Storia Contemporanea 1 - PDF
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Summary
This document provides a summary of the Second World War, with an emphasis on its global impact and the various fronts involved. The text examines Italy's involvement in the conflict and the political and social consequences that resulted. This document provides a historical overview of the war, covering key events and aspects.
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7.0 Seconda Guerra Mondiale Nel marzo del 1939 finì la guerra civile in Spagna, e ad aprile 1939 New York inaugura EXPO, il mondo di domani in cui viene mostrato un nuovo bene di consumo durevole di massa, la televisione (il prossimo EXPO sarà nel 1958 a Bruxelles). Nel frattempo, l’Euro...
7.0 Seconda Guerra Mondiale Nel marzo del 1939 finì la guerra civile in Spagna, e ad aprile 1939 New York inaugura EXPO, il mondo di domani in cui viene mostrato un nuovo bene di consumo durevole di massa, la televisione (il prossimo EXPO sarà nel 1958 a Bruxelles). Nel frattempo, l’Europa va verso la guerra. Il 1° settembre del 1939 Hitler invade la Polonia, inizio della guerra. Era un tentativo per avvicinarsi alla città di Danzica, tolta alla Germania a seguito del Trattato di Versailles (1919) e che, anche se riconosciuta come città libera a seguito della Prima guerra mondiale, venne concesso alla Polonia di utilizzare il suo porto come deposito militare. In questo conflitto furono importanti i mezzi di distruzione di massa quali bomba atomica, sviluppo massiccio dei carri armati, utilizzo aerei e campi di sterminio. Si può dire che il conflitto sia dunque nato per la politica espansionistica tedesca, attraverso l’applicazione fanatica, razzista e nazionalista, dei principi nazionalsocialisti. Caratteristiche: 1. Conflitto globale perché furono molteplici i teatri di scontro, ovvero toccò tutti i continenti ad eccezione dell’America. 2. Guerra totale perché per la prima volta si combatte non al fine di allargare i confini ma principalmente per distruggere i nemici con la totalità delle risorse a propria disposizione. Si impongono rese senza condizioni e si cerca di distruggere totalitarismo tedesco ed il Giappone. Quest’ultimo voleva espandersi senza limiti arrivando anche ad attaccare Pearl Harbor, nell’arcipelago delle Hawaii nel 1941. 3. Guerra complessa poiché partecipa un numero di individui mai visti prima, 72 nazioni, 51 milioni di vittime delle quali il 50 % sono civili. Furono mobilitate 73 milioni di persone su fronti distantissimi rispetto alla propria madrepatria; vi sono infatti problemi di gestione anche su fornimento armi e nutrimento delle truppe a causa della vasta distanza. 4. A differenza della Prima guerra mondiale che era statica, questa è una guerra di movimento in quanto si sviluppano nuovi ritrovati bellici. Sviluppo ed uso massiccio dell’arma aerea: il dominio del cielo, determina la vittoria. Gli schieramenti iniziali sono solidi, poi si modificano durante il conflitto. Ad esempio, l’Unione Sovietica firma nell’ agosto del 1939, a Mosca, un patto di non aggressione e (segretamente) di spartizione dei territori dell’est Europa, con la Germania nazista (patto Molotov-Ribbentrop). A seguito però dell’attacco della Germania all’URSS nel 1941 (operazione Barbarossa), questi decidono di allearsi col fronte Anglo-americano. Anche l’Italia successivamente, dall’alleanza con la Germania, passerà all’altro schieramento. Tra il 1939 ed il 1940 la guerra subisce un momento di stasi per poi passare alla conquista della Francia. Italia entra in guerra tra il 1940 ed il 1941. Inghilterra viene poi attaccata dalla Germania. USA entrerà in guerra a seguito dell’attacco di Pearl Harbor del 1941 da parte del Giappone. 8 maggio 1945: Fine guerra in Europa. 2 settembre 1945: fine guerra nel Pacifico. 32 Potremmo dire che la II Guerra Mondiale è divisa in 3 fasi: 1. Da 1939 a metà 1942 Dilagare degli eserciti della Germania (in Europa) e del Giappone (in Asia). 10 giugno 1940: Italia entra in guerra al fianco della Germania. La Germania occupa la Polonia, Grecia, Francia, ex Jugoslavia ecc. Il Giappone occupa Vietnam, Laos, Cambogia, Filippine, Singapore ecc. 2. Da metà 1942 ad inizio 1943 Stabilizzazione fronte. Blocco avanzata Germania e Giappone, Diverse vittorie degli alleati. Giugno 1942: il Giappone viene sconfitto in uno scontro navale nelle isole Midway. Ottobre novembre 1942: Vittoria inglese nel nord Africa da parte delle truppe inglesi ad El ala Main. Febbraio 1943: Germania viene sconfitta nella battaglia di Stalingrado, che ebbe inizio nel 1941 e si ritira verso i propri confini. 3. Da inizio 1943 (Stalingrado) a fine conflitto Accerchiamento Germania. Invasione Sicilia da parte degli anglo-americani nel 1943. Sbarco in Normandia, operazione overloard, nel 1944, arrivano 1.5 milioni di uomini sul territorio francese. Tentativo fallito di contrattacco da parte delle truppe tedesche. Pacifico: battaglia del golfo di Leyte, 1944. Più grande battaglia navale di tutta la guerra. Sconfitta pesante per il Giappone. 6 e 9 Agosto 1944: sgancio bombe su Hiroshima e Nagasaki, resa Giappone. 7.1 Fronti interni della Seconda Guerra Mondiale È una guerra molto eterogenea rispetto alla Prima guerra mondiale perché, essendo guerra di movimento, tocca territori interi. - Francia: invasa, perciò fuorigioco, non può reagire come nel primo conflitto. - Gran Bretagna: Unico stato che lottava contro i Nazisti (inizialmente) in Europa. Totalmente aiutata dai suoi Dominions perché i bombardamenti distruggono l’apparato produttivo della madrepatria. Tutti i dominions contribuiscono agli aiuti ma più di tutti è il Canada. Esso, infatti, svilupperà il suo apparato produttivo diventando una grande potenza industriale nel secondo dopoguerra. Vi riesce anche perché è adiacente alla grande potenza industriale americana. Il Canada passerà da influenza totale della madrepatria ad influenza americana. - USA: esce dalla crisi grazie alla guerra. Infatti, il sistema produttivo americano si rimette in moto per aiutare indirettamente, attraverso il Canada, la Gran Bretagna. Arriva alla sua massima performance produttiva. Tra gli anni 40 e 45 il PIL americano aumenta del 70 %. A fine guerra gli USA producono il 50 % di tutte le merci prodotte nel mondo (2004 il 30 %) - Notevole è lo sforzo della Germania che dimostra una grande forza economica produttiva ed industriale benché fosse stata minacciata di essere distrutta a seguito del trattato di Versailles. Resiste infatti fino ai primi anni del 1945. - URSS: sfrutta l’industria forzata attuata coi piani quinquennali istituiti da Stalin nel 1928. - Giappone: anche se sprovvisto naturalmente di materie prime, riesce a sostenere lo sforzo bellico. - Italia: subito indebolita dai bombardamenti che la devastano già dall’entrata in guerra. La II Guerra Mondiale è una guerra ideologica combattuta tra Totalitarismi (nazismo) ed i liberal democratici (USA). 33 Germania: intensifica persecuzione ebrei per la sua ideologia, prima tedeschi ed in seguito dei paesi che va occupando. Dal 1942 avvia la soluzione finale della questione ebraica, il tentativo di cancellare letteralmente gli ebrei dalla faccia della Terra. Genocidio con conseguenza di 6 milioni di morti circa. USA: 6 gennaio 1941, non ancora coinvolta nella guerra direttamente. Roosevelt, nel discorso alle camere riunite del Congresso (Discorso delle 4 libertà) afferma che in relazione all’evoluzione del conflitto, per evitare il ripetersi di queste situazioni, bisogna garantire ai cittadini queste 4 libertà: 1. Libertà di opinione e di espressione(stampa) 2. Libertà di culto 3. Libertà dal bisogno (poter soddisfare i propri bisogni) 4. Libertà dalla paura Messaggio significativo per tutto il mondo. La II Guerra Mondiale è anche detta The good War. Perché: 1. Motivi ideologici: combattere ideologia totalitarismo come quello nazista. 2. USA, paese trainante. Lascia un’eredità morale a tutti i paesi. Verrà lasciata l’opportunità a chi ha combattuto in guerra, di poter avere benefici nell’istruzione, Università gratuita. Capitale umano dei singoli per la rinascita dopo la guerra e per il mantenimento della pace. 7.1.1 L’Italia nella Seconda Guerra Mondiale Il 10 giugno 1940 entra in guerra, e colpisce la Francia che stava subendo invasione nazista. Entra in guerra per volontà di Mussolini, contro le opinioni degli esponenti politici più in vista nel regime (Gerarchi) e dei militari. Sono contrari perché l’Italia è in guerra dall’ottobre del 1935, da quando ha invaso l’Etiopia. Nel 36 è andata poi a combattere a favore dei franchisti in Spagna fino alla chiusura ufficiale del conflitto nel marzo nel 1939. Italia aveva già messo in gioco tutto il suo potenziale militare, non vi erano più scorte e forze per proseguire, soprattutto in un conflitto così lontano. Essendo l’Etiopia un paese molto lontano vi sono problemi logistici dovuti a settimane di viaggio ed al trasporto delle merci e degli uomini. Inoltre, a causa di tutti questi conflitti, l’Italia è rimasta indietro nell’evoluzione militare soprattutto per quanto riguarda i mezzi corazzati e l’aeronautica. Mussolini inizia comunque operazioni militari autonome, per non far notare agli altri stati tutti i problemi militari interni. Prova ad occupare la Grecia ma viene bloccato e devono intervenire i tedeschi per aiutarli e che occuperanno il paese. Lo stesso accade poi in Nord Africa, dove cercano di attaccare gli inglesi in Egitto dalla Libia. Ancora una volta devono essere soccorsi dai tedeschi. Nonostante ciò, vengono sconfitti ad El Alamein. Inoltre, vuole ancora partecipare alla battaglia di Stalingrado dove moriranno circa 140 mila persone e che sarà il più grande dramma militare dell’Italia unita (anche più di Caporetto). 1943: Italia è in ginocchio. Mussolini non parla più nemmeno al popolo. 10 luglio 1943: Ingente corpo di spedizione del quindicesimo gruppo di armate alleate sbarca in Sicilia; la settima armata americana e la ottava armata inglese. Si conclude in un mese. 25 luglio 1943: nella notte, il Gran consiglio del Fascismo si riunisce e mette Mussolini in minoranza, è la fine del fascismo. Lo stesso consiglio che aveva lui stesso creato al fine di garantirsi più forza al potere. Il Re fa arrestare Mussolini e nomina il generale Badoglio, capo del governo italiano. Badoglio da un lato rassicura Hitler sul continuare le operazioni militari. Dall’altro, su suggerimento del Re, inizia operazioni segrete con gli alleati per portare l’Italia fuori dal conflitto. 3 settembre 1943: al mattino, gli alleati attraversano lo stretto di Messina, attraversano l’Italia ed a Cassabile (frazione di Siracusa) dove si trova il quartier generale degli alleati, gli italiani firmano l’armistizio con gli anglo-americani. Cèiò non viene reso noto, perciò le operazioni militari proseguono. 8 settembre 1943: il generale Eisenhower rende noto l’armistizio dell’Italia. Badoglio dichiara l’uscita dalla guerra. Avviene questo giorno perché il giorno successivo, la quinta armata americana sarebbe sbarcata a Salerno per contribuire alla riconquista dell’Italia. Il Re scappa da Roma, arriva ad Ortona in Abruzzo e s’imbarca per Brindisi, già liberata. 34 Crollo istituzionale e fallimento dell’intera classe dirigente che provoca la più forte crisi d’identità italiana. Nessuno sa più cosa deve fare perché non ci sono più istituzioni da seguire. I Tedeschi, avendo previsto ciò che sarebbe accaduto, bloccano il paese. Sbandamento dell’esercito perché non ci sono più indicazioni. Storico Ernesto Galli della Loggia descrive questo periodo, nel 1996 in un saggio come il periodo della “morte della patria”. Tuttavia, una minoranza di italiani, spontaneamente, senza istituzioni o militari, inizia la lotta per la liberazione del paese, la così detta resistenza. Si tratta di un movimento di opposizione politico e militare, attivo e passivo contro i Nazisti ed i governi associati. 9 settembre 1943: A Roma, occupata dai Nazisti, nasce il Comitato Di Liberazione Nazionale, che guiderà politicamente la guerra contro i Nazisti. Composto da sei partiti ma diretto principalmente da 4: 1. Partito Socialista Italiano (il più vecchio partito di massa) 2. Partito Comunista Italiano 3. Democrazia Cristiana (sostituisce il partito popolare, cattolico) 4. Partito d’Azione (piccolo, elitario, progressista, di pensiero mazziniano e repubblicano) Scopo di questo comitato è la liberazione del paese e la democratizzazione. Incita gli italiani a resistere. 12 settembre 1943: Mussolini viene condotto in Germania e liberato sul Gran Sasso. Tra settembre ed ottobre fonda, per volontà della Germania, la Repubblica di Salò (R. sociale italiana). È la parte d’Italia che vuole ancora l’alleanza con la Germania per il conflitto. L’Italia è adesso tripartita: 1. Tripartizione geografica: - Sud: liberato dagli alleati, Monarchia costituzionale dei Savoia. Fino alla linea Gustav. - Centro: Da Liguria ad Appennini. Zona di confitto tra Tedeschi ed alleati. Gli alleati sono una multiculturalità di paesi di volontari giovani oltre agli anglo-americani. - Nord: Repubblica di Salò 2. Tripartizione della popolazione: - Partigiani: contrastano attivamente i fascisti. Inizialmente nel ‘43 sono pochi, circa 9000, si ricostituiranno poi nell’estate del ’44 attorno alle 80 mila unità. Alla vigilia della liberazione raggiungono circa le 200 mila unità, con approssimativamente 35 mila caduti. Vi sono anche molti resistenti non attivi, militari prigionieri dei tedeschi, rinchiusi nei campi di lavoro che si rifiutano di collaborare con l’ex alleato per la fedeltà verso il proprio paese. - Fascisti: numericamente superiori ai partigiani, rimangono fedeli alla Germania. - Area Grigia: circa il 90% della popolazione, non si schiera apertamente con nessuno per mancanza di conoscenza e per limiti culturali. Subirà maggiori effetti della distruzione della guerra. 3. Tre guerre combattute: - Guerra civile tra fascisti e partigiani. - Guerra di liberazione nazionale per cacciare tedeschi dall’Italia. - Guerra di classe, i partigiani vogliono cogliere l’occasione per trasformare la società italiana in una più equa e paritaria. Ottobre 1943: Italia è cobelligerante, affianca gli alleati. 1944. Marzo: Svolta di Salerno. Torna in Italia Togliatti, leader partito comunista, per volontà di Stalin. Sostiene che il referendum per decidere che forma di stato scegliere tra Repubblica e Monarchia da parte degli italiani, debba essere fatto alla fine delle operazioni militari per cacciare i tedeschi. 4 giugno 1944: (2 giorni prima dello sbarco in Normandia) Roma viene liberata dagli alleati. Finisce il governo Badoglio e si avvia il governo Bonomi che porta ad un’unità nazionale fino alla fine della guerra. Il Principe Savoia diventa luogotenente del regno, sostituendo il padre in tutte le sue funzioni e cariche eccetto per il titolo di Re che assumerà secondariamente nel maggio del 1946. 35 25 aprile 1945: il comitato di liberazione internazionale ordina un’insurrezione generale delle masse, avvio ultimi giorni del fascismo. 28 aprile 1945: Mussolini viene catturato dai partigiani e appeso in piazza a Milano. Giugno 1945: Fine governo Bonomi. S’installa il primo governo dell’Italia liberata, guidato da Ferruccio Parri, leader del Partito d’Azione, il cui scopo è preparare il referendum e l’avvio alla ricostruzione dell’Italia Unita. Il suo governo durerà fino al dicembre del 1945, salirà poi De Gasperi che darà l’avvio ad egemonia demo-cristiana all’esercizio politico in Italia. Dureranno fino all’estate del 1982. 2 giugno 1946: L’Italia intera, donne comprese, vota al referendum sulla forma di stato da dare all’Italia. Vince la Repubblica. Eletta anche l’Assemblea costituente, parlamento che ha lo scopo di scrivere la Nuova costituzione, in vigore ancora oggi. 7.2 Nuovo ordine mondiale Nell’estate del 1941, in un momento in cui la Germania avvia l’operazione Barbarossa (cioè invasione dell’unione sovietica) togliendo la pressione sul fronte con la Gran Bretagna, Roosevelt, che non è ancora attivamente coinvolto nel conflitto, s’incontra col primo ministro inglese Churchill a largo di Terranova, a Nord dell’oceano Atlantico, per discutere sul futuro del dopoguerra. Qui creano un documento politico programmatico chiamato Carta Atlantica in cui vengono ribaditi alcuni principi Wilsoniani ma aggiornati alla condizione attuale del mondo dell’epoca. Vi sono quattro punti fondamentali: 1. Lotta fino alla sconfitta delle dittature totalitarie e/o degli autoritarismi militari (tipo quello giapponese). 2. Autodeterminazione dei popoli (era il pensiero di Wilson) ed il rifiuto del colonialismo (punto duro per il Regno Unito essendo il più vasto regno coloniale). 3. Libertà dei commerci (già pensato da Wilson), con l’auspicio che la cooperazione economica tra gli stati non produrrebbe più conflitti tra essi. 4. Rinuncia all’uso della forza (tra gli stati) nelle relazioni internazionali. La Carta Atlantica pone le basi per la nuova organizzazione sovranazionale per la gestione delle relazioni internazionali: le Nazioni Unite (con obiettivo di prevenire futuri conflitti). Ma prima della creazione effettiva delle Nazioni Unite iniziano delle conferenze per perfezionare questo progetto nato nell’agosto del 1941. Serie di conferenze: - Dicembre/Gennaio 1941-42, - Novembre/Dicembre 1943, Teheran Washington - Febbraio 1945, Yalta (Crimea) - Gennaio 1943, Casablanca - Luglio 1945, Poznan (Polonia) La conferenza di Yalta del febbraio 1945 sarà la più importante, alla quale parteciperanno Churchill, Roosevelt e Stalin (3 principali leader dei paesi in guerra). Viene svolta qua perché Stalin non vuole uscire dai suoi confini (per paura). Roosevelt è già malato ma va comunque perché deve avere la firma di Stalin per la partecipazione alle Nazioni Unite, questo perché Roosevelt essendo stato in gioventù un Wilsoniano, ha già visto il naufragio di questo progetto senza la partecipazione dell’URSS e non vuole che ciò si ripeta. Nell’aprile del 1945 muore Roosevelt (stesso anno della morte di Mussolini ed Hitler). L’esito di questa serie di incontri: URSS si riprende i suoi territori ad ovest e si crea la divisione della Germania e della stessa Berlino. Il 24 giugno 1945, alla Conferenza di San Francisco, nasce l’Organizzazione Nazioni Unite (ONU). Roosevelt voleva renderla più pragmatica per renderla più funzionale, rispetto all’approccio teorico di Wilson. 36 Vediamo la struttura dell’ONU, presente ancora oggi: 1. Assemblea generale degli stati membri, sorta di parlamento, potere legislativo, formata inizialmente da 50 unità e che oggi arriva a 200: quasi tutti gli stati del mondo. 2. Consiglio di sicurezza, potere esecutivo. Composto da 15 membri di cui 5 permanenti mentre gli altri 10 sono a rotazione di due anni tra tutti gli stati membri dell’assemblea generale. I 5 permanenti sono USA, URSS (Russia), Cina, Regno Unito, Francia. Essi hanno diritto di veto, ovvero se solo uno dei 5 vota contro, la delibera intera viene bloccata. Per evitare ciò, possono non votare. 3. Segretario generale, sarebbe come un presidente dell’ONU. Eletto dall’Assemblea Generale ed è una carica solitamente ricoperta da un diplomatico di spicco. Affinché fosse un’organizzazione viva, cioè che non entrasse in gioco/si attivasse solo nei momenti di crisi tra gli stati, allarga la sua area di competenza attraverso la nascita di agenzie specializzate per tenere viva l’operatività dell’ONU: - L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - L’UNESCO (si occupa dell’istruzione, cultura ecc.) - L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) - La FAO, si occupa della carestia e più in generale della fame/ problemi agricoltura. Nel 1948 crea una carta di riferimento denominata “Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani”: in questa si affermava e si afferma che oltre al riconoscimento dei diritti civili (vita, libertà, il perseguimento della felicità, fratellanza ecc.), vi è l’impegno di garantire i diritti sociali (all’istruzione, sanità, parità sessi, sicurezza sui luoghi di lavoro ecc.) L’ONU diventerà il pilastro politico internazionale del nuovo ordine mondiale. Ve ne è un altro ancora: il Pilastro Economico: Si sviluppa in tempi più brevi rispetto al primo, ancora prima della fine della guerra in Europa: nel luglio del 1944, con la conferenza internazionale si stipulano gli accordi di Bretton-Woods (località nello stato del New Hampshire, USA). Partecipano gli stati liberal-democratici dell’epoca ma non l’URSS, anche se era stata invitata. Emersero degli aspetti fondamentali: a. Segnò il passaggio valuta internazionale da sterlina inglese a dollaro americano (ancora oggi il petrolio è quotato in dollaro); il dollaro andava ancorato all’oro, ovvero più moneta stampata e quindi aumento riserve auree e questo voleva dire dare molta stabilità a questa nuova valuta che non doveva salire o scendere con sbalzi troppo accentuati in brevi lassi di tempo per garantire i futuri scambi economici, e non causare squilibri e questo avrebbe dato stabilità ai futuri scambi economici. b. Con riferimento al crollo economico del ’29 a cui si lega lo squilibrio monetario internazionale, viene istituito un fondo monetario internazionale (FMI) (ancora oggi presente), con lo scopo di stabilizzare i cambi tra le varie monete. Se la moneta è oggetto di speculazione, il FMI lo capisce e interviene per calmare e perseguire (rendere meno grave) la speculazione. c. Creazione World Bank che nasce con lo scopo di erogare prestiti e finanziamenti a lungo termine per la ricostruzione degli stati distrutti dal conflitto. Oggi si occupa di favorire i paesi in via di sviluppo. Per entrare nel fondo monetario e per avere prestiti dalla World Bank vi è una condizione imprescindibile: lo stato deve avere un sistema liberal-democratico ossia avere un sistema elettivo. Se è uno stato autoritario dittatoriale non può avere accesso a nessuna delle due istituzioni. Ciò serve come garanzia per la democratizzazione del mondo attraverso l’erogazione di strumenti economici. A Bretton Woods si cercò anche di dare un nuovo ordine per il commercio e per le tariffe doganali ma ciò non avvenne a causa della complicata situazione → si realizzerà solo nel 1947 col GATT, General Agreement on Tariffs and Trade: accordo generale sulle tariffe e il commercio. N.B. L’ONU ha sede a New York; Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale hanno sede a Washington. Questa è la dimostrazione che dopo la guerra, gli USA diventano lo stato di riferimento generale per gli altri stati. Si può quindi parlare di secolo americano. I due pilastri del nuovo ordine mondiale sono l’ONU e gli Accordi di Bretton-Woods: i due pilastri, nel 2020 hanno in prospettiva retto in maniera buona, non hanno dovuto più abbracciare le armi (niente più guerre) 37 8.0 La Guerra Fredda Tuttavia, nell’immediato, 1945, appena dopo aver edificato questi due pilastri ecco che scoppia un altro conflitto: lo scontro tra le due superpotenze uscite dalla guerra, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Lo scontro sarà il conflitto ricordato con il nome di Guerra Fredda. È un termine che non trova la sua prima manifestazione in quegli anni. Si usava solitamente quando due stati erano ai minimi termini dei loro rapporti ma non avevano ancora abbracciato le armi. Due paesi che devono coesistere (perché altrimenti si annienterebbero) ma che sono diversi, per ideologia: comunista vs liberaldemocratica; per interesse: privati ( USA ) vs pubblici ( URSS ) e per storia: due storie diverse per ciascun paese. Quando questa guerra esplode gli Stati Uniti sono all’apogeo della loro potenza, soprattutto dopo la II Guerra Mondiale... mentre l’Unione Sovietica però è quasi al collasso per lo sforzo bellico. Da questa contrapposizione nasce il reale nuovo sistema di relazioni internazionali: con la guerra fredda si passa da sistema multipolare a bipolare → da un sistema multipolare (con alcuni importanti poli con una stella cioè qualcosa che brilla di più... prima la Gran Bretagna e ora gli Stati Uniti) a bipolare (due grandi poli di riferimento, gli USA da una parte e l’URSS dall’altra) con la guerra fredda. Definizione: questa guerra fredda è una condizione di coesione antagonista tra due superpotenze che sono diverse per ideologia, interessi, storia. Vediamo attraverso quali dinamiche si passa dall’alleanza militare/economica ecc. fra i due all’antagonismo, principalmente in tre momenti: 1. Nonostante siano finite le ostilità a fine estate/autunno 1945, Stalin mantiene l’occupazione militare di alcune aree strategiche: l’Afghanistan, l’Iran, la Polonia, mantenendo così una posizione/condizione di aggressività. 2. Difronte a questa manifesta aggressività sovietica prende forma prima un’elaborazione teorica che diverrà affermazione di principio: nel febbraio 1946 un diplomatico americano, un funzionario del dipartimento di stato d’istanza nell’ambasciata americana a Mosca, George Kennan, invierà a Washington il cosiddetto “Long Telegram” (lungo telegramma, che era il modo più veloce per comunicare da un punto all’altro; era una elaborazione teorica) , in cui dice che nonostante l’alleanza militare tra USA e URSS che ha permesso la sconfitta del nazifascismo e la vittoria della guerra, bisogna lasciar cadere ogni speranza di continuare questa cooperazione e impegnarsi in una lunga azione di contenimento ( dottrina del containment ) perché l’URSS è una marea rossa e bisogna contenere il dilagare del comunismo, e il suo diffondersi nei vari paesi. Nel marzo del ’46 l’ex primo ministro britannico Churchill in un discorso nel Missouri a Fulton afferma che in relazione al comportamento sovietico in Europa è calata una cortina di ferro: cioè una divisione tra la zona controllata dagli stati vincitori occidentali (USA, GB e FR) e quella controllata dai sovietici... “calata come una lamina di ferro” che divide rigidamente queste parti che è simbolica per l’Europa. 3. Nel 1946 permane l’occupazione sovietica-militare in Iran e nel contempo scoppia una guerra civile in Grecia dove la parte comunista viene fortemente appoggiata dall’ingerenza sovietica, inoltre l’URSS spinge in maniera pesante (con minacce e importanti compensi) sulla Turchia affinché gli conceda degli sbocchi sul mediterraneo. Nel marzo ’47 il presidente americano Truman (successore di Roosevelt) chiede al parlamento americano un aumento degli stanziamenti americani (soldi, aiuti militari) perché gli USA devono difendere la democrazia in ogni luogo dove essa è minacciata (la famosa dottrina di Truman = l’applicazione della dottrina del contenimento e Truman è il primo che lo applica). Con queste decisioni la guerra fredda ha così inizio. Scoppia quindi tra il 46 e il 47. Dal 1947 il termine guerra fredda inizia ad essere usato dall’opinione pubblica, perché ne fanno un utilizzo grandi personaggi come Bernard Baruch e Walter Lippmann. 38 Le caratteristiche Guerra Fredda: 1. Guerra senza scontro diretto tra i due contendenti principali. 2. Conseguenza del primo punto: fu una guerra per procura/delega (una Proxy War, un conflitto dove i due Stati agiscono o su provocazione o mediante altre fazioni che non sono direttamente coinvolte), in particolare dove sta emergendo anche la decolonizzazione, vi sono tante piccole guerre calde (= dove si scontrano direttamente) combattute per procura/delega cioè dove spesso uno dei due contendenti è impegnato direttamente nel conflitto e si vede contrapposto nemici sostenuti militarmente dall’altro contendente: ad esempio la guerra di Corea dove la Nord Corea aiutata anche dalla Cina (influenza sovietica) invade la Sud Corea e si vedrà contrapposti gli USA direttamente. 3. Guerra ideologica e di propaganda molto accesa, anche se non si scontrano direttamente lo fanno molto ideologicamente, una guerra di propaganda che mistifica/falsifica sia la realtà di un contendente che dell’altro. 4. La guerra fredda dà origine a un sistema bipolare incentrato sulla sua estensione geografica (si cerca di allargare le zone di influenza) e sull’indipendenza economica (entrambe le potenze cercano di essere indipendenza economicamente). È un sistema asimmetrico a livello geopolitico, cioè sbilanciato rispetto al globo: aree dove c’è un certo equilibrio fra le zone di influenza, punti dove ne prevale una e punti dove ne prevale l’altra. Inoltre, esso è incentrato sulla minaccia atomica. 1946-1947 si origina il conflitto che terminerà nel novembre 1989 con la caduta del muro o nel 1991 quando scompare l’URSS da cui nascerà Federazione Russa. La guerra si compone di 5 fasi: 1. 1946/7-1953 → “Lo scoppio della guerra fredda”, questa fase arriva fino alla guerra di Corea (1950-53: Corea Nord- URSS invade Corea Sud-USA) che è la prima piccola guerra calda (anche se con quasi 1 milione di morti), prima guerra per delega e finirà con un armistizio (che divise le due Coree) lungo il 38° parallelo. Questa fase vedrà nel ’49 l’URSS dotarsi dell’arma atomica, anno in cui l’URSS vedrà anche la vittoria dei comunisti cinesi di Mao Zedong e la nascita della Repubblica Popolare Cinese (la Cina di adesso) e infine anche la nascita della Repubblica Democratica Tedesca, sotto influenza sovietica (l’anno prima nasceva la repubblica federale tedesca sotto l’influenza occidentale). La guerra di Corea chiude questa prima fase nel ’53, anche anno della morte di Stalin (l’ultimo protagonista della stagione storica precedente, protagonista della Rivoluzione Russa e installa lì il totalitarismo). 2. 1953- metà anni ’60 → di “stabilizzazione e rinnovate tensioni”, stabilizzazione cioè che i due contendenti sono consci e consapevoli dell’esistenza del conflitto. Inoltre, questo lasso di tempo si interseca con l’altro processo, di decolonizzazione → momento di rinnovate tensioni: - Nel 1956 con una crisi nell’URSS con la repressione armata dei moti popolari in Ungheria (“i fatti di Budapest”) - per gli americani la crisi del canale di Suez dove GB/FR appoggiati da Israele cercano di sconfiggere l’Egitto che ha nazionalizzato il canale. Nel 56 si capiscono bene queste zone di influenza: né USA né URSS intervengono per entrambi gli eventi (stabilizzazione). - Nel 1961 cala il muro di Berlino che divide la zona sotto il controllo occidentale da quella sotto il controllo sovietico diventando simbolo della guerra fredda. - Scoppia la “crisi dei missili di Cuba”, momento in cui le due superpotenze arrivano vicinissime allo scontro diretto e momento più critico perché si è vicinissimi a una guerra nucleare. Cuba si era resa indipendente dagli USA con la salita al potere di Fidel Castro ma poi in seguito alle ritorsioni economiche americane si avvicina all’URSS, la quale ipotizza di installare testate missilistiche sull’isola per colpire il continente americano, scoppia la crisi di Cuba: ottobre 1962. La crisi termina in un compromesso. 3. Metà anni ’60- metà anni ’70 → “distensione relativa”, convivenza attraverso rapporti meno duri tra le due potenze ma comunque esse devono affrontare delle crisi interne: l’USA con la crisi del Vietnam , prodotta dalla guerra nel sud-est asiatico, che attraversa anche l’URSS perché dovrà reprimere nel ’68 un movimento di dissenso in Cecoslovacchia (detta Primavera di Praga, repressa poi militarmente) e perché romperà i rapporti con la Cina, 39 da un lato per motivi ideologici ( l’URSS vuole mantenere il primato comunista ) ma soprattutto perché l’URSS si rifiuta di fornire tecnologia nucleare alla Cina provocando in questo modo una secca rottura dei rapporti diplomatici tra i due. 4. Metà anni’70-metà anni 80 → “confronto più duro e possibile scontro” l’URSS crede grazie alla crisi del Vietnam di poter vincere la guerra fredda, perciò, si impegna di nuovo e riattiva le armi / ad accrescere l’arsenale ed (aggressività diretta:) arriva ad invadere l’Afganistan ma con l’arrivo nell’ 1981 di Regan definisce l’URSS come impero del male ed affermerà che si negozierà con l’URSS solo in una condizione di forza. 5. Metà anni 80-1989/1991 → “riscoperta della negoziazione”, dal 1987 anche grazie all’arrivo al Cremlino (fortezza/castello rafforzato a Mosca) di Gorbachov vengono firmati accordi che portano a una progressiva riduzione degli arsenali nucleari. Infine, un atteggiamento più riformista porterà l’URSS prima a non essere più aggressiva con gli stati satellite (ossia nazioni sovrani e riconosciuti ma dominati da una più grande potenza egemonica, che con il Patto di Varsavia saranno Bulgaria, Ungheria, Cuba, Romania, Cecoslovacchia, Mongolia, Polonia, Germania Est) e poi a un’implosione nel 1991. La guerra fredda si dispiega attraverso sfere di influenza su tutto il globo ma in particolare in 2 aree geopolitiche: 1. Europa → dove le due sfere di influenza si toccano (muro di Berlino) 2. Continente Asiatico → combattute le principali guerre per procura (Vietnam, Cina, Afghanistan.. ) 8.1 Il Modello Sovietico L’ URSS mira a un controllo diretto sugli stati satellite dell’Europa orientale con cui confina (Cecoslovacchia, Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria..) nel contempo viene ribadita la supremazia teorica e politica del partito comunista sovietico: nasce il Cominform (ossia una riedizione della 3° internazionale comunista, che era nata per volontà di Lenin nel 1919, poi sciolta nel corso della guerra a causa della crisi) nel settembre 1947 con il solito obbiettivo, ovvero il mantenimento della supremazia ideologica del comunismo russo. Per quanto riguarda il dominio in Europa: tra il 48-49 nascerà la Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR) che darà un assetto definitivo come forma di stato alla parte della Germania sotto il controllo russo. A differenza della sfera occidentale quella orientale non godette degli aiuti economici degli USA (che vennero rifiutati) anche se arrivarono comunque in maniera indiretta dall’avanzata tecnologia tedesca della parte controllata dall’URSS. Il più grosso ostacolo da parte della vita sociale e dei civili fu il continuare a seguire il modello economico di stampo staliniano (continuavano a ripetersi piani quinquennali: strumenti di pianificazione economica calati dall’alto) e anche il fatto che vi furono pochissime ricadute del settore economico in ambito civile. Furono migliorate l’istruzione e la sanità ma non si riuscì a trovare un’area di scambio interna che soddisfacesse le esigenze di una società civile in continuo cambiamento. Questo modello ebbe anche dei successi, per esempio, in ambito spaziale la prima messa in orbita di un satellite intorno alla terra: lo sputnik 1957, ma generò contraddizioni sempre più ampie e forti che portarono al collasso del sistema. Modello cinese: si adeguò inizialmente al modello russo ma poi se ne distaccò totalmente e conobbe l’ascesa, diventando quello che è oggi. 40 8.2 Modello Statunitense Gli USA puntano su un’influenza indiretta. Il modello statunitense è infatti diviso in due ambiti: quello interno e quello esterno. - Modello interno: in relazione allo scoppio della guerra fredda, gli USA varano un piano di sicurezza interna con una legge detta National Security Plan (3 punti): 1. Riorganizzazione dei ministeri che si occupavano dell’ambito militare, nasce il ministero della difesa, che accorpa tutte le forze armate americane. 2. Istituito il National Security Council alla cui guida viene nominato un National Security Advisor, consiste in un organo / un’agenzia che si affianca al presidente e in molti casi quando un presidente raggiunge i due mandati, l’Advisor / il consigliere del National Security Council è diventato Segretario di Stato. Egli cerca di intersecarsi il meno possibile con l’attività del ministero degli affari esteri ma si affianca in maniera autonoma sia al presidente che al dipartimento di stato, affrontando temi inerenti alla sicurezza nazionale. 3. Viene creata la CIA (Central Intelligence Agency), un nuovo servizio segreto (tutti i vecchi servizi segreti raggruppati in uno solo) molto potente che interferirà nei decenni successivi in maniera significativa con la politica estera americana. - Modello esterno: mantenimento del loro controllo del Giappone (aiutano il paese, danno una costituzione, dando un nuovo assetto liberal democratico, questo fino al 54/56 circa) fu quindi un controllo diretto mentre vi fu un controllo indiretto in Europa. In Europa si muovono su 3 direzioni: 1. 1948 European Recovery Program (piano Marshall, per la ricostruzione dell’Europa, dopo la II Guerra Mondiale) → prende il nome dal ministro degli esteri ed ex comandante durante il II conflitto Marshall. Durante un discorso nel giugno 1947 alla cerimonia della consegna dei diplomi della Harvard University, egli dichiarò che gli USA erano disponibili a dare grandi aiuti economici all’Europa sia per la paura scatenata dalla guerra fredda (perché siamo a 3 mesi dallo scoppio) che ci potesse essere un avvicinamento degli stati europei all’URSS, sia perché dopo la ripresa economica della II Guerra Mondiale la nazione americana iniziava a rallentare. Così si varò (poi dall’anno dopo) un vastissimo piano di erogazione di aiuti economici di ogni tipo, finanziamenti (liquidità, dato che mancavano i dollari... nelle casse degli Stati c’erano più sterline che dollari), risorse alimentari all’EU affamata, tecnologia... questo piano permise all’Europa che già si era rialzata, di avviarsi a un importante periodo di espansione economica e prosperità. 2. Il Regno Unito e gli stati del Benelux (Belgio, Netherlands, Luxembourg) iniziarono a spingere sugli USA affinché venisse messa in atto un’alleanza ( atlantica ) militare, e allora nell’aprile 1949 nacque la NATO (North Atlantic Treaty Organization ) , un’alleanza militare difensiva che prevede che tutti gli alleati si muovano se uno degli stati partecipanti viene attaccato. Essa vedeva come principale protagonista gli USA e accanto ad esso altri stati europei come UK, Italia, Francia, Canada ecc...Un’alleanza simile da parte dell’URSS col patto di Varsavia a metà degli anni ’50. 3. Fin dalla fine della guerra e poi dall’inizio della guerra fredda gli USA spingeranno affinché in Europa si crei una integrazione almeno di natura economica se non politica, (come per dire “Stati d’Uniti d’Europa”), integrare le principali economie europee (con richiamo all’idealismo Wilsoniano) integrate attraverso creazione di un mercato comune (togliendo le barriere doganali da uno Stato all’altro affinché si integrassero di più le economie e si riducesse la possibilità di un conflitto armato; difficile pensare a un’integrazione tra Francia e Germania) ciò si concretizzò solo nel 1957 con la nascita della CEE (Comunità Economica Europea). La guerra fredda rimane come sfondo a tutto quello che ora vediamo e che succederà fino alla fine (1989/1991) 41 9.0 La Decolonizzazione La decolonizzazione è una conseguenza della II Guerra Mondiale, così come la fine dell’imperialismo europeo. Termine usato dagli anni 60, inizia alla fine della II Guerra Mondiale fino alla fine degli anni ‘70 Ciò che chiude simbolicamente la stagione del dominio europeo sui continenti africani e asiatici, sarà il 30 giugno 1997 quando la Gran Bretagna riconsegna alla Repubblica Popolare Cinese la città di Hong Kong, in preda ad una guerra dell’oppio (avvenuta nella prima metà dell’800) → atto simbolico che chiude questo processo di colonizzazione Questo processo fu la conseguenza diretta della II Guerra Mondiale che vide sconfitta la centralità europea e con essa i suoi imperi collegati, essa fece prendere definitivamente coscienza ai popoli sottomessi di prendere autonomia. Inoltre, era stata sancita anche l’avvio di un processo di dismissione delle colonie nella Carta Atlantica che sarà alla base dell’ONU. Le tre ondate che caratterizzarono questo processo furono: 1. 1945-1956 in cui ottennero l’indipendenza paesi asiatici e del Nord-Africa (Filippine che si emanciparono dagli USA, India e Pakistan dall’UK, alcuni dall’Africa settentrionale, Birmania, Indonesia, Indocina) 2. 1956 - metà anni ’60 in cui si emanciparono stati del Centro Africa (Congo, Algeria e ripresa della lotta in Indocina) 3. anni’70 indipendenza dei paesi in Africa controllati dal Portogallo (Angola, Mozambico...) che chiude agli inizi degli anni ’80 questo processo Decolonizzazione divisa in due tipologie: - Decolonizzazione negoziata → Gran Bretagna che nel 1947 concesse l’indipendenza alla sua colonia principale ovvero l’India (chiamata “perla dell’impero britannico”), con un’azione di negoziazione si formano due stati (anche grazie all’intercessione del governatore affinché si evitino conflitti dato che probabilmente l’India si sarebbe spaccata comunque e quindi per evitare guerre civili): uno stato musulmano che darà origine al Pakistan e un altro a prevalenza religiosa indù, l’India. La Gran Bretagna anche in relazione alle difficoltà economiche della crisi del ’29 aveva già avviato questa indipendenza prima della fine del conflitto: ossia nel dicembre ’31 con gli “statuti di Westminster” con cui concesse l’indipendenza a 6 dominions ( parti dell’impero britannico non controllate direttamente ) (Australia, Nuova Zelanda, Canada, libero stato d’Irlanda, Sudafrica e Terranova) in cambio la gran Bretagna chiese una confluenza in una nuova organizzazione: il Common Wealth, che ad eccezione di qualche stato (India) unisce (ancora ora) questi paesi alla madrepatria, essi ( stati del tutto indipendenti come il Canada ) riconoscono tuttora la regina Elisabetta come capo dello stato. - Decolonizzazione autoritaria/violenta → Francia che attraverso una serie di guerre (ecco perché violenta: due sconfitte militari) rilasciò l’indipendenza: la prima guerra combattuta in Indocina (Vietnam, Cambogia, in generale nel sud est asiatico) che portò, dopo la battaglia nel 1954 di Dien Bien Phu, al ritiro della Francia. Successivamente la Francia fu impegnata in una guerra in Algeria che si concluderà nel 1962 con l’indipendenza del paese, terribile guerra (definita Afghanistan francese in relazione al sacrificio imposto ai giovani francesi), la guerra in Algeria portò ad una crisi istituzionale interna che sfociò nella caduta della IV Repubblica e il richiamo al potere del generale De Gaulle che cambiò la forma di stato da una repubblica parlamentare a una Repubblica Semi Presidenziale: nascita V Repubblica. Nasce lo Stato di Israele nel 1948, che nasce in Palestina come risarcimento alla cecità degli stati europei di fronte alla shoah. Paese in cui verrà prodotto un conflitto ancora presente, una crisi tra israeliani e arabi. Connesso con la decolonizzazione nasce il Terzo Mondo, termine utilizzato per la prima volta in una conferenza a Bandung in Indonesia nel 1955, cioè paesi che non volevano stare sotto l’influenza di nessuna delle due superpotenze (paesi non allineati: né con l’USA né con l’URSS), di questo schieramento facevano parte Egitto, India, Cina, Iugoslavia. Da un punto di vista economico questo termine indica stati con condizioni di forte povertà, negli anni’50 alcuni stati riusciranno a emanciparsi 42 da questa condizione mentre altri, soprattutto africani non riusciranno a risollevarsi dal sottosviluppo e dall’arretratezza economica 43 10.0 L’Età dell’Oro Età dell’oro è un termine che viene introdotto all’uso da parte dello storico Eric Hobsbawm nel libro “secolo breve” in cui suddivide in alcune fasi la storia del 900: (età dell’oro (golden age) cioè oro massiccio vs età dorata ( gilded age ) cioè che c’è una doratura sopra e grossi problemi sotto ) Cronologia: negli Stati Uniti l’età dell’oro si origina subito dopo la fine guerra, dato che non hanno avuto rovine interne in termini di distruzioni materiali, mentre per l’Europa bisognerà aspettare fino alla fine degli anni 40 e inizio anni ’50 e si segna come data finale 1973-1974: circa un trentennio (infatti, per i francesi è detto il “trenta glorioso”). Abbiamo varie fasi in questo periodo, il periodo più virtuoso avvenne tra la metà degli anni ’50 e la fine dei ’60. Tre fattori caratterizzanti questo periodo: 1. Crescita economica → che vede nell’Europa occidentale un tasso di crescita annuo del 3% con punte più elevate per Germania e Italia, il record venne raggiunto dal Giappone con l’8% annuo. In questo periodo crebbe molto anche l’URSS. 2. Grande crescita demografica (chiamato anche baby boom) → maggiore saldo attivo tra nati (più dei deceduti, tassi tra il’60 e l’80 del 2,05%, l’apice si ebbe nel 1964). La popolazione aumentò perché aumentavano anche le risorse agricole (cibo). La crescita demografica era iniziata a livello mondiale nel 1700 ed è sempre stata progressiva tranne durante le due guerre mondiali. Nell’agosto 1974 a Bucarest si riunisce la prima conferenza internazionale sulla popolazione dove si stabilisce che è compito dei singoli stati la gestione degli aspetti demografici, questa soluzione venne adottata su spinta dei due paesi Cina e India, paesi con più problemi di natura demografica. 3. La stabilita economica creata dagli accordi di Breton Woods favorì uno sviluppo degli scambi internazionali. Si accompagnò a un’espansione del commercio un’internazionalizzazione dell’economia (economie nazionali che si integrano a livello internazionale) che portò alla nascita di una grande area di libero mercato: la CEE. Fattori che permisero l’età dell’oro: 1. Grande disponibilità di manodopera industriale a basso costo → la sempre più diffusa meccanizzazione dell’agricoltura lasciò senza lavoro molte persone che passarono al settore secondario, dove trovarono molte opportunità, ciò produsse un processo di migrazioni sia interne che verso altri continenti. Le città (luogo d’arrivo) si ingigantiscono molto (megalopoli) e ciò comporta difficoltà di gestione (masse di persone da sistemare/alloggiare) per le élite, ma un evento traumatico anche per le campagne (i paesi di partenza ) che soffriranno uno spopolamento che ebbe ricadute anche sugli assetti territoriali perché le conoscenze erano trasmesse oralmente nelle campagne e quindi esse rimasero abbandonate. 2. Trasferimento di tecnologia dal Nord America all’Europa → di fronte alle distruzioni della guerra gli USA pensarono di trasferire le linee di produzione/le catene di montaggio in Europa e ciò comportò l’arrivo di una tecnologia che non aveva bisogno di sperimentazione ma che funzionava a pieno regime e fu messo in moto immediatamente dando subito grandi risultati e permise di non perdere tempo e andare avanti. (Ciò avvenne a Genova nella cantieristica, i cantieri che erano stati completamente distrutti vennero sostituiti dalla tecnologia americana). 3. Effetti benefici del coinvolgimento dello Stato nell’economia → che miravano a regolamentare l’economia cercando di farla funzionare meglio riducendo le disuguaglianze dei redditi. Due importanti benefici: 1. Le aziende di stato si occuparono di settori meno redditizi che davano redditività nel medio-lungo periodo, cioè settori meno appetibili all’iniziativa privata che vuol veder tornare i suoi investimenti in tempi più rapidi; allo stesso tempo l’economia privata si occupò di settori più rapidamente redditizi (es. infrastrutture, la costruzione di strade che danno un ritorno / guadagno): l’economia va avanti sia nei settori importanti strategici di cui si occupa lo stato sia quelli privati. 2. Un’altra ricaduta positiva: avendo numeri consistenti di lavoratori impiegati nelle aziende di stato che devono garantire diritti sociali (pensione, assistenza sanitaria, livello di istruzione) tutto ciò venne trasferito 44 anche alle aziende private e in questo periodo/modo nacque il Welfare State (stato sociale), che darà garanzie mai avute prima e soprattutto emancipazione ai lavoratori, anche diritti ai suoi figli in questo modo più dedizione al lavoro. L’ampliamento di questi diritti comportò un largo consenso sociale. L’elemento di debolezza dello stato sociale è il grande costo del Welfare State, che pesa nei momenti di difficoltà. In Italia nel momento in cui le cose iniziarono a rallentare esso divenne una carta di scambio, si garantivano diritti in cambio di consenso elettorale (garantire un’età di pensione sempre più bassa che comporta al lungo termine un salto ad un’età di pensione troppo alta ora). La fine di tale stato sociale avverrà verso gli anni ’70 (prima crisi, 1971 dollaro viene svincolato all’oro poiché era diventato troppo prezioso e troppo sopravvalutato e limitava le esportazioni). Shock petrolifero, in seguito ad una guerra i principali produttori di petrolio posero un embargo agli stati occidentali che si rifornivano da loro, inoltre una cresciuta concorrenza tra le principali potenze economiche (esaurito il gap tra USA e Europa ormai più autonoma e in grado di avere una tecnologia propria) determinerà la fine dell’età dell’oro. Pesanti effetti di questo sviluppo sull’ambiente diede origine alla questione ecologica (ancora oggi): sfruttamento intensivo delle risorse ambientali che alla lunga si esauriscono, inquinamento e pericolo atomico. 10.1 Società dei Consumi Abbiamo visto l’Età dell’Oro sotto un punto di vista economico-sociale, ma divenne evidente il definitivo affermarsi di quello che possiamo chiamare la società dei consumi o ancora meglio del consumismo di massa. Ma quali sono i fattori che portano a questo consumismo di massa? - I volumi della produttività del settore secondario: grandi masse di volumi. Perché ci sia un consumo di massa ci vuole una massa di prodotti a disposizione delle masse, se no non si può consumare. - La grande produttività che raggiunge il settore industriale rispetto a una contemporanea diminuzione del peso economico del settore primario (agricolo) perché si contrae quello che era il settore agricolo a favore del settore industriale. Inizierà ad emergere anche in questa società dei consumi anche il settore terziario, quello dei servizi. - Può avvenire questo consumo di massa, per questa disponibilità legata alla contrazione dell'Agricoltura e l'avvento del settore terziario, anche in relazione all'aumento importante del reddito pro capite in Europa che si triplica in questo periodo che stiamo analizzando con tutte le limitazioni temporali che abbiamo visto, prima negli Stati Uniti e in Europa, poi prenderà un rallentamento e si esaurisce. L'aumento però di tre volte il reddito pro capite in questo periodo permetterà di avere nelle tasche delle persone quantità di denaro fino ad allora davvero patrimonio di minoranze ristrette. Vi è la disponibilità di spendere e vedete come tutti questi elementi sono correlati: per il consumo di massa ci vuole una massa di prodotti, ma per consumare la massa di prodotti bisogna avere in tasca i soldi per acquistarli. - Periodo che fa scendere la disoccupazione a livelli fisiologici. I livelli di disoccupazione saranno sotto il 2.5%, vuol dire tutta la popolazione in età lavorativa è attiva/occupata. - Un altro elemento strettamente connesso all'avvento di questa società di questo consumismo di massa è anche l'offerta di beni, sempre più vasta e l'abbiamo visto, e soprattutto diversificata, tante merci diverse per tipologia per specificità, non più solo offerta di beni primari di quelli imprescindibili. Ed è anche questo un aspetto che dobbiamo esaminare, cioè della diminuzione della percentuale del reddito dedicata a questi beni primari che possiamo, se volete, identificarli coi beni alimentari. Scende così la percentuale di reddito: si hanno più soldi ma si spende anche meno, a favore, invece di che cosa? Di quei beni di consumo durevoli (cioè quelli negli stati uniti degli anni 20) → Beni di consumo durevoli, beni che non esauriscono la loro utilità in un solo atto di consumo, come i beni primari, legati all'alimentazione delle persone: sono principalmente elettrodomestici che producono un vero e proprio cambiamento in tempi abbastanza ristretti delle abitudini di vita comune e della mentalità delle persone. Cambia la percentuale, si riduce rispetto al reddito... così si riescono a consumare meglio i prodotti in relazione all'acquisto di questi elettrodomestici, se tu in casa hai un frigo puoi conservare meglio i prodotti. Immaginate cosa voleva dire, non avere a disposizione uno strumento un oggetto come il frigorifero nelle stagioni calde. Prima non lo potevi conservare così, si rendeva non commestibile nel giro di qualche ora, ora si può invece, da questo momento, conservarlo in maniera tranquilla col frigorifero. Cosa permette? Beh, permette di pianificare 45 meglio l'acquisto e di conseguenza spendere anche meno. Di conseguenza vi è un cambiamento delle abitudini materiali, delle spese, ci sono migliori stipendi che crescono progressivamente e potranno spendere cifre anche più importanti valorizzando la casa e rendendola visibile in misura maggiore, soprattutto da un punto di vista igienico, per la salute. Allora ecco che migliorano le condizioni si spende di più per la salute e ciò avviene anche per l'istruzione. L'istruzione vedremo sarà soprattutto un'istruzione pubblica ma si spende per acquistare dei libri, si spenderà di più anche per l'abbigliamento. Questi cambiamenti così importanti e radicali innescano processi di economie di scala, per cui se prima un oggetto era riservato all’élite anche per i suoi costi, vendendone molti si abbassano anche i costi di vendita e allora ecco che si diffondono. Sono tutti elementi che messi insieme ci fanno un po' capire questa società di consumi, come il consumo possa avvenire. L’auto diventerà Status Symbol di una nuova libertà dei cittadini occidentali che in relazione all’accessibilità, diventerà trasversale/comune a tutte le classi. Tuttavia l'auto sarà anche uno dei principali veicoli di quel problema, cioè dell'inquinamento e della ricerca sempre più spasmodica di spazi (parcheggio) laddove lasciarle nel momento in cui bisogna scendere da esse, soprattutto in un Paese come l'Italia. Si vedrà come nel fatto di diventare uno Status Symbol produrrà anche limitazioni, costrizioni ai movimenti e ai comportamenti delle persone diventando qualcosa in cui ci si identifica si finirà di usare l'automobile anche in una maniera estremamente errata, dimenticando per un lungo lasso di tempo che rimanevano in vita anche altri strumenti per muoversi soprattutto in ambiti circoscritti come sono ad esempio le città, facendo riferimento da un lato altri veicoli a motore come scooter dall'alto alle biciclette e adesso a nuovi prodotti che stanno uscendo. Questa spinta al consumo di cui abbiamo parlato non è solo dettata da un'offerta sempre più diversificata, articolata, ma è dettata da un sistema industriale sempre più efficiente nella produttività ma è anche indotta in quella che diventa un ambito imprescindibile per le industrie produttrici e cioè la pubblicità: l’avvalersi di ricerche di mercato che cercano, che vanno ad indagare per creare la domanda. Quello che viene definito il marketing: indagini di mercato che cercano di intercettare i gusti/le inclinazioni delle persone e proporre nuovi beni di consumo e che permettano un perpetuarsi di questa società di consumi. È la disciplina che sostiene il consumismo. Legato a questo processo vi abbinato quel concetto di americanizzazione, più appropriato parlare di ibridazione. È vero, arrivano all'inizio molti prodotti di stampo americano che ci vengono calati dall'alto, ma in tempi abbastanza rapidi, questi prodotti vengono adattati alle singole situazioni nazionali, cioè vengono ibridati e talvolta questi prodotti ritornano modificati dall'altra parte dell’Atlantico: è l’interconnessione delle economie che porta ad aumento dell'incremento internazionale dei commerci. Rispetto a questo modello ci furono forti critiche, soprattutto in Italia, da parte delle due principali correnti culturali che caratterizzavano il paese in questi anni del dopoguerra: da un lato quello cattolico legato al partito della democrazia cristiana e quello dell'altro grande partito di massa italiano, il partito comunista italiano. - I cattolici vedevano un allentamento del senso morale cristiano, una sorta di appiattimento nei comportamenti delle persone e una minore fedeltà/ frequentazione a quelli che erano i luoghi di culto. Con il suo avvento il consumismo toglie proseliti. - Nello stesso modo, il principale partito della sinistra, il Partito Comunista Italiano vede nell'abbracciare questi modelli, affievolirsi quello spirito di lotta di classe che avrebbe dovuto contraddistinguere l'universo di chi lavorava nelle fabbriche, il cosiddetto proletariato perché con in mano maggiori quantità di denaro la gente è più contenta. I comunisti vedono in questa lotta di consumo un appiattimento, un atteggiamento di materialismo che viene stigmatizzato dalle forze di sinistra perché anche qui si perde quella voglia rivoluzionaria (perché la gente finalmente può andare in vacanza dal mare, ha la sua vespa, ha la sua autovettura se la gode di più) 46 L'avvento di questa società produrrà cambiamenti importanti, radicali che ancora oggi ci contraddistinguono. Non saremo più in grado noi di sostenere una vita come avveniva prima. Nonostante quell’atteggiamento avesse delle storie millenarie, ma noi in poco tempo abbiamo rivoluzionato tutto soprattutto con questo modello di riferimento, modello di un consumismo di massa. Tra i principali fruitori di questa impetuosa crescita dei consumi vediamo apparire un nuovo segmento della popolazione: i giovani. (Fase in cui anche la scienza e la tecnologia fanno passi da gigante, passi che non trovano corrispondenza nel passato. Siamo negli anni 50 e poi negli anni 60. Si aprono grazie alla ricerca scientifica, settori fino ad allora inimmaginabili: la raffigurazione del DNA degli esseri umani, si apre l'ingegneria genetica, si danno origine agli organismi geneticamente modificati.) Ma soprattutto ecco che emerge in questi anni tra un atteggiamento conservatore, generale, politico legato agli scenari della guerra fredda e questa rapida modernizzazione che abbiamo visto. Principali soggetti che evidenziano questa contraddizione sono proprio i giovani dall'età dei teenager, dai 13-14 anni più o meno fino ai 25. Sono in sostanza i figli di quella crescita demografica rapida e uniforme in tutti gli stati e che sono una nuova fascia della popolazione, un nuovo segmento. Prima non erano un numero così importante questo segmento e soprattutto si passava prima di questo periodo, a parte i figli dell’élite che erano sempre molto circoscritti, da una adolescenza a un’età adulta (a lavorare). 1. C'è un numero imponente di questa fascia di età che non si era mai manifestato. 2. Quelle politiche keynesiane permettono un numero sempre più vasto di persone di accedere a un ampliamento dell'istruzione pubblica e allora non si andrà più solo a scuola nelle elementari. Si istituiranno segmenti intermedi dell'istruzione fino ad arrivare a un'istruzione superiore. I giovani iniziano ad avere delle connotazioni molto specifiche: 1. Sono essenzialmente gente che va a scuola. Studenti con un grado di acculturazione e di istruzione nettamente superiore a quello dei loro genitori (genitori che a malapena sapevano scrivere vs i figli molto più istruiti). 2. In relazione a questo allargamento della scuola pubblica e della fruizione di questo strumento fornito dallo Stato, che almeno in Italia ha sempre dato un buon livello di istruzione, queste scuole sono frequentate da tutti. E allora ecco che si crea anche un atteggiamento interclassista → a scuola ci si trova la maggior parte sono figli di gente comune, ma dall'altra ci sono anche figli delle élite e allora sui banchi di scuola messi uno vicino all'altro le differenze di classe scendono e questi ragazzi crescono con un atteggiamento interclassista. Anche questo è un atteggiamento nuovo, per di più, ovviamente con le dovute differenze, tutti questi ragazzi hanno anche in tasca qualche soldo (aspetto nuovissimo, prima prendevano i genitori i soldi che avevano). I ragazzi non sono più vincolati ma si muovono e che permette questo interscambio. 3. Sono nella stragrande maggioranza dei contestatori. Contestano in generale l'ordine costituito perché hanno iniziato a essere depositari di una cultura molto diversa da quella ufficiale nonostante loro siano in fondo un prodotto. 4. Sono i soggetti su cui più si riflette la crescita dei consumi. Riuscirà il consumismo ad affermarsi perché c’è questa nuova fascia di popolazione. Il marketing, la pubblicità toccherà soprattutto loro perché abbiamo detto c’è questo gap culturale. 5. Infine, per quelli nati tra 45 e il 55, il 45 e il 60 sono quelli che hanno avuto più nel corso della loro vita di trovare lavoro e che hanno però anche possibilità spenderlo e sperperarlo di più, con più presenza di droghe e alcool di tutte le altre generazioni Uno dei terreni su cui si consuma di più lo scontro tra generazioni è quello della musica, della musica popolare, cioè lo straordinario successo del Rock n Roll. È l’avvento di un nuovo genere che nasce da una fusione di blues, country e anche gospel, e che diventa una forma di espressività per i giovani. Secondo Alan Fred (conduttore radiofonico americano), nei pochi minuti di una canzone Rock n Roll il messaggio che emergeva era disordine, aggressione e sesso. Del resto, lo stesso termine Rock ‘n Roll era preso dallo slang della comunità afroamericana per descrivere l’atto sessuale tra un uomo e una donna. 47 Quello che emerge sono campagne di condanna da parte degli adulti, portate avanti sia dalla stampa che dal resto dei media e che dimostrano quanto sia profondo il solco tra le generazioni. Una manifestazione di diversità, del mondo giovanile rispetto a quello adulto, che venivano manifestate non solo attraverso la musica del Rock n’ Roll ma anche a livello di avanguardie culturali come la beat generation in America, gli esistenzialisti in Francia o i giovani arrabbiati in gran Bretagna. Quello che emerge da queste avanguardie è che il problema dei giovani è una nuova ineludibile questione politico-sociale da affrontare da parte delle élite. 10.2 Processo di integrazione Europea Un altro aspetto che emerge in questa età dell’oro sono gli esordi del processo di integrazione europea. Era uno dei 3 pilastri della strategia americana in Europa per la sua sfera di influenza. Oltre al piano Marshall e la NATO, c’è l’auspicio di una integrazione politica ed economica. Emersero 3 correnti di pensiero su come avrebbe dovuto svolgersi questa integrazione europea: 1. Corrente confederalista: una cooperazione importante ed estesa fra gli Stati ma che non tocca i meccanismi di funzionamento di ciascun stato (confederarsi = unirsi secondo specifici aspetti). Ciascun stato ha totale indipendenza tranne per alcuni aspetti specifici (es la politica estera viene decisa insieme...). 2. Corrente Federalista: seppur gradualmente questi stati avrebbero cessato di esistere per dare origine ad una nuova entità allargata sovrannazionale (da tanti stati creare una nuova entità). 3. Corrente Funzionalista (quella applicata): secondo la quale si doveva procedere secondo l’integrazione settoriali rispetto al quale veniva ceduta la sovranità nazionale e che doveva essere frutto di parziali e successivi accordi tra componenti di questa nuova comunità che andava a fondarsi. L’integrazione europea doveva seguire due binari: politico ed economico ma il primo rimase bloccato. Quello economico va avanti con la corrente funzionalista. - L’agricoltura, dopo l’avvento di questa nuova comunità economica europea (CEE), non sarà più patrimonio dei singoli stati ma compito dell’unione. La politica agricola viene decisa a Bruxelles (centro dell’UE) e non dai singoli stati. Vi sono applicazioni a seconda degli ambiti agricoli diverse (es il diverso clima in Danimarca e quello in Grecia). Gli organismi nazionali servono soltanto da coordinamento con il centro dell’Unione Europea. - Questo processo di integrazione cominciò dal trattato di Parigi del 1952, firmato dalla Francia, Germania Federale (sotto al controllo occidentale/americana), dal Belgio, dal Lussemburgo e dall’Italia. Trattato con cui fu fondata la CECA, la comunità economica del carbone e dell’acciaio; tra questi stati venivano abolite le frontiere e i dazi per questi elementi rendendo libero lo scambio. - Il passo successivo e più rilevante fu il trattato di Roma nel marzo del 1957 che fu firmato dagli stessi paesi del trattato di Parigi ma con l’aggiunta dei Paesi Bassi. Nasce la comunità economica europea, CEE, un’organizzazione che mirava alla creazione di un’ampia area di libero mercato, non del tutto libero ma lo diventa per tantissime merci che potevano essere liberamente commercializzate. È un passaggio importante che crea un’area in cui le singole economie degli stati internazionali possono allargare e accedere a mercati di paesi molto rilevanti. Come mai si arriva in questi anni alla creazione della CEE? Quest’ultima è un frutto della guerra fredda, gli Stati Uniti invitano l’Europa ad integrarsi per non far avvenire tragedie. Poi perché questa fase integrativa si intreccia con la decolonizzazione perché paesi che uscivano sconfitti e stavano perdendo rilievo internazionale erano più disposti a questa nuova intrapresa internazionale. Per cui questi elementi faranno sì che prenda avvio questo processo di integrazione che sarà strategico per la costruzione dell’Unione Europa e anche per la fase espansiva che tocca questo periodo di tempo. Alla base anche di questo processo vi sono alcuni nomi che dobbiamo ricordare come Jean Monnet (francese), Conrad Adenauer (tedesco federale) e Alcide De Gasperi (italiano). Sono uomini dei 3 principali stati fondatori che spingono per un’integrazione economica: siamo di fronte a un’ulteriore sinergia: si continua a crescere perché si allargano i mercati. 48 10.2.1 L’Italia dalla ricostruzione post-bellica al miracolo economico L’ultimo re d’Italia, Umberto II di Savoia, con un gesto di alto senso civico andò volontariamente in esilio liberando dal giuramento di fedeltà le forze armate e gli impiegati pubblici (per questo fatto non scoppiò una guerra civile come in altri paesi). Il 18 giugno del 1946 venne ufficialmente proclamata la Repubblica Italiana. L’Assemblea costituente fu composta da 556 persone di cui 21 erano donne (obiettivo: scrivere costituzione). Il partito che si affermò fu il Partito Democratico Cristiano che ottenne il 32.5% dei voti seguito dal partito socialista italiano col 20,7% e infine il partito comunista col 19% dei voti. La costituzione arriva il 22 dicembre del 1947, con solo 62 voti (su 556) contrari viene votata quasi all’unanimità dall’Assemblea costituente. Viene promulgata il 27 dicembre del 1947 ed entrerà in vigore il 1° gennaio del 1948. La commissione dei 75 che scrivono la costituzione era divisa in 3 sottocommissioni che avrebbero scritto una delle tre parti di cui è composta la nostra costituzione. Ne esce come risultato: la nostra costituzione è un compromesso equilibrato con punte elevate nell’ambito dei princìpi fondamentali e di bilanciamento nei diritti e nei doveri. Vi è un alto livello giuridico, correttezza espositiva e contiene elementi avanzati. È composta da 139 articoli, 5 sono stati abrogati durante il tempo, ed è divisa in 3 parti. - La nostra è una Repubblica Parlamentare, è il parlamento che è centrale nella vita politica del paese. Il parlamento è diviso finora in 2 camere (630 deputati e 315 senatori). Le due camere in assemblea più gli esponenti delle singole regioni eleggono ogni 7 anni il presidente della Repubblica, il capo dello stato e delle forze armate. Il Presidente della Repubblica ha il compito di scegliere a chi affidare l’incarico per formare i governi della repubblica tenendo conto dei risultati delle elezioni. - La costituzione italiana prevedeva (norma che impiegò molti anni per essere applicata) la creazione di un consiglio superiore della magistratura (CSM) cioè un organo di autogoverno dei giudici di cui è a capo il presidente La prima carica dello Stato è il presidente della Repubblica, la seconda carica dello stato è il presidente del senato, la terza è il presidente della Camera dei deputati e la quarta il presidente del consiglio dei ministri della repubblica. La costituzione prevedeva anche la creazione di una corte istituzionale per il compito di vigilare sulla conformità delle leggi in rapporto alla costituzione. La corte istituzionale può abrogare una legge o rinviarla perché non conforme alla costituzione. La corte è composta da giudici e un presidente e si esprime anche per possibili referendum (concepito solo per cancellare una legge votata dal Parlamento). C’è poi una corte dei conti, un’assemblea con compiti di natura contabile. In relazione a quanto detto [vedi i primi tre e l’articolo 33 della costituzione]. - Da un punto di vista politico l’Italia che esce dalla guerra si affida alla democrazia cristiana, partito socialista, comunista e d’azione. Quest’ultimo guiderà dal giugno del 45 a dicembre dello stesso anno un governo guidato da un suo esponente: Ferruccio Parri. Da dicembre del 45 ad agosto del 1953 l’Italia sarà guidata da un leader della democrazia cristiana: Alcide De Gasperi. (Tutti i governi della repubblica saranno esponenti della democrazia cristiana fino al giugno 1981). De Gasperi rappresenta bene questa voglia internazionale, capacità di guardare oltre i ristretti ambiti dello stato nazione. Egli è stato seduto al banco di 3 parlamenti: quello austroungarico, quello italiano della monarchia costituzionale (del Regno d’Italia) e quello della repubblica italiana. - La politica dei primi anni sarà di unità antifascista con la partecipazione nei governi di tutte quelle principali forze del comitato di liberazione internazionale. Quest’unità si romperà nella primavera del 47 quando in seguito a una crisi di governo, il partito socialista e quello comunista italiano usciranno dalla scena politica italiana. Questo atteggiamento della democrazia di De Gasperi, esponente della democrazia cristiana, avrà un suo esito rilevante alle prime elezioni politiche della repubblica italiana. Finito il compito dell’Assemblea costituente dopo l’entrata in vigore della Costituzione, viene sciolta e vengono indette nel 18 aprile del 1948 le elezioni della prima repubblica → campagna elettorale durissima tra la Democrazia cristiana e il fronte popolare: alleanza politica tra socialista e comunista. I vincitori saranno i democratici cristiani col 48,5% dei consensi (la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, il fronte solo il 30). 49 Non dimentichiamo che l’Italia era sempre stata dagli anni del conflitto un paese occidentale che non aveva nessun interesse per l’unione sovietica e queste elezioni diedero un gran impulso che l’Italia fosse sotto leggi americane. In Italia si forma progressivamente il più grande partito comunista dell’occidente, a partire dalla vittoria (della democrazia cristiana) delle elezioni. Fasi della storia della I Repubblica: 1. Elezioni del 1948 – Estate 1962: Fase centrista, dall’egemonia cristiana che aveva vinto e che era a tutti gli effetti un partito di centro. È una fase caratterizzata da politiche moderatamente conservatrici, con aperture parziali di carattere keynesiano: - Attuazione tra maggio e dicembre del 1950 della cosiddetta riforma agraria: due leggi che fissarono norme per espropri e frazionamenti di grandi proprietà terriere abbandonate, chiamate anche latifondi (vaste superfici che vennero divise e distribuite). Si trovavano in Calabria, in Sicilia, sul delta del Po, in Molise, in Puglia e in Sardegna. Era il tentativo di sanare uno di quei problemi storici che affliggeva l’Italia. Riforma che ebbe impatto positivo. Tuttavia, se erano state abbandonate dalla coltivazione c’era un motivo (erano terre difficili da coltivare) quindi i risultati furono alterni → per alcuni bene per altri meno. - Sempre nel 1950 viene creata la cassa per il mezzogiorno (fino al 1983) , era la creazione di un grande ente pubblico che aveva come scopo quello di promuovere sviluppo del sud (altro tentativo di sanare uno dei mali storici dell’Italia cioè l’arretratezza sociale ed economica di una gran parte del territorio nazionale rispetto all’altra metà) attraverso finanziamento strutture, credito agevolato e costruzione di nuove industrie. Anche se non riuscì a colmare il gap sociale ed economico soprattutto perché era un periodo in cui si attiva una massiccia immigrazione dal sud al nord, e dunque gran parte di questi investimenti non trovarono manodopera locale. Problema: manca una pianificazione, se il mondo del lavoro attraeva manodopera al nord. - Piano case Fanfani (ministro lavori pubblici del tempo) del 1949, con programmazione di 7 anni ma che continuò fino al 63 con questo programma di edilizia popolare che costruì più di 350 mila abitazioni per risanare i danni del conflitto. Piano che diede un tetto a milioni di persone. Case Fanfani ancora oggi. - A partire dal 1951 l’avvio di una riforma fiscale che introdusse per alcune categorie, riforma Vanoni (ministro delle finanze) , l’obbligo della dichiarazione dei redditi. Rimane presente in questi anni di ricostruzione la figura dello Stato nell’economia, tanto da far creare un ministero che si occupava delle industrie dello Stato per esempio l’IRI, l’Enel, dal 1953, anno in cui inizia a diminuire il consenso della democrazia cristiana. - Boom / miracolo economico italiano, per alcuni storici durò dal 1950 e il 1965 (oltre la prima fase, anni della ricostruzione ). Ma il fulcro di questo periodo andò dal 1958 al 1962. Ancora all’inizio del 1950 era l’agricoltura l’asse portante della nostra economia, cioè che produceva la maggior percentuale di ricchezza. Svolta: nella primavera del 55 quando viene lanciata sul mercato la Fiat 600 ( con un prezzo contenuto e con la possibilità di pagare a rate ) e contemporaneamente viene varato dal governo un piano decennale di costruzioni autostradali, una nuova rete di aria che avrebbe ridotto le distanze tra i principali centri, a livello di tempo da una località a un’altra. - La società italiana e l’industria italiana innescano un salto quantitativo e qualitativo mai avuto prima: la gente lavorava molto e aveva molta fiducia nel futuro, in pochi anni l’industria diventa l’asse portante dell’economia e l’Italia colmerà il gap che la distanziava dalle principali economie occidentali del mondo (5 e 6 posto, dopo USA, Giappone, Germania, Francia, e UK). Questo salto venne riconosciuto anche all’estero, la testimonianza → nel marzo del 57 viene firmata a Roma i trattati della costituzione della CEE (area di libero mercato). Scelta Roma perché capitale meglio esposta / “messa “a livello internazionale. 2. Il miracolo economico 1958 – 1963: Fattori di come si manifesta il boom economico, abbastanza simili a quelli dell’avvento dell’età dell’oro: 1. Abbondante mano d’opera dall’agricoltura. 50 2. Modernizzazione dei sistemi produttivi, arrivano gli aiuti del Piano Marshall e della tecnologia degli USA 3. Un trend positivo per l’acquisto delle materie prime → prezzi stabili delle materie prime che agevola molto il paese. 4. L’Italia riesce poi ad avvalersi di nuove fonti energetiche: energia termoelettrica. 5. Un periodo favorevole di tassi d’interesse del denaro che permetteranno agli investitori di investire senza dover rischiare per il costo del denaro. 6. Il miracolo avviene per una combinazione felice, il connubio tra il capitalismo pubblico e quello privato, un capitalismo italiano bicefalo (= due teste, una pubblica e una privata). Il capitalismo pubblico si occuperà degli investimenti in realizzazioni che daranno ritorni in termini di guadagno sul lungo periodo, come la realizzazione di infrastrutture. Oltre ad occuparsi di questo, andava a cercare di “ottenere” la materia prima con un impatto/valenza che avrebbe potuto svolgere un’azienda privata, perché essendo pubblica poteva avvalersi della diplomazia internazionale per intessere delle alleanze/accordi. Quello pubblico dà le basi nei settori di base cosicché le aziende private dotate della tecnologia usa potesse mettere in atto il sistema produttivo e fornire i beni di consumo ai cittadini italiani. Oltre che alle luci, ci sono state anche importanti ombre del miracolo economico italiano: 1. La velocità in cui si è manifestato, l’Italia non aveva un capitale umano sufficientemente pronto e numeroso a sostenere lo sviluppo per periodi più lunghi. 2. Nonostante lo sviluppo esso lasciò indietro molte aree, soprattutto al sud, poco al centro. Al nord si crea il famoso triangolo industriale (Milano Torino Genova). 3. Questo sviluppo provocò una fortissima migrazione dal sud al nord creando una serie di problemi di urbanizzazione e di natura demografica nei luoghi d’arrivo di queste ingenti masse di lavoratori (non erano pronti n è attrezzati ad accogliere). 4. Sviluppo anche a spese degli operai che si videro per anni sottopagati rispetto a molti paesi europei perché da un lato gli imprenditori erano liberi di agire in questo modo (no controllo della classe politica) e dall’altro per una grande offerta di lavoro/manodopera, dato che c’erano tantissimi lavoratori davanti ai cancelli si sentirono liberi di pagarli poco. Nel 1957 venne inserito nei contratti di lavoro l’istituto della scala mobile (un meccanismo di adeguamento degli stipendi al costo della vita, se quest’ultimo aumentava del 3%, i dipendenti ottenevano il 3% in più dello stipendio). Istituto applicato dal 58, anno in cui inizia il vero momento brillante del boom. 5. Infine, vi fu una poca attenzione sui posti di lavoro nonostante era stata adottata una legislazione molto avanzata. Il più grave danno prodotto dal boom economico fu quello ambientale: da un lato lo sfruttamento delle risorse, dall’altro l’inquinamento dalle speculazioni edilizie che facendosi forza nel dare case a queste masse di migranti finì per “crollare”. Come simboli di questo momento di grande crescita economica, due avvenimenti: 1. Nel 1960 a Roma si svolsero le Olimpiadi estive , in relazione al grande sviluppo del nostro paese in quegli anni; 2. I festeggiamenti del primo centenario (1961) dell’unità d’Italia a Torino (città simbolo dell’industrializzazione) dove vennero costruiti una serie di palazzi, di ammodernamento della città, appunto per festeggiare. Fu un grande una riunione che vide grande partecipazione da parte dei cittadini e anche in tutti gli incontri per il centenario si manifestava grande fiducia nel futuro, e si postulava che l’Italia era in una condizione per cui con una manciata di riforme sarebbero stati risolti i problemi del paese, facendoci diventare così un’oasi felice tra varie potenze del mondo. 51 11.0 Gli anni ’50 e ‘60 11.1 L’avvento della Repubblica Popolare Cinese Il 1 ottobre 1949 segna la fine di un lungo periodo di scontro interno originatosi fin dagli anni venti tra Mao Zedong e i nazionalisti Chang Ysek, e segna il definitivo affermarsi della Cina comunista guidata da Mao. Il leader comunista dopo aver portato avanti questo processo di autodeterminazione, nonostante proclami un comunismo diverso da quello sovietico, si allinea alla volontà del principale paese, cioè dell’Unione Sovietica (un allineamento che durerà per 10 anni circa). La Cina intanto vara dei piani di organizzazione economica ricordato come Il Balzo in Avanti (la pianificazione economica) che toccò l’agricoltura ma che si risolse in un immane disastro che produsse milioni di morti per carestia. Fu una dimostrazione di fallimento che spingerà i leader cinesi a volersi differenziare dalle indicazioni dell’unione sovietica, nonostante in questi anni di allineamento i cinesi abbiano supportato anche a livello umano le iniziative dell’unione sovietica. I cinesi aiuteranno nella guerra di Korea contro gli americani. Questo elemento aggiunto al fatto che l’unione sovietica non è disposta a passare tecnologia nucleare atomica alla Cina produrrà l’antagonismo della Cina all’Unione Sovietica. 11.2 L’URSS C’è un processo che si innesca negli anni ‘50 in URSS: il processo di Destalinizzazione cioè l’ammissione del partito comunista dei crimini commessi da Stalin durante il suo periodo di governo, che avviene al ventesimo congresso del partito comunista (febbraio 1956). Il nuovo leader sovietico Nikita Chruščëv lesse un rapporto in cui si denunciavano i crimini a partire dagli anni ‘30. Negli intenti della direzione comunista questa ammissione sarebbe dovuta rimanere circoscritta alle altre sfere dei partiti ma questa invece uscì dal congresso e produsse importanti ricadute: in 2 ambiti, esterno e interno. - A livello esterno, questa ammissione prodotta da Chruščëv produsse una condizione di miglior coesistenza di stabilizzazione della guerra fredda (ricadute positive). - Di senso opposto produsse le ricadute nell’ambito interno o dei paesi sotto l’influenza sovietica, in particolare in Polonia, dove si cercava di avere maggiore libertà ( es. di espressione e movimento ) ma che vennero controllate e represse dalla dirigenza comunista polacca, che in qualche modo riuscì a spegnere queste espressioni che non erano in linea con quelle sovietiche. Effetti decisamente più pesanti avvennero in Ungheria dove manifestazione di carattere popolare chiedevano un allentamento delle misure di libertà civile (di stampa, pensiero, di critica, etc). Di fronte, invece, a un movimento decisamente più esteso che andò oltre le capacità di gestione dei leader politici ungheresi, produsse l’intervento armato dell’URSS che occupò l’Ungheria e che represse duramente i principali esponenti di queste rivendicazioni, tra cui anche il leader condannato a morte. La destalinizzazione ebbe effetti quindi positivi fuori dalla sfera di influenza ma comportò profonde crisi all’interno dell’URSS e soprattutto negli stati satelliti. 11.3 Gli Stati Uniti stati uniti, l’età dell’oro, anni 50 e 60. Tre elementi di fondo che caratterizzano questo periodo: 1) A partire dal 1950 la politica americana è caratterizzata in relazione alle prime fasi della guerra fredda da una sorta di isteria politica, di crociata anticomunista promossa da un senatore repubblicano del Wisconsin, Joseph McCarthy che dà il nome a questo momento storico→Maccartismo (vedere slide lui raffigurato come un soggetto che impersona la libertà americana che getta fuoco e incendia che cosa?)→metafora perché questo senatore avvia questa crociata anticomunista sulla base di dati falsi. Negli anni 50 in un suo discorso pronunciato in una riunione nella virginia dell’ovest, nel suo stato dove doveva “ottenere” consensi, brandisce un foglio e davanti al pubblico afferma di avere una lista con 150/200 nomi di funzionari del dipartimento di stato (ministero degli affari esteri) che sono spie sovietiche→ovviamente era una bugia. Successivamente inizia a perseguitare senza avere conferme reali di compromissione, funzionari dei vari ministeri americani facendo togliere il piccolo partito comunista americano... e si lega maggiormente con il mondo di Hollywood dato che di solito i 52 cineasti non nascondevano le loro simpatie per atteggiamenti liberali che quasi sfociavano in forme identificate con l’ideologia socialista- comunista. McCarthy diventa un leader riconosciuto nella politica americana. Sarà decisivo nelle elezioni di 1952 per il successore di Truman (Eisenhower), ma proprio dopo l’insediamento del presidente avendo esaurito le forme di persecuzione tra il 53 e il 54, McCarthy inizia a mettere in discussioni alcuni principali collaboratori del presidente mettendo così in dubbio la trasparenza e il senso di appartenenza del presidente stesso. È la goccia che fa traboccare il vaso perché mette in dubbio la lealtà di uno degli eroi della 2GM, l’organizzatore dello sbarco in Normandia. Lo stesso senato a cui appartiene McCarthy interviene attraverso una procedura di censura (da quel momento McCarthy doveva portare con sé dati veri se voleva accusare qualcuno o qualcosa.). Nel 1954 esce di scena e nel 57 muore. Sicuramente c’erano davvero spie però la persecuzione toccò anche persone innocenti. Episodio importante: messa a morte dei coniugi Rosenberg. Si scoprì poi che il marito fu davvero una spia, la moglie era del tutto esterna a quanto il marito stava facendo. 2) Il periodo Better Living è uno slogan ripreso per quegli anni della Dupont (azienda chimica) che lo aveva coniato negli anni 30 per promuovere la vendita delle calze di nylon per le donne e sta a significare nell’ economia storica→ la definitiva affermazione del consumismo di massa che negli Usa toccherà sfere molto più ampie di quelle che avvengono in Europa. In questo periodo gli Usa cercheranno di esportare il loro stile di vita (american style of life) attraverso la loro diplomazia culturale, sono gli anni che attraverso le agenzie sotto il controllo delle istituzioni di stato come l’usis (united state information service) viene fatta conoscere all’EU occidentale l’imponente cultura americana che a quel tempo era sconosciuta attraverso l’apertura di biblioteche... (poi progressivamente quasi tutte chiuse), erogazione borse di studio ecc.... Questa dinamica di diffusione culturale inizia agli anni 50 e arriverà negli 70 da qui inizia a declinare per poi precipitare. Anche la partecipazione a manifestazioni internazionali come l’expo (world fair of bruxelles??) del 1958 (prima ancora nel 1939 che anticipa lo scoppio del 2gm) nella capitale belga aiuta a diffondere la loro cultura. In questo padiglione americano vi era esternamente una piccola istallazione, cioè dei piccoli poliedri (volumi irregolari) posti su delle palafitte e collegati tra loro da delle passerelle con un accesso a scale metalliche con il nome di “Unfinished Work”, tratto da un passo da un discorso tenuto dal presidente Abramo Lincoln rispetto all’emancipazione della comunità afro- emancipazione. E proprio questa piccola installazione rappresentava uno dei nodi + difficili da sciogliere della storia americana che rileva una contraddizione→la questione raziale. E infatti all’interno di questi tre piccoli spazi (3 stanze) veniva rappresentata la storia degli schiavi: prima la schiavitù, poi l’emancipazione e le aspettative future. C’era poco materiale ma soprattutto fotografie. Nell’ultimo, quello futuro, c’era un grande foto con un girotondo in cui si stringevano la mano bambini di 5 6 anni di tutte le etnie che compongono le eterogenee società americane e poi in un punto una bambina che stringe un bambino nero chiaramente di origine africane. Dopo settimane iniziano ad arrivare i rappresentati degli stati del sud (dell’America) e vedono queste foto, scoppia il finimondo. Questo ci porta: 3) La lotta per i diritti civili afroamericani negli anni 50. Il nodo di questo problema arrivera al pettine→ conseguenza della 2gm perché sconfitto un totalitarismo e un autoritarismo come quello cinese; eppure, in “casa” c’era ancora discriminazione→infatti era ancora legale la segregazione razziale negli stati del sud. Primo passo in avanti: nel 1948 il presidente Truman (in relazione al suo ruolo di comandante delle forze armate) desegrega all’interno degli ambiti militari, cioè nelle camerate di soldati potevano essere sia neri che bianchi quando prima invece erano divisi. Un altro→nel 1954 la corte suprema emette una sentenza in un caso chiamato Brown (una famiglia) vs Bord Of Education (istituzione scolastica) dello stato del Kansas in cui viene rovesciato il principio enunciato in una sentenza del 46 in cui si diceva che neri e bianchi dovevano essere separati. Nel 54 invece dichiara che le scuole segregate (solo per neri o solo per bianchi) sono in maniera intrinseca ineguali e vanno a violare i diritti di uguaglianza sanciti nel 14esimo emendamento del (1868) costituzione. Ribalta il principio a cui facevano riferimento gli stati meridionali. A portare avanti questa lotta è stata soprattutto la National Association For the advacement of Colored People (NAACP) nata nel 1909, che passa attraverso un’attività nelle corti (quindi legale) e intraprende una serie di lotte all’interno dei tribunali. La sentenza non risolve tuttavia i problemi ma dà la possibilita di non subire passivamente questa discriminazione. Inizio stagione di lotte incentrate sulla non violenza 53 contro i bianchi, e st nel sud degli stati uniti. Episodio da ricordare→il boicottaggio nel dicembre 1935 a Montgomery, capitale Alabama (deep south) , una signora una sarta e attivista, Rosa Parks sale su un autobus e vede che negli spazi riservati per quelli di colore non c’è posto per sedersi ma ce ne in quelli bianchi e con tranquillità si siede li. Appena si siede tutti i bianchi la guardano stupefatti, avvisano l’autista che interviene chiamando la polizia locale che la arrestano. All’ufficio viene accusata della violazione della segregazione e viene rilasciata con una cauzione di 10 dollari. Questo episodio innesca il montgomery boycott, un’azione preparata, gli attivisti dell’associazione dal giorno successivo non prenderanno più per 381 giorni i mezzi pubblici della città. Essendo che la comunità afroamericana era quella che usava di + i mezzi pubblici, l’azienda dei mezzi deve scendere a patti perché non ha utenti e stava fallendo e accettare la desegregazione. A coordinare l’iniziativa vi è un giovane sacerdote che era arrivato a Montgomery a gestire una chiesa, proveniente da Atlanta, Martin Luther King (Micheal King, martin Luther è il nome da sacerdote). In relazione al livello culturale non comune, diventerà uno dei leader più riconosciuto di questa lotta per il riconoscimento dei diritti. Una lotta che lo porterà a fondare una sua associazione nel 1957 la southern christian conference che si sarebbe occupata a raccogliere attivismo delle chiese di colore (perché anche le chiese erano divise per colore). Utilizza una lotta non violenta (strategia), si ispira a Gandhi. Due obiettivi della lotta: 1) Far emergere il problema della comunità afroamericana in tutti gli stati uniti, fuori dai confini del sud. Lui vuole sensibilizzare i bianchi al problema dei neri, dice che sono tanto avanzati e aperti mentalmente, culturalmente, eppure avete problemi di persone ritenute di serie b, ma ve ne rendete conto? dice lui; 2) Uguaglianza di diritti come quelli dei bianchi (es posti bus per tutti, nei bagni, etc.) Nel 1963, momento di svolta, periodo di episodi sempre più vicini al terrorismo, i bianchi iniziano a lottare contro i bianchi a favore dei neri. Questi episodi non sostenibili introdurranno il presidente (Kennedy) a occuparsi della faccenda che presente