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Università degli Studi di Genova

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guerra fredda storia contemporanea relazioni internazionali politica

Summary

Questo documento tratta della Guerra Fredda, analizzando gli eventi che hanno portato allo scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale. L'analisi si focalizza sulle dinamiche politiche, economiche e ideologiche, con una specifica attenzione alle sfere di influenza in Europa e Asia. Il documento esamina le principali fasi del conflitto e le conseguenze a livello globale.

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8.0 La Guerra Fredda Tuttavia, nell’immediato, 1945, appena dopo aver edificato questi due pilastri ecco che scoppia un altro conflitto: lo scontro tra le due superpotenze uscite dalla guerra, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Lo scontro sarà il conflitto ricordato con il nome di Guerra Fredda....

8.0 La Guerra Fredda Tuttavia, nell’immediato, 1945, appena dopo aver edificato questi due pilastri ecco che scoppia un altro conflitto: lo scontro tra le due superpotenze uscite dalla guerra, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Lo scontro sarà il conflitto ricordato con il nome di Guerra Fredda. È un termine che non trova la sua prima manifestazione in quegli anni. Si usava solitamente quando due stati erano ai minimi termini dei loro rapporti ma non avevano ancora abbracciato le armi. Due paesi che devono coesistere (perché altrimenti si annienterebbero) ma che sono diversi, per ideologia: comunista vs liberaldemocratica; per interesse: privati ( USA ) vs pubblici ( URSS ) e per storia: due storie diverse per ciascun paese. Quando questa guerra esplode gli Stati Uniti sono all’apogeo della loro potenza, soprattutto dopo la II Guerra Mondiale... mentre l’Unione Sovietica però è quasi al collasso per lo sforzo bellico. Da questa contrapposizione nasce il reale nuovo sistema di relazioni internazionali: con la guerra fredda si passa da sistema multipolare a bipolare → da un sistema multipolare (con alcuni importanti poli con una stella cioè qualcosa che brilla di più... prima la Gran Bretagna e ora gli Stati Uniti) a bipolare (due grandi poli di riferimento, gli USA da una parte e l’URSS dall’altra) con la guerra fredda. Definizione: questa guerra fredda è una condizione di coesione antagonista tra due superpotenze che sono diverse per ideologia, interessi, storia. Vediamo attraverso quali dinamiche si passa dall’alleanza militare/economica ecc. fra i due all’antagonismo, principalmente in tre momenti: 1. Nonostante siano finite le ostilità a fine estate/autunno 1945, Stalin mantiene l’occupazione militare di alcune aree strategiche: l’Afghanistan, l’Iran, la Polonia, mantenendo così una posizione/condizione di aggressività. 2. Difronte a questa manifesta aggressività sovietica prende forma prima un’elaborazione teorica che diverrà affermazione di principio: nel febbraio 1946 un diplomatico americano, un funzionario del dipartimento di stato d’istanza nell’ambasciata americana a Mosca, George Kennan, invierà a Washington il cosiddetto “Long Telegram” (lungo telegramma, che era il modo più veloce per comunicare da un punto all’altro; era una elaborazione teorica) , in cui dice che nonostante l’alleanza militare tra USA e URSS che ha permesso la sconfitta del nazifascismo e la vittoria della guerra, bisogna lasciar cadere ogni speranza di continuare questa cooperazione e impegnarsi in una lunga azione di contenimento ( dottrina del containment ) perché l’URSS è una marea rossa e bisogna contenere il dilagare del comunismo, e il suo diffondersi nei vari paesi. Nel marzo del ’46 l’ex primo ministro britannico Churchill in un discorso nel Missouri a Fulton afferma che in relazione al comportamento sovietico in Europa è calata una cortina di ferro: cioè una divisione tra la zona controllata dagli stati vincitori occidentali (USA, GB e FR) e quella controllata dai sovietici... “calata come una lamina di ferro” che divide rigidamente queste parti che è simbolica per l’Europa. 3. Nel 1946 permane l’occupazione sovietica-militare in Iran e nel contempo scoppia una guerra civile in Grecia dove la parte comunista viene fortemente appoggiata dall’ingerenza sovietica, inoltre l’URSS spinge in maniera pesante (con minacce e importanti compensi) sulla Turchia affinché gli conceda degli sbocchi sul mediterraneo. Nel marzo ’47 il presidente americano Truman (successore di Roosevelt) chiede al parlamento americano un aumento degli stanziamenti americani (soldi, aiuti militari) perché gli USA devono difendere la democrazia in ogni luogo dove essa è minacciata (la famosa dottrina di Truman = l’applicazione della dottrina del contenimento e Truman è il primo che lo applica). Con queste decisioni la guerra fredda ha così inizio. Scoppia quindi tra il 46 e il 47. Dal 1947 il termine guerra fredda inizia ad essere usato dall’opinione pubblica, perché ne fanno un utilizzo grandi personaggi come Bernard Baruch e Walter Lippmann. 38 Le caratteristiche Guerra Fredda: 1. Guerra senza scontro diretto tra i due contendenti principali. 2. Conseguenza del primo punto: fu una guerra per procura/delega (una Proxy War, un conflitto dove i due Stati agiscono o su provocazione o mediante altre fazioni che non sono direttamente coinvolte), in particolare dove sta emergendo anche la decolonizzazione, vi sono tante piccole guerre calde (= dove si scontrano direttamente) combattute per procura/delega cioè dove spesso uno dei due contendenti è impegnato direttamente nel conflitto e si vede contrapposto nemici sostenuti militarmente dall’altro contendente: ad esempio la guerra di Corea dove la Nord Corea aiutata anche dalla Cina (influenza sovietica) invade la Sud Corea e si vedrà contrapposti gli USA direttamente. 3. Guerra ideologica e di propaganda molto accesa, anche se non si scontrano direttamente lo fanno molto ideologicamente, una guerra di propaganda che mistifica/falsifica sia la realtà di un contendente che dell’altro. 4. La guerra fredda dà origine a un sistema bipolare incentrato sulla sua estensione geografica (si cerca di allargare le zone di influenza) e sull’indipendenza economica (entrambe le potenze cercano di essere indipendenza economicamente). È un sistema asimmetrico a livello geopolitico, cioè sbilanciato rispetto al globo: aree dove c’è un certo equilibrio fra le zone di influenza, punti dove ne prevale una e punti dove ne prevale l’altra. Inoltre, esso è incentrato sulla minaccia atomica. 1946-1947 si origina il conflitto che terminerà nel novembre 1989 con la caduta del muro o nel 1991 quando scompare l’URSS da cui nascerà Federazione Russa. La guerra si compone di 5 fasi: 1. 1946/7-1953 → “Lo scoppio della guerra fredda”, questa fase arriva fino alla guerra di Corea (1950-53: Corea Nord- URSS invade Corea Sud-USA) che è la prima piccola guerra calda (anche se con quasi 1 milione di morti), prima guerra per delega e finirà con un armistizio (che divise le due Coree) lungo il 38° parallelo. Questa fase vedrà nel ’49 l’URSS dotarsi dell’arma atomica, anno in cui l’URSS vedrà anche la vittoria dei comunisti cinesi di Mao Zedong e la nascita della Repubblica Popolare Cinese (la Cina di adesso) e infine anche la nascita della Repubblica Democratica Tedesca, sotto influenza sovietica (l’anno prima nasceva la repubblica federale tedesca sotto l’influenza occidentale). La guerra di Corea chiude questa prima fase nel ’53, anche anno della morte di Stalin (l’ultimo protagonista della stagione storica precedente, protagonista della Rivoluzione Russa e installa lì il totalitarismo). 2. 1953- metà anni ’60 → di “stabilizzazione e rinnovate tensioni”, stabilizzazione cioè che i due contendenti sono consci e consapevoli dell’esistenza del conflitto. Inoltre, questo lasso di tempo si interseca con l’altro processo, di decolonizzazione → momento di rinnovate tensioni: - Nel 1956 con una crisi nell’URSS con la repressione armata dei moti popolari in Ungheria (“i fatti di Budapest”) - per gli americani la crisi del canale di Suez dove GB/FR appoggiati da Israele cercano di sconfiggere l’Egitto che ha nazionalizzato il canale. Nel 56 si capiscono bene queste zone di influenza: né USA né URSS intervengono per entrambi gli eventi (stabilizzazione). - Nel 1961 cala il muro di Berlino che divide la zona sotto il controllo occidentale da quella sotto il controllo sovietico diventando simbolo della guerra fredda. - Scoppia la “crisi dei missili di Cuba”, momento in cui le due superpotenze arrivano vicinissime allo scontro diretto e momento più critico perché si è vicinissimi a una guerra nucleare. Cuba si era resa indipendente dagli USA con la salita al potere di Fidel Castro ma poi in seguito alle ritorsioni economiche americane si avvicina all’URSS, la quale ipotizza di installare testate missilistiche sull’isola per colpire il continente americano, scoppia la crisi di Cuba: ottobre 1962. La crisi termina in un compromesso. 3. Metà anni ’60- metà anni ’70 → “distensione relativa”, convivenza attraverso rapporti meno duri tra le due potenze ma comunque esse devono affrontare delle crisi interne: l’USA con la crisi del Vietnam , prodotta dalla guerra nel sud-est asiatico, che attraversa anche l’URSS perché dovrà reprimere nel ’68 un movimento di dissenso in Cecoslovacchia (detta Primavera di Praga, repressa poi militarmente) e perché romperà i rapporti con la Cina, 39 da un lato per motivi ideologici ( l’URSS vuole mantenere il primato comunista ) ma soprattutto perché l’URSS si rifiuta di fornire tecnologia nucleare alla Cina provocando in questo modo una secca rottura dei rapporti diplomatici tra i due. 4. Metà anni’70-metà anni 80 → “confronto più duro e possibile scontro” l’URSS crede grazie alla crisi del Vietnam di poter vincere la guerra fredda, perciò, si impegna di nuovo e riattiva le armi / ad accrescere l’arsenale ed (aggressività diretta:) arriva ad invadere l’Afganistan ma con l’arrivo nell’ 1981 di Regan definisce l’URSS come impero del male ed affermerà che si negozierà con l’URSS solo in una condizione di forza. 5. Metà anni 80-1989/1991 → “riscoperta della negoziazione”, dal 1987 anche grazie all’arrivo al Cremlino (fortezza/castello rafforzato a Mosca) di Gorbachov vengono firmati accordi che portano a una progressiva riduzione degli arsenali nucleari. Infine, un atteggiamento più riformista porterà l’URSS prima a non essere più aggressiva con gli stati satellite (ossia nazioni sovrani e riconosciuti ma dominati da una più grande potenza egemonica, che con il Patto di Varsavia saranno Bulgaria, Ungheria, Cuba, Romania, Cecoslovacchia, Mongolia, Polonia, Germania Est) e poi a un’implosione nel 1991. La guerra fredda si dispiega attraverso sfere di influenza su tutto il globo ma in particolare in 2 aree geopolitiche: 1. Europa → dove le due sfere di influenza si toccano (muro di Berlino) 2. Continente Asiatico → combattute le principali guerre per procura (Vietnam, Cina, Afghanistan.. ) 8.1 Il Modello Sovietico L’ URSS mira a un controllo diretto sugli stati satellite dell’Europa orientale con cui confina (Cecoslovacchia, Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria..) nel contempo viene ribadita la supremazia teorica e politica del partito comunista sovietico: nasce il Cominform (ossia una riedizione della 3° internazionale comunista, che era nata per volontà di Lenin nel 1919, poi sciolta nel corso della guerra a causa della crisi) nel settembre 1947 con il solito obbiettivo, ovvero il mantenimento della supremazia ideologica del comunismo russo. Per quanto riguarda il dominio in Europa: tra il 48-49 nascerà la Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR) che darà un assetto definitivo come forma di stato alla parte della Germania sotto il controllo russo. A differenza della sfera occidentale quella orientale non godette degli aiuti economici degli USA (che vennero rifiutati) anche se arrivarono comunque in maniera indiretta dall’avanzata tecnologia tedesca della parte controllata dall’URSS. Il più grosso ostacolo da parte della vita sociale e dei civili fu il continuare a seguire il modello economico di stampo staliniano (continuavano a ripetersi piani quinquennali: strumenti di pianificazione economica calati dall’alto) e anche il fatto che vi furono pochissime ricadute del settore economico in ambito civile. Furono migliorate l’istruzione e la sanità ma non si riuscì a trovare un’area di scambio interna che soddisfacesse le esigenze di una società civile in continuo cambiamento. Questo modello ebbe anche dei successi, per esempio, in ambito spaziale la prima messa in orbita di un satellite intorno alla terra: lo sputnik 1957, ma generò contraddizioni sempre più ampie e forti che portarono al collasso del sistema. Modello cinese: si adeguò inizialmente al modello russo ma poi se ne distaccò totalmente e conobbe l’ascesa, diventando quello che è oggi. 40 8.2 Modello Statunitense Gli USA puntano su un’influenza indiretta. Il modello statunitense è infatti diviso in due ambiti: quello interno e quello esterno. - Modello interno: in relazione allo scoppio della guerra fredda, gli USA varano un piano di sicurezza interna con una legge detta National Security Plan (3 punti): 1. Riorganizzazione dei ministeri che si occupavano dell’ambito militare, nasce il ministero della difesa, che accorpa tutte le forze armate americane. 2. Istituito il National Security Council alla cui guida viene nominato un National Security Advisor, consiste in un organo / un’agenzia che si affianca al presidente e in molti casi quando un presidente raggiunge i due mandati, l’Advisor / il consigliere del National Security Council è diventato Segretario di Stato. Egli cerca di intersecarsi il meno possibile con l’attività del ministero degli affari esteri ma si affianca in maniera autonoma sia al presidente che al dipartimento di stato, affrontando temi inerenti alla sicurezza nazionale. 3. Viene creata la CIA (Central Intelligence Agency), un nuovo servizio segreto (tutti i vecchi servizi segreti raggruppati in uno solo) molto potente che interferirà nei decenni successivi in maniera significativa con la politica estera americana. - Modello esterno: mantenimento del loro controllo del Giappone (aiutano il paese, danno una costituzione, dando un nuovo assetto liberal democratico, questo fino al 54/56 circa) fu quindi un controllo diretto mentre vi fu un controllo indiretto in Europa. In Europa si muovono su 3 direzioni: 1. 1948 European Recovery Program (piano Marshall, per la ricostruzione dell’Europa, dopo la II Guerra Mondiale) → prende il nome dal ministro degli esteri ed ex comandante durante il II conflitto Marshall. Durante un discorso nel giugno 1947 alla cerimonia della consegna dei diplomi della Harvard University, egli dichiarò che gli USA erano disponibili a dare grandi aiuti economici all’Europa sia per la paura scatenata dalla guerra fredda (perché siamo a 3 mesi dallo scoppio) che ci potesse essere un avvicinamento degli stati europei all’URSS, sia perché dopo la ripresa economica della II Guerra Mondiale la nazione americana iniziava a rallentare. Così si varò (poi dall’anno dopo) un vastissimo piano di erogazione di aiuti economici di ogni tipo, finanziamenti (liquidità, dato che mancavano i dollari... nelle casse degli Stati c’erano più sterline che dollari), risorse alimentari all’EU affamata, tecnologia... questo piano permise all’Europa che già si era rialzata, di avviarsi a un importante periodo di espansione economica e prosperità. 2. Il Regno Unito e gli stati del Benelux (Belgio, Netherlands, Luxembourg) iniziarono a spingere sugli USA affinché venisse messa in atto un’alleanza ( atlantica ) militare, e allora nell’aprile 1949 nacque la NATO (North Atlantic Treaty Organization ) , un’alleanza militare difensiva che prevede che tutti gli alleati si muovano se uno degli stati partecipanti viene attaccato. Essa vedeva come principale protagonista gli USA e accanto ad esso altri stati europei come UK, Italia, Francia, Canada ecc...Un’alleanza simile da parte dell’URSS col patto di Varsavia a metà degli anni ’50. 3. Fin dalla fine della guerra e poi dall’inizio della guerra fredda gli USA spingeranno affinché in Europa si crei una integrazione almeno di natura economica se non politica, (come per dire “Stati d’Uniti d’Europa”), integrare le principali economie europee (con richiamo all’idealismo Wilsoniano) integrate attraverso creazione di un mercato comune (togliendo le barriere doganali da uno Stato all’altro affinché si integrassero di più le economie e si riducesse la possibilità di un conflitto armato; difficile pensare a un’integrazione tra Francia e Germania) ciò si concretizzò solo nel 1957 con la nascita della CEE (Comunità Economica Europea). La guerra fredda rimane come sfondo a tutto quello che ora vediamo e che succederà fino alla fine (1989/1991) 41 9.0 La Decolonizzazione La decolonizzazione è una conseguenza della II Guerra Mondiale, così come la fine dell’imperialismo europeo. Termine usato dagli anni 60, inizia alla fine della II Guerra Mondiale fino alla fine degli anni ‘70 Ciò che chiude simbolicamente la stagione del dominio europeo sui continenti africani e asiatici, sarà il 30 giugno 1997 quando la Gran Bretagna riconsegna alla Repubblica Popolare Cinese la città di Hong Kong, in preda ad una guerra dell’oppio (avvenuta nella prima metà dell’800) → atto simbolico che chiude questo processo di colonizzazione Questo processo fu la conseguenza diretta della II Guerra Mondiale che vide sconfitta la centralità europea e con essa i suoi imperi collegati, essa fece prendere definitivamente coscienza ai popoli sottomessi di prendere autonomia. Inoltre, era stata sancita anche l’avvio di un processo di dismissione delle colonie nella Carta Atlantica che sarà alla base dell’ONU. Le tre ondate che caratterizzarono questo processo furono: 1. 1945-1956 in cui ottennero l’indipendenza paesi asiatici e del Nord-Africa (Filippine che si emanciparono dagli USA, India e Pakistan dall’UK, alcuni dall’Africa settentrionale, Birmania, Indonesia, Indocina) 2. 1956 - metà anni ’60 in cui si emanciparono stati del Centro Africa (Congo, Algeria e ripresa della lotta in Indocina) 3. anni’70 indipendenza dei paesi in Africa controllati dal Portogallo (Angola, Mozambico...) che chiude agli inizi degli anni ’80 questo processo Decolonizzazione divisa in due tipologie: - Decolonizzazione negoziata → Gran Bretagna che nel 1947 concesse l’indipendenza alla sua colonia principale ovvero l’India (chiamata “perla dell’impero britannico”), con un’azione di negoziazione si formano due stati (anche grazie all’intercessione del governatore affinché si evitino conflitti dato che probabilmente l’India si sarebbe spaccata comunque e quindi per evitare guerre civili): uno stato musulmano che darà origine al Pakistan e un altro a prevalenza religiosa indù, l’India. La Gran Bretagna anche in relazione alle difficoltà economiche della crisi del ’29 aveva già avviato questa indipendenza prima della fine del conflitto: ossia nel dicembre ’31 con gli “statuti di Westminster” con cui concesse l’indipendenza a 6 dominions ( parti dell’impero britannico non controllate direttamente ) (Australia, Nuova Zelanda, Canada, libero stato d’Irlanda, Sudafrica e Terranova) in cambio la gran Bretagna chiese una confluenza in una nuova organizzazione: il Common Wealth, che ad eccezione di qualche stato (India) unisce (ancora ora) questi paesi alla madrepatria, essi ( stati del tutto indipendenti come il Canada ) riconoscono tuttora la regina Elisabetta come capo dello stato. - Decolonizzazione autoritaria/violenta → Francia che attraverso una serie di guerre (ecco perché violenta: due sconfitte militari) rilasciò l’indipendenza: la prima guerra combattuta in Indocina (Vietnam, Cambogia, in generale nel sud est asiatico) che portò, dopo la battaglia nel 1954 di Dien Bien Phu, al ritiro della Francia. Successivamente la Francia fu impegnata in una guerra in Algeria che si concluderà nel 1962 con l’indipendenza del paese, terribile guerra (definita Afghanistan francese in relazione al sacrificio imposto ai giovani francesi), la guerra in Algeria portò ad una crisi istituzionale interna che sfociò nella caduta della IV Repubblica e il richiamo al potere del generale De Gaulle che cambiò la forma di stato da una repubblica parlamentare a una Repubblica Semi Presidenziale: nascita V Repubblica. Nasce lo Stato di Israele nel 1948, che nasce in Palestina come risarcimento alla cecità degli stati europei di fronte alla shoah. Paese in cui verrà prodotto un conflitto ancora presente, una crisi tra israeliani e arabi. Connesso con la decolonizzazione nasce il Terzo Mondo, termine utilizzato per la prima volta in una conferenza a Bandung in Indonesia nel 1955, cioè paesi che non volevano stare sotto l’influenza di nessuna delle due superpotenze (paesi non allineati: né con l’USA né con l’URSS), di questo schieramento facevano parte Egitto, India, Cina, Iugoslavia. Da un punto di vista economico questo termine indica stati con condizioni di forte povertà, negli anni’50 alcuni stati riusciranno a emanciparsi 42 da questa condizione mentre altri, soprattutto africani non riusciranno a risollevarsi dal sottosviluppo e dall’arretratezza economica 43 10.0 L’Età dell’Oro Età dell’oro è un termine che viene introdotto all’uso da parte dello storico Eric Hobsbawm nel libro “secolo breve” in cui suddivide in alcune fasi la storia del 900: (età dell’oro (golden age) cioè oro massiccio vs età dorata ( gilded age ) cioè che c’è una doratura sopra e grossi problemi sotto ) Cronologia: negli Stati Uniti l’età dell’oro si origina subito dopo la fine guerra, dato che non hanno avuto rovine interne in termini di distruzioni materiali, mentre per l’Europa bisognerà aspettare fino alla fine degli anni 40 e inizio anni ’50 e si segna come data finale 1973-1974: circa un trentennio (infatti, per i francesi è detto il “trenta glorioso”). Abbiamo varie fasi in questo periodo, il periodo più virtuoso avvenne tra la metà degli anni ’50 e la fine dei ’60. Tre fattori caratterizzanti questo periodo: 1. Crescita economica → che vede nell’Europa occidentale un tasso di crescita annuo del 3% con punte più elevate per Germania e Italia, il record venne raggiunto dal Giappone con l’8% annuo. In questo periodo crebbe molto anche l’URSS. 2. Grande crescita demografica (chiamato anche baby boom) → maggiore saldo attivo tra nati (più dei deceduti, tassi tra il’60 e l’80 del 2,05%, l’apice si ebbe nel 1964). La popolazione aumentò perché aumentavano anche le risorse agricole (cibo). La crescita demografica era iniziata a livello mondiale nel 1700 ed è sempre stata progressiva tranne durante le due guerre mondiali. Nell’agosto 1974 a Bucarest si riunisce la prima conferenza internazionale sulla popolazione dove si stabilisce che è compito dei singoli stati la gestione degli aspetti demografici, questa soluzione venne adottata su spinta dei due paesi Cina e India, paesi con più problemi di natura demografica. 3. La stabilita economica creata dagli accordi di Breton Woods favorì uno sviluppo degli scambi internazionali. Si accompagnò a un’espansione del commercio un’internazionalizzazione dell’economia (economie nazionali che si integrano a livello internazionale) che portò alla nascita di una grande area di libero mercato: la CEE. Fattori che permisero l’età dell’oro: 1. Grande disponibilità di manodopera industriale a basso costo → la sempre più diffusa meccanizzazione dell’agricoltura lasciò senza lavoro molte persone che passarono al settore secondario, dove trovarono molte opportunità, ciò produsse un processo di migrazioni sia interne che verso altri continenti. Le città (luogo d’arrivo) si ingigantiscono molto (megalopoli) e ciò comporta difficoltà di gestione (masse di persone da sistemare/alloggiare) per le élite, ma un evento traumatico anche per le campagne (i paesi di partenza ) che soffriranno uno spopolamento che ebbe ricadute anche sugli assetti territoriali perché le conoscenze erano trasmesse oralmente nelle campagne e quindi esse rimasero abbandonate. 2. Trasferimento di tecnologia dal Nord America all’Europa → di fronte alle distruzioni della guerra gli USA pensarono di trasferire le linee di produzione/le catene di montaggio in Europa e ciò comportò l’arrivo di una tecnologia che non aveva bisogno di sperimentazione ma che funzionava a pieno regime e fu messo in moto immediatamente dando subito grandi risultati e permise di non perdere tempo e andare avanti. (Ciò avvenne a Genova nella cantieristica, i cantieri che erano stati completamente distrutti vennero sostituiti dalla tecnologia americana). 3. Effetti benefici del coinvolgimento dello Stato nell’economia → che miravano a regolamentare l’economia cercando di farla funzionare meglio riducendo le disuguaglianze dei redditi. Due importanti benefici: 1. Le aziende di stato si occuparono di settori meno redditizi che davano redditività nel medio-lungo periodo, cioè settori meno appetibili all’iniziativa privata che vuol veder tornare i suoi investimenti in tempi più rapidi; allo stesso tempo l’economia privata si occupò di settori più rapidamente redditizi (es. infrastrutture, la costruzione di strade che danno un ritorno / guadagno): l’economia va avanti sia nei settori importanti strategici di cui si occupa lo stato sia quelli privati. 2. Un’altra ricaduta positiva: avendo numeri consistenti di lavoratori impiegati nelle aziende di stato che devono garantire diritti sociali (pensione, assistenza sanitaria, livello di istruzione) tutto ciò venne trasferito 44 anche alle aziende private e in questo periodo/modo nacque il Welfare State (stato sociale), che darà garanzie mai avute prima e soprattutto emancipazione ai lavoratori, anche diritti ai suoi figli in questo modo più dedizione al lavoro. L’ampliamento di questi diritti comportò un largo consenso sociale. L’elemento di debolezza dello stato sociale è il grande costo del Welfare State, che pesa nei momenti di difficoltà. In Italia nel momento in cui le cose iniziarono a rallentare esso divenne una carta di scambio, si garantivano diritti in cambio di consenso elettorale (garantire un’età di pensione sempre più bassa che comporta al lungo termine un salto ad un’età di pensione troppo alta ora). La fine di tale stato sociale avverrà verso gli anni ’70 (prima crisi, 1971 dollaro viene svincolato all’oro poiché era diventato troppo prezioso e troppo sopravvalutato e limitava le esportazioni). Shock petrolifero, in seguito ad una guerra i principali produttori di petrolio posero un embargo agli stati occidentali che si rifornivano da loro, inoltre una cresciuta concorrenza tra le principali potenze economiche (esaurito il gap tra USA e Europa ormai più autonoma e in grado di avere una tecnologia propria) determinerà la fine dell’età dell’oro. Pesanti effetti di questo sviluppo sull’ambiente diede origine alla questione ecologica (ancora oggi): sfruttamento intensivo delle risorse ambientali che alla lunga si esauriscono, inquinamento e pericolo atomico. 10.1 Società dei Consumi Abbiamo visto l’Età dell’Oro sotto un punto di vista economico-sociale, ma divenne evidente il definitivo affermarsi di quello che possiamo chiamare la società dei consumi o ancora meglio del consumismo di massa. Ma quali sono i fattori che portano a questo consumismo di massa? - I volumi della produttività del settore secondario: grandi masse di volumi. Perché ci sia un consumo di massa ci vuole una massa di prodotti a disposizione delle masse, se no non si può consumare. - La grande produttività che raggiunge il settore industriale rispetto a una contemporanea diminuzione del peso economico del settore primario (agricolo) perché si contrae quello che era il settore agricolo a favore del settore industriale. Inizierà ad emergere anche in questa società dei consumi anche il settore terziario, quello dei servizi. - Può avvenire questo consumo di massa, per questa disponibilità legata alla contrazione dell'Agricoltura e l'avvento del settore terziario, anche in relazione all'aumento importante del reddito pro capite in Europa che si triplica in questo periodo che stiamo analizzando con tutte le limitazioni temporali che abbiamo visto, prima negli Stati Uniti e in Europa, poi prenderà un rallentamento e si esaurisce. L'aumento però di tre volte il reddito pro capite in questo periodo permetterà di avere nelle tasche delle persone quantità di denaro fino ad allora davvero patrimonio di minoranze ristrette. Vi è la disponibilità di spendere e vedete come tutti questi elementi sono correlati: per il consumo di massa ci vuole una massa di prodotti, ma per consumare la massa di prodotti bisogna avere in tasca i soldi per acquistarli. - Periodo che fa scendere la disoccupazione a livelli fisiologici. I livelli di disoccupazione saranno sotto il 2.5%, vuol dire tutta la popolazione in età lavorativa è attiva/occupata. - Un altro elemento strettamente connesso all'avvento di questa società di questo consumismo di massa è anche l'offerta di beni, sempre più vasta e l'abbiamo visto, e soprattutto diversificata, tante merci diverse per tipologia per specificità, non più solo offerta di beni primari di quelli imprescindibili. Ed è anche questo un aspetto che dobbiamo esaminare, cioè della diminuzione della percentuale del reddito dedicata a questi beni primari che possiamo, se volete, identificarli coi beni alimentari. Scende così la percentuale di reddito: si hanno più soldi ma si spende anche meno, a favore, invece di che cosa? Di quei beni di consumo durevoli (cioè quelli negli stati uniti degli anni 20) → Beni di consumo durevoli, beni che non esauriscono la loro utilità in un solo atto di consumo, come i beni primari, legati all'alimentazione delle persone: sono principalmente elettrodomestici che producono un vero e proprio cambiamento in tempi abbastanza ristretti delle abitudini di vita comune e della mentalità delle persone. Cambia la percentuale, si riduce rispetto al reddito... così si riescono a consumare meglio i prodotti in relazione all'acquisto di questi elettrodomestici, se tu in casa hai un frigo puoi conservare meglio i prodotti. Immaginate cosa voleva dire, non avere a disposizione uno strumento un oggetto come il frigorifero nelle stagioni calde. Prima non lo potevi conservare così, si rendeva non commestibile nel giro di qualche ora, ora si può invece, da questo momento, conservarlo in maniera tranquilla col frigorifero. Cosa permette? Beh, permette di pianificare 45 meglio l'acquisto e di conseguenza spendere anche meno. Di conseguenza vi è un cambiamento delle abitudini materiali, delle spese, ci sono migliori stipendi che crescono progressivamente e potranno spendere cifre anche più importanti valorizzando la casa e rendendola visibile in misura maggiore, soprattutto da un punto di vista igienico, per la salute. Allora ecco che migliorano le condizioni si spende di più per la salute e ciò avviene anche per l'istruzione. L'istruzione vedremo sarà soprattutto un'istruzione pubblica ma si spende per acquistare dei libri, si spenderà di più anche per l'abbigliamento. Questi cambiamenti così importanti e radicali innescano processi di economie di scala, per cui se prima un oggetto era riservato all’élite anche per i suoi costi, vendendone molti si abbassano anche i costi di vendita e allora ecco che si diffondono. Sono tutti elementi che messi insieme ci fanno un po' capire questa società di consumi, come il consumo possa avvenire. L’auto diventerà Status Symbol di una nuova libertà dei cittadini occidentali che in relazione all’accessibilità, diventerà trasversale/comune a tutte le classi. Tuttavia l'auto sarà anche uno dei principali veicoli di quel problema, cioè dell'inquinamento e della ricerca sempre più spasmodica di spazi (parcheggio) laddove lasciarle nel momento in cui bisogna scendere da esse, soprattutto in un Paese come l'Italia. Si vedrà come nel fatto di diventare uno Status Symbol produrrà anche limitazioni, costrizioni ai movimenti e ai comportamenti delle persone diventando qualcosa in cui ci si identifica si finirà di usare l'automobile anche in una maniera estremamente errata, dimenticando per un lungo lasso di tempo che rimanevano in vita anche altri strumenti per muoversi soprattutto in ambiti circoscritti come sono ad esempio le città, facendo riferimento da un lato altri veicoli a motore come scooter dall'alto alle biciclette e adesso a nuovi prodotti che stanno uscendo. Questa spinta al consumo di cui abbiamo parlato non è solo dettata da un'offerta sempre più diversificata, articolata, ma è dettata da un sistema industriale sempre più efficiente nella produttività ma è anche indotta in quella che diventa un ambito imprescindibile per le industrie produttrici e cioè la pubblicità: l’avvalersi di ricerche di mercato che cercano, che vanno ad indagare per creare la domanda. Quello che viene definito il marketing: indagini di mercato che cercano di intercettare i gusti/le inclinazioni delle persone e proporre nuovi beni di consumo e che permettano un perpetuarsi di questa società di consumi. È la disciplina che sostiene il consumismo. Legato a questo processo vi abbinato quel concetto di americanizzazione, più appropriato parlare di ibridazione. È vero, arrivano all'inizio molti prodotti di stampo americano che ci vengono calati dall'alto, ma in tempi abbastanza rapidi, questi prodotti vengono adattati alle singole situazioni nazionali, cioè vengono ibridati e talvolta questi prodotti ritornano modificati dall'altra parte dell’Atlantico: è l’interconnessione delle economie che porta ad aumento dell'incremento internazionale dei commerci. Rispetto a questo modello ci furono forti critiche, soprattutto in Italia, da parte delle due principali correnti culturali che caratterizzavano il paese in questi anni del dopoguerra: da un lato quello cattolico legato al partito della democrazia cristiana e quello dell'altro grande partito di massa italiano, il partito comunista italiano. - I cattolici vedevano un allentamento del senso morale cristiano, una sorta di appiattimento nei comportamenti delle persone e una minore fedeltà/ frequentazione a quelli che erano i luoghi di culto. Con il suo avvento il consumismo toglie proseliti. - Nello stesso modo, il principale partito della sinistra, il Partito Comunista Italiano vede nell'abbracciare questi modelli, affievolirsi quello spirito di lotta di classe che avrebbe dovuto contraddistinguere l'universo di chi lavorava nelle fabbriche, il cosiddetto proletariato perché con in mano maggiori quantità di denaro la gente è più contenta. I comunisti vedono in questa lotta di consumo un appiattimento, un atteggiamento di materialismo che viene stigmatizzato dalle forze di sinistra perché anche qui si perde quella voglia rivoluzionaria (perché la gente finalmente può andare in vacanza dal mare, ha la sua vespa, ha la sua autovettura se la gode di più) 46 L'avvento di questa società produrrà cambiamenti importanti, radicali che ancora oggi ci contraddistinguono. Non saremo più in grado noi di sostenere una vita come avveniva prima. Nonostante quell’atteggiamento avesse delle storie millenarie, ma noi in poco tempo abbiamo rivoluzionato tutto soprattutto con questo modello di riferimento, modello di un consumismo di massa. Tra i principali fruitori di questa impetuosa crescita dei consumi vediamo apparire un nuovo segmento della popolazione: i giovani. (Fase in cui anche la scienza e la tecnologia fanno passi da gigante, passi che non trovano corrispondenza nel passato. Siamo negli anni 50 e poi negli anni 60. Si aprono grazie alla ricerca scientifica, settori fino ad allora inimmaginabili: la raffigurazione del DNA degli esseri umani, si apre l'ingegneria genetica, si danno origine agli organismi geneticamente modificati.) Ma soprattutto ecco che emerge in questi anni tra un atteggiamento conservatore, generale, politico legato agli scenari della guerra fredda e questa rapida modernizzazione che abbiamo visto. Principali soggetti che evidenziano questa contraddizione sono proprio i giovani dall'età dei teenager, dai 13-14 anni più o meno fino ai 25. Sono in sostanza i figli di quella crescita demografica rapida e uniforme in tutti gli stati e che sono una nuova fascia della popolazione, un nuovo segmento. Prima non erano un numero così importante questo segmento e soprattutto si passava prima di questo periodo, a parte i figli dell’élite che erano sempre molto circoscritti, da una adolescenza a un’età adulta (a lavorare). 1. C'è un numero imponente di questa fascia di età che non si era mai manifestato. 2. Quelle politiche keynesiane permettono un numero sempre più vasto di persone di accedere a un ampliamento dell'istruzione pubblica e allora non si andrà più solo a scuola nelle elementari. Si istituiranno segmenti intermedi dell'istruzione fino ad arrivare a un'istruzione superiore. I giovani iniziano ad avere delle connotazioni molto specifiche: 1. Sono essenzialmente gente che va a scuola. Studenti con un grado di acculturazione e di istruzione nettamente superiore a quello dei loro genitori (genitori che a malapena sapevano scrivere vs i figli molto più istruiti). 2. In relazione a questo allargamento della scuola pubblica e della fruizione di questo strumento fornito dallo Stato, che almeno in Italia ha sempre dato un buon livello di istruzione, queste scuole sono frequentate da tutti. E allora ecco che si crea anche un atteggiamento interclassista → a scuola ci si trova la maggior parte sono figli di gente comune, ma dall'altra ci sono anche figli delle élite e allora sui banchi di scuola messi uno vicino all'altro le differenze di classe scendono e questi ragazzi crescono con un atteggiamento interclassista. Anche questo è un atteggiamento nuovo, per di più, ovviamente con le dovute differenze, tutti questi ragazzi hanno anche in tasca qualche soldo (aspetto nuovissimo, prima prendevano i genitori i soldi che avevano). I ragazzi non sono più vincolati ma si muovono e che permette questo interscambio. 3. Sono nella stragrande maggioranza dei contestatori. Contestano in generale l'ordine costituito perché hanno iniziato a essere depositari di una cultura molto diversa da quella ufficiale nonostante loro siano in fondo un prodotto. 4. Sono i soggetti su cui più si riflette la crescita dei consumi. Riuscirà il consumismo ad affermarsi perché c’è questa nuova fascia di popolazione. Il marketing, la pubblicità toccherà soprattutto loro perché abbiamo detto c’è questo gap culturale. 5. Infine, per quelli nati tra 45 e il 55, il 45 e il 60 sono quelli che hanno avuto più nel corso della loro vita di trovare lavoro e che hanno però anche possibilità spenderlo e sperperarlo di più, con più presenza di droghe e alcool di tutte le altre generazioni Uno dei terreni su cui si consuma di più lo scontro tra generazioni è quello della musica, della musica popolare, cioè lo straordinario successo del Rock n Roll. È l’avvento di un nuovo genere che nasce da una fusione di blues, country e anche gospel, e che diventa una forma di espressività per i giovani. Secondo Alan Fred (conduttore radiofonico americano), nei pochi minuti di una canzone Rock n Roll il messaggio che emergeva era disordine, aggressione e sesso. Del resto, lo stesso termine Rock ‘n Roll era preso dallo slang della comunità afroamericana per descrivere l’atto sessuale tra un uomo e una donna. 47 Quello che emerge sono campagne di condanna da parte degli adulti, portate avanti sia dalla stampa che dal resto dei media e che dimostrano quanto sia profondo il solco tra le generazioni. Una manifestazione di diversità, del mondo giovanile rispetto a quello adulto, che venivano manifestate non solo attraverso la musica del Rock n’ Roll ma anche a livello di avanguardie culturali come la beat generation in America, gli esistenzialisti in Francia o i giovani arrabbiati in gran Bretagna. Quello che emerge da queste avanguardie è che il problema dei giovani è una nuova ineludibile questione politico-sociale da affrontare da parte delle élite. 10.2 Processo di integrazione Europea Un altro aspetto che emerge in questa età dell’oro sono gli esordi del processo di integrazione europea. Era uno dei 3 pilastri della strategia americana in Europa per la sua sfera di influenza. Oltre al piano Marshall e la NATO, c’è l’auspicio di una integrazione politica ed economica. Emersero 3 correnti di pensiero su come avrebbe dovuto svolgersi questa integrazione europea: 1. Corrente confederalista: una cooperazione importante ed estesa fra gli Stati ma che non tocca i meccanismi di funzionamento di ciascun stato (confederarsi = unirsi secondo specifici aspetti). Ciascun stato ha totale indipendenza tranne per alcuni aspetti specifici (es la politica estera viene decisa insieme...). 2. Corrente Federalista: seppur gradualmente questi stati avrebbero cessato di esistere per dare origine ad una nuova entità allargata sovrannazionale (da tanti stati creare una nuova entità). 3. Corrente Funzionalista (quella applicata): secondo la quale si doveva procedere secondo l’integrazione settoriali rispetto al quale veniva ceduta la sovranità nazionale e che doveva essere frutto di parziali e successivi accordi tra componenti di questa nuova comunità che andava a fondarsi. L’integrazione europea doveva seguire due binari: politico ed economico ma il primo rimase bloccato. Quello economico va avanti con la corrente funzionalista. - L’agricoltura, dopo l’avvento di questa nuova comunità economica europea (CEE), non sarà più patrimonio dei singoli stati ma compito dell’unione. La politica agricola viene decisa a Bruxelles (centro dell’UE) e non dai singoli stati. Vi sono applicazioni a seconda degli ambiti agricoli diverse (es il diverso clima in Danimarca e quello in Grecia). Gli organismi nazionali servono soltanto da coordinamento con il centro dell’Unione Europea. - Questo processo di integrazione cominciò dal trattato di Parigi del 1952, firmato dalla Francia, Germania Federale (sotto al controllo occidentale/americana), dal Belgio, dal Lussemburgo e dall’Italia. Trattato con cui fu fondata la CECA, la comunità economica del carbone e dell’acciaio; tra questi stati venivano abolite le frontiere e i dazi per questi elementi rendendo libero lo scambio. - Il passo successivo e più rilevante fu il trattato di Roma nel marzo del 1957 che fu firmato dagli stessi paesi del trattato di Parigi ma con l’aggiunta dei Paesi Bassi. Nasce la comunità economica europea, CEE, un’organizzazione che mirava alla creazione di un’ampia area di libero mercato, non del tutto libero ma lo diventa per tantissime merci che potevano essere liberamente commercializzate. È un passaggio importante che crea un’area in cui le singole economie degli stati internazionali possono allargare e accedere a mercati di paesi molto rilevanti. Come mai si arriva in questi anni alla creazione della CEE? Quest’ultima è un frutto della guerra fredda, gli Stati Uniti invitano l’Europa ad integrarsi per non far avvenire tragedie. Poi perché questa fase integrativa si intreccia con la decolonizzazione perché paesi che uscivano sconfitti e stavano perdendo rilievo internazionale erano più disposti a questa nuova intrapresa internazionale. Per cui questi elementi faranno sì che prenda avvio questo processo di integrazione che sarà strategico per la costruzione dell’Unione Europa e anche per la fase espansiva che tocca questo periodo di tempo. Alla base anche di questo processo vi sono alcuni nomi che dobbiamo ricordare come Jean Monnet (francese), Conrad Adenauer (tedesco federale) e Alcide De Gasperi (italiano). Sono uomini dei 3 principali stati fondatori che spingono per un’integrazione economica: siamo di fronte a un’ulteriore sinergia: si continua a crescere perché si allargano i mercati. 48 10.2.1 L’Italia dalla ricostruzione post-bellica al miracolo economico L’ultimo re d’Italia, Umberto II di Savoia, con un gesto di alto senso civico andò volontariamente in esilio liberando dal giuramento di fedeltà le forze armate e gli impiegati pubblici (per questo fatto non scoppiò una guerra civile come in altri paesi). Il 18 giugno del 1946 venne ufficialmente proclamata la Repubblica Italiana. L’Assemblea costituente fu composta da 556 persone di cui 21 erano donne (obiettivo: scrivere costituzione). Il partito che si affermò fu il Partito Democratico Cristiano che ottenne il 32.5% dei voti seguito dal partito socialista italiano col 20,7% e infine il partito comunista col 19% dei voti. La costituzione arriva il 22 dicembre del 1947, con solo 62 voti (su 556) contrari viene votata quasi all’unanimità dall’Assemblea costituente. Viene promulgata il 27 dicembre del 1947 ed entrerà in vigore il 1° gennaio del 1948. La commissione dei 75 che scrivono la costituzione era divisa in 3 sottocommissioni che avrebbero scritto una delle tre parti di cui è composta la nostra costituzione. Ne esce come risultato: la nostra costituzione è un compromesso equilibrato con punte elevate nell’ambito dei princìpi fondamentali e di bilanciamento nei diritti e nei doveri. Vi è un alto livello giuridico, correttezza espositiva e contiene elementi avanzati. È composta da 139 articoli, 5 sono stati abrogati durante il tempo, ed è divisa in 3 parti. - La nostra è una Repubblica Parlamentare, è il parlamento che è centrale nella vita politica del paese. Il parlamento è diviso finora in 2 camere (630 deputati e 315 senatori). Le due camere in assemblea più gli esponenti delle singole regioni eleggono ogni 7 anni il presidente della Repubblica, il capo dello stato e delle forze armate. Il Presidente della Repubblica ha il compito di scegliere a chi affidare l’incarico per formare i governi della repubblica tenendo conto dei risultati delle elezioni. - La costituzione italiana prevedeva (norma che impiegò molti anni per essere applicata) la creazione di un consiglio superiore della magistratura (CSM) cioè un organo di autogoverno dei giudici di cui è a capo il presidente La prima carica dello Stato è il presidente della Repubblica, la seconda carica dello stato è il presidente del senato, la terza è il presidente della Camera dei deputati e la quarta il presidente del consiglio dei ministri della repubblica. La costituzione prevedeva anche la creazione di una corte istituzionale per il compito di vigilare sulla conformità delle leggi in rapporto alla costituzione. La corte istituzionale può abrogare una legge o rinviarla perché non conforme alla costituzione. La corte è composta da giudici e un presidente e si esprime anche per possibili referendum (concepito solo per cancellare una legge votata dal Parlamento). C’è poi una corte dei conti, un’assemblea con compiti di natura contabile. In relazione a quanto detto [vedi i primi tre e l’articolo 33 della costituzione]. - Da un punto di vista politico l’Italia che esce dalla guerra si affida alla democrazia cristiana, partito socialista, comunista e d’azione. Quest’ultimo guiderà dal giugno del 45 a dicembre dello stesso anno un governo guidato da un suo esponente: Ferruccio Parri. Da dicembre del 45 ad agosto del 1953 l’Italia sarà guidata da un leader della democrazia cristiana: Alcide De Gasperi. (Tutti i governi della repubblica saranno esponenti della democrazia cristiana fino al giugno 1981). De Gasperi rappresenta bene questa voglia internazionale, capacità di guardare oltre i ristretti ambiti dello stato nazione. Egli è stato seduto al banco di 3 parlamenti: quello austroungarico, quello italiano della monarchia costituzionale (del Regno d’Italia) e quello della repubblica italiana. - La politica dei primi anni sarà di unità antifascista con la partecipazione nei governi di tutte quelle principali forze del comitato di liberazione internazionale. Quest’unità si romperà nella primavera del 47 quando in seguito a una crisi di governo, il partito socialista e quello comunista italiano usciranno dalla scena politica italiana. Questo atteggiamento della democrazia di De Gasperi, esponente della democrazia cristiana, avrà un suo esito rilevante alle prime elezioni politiche della repubblica italiana. Finito il compito dell’Assemblea costituente dopo l’entrata in vigore della Costituzione, viene sciolta e vengono indette nel 18 aprile del 1948 le elezioni della prima repubblica → campagna elettorale durissima tra la Democrazia cristiana e il fronte popolare: alleanza politica tra socialista e comunista. I vincitori saranno i democratici cristiani col 48,5% dei consensi (la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, il fronte solo il 30). 49 Non dimentichiamo che l’Italia era sempre stata dagli anni del conflitto un paese occidentale che non aveva nessun interesse per l’unione sovietica e queste elezioni diedero un gran impulso che l’Italia fosse sotto leggi americane. In Italia si forma progressivamente il più grande partito comunista dell’occidente, a partire dalla vittoria (della democrazia cristiana) delle elezioni. Fasi della storia della I Repubblica: 1. Elezioni del 1948 – Estate 1962: Fase centrista, dall’egemonia cristiana che aveva vinto e che era a tutti gli effetti un partito di centro. È una fase caratterizzata da politiche moderatamente conservatrici, con aperture parziali di carattere keynesiano: - Attuazione tra maggio e dicembre del 1950 della cosiddetta riforma agraria: due leggi che fissarono norme per espropri e frazionamenti di grandi proprietà terriere abbandonate, chiamate anche latifondi (vaste superfici che vennero divise e distribuite). Si trovavano in Calabria, in Sicilia, sul delta del Po, in Molise, in Puglia e in Sardegna. Era il tentativo di sanare uno di quei problemi storici che affliggeva l’Italia. Riforma che ebbe impatto positivo. Tuttavia, se erano state abbandonate dalla coltivazione c’era un motivo (erano terre difficili da coltivare) quindi i risultati furono alterni → per alcuni bene per altri meno. - Sempre nel 1950 viene creata la cassa per il mezzogiorno (fino al 1983) , era la creazione di un grande ente pubblico che aveva come scopo quello di promuovere sviluppo del sud (altro tentativo di sanare uno dei mali storici dell’Italia cioè l’arretratezza sociale ed economica di una gran parte del territorio nazionale rispetto all’altra metà) attraverso finanziamento strutture, credito agevolato e costruzione di nuove industrie. Anche se non riuscì a colmare il gap sociale ed economico soprattutto perché era un periodo in cui si attiva una massiccia immigrazione dal sud al nord, e dunque gran parte di questi investimenti non trovarono manodopera locale. Problema: manca una pianificazione, se il mondo del lavoro attraeva manodopera al nord. - Piano case Fanfani (ministro lavori pubblici del tempo) del 1949, con programmazione di 7 anni ma che continuò fino al 63 con questo programma di edilizia popolare che costruì più di 350 mila abitazioni per risanare i danni del conflitto. Piano che diede un tetto a milioni di persone. Case Fanfani ancora oggi. - A partire dal 1951 l’avvio di una riforma fiscale che introdusse per alcune categorie, riforma Vanoni (ministro delle finanze) , l’obbligo della dichiarazione dei redditi. Rimane presente in questi anni di ricostruzione la figura dello Stato nell’economia, tanto da far creare un ministero che si occupava delle industrie dello Stato per esempio l’IRI, l’Enel, dal 1953, anno in cui inizia a diminuire il consenso della democrazia cristiana. - Boom / miracolo economico italiano, per alcuni storici durò dal 1950 e il 1965 (oltre la prima fase, anni della ricostruzione ). Ma il fulcro di questo periodo andò dal 1958 al 1962. Ancora all’inizio del 1950 era l’agricoltura l’asse portante della nostra economia, cioè che produceva la maggior percentuale di ricchezza. Svolta: nella primavera del 55 quando viene lanciata sul mercato la Fiat 600 ( con un prezzo contenuto e con la possibilità di pagare a rate ) e contemporaneamente viene varato dal governo un piano decennale di costruzioni autostradali, una nuova rete di aria che avrebbe ridotto le distanze tra i principali centri, a livello di tempo da una località a un’altra. - La società italiana e l’industria italiana innescano un salto quantitativo e qualitativo mai avuto prima: la gente lavorava molto e aveva molta fiducia nel futuro, in pochi anni l’industria diventa l’asse portante dell’economia e l’Italia colmerà il gap che la distanziava dalle principali economie occidentali del mondo (5 e 6 posto, dopo USA, Giappone, Germania, Francia, e UK). Questo salto venne riconosciuto anche all’estero, la testimonianza → nel marzo del 57 viene firmata a Roma i trattati della costituzione della CEE (area di libero mercato). Scelta Roma perché capitale meglio esposta / “messa “a livello internazionale. 2. Il miracolo economico 1958 – 1963: Fattori di come si manifesta il boom economico, abbastanza simili a quelli dell’avvento dell’età dell’oro: 1. Abbondante mano d’opera dall’agricoltura. 50 2. Modernizzazione dei sistemi produttivi, arrivano gli aiuti del Piano Marshall e della tecnologia degli USA 3. Un trend positivo per l’acquisto delle materie prime → prezzi stabili delle materie prime che agevola molto il paese. 4. L’Italia riesce poi ad avvalersi di nuove fonti energetiche: energia termoelettrica. 5. Un periodo favorevole di tassi d’interesse del denaro che permetteranno agli investitori di investire senza dover rischiare per il costo del denaro. 6. Il miracolo avviene per una combinazione felice, il connubio tra il capitalismo pubblico e quello privato, un capitalismo italiano bicefalo (= due teste, una pubblica e una privata). Il capitalismo pubblico si occuperà degli investimenti in realizzazioni che daranno ritorni in termini di guadagno sul lungo periodo, come la realizzazione di infrastrutture. Oltre ad occuparsi di questo, andava a cercare di “ottenere” la materia prima con un impatto/valenza che avrebbe potuto svolgere un’azienda privata, perché essendo pubblica poteva avvalersi della diplomazia internazionale per intessere delle alleanze/accordi. Quello pubblico dà le basi nei settori di base cosicché le aziende private dotate della tecnologia usa potesse mettere in atto il sistema produttivo e fornire i beni di consumo ai cittadini italiani. Oltre che alle luci, ci sono state anche importanti ombre del miracolo economico italiano: 1. La velocità in cui si è manifestato, l’Italia non aveva un capitale umano sufficientemente pronto e numeroso a sostenere lo sviluppo per periodi più lunghi. 2. Nonostante lo sviluppo esso lasciò indietro molte aree, soprattutto al sud, poco al centro. Al nord si crea il famoso triangolo industriale (Milano Torino Genova). 3. Questo sviluppo provocò una fortissima migrazione dal sud al nord creando una serie di problemi di urbanizzazione e di natura demografica nei luoghi d’arrivo di queste ingenti masse di lavoratori (non erano pronti n è attrezzati ad accogliere). 4. Sviluppo anche a spese degli operai che si videro per anni sottopagati rispetto a molti paesi europei perché da un lato gli imprenditori erano liberi di agire in questo modo (no controllo della classe politica) e dall’altro per una grande offerta di lavoro/manodopera, dato che c’erano tantissimi lavoratori davanti ai cancelli si sentirono liberi di pagarli poco. Nel 1957 venne inserito nei contratti di lavoro l’istituto della scala mobile (un meccanismo di adeguamento degli stipendi al costo della vita, se quest’ultimo aumentava del 3%, i dipendenti ottenevano il 3% in più dello stipendio). Istituto applicato dal 58, anno in cui inizia il vero momento brillante del boom. 5. Infine, vi fu una poca attenzione sui posti di lavoro nonostante era stata adottata una legislazione molto avanzata. Il più grave danno prodotto dal boom economico fu quello ambientale: da un lato lo sfruttamento delle risorse, dall’altro l’inquinamento dalle speculazioni edilizie che facendosi forza nel dare case a queste masse di migranti finì per “crollare”. Come simboli di questo momento di grande crescita economica, due avvenimenti: 1. Nel 1960 a Roma si svolsero le Olimpiadi estive , in relazione al grande sviluppo del nostro paese in quegli anni; 2. I festeggiamenti del primo centenario (1961) dell’unità d’Italia a Torino (città simbolo dell’industrializzazione) dove vennero costruiti una serie di palazzi, di ammodernamento della città, appunto per festeggiare. Fu un grande una riunione che vide grande partecipazione da parte dei cittadini e anche in tutti gli incontri per il centenario si manifestava grande fiducia nel futuro, e si postulava che l’Italia era in una condizione per cui con una manciata di riforme sarebbero stati risolti i problemi del paese, facendoci diventare così un’oasi felice tra varie potenze del mondo. 51 11.0 Gli anni ’50 e ‘60 11.1 L’avvento della Repubblica Popolare Cinese Il 1 ottobre 1949 segna la fine di un lungo periodo di scontro interno originatosi fin dagli anni venti tra Mao Zedong e i nazionalisti Chang Ysek, e segna il definitivo affermarsi della Cina comunista guidata da Mao. Il leader comunista dopo aver portato avanti questo processo di autodeterminazione, nonostante proclami un comunismo diverso da quello sovietico, si allinea alla volontà del principale paese, cioè dell’Unione Sovietica (un allineamento che durerà per 10 anni circa). La Cina intanto vara dei piani di organizzazione economica ricordato come Il Balzo in Avanti (la pianificazione economica) che toccò l’agricoltura ma che si risolse in un immane disastro che produsse milioni di morti per carestia. Fu una dimostrazione di fallimento che spingerà i leader cinesi a volersi differenziare dalle indicazioni dell’unione sovietica, nonostante in questi anni di allineamento i cinesi abbiano supportato anche a livello umano le iniziative dell’unione sovietica. I cinesi aiuteranno nella guerra di Korea contro gli americani. Questo elemento aggiunto al fatto che l’unione sovietica non è disposta a passare tecnologia nucleare atomica alla Cina produrrà l’antagonismo della Cina all’Unione Sovietica. 11.2 L’URSS C’è un processo che si innesca negli anni ‘50 in URSS: il processo di Destalinizzazione cioè l’ammissione del partito comunista dei crimini commessi da Stalin durante il suo periodo di governo, che avviene al ventesimo congresso del partito comunista (febbraio 1956). Il nuovo leader sovietico Nikita Chruščëv lesse un rapporto in cui si denunciavano i crimini a partire dagli anni ‘30. Negli intenti della direzione comunista questa ammissione sarebbe dovuta rimanere circoscritta alle altre sfere dei partiti ma questa invece uscì dal congresso e produsse importanti ricadute: in 2 ambiti, esterno e interno. - A livello esterno, questa ammissione prodotta da Chruščëv produsse una condizione di miglior coesistenza di stabilizzazione della guerra fredda (ricadute positive). - Di senso opposto produsse le ricadute nell’ambito interno o dei paesi sotto l’influenza sovietica, in particolare in Polonia, dove si cercava di avere maggiore libertà ( es. di espressione e movimento ) ma che vennero controllate e represse dalla dirigenza comunista polacca, che in qualche modo riuscì a spegnere queste espressioni che non erano in linea con quelle sovietiche. Effetti decisamente più pesanti avvennero in Ungheria dove manifestazione di carattere popolare chiedevano un allentamento delle misure di libertà civile (di stampa, pensiero, di critica, etc). Di fronte, invece, a un movimento decisamente più esteso che andò oltre le capacità di gestione dei leader politici ungheresi, produsse l’intervento armato dell’URSS che occupò l’Ungheria e che represse duramente i principali esponenti di queste rivendicazioni, tra cui anche il leader condannato a morte. La destalinizzazione ebbe effetti quindi positivi fuori dalla sfera di influenza ma comportò profonde crisi all’interno dell’URSS e soprattutto negli stati satelliti. 11.3 Gli Stati Uniti stati uniti, l’età dell’oro, anni 50 e 60. Tre elementi di fondo che caratterizzano questo periodo: 1) A partire dal 1950 la politica americana è caratterizzata in relazione alle prime fasi della guerra fredda da una sorta di isteria politica, di crociata anticomunista promossa da un senatore repubblicano del Wisconsin, Joseph McCarthy che dà il nome a questo momento storico→Maccartismo (vedere slide lui raffigurato come un soggetto che impersona la libertà americana che getta fuoco e incendia che cosa?)→metafora perché questo senatore avvia questa crociata anticomunista sulla base di dati falsi. Negli anni 50 in un suo discorso pronunciato in una riunione nella virginia dell’ovest, nel suo stato dove doveva “ottenere” consensi, brandisce un foglio e davanti al pubblico afferma di avere una lista con 150/200 nomi di funzionari del dipartimento di stato (ministero degli affari esteri) che sono spie sovietiche→ovviamente era una bugia. Successivamente inizia a perseguitare senza avere conferme reali di compromissione, funzionari dei vari ministeri americani facendo togliere il piccolo partito comunista americano... e si lega maggiormente con il mondo di Hollywood dato che di solito i 52 cineasti non nascondevano le loro simpatie per atteggiamenti liberali che quasi sfociavano in forme identificate con l’ideologia socialista- comunista. McCarthy diventa un leader riconosciuto nella politica americana. Sarà decisivo nelle elezioni di 1952 per il successore di Truman (Eisenhower), ma proprio dopo l’insediamento del presidente avendo esaurito le forme di persecuzione tra il 53 e il 54, McCarthy inizia a mettere in discussioni alcuni principali collaboratori del presidente mettendo così in dubbio la trasparenza e il senso di appartenenza del presidente stesso. È la goccia che fa traboccare il vaso perché mette in dubbio la lealtà di uno degli eroi della 2GM, l’organizzatore dello sbarco in Normandia. Lo stesso senato a cui appartiene McCarthy interviene attraverso una procedura di censura (da quel momento McCarthy doveva portare con sé dati veri se voleva accusare qualcuno o qualcosa.). Nel 1954 esce di scena e nel 57 muore. Sicuramente c’erano davvero spie però la persecuzione toccò anche persone innocenti. Episodio importante: messa a morte dei coniugi Rosenberg. Si scoprì poi che il marito fu davvero una spia, la moglie era del tutto esterna a quanto il marito stava facendo. 2) Il periodo Better Living è uno slogan ripreso per quegli anni della Dupont (azienda chimica) che lo aveva coniato negli anni 30 per promuovere la vendita delle calze di nylon per le donne e sta a significare nell’ economia storica→ la definitiva affermazione del consumismo di massa che negli Usa toccherà sfere molto più ampie di quelle che avvengono in Europa. In questo periodo gli Usa cercheranno di esportare il loro stile di vita (american style of life) attraverso la loro diplomazia culturale, sono gli anni che attraverso le agenzie sotto il controllo delle istituzioni di stato come l’usis (united state information service) viene fatta conoscere all’EU occidentale l’imponente cultura americana che a quel tempo era sconosciuta attraverso l’apertura di biblioteche... (poi progressivamente quasi tutte chiuse), erogazione borse di studio ecc.... Questa dinamica di diffusione culturale inizia agli anni 50 e arriverà negli 70 da qui inizia a declinare per poi precipitare. Anche la partecipazione a manifestazioni internazionali come l’expo (world fair of bruxelles??) del 1958 (prima ancora nel 1939 che anticipa lo scoppio del 2gm) nella capitale belga aiuta a diffondere la loro cultura. In questo padiglione americano vi era esternamente una piccola istallazione, cioè dei piccoli poliedri (volumi irregolari) posti su delle palafitte e collegati tra loro da delle passerelle con un accesso a scale metalliche con il nome di “Unfinished Work”, tratto da un passo da un discorso tenuto dal presidente Abramo Lincoln rispetto all’emancipazione della comunità afro- emancipazione. E proprio questa piccola installazione rappresentava uno dei nodi + difficili da sciogliere della storia americana che rileva una contraddizione→la questione raziale. E infatti all’interno di questi tre piccoli spazi (3 stanze) veniva rappresentata la storia degli schiavi: prima la schiavitù, poi l’emancipazione e le aspettative future. C’era poco materiale ma soprattutto fotografie. Nell’ultimo, quello futuro, c’era un grande foto con un girotondo in cui si stringevano la mano bambini di 5 6 anni di tutte le etnie che compongono le eterogenee società americane e poi in un punto una bambina che stringe un bambino nero chiaramente di origine africane. Dopo settimane iniziano ad arrivare i rappresentati degli stati del sud (dell’America) e vedono queste foto, scoppia il finimondo. Questo ci porta: 3) La lotta per i diritti civili afroamericani negli anni 50. Il nodo di questo problema arrivera al pettine→ conseguenza della 2gm perché sconfitto un totalitarismo e un autoritarismo come quello cinese; eppure, in “casa” c’era ancora discriminazione→infatti era ancora legale la segregazione razziale negli stati del sud. Primo passo in avanti: nel 1948 il presidente Truman (in relazione al suo ruolo di comandante delle forze armate) desegrega all’interno degli ambiti militari, cioè nelle camerate di soldati potevano essere sia neri che bianchi quando prima invece erano divisi. Un altro→nel 1954 la corte suprema emette una sentenza in un caso chiamato Brown (una famiglia) vs Bord Of Education (istituzione scolastica) dello stato del Kansas in cui viene rovesciato il principio enunciato in una sentenza del 46 in cui si diceva che neri e bianchi dovevano essere separati. Nel 54 invece dichiara che le scuole segregate (solo per neri o solo per bianchi) sono in maniera intrinseca ineguali e vanno a violare i diritti di uguaglianza sanciti nel 14esimo emendamento del (1868) costituzione. Ribalta il principio a cui facevano riferimento gli stati meridionali. A portare avanti questa lotta è stata soprattutto la National Association For the advacement of Colored People (NAACP) nata nel 1909, che passa attraverso un’attività nelle corti (quindi legale) e intraprende una serie di lotte all’interno dei tribunali. La sentenza non risolve tuttavia i problemi ma dà la possibilita di non subire passivamente questa discriminazione. Inizio stagione di lotte incentrate sulla non violenza 53 contro i bianchi, e st nel sud degli stati uniti. Episodio da ricordare→il boicottaggio nel dicembre 1935 a Montgomery, capitale Alabama (deep south) , una signora una sarta e attivista, Rosa Parks sale su un autobus e vede che negli spazi riservati per quelli di colore non c’è posto per sedersi ma ce ne in quelli bianchi e con tranquillità si siede li. Appena si siede tutti i bianchi la guardano stupefatti, avvisano l’autista che interviene chiamando la polizia locale che la arrestano. All’ufficio viene accusata della violazione della segregazione e viene rilasciata con una cauzione di 10 dollari. Questo episodio innesca il montgomery boycott, un’azione preparata, gli attivisti dell’associazione dal giorno successivo non prenderanno più per 381 giorni i mezzi pubblici della città. Essendo che la comunità afroamericana era quella che usava di + i mezzi pubblici, l’azienda dei mezzi deve scendere a patti perché non ha utenti e stava fallendo e accettare la desegregazione. A coordinare l’iniziativa vi è un giovane sacerdote che era arrivato a Montgomery a gestire una chiesa, proveniente da Atlanta, Martin Luther King (Micheal King, martin Luther è il nome da sacerdote). In relazione al livello culturale non comune, diventerà uno dei leader più riconosciuto di questa lotta per il riconoscimento dei diritti. Una lotta che lo porterà a fondare una sua associazione nel 1957 la southern christian conference che si sarebbe occupata a raccogliere attivismo delle chiese di colore (perché anche le chiese erano divise per colore). Utilizza una lotta non violenta (strategia), si ispira a Gandhi. Due obiettivi della lotta: 1) Far emergere il problema della comunità afroamericana in tutti gli stati uniti, fuori dai confini del sud. Lui vuole sensibilizzare i bianchi al problema dei neri, dice che sono tanto avanzati e aperti mentalmente, culturalmente, eppure avete problemi di persone ritenute di serie b, ma ve ne rendete conto? dice lui; 2) Uguaglianza di diritti come quelli dei bianchi (es posti bus per tutti, nei bagni, etc.) Nel 1963, momento di svolta, periodo di episodi sempre più vicini al terrorismo, i bianchi iniziano a lottare contro i bianchi a favore dei neri. Questi episodi non sostenibili introdurranno il presidente (Kennedy) a occuparsi della faccenda che presenterà una proposta di legge per i diritti civili. Il 28/8/1963 Martin Luther King pronuncerà a Washington dove si affacciano la Casa Bianca e il congresso... un discorso di fronte a folla (più di 250 mila persone) ‘’ I have a dream’’, sogna di vedere giocare bambini bianchi e neri nel suo stato d’origine. Il presidente Kennedy che è stato indotto a presentare questa proposta di legge non vedrà realizzato questo progetto perché viene assassinato a Dallas. Tuttavia, il processo continua, e sarà il suo successore Lindon Jhonson che firmerà le due leggi che portano a compimento la lotta per i diritti civili. La prima entra in vigore nel luglio del 64→civil right act e la seconda nel 65 sarà il voting right act (più decisiva, uno scossone, una svolta rispetto all’altra legge) (diritto di voto ai neri). Nel gennaio del 1957 viene accettata la desegregazione. Nel momento in cui la comunità nera ottenne i due importanti successi inizia a radicalizzarsi, a rivendicare una propria specificità rispetto a quella bianca, una propria identità. Uno dei principali fautori di questa specificità nera fu un altro attivista, Malcom X che però non vide completata la sua lotta perché assassinato nel 65 (la X sta a significare la sua denuncia di non sapere qual è la sua origine del cognome che in realtà era little, come brown.. cognomi dati per necessità ai neri dopo il 1865, lui lo rifiuta). Nasce così il black power che porterà anche la fondazione di un partito politico Black Panther party for self defence, Di ispirazione marxista che verrà poi messo fuorilegge e chiuso. I suoi rappresentanti meno estremisti come il reverendo Jessy Jackson diventeranno grandi figure. La lotta per i diritti civili non ha risolto il problema ma ha messo fuorilegge alcune leggi. Uno dei migliori frutti della lotta a distanza di mezzo secolo fu in relazione alla diffusione della questione nel paese, la presa di coscienza del problema, è notevole l’apertura in tutte le università di centri studio e cattedre per la storia dei neri, in tutte le università non c’è alcun studio che non si occupa alla questione di razza. 11.3.1 Il trionfo e crisi dello stato liberal democratico negli USA Nel breve corso di tre quattro anni si consuma da un lato il massimo di questo stato liberal e nello stesso lasso di tempo un crollo di questo sistema, implode dentro sé stesso. A rappresentare di questi primi anni ‘60 vi è un altro liberal democratico: Kennedy, eletto a 43 anni, l’unico presidente di religione cattolica (anche Biden lo è) e viene da una facoltosa università vicino a Boston. È un giovane in carriera che ha combattuto nel secondo conflitto ed è portatore di una nuova piattaforma elettorale → “la nuova frontiera” oltre che una frontiera in termini di spazio, perché Kennedy sarà uno di quelli 54 che proporrà forti incrementi di budget all’agenzia spaziale (USA nella luna nel ‘69), ma una frontiera anche a livello di sfide. A livello storico, la sua presidenza è interlocutoria perché da un lato Kennedy per la sua età non conosce i meccanismi di relazione al congresso, e per questo gli viene affiancato un ticket elettorale (aiutante). Viene a mancare la crescita economica (nel periodo dell’oro, periodo di rallentamento), c’è una situazione contingente che incide sul suo agire e infine è molto impegnato da una serie di problemi di politica estera e quindi la sua azione interna è abbastanza interlocutoria. Le principali questioni di politica estera che intercedono all’azione politica interna di Kennedy sono: 1. Aprile 1961 con il fallimento della missione alla baia dei porci. Una missione pianificata dalla precedente amministrazione (di Eisenhower), un’operazione militare/tentativo di sbarco di esuli anticastristi appoggiati dalla CIA alla Baia dei Porci ( a Cuba ) per sbarcare il sistema di Fidel Castro. Kennedy in relazione al prestigio e al suo predecessore (Eisenhower, principale organizzatore del grande sbarco in Normandia) si risolverà in un vero e proprio disastro. Mal organizzata, non c’è un effetto sorpresa ma ci sono già le truppe cubane ad attenderli, per cui un’operazione proprio mal congegnata e che innescherà ricadute più rilevanti nella crisi. 2. Nell’agosto del 61 deve affrontare la crisi del muro di Berlino → famosa cortina di ferro di cui parlava Churchill nel ‘46 si concretizza a Berlino. La Germania orientale (la Repubblica Democratica Tedesca) costruisce un muro che divide le due parti della città. È un momento acuto della guerra fredda ed estremamente delicato, Kennedy deve quindi recarsi lì per esprimere solidarietà al popolo che stava dall’altra parte. 3. Crisi dei missili di Cuba, ottobre 1962. Un po' la conseguenza della baia dei porci, perché di fronte a un tentativo militare Castro (sa anche lui che non può contrastare da solo l’USA) viene spinto nelle braccia dell’Unione Sovietica. Si scopre che a Cuba sono state istallate degli armamenti missilistici con l’aiuto dei sovietici. Un problema grande, così gli USA pongono un blocco attorno alle coste cubane e i militari vogliono che il presidente attivi un intervento militare massivo (cioè distruggere totalmente Cuba). Kennedy sa che questo potrebbe provocare un nuovo conflitto. I tentativi di mediazione porteranno un compromesso con l’Unione Sovietica. Gli USA smontano le loro basi missilistiche in Turchia. Un anno dopo Kennedy muore. Lyndon Johnson è opposto al presidente precedente. È più anziano, proviene dagli stati più bassi della popolazione (nel deserto texano), irruente, rozzo. Nonostante queste differenze proprio Johnson e in parte l’operato di Kennedy segnano il momento di trionfo dello stato liberal e nel contempo anche il suo crollo. Con Johnson si arriva al punto più alto delle politiche che erano state inaugurate con Roosevelt (anni 30), ma allo stesso tempo vedremo il crollo di questo sistema. Questa situazione contradditoria perché Johnson sarà il più importante presidente americano della seconda metà del 900. È l’ultimo new dealer, cioè ultimo esponente politico (prima senatore) seguace delle politiche del New Deal Roosevelt. Anche questa sua specifica connotazione sarà la causa di quel crollo dello stato liberale. Proprio in conformità a questa sua specificità vediamo come si pone: Il presidente si muoverà lungo due binari: uno di livello politico e l’altro di livello sociale. - Politica: si muove come Roosevelt attraverso un discorso nel maggio del 64 in due sedi universitarie proponendo alla società e ai giovani americani una Great Society che deve costruire una società migliore negli Stati Uniti e combattere la povertà (una delle due guerre in cui si identifica Jonson). Lotta per i diritti civili: nel ‘64 firma il Civil Right Act e nel 65 del Voting Right Act (leggi che segnano la definitiva sconfitta della segregazione e discriminazione razziale per legge). - Sociale: varerà un vastissimo piano di riforme sociali per gli Stati Uniti che ebbe un precedente negli anni del New Deal e di cui si vedono ancora oggi dei programmi federali creati in quegli anni per volontà di Johnson. Si partirà con la creazione di uffici per le pari opportunità (economic opportunity office) per limitare una povertà ancora diffusa negli stati uniti, affermative actions: pari opportunità nei vari ambiti, legati alle differenze di genere, etc. Ad accompagnare queste iniziative generali, varate una serie di leggi in alcuni settori. L’anno decisivo per queste leggi fu il 1965→ Nel settore della sanità istituirà due unici programmi di sanità pubblica gratuita che tutt’ora vivono: medicaid e medicare. Il primo da assistenza gratuita agli indigenti cioè di quella fascia di popolazione di povertà; l’altro era un’ assicurazione sanitaria 55 gratuita per gli over 65 ‘. Altri interventi→ elementary and secondary education act, soldi dati dal governo federale per l’istruzione agli Stati per finalità di miglioramento o di ammodernamento degli edifici scolastico, ma ad una condizione: l’ “integrazione raziale”; importanti borse di studio per aiutare gli studenti meritevoli che vogliono completare la loro formazione nelle prestigiose università americane (es. Clinton userà queste borse per frequentare l’Università della Costa Orientale); un vasto piano di fondi per la costruzione di edilizia popolare con fondi federali per gli strati più indigenti del paese , ossia gli afroamericani ma anche i bianchi che ricadono in quella fascia. Affinché queste operazioni vadano avanti viene istituito un nuovo ministero (Department of Housing and Urban Development). Il governo federale spingerà le città a dotarsi di piani regolatori per le costruzioni (cioè una pianificazione, perché non si può costruire dove si vuole). Un progetto del genere fu molto costoso tanto che tra il ’64 e il ’72 le spese per i servizi sociali passarono dal 25% al 40% del bilancio federale aumentando anche il prelievo fiscale (+ tasse). 11.3.2 La Guerra del Vietnam Cosa segnò il crollo dello stato liberal democratico? La guerra del Vietnam segnerà la fine di questo lungo periodo di atteggiamento progressista degli USA. Il Vietnam è l’intersezione di un episodio: 1. della guerra fredda (scenario alle spalle del periodo che stiamo analizzando) e un episodio della 2. decolonizzazione → l’intreccio di questi due elementi produce questa profonda crisi di identità e anche alla loro unica sconfitta militare dell’USA. Politica di appeasement (prima della II Guerra Mondiale) passò alla storia come Sindrome di Monaco → ottobre 1938 conferenza (GB, FR, IT... ) dove si concede a Hitler di occupare i Sudeti e da lì egli si espanderà fino alla II Guerra Mondiale → il termine è questo perché a Monaco abbiamo ceduto e da lì portò lo scoppio della II Guerra Mondiale. Johnson interpreta la situazione in Vietnam con lo stesso termine di paragone, il Vietnam è sempre stato un problema latente, ma è con Johnson succede tutto. La guerra fredda imponeva agli USA un limite alle operazioni militari mentre per il Vietnam è un episodio di decolonizzazione in cui si è disposti a perdere vite. Questo squilibrio produce questo senso di frustrazione (i morti degli USA meno di quelli del Vietnam...) Origine del conflitto → Il Vietnam fu dapprima sotto impero cinese, poi dall’anno 1000 manterrà la sua autonomia fino alla metà del XIX sec quando passerà sotto il controllo della Francia, fino alla sconfitta nel 1940 che fa sì che in base alle alleanze quest’area passi sotto il controllo giapponese, ma i giapponesi saranno poi costretti ad arretrare e si formerà così un movimento di liberazione nazionale guidato da Ho Chi Minh che guiderà i vietnamiti contro i giapponesi. Il 2 settembre ’45 nascerà la Repubblica Democratica Vietnamita auspicando che anche gli USA la riconoscano ma essendo Ho Chi Minh comunista, si forma una proclamazione che rimane in vita solo la parte nord, mentre al sud vogliono ancora l’intervento della Francia per il loro controllo. Nel maggio del 1954 la Francia perde il sud del Vietnam → si forma allora il Vietnam del Nord (Repubblica democratica guidata Ho Chi Minh) e il Vietnam del Sud (sostenuto dagli americani.) Nel Vietnam del Sud vi saranno regimi corrotti che provocheranno tentativi di colpi di stato e nel contempo inizia una guerriglia condotta dal Fronte di Liberazione Nazionale (Nord Vietnam) di infiltrazione nel sud per far crollare il regime → i guerriglieri passati alla storia come Vietcong. Con l’arrivo di Kennedy alla Casa Bianca viene posto a capo dello stato del Vietnam del Sud un personaggio corrotto e nel contempo iniziano a essere inviate truppe che avrebbero dovuto solo formare l’esercito sud vietnamita. Questo comportamento un po' ambivalente (invece che mandare aiuti si mandano truppe) si interrompe con l’assassinio di Kennedy. Tocca a Jhonson gestire la situazione → Risoluzione nel Golfo del Tonchino: nell’estate del ‘64 vi fu uno scontro navale tra USA e Nord Vietnam di nessuna importanza senza morti, però il presidente chiede al congresso di poter prendere misure necessarie per rispondere in un futuro a questo tipo di azioni. 56 Jhonson inizia così l’escalation militare in Vietnam (enorme progressione che ogni anno aumentava le truppe, nel ‘68 erano 537 mila... ) Nonostante questo incremento gli americani non riescono ad ottenere miglioramenti e i sudvietnamiti con loro. I Vietcong, invece, appaiono sempre più forti: per loro fu una guerra di autodeterminazione. Nel ‘66 il presidente fa un errore rintroducendo dal ’67 il servizio militare obbligatorio ma con la sensibilità dei giovani di quel tempo produsse un grande dissenso all’interno del paese, alimentato anche da movimenti radicali per sostenere le rivendicazioni degli studenti che sempre di più contestano questo servizio militare. È un momento particolare per gli USA perchhè la potenza americana non si era mai trovata a non avere consenso interno per una guerra, anche esterna al suo paese → Mohamed Alì si rifiuta di andare in guerra “non vedo perché devo andare a sparare ai vietcong che non mi hanno fatto nulla, mentre qui nel mio paese i neri sono stati per tanto discriminati’’. Questa situazione esplosiva che porterà anche personaggi come Martin Luther King a voltare le spalle al presidente...i nodi arrivano al pettine con l’Offensiva del Têt (‘68)... Quando i guerriglieri danno origine ad un‘ ampia offensiva militare contro le basi americane (guerriglieri assaltano l’ambasciata e i militari sono costretti a ucciderli). Grazie alla diffusione globale della televisione questa guerra veniva seguita praticamente in diretta mondiale. Altro elemento fondamentale della guerra → non essendo dichiarata a tutti gli effetti, chiunque dotato di coraggio avrebbe potuto andarla a vedere. Ed è una cosa che non è mai successa e non succederà più perché di solito le guerre vengono definite delle zone di guerra, limitate e i civili non possono assolutamente parteciparvi. Johnson il 31 maggio del ’68 in un discorso televisivo annuncia l’interruzione dei bombardamenti aerei sul Vietnam, l’intenzione di aprire delle trattative di pace e la sua non candidatura per le elezioni successive. Johnson contraddittorietà → stesso uomo a cui si deve i progressi e i miglioramenti, fu lui poi a uscirne sconfitto (il paese ) per una cosa che aveva attivato lui. Il conflitto destò tanta emotività principalmente per tre motivi: 1. Periodo in cui i giovani sono in continua agitazione, stagione di movimenti, infatti c’è una forte mancanza di consenso interno al conflitto da parte dei giovani ( alla fine sono loro che vanno a combattere ) 2. A cui si aggiunge la mossa del presidente di reintrodurre la coscrizione obbligatoria (cosa mai esistita nel loro paese se non per i grandi conflitti) 3. Per la definizione di guerra in diretta, cioè per il fatto che la televisione fa vedere quotidianamente i drammi e le tragedie di una guerra. Da un punto di vista politico e militare, la guerra andrà avanti anche per gli USA ancora a lungo, 5 anni. Nel 1973 gli USA sigleranno un armistizio con il nord del Vietnam, il quale continuerà a portare avanti la guerra per l'unificazione che si concluderà nel 1975 quando il Nord unifica tutto il paese creando un solo stato. (Finisce definitivamente il conflitto, per gli usa nel ‘73). La guerra contro il Vietnam ha provocato dei veri e propri cataclismi, per 3 motivi principali: 1. Innanzitutto, perché è stata l'unica guerra persa fino ad allora per gli USA. 2. Per la prima volta gli Stati Uniti combattono un conflitto senza che ci sia un elemento ideale, cioè il contenimento del comunismo era troppo debole come elemento per giustificare un impegno e un sacrificio di quel genere. In relazione a questa mancanza di idealità per combattere, gli Stati Uniti non ottengono né il consenso interno né l'appoggio internazionale. 3. In relazione a questo sforzo, la macchina militare americana che ha sempre goduto di un amplio prestigio funzionò molto male. 57 Nelle altre guerre non c’è una riservatezza, mentre per questa guerra, i reduci rimangono molto in silenzio e si sfogavano / manifestavano solo davanti al monumento. Vietnam Veterans Memorial (Washington D.C.) Unica lastra di marmo nero, simbolico della guerra del Vietnam. 11.3.3 Il ’68 negli USA Il 1968 è stato un anno estremamente denso di avvenimenti rilevanti e anche di drammi: dal discorso di L. Johnson del 31 marzo, il 4 aprile del 1968, a Mensis, in Tennessee, viene assassinato Martin Luther King. È stato un segnale drammatico per il paese che perde il leader più significativo che si stava spostando dall'appoggio del presidente proprio a causa della guerra del Vietnam. Il 5 giugno a Los Angeles invece, viene assassinato anche il fratello del presidente Kennedy, Bob Kennedy, che sarebbe stato il candidato più papabile dopo il ritiro del presidente in carica (Johnson). Un'uscita di scena drammatica. Questa serie di tragici avvenimenti fa notare ancora di più lo stato liberal che crolla. Cosicché, alla convenzione democratica del 26/29 agosto del 1968 tenutasi a Chicago, il candidato alla presidenza democratica sarà il vice presidente in carica: Hubert Humphrey che propone una continuazione delle politiche adottate da Johnson sia in ambito interno che internazionale, ma il partito democratico, in relazione a quanto è avvenuto negli anni precedenti, si spacca (situazione simile a quello che portò nel 1860 alla presidenza Abramo Lincoln, o in misura diversa nel 1912 Woodrow Wilson: ai tempi di Lincoln si spaccò il partito democratico e vinse il candidato repubblicano mentre ai tempi di Wilson si spaccò il partito repubblicano e vinsero i democratici) e allora torneranno alla Casa Bianca i repubblicani. A rompere il partito democratico sarà l'allora governatore razzista dell’Alabama, George Wallace che nel corso delle elezioni di novembre di quell'anno otterrà un grande riscontro elettorale in tutti gli stati del sud portando di conseguenza via al candidato democratico ufficiale (Humphrey) la possibilità di andare alla Casa Bianca. Anche da un punto di vista politico finisce quel lungo periodo di egemonia democratica originatosi nel 1932. A vincere saranno perciò i repubblicani con una figura che riemerge, quella di Richard Nixon (che sarà testimone della fine dell’età dell’oro. Le elezioni presidenziali del '68 segnano la fine del ciclo liberal per gli USA con il ritorno dei repubblicani alla Casa Bianca. 11.4 L'occidente contro cultura e crisi sociale: il ‘68 Esso è stato per molti versi un anno “eccezionale” nel quale grandi movimenti di massa disomogenei (studenti, gruppi etnici, operai...) attraversarono quasi tutti i paesi occidentali e non solo, questi movimenti sembrarono far vacillare governi e sistemi politici in nome di una trasformazione radicale della società. Due sono gli elementi per comprendere questo fenomeno: 1. La questione giovanile: Gli anni ‘60 con gli esiti del Baby Boom sono davanti agli occhi di tutti. I giovani sono sempre più grandi da un punto di vista numerico rispetto la demografia di ogni singolo stato e diventano sempre di più una massa difficile da controllare in relazione alle istanze che presentano, che sono distantissime da quelle del mondo degli adulti → gap generazionale. 2. La parola “movimento” che indica negli anni 60 l'insieme di attivismo sociale e culturale che si intreccia in modo sempre più stretto con la partecipazione politica, soprattutto nel campo dei diritti civili, della solidarietà internazionale e delle riforme nell'ambito dell'istruzione scolastica e universitaria, e questo insieme è il “movimento” → parola 58 diffusissima ai tempi, “tu appartieni al movimento?” “sì a questo o a quello.” Ovviamente ci sono movimenti più o meno rilevanti, e anche qui gli USA fanno da apripista con quella che fu la SDS (Students for Democratic Society) che nacque in una università americana nel Michigan ad Harbour dove gli studenti introducono piattaforme programmatiche rilevanti. Non si muovono solo per rivendicare specifici cambiamenti relativi alla loro condizione ma un attivismo sociale-culturale mixato a una potenziale partecipazione politica. Negli anni ‘60 i giovani sentivano una grande diversità rispetto al mondo degli adulti (gap generazionale) di conseguenza i giovani sentono un bisogno sempre più forte di un sapere diverso da quello che gli viene proposto. Di qui nasce questa necessità di un sapere più critico. Da queste rivendicazioni, nasceranno diverse forme di quella che viene chiamata “contro cultura”, una cultura che voleva cambiare nel profondo la cultura umana, attraverso cambiamenti dei modelli di comportamento ed una maggiore sensibilità verso le differenze di razza. Questo nuovo atteggiamento nasce anche da una lettura di autori sociologi che incontrano un particolare interesse da parte dei giovani dell'epoca: Charles Wright Miles che nel suo influente saggio “Power Elite” del 1956, evidenzia come l'economia rampante di quegli anni sia un'economia di guerra, evidenzia come ci sia un rischio sempre più crescente di quello che è il pericoloso intreccio del complesso chiamato da Eisenhower “complesso militare- industriale”, ovvero l'intreccio tra sfera militare e sfera industriale, un intreccio che tende a spezzare le conquiste nell'abito dei principali diritti civili emersi nel corso del ‘700 con le due rivoluzioni borghesi: americane e francese (cioè la separazione dei poteri ). Egli continua, in nome della guerra fredda, questa chiara divisione di poteri che è un simbolo della democrazia, sta venendo ad annacquarsi e nasce di qui la paura di questo intreccio, ma soprattutto inizia ad evidenziare come ci sia un'accettazione passiva da parte della società di questa nuova realtà. Miles fa emergere una sostanziale incapacità da parta delle classi media (al tempo la più importante della società) di reagire che emerge anche in maniera più pessimistica da un altro filosofo, Herbert Marcuse del 1964 con la sua opera “L’uomo a una dimensione”, filoso di origini ebreo-tedesche che è scappato dalla Germania dopo l'avvento del nazismo. In questo testo (sorta di bibbia per i giovani di quegli anni) evidenzia come, in relazione all'affermarsi di una società industriale avanzata ed incentrata sul consumismo, sono state svuotate le forme tra

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