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Summary
Questo documento riassume alcuni concetti chiave sulla comunicazione. Vengono presentati diversi modelli di comunicazione, dai modelli cibernetico-informatico fino al modello sociolinguistico di Hymes, evidenziandone le componenti e le funzioni del linguaggio.
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Lezioni 1/2 Primo modello che studia la comunicazione umana: MODELLO CIBERNETICO- INFORMATICO di Shannon e Weaver. Viene descritto all’interno di un approccio informatico o cibernetico alla comunicazione e concepisce il comunicare come la trasmissione di informazioni da un punto A ad un punto B. Gli...
Lezioni 1/2 Primo modello che studia la comunicazione umana: MODELLO CIBERNETICO- INFORMATICO di Shannon e Weaver. Viene descritto all’interno di un approccio informatico o cibernetico alla comunicazione e concepisce il comunicare come la trasmissione di informazioni da un punto A ad un punto B. Gli elementi costitutivi sono 4: fonte/emittente che genera un segnale il quale, passando attraverso un canale, raggiunge il ricevente. Il processo di generazione del segnale si chiama codifica e quello di lettura si chiama decodifica. Secondo modello che studia la comunicazione umana: MODELLO LINGUISTICO di Jacobson che aggiunge altre due componenti al modello di Shannon e Weaver, arrivando a 6 e si concentra sulle funzioni del linguaggio. I due elementi aggiunti sono contesto e il codice. Jacobson individua inoltre una serie di testi con diverse funzioni: Testi a funzione conativa (si focalizzano sul destinatario) Testi a funzione referenziale (si concentrano sul referente) Testi a funzione poetica (focalizzati sul messaggio) Testi a funzione metalinguistica (si concentrano sul codice) Testi a funzione espressiva (emittente) Testi a funzione fatica (canale) Terzo modello che studia la comunicazione umana: MODELLO SOCIOLINGUISTICO di Hymes, anche chiamato MODELLO SPEAKING. Si aggiungono molti elementi che hanno a che fare con il contesto: S: situation che definisce i confini spaziali e temporali interni ed esterni P: participants, quindi il parlante, ascoltatore o pubblico e il destinatario (destinatario vero e proprio o destinatario astante che assiste ad una comunicazione non destinata a lui) E: ends, ossia gli scopi-fini A: act sequences, ossia la forma e contenuto del messaggio in particolare alla sua sequenza K: key, ossia la chiave interpretativa di ciò che viene detto I: instrumentalities, racchiude il canale N: norms, ossia le norme di interazione e interpretazione G: genres, le unità del discorso Altri due elementi appaiono nei vari modelli: rumore (fattori che minacciano e mettono a repentaglio o distorcono la comunicazione) e il feedback (da parte del destinatario. Un messaggio di ritorno che consente di monitorare in continuazione la comunicazione). Lezione 4 Numero di parole dell’italiano: 260/300 mila. Utilizzate in media dalle persone: 7 mila. Bisogna scegliere le parole da utilizzare con riflessione, consapevolezza del contesto e dei destinatari e pratica. Altrimenti si può recare danno alla chiarezza del messaggio e alla correttezza del testo. Evitare parole “difficili” soprattutto se non si sanno scrivere e se si fraintende il significato. Bisogna essere più precisi possibile, utilizzando meno parole possibili (economia di produzione). Evitare parole troppo generiche, parole usate in maniera impropria (es. ho descritto la storia ai bambini), parole o espressioni che creano fraintendimenti, ripetizioni (tranne nel caso di linguaggi speciali dove vengono utilizzati tecnicismi, esempio matematica). I tecnicismi fanno parte di lingue speciali. Si tratta di linguaggi che sono usati da un gruppo di parlanti più ristretto e che devono soddisfare le esigenze comunicative di un certo settore specialistico. Linguaggi settoriali sono legati a settori di studio o ambiti non specialistici come il giornalismo, sport, ecc. Lezione 5 Il testo è la manifestazione fisica di un messaggio inviato da un emittente all’altro. Ci sono 7 principi costitutivi: Coesione, testo è grammaticalmente e sintatticamente corretto. 4 strumenti per utilizzarla: 1. coesione grammaticale, reggenza e concordanze (accordo sogg-verbo, nome-aggettivo, ecc) 2. coesione pronominale, pronomi personali, possessivi, ecc (anafore e catafore. Anafora zero) 3. coesione lessicale, sinonimi (due termini che rimandano a concetti simili, iponimo (esempio garofano, husky), iperonimo (fiore, cane), meronimo (sella, sterzo), olonimo (bicicletta, macchina). 4. Coesione logica, connettivi (creano connessioni tra parti di testo) Coerenza, elementi collegati tra loro in maniera logica. Si considerano coerenti i testi che rispettano le relazioni di causa/effetto, scopo/risultato, ecc. (esempio Mario + prendere le presine + scolare la pasta). Si realizza attraverso 5 aspetti: 1. Unità referenziale, riferimenti coerenti a ciò che si nomina nel testo 2. Unità tematica, argomento generale del testo è comprensibile 3. Unità logica, testo che non deve essere in contraddizione con quello che conosciamo del mondo 4. Unità funzionale, coerente con le proprie finalità 5. Unità strutturale-formale, testo che contiene sequenze riconoscibili e organizzate in base a quello che vuole comunicare; abbia dei confini ben definiti ossia un inizio e una fine. Intenzionalità, emittente vuole comunicare qualcosa Accettabilità, destinatario vuole partecipare allo scambio comunicativo Informatività, quante info nuove dà un testo rispetto a ciò che sappiamo Situazionalità, un testo vive nel suo contesto Intertestualità, testo vive di rapporti con altri testi 3 principi regolativi del testo: Efficienza, caratteristica che riesce a raggiungere i suoi fini in maniera economica utilizzando poco tempo e poche parole Efficacia, testo riesce a realizzare la sua funzione in maniera forte. Esempio una pubblicità dovrebbe essere molto efficace (magari non è stata efficiente perché ci è voluto molto tempo per realizzarla) Appropriatezza, un testo si deve presentare in modo appropriato al contenuto che deve comunicare Lezione 6 Perché si scrive. Tre fasi della scrittura: rilettura, revisione e riscrittura. Lezione 7 Email è una lettera in formato elettronico. Importante rispettare le netiquette (network + etichette), l’insieme delle regole che disciplinano la buona condotta di un utente in rete. Esempio: inserire sempre l’oggetto, non diffondere spam, non inviare catene di Sant’Antonio, non scrivere parole in maiuscolo, ecc. Lezione 8 Abstract: rientra nel testo espositivo. Lo scopo è sintetizzare e spiegare i contenuti di un lavoro di ricerca. È un genere testuale utilizzato per la scrittura scientifica di alto livello di specializzazione. Può presentare delle parole chiave. Registro formale, stile asciutto e breve, lessico specialistico e formulazione impersonale. Non deve esprimere il punto di vista dell’autore. Struttura: presentazione tema trattato, metodologia di ricerca e risultati ottenuti. Deve contenere dati e info contenute nel lavoro di tesi. Lezione 9 Spiegazione di cos’è la tesi e di come è strutturata (indice, capitoli, ecc) Titoli enunciativi: non fanno uso di linguaggio metaforico, presentano subito il tema del capitolo Titoli paradigmatici: utilizzano metafore, allusioni. Utilizzati soprattutto a livello giornalistico. Lezione 10 Testo descrittivo: prevale la descrizione Testo narrativo: fiabe, biografie, poemi, racconti, novelle, romanzi Testo regolativo: presentazione di regole, istruzioni (istruzioni per l’uso, ricettari, leggi, regolamenti, ecc) Testo espositivo: scopo informare il lettore, arricchire le sue conoscenze. Sapere offerto è illustrato e spiegato (articoli di giornale, libri scolastici e universitari) Testo argomentativo: esempio tesi di laurea. Argomentare, mostrare ragionamenti. Presenta la propria tesi, opinione ad un determinato problema. Lo scopo è convincere il destinatario. Presentazione problema. Autore espone la propria tesi in relazione al problema. Porta degli argomenti a sostegno della tesi. Può presentare anche l’antitesi, la tesi contraria alla sua, con i suoi eventuali argomenti a sostegno. Per poi confutare l’antitesi dimostrando la sua falsità. E poi c’è la conclusione. (problema, tesi, argomenti, antitesi, argomenti a sostegno dell’antitesi, confutazione, conclusione). Non sono per forza messi in questo ordine all’interno del testo e non per forza devono essere tutti presenti. Lezioni 11/12 Ogni scambio comunicativo si basa sul principio di cooperazione tra i partecipanti. Ogni partecipante comunica e da un suo contributo alla conversazione. Il partecipante si occupa anche del non detto: ciò che non viene espressamente detto in uno scambio ma che può essere inferito si chiama Implicito. L’inferenza è una strategia logico-cognitiva che un interlocutore mette in atto per ricostruire ciò che non viene esplicitamente detto da chi parla ma che viene comunque intesto. Secondo Grice, il ricorso all’implicito linguistico è possibile solo perché i partecipanti alla comunicazione danno per presupposto che ognuno di loro stia cooperando, ovvero stia dando il proprio contributo alla comunicazione. VANTAGGIO: economia di produzione. SVANTAGGIO: fraintendimento e incomprensione. MASSIME CONVERSAZIONALI Ci sono 4 massime (regole) conversazionali: Massima di quantità, dai un contributo tanto informativo quanto è richiesto; Massima di qualità, tenta di dare un contributo che sia vero; Massima di relazione, sii pertinente; Massima di modo, evita oscurità, ambiguità, sii breve; Esempi: Monica rovescia un drink addosso ad Andrea e lui esclama “Monica è stata proprio carina con me”, violazione massima di qualità. Se un parlante viola una o più massime, non significa che sta rifiutando la cooperazione.