Sociologia della Comunicazione PDF
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Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
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This document provides an overview of communication and sociology. It discusses different approaches to the study of communication, such as macro and micro approaches. It also delves into the work of Emile Durkheim and the concept of social rules and their impact on individual behavior.
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Sociologia della Comunicazione La sociologia è lo studio delle relazioni che si creano tra due o più individui che vengono in contatto La sociologia ha 2 tipi di approcci: 1. Approccio Macro —> impatto dei processi comunicativi sulla società intesa come macroentità...
Sociologia della Comunicazione La sociologia è lo studio delle relazioni che si creano tra due o più individui che vengono in contatto La sociologia ha 2 tipi di approcci: 1. Approccio Macro —> impatto dei processi comunicativi sulla società intesa come macroentità 2. Approccio Micro —> Comunicazione inter-personale a livello micro Macro Sociologia —> La società viene vista come un sistema, e l’obbiettivo principale è capirne il funzionamento e trasformarla. Il focus è sui sistemi sociali: religione, scuola, classe, società, stato Implica: degli individui vincolati da regole, non liberi Micro Sociologia —> La società si basa sui comportamenti individuali; L’obbiettivo è capire le interazioni tra individui; Il focus: individui e comportamenti, piccoli gruppi Implicazioni: non spiega il ruolo delle regole strutturali C’è sempre stato un con itto nel dividere la sociologia dalla psicologia, tra questi a schierarsi per l’indipendenza della sociologia ci fu Emile Durkheim. E. Durkheim (1858-1917) Durkheim, oltre ad a ermare con fermezza che la sociologia fosse indipendente dalla psicologia, studiava le macro-strutture sociali: lo stato, la religione, la scuola… e a ermava che queste non erano la somma dei comportamenti degli individui. Durkheim a erma che le macrostrutture sociali impongono delle costrizioni a ciò che gli individui possono fare, queste costrizioni sono REGOLE SOCIALI che vincolano i comportamenti di un individuo Quindi… Le strutture sociali sono + della somma delle esperienze degli individui singoli, queste sono indipendenti e analizzabili in se, in quanto unità di analisi da cui partire per fare ricerca. Antropologia Strutturalista - Durkheim Massimo esponente Durkheim, che si chiede: “cosa tiene insieme la società?” A tenere insieme una società è la ducia, che una solidarietà pre-contrattuale, per il senso di appartenenza ad un gruppo. Questa solidarietà si produce tramite il rituale. Il rituale è un meccanismo attraverso il quale gli individui si costituiscono come parte di un gruppo o della società. —> i vantaggi che si ottengono sono simbolici (identità e appartenenza) più che utilitari Quali sono le caratteristiche dei rituali? 1. Spazio sico comune —> adesso anche simbolico 2. Un focus di attenzione 3. Un emozione comune fi ff ff fl fi ff 4. Oggetti sacri —> non per forza siche, anche azioni quali la preghiera, canti religiosi, anche idee 5. Fiducia ed energia emozionale 6. Rabbia e punizione Quindi… Per l’antropologia strutturalista, il rituale da origine ad una solidarietà che continua nel tempo; La società/gruppo è + della somma delle singole parti; Questa forma sociale non si riduce al mero comportamento degli individui, ma anzi è in grado di in uenzare il loro stesso comportamento. Funzionalismo Predominante in sociologia durante gli anni ’40-’50-’60, poi viene screditata. Il ruolo del funzionalismo è quello di spiegare una qualsiasi istituzione sociale attraverso il ruolo che questa svolge nel mantenimento della società più ampia. Un sistema è un gruppo di elementi interconnessi e interagenti che formano un insieme. Il funzionalismo si pone una domanda: Quali sono le funzioni elementari che ogni sistema sociale deve articolare per sopravvivere? Ecco le 4 funzioni dei sistemi sociali secondo il funzionalismo di Parsons: Si chiama sistema L-I-G-A o modello quadrifunzionale - L sta per conservazione del modello latente —> necessità che un sistema di azione ha di conservare un modello di base - I sta per Integrazione —> bisogno di un sistema di tenere unite le sue parti - G sta per Raggiungimento dello scopo —> ogni sistema ha un certo scopo che cerca di raggiungere in relazione al suo ambiente - A sta per Adattamento —> modo in cui un sistema mantiene se stesso in quanto entità sica in relazione con l’ambiente materiale. Questo schema è generato dalle dimensioni dicotomiche di esterno/interno e mezzi/ ni; Qualsiasi cosa all’interno di un sistema può essere considerata come in direzione dell’esterno o dell’interno del sistema e può essere o un mezzo o un ne. Ad esempio in un’associazione sportiva: 1. Adattamento - reperire risorse —> tornei, tesseramenti, nuovi membri fl fi fi fi fi 2. Latency - trasmissione di valori —> competizione, spirito di squadra, benessere sico 3. Integrazione - regolamento —> statuti, insieme di regole 4. Politica —> comitato direttivo, subcomitati… Comunicazione Interpersonale Una domanda comune nello studio microsociologico è: Come avviene la comunicazione interpersonale? Es. —> x dice qualcosa ad y - X ed Y sono attori sociali, inseriti in contesti e relazioni sociali - Interpersonale vuol dire che gli “attori sociali” sono 2 o + - Il “qualcosa” che viene detto corrisponde ad un signi cato, che deve essere lo stesso per x e y Possiamo distinguere signi cato e codice: Il signi cato può essere espresso con codici diversi (es. diverse lingue), o lo stesso codice può veicolare signi cati diversi (es. chiuda la porta) La comunicazione ha degli obbiettivi: Diretti: ottenere o dare informazioni es. il treno parte alle 15 Indiretti: Stabilire una relazione es. non ce ne andiamo nché non siamo tutti (facciamo parte di “tutti” quindi stabiliamo una relazione in quanto gruppo) Nella comunicazione interpersonale ci sono delle regole comuni e implicite che possono essere di diversa natura: - provenienti da un’esperienza pregressa es. ci vediamo al solito posto - Provenienti da un contesto culturale attraverso il processo di socializzazione - Imposte dalla situazione in cui ci troviamo - In uenzate dal consumo dei media Il processo della comunicazione interpersonale è inoltre esteso nel tempo: Abbiamo una comunicazione tra X ed Y; X inizia la comunicazione, con un messaggio, che ha sia un signi cato che un codice che devono essere gli stessi per l’interlocutore, sarà poi l’interlocutore se ha gli stessi obbiettivi di X a continuare questo processo di comunicazione. fl fi fi fi fi fi fi fi QUINDI… il risultato della comunicazione dipende dalla negoziazione degli obbiettivi tra X ed Y Es. di negoziazione degli obbiettivi Ci sono comunque due modelli di Comunicazione: 1. Teoria Matematica Dell’informazione - Informazione è quantità stabile - È de nita alla fonte e non è soggetta a modi che - Il signi cato viene de nito all’inizio del processo 2. Comunicazione in sociologia - Informazione è solo 1 tipo di comunicazione, quella con obbiettivi diretti - Il signi cato è soggetto a modi che nel corso della comunicazione - Il signi cato ha degli obbiettivi che vengono negoziati fi fi fi fi fi fi fi Teorie comportamentiste dello scambio I pionieri della teoria dello scambio sono P.Blau e George Homans, ed è stata sviluppata in America. Homans Homans introduce il suo studio basandosi su una ricerca empirica, ovvero i “Mayo Studies”, uno studio su uno stabilimento a Hawthorne, sotto la direzione dello psicologo dell’industria Elton Mayo, negli anni ’30. Questi studi hanno scoperto il “gruppo informale”, ovvero quelle connessioni personali tra gli operai che si trovano al di sotto della struttura formale dell’organizzazione. Il “gruppo informale” ha i propri leader e i suoi standard di comportamento, che spesso sono opposti a quelli dell’organizzazione formale. Loro avevano il loro ritmo di lavoro informale, e si controllavano a vicenda per rispettare quegli standard, indipendentemente dalla volontà dei manager. Questa scoperta diede origine alla scuola delle “Human Relations”, ovvero l’instaurare informalmente una ducia con gli operai da parte della dirigenza per aumentare la produzione; Inizialmente si credette a ciò, ma ben presto si capì che non è sempre funzionante, gli outsider è di cile che riescano a controllare i gruppi informali. Al ne di spiegare la struttura interna dei gruppi informali, Homans ha avanzato delle proposizioni: - Quanto più interagiamo, tanto più ci piaciamo a vicenda - Quanto più ci piaciamo a vicenda, tanto più torneremo ad interagire - Quanto più interagiamo tanto più avremo sentimenti simili e faremo azioni simili, creando norme, credenze e modi di agire comuni —> si crea una cultura comune —> problematico perché? Se così fosse, le persone continuerebbero ad interagire all’in nito e a piacersi all’in nito, come se si creasse una carica esplosiva; Bisogna invece capire che c’è un limite alla volontà di interazione e di piacersi degli individui. (Questione che verrà risolta dallo stesso Homans che a ermerà che raggiunto il limite si trasformi in qualcosa di “stabile”) Il secondo problema è che questa teoria implicherebbe che ogni persona che interagisce si piaccia a vicenda, ma ciò non è vero, ciò accade solo quando l’interazione è ricompensante da entrambe le parti; Se lo è solo da una, chi ne trae meno ricompensa sarà propenso a non ripetere l’interazione. Blau Blau scoprì che un gruppo informale analogo a quello degli operai controllava l’ambiente di lavoro nel caso degli impiegati. Si focalizza sui lavoratori più anziani, i “vecchi del mestiere” che consigliavano i nuovi e ne ricevevano deferenza. —> relazione di scambio Blau, sulla base di questi studi nel 1964 generalizza un insieme di principi, alcuni dei quali presi da Homans: 1. Il comportamento è determinato dal pro tto atteso —> più è il pro tto (ricompensa - costo) più si è incentivati nell’interazione. 2. La norma della reciprocità —> Quando qualcuno da ad un altro una ricompensa, questo si sente obbligato a ricambiare proporzionalmente; Le persone cominciano a scambiarsi reciprocamente ricompense perché è conveniente, la sua natura obbligatoria di “norma” nasce dal fatto che questo è diventato abituale e perciò è visto socialmente come “obbligatorio”, ecco perché la violazione di questa norma della reciprocità porta alla rabbia. 3. La norma dello scambio equo —> Le persone si aspettano che il rapporto tra ricompense e costi debba essere lo stesso. Non si aspettano quindi che tutti abbiano la stessa ricompensa, ma piuttosto pensano che ad uno sforzo maggiore equivalga una maggiore ricompensa, e sono arrabbiati quando qualcuno è sovraricompensato o sottoricompensato e si sentono in colpa se loro stessi sono sovraricompensati. 4. Scambi equilibrati in alcune relazioni sociali tendono a produrre scambi squilibrati in altre relazioni —> I costi di ogni scambio includono le ricompense alle quali si è rinunciato non facendo lo scambio con un’altra persona (sposare Will vuol dire rinunciare a sposare Tom…) ffi fi fi fi fi fi fi ff Quali sono i tipi di ricompense che si possono ottenere da uno scambio? 1. Denaro 2. Approvazione (amicizia) 3. Stima 4. Obbedienza La domanda che ci si pone è perché gli individui che hanno interagito una volta tornano ad interagire? A studiare ciò sono le “Behavioural sciences”, le scienze comportamentali di matrice psicologica. Il focus di analisi è l’individuo razionale —> “razionale” nel senso che conosce i suoi obbiettivi e sa come perseguirli C’è una natura materiale, secondo loro, nello scambio di interazioni: “tu dai qualcosa a me, io do qualcosa a te” Quindi tra due persone che interagiscono, il rapporto di ricompense e costi da entrambe le parti deve essere equo, es. se io chiedo degli appunti, a mia volta se quella persona me li chiede devo ricambiare il favore —> questione di “merito” Queste teorie dello scambio, però hanno dei limiti: - non è chiaro secondo quali parametri questo “merito” debba essere calcolato - Si prende per scontato che gli individui decidano in base a informazioni complete ed interessi chiari, mentre spesso inizialmente obiettivi e mezzi non sono chiari in partenza - Si misura il grado di interazione tra individui solo in termini di scambi materiali. Possiamo mettere in comparazione quindi le teorie sull’interazione del Comportamentismo e quelle dell’Antropologia strutturalista: Comportamentismo Antropologia strutturalista Scambio Materiale Scambio simbolico (senso di appartenenza) Transitorio, super ciale, legato alla ricompensa Durevole, crea solidarietà nel tempo Comunicazione come una transazione Comunicazione come creazione di un legame fi La teoria del sé Teoria Micro Ha origine nella loso a di Mead La capacità di riconoscere sé stessi allo specchio è una capacità propriamente umana, quindi gli animali non riescono, gli uomini si. Ma quale sé stesso vedono gli uomini? L’uomo guarda sé stesso attraverso un punto di vista, che non é solo suo. Una persona che si guarda allo specchio cerca di capire se é “accettabile” per la società, come lo vedrebbero gli altri dall’esterno. L’uomo vede il “self”, e questo self richiede un punto di vista, infatti esiste solo attraverso un punto di vista esterno. Il sé quindi è sociale —> capacità interiorizzata di guardare noi stessi attraverso il punto di vista altrui. Noi però in realtà non adottiamo il vero punto di vista degli altri, ma ciò che crediamo sia il punto di vista degli altri. —> mi vedo “mingherlino” perché credo che lo standard sia così, non perché qualcuno me l’ha detto. Il self, in ogni caso, dipende dal gruppo di riferimento: ci riteniamo mingherlini se facciamo parte di un gruppo di palestrati, se facessimo parte di un gruppo di atletica leggera ci riterremmo perfetti. È il gruppo di riferimento che stabilisce lo standard. —> qual’è il gruppo di riferimento che scegliamo? Gli individui, tendono a privilegiare il giudizio dei gruppi in cui si riconoscono, che sono a loro più simili; Infatti, quando gli individui sono una minoranza in un gruppo di cui fanno parte, la loro autostima ne risente es. un ragazzo fuoricorso in un gruppo di ragazzi in corso, bambini sordi in una scuola… Es. se una scienziata non assomiglia a chiara ferragni, non avrà una bassa autostima, perché il suo gruppo di riferimento (comunità scienti ca) non lo ritiene un criterio, ma avrà una bassa autostima se un suo articolo viene ri utato da una rivista scienti ca… Di cosa si compone il Self? Mead dice che Il self si compone di: - “Me” —> Oggetto dell’osservazione altrui, passivo - “Io” —> Soggetto che conduce l’azione, attivo e ri essivo —> in grado di guardare al me come oggetto della propria conoscenza (ciò che guarda e giudica il “me”) Es. L’io è l’uomo di fronte lo specchio, il me è l’uomo ri esso nello specchio fi fi fi fi fl fl fi Il Ruolo sociale Il ruolo sociale è come un ruolo teatrale che si recita nella vita di tutti i giorni, e impersonare questi ruoli è inevitabile —> es. a lezione “recito” il ruolo dello studente… Un ruolo sociale ha a che fare con le aspettative di ciò che faremo in un determinato contesto o di ciò che faremo/non faremo in un determinato contesto. Es. il ruolo sociale di insegnante richiede che si arrivi in aula, che si condividano delle conoscenze con gli studenti, che si sostengano degli esami —> un insegnante che suggerisse agli esami non rispetterebbe il proprio ruolo sociale I ruoli sociali secondo Mead hanno 5 caratteristiche: - Complementari —> non esistono da soli, ma in combinazioni (es. squadra di calcio, il ruolo del terzino non ha senso senza i ruoli dei suoi compagni) - Assunti l’uno dall’altro —> non solo io devo conoscere i ruoli degli altri, ma devo essere in grado di mettermi nei ruoli degli altri es. Il caporeparto deve sapere cosa dovrebbe fare l’operaio, a sua volta l’operaio deve mettersi nei panni del caporeparto e capire cosa questo chiederà - Possono essere appresi o costruiti —> il ruolo sociale, per mead, è preesistente, e gli individui si adattano e apprendono questi ruoli - Ogni individuo ne ha molteplici —> ogni individuo è cittadino, lavoratore, membro di una famiglia, membro di un club…; si possono creare delle tensioni quando questi ruoli sono incompatibili, es. un professore ha nella sua classe la glia, con itto d’interessi tra ruolo di padre e di insegnante - Ci può essere maggiore o minore identi cazione con i ruoli sociali —> gli individui si identi cano più con alcuni ruoli che con altri, alcuni ruoli sono percepiti come esterni al sé, quindi come ruoli in cui ci si deve impersonare per necessità che di cilmente portano soddisfazione. Altri ruoli invece diventano importanti per la de nizione del sé, es. un insegnante si riesce ad identi care bene con il proprio ruolo lavorativo. Quando ci si riesce ad identi care con il proprio ruolo sociale? - Quando il ruolo ha richiesto sacri ci per essere raggiunto, da delle ricompense, o/e è piacevole - Vi sono pressioni sociali, es. ruoli pubblici come celebrità, politici, di cilmente ad esempio Taylor Swift può andare a fare la spesa senza essere ricondotta al suo ruolo sociale di celebrità. Il modello di Mead (la teoria del sé) è importante perché ci spiega che la comunicazione è un incassamento di punti di vista, io mi pongo in comunicazione pensando a come mi vede la mia interlocutrice, ma la mia interlocutrice in realtà non dice apertamente che valutazione ha di me, quindi in realtà mi pongo in comunicazione per come credo che la mia interlocutrice mi valuti sulla base di indizi. Questo ci spiega come idee sbagliate sul punto di vista degli altri possano essere distruttive per la comunicazione. fi fi fi fi fi fi fi fl ffi ffi Blumer e l’interazionismo simbolico Blumer era un sociologo che ha sviluppato la teoria del sé di Mead in quello che ha chiamato interazionismo simbolico, si è concentrato più sull’io che sul me, sulla parte più creativa del sé. Blumer sottolinea la possibilità di MODIFICARE i ruoli sociali, rispetto all’idea statica di Mead. Per Mead —> I ruoli sociali pre-esistono all’interazione, gli individui devono solo prendere i ruoli sociali Per Blumer —> i ruoli sociali sono modi cabili durante l’interazione, nell’assumere un ruolo gli individui possono replicare le azioni previste da un ruolo ma possono anche compierne di nuove. Es. io come insegnante possono replicare le lezioni dei predecessori oppure posso innovarle, continuando ad essere un insegnante. Anche quando i ruoli sono abbastanza rigidi vengono comunque messi in atto, e questa messa in atto può produrre cambiamenti anche piccolissimi rispetto all’originale. Pensiamo ai ruoli di genere: Negli anni ’50 vennero fatti degli studi negli USA con bambini, dove i ruoli professionali in base al ruolo di genere erano segretaria, casalinga e infermiera. Negli anni ’70 viene ripetuto questo studio e per le donne le ambizioni professionali si erano molto ampliate. Se i ruoli sociali fossero stati immutabili non ci sarebbero state di erenze. Per Blumer è importante la situazione; Ci sono 3 principi sul focus della situazione per Blumer 1. Centralità dell’interpretazione della situazione 2. Le interpretazioni sono sociali 3. L’azione segue l’interpretazione Cos’è l’interpretazione della situazione? “Gli esseri umani agiscono nei confronti delle cose in base ai signi cati che queste hanno per essi.” Gli esseri umani, si intende, agiscono nei confronti di una cosa/evento/situazione in base ai signi cati che danno a queste situazioni. Il signi cato viene attribuito attraverso l’interpretazione —> le situazioni non hanno un signi cato intrinseco, ma questo signi cato viene stabilito attraverso un processo di interpretazione Per più persone quindi, la stessa situazione può avere due signi cati diversi. La nostra interpretazione è anche SOCIALE, il signi cato ad una determinata “cosa” viene attribuito da una persona socialmente, i signi cati sono condivisi da una serie di persone; Inoltre la nostra interpretazione dipende dalle nostre esperienze pregresse (es. se io non ho passato degli esami tenderò a vederli come un ostacolo); Inoltre l’individuo, indipendentemente dal fatto che le interpretazioni siano sociali, può decidere di cambiare questa interpretazione. In ne, l’azione segue l’interpretazione; Le persone prima interpretano una situazione, gli danno un signi cato e poi stabiliscono come agire. QUINDI… interazionismo simbolico —> noi agiamo in base al signi cato che diamo a quella situazione (es. in ospedale posso prendere malattie quindi prima di entrare metto la mascherina) , il signi cato che diamo a quella situazione lo diamo in base alle esperienze pregresse (es. i miei genitori n da quando sono piccola mettono la mascherina prima di entrare in ospedale, quindi con grande probabilità lo farò anche io da grande), ma l’individuo può cambiare l’interpretazione e perciò le mie azioni possono cambiare (es. mi rendo conto che non è così e non la indosserò) fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi ff fi fi fi Il rituale dell’interazione - Go man L’approccio microsociologico di Go man è l’analisi dell’interazione interpersonale in presenza, faccia a faccia; Lui analizza tutti quelli che sono saluti, conversazioni, interazioni quotidiane in contesti circoscritti (interazioni informali al bar, nei piccoli alberghi, lungo le strade…) Go man sostiene che la vita quotidiana e le sue interazioni funzionino come in un teatro, e come in un teatro ha organizzato ribalta e retroscena. La ribalta è un luogo in cui si svolgono le rappresentazioni, il luogo in cui le persone interpretano il loro ruolo sociale Retroscena è il luogo in cui gli attori si riuniscono per provare le loro rappresentazioni. La “ribalta” o facciata è articolata in: - Ambientazione —> allestimento materiale della scena - Apparenza —> modo in cui gli attori appaiono sulla scena (vestiti, trucco, portamento…) - Maniera —> modo in cui gli attori si rivolgono al pubblico (tono della voce, lingua, linguaggio non verbale) Altro aspetto fondamentale che riguarda l’apparenza è la distinzione tra credibilità e verità: Per Go man non è importante se una rappresentazione è vera o falsa, ma piuttosto è interessato al fatto che una rappresentazione sia o meno credibile e coerente. Una rappresentazione riesce nella misura in cui i testimoni possono credere che gli attori siano sinceri; Quindi nella vita quotidiana, Go man ci dice che non è importante se quello che ci dicano sia vero o falso, ma se lo dicono in maniera che la loro “rappresentazione” sia coerente. Es. Se noi andiamo dal medico, di base tendiamo a credere a ciò che ci dice; Se questo medico si mettesse a fumare nel suo studio ciò non sarebbe coerente al suo ruolo sociale, e questo è probabilmente più grave e ci verrebbe da pensare che non tutte le informazioni che ci ha dato siano giuste. Go man ha avuto l’intuizione di guardare all’interazione quotidiana sotto la lente del “rituale”, per Go man infatti l’interazione quotidiana è un rituale sociale —> se è un rituale ciò che conta è che sia coerente al suo interno. Questo rituale è caratterizzato da: - una compresenza - Conversazione con un focus condiviso —> intenzione di parlarsi, di capirsi; “trans-socializzata” - Una conversazione può creare un emozione condivisa - Una conversazione ha degli oggetti sacri - In caso di rottura del rituale o di “interruzione” della conversazione, si ha rabbia e punizione Di erenza tra rituale di Durkheim e rituale di Go man Durkheim Go man Rituale speciale Interazione quotidiana Punto di vista macrosociologico Livello Microsociologico Società o grandi gruppi Gruppi molto piccoli Gruppi stabili Incontri brevi, e attenzione agli aspetti materiali ff ff ff ff ff ff ff ff ff ff Quali sono gli oggetti sacri per Go man? Il Self Per Go man la conversazione è un rituale che venera il Self come oggetto sacro. Le buone maniere, i saluti, l’etichetta che si usa nelle conversazioni sono strategie volte a rispettare il self altrui ma nello stesso tempo a far rispettare il proprio. Es. se saluto una persona la rispetto e mi aspetto di essere rispettato a mia volta ricevendo un saluto, se non vengo salutato mi infastidisco perché il mio self non è rispettato. Go man ci parla anche di auto-de nizioni: 1. Ogni individuo che possiede certe caratteristiche sociali ha il diritto di pretendere che gli altri lo valutino e lo trattino in modo appropriato. 2. Un individuo il quale esplicitamente o implicitamente dichiara di avere certe caratteristiche sociali dovrebbe in e etti essere ciò che pretende di essere.(Diritto di essere trattato come merita ma dovere di apparire coerente con quello ciò che ha dichiarato) —> riassunto di quello che è il contratto sociale tra esseri umani Un contratto organizza diritti e doveri da entrambe le parti, questo è un riassunto di quali sono diritti e doveri all’interno di una conversazione Il rispetto del sé è un diritto, non è una compiacenza o un bene cio. —> non si rispetta perché si è buoni. Go man riprende il concetto della de nizione della situazione dell’interazionismo simbolico: - Per Go man il modo in cui la situazione d’interazione viene de nita determina i ruoli “teatrali” che sono previsti da quella situazione. Es. se de nisco una situazione medica, i ruoli saranno quelli del medico e del paziente - Il modo in cui viene de nita la situazione comporta anche diversi ruoli gerarchici in quella situazione —> es. visita medica = ruoli medico e paziente = la persona che riveste il ruolo di medico avrà un “potere” sul paziente; Viene utilizzata per manipolare le situazioni. (Tratto cinico) - Il focus è lo status —> il potere dei diversi gruppi all’interno dell’organizzazione, anche se sulla ribalta tutti i ruoli gerarchici mostrano le caratteristiche del loro ruolo sociale, sul retroscena non vuol dire che sia la stessa cosa (es. gli operai sulla ribalta eseguono gli ordini, non è detto che lo facciano nel retroscena) Di erenza tra Go man e l’interazionismo simbolico: Interazionismo simbolico —> non tiene in considerazione l’asimmetria di potere tra i partecipanti X ed Y nell’interazionismo simbolico sono pari, i diversi self hanno lo stesso status. Go man —> Per lui esistono le di erenze di potere. Queste asimmetrie di potere sono espresse nella facciata; I limiti dell’approccio di Go man (rituale dell’interazione): - Perché e in quali condizioni emerge il culto del self? Il sé non esiste nello stesso modo in tutte le culture, non è universale. Il self come da lui inteso è una concezione tipica di una società occidentale benestante, e questo culto del sé è un aspetto derivato dal cristianesimo. (il cristianesimo dà molta importanza agli individui); Altre culture che hanno altre concezioni religiose non hanno questo culto dell’individuo come nel cristianesimo. - Go man studia un preciso momento temporale e non contestualizza storicamente le sue analisi - Non contestualizza le sue analisi alle culture speci che che studia (ospedali psichiatrici, relazioni industriali, salotti borghesi…) ff ff ff ff ff ff ff fi ff fi ff ff ff fi ff fi fi fi fi La Costruzione sociale della realtà (1967) Alla base di questa c’è il Teorema di Thomas (1938) —> chiamata anche “profezia che si auto- avvera” “Se gli uomini de niscono reali le situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze” La costruzione sociale della realtà ci dice che ciò che noi percepiamo come reale è prodotto, trasmesso e conservato tramite i processi sociali. Ci sono due movimenti simmetrici e complementari nella costruzione sociale della realtà: - Esteriorizzazione - Interiorizzazione Esteriorizzazione: È un momento di azione e reazione (es. cedere il posto sul bus ad un anziano) Queste azioni e reazioni, venendo ripetute più volte, diventano prassi Persone sconosciute si comportano le une con le altre secondo queste abitudini reciproche —> istituzionalizzazione Interiorizzazione: Il processo di reintroduzione delle abitudini oggettivate e istituzionalizzate nella coscienza di un soggetto attraverso il processo di socializzazione fi Alfred Schutz Schutz scrive “fenomenologia della vita sociale” (1932) Fu un tentativo di far comunicare la loso a fenomenologica e le scienze sociali. Schutz si pone il problema di come la conoscenza di senso comune venga prodotta e distribuita *conoscenza di senso comune —> tutta la conoscenza che abbiamo appreso nella socializzazione (fare la spesa, cosa sono i mezzi di trasporto…) Com’è che alcune forme di conoscenza vengono date per scontate e altre sono messe in discussione? Questa domanda parte da due punti: - Schutz si pone il problema della conoscenza ordinaria/quotidiana, per utilizzare l’elettricità non abbiamo bisogno di sapere come funziona una centrale elettrica. Schutz dice che la conoscenza di senso comune è quella che funziona come un automatismo (non è una conoscenza approfondita). - La conoscenza viene creata in maniera circolare —> la conoscenza è socialmente distribuita, dagli antenati questa conoscenza ci giunge già organizzata con soluzioni ai problemi ecc…; la conoscenza nostra in realtà è la conoscenza acquisita da altri (i nostri insegnanti/ predecessori). —> approccio micro ma con spiegazione sulla produzione delle macrostrutture Da queste due assunzioni Schutz parte per farsi la domanda: com’è che alcune come di conoscenza le diamo per scontate e altre no? Schutz identi ca 3 tipi ideali di conoscenza: - L’esperto —> conoscenza estesa ad un campo limitato, che però conosce perfettamente, in maniera approfondita; la sua conoscenza è veri cata dalla comunità di esperti. - L’uomo della strada —> conoscenza estesa a tantissimi campi, ma magari non sono connessi (es. sa cucinare la pasta, cambiare una ruota). Sono conoscenze non specialistiche, organizzate come “ricette”, non conosce speci che di determinate cose. Per lui la conoscenza deriva dai propri sentimenti istintivi. - Il cittadino ben informato —> i campi sono illimitati, e ogni aspetto può diventare potenzialmente problematico se il cittadino è interessato. La conoscenza di questa tipologia deriva dagli studi. Tutti noi possediamo queste 3 tipologie di conoscenza contemporaneamente, abbiamo diversi ambiti di interesse ed in base a ciò possediamo per quell’interesse uno di quei 3 tipi di conoscenza. La conoscenza dell’uomo della strada è quello in cui l’automatismo è maggiore (si da + velocemente per scontata quella cosa) Ogni persona utilizza tutte e 3 tipologie di conoscenza, ma cosa fa la di erenza, perché con alcuni argomenti mi comporto in un modo e con altri in un altro? Questo succede perché noi applichiamo questi tipi di conoscenza in base ai nostri interessi. Diverse zone rispetto al nostro interesse: Es. il mio interesse è imparare a fare parapendio: - Zona 1 immediata portata: informazioni sul parapendio, sui venti… —> chiara conoscenza e dettagliata - Zona 2 fuori portata: conoscenza delle regole per lanciarsi, del meteo, per evitare i fi fi fi fi fi ff rischi - Zona 3 relativ. Irrilev.: conoscenza che diamo per scontata; tra co dei veicoli (io volo e non mi interessa), potrebbe interessarmi però in fase di atterraggio - Zona 4 assol. Irrilev.: non ha attinenza col mio interesse, quindi non mi pongo il problema. A cosa servono queste zone d’interesse dal punto di vista dell’interazione? Schultz adotta questo modello per spiegare le interazioni, e lo fa distinguendo attribuzione di importanza intrinseche e attribuzioni di importanza imposte: - intrinseche: quelle che derivano dai nostri interessi; conoscenze a cui dobbiamo dare più importanza per raggiungere i nostri interessi e obbiettivi - Imposte: Eventi e situazioni che ci vengono imposti che non corrispondono a questi interessi, anche queste imposizioni ci sono sistemi di attribuzione d’importanza Schultz descrive l’interazione tra X ed Y come DISTRIBUZIONE SOCIALE DELLA CONOSCENZA X ed Y hanno due sistemi di attribuzione d’importanza —> mettiamo che X ed Y siano una appassionato di parapendio e uno appassionato di aerei leggeri Hanno una zona comune di immediata portata —> studio dei venti Se X ha un posto nella zona immediata di Y ed Y ha un posto nella zona immediata di X, quella zona sarà una zona comune di immediata portata, una zona strategica per entrambi. -> si sintonizzano —> all’interno di questo spazio comune X può agire su Y e viceversa MA solo 1 spazio è in comune, non gli altri, ci sono zone di conoscenza che sono importanti solo per una delle due persone —> questo ha una conseguenza, quale? Dati X e Y e una zona di immediata portata, nell’interazione le attribuzioni di importanza intrinseche di X sono imposte per Y e viceversa ffi Schultz stabilisce 4 fonti di conoscenza in base a 2 criteri: - Quando il soggetto ha un rapporto diretto o meno con l’evento - Quando la conoscenza è intrinseca o imposta Quando abbiamo un interesse intrinseco su un tema e c’è un’esperienza diretta: Testimone oculare —> io mi derò di lui perché ha avuto un’esperienza diretta Quando si tratta di un interesse imposto e c’è un esperienza diretta: Iniziato —> io credo a quella fonte perché ha avuto esperienza diretta, ma non è un evento che per me è importante Quando si tratta di un interesse intrinseco e c’è un esperienza indiretta: Analista —> io credo all’analista perché ha i miei stessi interessi ma non ne ha avuto un esperienza diretta, perciò io gli credo perché posso controllare i fatti essendone esperto Quando si tratta di un interesse imposto e c’è un esperienza indiretta: Commentatore—> credo al commentatore anche se i suoi interessi sono diversi dai miei, perché mi da la possibilità di formare una conoscenza chiara su un qualcosa che non mi riguarda anche se ha avuto esperienza indiretta fi Sociologia Costruttivista Cos’hanno in comune la Teoria di Thomas, la fenomenologia sociale di Schutz e la costruzione sociale della realtà di Berger e Luckmann? Tutti e tre sostengono che non è possibile ottenere una conoscenza oggettiva e univoca della realtà sociale. Loro stabiliscono che la realtà è costruita socialmente, ovvero che si può arrivare ad un univoca de nizione della situazione solo attraverso dei processi sociali. Es. per anni si è discusso sulla de nizione da dare al cambiamento climatico —> tendenza naturale del pianeta terra o è causato da attività umane? Oggi sappiamo che è causato da attività umane, ma per arrivare a ciò siamo passati attraverso processi sociali in cui le conoscenze di esperti, di scienziati hanno portato sempre più evidenze scienti che a favore di questo argomento. —> tuttora c’è chi non lo da per scontato Le tre teorie, la teoria di Thomas, la fenomenologia sociale e la costruzione sociale della realtà, possono essere racchiuse nell’etichetta “sociologia costruttivista”, che si contrappone alla sociologia positivista. Sociologia Positivista Sociologia costruttivista Realtà oggettiva e univoca Realtà non esiste in un solo modo, ma può essere interpretata in maniere diverse Es. quanti devianti ci sono in un area urbana? Quali meccanismi hanno portato a identi care certi comportamenti come devianti? La maggior parte delle persone pensano che i media rappresentino oggettivamente la realtà, e ci scandalizziamo quando alcuni la distorcono evidentemente. —> in realtà è evidente che i messaggi mediatici ci parlano non solo del contenuto che rappresentano ma anche di chi l’ha creato; non è una realtà univoca ma è la rappresentazione della realtà fatta da uno speci co attore della comunicazione. Questo non implica la menzogna, appare semplicemente come diversi attori della comunicazione “enunciatori”, costruiscono la realtà in modo diverso e quindi queste sono le conseguenze delle diverse costruzioni della realtà fi fi fi fi fi La scrittura Jack Goody, antropologo dell’Università di Toronto, si pone una domanda: “Come pensavano e comunicavano le popolazioni arcaiche, prima dell’introduzione della scrittura?” L’eredità culturale, per Goody, si riferisce a tutte le conoscenze di una data società, la quale cercherà di tramandarle a tutte le generazioni successive. L’eredità culturale viene trasmessa attraverso le generazioni attraverso 3 modi principali: - i modi di agire —> osservavano ad es. come accendere il fuoco e così imparavano - Artefatti/oggetti —> es. una lancia è un modo di trasmettere conoscenze su come costruirla, su come cacciare e/o pescare - Linguaggio Come facevano quindi le società analfabete prima dell’avvento della scrittura? I caratteristica: Le società orali analfabete sono caratterizzate dal fatto che la trasmissione culturale non avviene attraverso vocabolari I vocabolari sono delle forme istituzionalizzate di conoscenza della lingua. Come si fa però a sapere il signi cato di una parola in una società dove non esiste la scrittura? Molteplici signi cati delle parole si registrano nel tempo tramite la scrittura, con i vocabolari; Se nella società orale analfabeta la parola che si pronuncia può avere solo il signi cato che ha nell’interazione, i signi cati non si accumulano —> i signi cati più antichi e non + in uso vengono persi. II caratteristica: Un signi cato di una cosa, per riconoscerla, non ci può arrivare dalla sola parola, abbiamo bisogno di vederla e toccarle —> il signi cato è costruito solo in situazioni concrete, perciò se una cosa la vedono e ne fanno esperienza, dato che non ci sono disegni e/o foto III caratteristica: Adattamento funzionale del linguaggio —> es. in nlandese ci sono tanti modi per dire neve in base al contesto Le culture assumono un linguaggio tanto più speci co quanto più un fenomeno è frequente Laccio emostatico* Goody parla di funzione emostatica* della memoria —> la conoscenza uisce come un uido, nella società senza scrittura la memoria funziona come un laccio emostatico, ovvero blocca il usso di conoscenza Nel tempo, di generazione in generazione, le informazioni che non sono più rilevanti vengono dimenticate (quando non c’è la scrittura) IV caratteristica: organizzazione emostatica della tradizione —> ciò che non ha rilevanza sociale viene dimenticato (se viene scoperto un modo più e cace di pescare, quello precedente viene dimenticato) V caratteristica: Il passato viene percepito come continuo presente —> se il passato più remoto viene dimenticato, e il passato più recente non viene mai ssato nella scrittura, il tempo viene percepito come un continuo presente VI caratteristica: Trasmissione culturale avviene attraverso conversazioni faccia a faccia La cultura alfabetica - introduzione della scrittura Cambia il rapporto con il passato; fl fi fi fi fi ffi fi fi fi fi fi fl fi fl Per Goody l’evento principale dell’introduzione della scrittura è che avvenimenti, dati… possono venire registrati su supporti materiali e durevoli che durano oltre l’interazione. Questo, introduce un senso del passato, di qualcosa che è avvenuto ed è stato registrato, e noi possiamo comunque accedervi nel presente. Caratteristiche: - i signi cati di una parola creati in diversi momenti storici si accumulano - La relazione simbolo/referente diviene astratta, non più connessa a episodi tangibili —> riconosco la mela non solo perché la vedo ma perché posso vederne dei disegni o leggerne sui libri - Introduce il pensiero astratto, si può pensare anche ciò di cui non si ha esperienza diretta (posso pensare alle Maldive anche non ci sono mai andata) - Nasce un’idea di passato come realtà oggettiva, registrata per iscritto (oggettivo è dato dal supporto che rimane lo stesso indipendentemente da chi sia il lettore) - Con la scrittura la funzione omeostatica viene annullata, anzi la memoria collettiva di una società cresce con gli archivi - Si instaura un atteggiamento critico nei confronti del mondo passato, che magari è incoerente rispetto al presente - Mito e storia non convivono più, il mito è sostituito dalla storia - La trasmissione culturale ora avviene non solo con le conversazioni faccia a faccia, ma anche per iscritto Quindi.. per Goody la di erenza tra pre-scrittura e scrittura - Nella pre-scrittura caratteristica della memoria emostatica che però non opera nelle società con la scrittura - La scrittura permette di distinguere ciò che avviene nel passato come realmente avvenuto e quindi come oggettivo fi ff La Stampa La stampa è stata inventata in Cina attorno agli anni 1000, con un sistema di caratteri mobili, prima in legno e poi in terracotta. Nel 1450, Gutenberg in Europa inventa un nuovo metodo di stampa tramite l’adozione di tecnologie già esistenti —> (similare ad un aggeggio per pressare l’uva) Anche l’apparecchio di Gutenberg prevedeva i caratteri mobili, ma stavolta i caratteri erano realizzati in metallo con un inchiostro a base d’olio, e non più in terracotta. Solamente 2 anni dopo l’invenzione di questa macchina da stampa, fu stampata la prima versione della bibbia in 240 copie. L’invenzione della stampa si di onderà in Italia nel 1465 a Venezia Nel 1470 invece si di onde a Parigi (città universitaria, ecco perché) Nel 1473 a Valencia Nel 1476 in Inghilterra Nel 1495 a Lisbona 51 anni dopo l’invenzione della stampa, il papa Alessandro VI annuncia la scomunica per chi stampa senza l’autorizzazione ecclesiastica (il famoso “bollo papale”). Sembra che il papa non abbia avuto molto successo, perché dopo 20 anni Calvino e Lutero pubblicano e i loro testi si di ondono per tutta l’Europa del nord. Anche gli scienziati utilizzano la stampa, come Copernico, che pubblica il suo libro “sulle rivoluzioni delle sfere celesti” che non sarà apprezzato dalla chiesa. Quali sono le conseguenze sociali della stampa? La stampa è una nuova tecnologia della comunicazione che rischia di cambiare la società; Eisenstein traccia questi cambiamenti, concentrandosi però solo sull’Europa nel 15esimo secolo, crea inoltre una correlazione tra stampa e modernità* *modernità periodo nella storia europea che comincia nel 1600 ed è caratterizzata dalla perdita di rilevanza delle religioni, dalla nascita della scienza e la riscoperta dell’uomo come centro di tutte le cose) Conseguenze: 1. Esplode il numero di libri prodotti —> in 50 anni furono prodotti circa 8 mln di libri, più di quanti ne fossero stati prodotti in Europa con metodi amanuensi nei 1200 anni precedenti 2. Trasformazione delle forme di consumo—> maggiore alfabetizzazione e maggiore accesso ai libri + i libri non sono più trascritti dall’antichità ma sono anche creati di nuovi, conseguentemente ci sono molti più tematiche e argomenti. 3. Trasformazione della produzione —> per produrre un manoscritto servivano tante professionalità, ora molte professioni invece con la stampa diventano inutili e altre nuove se ne creano (produttori di carta, autori, maestri stampatori), nuovi luoghi di produzione (le stamperie) 4. Nascita di un ceto culturale —> ci sono più copie degli stessi testi, quindi questi testi possono essere letti contemporaneamente da persone lontane e sconosciute; così nasce la “repubblica delle lettere” ovvero un gruppo di persone studiose che leggono gli stessi testi e li “commentano” insieme attraverso corrispondenza 5. Nasce l’ordine alfabetico (a,b,c,d…), cataloghi ordinati 6. Nascita degli user content —> si invitano i lettori ad essere più attivi, gli stampatori chiedevano loro di veri care e di segnalare eventuali errori tra un edizione ed un’altra dello scritto, o anche semplici errori di stampa (“corruzioni testuali”) 7. La stampa su carta porta ad conservazione sconosciuta —> la pergamena si rovinava più velocemente, essendo materiale organico animale; prima la pergamena doveva essere protetta in determinate condizioni e luoghi, oggi la carta non avendo questi problemi può essere esposta al pubblico ed essere disponibile per chiunque ff fi ff ff 8. Libri in lingue locali, non più in latino/greco —> la stampa permette di pubblicare anche in lingue diverse dal latino (che era la lingua del clero), non era permesso dalla chiesa, ma gli stampatori tedeschi e olandesi ottennero il permesso di stampare alcune copie liturgici e religiosi in lingua locale 9. Nasce il concetto di autorialità —> prima non c’era orgoglio per le proprie opere, non ci si considerava autori; adesso invece si pronunciano autori in cerca di fama, vengono introdotti il concetto di proprietà letteraria e di plagio 10. Nascita di un nuovo spirito commerciale —> erano necessari grossi nanziamenti per aprire una stamperia, questo capitale l’avevano i mercanti, per cui loro divennero attori chiavi della nuova società basata sulla stampa, e questi mercanti possono iniziare anche a pagarsi la “pubblicità” I maestri stampatori assumono un potere di di usione e produzione di cultura che prima era stato riservato solo alla chiesa. Correlazione tra stampa e scienza La stampa è stata fondamentale per la nascita della scienza. Copernico fu uno dei primi autori dell’eliocentrismo, era nato in quella che é oggi la Polonia nel 1473; Sarà studente all’università di Cracovia, seguendo le lezioni di Astronomia. A partire da queste lezioni iniziò ad essere insoddisfatto delle teorie astronomiche che aveva imparato. —> questa insoddisfazione lo portò a comparare diversi testi stampati, e si rende conto che i calcoli prodotti da un autore non corrispondono con quelli di un altro e così via, e fu così che iniziò a criticare le teorie astronomiche che aveva imparato. Copernico iniziò così da solo a fare analisi sull’astronomia, e da ciò venne prodotto “La rivoluzione delle orbite celesti” Fu questo il trattato su cui Galileo basò i suoi studi e sviluppò il metodo empirico basato sull’osservazione, attuando la rivoluzione scienti ca. ff fi fi Teorie delle comunicazioni di massa I mezzi di comunicazione di cui parliamo sono “Moderni” perché si sono imposti nel 19esimo e il 20esimo secolo. Uno dei mezzi di comunicazione di massa, anzi il primo, è la stampa. —> da un autore un “Informazione” viene di usa in maniera broadcast a molte persone Con Mass Media ci riferiamo a delle tecnologie, che permettono di raggiungere un numero inde nito di utenti, mentre il messaggio è controllato da un unico punto di emissione. I mass media sono molteplici e sono stati studiati da una disciplina chiamata “Media Studies”. I mass media hanno ovviamente delle implicazioni e delle conseguenze sociali, e per spiegarle sono nate delle teorie, a partire dal 1930. —> molte si basano sulla teoria matematica dell’informazione. La teoria ipodermica o del proiettile - 1930 Il 1930 è il periodo tra le due guerre, dove durante la prima la propaganda aveva visto un enorme successo. Su entrambi lati del fronte, i giovanissimi correvano ad arruolarsi —> gli annunci alla radio invitavano ad arruolarsi, e i ragazzi lo facevano Il successo della propaganda via radio ha portato a rendersi conto degli e etti enormi che potevano avere i mass media, quindi sono cominciati ad emergere degli studi che si chiedevano come i MCM possono in uenzare le scelte delle persone. Perché teoria del proiettile? Perché intuiscono che quando i MCM colpiscono qualcuno, in uiscono sul suo comportamento nel modo in cui il messaggio dice di agire. Ci si rende conto che questi mezzi non funzionano solo per far arruolare le persone, ma anche a ni commerciali, così nascono le pubblicità. Secondo la teoria del proiettile, un messaggio come “compra il detersivo X” farà correre le persone a comprarlo. È una teoria semplicistica, si magari funzionava con popolazioni analfabete… Ma nello stesso tempo funzionava dando una serie di cose per scontate: - che ogni messaggio raggiungesse degli individui che ascoltassero la radio da sole - Che i messaggi avessero un in uenza diretta, che non ci fossero mediazioni - Che le persone facessero esattamente ciò che il messaggio richiedeva, e non che agissero in maniera opposta o diversa La teoria del proiettile però ha un’idea di società ben precisa, un’idea di società di massa: - aggregato omogeneo di soggetti uguali - Questi individui non hanno interazione tra loro, sono soggetti isolati —> questa è una visione ricorrente nella sociologia della modernità Idee della teoria ipodermica: fi fi fl fl ff fl ff 1. Se gli individui sono soli davanti ai MCM questi diventano indifesi, passivi, rispetto a dei messaggi si trovano isolati e incapaci di interpretarli, e per questo rispondono ai media senza opporre resistenza 2. Sono esposti a messaggi che non provengono dalla loro cultura di riferimento, un mondo diverso rispetto alle realtà piccole e locali in cui la maggior parte delle persone sono abituate a vivere. —> queste culture più nazionali/u ciali hanno un fascino e quindi le persone si fanno “manipolare” 3. Questi individui isolati, da soli davanti ai MCM, li recepiscono come moderni rispetto alla loro cultura, ed è per questo che si parla di proiettile; La radio raggiunge l’obbiettivo come un proiettile verso una persona indifesa e vulnerabile Quale approccio sociologico si vede all’opera nella teoria ipodermica? Teorie psicologiche comportamentiste di Blau Il modello della teoria ipodermica vede: S —> R (stimolo —> risposta); Ad ogni stimolo equivale una risposta (o ricompensa di Blau) Critiche alla teoria ipodermica: - Immediatezza —> reazione diretta tra esposizione ai messaggi (stimolo) e comportamento (risposta); Non perché siamo esposti ad un messaggio signi ca che ci comporteremo come ci dice - Asimmetria comunicativa —> l’iniziativa della comunicazione risiede solo nel comunicatore e gli e etti sono esclusivamente sul pubblico - I ruoli di emittente e ricevente sono indipendenti da altri rapporti sociali —> pubblico isolato che ascolta radio/tv da sola, senza discuterne o farne parola con qualcuno Adotta inoltre anche il modello comunicativo della teoria matematica dell’informazione Teoria Psicologica della persuasione - 1960-70 La teoria psicologica della persuasione, a di erenza della teoria ipodermica, aggiunge uno step in più a mediare tra stimolo —> risposta; Si sviluppa nel momento in cui ci si è resi conto che alcuni messaggi non avevano successo, ecco perché è stato aggiunto un ulteriore fattore. Modello teoria psicologica della persuasione: Stimolo —> Personalità —> Risposta; S —> P —> R Questa teoria ci dice negli individui vi sono di erenze nella personalità, solo gli stimoli che interagiscono positivamente con i tratti speci ci della personalità vengono seguiti. Es. la pubblicità dice “questo detersivo è il preferito delle brave casalinghe”, se la mia personalità è quella della brava casalinga andrò a comprare quel detersivo, se non lo è no. Quindi… rapporto stimolo risposta mediato dalla personalità Questa teoria non ha obbiettivi scienti ci, ma cercava anzi di in uenzare gli individui per scopi elettorali, pubblicitari o propagandistici; Per questo era promossa dagli organi governativi o dalle aziende intenzionate ad incrementare le proprie vendite. —> teoria “amministrativa” Erano ricerche che duravano periodi limitati, e venivano utilizzati principalmente metodi psicologici basati sull’impatto dei messaggi sugli individui. Questo approccio era sperimentale, si basava su alcune variabili dipendenti, altre indipendenti e altre costanti; ff fi ffi ff fi ff fi fl Es. ci si chiedeva se essere conservatori o progressisti in uisse sull’accettazione di un messaggio di Biden Variabile indipendente: Conservatore o progressista Variabile dipendente: accettazione del messaggio o meno Variabili costanti: età, genere… Cosa si è scoperto con queste ricerche? - correlazioni tra conoscenza pregressa di un argomento e interesse al messaggio (se un arg. Veniva già conosciuto c’era più interesse per il messaggio via radio) - Correlazioni tra convinzioni pre-esistenti e esposizione all’informazione (io seguirò un programma che va nella stessa direzione delle mie convinzioni), viene chiamata anche esposizione selettiva - Non c’è correlazione tra il contenuto del messaggio e la risposta dell’audience; le persone piuttosto interpretano i messaggi secondo le proprie attitudini pregresse (percezione selettiva) - Di fatto i mass media non ci fanno cambiare opinione, ma rinforzano le nostre credenze pregresse. - Le emittenti più credibili (emittenti istituzionali, nazionali) hanno un e etto maggiormente persuasivo - Gli interessi e la familiarità con un tema tende ad avere più in uenza Perciò, il processo comunicativo viene mediato da una serie di variabili psicologiche; infatti non si parla più di manipolazione, ma di persuasione. Tuttavia, pur prendendo in considerazione tutta le variabile psicologiche, i MCM non hanno grande in uenza perché non hanno a che fare con individui isolati L’approccio degli e etti limitati È una variazione delle ricerche precedenti, condotta sempre attorno agli anni ’70, che restituisce però valore ai rapporti sociali. Non ci si chiede come la tv in uisca sul singolo, ma su delle persone che vivono in una società. Questo approccio è sempre basato sulla ricerca empirica, e si preoccupa sempre sull’impatto dei media, sulla scelta elettorale e sulla scelta di consumo. Vedono i MCM non come l’unica forma di comunicazione nella società di massa, ma come una forma di comunicazione all’interno di più ampie relazioni sociali. Quindi questi non manipolano le persone, nemmeno le persuadono, piuttosto le in uenzano. In poche parole, l’approccio degli e etti limitati considerano anche i contesti sociali in cui i MCM si inseriscono. I primi studi sono più descrittivi: ci si chiede perché certe persone ascoltino/guardino certi programmi —> cercano una correlazione tra classi sociali e scelta del programma Con il tempo le ricerche diventano più so sticate, prendono in considerazione le caratteristiche dei contesti sociali dell’opinione pubblica —> si interrogano su come viene costruita questa opinione Cosa si scopre? - Opinion Leader - Flusso di comunicazione a due livelli - Cristallizzazione sociale delle opinioni 1. Opinion leader Non tutte le persone che ascoltano la radio/tv hanno la stessa capacità di in uenzare le altre, ci sono degli opinion leader (persone interessate ad un determinato tema) che in uenzano il resto della popolazione. —> es. cittadino ben informato di Schutz fl ff fl ff fi fl fl ff fl fl fl 2. Flusso di comunicazione a due livelli Gli individui non vengono in uenzati direttamente dai MCM, ma gli Opinion leader agiscono come mediatori fra i MCM e i membri del gruppo di riferimento 3. Cristallizzazione sociale delle opinioni Quando le convinzioni, le opinioni degli individui sono incerte, oltre gli opinion leader sono fondamentali anche le interazioni con le persone a noi più vicine (la famiglia, gli amici…) —> sono più importanti degli opinion leader, per noi Il modo in cui noi creiamo opinioni è una commistione di rapporti mediati dai mass media ma anche dei rapporti faccia a faccia (la dimensione sociale non viene meno), e i mass media hanno un ruolo solo all’interno di queste reti sociali. L’individuo non è isolato quando viene raggiunto dai messaggi dei mass media, vive all’interno di reti sociali e perciò gli e etti dei mass media sono limitati perché non sono gli unici messaggi a cui l’individuo è sottoposto, ma questi messaggi vengono interpretati tramite l’interazione dei gruppi sociali. La “Filter Bubble” - Camera di risonanza È quel fenomeno per cui i contenuti a cui abbiamo accesso sono messaggi che vengono ltrati da algoritmi ff fl fi Teoria funzionalista dei media La domanda che si pone la teoria funzionalista è: Che usi facciamo dei media, quali funzioni hanno nella società? Approcci precedenti: si concentrano sugli e etti Approccio funzionalista: usi e funzioni Nel funzionalismo la società è orientata a soddisfare delle funzioni: organizzazioni, istituzioni sono creati per svolgere queste funzioni. Le 4 funzioni modello AGIL/LIGA (Parsons): - economica (adattamento) - Politica (raggiungimento degli obbiettivi) - Culturale (latenza) - Integrativa (sistema legale) —> ognuna di queste funzioni svolge un ruolo fondamentale per il mantenimento del sistema I mezzi di comunicazione fanno parte della funzione “latente” o culturale, forniscono e di ondono i modelli culturali di una società. Gli approcci funzionalisti, inoltre, rispetto agli approcci precedenti, non hanno interessi speci ci (far comprare un prodotto da parte delle persone) ma si interessano sulle funzioni che i media rivestono nelle società. Quali sono quindi le funzioni dei MCM? 1. Permettono di allertare i cittadini in caso di pericolo 2. Forniscono strumenti per condurre attività commerciali 3. Creano il sistema delle celebrità (danno prestigio a chi si compare su essi) 4. Ra orzano il prestigio dei cittadini ben informati, gli danno visibilità 5. Ra orzano le norme sociali, ovvero ciò che viene considerato lecito o no in una società (mezzo di socializzazione) Approccio degli usi e grati cazioni Secondo questo approccio, la gente usa i MCM per soddisfare i propri bisogni, per avere delle grati cazioni. Ma quali bisogni soddisfano i media? 1. Cognitivi —> ottenere informazioni, migliorare la comprensione 2. Emotivi —> vivere esperienze emotivamente e/o esteticamente appaganti (amore ecc…) 3. Integrativi a livello individuale —> si consumano dei media per rassicurarsi, per incrementare il proprio status sociale… (leggere il giornale ci fa sentire più informati) 4. Integrativi a livello sociale —> la situazione sociale crea un aspettativa di conoscenza di determinati messaggi, e si ricerca la loro conoscenza con i media per sentirsi parte di un gruppo 5. Evasione —> si evade da una realtà che ci mette a disagio/fa stare male tramite il consumo dei media che attenuano queste sensazioni ff ff fi fi ff ff fi Abbiamo con questo approccio un ribaltamento di prospettiva: Approcci amministrativi —> credevano che il contenuto producesse degli e etti (contenuto—> e etti) Approccio usi e grati cazioni —> da un bisogno umano una persona si espone volontariamente ai MCM (bisogno —> esposizione) Il ricevente è quindi una parte attiva del processo comunicativo, è lui a decidere se questa comunicazione ci sarà o meno, non è uno spettatore passivo che si fa manipolare da un contenuto. Studi culturali sull’Audience - anni ’60 Soprattutto in ambito britannico i cultural Studies hanno cominciato a studiare l’audience televisiva —> come si comporta? Ci si concentra maggiormente sul pubblico piuttosto che sul contenuto Si concentrano sul signi cato che il pubblico dava ai programmi, il fatto che ne resistevano, magari guardano un programma solo per criticarlo e non solo perché piace, in quale contesto questi vedevano un determinato programma… Questi studi si concentrano sui contesti di fruizione: Es. guardare una partita di calcio in un contesto di tifosi del Milan piuttosto che di tifosi dell’Inter Es. ascoltare la radio in macchina o mentre si fa yoga.. Il focus inoltre è sui momenti della quotidianità in cui ci si espone ai MCM; La casalinga ascolta le soap opera mentre pulisce dopo pranzo, mentre magari la sera quando tutta la famiglia era in casa si guardavano altri programmi Soprattutto è stato dimostrato che i MCM si adeguano ai ritmi domestici più che in uenzarci su ciò che devo vedere —> i MCM sono cuciti come vestiti sulle vite quotidiane delle persone Uno studio che approfondisce questi temi è quello di Thompson… Forme di interazione tra audience e mass media - Thompson I mezzi di comunicazione di massa hanno introdotto nuove forme di comunicazione che prima non esistevano, forme di comunicazione tra i broadcaster ed il pubblico; Queste possono essere iniziate dai broadcaster, ma ci sono una serie di risposte da parte dell’audience (non solo passiva) L’audience è ATTIVA, e queste secondo Thompson sono le attività svolte dal pubblico: 1. Elaborazione discorsiva 2. Appropriazione 3. Azioni di risposta concertate 1. Elaborazione discorsiva —> i messaggi dei media vengono sviluppati, commentati, interpretati dal pubblico, che ne discute tra di loro in compagnia. Può coinvolgere anche persone che non hanno visto un lm/prodotto insieme, magari parlandone con amici successivamente 2. Appropriazione —> far proprio qualcosa di estraneo; gli individui ricorrono alle proprie conoscenze e competenze per far proprio qualcosa che è stato prodotto da altri, i fan ad esempio si appropriano delle proprie serie tv preferite con il merchandising. fi ff fi fi ff fl 3. Azioni di risposta concertate —> persone che non si conoscono ma reagiscono allo stesso modo ai messaggi dei media (es. movimenti contro la guerra, la caduta della cortina di ferro..) Thompson si chiede in che modo lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa ha in uito sui modelli tradizionali di interazione sociale? Cosa cambia con i MCM rispetto alla comunicazione faccia a faccia? - Lo sviluppo dei mass media ha creato nuove forme di interazione e di relazioni sociali - Lo sviluppo dei mass media determina una riorganizzazione delle dimensioni dello spazio e del tempo (noi siamo qua ora e il video che ci viene mostrato è stato registrato in un altro momento); Ogni mass media include nel qui e ora un altro tempo ed un altro spazio, si chiede quali siano le relazioni tra il tempo presente e quello dei mezzi di comunicazioni di massa… Tra le nuove forme di interazioni crete dai mass media, Thompson ne descrive 3 tipi: 1. Interazione faccia a faccia Abbiamo uno spazio ed un tempo condiviso (presenza), una comunicazioni bi-direzionale e degli indizi simbolici (movimento del corpo, espressioni del viso…) 2. Interazione mediata Uso della tecnologia, separazione nello spazio e nel tempo (distanza), non si condivide lo stesso sistema di riferimento e spesso sono necessarie delle informazioni di contesto (chiamata al telefono, e-mail..) 3. Quasi-interazione mediata Abbiamo una comunicazione mono-direzionale (broadcast), separazione nel tempo e nello spazio (distanza), indizi simbolici molto limitati (i produttori come i conduttori di un programma non accedono alle espressioni del pubblico; gli spettatori vedono solo ciò che c’è davanti alla videocamera, non conoscono cosa c’è oltre quello) Queste 3 interazioni sono distinte da alcune variabili —> presenza/lontananza, comunicazione bidirezionale/monodirezionale, numero di indizi simbolici Thompson riprende poi il lavoro di Go man su ribalta e retroscena per cercare di capire questi 3 tipi di interazione: 1. Interazione faccia a faccia Ribalta —> interagiscono nella cornice d’interazione (se siamo per strada, il marciapiede è la cornice dell’interazione) Retroscena —> fanno le prove, si preparano 2. Interazione mediata Ribalta —> due spazi, due ribalte (io ti parlo al telefono dal mio studio, tu mi rispondi dal tuo studio), in questo caso la cornice d’interazione sono le due ribalte. Retroscena —> ognuno di noi ha il nostro retroscena (2 retroscena) È importante che si tengano separate ribalta e retroscena per ognuno dei due, es. se il mio salotto è il mio studio potrebbero passare i miei gli parlando, loro però fanno parte del mio retroscena. 3. Quasi interazione mediata fl ff fi Ribalta —> c’è solo per i produttori, e consiste in tutto ciò che nisce in inquadratura (in tv) o che si dice in microfono (radio), si chiamano cornici interattive della produzione); Retroscena —> solo per i produttori, tutto ciò che sta fuori dall’inquadratura, cosa c’è dietro la stesura di una pagina di giornale… Per quanto riguarda i fruitori abbiamo le cornici interattive della ricezione: le cornici interattive della ricezione sono i contesti in cui questi mass media vengono fruiti dagli spettatori, e tutto ciò non è mai ribalta perché non viene visto dai produttori. Queste sono in spazi e tempi diversi rispetto a quelli dei produttori. Ne conseguono delle novità: - Per i produttori: maggiori libertà, ma anche incertezza dovuta a mancanza di feedback diretto - Per i riceventi: possono reagire come preferiscono, ma non possono incidere sul contenuto dell’interazione Oltre i modi in cui l’audience interagisce (elaborazione discorsiva, appropriazione, azioni di risposta concertate), anche i produttori attuano nuove forme di interazione: Forme di interazione dei produttori 1. Messaggio diretto al ricevente 2. Messaggio indiretto al ricevente —> due persone sulla ribalta parlano tra di loro ma in realtà stanno parlando al pubblico 3. Eventi mediali —> eventi eccezionali che lo diventano ancor di più grazie all’esistenza dei MCM, interrompono le routine (es.matrimoni reali). Eventi che sono attentamente piani cati, tutta l’attenzione su di essi. Vengono annunciati con grande anticipo (creano aspettative), vengono trasmessi in diretta e attraggono l’attenzione di milioni di persone. Come dicevamo i mass media determinano una riorganizzazione dello spazio-tempo: Se noi siamo a lezione in aula nel giorno x , la professoressa ci mostra dei video che sono stati registrati in un altro spazio e in un altro tempo. —> complicate relazioni spazio temporali Abbiamo tre spazi-tempo 1. Spazio/tempo della produzione (quando è stato registrato il video) 2. Spazio/tempo del messaggio (quando è stato montato il video) 3. Spazio/tempo della ricezione (aula) fi fi Tra nuovi media e i media digitali - Castells Emmanuel Castells si è chiesto in che modo lo sviluppo dei nuovi media in uisce sui modelli di interazione sociale? Ogni nuovo mezzo di comunicazione di massa porta a porsi la domanda su come questo in uirà sul rapporto fra individuo e società. Oggi i media non sono più “Nuovi” Media, ma Media Digitali. Ma vediamo la transizione tra i MCM tradizionali e i Media Digitali: Castells considera un elemento fondamentale, ovvero l’evoluzione e la diversi cazione dei MCM. Questo processo inizia negli anni ’80, tramite delle novità tecniche (cavo, satellite, bra) e la moltiplicazione dei programmi tv, nuove fonti e messaggi (Rete Mediaset approda illegalmente negli anni ’80) —> questa moltiplicazione dei canali fa si che si perda il concetto di audience di massa che guarda uno stesso canale per avere invece un audience segmentata che poteva scegliere il canale da guardare in base ai propri gusti, ideologie, stili di vita. Quindi i nuovi media: - Determinano un audience segmentata, di erenziata - Pubblico più selettivo che può scegliere grazie alla molteplicità di messaggi e fonti a cui sono esposti Potremmo dire che questi sono allora: 1. Diversi cati —> messaggi diversi e specializzati (diversi canali, specializzati in argomenti) 2. Decentralizzati —> molteplici emittenti 3. Personalizzati —> messaggi pensati per target speci ci Queste tre caratteristiche, che in primis nascono con la tv, saranno tipiche anche di internet, delle PayTv, dei mezzi di comunicazione mobili, in generale dei media digitali. Miconi ci dice che tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si ebbe un periodo di transizione dove vecchi e nuovi media si sono co-evoluti: - tv commerciale e payTV diversi cano i contenuti rispetto alla tv generalista (rai) - I primi portali internet iniziano a raggiungere un pubblico sempre più ampio riproducendo l’approccio e i contenuti dei mezzi di comunicazione di massa (Yahoo, MSN, Tiscali…) Msn e Yahoo fornivano informazioni come se fossero giornali, abbiamo quindi un nuovo mezzo (internet) ma i contenuti erano quelli dei mezzi di comunicazione di massa —> ancora internet doveva trovare un proprio linguaggio fi fi ff fi fl fi fi fl Miconi ci dice anche che all’inizio della sua storia, una tecnologia non ha un proprio contenuto culturale, e perciò assume i contenuti delle piattaforme precedenti. —> all’inizio le tecnologie devono trovare dei propri usi e funzioni sociali