Storia Economica della Moda1 PDF
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Sapienza Università di Roma
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Questo documento analizza il ruolo della domanda e dell'offerta nella nascita dell'industria tessile e dell'abbigliamento. Esplora concetti quali mercato, reddito, potere d'acquisto, e come questi fattori influenzano la domanda di beni, in particolare nell'ambito della moda. Vengono discussi anche i cambiamenti nella domanda e nel potere d'acquisto durante i diversi periodi storici.
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**IL RUOLO DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA NELLA NASCITA DELL'INDUSTRIA TESSILE E DELL'ABBIGLIAMENTO** 1. Mercato 2. Reddito 3. Potere d'acquisto **IL MERCATO** Il mercato non è un luogo fisico, bensì ideale, ma l'insieme dei venditori e dei compratori che intendono vendere o comprare un certo...
**IL RUOLO DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA NELLA NASCITA DELL'INDUSTRIA TESSILE E DELL'ABBIGLIAMENTO** 1. Mercato 2. Reddito 3. Potere d'acquisto **IL MERCATO** Il mercato non è un luogo fisico, bensì ideale, ma l'insieme dei venditori e dei compratori che intendono vendere o comprare un certo prodotto o servizio, accettando di pagare una certa quantità e determinandone quindi il prezzo. È il luogo dove avviene lo scambio, composto da chi compra (domanda) e chi vende (offerta). I soggetti che operano nel sistema economico sono strettamente indipendenti tra loro e, essendo il mercato un luogo virtuale, si creano scambi di flussi di moneta reali. Quindi il luogo virtuale dove si incontrano la domanda delle famiglie e l'offerta delle imprese viene denominato mercato. L'equilibrio tra domanda e offerta crea il prezzo. Il mercato è la base di un sistema capitalistico all'interno del quale sono presenti produttori e consumatori e, attraverso la moneta (metodo di scambio) si acquista ciò che si produce. Invece, nel sistema primitivo si produceva tutto da soli, non esisteva mercato (autoproduzione). La vendita e l'acquisto di mercato avvengono tramite lo scambio (chi vende, chi compra) con l'utilizzo della moneta. **LO SCAMBIO** Lo scambio è un sistema economico: a. Baratto (in assenza di moneta come nelle civiltà primitive) b. Sistema feudale c. Sistema capitalistico (proprietari e salariati) In presenza di moneta, nelle società avanzate, la moneta è l'intermediaria che permette di vendere e comprare beni e servizi. I soggetti principali sono compratore, venditore prezzo e bene (essenziali per il circolo della moneta). Lo strumento giuridico che permette lo scambio è il contratto di compravendita. Di fatto il contratto viene generato solo in base all'importanza del bene come, ad esempio, del bene immobile (es. casa). **ELEMENTI DEL MERCATO** In ogni mercato è possibile individuare. a. **[La domanda dei compratori]** b. **[L'offerta dei venditori ]** c. **[Il prezzo]** L'esclusività determina il prezzo. In un abito di alta moda c'è più manodopera e materiali più pregiati. Inoltre, abbiamo il costo del brand (genuinità del design e stile a. **LA DOMANDA** - **[Totale della popolazione]** (minore sarà la popolazione, meno consumerà) - **[Struttura della popolazione]** (tra cui l'età anagrafica). Tra una società in cui ci sono molti giovani e una società dove ci sono molti anziani i bisogni della collettività cambieranno (l'ambiente si adatta alla popolazione) - **[Fattori geo-fisici]** (area geografica). Il modo di vivere, la cultura cambia in base al luogo in cui si trova. Le esigenze saranno differenti in ogni parte del mondo). - **[Fattori socio-culturali]**. Ogni paese ha un tipo di cultura differente, quindi i loro bisogni si adatteranno a questa. **IL POTERE D'ACQUISTO** I desideri o i bisogni, per essere realizzabili, devono essere sostenuti dal potere d'acquisto, cioè la capacità del mio reddito, che mi da la possibilità di comprare sul mercato. Bisogni e desideri fanno i conti con il potere d'acquisto (che determina la domanda effettiva), ma a volte non coincidono. Il reddito non è dato solo dal salario (stipendio e altri investimenti). La domanda non coincide con i bisogni tanto meno con i desideri, questi ultimi possono non essere realizzati poiché la richiesta non coincide con i bisogni tanto meno con i desideri, questi ultimi possono non essere realizzati poiché la domanda non coincide con il potere d'acquisto. **DETERMINAZIONE DELLA DOMANDA EFFETTIVA** La [domanda effettiva] è quella che si concretizza sul mercato, cioè quando i consumatori vanno a comprare. La determinazione della domanda effettiva dipende da: - **[Livello di reddito corrente e accumulato]**, cioè il reddito attuale di un soggetto/ente e il reddito percepito in diversi ambiti temporali - - In età preindustriale c'era una bassa produttività del lavoro, un basso livello salariale e il livello dei prezzi era alto. Tutto era prodotto a mano, poca produzione in un tempo prolungato ma il tempo impiegato con sforzi eccessivi veniva ripagato con prezzi elevati dei beni e ciò garantiva un enorme disparità sociale tra ricchi e povero. Le distanze tra ricchezza e reddito si ampliarono in età moderna, forse anche prima della Rivoluzione Industriale (alti fino al 700). Soprattutto nel XIX secolo, le distanze si accorciarono perché i salari reali cominciarono ad aumentare fino a parlare nell'800 di [consumi di massa]. Il restringimento della distanza del redito è dovuto a un aumento del salario reale. Questo fa concludere che lo sviluppo ha accorciato le distanze sociale e gli squilibri. Il consumo di massa sconvolge la domanda. Per aumentare la produttività si doveva attivare una tecnologia nuova. **CONSUMO DI MASSA, REDDITO DISTRIBUITO** Con il termine redistribuzione si intende la riduzione del livello di disuguaglianza dei redditi familiari di mercato ottenuta tramite imposte e trasferimenti volti a far confluire risorse dalle famiglie più ricche a quelle meno ricche. La redistribuzione (o ripartizione) del reddito consiste nel suddividere la ricchezza tra i soggetti che hanno contribuito a conseguirla. Come nell\'Ancien Regime, la ripartizione del reddito ha influenza sulla domanda. Questo perché quest\'ultima si adattava al tipo di classe sociale. \"La ricchezza in mano a pochi\" significa che c\'è una domanda che si esprime attraverso l\'acquisto di beni di lusso (fascia sociale elevata). L\'età moderna viene stimolata da una domanda di beni artigianali di qualità che a sua volta ha stimolato la lavorazione dell\'alta qualità degli artigiani ma non la standardizzazione - la sua ricerca- dei beni: l\'ampliamento assente del mercato non ha portato al consumo di massa. Tutto cambia intorno al 700. Quando i salari cominciano ad aumentare, soprattutto in Paesi dell\'Europa del centro nord (Olanda, Inghilterra, Germania) e la popolazione comincia ad acquistare altri beni. Notiamo innovazioni del prodotto (nel 500 nasce la colorazione dei tessuti a stampa), l\'allargamento da mercati internazionali; altre classi sociali si elevano e la moda si allarga ma il poco potere d'acquisto permette un \"uso\" limitato della domanda. Infatti, una squilibrata ripartizione del reddito ha conseguenze sulla struttura della domanda. La domanda complessiva si divide in: - - - - - - **LA DOMANDA** La domanda è la quantità di un bene che i compratori sono disposti ad acquistare ad un certo prezzo. Vari fattori influiscono sulla domanda: i più importanti sono il [reddito] e il [prezzo] Altri fattori sono i gusti dei consumatori (moda, tendenze sociali) e anche [le tendenze culturali] e [l'area geografica] dove si vive. **DOMANDA INDIVIDUALE/COLLETTIVA -- ANDAMENTO** La curva di domanda individuale mostra la quantità domandata del bene ad ogni prezzo da parte di un consumatore. La curva di domanda di mercato è data dalla somma delle domande individuali per ciascun prezzo di tutti i consumatori presenti sul mercato. La domanda collettiva, quindi, è la somma delle domande individuali **SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI DOMANDA** La variazione della conduzione di mercato della domanda (reddito, prezzo di altri beni, gusti) determina uno spostamento della domanda. Graficamente se la domanda aumenta, la curva si sposta verso destra e la quantità domandata aumenta. Se la domanda diminuisce, la curva si sposta verso sinistra e la quantità domandata diminuisce. Se il prezzo aumenta la quantità domandata diminuisce, se il prezzo diminuisce la quantità domandata aumenta **ELASTICITA' DELLA DOMANDA** ci indica di quanto variano i consumi rispetto all'andamento del prezzo. L'elasticità della domanda rispetto al prezzo indica di quanto varia la quantità domandata di un bene se il suo prezzo aumenta o diminuisce di una certa percentuale **LEGGE DI ENGEL** Più un paese o un individuo è ricco, minore è la percentuale di spesa rappresentata per l'alimentazione (beni alimentari): è inversamente proporzionale. Questo perché vengono spesi per beni che danno soddisfazioni e comodità. Ad esempio, se il guadagno è di 1000 e ne spendo 300 per l'alimentazione, se il guadagno aumenta e arriva a 1400 spenderò 400 per l'alimentazione. Se il guadagno continua ad aumentare si spenderà anche per beni secondari **DOMANDA DI BENI ALIMENTARI** Nelle società preindustriali il rilievo era più alto che nei paesi sviluppati di oggi. Oggi spesa alimentare 20-30% del reddito. Nel 1950 su totale dei consumi per alimenti si spendeva in USA il 22% del reddito, in Gran Bretagna il 31% del reddito, in Italia il 46% del reddito (l'Italia era la più povera). In Europa la percentuale del reddito per l'alimentazione era fino al 1800 circa il 70%, tra fine 1800 e il 1914 circa il 50% e negli anni successivi circa il 30%. Nel 2021 in Italia il peso di prodotti alimentari e bevande analcoliche sulla spesa totale è stato del 19,3%; nel 2020 era del 20,1% a causa della flessione dovuta ad un incremento di prezzo **BENI A DOMANDA RIGIDA** Esistono beni a domanda rigida per i quali una variazione del prezzo determina una piccola variazione della quantità richiesta. Si tratta di [beni indispensabili] con pochi succedanei e indispensabili (es. pane latte, benzina). La variazione (l'aumento del loro prezzo) non comporta la diminuzione della quantità prodotta. I beni verranno ugualmente acquistati perché indispensabili. **BENI A DOMANDA ELASTICA** Esistono beni a domanda elastica per i quali una variazione del prezzo determina una notevole variazione della quantità richiesta. Si tratta di [beni secondari] con molti succedanei (es. per i detersivi) e non indispensabili (es. gelato, moda, vestiario, dolci). All'acquisto dei beni i loro prezzi saranno confrontati prediligendo (in base al potere d'acquisto) il prodotto meno caro. Se il prezzo rimane invariato possono verificarsi variazioni di altre condizioni di mercato che determinano uno spostamento della domanda del bene: - - - Oggi la moda non viene più decisa dall'aristocrazia e dalla corte ma nasce dal basso (quindi prezzi bassi che incidono sulle domande dei consumatori) **DOMANDA DI BENI DUREVOLI** Nel periodo preindustriale la differenza fra ricchi e poveri era minore dei consumi alimentari rispetto ai beni durevoli (casa, arredamento, vestiario). I beni alimentari non prevedevano una vasta gamma di prodotti come oggi: gli alimenti erano limitati, quindi uguali per tutti, in più c'era la limitazione dei prezzi sui beni primari. La più grande differenza (già dal 200 in poi) stava nelle spezie, importate dell'India erano considerati beni di lusso. La limitata domanda della maggior parte della popolazione (solo il 10% possedeva tutta la ricchezza) per i beni durevoli ostacolava la formazione di un mercato di massa, e quindi la crescita dell'industria. Chi poteva comprare questo tipo di beni (casa, arredo ecc..) era molto ricco, la domanda era quindi molta a un mercato di beni di lusso, quindi di qualità. In particolare, in Italia, tutto ciò diede una tradizione artigianale che portò alla capacità di avere un made in Italy di qualità ma, allo stesso tempo, frenava la nascita di un mercato di massa perché non essendoci domanda di beni di qualità nessuno era interessato a produrli. Con la Rivoluzione Industriale si arriverà poi alla produzione in massa a prezzi bassi. **IL VALORE DEGLI ABITI** Gli abiti avevano un valore importante perché erano beni di lusso. Durante il regno di Luigi XIV (1613-1715) i nobili possedevano vestiario per un valore di 1800 livree, i salariati per 27 livree. Il guardaroba di un nobile aveva un valore tale che si poteva sfamare 50 perone per circa un anno, a un chilo di grano al giorno. Essendo l'abito così costoso, quindi lussuoso, a cui solo l'élite poteva arrivare, questo assunse un valore simbolico segno di ricchezza. Da qui in poi, i "nuovi ricchi" (coloro che cominciavano ad arricchirsi) imitano l'abbigliamento degli aristocratici perché vogliono dimostrare la loro "evoluzione" (come riscatto sociale) **VALORE SIMBOLICO DELL'ABITO** Nell'Europa preindustriale comprarsi un abito, o del panno per la confezione di un abito, era un lusso per la gente comune. L'abito acquista un valore simbolico quando esprime il proprio ceto sociale e rango. Nel periodo medievale (dopo il Mille) la "moda" diviene una delle caratteristiche del mondo europeo e acquista questo valore simbolico perché nascono le città: circondate da mura, palazzi l'uno a fianco all'altro, con al centro una piazza dove si potevano riunire le persone. "L'abito fa il monaco" perché diventa una testimonianza sociale. In Francia le persone dei ceti bassi (nel tentativo di mostrarsi all'altezza delle classi superiori) che si vestivano come i ceti alti venivano condanna → nascono per questo le LEGGI SUNTUARIE (che colpivano soprattutto le donne) tra cui quelle dove viene deciso il modo di vestire, in base al ceto sociale. **ABBIGLIAMENTO COME DISTINZIONE SOCIALE** Dal tardo medioevo la \"moda\" diviene una delle caratteristiche del mondo europeo. Dal 1200 in poi nascono le città; nel periodo feudale il mercato girava intorno all\'autoproduzione. Si viveva nel fendo dominato da un feudatario che produceva per l\'autoconsumo. Il suo abbigliamento non era paragonabile all\'abbigliamento dei poveri ma non si avvicinava nemmeno a quello nobiliare. Con la nascita delle città il feudatario diviene cittadino e la terra un bene di investimento. Legata agli sforzi dei ceti privilegiati per distinguersi socialmente e dal tentativo dei gruppi sociali inferiori di mostrarsi all\'altezza delle classi superiori. Con la città nascente, il riscatto sociale dei nuovi ricchi, i nobili sentono il bisogno di distinguersi costruendo palazzi sontuosi, arredati con qualità, all'interno dei quali ogni ceto (es. servitù) aveva un "colore". Si ha bisogno di rappresentazione sociale, di rappresentarsi in base al ceto. **ARTIGIANI** Nelle città si crea il primo ceto borghese di lavoratori, cioè gli artigiani. Con la nascita dell'artigianato, molti artigiani diventano molto ricchi aprendo poi grandi mercati con l'evoluzione dell'artigiano in mercante imprenditore. Per dimostrare la loro ricchezza proveranno ad imitare e vestire come gli aristocratici. Da qui si arriverà alla nascita di un fenomeno: [le leggi suntuarie]. Esse sono delle leggi emanate da ogni comune con le quali veniva stabilito l'abbigliamento dei vari certi e la limitazione di alcuni capi in base alla classe sociale. Erano rivolte principalmente alle donne alle quali venivano limitate oltre agli abiti anche colori e gioielli. Queste leggi cercavano di mettere ordine ad una società che si stava disordinando dal punto di vista gerarchico. Tuttavia, dal 1500 cominciarono a perdere potere. **MODA, COSTUME E CONCETTI NEL TEMPO -- LE DEFINIZIONI** **-[Moda ]** riguarda il cambiamento progressivo (e sempre temporaneo) del nostro modo di vestire e di arredare, ma anche di vivere. Racconta lo stile di vita sia della società sia dei singoli individui. Un tempo tali cambiamenti erano molto lenti, mentre oggi sono sempre più veloci **[-Costume]** analizza i comportamenti, gli usi e le abitudini in chiave antropologica ovvero studia i bisogni alla base e le caratteristiche che permettono di riconoscere una civiltà da un'altra o un'epoca da un\'altra. Moda e costume si influenzano a vicenda **[-Antica Roma]** Si parla di costume, non di moda. La distinzione delle classi sociali era molto rigida (patrizi, plebei, schiavi) in più non c'era la possibilità di elaborare vestiti diversi e nuovi colori; **[-Parigi -- 1600]** Nasce il mercato degli abiti usati, i vestiti donati dalle nobil donne venivano rammendati e venduti (primo caso di moda pret a porté). Tutti potevano acquistare questi abiti (per la polizia era come infrangere le leggi); **[-Rivoluzione Francese]** Sanculotti, rifiutano le culottes e indossano i pantaloni **[-Fine anni 60]** I movimenti giovanili si oppongono alla moda del tempo scegliendo un loro tipo di moda **[-Anni 60]** gli hippy, figli dei fiori **[-Anni 70]** A Roma i movimenti politici giovanili di destra e di sinistra si identificavano nel modo di vestire L'abbigliamento ha una valenza simbolica, col tempo sempre più importante **NASCITA DELL'ECONOMIA DELLA MODA** La cosciente creazione della moda e il suo cambiamento stagionale è un fenomeno successivo al tardo Medioevo. L'epoca in cui essa si afferma è la stessa della diffusione internazionale della parola "moda": il Seicento → si comincia a scrivere nel Seicento sulla moda e si comincia a diffondere in Italia il termine «moda». Maria Stella Newborough. nota storica, afferma che la moda comincia a nascere quando si cominciano a distinguere in modo netto gli abiti maschili da quelli femminili. Se la moda come \"status symbol\" comincia nel Medioevo, il momento in cui la moda si afferma al punto tale da coinvolgere altri gruppi sociali è il 500. Il Cinquecento è l\'anno in cui si comincia a globalizzare, in cui una classe sociale si comincia ad occupare dei grandi commerci, cioè i mercanti, che diventeranno ricchi più dei nobili. **MODA COME STRATEGIA IMPRENDITORIALE** Gli imprenditori utilizzano la moda per rimanere i primi nel mercato. I mercanti imprenditori di tessuti di seta di Lione furono i primi ad usare in modo consapevole e su larga scala la differenziazione annuale del prodotto del genere Façonnés come un'arma strategica per il mercato internazionale ogni anno immettevano nel mercato stoffe nuove. Le vicende dei mercanti imprenditori della Grande Fabrique sono indicativi di una svolta epocale nella storia delle pratiche mercantili tessili: quello della differenziazione annuale della produzione programmata e prevista in anticipo secondo consapevoli e sistematiche strategie. La moda, per i produttori serici lionesi, era il prodotto di decisioni strategiche relativamente centralizzate, di scelte formulate da potenti interessi economici, ma già integrati con l'élite del gusto e del potere. Sia la produzione che le comunicazioni erano molto lente: i viaggi troppo lunghi. Così le mode si diffondevano tramite le pupe, ma ciò riguardava solo gli aristocratici. L\'Italia tra il 1200 e il 1400 fu centro economico e artistico, invidiato dagli altri Paesi europei (come Francia e Inghilterra) per imitare la moda italiana producevano degli abiti in miniatura che facevano indossare a delle bambole (di circa 70-80 cm) chiamate [pupe]; queste venivano mandate poi nelle corti europee dove i vestiti venivano imitati. A variare erano però la stoffa e i disegni → successivamente vengono sostituite dalle riviste. Gli italiani dominarono il mercato della seta, dal 1200 in poi. Furono i produttori di seta più importanti al mondo visto che il baco da seta allevato in Italia era di qualità superiore. Nel \'600 però, in Francia a Lione, nella Grande Fabrique, anche grazie ai finanziamenti dello Stato sorsero delle industrie seriche che tolsero all\'Italia il primato internazionale. L\'industria serica di Lione mirava a conservare i segreti della fabbricazione e a preservare l\'innovazione dei disegni, i quali non potevano essere diffusi al di fuori delle fabbriche. Questo perché Lione serviva un mercato internazionale, quindi servivano le stoffe più\' pregiate riservate all\'aristocrazia internazionale, inoltre voleva che i nuovi disegni fossero conosciuti solo quando fossero stati immessi sul mercato. I tessuti erano chiamati Façonnés, molto colorati venivano usati come arma strategica per la conquista internazionale. Gli anni successivi queste venivano copiate poi dagli altri paesi europei diffondendo così, anche se in ritardo, stoffe e colori mutuati dai francesi. I mercanti di Lione furono i primi a usare la moda come affare: programmavano in anticipo i disegni dell'anno successivo. Sapevano che i gusti dei consumatori potevano differire in questo modo. A seconda del mercato a cui venivano spediti i tessuti facevano degli accorgimenti particolari così da conquistare e vendere ai consumatori. La moda, per i produttori seri, era il prodotto di scelte formulate da potenti interessi economici. **MODE E GUSTI** Esiste una relazione diretta fra le variazioni delle mode e dei gusti dei consumatori e le variazioni delle quantità acquistate di un bene. Se un prodotto non va più di moda, la quantità domandata del bene diminuisce molto, anche se il prezzo è rimasto invariato. Un efficacie campagna pubblicitaria provoca un notevole aumento della domanda di un bene, anche se il prezzo è rimasto invariato. Se uno stile (o un prodotto) passa di moda, a prescindere dall'invariabilità del prezzo o dalla sua diminuzione questo non verrà venduto. Oltre a conoscere il mercato e a capire le esigenze dei consumatori si fanno le campagne pubblicitarie con le quali si cerca di far conoscere il prodotto, dunque di conquistare nuovi effetti di mercato. b. **L'OFFERTA** Se la domanda è la quantità di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare ad un certo prezzo, l\'offerta al contrario, è la quantità di un bene che i venditori sono disposti a cedere ad un certo prezzo. I prodotti venduti da un\'impresa (il ricavato della loro vendita) dovrà coprire i costi di produzione ma dare anche profitti. Vari fattori influiscono sull\'offerta, ma il più importante è il prezzo. Altri fattori sono i costi dei fattori produttivi, l\'introduzione di nuove tecnologie, altri fattori (clima, leggi). Un aumento del costo delle materie prime causa, di conseguenza, l\'aumento del prezzo finale di vendita. L\'introduzione di innovazioni potrebbe far risparmiare tempi, quindi nel processo produttivo c'è la possibilità della vendita di beni a prezzi inferiori o invariabili. **VARIAZIONE PREZZO/OFFERTA** In un mercato perfetto: - - Se il prezzo rimane invariato possono verificarsi variazioni di altre condizioni di mercato che determinano uno spostamento dell'offerta: - - - **LEGGI SUNTUARIE E LA MODA** La moda guarda sempre avanti, coglie l'attimo, è effimera e passeggera. Non può permettersi infatti di guardare al passato ma esclusivamente al futuro. La storia della moda tiene in considerazione le persone, i loro pensieri, la vita e i modi di essere. Viene spesso considerata come un qualcosa di superficiale ma in realtà è un processo complesso che lega forze economiche , sociali e politiche per creare una forte innovazione materiale. Viene quindi presentata in 4 visioni: **-PROCESSO DI INDIVIDUALIZZAZIONE E SOCIALIZZAZIONE**: è un mezzo per differenziarsi dagli altri ed avere una propria personalità e creatività. **-MEZZO DI RAPPRESENTAZIONE E MOBILITA SOCIALE:** usata per apparire diversi dagli altri, apparire più ricchi e belli di quanto si è realmente. **-CREA RELAZIONE TRA CONSUMO E PRODUZIONE:** l'industria moda è al centro di processi di ideazione, innovazione e distribuzione di massa. **-MEZZO DI DIFFERENZIAZIONE DI GENERE DI ETA:** crea delle fratture generazionali nel tempo. Bisogna quindi comprendere la relazione tra moda nel tempo e affermazione della società dei consumi. **DIFFERENZE TRA MODA DI EPOCA ANTICA E MODERNA** -tra Medioevo e prima età moderna la moda viene confusa con l'ostentazione, lusso e sfarzo rispondono alle esigenze delle gerarchie sociali. In questo periodo la moda diventa importante per l'economia, affermandosi come una istituzione sociale nell'Europa moderna. -tra 600 e 700 la civiltà della moda si propaga in Europa grazie ai mezzi di comunicazione quali bambole, giornali, stampe. Grande influenza ebbe la corte di Versailles come centro di creazione e di lusso. Parigi diviene la prima capitale della moda, entrando in seguito in competizione con un'altra grande città, casa del sobrio stile inglese in opposizione al sfarzoso stile francese: Londra. Questa competizione di stili tra le due grandi potenze diviene un confronto economico, politico (tra francia rivoluzionaria, scozzesi e inglesi, puritani e cortigiani) ed ideologico dando vita alla cosiddetta "**GUERRA DELLA MODA**". -fine 700 e inizio 900 la moda diviene più femminile, va ad interessare intere società trasformando il modo di produrre beni di consumo e la loro accessibilità in termini di prezzo. Nasce l'haute couture, la figura dello stilista, grandi passerelle. -800 e 900 si evidenziano 2 percorsi: la nascita dell'alta moda parigina, nascita delle grandi maison aristocratiche e l'ascesa dell'abito confezionato, in particolare negli Stati Uniti (abbigliamento pronto, ossia vestiario pratico e funzionale a poco prezzo). -dopo la seconda Guerra Mondiale avviene la "**RIVOLUZIONE GIOVANILE":** canoni di eleganza rivoluzionati, si passa dalla rigidità e formalità alla semplicità e praticità. Diventano punto di riferimento le donne che lavorano e non più le alte dame. Epoca dei jeans, maglie, felpe e t-shirt. Attraverso riviste, internet, tv la moda è entrata a far parte della quotidianità. Moda del 20esimo secolo caratterizzata da una pluralità di stili, infatti le capitali della moda aumentano (Roma, Milano, NYC, Firenze e Tokyo). **ORIGINI FENOMENO MODA** Avvento della moda crea mondo nuovo eliminando le abitudini e tradizioni, introducendo l'innovazione e i mutamenti del gusto. Ha introdotto un sistema di valori nuovo capace di condizionare strategie adottate dalle organizzazioni economiche. Viene quindi definita istituzione sociale che regola cicli di cambiamento degli abiti e cicli di produzione. -**COSTUME**: abito non soggetto a continui cambiamenti -**MODA**: sostituzione e mutamenti degli abiti era regolare. Le fasi di diffusione della moda sono 4. In particolare le civiltà greca e romana (civiltà che avevano istituzioni di governo, divisione del lavoro e una cultura scritta) mostrarono una maggiore attenzione nell'abbigliamento per identificare e distinguere le persone. Questa dinamica è visibile dall'esordio della **LEGISLAZIONE SUNTUARIA**. Nell'antichità greca le norme suntuarie contenute nel **CORPUS** promulgato da Solone avevano il compito di regolare cerimonie funerarie e il ruolo delle donne in esse, limitare inoltre l'ostentazione del lusso nelle doti, matrimoni e abiti. Nell'antichità romana analoga era la situazione, le prime leggi tra cui la LEX OPPIA, dovevano sempre limitare il lusso e il ruolo della donna nelle cerimonie funebri, ostentazione del lusso e sugli eccessi dei banchetti. Inoltre venne salvaguardata la funzione dell'abito come indicatore di **STATUS SOCIALE**, per i cittadini era proibito indossare la toga riservata ai senatori. Coloro che facevano parte della cerchia elitè puntavano a gioielli, acconciature, decorazioni preziose, insomma la ricerca del lusso era una costante da parte dei ceti più alti. Con l'espansione del consumo urbano, sete provenienti dall'oriente e oggetti di lusso come decorazioni in oro e argento e l'innalzamento del costo de vestiario era fonte di preoccupazione. Furono quindi presi una serie di provvedimenti (queste cosiddette leggi suntuarie) finalizzate a limitare la spesa per oggetti di moda. Queste leggi suntuarie tuttavia non regolano tutti i tipi di consumo ma solo quelli ritenuti eccessivi cioè "suntuosi". Lo scopo di queste leggi suntuarie era quello di preservare il benessere della nazione mantenendo lo status quo. Impedendo queste spese eccessive si instaura il "buongoverno", impegnato a mantenere ordine morale del popolo evitando sprechi tra cui spese per abiti e feste. Il lusso di origine straniera è la prima cosa ad essere condannata, per esempio si sostituirono alle sete importate dall'Asia dei tessuti di più modesta lavorazione. Questo concetto si fa strada anche tra gli uomini di chiesa, essi infatti si lamentano che tutta questa attenzione al vestiario tolga attenzione dai veri scopi della vita terrena e ultraterrena, la moda viene considerata trasgressione alla fede. Bernardino da Siena stilò addirittura 10 ragioni per cui si può recare un'offesa a Dio attraverso il vestiario, denunciando la difficoltà nel distinguere una donna virtuosa da quella immorale. Si sovrappongono concettualmente quindi i concetti di LUSSO e LUSSURIA e l'unico rimedio è la purificazione rinunciando a tutte le tentazioni. **RAPPORTO DONNE/MODA** Tutto ciò però non riusciva in ogni caso a fermare l'ascesa della moda. Le donne erano particolarmente soggette all'influenza della moda in quanto considerate del "sesso debole" quindi incapaci di resistere alle tentazioni. Prediche sui pericoli del lusso da parte degli uomini di chiesa erano specialmente rivolte alle donne. La donna avrebbe dovuto ripudiare le mode ritenute vergognose e che disonoravano madre, marito e figli. Donna del Medioevo non afferma la sua posizione ma è vittima passiva di impulsi e desideri indomabili. **TEORIA DI VEBLEN**se donne sono viste come creature della moda era a causa della posizione sociale dei loro mariti, se la donna si veste in un certo modo dimostra il potere e il benessere della famiglia e del marito. Un altro teorico invece, Simmel, considera la moda come una sfera personale della donna nella quale ella, in quanto esclusa da un'attiva vita pubblica, decide di esprimersi liberamente. **MONDO** **GRECO** **abbigliamento donna:** -**PEPLO**: veste drappeggiata aperta su un fianco o chiusa **CHITONE**: alternativa al peplo, veste drappeggiata ricavata da 2 teli distinti che venivano cuciti solo nella parte superiore che andava poi a poggiare sulle spalle. **HIMATION**: sorta di mantello che veniva portato sopra al peplo o chitone. **Abbigliamento uomo:** -**CHITONE**: variante corta più pratica e lunga da cerimonia -**HIMATION**: mantello lungo, **CLAMIDE** mantello corto. **MONDO ROMANO** **Abbigliamento matrona romana:** -**STOLA**: toga drappeggiata sui fianchi e stretta da una cintura, sotto di essa si era soliti portare una tunica. -**PALLA**: lungo mantello posto sopra la stola Abbigliamento cittadini: -**TOGA**: in differenti colori per indicare condizioni sociali. Nero per il lutto, banda porpora per le massime autorità, porpora per imperatori e consoli, bianca per cariche pubbliche. **Abbigliamento uomo:** -tunica completata da un mantello con o senza cappuccio posto sopra la toga. Nella civiltà romana tutto cio che si indossava era indicatore del proprio status sociale. **LA RIVOLUZIONE DELL'ABBIGLIAMENTO** Nel corso dei secoli influssi orientali e contatti con popoli barbari contaminarono i costumi tradizionali greci e romani. In particolare nella società romana questo cambiamento avvenne nelle acconciature e nei gioielli. Il drappeggio fu sostituito da fogge modellate che aderivano meglio al corpo. Questa trasformazione segnò una profonda discontinuità con la tradizione classica. Solo nel 1340 si passò ad una differenziazione di abiti maschili e femminili, tale distinzione aprì la strada a cambiamenti nel gusto di vestirsi che andranno a toccare Francia, Inghilterra e Italia. Ricerca di sfarzo e lusso era caratteristica di quel periodo. Questo cambiamento andò a toccare anche i ceti più inferiori. Accanto a questi aspetti innovativi persistevano aspetti del passato come la correlazione tra abbigliamento da un lato e stravaganza e lusso dall'altro. La possibilità di scegliere l'abito in base al proprio gusto era ancora riservata alla cerchia dei ceti elevati della società. Queste innovazioni del 300 segnarono punto di svolta importante ma non ancora definitivo, l'abito continuava ad essere espressione diretta di un determinato ordine sociale. **RAPPORTI PRODUZIONE-POPOLAZIONE PRIMA DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE** L'alimentazione era alla base di ogni persona e l'uomo inizialmente era un predatore onnivoro. In seguito con la rivoluzione agraria (Preistoria e rivoluzione neolitica) cominciò la produzione di alimenti e allevamento di animali dando inizio ad un progresso evolutivo dell'umanità. Le varie economie pre-industriali erano caratterizzate da scarsità, eterogeneità e in grado di generare crescita. A lungo andare la crescita della popolazione generava una produttività decrescente; l'utilizzo di terre non di qualità determinava rendimenti sempre più bassi e l'aggiunta di lavoro sulla stessa terra aveva un rendimento minore. Questo momento di crisi e di scarsità di produzione portò modifiche nell'economia e nell'applicazione di nuove tecnologie. La diffusione della rivoluzione agraria inglese parallela alla rivoluzione industriale avrebbe permesso una crescita agraria autosostenuta con un miglioramento degli attrezzi e delle conoscenze. Per questa crescita agraria ci si assicurava l'alimentazione della famiglia nel corso dell'anno e a destinare terra e lavoro in eccesso per ottenere 1 o più prodotti commercializzabili. L'introduzione di nuove coltivazioni ebbe 2 momenti salienti di diverse origini: **-nel Medioevo** piante provenienti dall'oriente, in abbondanza frutta e ortaggi e zucchero -**nell'età moderna** piante provenienti dall'America come il mais e le patate. Queste produzioni per il mercato e l'introduzione di nuovi prodotti richiedono condizioni favorevoli sia a livello climatico sia di investimenti di capitali. Di conseguenza la loro diffusione era quindi lenta. **LA RIVOLUZIONE AGRARIA** La crescita agraria è dovuta all'apparizione di un nuovo sistema produttivo che aumentò di gran lunga la produzione e l'intensità del capitale. La rivoluzione agraria si basa sui cambiamenti tecnici specializzandosi nell'uso di fattori produttivi come la terra, il lavoro e il capitale. Cominciò nei paesi Bassi nel Medioevo e finì in Gran Bretagna nel XVIII. Grande innovazione fu il **concime**, esso ridava capacità produttiva al suolo e migliorava l'agricoltura incrementando le rese. **Nei paesi bassi**: ebbe inizio questa rivoluzione, per coltivare o per pascoli veniva usato il maggese che consentiva di ottenere alimenti per il bestiame e mantenere più animali durante l'inverno. La diminuzione del maggese passando da 1 anno di riposo ogni 3 a 1 ogni 5 significava un incremento della superficie coltivata senza aumentare quella posseduta. Questo però richiedeva un maggior impiego di capitale e presenza di un abbondante manodopera. Quindi valeva la pena investire lavoro e capitale nel miglioramento della produzione. **In Gran Bretagna:** innovazioni dei paesi bassi imitate in Inghilterra, ci fu inoltre una ricerca della combinazione più favorevole dei fattori produttivi. Introdusse un sistema di rotazione delle coltivazioni, selezionò animali da riproduzione, investì capitali migliorando recinzione dei terreni, drenaggio e correzione dei suoli, creò vere e proprie società agrarie. Una tra le maggiori innovazioni **AGRICOLTURA CONVERTIBILE**, maggiore flessibilità nell'uso della terra, a seconda dei prezzi relativi ai cereali e ai prodotti dell'allevamento si assegnava più terra alle coltivazioni o ai pascoli. Nasce quindi un'agricoltura volta al mercato, specializzata nei prodotti che possono offrire maggiori profitti in ogni momento. Questa nuova agricoltura richiedeva un maggior investimento di capitale e una certa capacità imprenditoriale. Importante fu anche il **PROCESSO DI ENCLOSURE**ossia processi di chiusura delle terre, rottura dell'agricoltura tradizionale, esso aveva lo scopo di favorire la formazione di fondi, facilitare l'introduzione di innovazioni che il proprietario considerava opportune, dare una maggiore sicurezza all'investimento del capitale. Queste trasformazioni agrarie provocarono un forte incremento della produzione per l'aumento della superficie coltivata e per l'introduzione di nuove rotazioni e miglioramenti delle rese. Agricoltura inglese era quindi la più avanzata dell'epoca. **ECONOMIA URBANA PRE-INDUSTRIALE** Le economie preindustriali si basavano su alcune attività nel settore secondario e terziario radicate principalmente nelle città. Ruolo importante per la rinascita urbana fu la crescita della popolazione e le rese agrarie, inoltre ebbe un ruolo fondamentale l'investimento del capitale dei signori feudali che amministravano le terre e donavano le quote non necessarie per il loro consumo al mercato, ristabilendo quindi il commercio a lunga distanza. Nel medioevo la città viveva a stretto contatto con la campagna circostante sia per un fattore demografico in quanto l'aumento di popolazione in città proviene dalla campagna e sia per un fattore economico in quanto la città si alimenta con materie prime e prodotti fatti in campagna. Si avrà quindi un aumento dell'attività artigianale e una maggiore produzione. Grazie a ciò le città si ritrovarono in grande crescita. Il punto di incontro tra città e campagna è il **MERCATO**, uno spazio di interscambio regolato e protetto legalmente dove i contadini e cittadini portano rispettivi prodotti. Esso è fondamentale per il mantenimento della città ma la crescita urbana dipende specialmente dalla partecipazione al **COMMERCIO A** **LUNGA DISTANZA**. Questo sviluppo urbano stimolava all'interno delle città la specializzazione dell'attività manifatturiera in determinati prodotti che andavano ad inserirsi nel commercio a lunga distanza. Infatti **PRODUZIONE ARTIGIANALE** e **ATTIVITA** **COMMERCIALE** sono 2 tra i più grandi aspetti dell'economia urbana. **COMMERCIO A LUNGA DISTANZA**fino al secolo XI l'attività commerciale a lunga distanza si riduceva a pochi mercanti ambulanti e venditori di prodotti di lusso. Questo tipo di commercio era praticamente inesistente per coloro che abitavano fuori dalle rotte dei mercanti e per chi non disponeva di denaro per pagare i prodotti offerti. Dipendeva inoltre molto dai contatti con i mondi bizantino ed arabo da cui provenivano i beni di lusso come gioielli spezie e profumi. Era comunque molto arretrato rispetto ai commerci contemporanei. Le difficoltà di questo commercio erano diverse sia se si dovevano utilizzare rotte terrestri o vie d'acqua. Per il commercio terrestre la lentezza era dovuta alla mancanza di strade in buono stato e alla necessità di scaricare merci ogni giorno malgrado le condizioni meteo a volte non fossero favorevoli. Queste condizioni miglioravano leggermente per il commercio marittimo che era stagionale in quanto veniva effettuato esclusivamente nei periodi di buon tempo. Rimanevano comunque i pericoli causati dalla natura quali tempeste, valanghe, fiumi difficili da attraversare e naufragi. Lentezza e pericolo contribuivano a rendere il commercio caro, partendo dalle spese del viaggio con scorte per le persone che lo intraprendevano e finendo con le imposte delle autorità locali come pedaggi, diritti di porti o di mercato. Nonostante ciò, il commercio europeo sperimentò una grande crescita. Questa crescita fu dovuta fondamentalmente al miglioramento dei trasporti costruendo strade migliori, ponti e monasteri di rifugio. Per quanto riguarda il commercio marittimo invece furono costruite navi più grandi con una migliore disposizione delle vele e l'introduzione del timone da poppa che permise di governare meglio la nave e della bussola che aiutava a mantenere sotto controllo la vicinanza alla costa. **COMMERCIO SU SCALA MONDIALE** Le grandi scoperte permisero una relativa integrazione del commercio mondiale in uno spazio che copriva gran parte d'Europa. Questo spazio si sarebbe esteso fino ad occupare praticamente tutte le coste penetrando nei continenti. L'espansione europea fu possibile grazie alla superiorità di strumenti di orientamento, armi da fuoco e artiglieria. I paesi che avviarono l'espansione europea nel secolo XVII furono Portogallo, Castiglia, Olanda, Francia, Gran Bretagna. **CASTIGLIA** non trovò in America una vita commerciale organizzata, infatti lo sfruttamento del nuovo continente si basava sul saccheggio, sottomissione delle popolazioni native e sull'occupazione del territorio. **PORTOGALLO** organizzò un'impresa commerciale portando in Europa i prodotti dell'India come spezie, tessuti, seta, gioielli ad un prezzo migliore di quello della rotta tradizionale del medio Oriente. Con l'arrivo di metalli preziosi quali oro e argento da parte dell'America fu possibile pagare i vari prodotti previsti per il commercio orientale e inoltre fu l'elemento decisivo per l'integrazione commerciale mondiale. Questa integrazione del commercio su scala mondiale fu però limitata poiché riguardava le zone di più facile comunicazione come porti e zone circostanti e lenta a causa della lunga durata delle spedizioni. **SCHEMA FONDAMENTALE DEL GRANDE COMMERCIO IN SINTESI:** -metallo prezioso americano arrivato a Siviglia serviva in parte per pagare spese esterne (politico-militari) e per saldare il deficit commerciale provocato dall'importazione di spezie e manifatture da Lisbona e da centronord dell'Europa. -la parte avviata a Lisbona finanziava il commercio con l'Oriente -la parte dell'Europa nordoccidentale si occupava del commercio europeo con il Mar Baltico. -manifatture provenienti dall'Europa soddisfacevano la domanda iberica ed erano esportate nuovamente verso l'India e l'America. Questo era il circuito di commercio di base, formato quindi da triangolo SIVIGLIA-LISBONA-FIANDRE e dalle 2 rotte extraeuropee verso Asia e America. Questo commercio a partire dal secolo XVII subì dei cambiamenti. L'abbondanza dell'argento provocò una perdita di valore e un aumento di prezzi, e la sua produzione risultava cara in quanto vi era carenza di manodopera nelle colonie per l'estrazione. I rendimenti economici dell'attività mineraria quindi caddero facendo diminuire la produzione. Il crollo del triangolo economico transoceanico di Castiglia e Portogallo favorì la situazione commerciale dei Paesi Bassi, Inghilterra e Francia. Dopo la peste nera, Paesi Bassi e Inghilterra avevano sperimentato una forte crescita economica rispetto al resto d'Europa. Questa crescita rese i loro prodotti altamente competitivi, le loro città autonome ed organizzate e la creazione di politiche favorevoli allo sviluppo economico. Si crearono quindi **compagnie commerciali** privilegiate per lo sfruttamento delle risorse coloniali, in seguito convertite in **SOCIETA DI CAPITALI** (ossia società non di persone ma **anonime**). Così facendo, con queste società, lo Stato si liberava di spese militari e di amministrazione e ottimizzava i profitti. Le più influenti furono la **compagnia** **olandese** e quella inglese delle **Indie Orientali**. Oltre alla nascita di queste compagnie ci fu l'organizzazione della produzione basata sulle piantagioni in modo da sfruttare al meglio le colonie. Si tratta di grandi piantagioni dedicate esclusivamente alla coltura di un determinato prodotto con grande domanda in Europa realizzata da manodopera schiava. Principali prodotti di piantagione erano zucchero, cacao, indaco seguiti poi da tabacco e cotone. Sistema coloniale dell'estrazione fu sostituito da questo delle piantagioni. **IN AMERICA** i nativi americani abituati a economie poco esigenti non sopportavano il lavoro forzato nelle piantagioni, portando queste piantagioni a dipendere dal traffico degli schiavi deportati dall'Africa. **IN ASIA** piantagioni arrivarono molto più tardi in quanto la compagnia olandese delle Indie Orientali organizzava a proprio vantaggio anche la produzione della popolazione locale, assicurando autorità dei piccoli monarchi locali in cambio di forti tributi in modo da lasciare le terre ai nativi ma costringendoli ad essere sottomessi a imposte elevate che potevano essere soddisfatte solo coltivando e vendendo spezie. Con questo sistema, i nativi divenivano schiavi nella loro proprietà facendo ottenere alla compagnia il doppio beneficio. Organizzando il commercio nelle colonie il commercio mondiale comincia a basarsi sulla quantità venduta piuttosto che sui guadagni unitari dando inizio al **COMMERCIO DI MASSA**. Nel corso del XVII olandesi ed inglesi oltre al commercio transoceanico si introdussero anche nel commercio mediterraneo portando spezie, grano e pesca salata. Olanda e Inghilterra avevano quindi la supremazia nel commercio. **OLANDA** grazie alle varie azioni svolte nel commercio finora, ebbe un ruolo come principale centro di interscambio e ruolo di grande centro finanziario mondiale dopo la fondazione del WISSELBANK nel 1609. Essa cessò di avere un ruolo predominante a causa delle **POLITICHE MERCANTILISTICHE DELLA GRAN BRETAGNA E DELLA FRANCIA**. Con il ***Navigation Acts*** del regno unito si permetteva l'introduzione di merci nella Gran Bretagna solo alle navi inglesi o del paese originario dei prodotti, eliminando così i trasportatori olandesi. Come conseguenza si crearono 3 guerre commerciali tra Gran Bretagna e Olanda. La Francia aumentò le imposte per attraccare ai suoi porti e addirittura tentò di invadere l'Olanda. Olanda riuscì a resistere agli attacchi ma la sua economia ne risentì. In futuro la Gran Bretagna avrà il predominio commerciale, cominciando la sua espansione in Asia, Mediterraneo e Mar dei Caraibi. La superiorità commerciale inglese fu dovuta all'uso della capacità legislativa e della violenza per favorire la sua economia adottando una politica di impostazione **MERCANTILISTICA** che avrebbe mantenuto fino alla Prima Guerra Mondiale. Importante fu alleanza con il Portogallo nel quale fu scoperto l'oro e la Gran Bretagna soddisfò tutta la richiesta di produzione di manufatti fatta dal Portogallo. Grande importanza svolgevano le manifatture inglesi nel commercio britannico, esse garantivano, grazie ai ricavi della loro vendita, l'acquisto di prodotti coloniali americani come zucchero, tabacco e cotone. La Francia nel secolo XVIII si convertì nella seconda potenza commerciale dopo la Gran Bretagna ed aveva come fondamento il commercio europeo e quello con il medio oriente. **STRUMENTI E TECNICHE MERCANTILI** La crescita del commercio non sarebbe stata possibile senza una serie di istituzioni, tecniche e strumenti per migliorarne l'organizzazione, ridurne i rischi e agevolare i controllo degli affari. **-LA MONETA**: inizialmente venivano utilizzate solo monete piccole d'argento, seguite poi da monete di buon argento dette "**GROSSI**" utilizzate e coniate dalle grandi città mercantili come Venezia, Genova e Firenze a inizi del XIII. Mezzo secolo dopo furono coniate monete d'oro dette "**FIORINI**" o "**DUCATI**" e considerate il dollaro del medioevo. A partire dalla metà secolo XVII apparì la **CARTAMONETA**, certificati di deposito emessi dalle banche ma fu uno strumento di poca importanza. **-MERCATI E FIERE**: punti di incontro tra venditori e compratori. I mercati hanno un ambito locale e periodicità breve, a volte quotidiana. Le fiere invece sono meno frequenti ma hanno maggiore impatto. La riunione di persone nella fiera aveva come vantaggio la concentrazione dell'offerta e della domanda. L'interscambio della fiera era doppio e avveniva tra commercianti venuti da diversi luoghi e tra commercianti e persone del luogo della fiera. **-CREDITO E BANCA**: crescita dell'attività mercantile non sarebbe stata possibile senza il credito e la banca. Le forme più semplici di credito commerciale come la cessione di merci o denaro per comprare merci con la promessa di restituire il valore ottenuto si diffusero molto presto. La banca e la tecnica bancaria derivano dal cambio della moneta, il **banchiere** era colui che conosceva il valore delle diverse monete e ne facilitava l'intercambio guadagnandoci una commissione. Presto fu aggiunto dal banchiere anche un deposito per far depositare ai clienti i loro denari. Tutto ciò viene definito **attività bancaria**. Oltre alla banca va citata anche la **borsa**, la prima ad essere istituita fu quella di Anversa. **FORME DI ASSOCIAZIONE E DI ASSICURAZIONE** L'attività commerciale favorì diverse forme di associazione. **-** **La compagnia** (2 o più soci che operano in comune) non era molto utilizzata a causa del principio di responsabilità che obbligava ognuno dei due soci a rispondere con tutti i suoi beni delle perdite della società. -Tipica del commercio medioevale era la **società in accomandita**, formata da un socio capitalista che portava denaro o merci e un socio gestore che si occupava di portarle al punto di vendita per tornare con denari o altre merci. **-la filiale**, dipendenza dell'impresa installata in un'altra città e che non è dotata di iniziativa propria. **-l'impresa succursale**, è una stabile organizzazione con una propria registrazione ma senza personalità giuridica. Non ha beni, né soci, né tantomeno un'attività propria. È semplicemente un'estensione della società principale. **-la corrispondenza**, accordo tra imprese indipendenti con sede in luoghi diversi che mantengono relazioni e partecipazioni ad affari comuni. **-assicurazione**, forma speciale di associazione creata per evitare il rischio di possibili perdite, autonoma. Può essere di 2 tipi: **prestito marittimo** con il quale si cedevano merci per l'acquisto di merci a condizione che il capitale venisse restituito solo se le merci arrivavano a destinazione e **l'assicurazione vera e propria** con la quale gli assicuratori ricevevano in anticipo un premio e si impegnavano a pagare il valore delle merci in caso di perdita. La forma moderna più diffusa di associazione è la **SOCIETA DEI CAPITALI**. Grazie a questa ottima connessione tra città e campagna l'attività manifatturiera e artigianale crebbero molto. In tutta Europa la principale attività manifatturiera era la produzione dei tessuti, in particolare nelle Fiandre. I tessuti furono il principale prodotto del commercio a lunga distanza durante tutto il periodo preindustriale. Industria tessile non fu soggetta a grandi innovamenti bensì a piccoli perfezionamenti, ad esempio nel settore laniero ci fu l'apparizione di nuovi tessuti più leggeri e più a buon mercato. Anche l'industria tessile serica pur non essendo molto rilevante in termine di produzione lo era in termini di valore, ci fu infatti una macchina per filare la seta che fu nascosta per molto tempo come un segreto industriale a Bologna. Infine un'altra fibra di grande importanza fu il **cotone**. Il settore cotoniero si concentrò principalmente in Inghilterra, la meccanizzazione della filatura del cotone si considera il primo episodio della Rivoluzione industriale. Molto importante fu anche la scoperta di miniere d'argento nell'Europa centrale che portò una serie di innovazioni che permisero di lavorare a maggiore profondità come ad esempio macchinari per estrarre acqua o sollevare il metallo. Metallo principale oltre oro e argento era il **FERRO** che permise grandi innovazioni in seguito. Artigianato e commercio fecero beneficio di tutti questi vantaggi per l'uso di energie naturali molto efficaci come i **mulini idraulici** e i **mulini a vento**. Molta importanza ebbe l'energia eolica specialmente nel settore della navigazione. Altra grande innovazione energetica fu l'estrazione del carbone minerale che cominciò ad essere utilizzato per quei processi che necessitavano solo di una fonte di calore come ad esempio la raffinazione dello zucchero. Grande importanza la ebbe anche la **COSTRUZIONE** che fu in grado di migliorare molte tecniche utilizzate. Altre innovazioni importanti che si diffusero nei secoli XVI e XVII come la stampa, telescopi, porcellane, orologi, giocattoli meccanici e strumenti di navigazione. L'attività artigianale si organizzò cosi in **associazioni di mestieri** o **corporazioni**, ossia associazioni di maestri di uno stesso mestiere, organizzata e riconosciuta e regolata dal comune ed aveva come scopo quello del monopolio del mestiere, nessuno poteva esercitare il mestiere se non era ammesso come maestro nella corporazione corrispondente. **Apprendista** e **lavorante** erano accolti nella corporazione sotto protezione del loro maestro. Parte di questa produzione artigianale continuò ad essere ottenuta nel quadro dell'organizzazione corporativa, specialmente in Italia, Francia e Germania. Nonostante in queste zone le corporazioni avevano il loro punto di forza, sfuggì presto il controllo ai maestri delle corporazioni, lasciando tutto il potere nelle mani di imprenditori che la dirigevano a proprio gusto. Il passaggio da struttura di produzione corporativa a quella imprenditoriale avviene attraverso diversi stadi fino a culminare nella fabbrica. In primo luogo troviamo il **PUTTING OUT SYSTEM** in cui l'imprenditore affida il lavoro da fare a diversi maestri indicando caratteristiche del prodotto e tempi di consegna. Se l'elaborazione del prodotto implicava processi diversi come negli articoli di pelle, l'imprenditore organizzava tutta la catena della produzione. Molti imprenditori cominciarono quindi a spostare una gran parte della produzione nelle zone rurali dando luogo ad una divisione del lavoro. Questa dislocazione dell'industria rispetto alla città permetteva di offrire nuovi prodotti più a buon mercato e sfruttava la disponibilità di materie prime e minor costo del lavoro. Questa fu la cosiddetta **PROTOINDUSTRIALIZZAZIONE**, la quale favorì una integrazione del mercato che beneficia tutti i partecipanti, non solo zona agricola ma anche la città vicina. Il concetto di protoindustrializzazione introduce una fase precedente all'industrializzaizone. Molte zone protoindustriali però non arrivarono mai ad essere industrializzate in quanto diedero supporto all'industrializzazione di un'area vicina. La relazione di produzione si trasforma in capitalistica quando l'imprenditore oltre al resto, fornisce anche il **CAPITALE FISSO**, ossia i locali e i macchinari a costo però di lavorare in esclusiva per lui. La **fabbrica** apparì quando l'aumento della domanda mise in mostra gli inconvenienti dell'industria in campagna come ad esempio la difficoltà nell'organizzare la produzione ed assicurarne la quantità e la qualità. Con la fabbrica si risparmiavano spese di trasporto e lavori di cattiva qualità e permetteva una rotazione del capitale parecchio superiore. Oltre a queste trasformazioni economiche che resero possibile il salto in avanti della Rivoluzione Industriale ci furono anche cambiamenti politici e sociali. Il passaggio da fase preindustriale a fase industriale si può definire anche come **transizione da feudalesimo a capitalismo**. La produzione e il commercio (affari borghesi) risultavano ovviamente più redditizi rispetto alla rendita feudale. **ASCESA DELLA BORGHESIA** 3 tappe: alleanza con monarchia contro predominio dei signori feudali, controllo dell'operato della monarchia mediante sistema parlamentare e istituzione dello stato borghese abolendo o meno la monarchia. Le monarchie con il supporto delle borghesie urbane riuscirono ad imporre la loro autorità sull'organizzazione feudale creando i primi **STATI MODERNI** dotati di sistemi di gestione, controllo giudiziario, fiscale ed amministrativo. Questo controllo permise ai monarchi di assicurarsi la fedeltà delle classi sociali privilegiate. Le nuove monarchie intervennero economicamente facendo aumentare il potere del re attraverso la protezione del commercio estero, adottando il **MERCANTILISMO**. **MERCANTILISMO** idea che il potere del monarca dipende dalla ricchezza del paese, i quel momento il commercio estero era il modo più rapido per arricchirsi. Politiche mercantilistiche rappresentavano un freno per il commercio internazionale, provocavano guerre e non sempre erano efficaci. Il carico impositivo crebbe via via di più a causa delle spese militari e il lusso della corte fino a provocare delle rivolte antifiscali capeggiate dalla borghesia. Il potere passò ad essere controllato dal Parlamento che doveva approvare le nuove imposte. A questo punto il governo cominciò ad essere favorevole agli interessi della borghesia in politica estera e legislazione interna. La definitiva **abolizione del feudalesimo** e della **monarchia** assoluta vengono identificate con la Rivoluzione Francese del 1789. Il sistema politico d economico feudale fu fortemente attaccato dal punto di vista filosofico dal razionalismo, secondo il quale l'applicazione della ragione deve essere il principio direttivo dell'attività umana. Il comportamento razionale si basa sull'esistenza di leggi naturali. L'agire seguendo queste leggi permette all'individuo di ottenere massimo profitto economico ossia di raggiungere la libertà d'impresa che comportava il **liberalismo**, contrapposto al mercantilismo. Critica al mercantilismo e teoria sul liberalismo economico di Adam Smith partì dall'interesse personale e l'egoismo di ciascuno che permette di soddisfare necessità globali, gli altri sono disposti ad offrirci i loro beni in cambio dei nostri. In questo modo viene guidata la crescita economica. Miglior sistema economico è quello che permette a tutti di agire senza impedimenti, abolendo tutti i privilegi. Così facendo, quindi abolendo i privilegi, si avrà una parità di opportunità raggiungendo un'uguaglianza davanti alla legge, libertà di lavoro e di impresa. L'economia di libero mercato consente di ottenere i prodotti a prezzi più bassi e sollecita la specializzazione in quanto ogni individuo o paese può dedicarsi alla produzione di qualcosa in cui è avvantaggiato magari per maggiore disponibilità. L'Europa occidentale da zona arretrata che era, passò ad organizzare a proprio vantaggio il commercio mondiale. In Europa si dispose di leggi scritte valide per tutti e modificabili permettendo un migliore adattamento alle necessità economiche e sociali di ogni momento. Inoltre, le tante corporazioni che si erano create permisero la facilitazione di mercati. Molto importante fu anche il modello demografico europeo, caratterizzato da una maggiore libertà individuale nella scelta della coppia e una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro. **LE SOCIETA FEUDALI** La scarsità è il risultato della crescita della popolazione (popolazione aumenta e diventa difficile sfamare tutti). Con l'aumento della popolazione l'uomo si vide costretto ad intensificare il suo lavoro per ottenere più produzione di alimenti. Cominciarono quindi ad intensificarsi le grandi società agrarie attraverso l'utilizzo di nuove tecniche agricole ma queste non sempre permettevano di migliorare le condizioni della popolazione. Questa scarsità non era solo dovuta all'incapacità di produrre di più ma anche alla nascita di classi dirigenti potenti. Molte società agrarie chiesero la SEDENTARIZZAZIONE (miglioramento attrezzatura, divisione del lavoro) con quest'ultima però nacquero anche delle classi dirigenti che vivevano del lavoro altrui appropriandosi di gran parte della produzione. Si va forgiando quindi il concetto di disuguaglianza e predominio di alcuni uomini su altri, in particolare si può identificare questo tipo di comportamento in una "società feudale" in cui i signori esercitano dominio su terre e su uomini causando una continua disuguaglianza. La nascita del feudalesimo avvenne dopo la caduta dell'impero romano. **Caratteristiche feudalesimo:** -**politicamente** troviamo l'appropriazione da parte di conti, marchesi di terre e imposte, cattedrali, monasteri. -**giuridicamente** invece predomina il concetto di disuguaglianza, tutti gli uomini non sono uguali davanti la legge, i signori hanno diritti e i sudditi hanno doveri. -**economicamente** i signori mantengono diritti sulla terra della signoria. -**situazione contadina**: i servi dipendevano dal padrone ed avevano poca libertà individuale. Vi era la **RENDITA FEUDALE** che permetteva al signore di appropriarsi di una parte della produzione e lavoro dei contadini. I contadini si vedevano costretti a consegnare una quota di denaro e di raccolto (chiamata **CENSO**). Inoltre vi era la **DECIMA**, una imposta che serviva al mantenimento della chiesa. Il contadino poteva ricevere parte della terra solo dopo aver soddisfatti tutte queste premesse ottenendo la cosiddetta "**CONCESSIONE CONTADINA**". Partendo da questa organizzazione, il sistema feudale subì grandi cambiamenti tra proprietà della terra e dipendenza personale. Ad esempio nell'Europa occidentale cominciò la monetizzazione della rendita per i contadini, i quali cominciarono ad ottenere la concessione di terre a lungo termine e ciò gli dava la possibilità di trasformare le terre in aziende. La forma più comune di diritti divisi era **l'ENFITEUSI**i contadini (enfitueti) avevano lo stesso diritto sulle terre ecc. che avevano i proprietari (concedenti). L'enfitueta si impegnava a migliorare le condizioni del terreno e soddisfare le esigenze del signore feudale proprietario. Una volta soddisfatte queste esigenze del proprietario, l'enfitueta poteva vendere, impegnare o lasciare in eredità la terra ceduta. In Europa orientale invece continuava ad essere predominante un regime di servitù. **PROCESSO DI DIFFERENZIAZIONE DEL MONDO CONTADINO** Da quando per i contadini si presentò la possibilità di disporre di fondi in concessione, cominciò questo processo di arricchimento e ascesa di alcune famiglie ed altre invece si ritrovarono in difficoltà a causa di mancanza di terre per la riproduzione familiare. Inoltre i contadini dovevano essere abili nell'ottenere stesso numero di prodotti coltivati e di guadagni ricavati dalla loro commercializzazione. Comincia ad essere anche importante il processo di indebitamento, infatti, il contadino che non aveva abbastanza cereali per passare l'anno chiedeva un prestito di grano ad un vicino ricco per poi sdebitarsi dopo il raccolto con lo stesso valore della quantità di grano ricevuta. Solitamente però dopo il raccolto il prezzo era più basso di quello dei mesi in cui scarseggiava e quindi il contadino si ritrovava a dover restituire molto più grano di quello che aveva ricevuto. Spesso il contadino era costretto a richiedere il prestito molto in anticipo e in quantità maggiore. Si può dire quindi che questo processo di debiti finiva quasi sempre con perdite di terra o vendita di quest'ultima. Alcuni agricoltori possedevano inoltre più terre di quelle che potevano coltivare o troppo lontane per poter essere gestite, così decisero di dedicarsi al commercio o ad altre attività vendendo queste terre a borghesi, religiosi e signori. **EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE NELLE SOCIETA AGRARIE** Ci furono 2 modelli demografici: antico e moderno. Antico corrisponde alle società preindustriali con alti tassi di natalità e altrettanti di mortalità, speranza di vita molto bassa. Si moriva principalmente a causa di epidemie, fame e guerre. Un esempio ne è la PESTE NERA che colpì l'Europa nel 1348. **TETTO MALTHUSIANO** serve a dimostrare come le risorse alimentari disponibili sarebbero state, nel lungo periodo, insufficienti a soddisfare i bisogni dell\'intera popolazione. Questo tetto si allontana se la distribuzione del reddito è meno disuguale sia se la capacità di produzione di cibo aumenta. CHIEDI Dalla caduta dell'impero romano la popolazione crebbe. L'agricoltura tradizionale dipende da: fattori di produzione (terra, lavoro e capitale), tecniche disponibili, dalla terra che è limitata e non omogenea con differente valore in base all'ubicazione (zone con acqua e abitate). **DIFFERENZE AGRICOLTURA&PRODUZIONE SETTENTRIONE E MERIDIONE** La produzione viene organizzata diversamente tra Europa settentrionale e meridionale. Si passa dall'uso dell'aratro romano al meridione fino a giungere al bosco e all'allevamento per il nord (aratro a ruote, più caro di quello romano, mulino idraulico, ferratura, collare per cavalli). Inoltre si organizzava diversamente anche la produzione: nel meridione la terra coltivata veniva sfruttata in forma individuale dal contadino e i campi erano irregolari rettangoli in pianura o terrazze poste su pendici montuose, mentre al nord i campi erano comuni, era il paese infatti a decidere quali terre si dovessero lavorare e cosa si doveva coltivare, le terre erano organizzate in grandi campi divisi in particelle lunghe e strette per ciascun contadino (lo scopo di questa suddivisione in grandi campi era quello di poter avere più pascoli in estate quando l'erba è più scarsa). **ANALOGIE TRA AGRICOLTURA NORDICA E MERIDIONALE** Troviamo però anche delle analogie tra queste due agricolture come ad esempio **l'ISOLAMENTO**. Le popolazioni erano scarse e vivevano in piccoli insediamenti, avevano un'economia chiusa a causa di pericolosità e costo eccessivo dei trasporti con lo scopo di assicurare la riproduzione umana e animale e non di aumentare la produzione e il reddito. Inoltre vi era una grande concorrenza per le terre tra agricoltura e allevamento dato che le terre destinate alla coltivazione erano le stesse destinate al pascolo del bestiame. **GERARCHIE SOCIALI E GERARCHIE DELLE APPARENZE** La moda ebbe origine in età medievale e si sviluppò nel corso del 500 e 600. Essa si impone come parte integrante della cultura delle corti europee divenendo un tratto esclusivo delle elite sociali ma allo stesso tempo interessa ampi stati della popolazione urbana. Questo duplice aspetto viene spiegato dalla divisione della società che caratterizzava il 200 e il 300, una società estremamente gerarchizzata e divisa in classi sociali. In questa prima età medievale non si parla di moda ma di ABBIGLIAMENTO (identifica e distingue donna sposata da quella nubile, contadino da cittadino ecc.) in questa società vi era un divario sociale molto forte, non solo tra ricchi e poveri ma anche tra coloro che svolgevano professioni diverse. Spesso le famiglie nobili erano indicate con l'uso di colori specifici ed abiti distintivi del loro status. Il costo per la produzione di un abito però aveva un costo elevato. **ABITI&TESSUTI** tessuti più comuni erano lana e lino, prodotti in casa e filata da mogli e figli e tessuta dai mariti. In seguito venivano infeltriti e poi tinti in laboratori. Per quanto riguarda la produzione di tessuti e abiti più pregiati, veniva effettuata in città all'interno di botteghe di commercianti, pellicciai. **CONFEZIONI** la confezione incideva in misura minore ma aveva comunque un processo lungo. La maggior parte del vestiario era confezionato in casa o su misura da sarte. Spesso il confezionamento di un nuovo abito veniva fatto coincidere con festività, funerali o matrimoni, insomma, non era un capriccio. La differenziazione tra abiti maschili e femminili avvenne nel corso del 300. Con un'analisi approfondita di dipinti tra il 300 e il 400 riusciamo ad individuare i cambiamenti degli abiti maschili. I giovani in particolare preferivano abiti corti con calzoni di maglia attillati e giubbini imbottiti. Le donne invece preferivano abiti lunghi con strascico, copricapo di veli semplici di lino per le appartenenti a una bassa classe sociale e materiale più sofisticati come merletto per quelle di ceto elevato. Questa differenziazione fu possibile grazie alle innovazioni nel settore, come ad esempio gli abiti venivano realizzati con processi di cucitura. Abito a casacca rimpiazzato da abiti più aderenti al corpo che richiedevano maggiore attenzione e competenze da parte dei sarti. Si diffusero tecniche di **MAGLIA** e **UNCINETTO** per la realizzazione di capi in maglia. Più comuni divennero anche bottoni spilli e altri tipi di allacciature. Questa differenziazione si impose grazie ai nuovi contesti in cui mostrare e indossare la moda. **NASCITA DELLE CITTA E DELLA MODA** Fra anno 1000 e 1348 popolazione aumentò, nacquero nuovi centri urbani che permisero la diffusione di nuove attività artigianali. Le città divengono quindi luogo di dinamismo sociale, produzione di artefatti di vario tipo e commerci. Roma, Milano, Venezia, Napoli formavano vere e proprie "megalopoli". Città europee erano i migliori centri per l'acquisto e il consumo. Città erano luogo dove poter sfoggiare i nuovi abiti per la gente elite. La moda diventa uno strumento di competizione sociale all'interno di una società in cui vige ancora la legge di gerarchia. La costante competizione si basa sull'obiettivo di apparire migliori di quel che si è. Molti storici definiscono la moda come un fenomeno che interessava solo i ceti urbani più alti. Altri invece mettono in risalto il grande cambiamento apportato dalla moda. La corte in particolare ricoprì un ruolo di grande importanza nella nascita della moda sia per la creazione di nuove mode e nuovi codici di comportamento. L'abito nella corte ricopriva grande ruolo diventando una grande manifestazione di ricchezza e potere. **CORTIGIANO**: uomo di cultura, di origini nobili o di una ricca casata, abile in arti e battaglie capace di plasmare la propria immagine al fine di acquisire potere. "**IL CORTEGIANO DI BALDASSARRE CASTIGLIONE**" descrive perfettamente il cortigiano. (SUPERUOMO). Nel corso del 400 cominciano una diffusione di colori sgargianti e gioielli, nel 500 comincia l'abbigliamento più elegante e raffinato, senza materiali sfarzosi ma pur sempre trasmettendo un senso di lusso e splendore. L'abbigliamento è solo una parte di questa nuova cultura delle apparenze, Castiglione infatti si concentra sulle maniere e azioni dell'uomo di corte. Non è sufficiente indossare abiti costosi e pregiati ma vi sono elementi come la cultura e l'educazione che non possono acquistarsi col denaro. Il vero gentiluomo rinascimentale deve essere in grado di avere tutte queste qualità che lo rendano superiore ad un uomo comune. Necessario è anche conoscere l'etichetta. Essa è un insieme di comportamenti che ci permette di raggiungere un determinato tipo di raffinatezza. L'uomo e la donna rinascimentali definiti **ELEGANTI** non lo diventano solo grazie all'abito ma anche grazie a questo congiunto di buone maniere. **ETICHETTA** uno dei maggiori processi di cambiamento avvenuti nel corso della storia che ha portato alla costruzione di una società ritenuta effimera ed artefatta. **500** Fino ai primo del 500 Italia ricoprì il ruolo di modello per tutta Europa riguardo alla creazione della moda. Proprio nel momento di trionfo della moda, l'Italia entrava in un grande periodo di debolezza politica con l'alternarsi di controlli della penisola da parte dei francesi e in seguito dei spagnoli. Francesco I re di Francia nei primi del 500 fu impegnato in campagne militari nel nord Italia, al suo ritorno in Francia dopo essere stato sconfitto decise di imporre a tutta la sua corte nuove mode e nuovi oggetti di lusso di origine italiana. prima ondata di successo della moda italiana. Nel corso del 500 Francia e Spagna furono due tra le grandi potenze di spessore. Francia emerge nel 600 con una propria moda. Nel realizzare la corte di Versailles (Luigi XIV) si diede vita ad un palcoscenico in cui la famiglia reale trascorre le sue giornate in una rigida etichetta e rispettando protocolli. Moda francese simbolo di ostentazione, moda spagnola era più modesta. **INGHILTERRA**: Tudor, colori pastello, tenendosi lontano dalle influenze spagnole e francesi. **600** corte diviene luogo di creazione moda anche nei nuovi stati emergenti di Prussia, Russia e Svezia. A fine 600 si assiste alla nascita del vocabolo moda in diversi stati europei. **LA GERARCHIA DELLE APPARENZE** Abbigliamento ha sempre ricoperto grande importanza come indicatore di social status, età, professione e genere. Queste gerarchie sociali rispecchiavano le gerarchie delle apparenze. L'abbigliamento svolgeva una grande funzione sociale e creava uno stretto legame tra abito ed appartenenza sociale. Molti filosofi e scrittori ribadivano quanto fosse corretto che gli abiti dei nobili si differenziassero da quelli plebei. L'abito faceva anche parte delle tradizioni nelle diverse comunità alle quali era doveroso attingersi. Ne "Il Cortigiano" si menzionavano per esempio caratteristiche tipiche del vestire fiorentino e veneziano e si criticavano gli eccessi dello stile francese e tedesco ma allo stesso tempo si criticava la mancanza di uno stile italiano. L'abito era inoltre considerato un mezzo di comunicazione e rappresentazione dell'appartenenza, ciò era testimoniato dai "trattati illustrati sull'abbigliamento" dove venivano mostrate gallerie, costumi, sfilate su carta di abiti classificati per geografia, sesso, età e condizione sociale degli indossatori. Queste pubblicazioni di trattati erano state fatte probabilmente per i popoli lontani curiosi di scoprire nuovi modi di interpretare i vestiti. Alcuni dei trattati illustrati sull'abbigliamento in cui venivano proposte vere e proprie gallerie di costumi, sfilate su carta di abiti classificati per sesso, età, area geografia e condizione sociale di chi li indossava etc. **HABITI ANTICHI E MODERNI DI TUTTO IL MONDO** trattato di Vecellio considerata punto culminante della trattatistica, passerella iconografica che presentava tradizioni vestimentarie delle varie località. La gerarchia delle apparenze diviene quindi un criterio di classificazione comune in tutte le terre comprese quelle scoperte oltreoceano. **L'AVVENTUROSO SIMPLICISSIMUS** Germania, protagonista visita mondo formatosi sotto superficie dei laghi in cui si conducevano forme di vita parallele a quelle della terra, proprio come in un libro di costumi. Anche Giovanni Della Casa considerava con prudenza l'adozione di cambiamenti radicali nel modo di vestire e metteva in guardia dalla tentazione di proporsi come consumatori della novità. **UTILIZZO DEL NERO NEL 500** Nel 500 l'ostentazione passa da forma fisica e materiale a capacità di esibire la propria cultura ed esigenze. Questo cambiamento si manifestava rifiutando qualsiasi tipo di esagerazione, si dava precedenza a virtù che non potevano essere comprate con il denaro come si comprano oggetti e tessuti pregiati. Queste virtù erano fatte attraverso l'educazione e la formazione personale. Questa rinuncia al superficiale si esprime in specie con l'utilizzo del **NERO**. I colori erano molto importanti per identificare il rango sociale di appartenenza. Nero: colore dominante ceti elevati nei maschi, con il nero si identificavano i gentiluomini dell'età moderna. Le sue radici sono molto antiche, derivano da Filippo il buono duca di Borgogna che amava molto questo colore. Con Castiglione si sancì la definitiva propagazione del nero come colore più adatto ad un perfetto cortigiano. Nero divenne colore simbolo dell'eleganza. La diffusione del nero partì dalla Spagna giungendo anche in Inghilterra e Olanda, in quanto ad esso veniva associata anche un aura di serietà e autorevolezza. Il nero è l'unica forma possibile di rappresentare i principi morali che caratterizzano il cortigiano. Si tratta quindi non solo di una scelta dell'abito ma di una scelta morale. A guidare scelte morali del cortigiano vi è la "**MEDIOCRITAS**", uomo virtuoso evita gli estremi per vivere una vita bilanciata. Si evitano quindi forme e colori sgargianti. Il nero è il colore che contiene tutti i colori ed è uno dei più costosi al mondo. In molti ritratti di uomini vestiti in nero possiamo comprendere come il nero sia diventato un colore cosi popolare. Esso veniva utilizzato anche come colore della riforma protestante. Nell'Olanda del 600 il nero diviene colore di uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri. Diviene colore del quotidiano e segno di rispettabilità. Il nero dei commercianti olandesi è quello di una classe moderna che ha bisogno di abiti funzionali per condurre le proprie attività quotidiane, nasce quindi il primo abito da lavoro della classe media. Nei vari stati le leggi suntuarie erano indicatore dello sforzo volto a regolamentare le apparenze in funzione delle gerarchie sociali. Infatti tra gli scopi di queste leggi vi era anche quello di salvaguardare la nobiltà inferiore dalla rovina per le eccessive spese necessarie a mantenere un costume vistoso. Una soluzione per contenere queste spese fu elaborata dal gentiluomo Nicolao Guinigi che propose l'idea di proibire a tutti l'uso di tessuti preziosi e gioielli costosi introducendo come unico elemento di distinzione la **PIUMA D'AIRONE** che avrebbe ornato l'abbigliamento dei soli feudatari dello stato di Milano. **LA GERARCHIA DELLE APPARENZE COMINCIA AD INCRINARSI** Nel corso del XVI secolo cominciarono a venire a galla i segni di un mutamento delle funzioni dell'abito. In varie opere si fanno riferimenti al cambiamento e al come i nuovi vestiti facciano sembrare quelli prima goffissimi. L'attuale maniera di vestirsi fa immediatamente condannare l'antica con una sicurezza così grande da essere considerata una specie di mania. Si contestava principalmente in fatto che ognuno poteva andare vestito come un gentiluomo pur non essendolo. Cessano tutti quegli ideali in cui l'abito era fonte di distinzione ed identificazione dello stato sociale di una persona. **IN SPAGNA**noto era l'eccesso nel vestire in Spagna, specie nei giorni di festa, il fatto che non si riconoscevano un magistrato e sua moglie dalla gente nobile era scandaloso. **IN FRANCIA** anche qui bottegaio vestito come un gentiluomo, unica cosa per riconoscere quest'ultimo era attraverso maniere e modi. Impossibile fare distinzioni in base all'aspetto esteriore. **IN GERMANIA** anche qui vi era difficoltà nel riconoscere principi, conti e nobili da borghesi e contadini. Sorge quindi una preoccupazione generale per il crollo di questa gerarchia delle apparenze. L'abito rappresentava un fondamentale strumento di identificazione e distinzione sociale, ma se ciascuno avesse avuto la facoltà di vestirsi secondo il proprio capriccio, allora sarebbe divenuto impossibile riconoscere le persone e l'ordine sociale di appartenenza. Vi era quindi un pericoloso mutamento in atto. In questo periodo molti politici si impegnarono in un'azione normativa con lo scopo di restaurare l'ordine nella gerarchia delle apparenze. Dietro la questione dell'abito e della disciplina dell'abbigliamento si celavano tensioni sociali complesse e articolate diverse a seconda delle situazioni. L'incrinarsi della gerarchia delle apparenze fu determinato anche dall'ampliamento del consumo di capi di vestiario, in altre parole, da una maggiore possibilità di acquistare capi d'abbigliamento. **CONDIZIONI ECONOMICHE PER IL CAMBIAMENTO** Tra la metà del XVI secolo e la prima metà del XVII si verificò un deterioramento dei salari. Questo fenomeno si presenta con maggiore intensità a seconda delle aree geografiche. Nell'Europa centromeridionale questo fenomeno fu più frequente. Nel corso del XVI secolo i vari ceti emergenti che si erano fatti strada nel commercio, con la propria terra e che aspiravano a riconoscimento sociale più alto si preoccupavano di consolidare i vantaggi conseguiti dalla loro classe sociale sul piano dello status sociale. Questi ceti emergenti non volevano abbattere la gerarchia delle apparenze ma solo essere inclusi in essa. Con l'avvento della moda tutto ciò sarebbe stato più facile in quanto "essere alla moda" sarebbe il criterio di distinzione alla portata di chi disponeva i mezzi per poterselo permettere. Questo deterioramento dei salari si innalzò a causa dell'aumento dei prezzi, di conseguenza le condizioni di vita dei lavoratori si inasprirono, provocando una estrema disuguaglianza tra ricchi e poveri. Mentre i salariati incontravano crescenti difficoltà a fronteggiare i prezzi dei beni di prima necessità come cibo, casa e riscaldamento, i ceti maggiori sfruttavano sia l'incremento dei prezzi agricoli e i servizi del cosiddetto consumo vistoso che occupavano parte del loro budget con arredamento, servitù, abbigliamento. Nel corso del 600 invece ci fu un abbassamento dei prezzi dei tessuti e dell'abbigliamento perché i produttori estesero e diversificarono la loro offerta proponendo ai consumatori prodotti nuovi e più economici rispetto al passato. L'industria tessile europea si orientò verso la produzione di tessuti più leggeri e meno costosi di quelli tradizionali. Importante è la tendenza emersa in ambito dell'industria della seta, dove appariva in crescita la produzione di **tessuti misti**, in modo che i consumatori potessero accedere a stoffe simili alla seta ma a costi inferiori. Anche nell'ambito dei velluti si adottarono tecniche per contenere il prezzo, ad esempio riducendo le dimensioni dei motivi decorativi dei velluti consentendo un veloce riassetto del telaio nel passaggio tra una lavorazione e un'altra permettendo una contrazione dei tempi e dei costi di produzione. Molto importante fu anche la **RIVOLUZIONE DELLA MAGLIA**, capi lavorati a maglia con gli aghi che andarono a sostituire quelli tradizionalmente confezionati con il tessuto, un esempio è quello delle calze a maglia (primo caso di **PRET A PORTER**) che poteva essere indossato senza passare attraverso il sarto come invece avveniva per le calze in tessuto. Parlando di maglieria si finisce considerando le prime forme di abito confezionato dell'epoca. Esempio più noto di abito confezionato è **l'abito usato**, acquistabile attraverso rivenditori specializzati o vendite all'asta, offriva opportunità di acquistare una grande varietà di capi di abbigliamento. I consumatori dell'epoca potevano inoltre accedere ad una soluzione meno gravosa dell'acquisto, ovvero quella del noleggio degli abiti per partecipare a determinate occasioni. La costante ricerca di innovazioni di prodotto fu contraddistinta dall'allargamento dell'offerta con prodotti sempre meno costosi in modo da raggiungere un maggior numero di consumatori. **L'avvento della moda come istituzione sociale** non avvenne immediatamente ma si considera un processo lento, prodotto da fasi. Nel corso del XIV secolo avvenne la vera rivoluzione, nel momento in cui si abbandonò l'abito drappeggiato per passare a modelli più aderenti. Le novità introdotte intorno alla metà del 300 portarono una ventata di innovazione ma l'abbigliamento continuava ad essere indicatore del ceto di appartenenza e la legislazione suntuaria continuava ad esser utilizzata come strumento di ridimensionamento dell'apparenza. Il 500 fu il secolo in cui la gerarchia delle apparenze fu sfidata a causa della crescita di produttività del settore tessile-abbigliamento che poteva soddisfare i suoi consumatori con nuovi articoli rispetto al passato. Questi prodotti erano soluzioni alternative ai manufatti tradizionali dal punto di vista dei costi ma non erano inferiori dal punto di vista dell'eleganza. Trattandosi di prodotti nuovi, cominciava a delinearsi l'identificazione tra **MODA** e **NOVITA**. La penetrazione della moda nel corso del 500 sarebbe da correlare con una maggiore conoscenza del "sé" dalla quale discendeva l'esigenza di esprimere la propria personalità anche attraverso scelte dell'abbigliamento. La società però ancora si trovava in bilico tra una visione tradizionale rigida della gerarchia delle apparenze e una nuova interpretazione delle funzioni dell'abbigliamento. Inoltre, il ruolo svolto dalla corte rinascimentale italiana come centro di elaborazione di una raffinata cultura si diffuse molto. Il gusto rinascimentale si manifestò anche nell'abbigliamento dei principi e cortigiani che dedicavano molta attenzione alla moda. La funzione che l'abito svolgeva nella corte si inseriva nella tradizionale gerarchia delle apparenze basata tra un netto collegamento tra apparenza e rango di appartenenza. L'abito era divenuto oggetto di analisi dei contemporanei dell'epoca, la moda era stata definita un processo di civilizzazione ossia un codice di comportamento che rispecchiava le "**buone maniere**". Si forma così la cosiddetta civiltà delle buone maniere. Nella prima metà del 600 la situazione cominciò ad essere differente, la moda cominciò ad essere presa in considerazione tanto da far nascere dei dibattiti in tutta Europa. In Francia ad esempio, questo dibattito si sviluppo con grande vivacità. Si pubblicarono diversi testi in cui si esprimeva la preoccupazione per gli eccessi di questo fenomeno. Si considerava la moda come un qualcosa che creava dipendenza e portava di conseguenza ad eccessi, spingendo le persone alla costante ricerca di novità e cambiamento. Venne descritta come un qualcosa di effimero fondato sui principi della vanità. Si mostrava un atteggiamento critico nei confronti della moda, considerandola fenomeno di incostanza e leggerezza. Vi era una costante ricerca di cambiamenti, una moda veniva abolita da un'altra moda e le persone avevano una tale leggerezza nell'adeguarsi a ciò che faceva impressione. Erano del tutto incapaci di sottrarsi alla tirannia della moda. L'abbigliamento comunque contribuiva in maniera determinante alla definizione della reputazione e del prestigio dell'individuo. Colpevole di questa frenesia della moda era la **corte**, che quasi sempre per iniziativa del sovrano, lanciava novità in ambito di abbigliamento, novità che in seguito venivano punto di riferimento per i cortigiani e per il resto della società. Simbolo del centro dell'elaborazione della moda fu la corte del **Re Sole a Versailles**. La corte di Versailles fondò dei modelli di comportamento oltre a innovazioni sul piano moda che richiamavano al buon gusto e all'eleganza. La diffusione delle nuove mode avveniva utilizzando strumenti sempre più diversi: -le poupèe de mode già in uso da secoli. La famosa bambola, un manichino prezioso rivestito delle ultime mode. -la stampa -le incisioni, avevano un grande vantaggio sulle bambole, erano meno fragili e meno costose, -antichi repertori di costumi **DIFFUSIONE DELLA STAMPA DI MODA E FEMMINILIZZZIONE DEL SETTORE** Uno tra gli aspetti più emersi tra le forme di comunicazione della moda della seconda metà del 600 fu la **STAMPA DI MODA**. Il processo di femminilizzazione della moda fu avviato da quello che si può definire il primo giornale di moda "**LE MERCURE GALANT**". Esso trattava di aspetti della vita di corte, con tutti i suoi avvenimenti, pettegolezzi e mode. Il fondatore aveva un'idea strettamente gerarchica piramidale delle vie di diffusione della moda che si propagavano dalla corte alle periferie. In particolare la moda passava attraverso un pubblico di diffusione prettamente femminile, dalla corte alle dame delle città, dalle dame alle ricche borghesi e in seguito alle **GRISETTES** che erano giovani donne di condizioni modeste, operaie o sartine. Gli articoli pubblicati sul **MERCURE** prendevano anche tendenze dell'abito maschile quanto quelle femminili ma nonostante ciò, il giornale era orientato su una via della moda come ambito femminile. La argomentazione fondamentale che era alla base di questa rappresentazione era che le donne avevano una maggiore cura del loro aspetto esteriore rispetto agli uomini. In seguito questo giornale cominciò a pubblicare articoli accompagnati da illustrazioni e indirizzi di alcuni fornitori, costruendo cosi la **1° FORMA PUBBLICITARIA MODERNA IN QUESTO SETTORE.** **RE SOLE, COSTRUZIONE DELL'IMPERIALISMO CULTURALE** Il processo di maturazione della moda iniziato nel corso del 500 proseguiva nel 600, trovando in **Francia** un ambiente favorevole. In particolare con **Luigi XIV** le strategie dell'apparire erano in pieno utilizzo. Egli seppe servirsi consapevolmente della moda come mezzo per la costruzione di una supremazia culturale francese in Europa. Il confronto sulla moda, specie dopo la diffusione della stampa di moda ebbe origine in Francia e in essa fu particolarmente vivace. La diffusione e la rappresentazione della moda si fecero strada anche in altri paesi come Inghilterra. In Inghilterra, nel corso del 600, il discorso sulla moda si basava sulla denuncia degli eccessi prodotti dalla passione per le novità e i cambiamenti in ambito di vestiario. Si accusava la moda di essere effimera e di costituire una fonte di vacuità e di superficialità. Ci si chiedeva cosa ne sarebbe stato di tutta quella moderazione nel vestirsi che aveva caratterizzato una volta questa terra, quando tutti andavano secondo le proprie condizioni economiche e gradi sociali, mentre oggi, cose costose possono essere indossate da persone molto umili. Ad aggravare questa situazione ci fu anche l'assimilazione della moda al lusso e allo spreco, che trovavano terreno fertile nella corte. In **Inghilterra**, gli Stuart, sovrani dell'epoca, adottarono uno stile incentrato sullo sfarzo e sull'ostentazione. La corte divenne quindi il principale obiettivo di critica e di attacchi, luogo in cui si celebravano i rituali del consumo vistoso. Dietro questa polemica contro la moda e le feroci critiche alla corte si celava l'opposizione politica alla **MONARCHIA**, la cui immagine veniva associata a comportamenti pericolosi che non erano limitati al consumo vistoso ma arrivavano fino alla corruzione e alla **TIRANNIDE**. Molti erano coloro che si opponevano a questa tirannide della moda e della monarchia. La diffusione della moda era una sorta di **cavallo di troia** attraverso il quale la civiltà francese con il suo sfarzo e assolutismo monarchico cercava di conquistare l'Inghilterra. Il confronto con la Francia continuò per quasi tutto il secolo a fasi alterne, anche in concomitanza di vicende politiche e con le sorti degli Stuart considerati troppo vicini al gusto francese. Anche in **Olanda**, la moda era espressione delle diverse identità politiche. La necessità di rappresentare attraverso l'abbigliamento il rigore morale degli individui era un tratto comune delle religioni riformate, spesso tale necessità si esprimeva attraverso il colore, eliminando il nero che era stato segno della severità cattolica spagnola. In olanda vediamo schierati da una parte la **casa D'Orange con lo Stadhouder** **e l'aristocrazia** da un lato, e le **città con interessi commerciali** e i loro amministratori dall'altro. Queste parti si rappresentavano con modelli vestimentari diversi e la prevalenza politica di una o dell'altra fazione finiva per favorire la diffusione di uno o dell'altro stile. Anni **20 e 30 del 600** furono gli anni in cui la corte degli Orange esercitò una maggiore influenza sui gusti degli olandesi. In questi anni la corte olandese aveva abbandonato l'uso di abiti scuri che aveva caratterizzato il periodo della guerra contro la Spagna ed aveva introdotto mode ispirate alle corti francesi ed inglesi con tessuti lussuosi, colori vistosi e decorazioni. Soltanto i più anziani continuavano a mantenere il tradizionale decoro dell'abito scuro. Negli anni centrali del secolo il peso politico degli Stadhouder e della casa d'Orange crollò drasticamente e la vita di corte si contrasse e si ridimensionò l'influenza del gusto cortigiano sulla società olandese. In questo periodo però l'iniziativa politica della fazione repubblicana si fece sempre più rilevante e i suoi rappresentanti avevano riadottato l'abito nero tradizionale inducendo anche i nobili ad adeguarsi. Gli uomini politici, intellettuali e aristocratici quindi adottarono l'uniforme semplice degli olandesi. In realtà dietro all'uniformità del nero si celavano tessuti ricchi e sontuosi. In **Italia** invece il dibattito sulla moda non sembra acquisire toni vivaci. Certo, vi sono state anche qui opere che rivolgevano critiche particolari ma non eccessive a questo fenomeno. **LA MODA COME MEZZO PER ENTRARE IN SOCIETA** Abito rappresentava un **potentissimo mezzo di comunicazione**. L'inganno sociale esercitato dall'abuso dell'apparenza sembra suscitare ironia invece di indignazione. Ad esempio nell'avventuroso Simplicissimus ambientato nella Germania seicentesca si apre con un'invettiva contro i falsari dell'apparenza dicendo che "coloro che hanno rubacchiato qualche moneta e che vanno a comprarsi un vestito all'ultima moda vogliono passar per cavalieri e nobili". Nel corso del XVII secolo la diffusione della moda aveva raggiunto la maggior parte delle società europee diventando **un'ISTITUZIONE SOCIALE**. La corte come ho citato prima, giocò un ruolo determinante in questa evoluzione in quanto i sovrani assoluti si servirono di essa per guadagnare potere e per esercitare un controllo sociale. Solo la Francia fu la corte che riuscì ad imporsi a tutte le voci che ne contrastavano la diffusione. I **SALONS PARTICULIERS** di alcune residenze di Parigi divennero punto di riferimento per quella parte dell'elite cittadina che non aveva una collocazione di rilievo a Versailles per l'elaborazione di modelli che si richiamavano al gusto e all'eleganza. Ovviamente l'influenza delle corti fu fondamentale per la diffusione di nuove tendenze ma vi era anche una percentuale di approcci personali alla moda come quello della duchessa di Newcastle che poteva permettersi il lusso di inventare ed adottare uno stile proprio senza mettere a repentaglio la sua posizione sociale. Il sistema moda aiutava molto a far salire e a migliorare la posizione sociale di qualcuno. Offriva **l'opportunità di farsi apprezzare in società**, vestendo alla moda ispirava rispetto e considerazione. Questo flusso di cambiamento partì dalla corte di Versailles fino ad arrivare a Parigi per poi finire alla provincia. Questo flusso viene definito **TRICKLE DOWN** **(GOCCIOLAMENTO DALL'ALTO VERSO IL BASSO)** che permette alle mode di passare da gruppi sociali elevati a gruppi inferiori. **NUOVI ORIZZONTI DELLA MODA** Tra fine 600 e inizi 700 comincia a maturare il funzionamento della moda nella società. Si passò infatti ad un assetto più articolato, in cui creazione e diffusione di nuovi stili erano frutto di diversi aspetti. Il primo aspetto era quello dell'indebolimento della corte come sede principale di manipolazione della moda. **FRANCIA** Con la morte del re Sole infatti si apriva una nuova epoca che spostava il centro della vita mondana da Versailles a Parigi. **SALONS, ACCADEMIE E TEATRI** erano coloro che dettavano la moda. **INGHILTERRA**l'ascesa della corte come luogo di elaborazione delle mode dipendeva dalle vicende della monarchia e in particolare dalle fortune degli Stuart. I ritorno sul trono di un erede riportò in voga modelli vestimentari improntati sul lusso e sullo sfarzo ma la rivoluzione Gloriosa riportò la sobrietà britannica caratteristica. **OLANDA** stile aristocratico portato dalla Francia era molto limitata. Gli olandesi, anche se ricchi, rimanevano fedeli alla sobrietà e alla modestia, nelle campagne vi era un forte attaccamento ai costumi tradizionali regionali. **GERMANIA** anche qui un grande attaccamento alle forme di abbigliamento tradizionale, ostacolando la diffusione della moda. La moda quindi non era più uno strumento esclusivo della politica cortigiana, anzi, era divenuta **AUTONOMA**. A Londra e Parigi, essa aveva assunto un potere tale che neanche i sovrani potevano contrastarlo. La nuova concezione di moda era alimentata dal rapido cambiamento dei gusti e della continua ricerca di novità. Pur essendo Parigi il focolaio di diffusione del fenomeno, la moda era ormai propagata in gran parte del continente europeo. La **NOVITA** era la chiave per comprendere il fenomeno modo. Nel corso del XVIII secolo, il ruolo della corte come luogo in cui venivano create mode andò riducendosi. Vi erano diversi soggetti a tenere viva l'ansia dei consumatori nei confronti della novità. Questi soggetti erano le **MERCHANDES DE MODES**, delle specialiste del gusto che sapevano cogliere ciò che filtrava attraverso i salons, gli hotels particuliers e ciò che stupiva nei teatri per trasformarlo in una combinazione di colori, accessori e manipolazione di acconciature. Il loro lavoro era quindi quello di trasformare i vestiti di signore e signori in modo da essere ammirati in società, conferendo a ciascuno di loro un look originale. Negli ultimi anni del secolo, i primi giornali di moda enfatizzarono ulteriormente il ruolo della merchandes de modes, celebrandole come uniche depositarie del buon gusto e sole artefici delle mode. Loro potevano anche offrire consulenze a domicilio, visitando hotels particuliers oppure ricevevano nelle proprie boutique. L'arrivo mattutino a palazzo della merchandes de modes rientrava nella routine. Tra le merchandes de modes più influenti ricordiamo **ROSE BERTIN**, consulente della regina e soprannominata **MINISTRO DELLE MODE** di Maria Antonietta. In quanto fornitrice della regina e in quanto le tendenze provenissero dalla corte, questo le permetteva di gestire le novità e scandire i tempi in cui una moda poteva essere estesa alla clientela. Le leggi suntuarie avevano ormai esaurito la loro funzione. Anche in Italia e in Inghilterra artigiani e commercianti avevano assunto un ruolo di primo piano nella creazione delle mode. Particolarmente apprezzato a Londra era il **SARTO**, artefice della distinzione dell'immagine maschile. Parallela al sarto abbiamo la **MANTUA MAKER**, confezionatrice di articoli d'abbigliamento da donna, definita sorella del sarto. Qualche anno dopo anche il **MERCIAIO** acquisì grande importanza, era colui che trattava tessuti preziosi e doveva tenersi in costante contatto con il suo informatore. La moda assumeva dinamiche sempre più difficili da anticipare e prevedere ed era diventato necessario essere aggiornati sulle ultime tendenze per evitare di cadere nel ridicolo a causa di un abbigliamento superato. Come avvenne in altre professioni, nel corso del XVIII secolo le corporazioni della moda allentarono le loro restrizioni dopo una serie di mutamenti che richiedevano un'elasticità organizzativa diversa dalla precedente. La suddivisione tra chi vendeva tessuti e chi tagliava e cuciva diventò fondamentale e cominciarono a diffondersi le **COMMISSIONI**. La trasformazione delle professioni della moda avvenne su 2 fronti: economico e culturale. La necessità dell'apparire non era stata cancellata, ma assunse nuove forme. La vera novità però stava anche nell'attenzione dedicata al lavoro. La capacità professionale era alle stelle, si era diventati in grado di produrre tessuti, abiti, cappelli, scarpe e ornamenti di ogni tipo. La moda si trattava di un'industria sempre più grande e che occupava migliaia di persone e che serviva un pubblico più allargato rispetto a quello singolo della nobiltà di corte. Nacquero varie **corporazioni**: **LINGERES:** con il diritto di fabbricare e vendere biancheria (che nel corso del secolo ebbe un grande aumento grazie anche alle nuove norme igieniche introdotte dall'illuminismo). **MERCIERS** commerciava oggetti e manufatti di lusso legati a diverse mode. L'esigenza di ricevere informazioni ed essere aggiornati sulle nuove tendenze sfociò in numerose iniziative editoriali che diedero origine alla **stampa di moda**, ossia giornali che illustravano le novità nella moda attraverso testi e immagini. Il panorama editoriale più ricco era quello francese con il suo giornale **"CABINET DES MODES",** l'informazione offerta da questo giornale non si limitò alle tendenze ma portò avanti una visione della moda nella società del tempo. La rivista presentava un formato maneggevole, prezzo contenuto, buona qualità tipografica e periodicità garantita. In questo periodo era sempre più accentuato il discorso sulle doti di eleganza e sulla possibilità che queste potessero essere acquisite o se fosse necessarie nascerci. Si poneva l'attenzione su legame tra **BUON** **GUSTO** ed **ELEGANZA**, escludendo l'ostentazione. Tra i criteri considerato per il riconoscimento del buon gusto vi era l'attenzione per la pulizia personale testimoniata dall'uso della biancheria. Nel corso del XVIII secolo infatti il consumo di articoli per l'abbigliamento intimo fu in crescita sia in Francia che Inghilterra interessando vari strati della società. Colo