzione dello schema operazionalizzando le categorie Distorsioni e correttivi nell’osservazione Componente Causa della distorsione Correttivo Mascheramento totale o parziale; Soggetti Reattività familiarizzazione Osservatore Caratteristiche personali Diversi osservatori Addestramento preosservazione; categorie Aspettative ben definite Strumento Tecniche di osservazione del comportamento