Summary

Questo documento riassume le emozioni, descrivendo diversi modelli, componenti (valutazione, fisiologico, azione, espressione, soggettiva) e teorie di come le emozioni vengono elaborate. Analizza le emozioni di base e quelle auto-referenziali, e discute l'espressione comportamentale delle emozioni.

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EMOZIONI Corrispondono a stati (ed esperienze) risultanti da sequenze più o meno automatiche e pervasive in risposta a eventi gradevoli (desiderabili) o spiacevoli (minaccianti), comunque imprevisti che rappresentano una rottura di continuità o una novità nella relazione corrente dell’individuo con...

EMOZIONI Corrispondono a stati (ed esperienze) risultanti da sequenze più o meno automatiche e pervasive in risposta a eventi gradevoli (desiderabili) o spiacevoli (minaccianti), comunque imprevisti che rappresentano una rottura di continuità o una novità nella relazione corrente dell’individuo con l’ambiente.  Valutazione (Buono? Cattivo?) e percezione dell’evento. Tutte le emozioni sono importanti e hanno una funzione adattiva Componenti delle emozioni:  Valutazione cognitiva (appraisal)  Meccanismi fisiologici (osservabili o non osservabili dall’esterno)  Propensione all’azione (es. fuga, attacco, ritiro) -> attivazione fisiologica regolata principalmente dal sistema nervoso autonomo  Espressioni comportamentali  Sentimenti soggettivi (valutazione) Le emozioni:  sono forme primitive di conoscenza (l’emozione informa circa le caratteristiche del mondo circostante): - Mondo buono /cattivo; attraente / repellente - Aiutano la sopravvivenza - Sono valutazioni implicite del mondo e di sé stessi - Spingono all’azione (approccio/evitamento)  regolano lo stato di attivazione del sistema (Rappresentano risposte coordinate di diversi sistemi biologici [nervoso, autonomo, endocrino, muscolare, etc] in modo da generare il comportamento più adatto alla situazione)  preparano all’azione (Sono cambiamenti nella preparazione all’azione in risposta a stimoli rilevanti per l’interesse dell’individuo. Sono mediatori tra gli stimoli e la risposta comportamentale)  modellano il comportamento per il futuro (apprendere risposte che ci aiuteranno a predisporre delle relazioni appropriate nel futuro)  Facilitano le interazioni con gli altri (La comunicazione delle emozioni consente all’altro di comprendere meglio l’altro, di prevedere il comportamento e contribuisce ad interazioni sociali più efficaci) Emozioni di base:  PAURA -> fuga da un pericolo  RABBIA -> difesa da un pericolo (distruzione)  TRISTEZZA -> elaborare una perdita /trovare sostegno sociale  GIOIA -> trarre vantaggi dall’ambiente  DISGUSTO -> protezione da ingerire sostanze pericolose  SORPRESA -> esaminare il mondo Emozioni auto-referenziali (sensazione di essere un soggetto che agisce sul mondo):  VERGOGNA -> violazione di una norma sociale o un’aspettativa sociale  COLPA -> violazione di una norma interna, autocondanna espiazione, riparazione  RIMORSO -> dispiacere per coloro che hanno ricevuto danni dalle proprie azioni (spesso ne consegue un’azione di riparazione)  IMBARAZZO -> inadeguatezza alle aspettative di un contesto  ORGOGLIO -> riconoscimento del proprio sé e del proprio operato (non in termini narcisisti) Struttura delle emozioni: 1. MODELLI DIMENSIONALI. 2 fattori, secondo Russell:  VALENZA POSITIVA/NEGATIVA (piacevole: orgoglio, gioia… /spiacevole: tristezza, rabbia…). La valenza ha a che vedere con la sensazione soggettiva  ATTIVATI/NON ATTIVATI  Plutchick: modello multidimensionale 2. MODELLI CATEGORIALI le emozioni sono categorie separate non scomponibili, processi neurofisiologici unitari e precodificati. Ciascuna emozione si caratterizza come una unità discreta da un punto di vista soggettivo, fisiologico ed espressivo. Esistono categorie di emozioni biologicamente rilevanti e universali:  Categorie di emozioni di base nel linguaggio 5: rabbia, paura, gioia, amore, tristezza  Tomkins 9: rabbia, interesse, disprezzo, disgusto, stress, paura, gioia, vergogna, sorpresa (di base per il funzionamento emotivo di una persona, ma non alla base per un neonato)  Ekman 6: felicità, rabbia, paura, disgusto, sorpresa, tristezza ESPRESSIONE COMPORTAMENTALE (facciale, posturale, e tono della voce): la componente espressiva svolge una funzione interpersonale. TEORIE DELLE EMOZIONI:  TEORIA PERIFERICA di James Lange (1885): si concentra sul sistema nervoso periferico. L’emozione è provocata dalla consapevolezza di specifici cambiamenti a livello corporeo. Situazioni esterne (stimolo) -> reazioni corporee (reazioni viscerali specifiche) -> emozione (risposta). Questo è un meccanismo innato/istintuale. L’evento stimola gli organi di senso che inviano le informazioni ai centri corticali corrispondenti. Critica: l’emozione è immediata  TEORIA CENRTALE DELLE EMOZIONI Cannon (1927): per ciascuna delle principali emozioni esistono meccanismi nel sistema nervoso centrale che producono cambiamenti fisiologici appropriati. Critiche a James-Lange: - I cambiamenti viscerali sono lenti, l’esperienza emotiva è immediata - Le reazioni viscerali sono poco differenziate - I cambiamenti viscerali simili si associano ad emozioni diverse L’informazione che deriva dallo stimolo viene trasportata al talamo (oggi amigdala), dove ha inizio la risposta emotiva; i segnali passano agli organi periferici (risposta viscerale, arousal). Il talamo invia segnali alla corteccia circa la natura dell’emozione.  TEORIA DEL FEEDBACK FACCIALE Izard 1977, Tomkins 1981: esiste un piccolo numero di emozioni universali con specifici modelli di risposta espressive e fisiologiche. Esistono pattern di base (attività elettrochimica del sistema nervoso) che danno vita alle 10 emozioni fondamentali (paura, dolore, gioia, disgusto, interesse, sorpresa, disprezzo, vergogna, tristezza, colpa). L’emozione è attivata da un evento che modifica il livello di attività elettrochimica del sistema nervoso; tale modificazione si dirige al sistema espressivo facciale e il feedback sensoriale ne deriva genere l’esperienza soggettiva dell’emozione. Se fosse vero se io provo a mimare con il viso un’emozione potrei sperimentare tale emozione -> questo viene dimostrato. Viene dimostrato che l’attivazione del sistema nervoso autonoma è più evidente in soggetti che assumevano delle espressioni facciali relative ad un’emozione, piuttosto che in quelli a cui era stato chiesto di riviverla ricordando (Ekman). ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI  IPOTESI UNIVERSALISTA DELLE ESPRESSIONI FACCIALI Ekman (1973) studia l’espressione facciale delle emozioni in culture profondamente diverse tra loro. Universalità delle emozioni di base come strutture biologiche identiche in tutti gli uomini (anche primati) e universalità delle espressioni. Questa universalità ha un valore importante per la sopravvivenza perché ci permette di capire gli altri e di farci comprendere. Vi sono espressioni facciali ben definite che corrispondono alle 6 emozioni di base (rabbia, paura, felicità, tristezza, sorpresa e disgusto) che vengono universalmente riconosciute in culture molto diverse. Al di là della base universale per l’espressione delle emozioni, esistono tuttavia una serie di ‘display rules’ regole sociali di esibizione delle emozioni. Le emozioni si possono mascherare, modulare o simulare (es. nelle culture orientali esprimere le emozioni non è accettato)  TEORIE COGNTIVE DELLE EMOZIONI (modello bifattoriale) anni 60 Schachter sostiene che sono necessari 2 fattori per suscitare le emozioni: 1. La percezione di un aumento di attivazione somatica (arousal) 2. Cognizioni riguardanti l’interpretazione della situazione Secondo Schachter, quando all’aumento dell’attivazione non corrisponde una cognizione appropriata si attiva un processo di “ricerca di informazioni e autoattribuzione”. In sintesi: se mi aspetto che possa accadere qualcosa alle mie reazioni corporee, interpreterò in misura minore in termini di “emozioni” Le modificazioni corporee che i miei stati emotivi comportano (esperimento). Questo vuol dire che gli autori erano convinti che stati emotivi diversi dipendessero da un’attivazione fisiologica simile, ma ultimamente è stato scoperto che probabilmente configurazioni fisiologiche distinte siano associate a emozioni diverse al livello del sistema nervoso periferico, di sistema limbico e di corteccia. Stimolo -> attivazione fisiologica generale (arousal) -> valutazione cognitiva -> esperienza soggettiva Esperimento: per verificare l’ipotesi della teoria cognitiva-attivazionale (o teoria bi-fattoriale), Schachter e Singer fanno un esperimento (1964). Ai partecipanti viene detto che avrebbero partecipato ad un esperimento sulla percezione visiva, ricevendo un’iniezione di vitamina, la “suproxina” (che in realtà non esiste). Di fatto ad alcuni viene somministrata adrenalina, un ormone che stimola una serie di risposte fisiologiche automatiche associate all’aurousal, mentre ad altri una sostanza placebo. I partecipanti vengono esposti a 2 condizioni sperimentali diverse: A. Gruppo esposto a rabbia = venivano trattati con maleducazione e sottoposti a domande sgradevoli B. Gruppo esposto a gentilezza = venivano trattati con gentilezza alla presenza di un altro partecipante (attore – alleato dei ricercatori), che si comportava in modo sciocco ed euforico C. Inoltre, ad alcuni viene detto che la vitamina avrebbe potuto portare ad effetti collaterali (es. tremori o tachicardia), mentre ad altri non viene detto niente. Nei gruppi (sia placebo che sperimentale) che sono stati informati degli effetti il loro livello di attivazione risulta ancora più basso dell’inizio (prima di essere informati). Nel gruppo sperimentale che non è stato informato effettivamente provavano rabbia o allegria, incremento dell’arousal. Nel gruppo di controllo non informato non rilevavano effetti.  TEORIA FENOMENOLOGICA DI LAZARUS: C’è differenza tra conoscenza e appraisal: La conoscenza (attribuzioni) comprende rappresentazioni di fatti particolari, ma anche credenze sociali, su sé stessi e fatti inerenti a situazioni particolari. Gli appraisal (valutazioni cognitive) mediano gli effetti della conoscenza sulle reazioni emotive, valutando che effetto hanno i nuovi eventi sul proprio benessere. La semplice conoscenza non è una causa sufficiente per generare una risposta emotiva, perché eventi “freddi” non generano emozioni. Gli appraisal sono quindi “cognizioni calde”.  APPARAISAL PRIMARIO: valutazione immediata della rilevanza (positiva, negativa, neutrale) di una situazione rispetto all’interesse personale e congruente con i propri scopi. Può essere sia automatico che consapevole.  APPRAISAL SECONDARIO: valutazione delle strategie più efficaci per fronteggiare la situazione (coping): - Coping sul problema: si può modificare la situazione per renderla congruente con gli obiettivi - Coping sull’emozione: si è in grado di adattarsi agli eventi modificando il modo e gli obiettivi? - Responsabilità: chi è responsabile degli eventi: noi o gli altri? (attribuzione esterna ed interna) - Aspettativa sul futuro: quali sono le probabilità che le circostanze cambino? Generalmente è consapevole. I legami tra particolari valutazioni e particolari emozioni sono ritenuti universali (es. incongruenza di un evento rilevante porta a tristezza), ma i legami tra particolari stimoli e particolari valutazioni possono essere altamente specifici (variabilità individuale e culturale) -> società meno urbanizzate eventi valutati secondo standard morali, società più urbanizzate eventi valutati da un punto di vista più laico. La via rapida e la via lenta delle reazioni emotive di LeDoux (molto applicabile sulla paura): c’è una via diretta che non passa per la corteccia che porta direttamente l’informazione dal talamo all’amigdala (via bassa). L’amigdala (lobo temporale, sistema limbico) (attiva sistema muscolare, autonomo ed endocrino) attiva immediatamente una serie di reazioni emotive, facendoci reagire immediatamente alle situazioni. Infatti, LeDoux in una sua ricerca dimostra che una lesione all’amigdala causa una perdita della sensibilità nei confronti delle caratteristiche emozionali degli stimoli. Poi c’è una via più lenta che porta le informazioni alla corteccia (via alta). Questa via può spiegare risposte emozionali più complesse che altrimenti non sarebbero spiegabili solo con l’attivazione dell’amigdala. Dati empirici diversi convergono nell’avvalorare che regioni anteriori dell’emisfero destro sono attive principalmente nel corso di stati emotivi negativi, mentre regioni del sinistro sono attive in quelli positivi (asimmetria emisferica -> differenza individuali che determinano anche tendenze croniche a sperimentare affetti positivi o negativi. Esse possono essere indicatori precoci di tendenze temperamentali successive. Questa asimmetria però è legata più strettamente alla motivazione all’avvicinamento-evitamento piuttosto che all’affettività postiva-negativa). Attualmente si ritiene che la risposta emozionale coinvolga meccanismi fisiologici multipli e che le emozioni siano “eventi multisistema” (Cacioppo). Abbandonata l’ipotesi di individuare un unico meccanismo responsabile di tutta l’esperienza affettiva e respinta l’idea di “un unico costrutto non specifico per l’emozione in generale”, si è fatta strada la convinzione che differenti emozioni abbiano origine da sistemi cerebrali diversi. In particolare, il sistema nervoso autonomo determina buona parte dell’attivazione fisiologica (cambiamenti del battito cardiaco, pressione sanguigna, ghiandole sudoripare), ma comunque il sistema nervoso centrale ha una grande importanza nella distinzione delle emozioni perché emozioni diverse possono richiedere un’attivazione simile. PERSONALITÀ: la complessità dei sistemi psicologici che contribuiscono all’unità e continuità dell’esperienza individuale e della condotta sia nel modo in cui viene espressa sia nel modo in cui viene percepita dall’individuo e dagli altri. ↓ qualità psicologiche che contribuiscono (influenzano in modo causale, almeno parzialmente) a creare le strutture persistenti (coerenti nel tempo e nelle diverse situazioni) e caratterizzanti (caratteristiche psicologiche che differenziano le persone le une dalle altre) del singolo, come sentimenti, pensieri e comportamenti.  Continuità nel tempo e nelle situazioni (continuità non significa uguaglianza)  Esperienza è mia, la condotta è osservabile dagli altri  Espressione, Percezione di sé, Percezione altrui PSICOLOGIA PERSONALITA’: studia i processi di base come percezione, emozione, motivazione, cognizione etc., ma si focalizza soprattutto su come le differenze individuali nei processi sono in relazione con il funzionamento complessivo della persona -> studia differenze interindividuali, coerenza intraindividuale, interazione tra fattori biologici e culturali, processi e meccanismi psicologici, relazioni interpersonali PERSONALITÀ:  DALLA PROSPETTIVA DELL’INDIVIDUO (ATTORE): l’insieme delle proprie qualità e inclinazioni, intese come caratteristiche personali durevoli, che danno all’individuo il senso della propria identità (me), integrità (i pensieri, i sentimenti e i comportamenti sono tutti parte di me) e unicità (io sono).  DALLA PROSPETTIVA DELL’OSSERVATORE: la personalità come costruzione sociale che implica i sistemi di credenze (coerenti) relative alle qualità degli individui. Essa è l’insieme delle caratteristiche psicologiche che distinguono gli individui l’uno dall’altro.  Dalla prospettiva dello scienziato: la personalità è il sistema psicologico che emerge dalle interazioni dell’individuo con l’ambiente e che media il funzionamento intrapsichico e le transizioni persona- ambiente. Le persone, per quanto influenzate da fattori culturali e biologici, sono agenti causali capaci di svolgere un ruolo attivo nella costruzione della propria personalità. Essa è propriamente un sistema autoregolantesi, dotato della capacità di contribuire attivamente allo sviluppo e al benessere dell’individuo. La psicologia della personalità ha lo scopo di individuare e studiare: le determinanti (i fattori che contribuiscono causalmente al funzionamento psicologico e all’adattamento psicosociale dell’individuo), il funzionamento e la potenzialità (le potenzialità di un individuo possono trasformarsi in capacità effettive che gli/le permettono di scegliere e trasformare gli ambienti in cui vive e di essere padrone della propria vita). Essa studia il funzionamento e l’integrazione dei sistemi psicologici che:  Danno coerenza alle proprie esperienze, azioni e senso di sé (coerenza nel tempo e nelle situazioni) -> l’ambiente svolge un ruolo fondamentale nel favorire la coerenza  Differenziano gli individui.  Consentono alle persone di contribuire attivamente alle proprie esperienze e al proprio sviluppo personale. Principi generali: organizzazioni di molteplici sottoinsiemi interni alla persona (interazioni tra questi sottoinsiemi che hanno tra loro diversi livelli di indipendenza e interdipendenza) -> personalità, sistema complesso di strutture e di processi psicologici AMBIENTE (sistema aperto). Coerenza e continuità: la persona come unità esaminata nel corso del ciclo di vita (la personalità cambia nel tempo). Capacità di autocoscienza e autodirezione nelle persone, che insieme alle interazioni tra le persone e l’ambiente socioculturale costituiscono la base per la costruzione di un senso coerente del sé. Affetti, cognizioni, comportamenti e obiettivi sono alla base della personalità. Elementi di dibattito:  Difficoltà di definire l’oggetto di studio di questa disciplina  Diversità delle tradizioni filosofiche  L’influenza dei fattori sociali, storici e politici Teorie molteplicità nello studio della personalità: che cosa deve fare una teoria della personalità: - Organizzare le conoscenze possedute e aprire la strada a nuove conoscenze - Fornire una spiegazione scientifica dei fenomeni che fanno parte del suo ambito di indagine - Fornire una spiegazione sul funzionamento integrato e coerente (interazione tra processi psicologici distinti nel funzionamento della personalità/ coerenza delle relazioni psicologiche/ continuità dell’esperienza soggettiva -> senso del sé coerente) della personalità - Spiegare in che modo gli individui differiscano l’uno dall’altro (differenze fenotipiche -> genotipiche) TEORIE:  Della persona (caratteristiche della personalità che si esprimono in modo consistente a prescindere dall’ambiente) e della situazione (influenze ambientali e indifferenti ai fattori personali)  Della struttura (qualità durevoli possedute dagli individui) e del processo (processi dinamici in costante trasformazione)  Attualmente non si sceglie più o uno o l’altro metodo, le differenze sono sottili 5 obiettivi teorici della personalità: 1. Osservazione: scientifica: - Esaminare un gruppo ampio e diversificato di persone - Garantire l’obiettività delle osservazioni (eliminare stereotipi e descrivere bene i metodi) - Utilizzare strumenti specifici per studiare processi di pensiero, reazioni emotive e sistemi biologici che contribuiscono al funzionamento della personalità 2. Teoria: sistematica -> evidenziare le relazioni esistenti fra diversi concetti 3. Teoria: verificabile sperimentalmente -> dimostrabile 4. Teoria: comprensiva -> includere una visione completa e inclusiva di tutte le questioni significative sul funzionamento e sullo sviluppo della personalità, oltre che alle differenze individuali osservate 5. Applicazioni: dalla teoria alla pratica -> tradurre le teorie in applicazioni che vadano a beneficio delle persone Per rispondere ai quesiti sulla personalità lo psicologo deve tener conto:  Struttura: aspetti stabili e duraturi della personalità o Unità di analisi (distinte): tratti (stile emotivo o comportamentale coerente che l’individuo esibisce in una serie di situazioni, dimensioni continue), tipo (raggruppamento di più tratti differenti), sistema (serie di parti altamente interconnesse il cui comportamento generale riflette le parti individuali e la loro organizzazione) o Gerarchia: ritenere che le strutture della personalità siano organizzate in maniera gerarchica, e che alcune unità siano di grado superiore e quindi controllino il funzionamento delle altre unità (alcuni criticano questo concetto)  Processi: reazioni psicologiche con caratteristiche dinamiche, cioè che cambiano con una certa frequenza -> processi motivazionali  Crescita e sviluppo: comprendere non solo com’è l’individuo qui ed ora ma come cambierà nel tempo (influenza natura e cultura) o Fattori determinanti genetici: temperamento (tendenze emotive e comportamentali su base biologica che compaiono in modo evidente durante la prima infanzia) o Fattori determinanti ambientali: cultura (individualismo -> occidente/ collettivismo -> oriente), classe sociale (contribuisce a determinare status, ruolo, doveri e privilegi), famiglia (i genitori con il loro comportamento sollecitano un rispettivo comportamento nei figli, fungono da modelli, ricompensano selettivamente il comportamento dei figli), pari  Psicopatologia e cambiamento comportamentale: molte teorie della personalità partono da approcci clinici CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE TEORIE: - CHIAREZZA: utilizza concetti comprensibili con spiegazioni non troppo complesse e contorte - SEMPLICITÀ-PARSIMONIA: a parità di contenuto preferisco una teoria più semplice - GENERALIZZABILITÀ - COMPRENSIVITÀ: preferibile una teoria che spiega più cose - VERIFICABILITÀ - RILEVANZA CONOSCITIVA: è rilevante? Aggiunge qualcosa di importante alla conoscenza? - RILEVANZA PRATICA: ha rilevanza nella pratica concreta? MATRICI DEL PENSIERO OCCIDENTALE Antica Grecia: Essenzialismo: convinzione che gli oggetti abbiano caratteristiche intrinseche e immodificabili -> ricerca elementi alla base attività mentale (Platone idee, Aristotele anima) /vs./ Finalismo: convinzione che le ragioni dell’azione risiedano nello stato finale verso il quale gli oggetti tendono -> analisi motivo comportamento e dell’esistenza individuale. Teofrasto: ha delineato caratteri in base alle qualità morali, fornendo una serie di ritratti dei tipi comuni nella società greca. Ippocrate fu il primo a parlare di personalità: credeva che essa dipendesse dal tipo di fluido che scorreva nel nostro corpo. “Corpus Hippocraticum” -> malattia come esito dell’alterazione dell’equilibrio generale, piuttosto che dall’alterazione di una o più parti separate. Parla di temperamento come appunto dipendente dai 4 fluidi corporei possibili, gli “umori” (sangue, flegma, bile gialla e bile nera) -> temperamento sanguigno, flemmatico, melanconico, collerico. Nascita delle scienze: ILLUMINISMO -> rinascimento -> primato della ragione, dalla speculazione filosofica al ragionamento scientifico. Temi che anticipano e preparano i successivi sviluppi della riflessione psicologica sulle relazioni tra mente e corpo, ragione ed esperienza, individuo e società. Illuminismo celebra l’importanza dell’individuo e della ragione. Empirismo e razionalismo. -> Cartesio, Locke, Hume, Kant (temperamento e carattere morale) Organologia di Gall e Frenologia di Spurzheim -> cervello composto da tanti organi specifici quante sono le facoltà, le disposizioni e i sentimenti espressi dall’individuo. Teorie sull’evoluzione delle specie (Darwin): lo sviluppo è cambiamento. Secondo Darwin mutazione e selezione naturale regolano, attraverso la preservazione delle variazioni favorevoli, il graduale sviluppo di specie distinte. Scienze sociali e cambiamento sociale (Durkheim, Weber, Mill, Spencer e Marx) Lo sviluppo ed il funzionamento della persona non possono essere disgiunti da quelli dell’organizzazione sociale. NASCITA DELLA PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ 2 grandi Paradigmi teorici e Strategie di ricerca:  Interesse per le differenze individuali; primi contributi di Wundt, Galton / Heymans e Wiersma -> 3 dimensioni temperamentali: attività, emotività e risonanza  Interesse per le dinamiche interne alla personalità; l’opera di Janet e di Freud  Gli psicologi della personalità contemporanei riconoscono che strutture e processi sono interdipendenti. Nascita della psicologia: 1873 Lipsia Wundt (strutturalismo) studia la persona media, non la patologia. Studio degli elementi di base della mente (introspezione). Quali sono gli elementi stabili e universali della personalità? Wundt distinse 3 tipi di sentimenti: piacere-dispiacere, tensione-sollievo, eccitazione-calma. Elaborò un sistema formato da 4 temperamenti che risultavano l’incrocio di 2 assi principali: forza delle emozioni e modificabilità ei sentimenti. Funzionalismo James (flusso di pensiero): studio dei processi di adattamento all’ambiente. A che serve la personalità? Che cosa fa la personalità? PSICOANALISI (Freud) -> psicoanalisi come modello scientifico dell’architettura generale delle strutture mentali e dei processi (tecnica storico-clinica). Parte dalla clinica (studio dei sintomi per spiegare i processi mentali), come cura di patologie. Prima teoria della personalità nella storia della psicologia. Apparato mentale come sistema di energia meccanicistico, un sistema tensio-riduttivo (la mente tende a sfogare le tensioni accumulate, pulsioni, per ristabilire un equilibrio) che contiene e orienta i contenuti che in essa agiscono. Il comportamento rispecchia un conflitto tra i desideri biologici da un lato e i vincoli sociali dall’altro. Il flusso di energie della mente:  L’energia può essere bloccata ma trova altre vie di espressione (es. arte)  Catarsi come espressione di emozioni bloccate Es. nell’isteria la persona ha dei disturbi somatici (come improvvisa cecità), questo, secondo Freud, è perché avviene un cortocircuito, un mancato sfogo di energia e conflitto. Nel momento in cui si riportano alla luce gli aspetti pulsionali (come traumi) nascosti, i sintomi scompaiono, come se l’energia imprigionata venisse liberata -> per Freud questo processo viene chiamato “catarsi”. Spesso, però, esprimere liberamente le emozioni può diventare un rischio (es. problemi di rabbia). La qualità dell’esperienza psichica:  Inconscio -> elementi che normalmente non arrivano alla coscienza (secondo Freud lo psicanalista può arrivare all’inconscio, ad esempio con le associazioni libere)  Preconscio  Conscio Le pulsioni -> impulsi inconsci:  Pulsioni: stato di eccitazione che motiva le azioni. Hanno una fonte, un oggetto (spesso un’altra persona, mediano le transazioni tra l’individuo e l’ambiente) e una meta  Pulsione di vita (libido) e pulsione di morte  Metodo di studio: libere associazioni I principi che regolano l’attività psichica:  Principio del piacere (richieste delle pulsioni di essere scaricate; sfogo, immediata soddisfazione)  Principio di realtà (tenere conto di quello che è possibile rispetto alle richieste sociali) Esistenza di modi alternativi di pensiero, rispettivamente regolati da:  Processi primari: pensiero illogico e senza tempo. Opera attraverso i processi di simbolizzazione (sostituzione di un’immagine con un’altra), spostamento (cambiamento di focus da un contenuto mentale a un altro) e condensazione (fusione di due o più idee o immagini). Nel pensiero primario la realtà è a stento distinguibile dalla fantasia. Ricerca di soddisfazione delle pulsioni immediata e totale, in accordo con il principio del piacere  Processi secondari: obbedisce al principio di realtà. Opera secondo le regole del pensiero logico. La realtà e la fantasia sono distinte, le contraddizioni sono evitate e il pensiero è orientato nel tempo. La soddisfazione delle pulsioni è perseguita rinviando le gratificazioni e pianificando gli obiettivi a lungo termine. Le strutture dell’organizzazione psichica:  ES = fonte dell’energia pulsionale; ha lo scopo di ridurre le pulsioni  IO = cerca di soddisfare le richieste dell’es tenendo conto delle esigenze del Super-Io e delle opportunità e limite della realtà -> struttura intrapsichica che media tra es e super-io. La personalità dell’individuo rispecchia come l’Io sa mediare tra questi 2 aspetti.  SUPER-IO = contiene standard etici (come dovrei essere) e ideali (come vorrei essere) a cui si aspira (Freud parla di interiorizzazione di divieti genitoriali) Meccanismi di difesa:  Il conflitto tra istanze psichiche attiva l’angoscia  I meccanismi di difesa attivati dall’Io servono a proteggere la persona (negazione, sublimazione, formazione reattiva, rimozione, ecc.) ↓ Westen (eredità Freud) afferma che i fondamenti della teoria psicodinamica sono i seguenti: 1. La maggior parte della vita mentale è inconscia; ciò implica che le persone, generalmente, sono inconsapevoli delle cause delle loro emozioni e delle loro motivazioni. 2. Molteplici eventi mentali possono aver luogo in parallelo; ciò può generare un conflitto intrapsichico. 3. Le esperienze infantili giocano un ruolo significativo nel plasmare le caratteristiche di personalità degli adulti, specialmente nell’ambito delle relazioni interpersonali. 4. Il comportamento sociale è guidato dalle rappresentazioni mentali di sé stessi, degli altri significativi e dalle relazioni interpersonali. 5. Uno sviluppo della personalità positivo comporta lo sviluppo graduale della capacità di formare e mantenere relazioni interpersonali mature. Gli sviluppi recenti della psicoanalisi:  La psicoanalisi dell’Io (A. Freud, Hartman, Rapaport, Mahler, Erikson): - Alcune funzioni dell’Io sono in origine libere dal conflitto e indipendente dall’Es - La psicoanalisi come una psicologia generale dello sviluppo, basata su una ricerca scientifica sistematica e su una pratica clinica rigorosa (Freud parlava di bambini senza averci fatto studi o esperimenti).  Psicoanalisi delle relazioni oggettuali (Fairbairn, Klein, Bion, Winnicot, Bowbly): centralità delle relazioni con gli “oggetti” di investimento affettivo che forniscono sostegno e modelli al suo sviluppo e funzionamento psichico. PSICOLOGIA PERSONALITÀ EUROPA Pscicopatologia di Janet: studi su nevrosi, isteria e psicoastenia. Teoria dinamica che concepiva ogni forma di condotta come il risultato della combinazione di forza (quantità di energia psichica che sostiene le diverse attività) e tensione (grado di organizzazione e sintesi delle attività psichiche) psichiche. PERSONALISTICA di Stern:  La persona è caratterizzata da unità, indivisibilità (unità) e intenzionalità  La personalità è una totalità, mai interamente determinata né dalle caratteristiche personali, né dall’ambiente (risultato di vari elementi che si combinano). TEORIA DEL CAMPO di Lewin: Comportamento = F (Persona, Ambiente). La persona deve essere esaminata nella situazione concreta, per trarre le ragioni del suo comportamento dalla totalità degli elementi relativi alla percezione di sé e dell’ambiente che sono psicologicamente rilevanti (percezione soggettiva). La persona dovrebbe essere esaminata nella situazione concreta, per trarre le ragioni del suo comportamento dalla totalità dei fatti che per lui sono psicologicamente rilevanti. PROSPETTIVA STORICOCULTURALE di Vygotsky:  Approccio storico-culturale  L’essenza degli individui deriva dalle relazioni sociali (per lui viene prima il linguaggio con gli altri e poi si interiorizza, diventando pensiero)  Le funzioni psichiche risultano dalla interiorizzazione delle relazioni sociali SVILUPPI STATI UNITI: LE GRANDI TEORIE ALLPORT: personalità = organizzazione di quei sistemi psicofisici dell’individuo che determinano i modi unici di adattamento all’ambiente. Come funziona la personalità? Qual è l’organizzazione specifica dei singoli individui (di solito si parla di come funzionano le persone mediamente, ma secondo Allport non dobbiamo soffermarci esclusivamente sulla statistica. Parliamo di esseri unici, con un proprio corredo genetico e personali fattori rilevanti che la statistica non può calcolare)?  1937 (inizio psicologia della personalità) “Personality: A psychological interpretation” (rimette insieme le conoscenze raccolte fino a quel momento per vedere l’individuo nella sua totalità) -> progressivamente nella storia lo studio della personalità patologica aveva lasciato spazio al funzionamento normale Il “Proprio” è (attualmente sé, da coerenza ed organizza l’attività dell’individuo):  Insieme delle percezioni e delle opinioni relative a sé stessi  Essenza dell’identità personale  Si sviluppa nel tempo e contribuisce in maniera crescente alla coerenza del funzionamento e della personalità Negli anni 30 negli Stati Uniti si parla di intelligenza (QI, Galton, http://astratto.info/galton-1884-test-di- intelligenza-abilit-semplici.html) -> valutazione abilità mentali. Come selezionare militari, forze armate? (test di intelligenza). Allport crede che oltre a valutare le abilità cognitive era necessario valutare le abilità personali. Egli sottolinea che la psicologia deve guardare le potenzialità, il cambiamento, la crescita dell’individuo, a differenza della psicoanalisi. Egli introduce il tema dell’autonomia funzionale dei bisogni: un’attività intrapresa originariamente per una ragione specifica, può nel tempo acquisire un valore autonomo, del tutto indipendente dal bisogno originale -> motivazione intrinseca (ad es. l’alimentazione nel bambino soddisfatta con il seno della madre può generare un bisogno di sicurezza e vicinanza). Il bisogno determina una spinta motivazionale verso qualcosa. L’attività può portare a generare un bisogno intrinseco. Pertanto, non è possibile ridurre tutte le azioni a un insieme più o meno ampio di istinti o pulsioni, dal momento che, al contrario, la varietà e la crescita dei bisogni sono illimitate. Non è più l’infanzia ma la maturazione a guidare le scelte. Allport afferma che possiamo descrivere l’individuo con i TRATTI DI PERSONALITÀ (integrano le abitudini) cioè “strutture neuropsichiche con la capacità di rendere molti stimoli funzionalmente equivalenti, e capaci di avviare e guidare forme coerenti di comportamento adattivo” (unità base della personalità). Essi sono differenti dagli stati e dalle attività, perché stabili. Il tratto influenza il modo di come noi ci approcciamo agli stimoli. Secondo Allport, sono necessari sia il concetto di tratto che di situazione per comprendere un comportamento (il tratto non si esprime in ogni situazione). I tratti si distinguono in (attualmente facciamo distinzioni diverse, non crediamo che un tratto non può non essere presente, ma ci domandiamo in che livello questo tratto è presente):  Universali (influenze culturali) – individuali -> accomunano la maggior parte degli individui o no?  Cardinali (investe totalmente la persona/in genere le persone hanno pochi o nessuno di questi tratti) – centrali (tratti che caratterizzano gli individui, ma non così pervasivamente. Gamma più limitata di situazioni) – secondari (focus relativamente ristretto e meno distintivi) Enfasi metodologica Allport:  Metodi idiografici (importanza): si propone di studiare i fenomeni secondo individualità, cercando solo elementi specifici (attualmente si ha difficoltà ad utilizzare questi metodi) -> con i metodi nomotetici si corre il rischio di studiare l’individuo medio e di perdere di vista la comprensione dell’unicità dei singoli individui -> diari, lettere (es. di persone del passato)  Metodi nomotetici: studiare i fenomeni secondo regolarità e cercando solo gli elementi generali. Ricerca di strutture e leggi universali valide per tutti che individui (nomos = legge) MURRAY -> la PERSONALITÀ è intesa come una struttura agentica (capace di agire intenzionalmente) che organizza e governa l’organismo umano e che media i suoi rapporti con l’ambiente. Personalità come agente che organizza e governa, e come funzione situata nel cervello. La personalità è determinata principalmente da aspetti motivazionali (motivazione è un’energia che ci fa muovere per raggiungere un obiettivo). Attualmente i bisogni, nella psicologia della personalità, hanno un’importanza ridimensionata. Il funzionamento della personalità dipende:  Bisogni: forze interne che organizzano l’esperienza. Danno all’organismo un determinata tendenza direzionale. Si distinguono in: - Viscerogeni: bisogni fisiologici e basilari dell'organismo in genere considerati primari e per questo con una maggiore necessità di soddisfazione - Psicogeni: esigenze specifiche della psiche specifica di ogni singolo individuo, che esperisce e si sviluppa nella costante relazione con gli stimoli esterni (vengono acquisiti durante tutta la vita)  Pressioni: forze ambientali che interagiscono con gli sforzi delle persone. Facilitano o ostacolano il perseguimento di certi obiettivi. Si distinguono in: - Pressioni Beta: opportunità o impedimenti soggettivi - Pressioni Alpha: facilitazioni e ostacoli oggettivamente esistenti  Temi: unità di analisi globali derivanti dall’interazione tra bisogno e una pressione. Rispecchiano sia l’intento personale che la situazione nella quale la persona agisce per perseguire uno scopo (spesso i temi ricorrono nella vita di un individuo). TAT (Thematic Apperception Test, test di appercezione tematica): test di personalità di tipo proiettivo sviluppato da Murray, dove si valutano il contenuto dei pensieri espressi e le fantasticherie del soggetto, permettendo al clinico la conoscenza contemporanea di emozioni, atteggiamenti e processi cognitivi del soggetto, attraverso delle la presentazione di immagini al paziente e la richiesta di continuare la storia mostrata. 20 tavole diverse, dalle narrazioni che emergono è possibile identificare i bisogni principali degli individui, le pressioni principali che percepisce e dei temi ricorrenti (es. aspettativa e paura dell’insuccesso). Tentativo di integrare diverse branche della psicologia (fine anni 30 – metà anni 50): Ipotesi frustrazione – aggressione: ogni frustrazione segue un comportamento di tipo aggressivo. Dollard e Miller: la riduzione pulsionale, derivante dai bisogni, è l’elemento di rinforzo che regola il rapporto dell’organismo con l’ambiente -> si suppone che ci sia un’energia che attiva il mio comportamento che sostiene il mio impegno verso un obiettivo. Se questo investimento non trova un suo appagamento viene direzionata da un’altra parte e trova sfogo nel comportamento aggressivo. In questo modo l’energia diminuisce e c’è una sorta di benessere. Se c’è il benessere dopo l’aggressione questo comportamento viene rinforzato (rinforzo: ciò che aumenta la probabilità che un comportamento venga riprodotto; positivo: aumenta la probabilità che un comportamento venga riprodotto perché esso ha un effetto positivo; negativo: aumenta la probabilità che un comportamento venga riprodotto perché quest’ultimo fa cessare o allontana effetti negativi. Esso non corrisponde alla punizione, perché quest’ultima diminuisce la probabilità che un comportamento venga ripetuto). DALLE MACRO ALLE MICROTEORIE (fine anni 50-fine anni 60) L’interesse per i metodi e le misure ha indotto ricercatori a porsi obiettivi più specifici e a focalizzarsi su:  Singole disposizioni: come aggressività, estroversione, ansia di tratto  Particolari motivazioni: come quelle al successo, al potere o all’affiliazione  Particolari stili o orientamenti cognitivi: come la dipendenza dal campo o il locus of control L’estensione delle tecniche di analisi fattoriale anche alla sfera della personalità ha comportato:  L’emergere di varie teorie fattoriali  Nuovi sviluppi dell’approccio psicolessicale PSICOLOGIA UMANISTICA Problemi concettuali esterni ed interni (Laudan -> analizza i problemi epistemologici della psicologia). - Problemi esterni: crisi identità, conflitti emozionali molto forti. Serviva una psicologia per risolvere alcune problematiche reali della società americana degli anni 50-60.  Critica al comportamentismo (resta limitato all’aspetto comportamentale, insoddisfacente a cogliere l’esperienza) ed alla psicoanalisi (critica determinismo psichico, libido e ancoraggio alla storia passata).  Il ruolo della fenomenologia (ha messo in crisi la visione positivistica della malattia mentale, cioè non considera solo il problema celebrale ma ha messo in luce la soggettività) la psicologia umanistica.  Importanza all’intenzionalità, alla motivazione (es. tramite l’empatia riuscire ad aiutare malati mentali) STUDIO DELLA MOTIVAZIONE:  Emancipazione dalle teorie dell'istinto e delle pulsioni  Focalizzazione sui processi affettivi e cognitivi che regolano l'avvio e la direzione del comportamento ↓ TEORIA DELLA MOTIVAZIONE di Maslow (1954):  Requisiti fondamentali: 1. Individuo come totalità integrata 2. La motivazione è una condizione costante e non speciale (nel momento in cui c’è motivazione c’è personalità)  Bisogni fondamentali: - Bisogni fisiologici - Bisogni di sicurezza - Bisogni di affetto e appartenenza - Bisogni di stima - Bisogni di autorealizzazione  Maslow sottolinea la pressione che i bisogni esercitano sulla nostra esistenza. L’organismo tende a ridurre questa tensione. Nei primi 4 bisogni infatti si parla di “motivazione da carenza”. Per il 5° bisogno si parla di “volontà di significato” e crea uno squilibrio, portandomi a costruire qualcosa di nuovo, per me stesso. I bisogni hanno necessità di essere gratificati. Ci sono bisogni che sono più istintuali di altri, più si sale nella piramide più l’istintualità si viene a perdere. Sviluppi della psicologia umanistica di Rogers, contributo:  La pratica clinica come sede primaria per lo studio della personalità  La tendenza attualizzante imprime una direzione costruttiva allo sviluppo e alla piena realizzazione degli aspetti sani e creativi  Accettazione incondizionata come base dello sviluppo e come condizione del cambiamento terapeutico  Centralità del Sé e della coerenza tra Sé ideale ed esperienza  Importanza del potenziale umano La teoria di Rogers si basa su 3 aspetti fondamentali tra loro connessi:  Organismo (totalità integrata dell’individuo)  Campo fenomenico (esperienza che l’individuo farà)  Sé, che è una parte del campo fenomenico (processo che si sviluppa solo successivamente) Rogers è stato uno dei primi ad interfacciarsi con gli schizofrenici e a curarli. Struttura e sviluppo della personalità secondo Rogers:  Tendenza attualizzante (motivazione che ha il bambino che non distingue il proprio sé dall’esterno e fa tutto ciò che vuole fare)  Sviluppo della personalità -> con il criterio di valutazione dell’organismo il bambino sceglie le esperienze positive e abbandona quelle negative  Sviluppo del Sé -> il bambino entra in contatto con gli altri, rafforzando o no esperienze che aveva considerato positive o meno  Bisogno di considerazione positiva (da parte degli altri) e le condizioni di merito (il bambino non può più fare riferimento alla tendenza attualizzante)  Condizioni di merito e difese Il bambino senza sé sceglie le esperienze che considera positive, con la nascita del sé, quindi con il contatto con gli altri (campo fenomenico), entra in contatto con condizioni di merito -> giudizio di valore (positivo o negativo) che, se negativo (per negativo non si intende disapprovare, ma un’eccessiva negatività nelle parole), eccessivo e ripetitivo, possono nuocere significativamente sullo sviluppo del bambino. Giudizi di attribuzione minacciano il sé e l’esperienza così è costretta a scindersi, senza integrarsi, quindi il bambino reagisce con dei meccanismi di difesa (es. immaginazione). Questo perché il sé deve essere costruito in coerenza con il proprio organismo. Infatti, alcune persone parlano del sé come se fosse esterno a loro stessi. La Teoria centrale sul cliente di Rogers afferma che il paziente deve mostrare tutto il suo dolore, deve mostrare il suo sentire, esperire ciò che il suo sé non integrato gli fa provare. Compito di questa teoria è quello di reintegrare il sé nell’organismo. Il terapeuta deve essere congruente con l’esperienza del paziente, cioè in sintonia con l’esperienza che sta vivendo in quel momento. Questo processo può portare ad un’alleanza terapeutica. TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE:  Rotter: il concetto di aspettative di rinforzo e il locus of control  Bandura: l’importanza del modellamento (apprendimento osservativo) TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI DI Kelly:  L’individuo come lo scienziato mira a prevedere e controllare il corso degli eventi nel quale è coinvolto  I costrutti personali rappresentano schemi o «lenti» che l’individuo impiega per conoscere la realtà e ordinare gli eventi -> comportamento guidato dall’anticipazione degli eventi. Questa anticipazione rappresenta i costrutti DIBATTITO PERSONA-SITUAZIONE: INTERAZIONISMO Contributo di Mischel (“Personality and Assesment”):  Critica alle teorie disposizionali e psicodinamiche -> correlazioni tra tratti e comportamenti non superavano lo 0,30  La proposta di nuove unità di analisi come strategie, piani, scopi che regolano la condotta e rendono conto delle differenze individuali nelle situazioni  Paradosso della consistenza: secondo le nostre intuizioni il comportamento sociale di una persona è consistente, mentre secondo i dati scientifici in nostro possesso non lo è.  Bem e Allen: invece di valutare il grado in cui le persone sono consistenti rispetto a un certo tratto, cioè la misura in cui possiedono stabilmente e nelle diverse circostanze un medesimo comportamento, essi sostenevano che la consistenza varia in relazione alle categorie di tratti -> evidenze della consistenza sono più rintracciabili quando le persone si dichiarano coerenti in quella determinata situazione, piuttosto che verso una certa situazione. -> utilizzo variabile moderatrice Sviluppi dell’interazionismo: Il comportamento non può essere spiegato in termini di soli fattori personali o soli fattori situazionali, ma inevitabilmente come una combinazione interattiva dei due. Ciò che resta problematico è il grado di reciprocità delle interazioni e il peso degli uni e degli altri nelle diverse circostanze e nelle diverse tappe evolutive nonché il peso da assegnare all’eredità, all’ambiente e alle capacità autonome di ciascun individuo di improntare il corso della propria vita. I due grandi indirizzi dominanti nell’attuale Psicologia della personalità:  La psicologia dei tratti  L’approccio social-cognitivo -> motivazione, emozione, autocontrollo, coerenza della personalità, disposizioni della personalità Temi di attualità:  Continuità e coerenza  Coscienza e intenzionalità  Talenti e potenzialità  Crescita e declino nel corso di vita METODI NELLO STUDIO DELLA PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ E IL RUOLO DELLA CULTURA “Perseguire la conoscenza e mettere alla prova costantemente e con tutti i mezzi possibili le conoscenze che già si posseggono” (Popper). Multiplismo critico: i ricercatori dovrebbero utilizzare molteplici tecniche per lo studio di uno stesso problema, sul presupposto che nessun metodo, da solo, possa garantire una valutazione inoppugnabile di un’ipotesi. Obiettivi della ricerca in Psicologia della Personalità:  ATTENDIBILITA’ -> grado di replicabilità dei dati (quanto una misura è attendibile e stabile) -> fattori che influenzano negativamente l’attendibilità: condizione psicologica delle persone in quel momento, ambiguità degli item, scarsa accuratezza nel calcolo dei punteggi o regole poco chiare per l’interpretazione degli stessi. / coerenza interna e attendibilità test-retest.  VALIDITA’ -> grado di validità dei dati (quanto una misura rileva realmente il fenomeno oggetto di studio) -> validità di costrutto (misura valida della variabile psicologica, con test di validità), validità discriminante (il test deve essere diverso, empiricamente, da altri test già esistenti).  ETICA -> comportamento etico nella ricerca (quanto una procedura sia eticamente sostenibile nei confronti dei soggetti) -> valutare accettabilità etica della ricerca, l’eventuale rischio a cui saranno esposti i soggetti e stabilire un accordo chiaro e corretto con i partecipanti rispetto agli obblighi e alla responsabilità di ognuno. METODO CLINICO:  Analizza i casi individuali (singoli soggetti) per indagare le strutture psicologiche e i processi più importanti per la personalità del singolo individuo (es. metodi idiografici - obiettivo personalità del singolo individuo).  l metodo clinico può essere utilizzato sia nell’ambito della ricerca, sia come parte della più ampia pratica clinica (es. qualità del singolo individuo che possono favorire l’efficacia del trattamento).  Lo psicologo interagisce a stretto contatto con l’individuo.  Metodo idiografico.  I risultati di un singolo caso non sono estendibili ad altre persone METODO SPERIMENTALE: Analizza gruppi di individui (campioni), per indagare le influenze esistenti tra i costrutti indagati a livello di popolazione. Caratteristiche del disegno sperimentale:  Assegnazione casuale dei partecipanti ad una condizione sperimentale  Manipolazione di una o più variabili oggetto di interesse (che permette di stabilire relazioni causali tra le variabili)  Presenza di un gruppo di controllo  A volte artificiosa e non estendibile ad altri contesti  Caratteristiche della domanda: indizi che suggeriscono al soggetto le ipotesi della ricerca che lo spingono a comportarsi per assecondarle -> effetti non intenzionali dell’aspettativa dello sperimentatore METODO CORRELAZIONALE:  Analizza gruppi di individui (campioni), per indagare le relazioni esistenti tra i costrutti indagati a livello di popolazione (es. come due costrutti si «muovono insieme»).  Permette di indagare le differenze individuali rispetto al funzionamento psicologico.  Utilizzo di indici statistici (coefficiente di correlazione) per analizzare le associazioni tra le variabili: intensità e direzione della relazione. - > correlazione positiva e negativa  Nessuna variabile viene manipolata.  Test e questionari sulla personalità (anche su internet).  Bias o stili di risposta: acquiescenza (tendenza costante ad essere in accordo o in disaccordo con gli item), desiderabilità sociale  No rapporto causa effetto Metodo osservativo Differenze culturali:  Manifestazione delle caratteristiche individuali (es. timidezza, estroversione)  Sviluppo delle caratteristiche individuali (es. formazione dell’identità, relazione con i genitori)  Insorgenza di problemi emotivi e comportamentali (es. depressione o comportamenti aggressivi)  Le medie annullano le caratteristiche individuali dei singoli organismi e quindi non permettono di rilevare la complessa interazione delle forze che determinano ogni evento concreto Dati LOTS: gli psicologi della personalità hanno definito 4 categorie di dati da utilizzare nel lavoro di ricerca:  Dati-L (life record data), dati sugli eventi della vita: informazioni che possono essere desunte dalla storia di una persona o dai resoconti degli eventi della sua vita. Per molte caratteristiche della personalità, però, tali dati oggettivi non sono disponibili.  Dati-O (observer data), dati osservativi: informazioni fornite da osservatori vicini al soggetto (amici, genitori, insegnanti). Utilizzati questionari o osservazione di comportamenti specifici o più generali (se ci sono più osservatori deve essere verificato l’accordo e l’attendibilità). - Limiti: a volte osservatori diversi forniscono informazioni discordanti.  Dati-T (test data), dati sperimentali: oggettivi; informazioni ottenute sulla base di procedure sperimentali in cui i ricercatori misurano la prestazione delle persone in un compito.  Dati-S (self-report data), dati di self-report: informazioni che i partecipanti danno di loro stessi, spesso con l’utilizzo di questionari. - Vantaggi: le persone conoscono sé stesse molto bene. - Limiti: Talvolta le persone non sono consapevoli di alcune loro caratteristiche o potrebbero essere motivate a presentarsi sotto una luce positiva. Presenti fattori di disturbo come la formulazione degli item e ordine in cui compaiono nel questionario Le fonti di dati sulla personalità possono differenziarsi tra lo in base al tipo di misurazione:  Fisse (nomotetiche): più usate. Somministrate a tutti i soggetti le stesse misure e i punteggi di ciascun soggetto vengono calcolati allo stesso modo. Vantaggi: semplici e oggettive. Limiti: alcuni item irrilevanti per il soggetto e alcune caratteristiche non contemplate.  Flessibili (idiografiche): procedure che richiedono tecniche diverse dalla somministrazione di un’unica serie di domande (chiedere quali item considerano più pertinenti, descrivere sé stessi con parole proprie) 2 fonti per identificare i meccanismi biologici del cervello che concorrono a formare la personalità:  Elettroencefalogramma (EEG): registra l’attività elettrica del cervello tramite elettrodi posti sullo scalpo. In questo modo i ricercatori possono mettere in relazione l’attività psicologica e quella cerebrale, e quindi identificare le aree del cervello da cui potrebbero dipendere particolari funzioni e stati psicologici.  Risonanza magnetica funzionale (fMRI): tecnica che consente di ottenere un’immagine dell’attività cerebrale mentre il soggetto svolge diversi compiti, rilevando le variazioni del flusso sanguigno. La valutazione della personalità (assesment) consiste in ogni procedura standardizzata volta a fornire delle informazioni sulla personalità di un individuo o a misurare le differenze nella personalità fra diversi individui di una data popolazione. 4 oggetti di valutazione:  Comportamento “nella media”: comportamento medio e tipico delle persone. Cosa fanno in media le persone.  Variabilità del comportamento: esplorare le variazioni del comportamento nelle diverse situazioni sociali.  Pensieri coscienti: flusso cosciente dei pensieri, sentimenti ed emozioni di una persona.  Eventi mentali inconsci: pensieri e sentimenti che non appartengono alla coscienza. Alcune caratteristiche di personalità sono comuni a diverse culture (perché hanno processi biologici comuni), ma altre possono variare per l’influenza differenti norme culturali e valori sociali.  Le culture forniscono i codici di attribuzione di significato impliciti ed espliciti, con i quali le persone interagiscono tra loro, dialogano con sé stessi e riflettono sulla propria esperienza  Indica a coloro che la studiano come accostarsi all’indagine delle convinzioni, dei motivi e dei valori che sottendono le azioni degli individui e dei gruppi Greez: la cultura è una configurazione di meccanismi di controllo, piani, ricette, regole e istruzioni per regolare il comportamento. I sistemi di significato di una cultura sono alla base delle emozioni e dei percorsi di pensiero e di azione. Molto spesso i presunti universali psicologici possono essere ricondotti a percorsi culturali particolari -> evitare l’errore fondamentale di attribuzione (tendenza ad attribuire le cause dell’azione altrui a fattori personali piuttosto che situazionali). Fattori sia genetici sia culturali guidano l’evoluzione delle diversità umana. Gli uni e gli altri contribuiscono alle differenze osservate tra popolazioni umane sviluppatesi in zone geografiche separate. Differenti rappresentazioni «culturali»:  INDIVIDUALISMO: L’individuo è un'“entità” autonoma con propri diritti, dignità e valore. Enfasi sulla autonomia e l’autorealizzazione dell’individuo. Individuo privilegiato rispetto al gruppo. Importanza delle esperienze personali.  COLLETTIVISMO: L'individuo è parte di un “tutto” ed elemento di una rete di relazioni sociali. Enfasi sull’appartenenza e sulle obbligazioni reciproche che ne derivano. Gruppo privilegiato rispetto all’individuo. Importanza di norme e ruoli. Sistemi culturali diversi sostengono concezioni del sé diverse -> le medesime concezioni culturali influenzano anche gli psicologi che le studiano Esperimento 10 ottobre Obiettivo esperimento: analizzare gli effetti della ruminazione (self e provocation-focused) sull’arousal -> analizzare con la pressione arteriosa (situazione frustrante), per ruminazione si intende rimuginare. Si fanno rimuginare facendoli scrivere. PERSONALITÀ: DIFFERENZE INDIVIDUALI E TRATTI TRATTO:  Sinonimo di “disposizione”, “inclinazione”, “propensione”  Sono dominio-generali (caratteristiche ampie, generali rispetto ad un singolo dominio di funzionamento o area es socialità/ coerenza della risposta di un individuo in situazioni differenti), pur avendo una diversa rilevanza nei diversi contesti “coerenza” (attraverso le situazioni con regolarità) -> comportamenti coerenti in vari contesti “peculiarità” (rispetto ad altri) I tratti sono tendenze relativamente (non sono immutabili) stabili di comportamenti abituali associati a modi di pensare e di sentire che improntano in maniera relativamente uniforme nelle diverse situazioni il rapporto della persona con l’ambiente. I tratti di base rispecchiano riserve e repertori di potenzialità (caratteristiche che mi consentono di tirar fuori delle capacità di cui fino a quel momento magari non sono pienamente consapevole) che nel corso dello sviluppo si traducono in stabili tendenze affettive-cognitive e comportamentali che assolvono a funzioni essenziali per lo sviluppo e per l’adattamento. Nella prospettiva della psicologia dei tratti quando parliamo di profilo di personalità, nell’individuo, parliamo di un insieme di tratti. I teorici dei tratti usano i tratti per 3 funzioni scientifiche:  Descrizione: i tratti descrivono il comportamento tipico di una persona  Previsione: prevedere il comportamento (non sempre)  Spiegazione: spiegare il perché di un certo comportamento. Variabili di tratto o disposizionali: tendenze abituali ad esibire un certo tipo di risposta piuttosto che un altro. Tipi di personalità: sottogruppi di individui che condividono profili simili di tratti. Questi tipi potrebbero corrispondere a genotipi sottostanti. Approcci allo studio dei tratti: Approccio idiografico: mira ad individuare le caratteristiche e le qualità psicologiche che distinguono una persona da tutte le altre Approccio nomotetico: mira ad individuare le caratteristiche comuni a tutte le persone Per costruire una tassonomia della personalità ed individuare i tratti si può procedere per 2 percorsi:  Attingere al linguaggio naturale (linguaggio descrittivo delle persone) -> approccio psicolessicale  Misure delle differenze individuali (questionari)  Utilizzo dell’analisi fattoriale per trovare la struttura della personalità ANALISI FATTORIALE Cos’è?  Metodo statistico (correlazionale) per analizzare le associazioni tra una serie di variabili -> nei questionari item -> riassumere il modo in cui alcune variabili vanno nella stessa direzione  In psicologia della personalità, è stata utilizzata soprattutto per la costruzione di test di personalità o alcune teorie dei tratti  Usato da Cattell ed Eysenck  Riassume e semplifica le relazioni tra un insieme di variabili (o item) individuando delle dimensioni “latenti” sottostanti  Riduce il numero di variabili (o item) in un set di nuove variabili, o “fattori” -> essi hanno il vantaggio di riprodurre la maggior parte dell’informazione contenente negli item (“sintetizzano” le info partendo dalle variabili iniziali) considerando un numero ridotto di dimensioni. Why? Costrutto -> dimensione -> indicatori (da una serie di indicatori, sulla base di una teoria o intuizioni, si arriva ad un’informazione più sintetica, il costrutto). L’indicatore può essere tradotto in un item. Es. costrutto = estroversione/ dimensioni = dominanza, dinamismo/ indicatori = n FATTORE: teoricamente, ciascun fattore è costituito da gruppi di item fortemente associate tra di loro, e indipendenti da altri gruppi di item che sottostanno a fattori diversi (cioè non correlano) -> questa indipendenza in realtà non è completa nella realtà perché c’è un effetto di metodo legato al valutatore. Questo significa che se io parlo di me stesso enfatizzo i collegamenti How?  Si parte da un insieme di associazioni tra gli item (matrice di correlazione -> 1 con lo stesso item, 0 per nessuna correlazione, è speculare) -> es. QI utilizza analisi fattoriale  Si esamina quali item si combinano maggiormente tra di loro, e quindi “spiegano” la stessa dimensione sottostante (fattore latente)  Le dimensioni possono rappresentare processi psicologici diversi (es. coscienziosità, nevroticismo)  Questa correlazione tra item è possibile considerando tanti soggetti Saturazioni fattoriali = molto correlati Nell’analisi fattoriale i fattori vengono divisi gerarchicamente. Gli item trovati per i questionari di personalità sono stati ricavati da aggettivi del dizionario. Nell’esempio i 2 fattori analizzati sono:  Irritabilità: tendenza a reagire impulsivamente, in maniera polemica e offensiva alla minima provocazione.  Ruminazione-Dissipazione: propensione a superare più o meno rapidamente i sentimenti di rancore e i desideri di ritorsione connessi alle offese subite I tratti di personalità sono disposizioni endogene la cui origine e il cui sviluppo sono indipendenti dall’influenza esercitata dall’ambiente. (Costa, McRae) Cattell (approccio fattoriale) distingue (tratti originari):  Tratti di abilità: funzionamento efficiente (abilità cognitive)  Tratti dinamici: funzionamento motivazionale  Tratti temperamentali: vita emotiva e stile del comportamento (hanno più a vedere con gli aspetti affettivi) Egli crede nella gerarchia dei tratti. Fa un ulteriore distinzione:  Tratti superficiali: comportamenti che possono essere osservati (es. comportamento aggressivo) -> trovati 40 gruppi di tratti  Tratti originari o primari: strutture psicologiche che spiegano le correlazioni tra comportamenti (analisi fattoriale) -> rappresentano delle vere e proprie strutture psicologiche: attualmente si considerano 16 tratti primari (prima anche 12): espansività, diffidenza, intelligenza, immaginazione, stabilità emotiva, astuzia, dominanza, apprensione, sorgenza, sperimentazione, coscienziosità, indipendenza, audacia, impulsività, sensibilità, tensione. In questi tratti sono presenti varie dimensioni (stabilità emotiva, energia, sociale), alcune riconducibili ai big five altre più specifiche. Le fonti di dati per Cattell:  Dati L (Life record data): eventi di vita reale ed osservazioni  Dati Q: dati di questionario  Dati OT (Objective Test Data): dati provenienti da autobiografie e test obiettivi L’analisi fattoria, per Cattell, diventa lo strumento per identificare le strutture psicologiche. Da questo modello è stato sviluppato il 16PF (16 Personality Factor Questionnaire), uno strumento che si riconduce ai 16 tratti originari, che a sua volta riconduce a 5 tratti. Fattori che influenzano il comportamento (Cattell):  Tratti -> stabile  Stato (es. emotivo) -> non stabile, in un momento particolare, delimitato nel tempo  Ruolo -> ruolo che in quel momento quella persona va a svolgere. A volte sono i ruoli a determinare i comportamenti, non i tratti Guilford, 10 tratti primari: attività generale, oggettività, tendenza a dominarsi, amicalità, ascendenza, tendenza alla riflessione, socievolezza, buone relazioni personali, stabilità emotiva, mascolinità. Teoria dei 3 fattori di Eysenck: organizzazione gerarchica -> SUPERTRATTI (o superfattori) (tratti più generali, come l’estroversione, che include ad esempio socievolezza, eccitabilità, attività, vivacità) -> TRATTI -> ABITUDINI COMPORTAMENTALI -> AZIONI SPECIFICHE. Secondo Eysenck i tratti (in particolare i supertratti) hanno un substrato biologico. I tratti sono gerarchici. I tratti sono tendenze relativamente stabili che risultano dall’aggregazione di abitudini comportamentali. Eysenck ha introdotto l’analisi fattoriale di secondo ordine, cioè l’analisi fattoriale dell’analisi fattoriale (primo ordine) fatta sugli item. Ad esempio, se troviamo i 4 fattori dell’estroversione possiamo rifare l’analisi fattoriale per arrivare, appunto, all’estroversione. -> intercorrelazione tra fattori I 3 superfattori o supertratti di Eysenck:  Estroversione: socievoli, impulsivi, alla ricerca di eccitazione (associazione anche all’abuso di sostanze) -> ipotizza che questo tratto sia ancorato alla sezione reticolare ascendente. Ciò vuol dire che nella sua ipotesi il livello di attivazione dell’estroverso è basso, quindi egli cerca nell’esterno qualcosa che lo stimoli. Se io, invece, ho già un livello di attivazione alto allora non cercherà l’attivazione nell’esterno per evitare il sovraccarico. Gli introversi rendono meglio in ambito scolastico, prediligono occupazioni solitarie, hanno un minor bisogno di novità e preferiscono un umorismo più intellettuale. Gli estroversi prediligono professioni che implicano interazione con altre persone, cercano diversivi dalla routine lavorativa, apprezzano umorismo esplicito a chiara connotazione sessuale, sono più attivi sessualmente e sono più suggestionabili.  Nevroticismo: tesi, ansiosi, depressi, in colpa, bassa autostima. Collegato al sistema limbico. I soggetti con un alto livello di nevroticismo hanno una maggiore attività del lobo frontale in relazione a particolari stimoli.  Psicoticismo: solitari, insensibili, non si curano degli altri, aggressivi, si oppongono alle consuetudini sociali. Connesso con la bassa empatia, non interesse verso le regole. Tratta che più caratterizza comportamenti antisociali. Non ci sono correlazioni chiari con i tratti biologici, a differenza degli altri tratti. Più presente aggressività nei maschi, probabilmente per il testosterone.  Basi biologiche comprese anche mettendo una goccia di limone sulla lingua del soggetto -> gli estroversi si distinguono per le quantità di saliva prodotta  EPQ (Eysenck Personality Questionnaire) che considera anche la desiderabilità sociale nelle risposte 1968 l’attacco alla psicologia dei tratti: EPQ  Mischel: stati interni degli psicodinamici e tratti non spiegano più del 10% del comportamento osservato (correlazione massima 0,30) La predizione del comportamento in contesti specifici e la stabilità risulta bassa Servono nuove unità di analisi che rilevino le differenze di comportamento da un contesto ad un altro che portino ad una disciplina integrata  Competenze cognitive – comportamentali, strategie di codifica, aspettative di esiti, valori, processi, progetti Gli 8 tratti di Comrey (allievo Guilford): Fiducia, Ordine, Conformismo sociale, Attività, Stabilità emotiva, Estroversione, Mascolinità (durezza mentale), Empatia. Modello economico e gerarchico all’interno del quale i tratti appartenenti al livello superiore organzzano i gruppi di tratti collocati al livello più basso. Cosa accomuna i diversi approcci fattoriali?  Uso analisi fattoriale per identificare le dimensioni di personalità  Impiego del questionario come metodo principale di indagine sulla personalità  Organizzazione gerarchica delle dimensioni della personalità  Esistenza di caratteristiche individuali stabili che permettono di prevedere il comportamento individuale, in maniera probabilistica Cosa distingue i diversi approcci fattoriali?  Numero di fattori: ampio vs. ristretto  Relazioni tra fattori: correlati vs. indipendenti  Uso dell’analisi fattoriale: verifica vs. scoperta Elementi di discussione sui “tratti” (es. Mischel):  I tratti sono universali?  C’è una variabilità nell’espressione dei tratti?  Quali sono le strutture alla base dei tratti?  I tratti sono fenotipi o genotipi? (strutture con funzione causale) -> è il tratto che influenza il comportamento? Es. big five ereditabili al 30-50%, ma questo non ci dice come realmente ci comportiamo nella realtà APPROCCIO PSICOLESSICALE  Big Five, diverso dai 5 fattori perché: i suoi sostenitori sono prudenti nel considerare i fattori come un’utile organizzazione descrittiva delle differenze individuali osservabili e accantonano le questioni relative alla spiegazione scientifica. Ipotesi della sedimentazione linguistica, Cattell: la maggior parte delle differenze individuali rilevanti sono codificate come parole singole nel linguaggio naturale. Il linguaggio di ogni popolazione contiene delle parole che consentono all’individuo di cogliere le principali differenze tra le persone, che permettono al singolo di sopravvivere, adattarsi e vivere nel benessere. Es. l’eschimese ha molte varietà di parole per distinguere i vari tipi di neve, questo perché è necessario per la loro sopravvivenza. In questa direzione non si è mosso per primo Cattell, studi con i dizionari:  1884 Galton -> raggruppamenti  1936 Allport e Odpert -> 4 categorie (1 per tendenze personali generalizzate, 3 per umori temporanei e stati mentali, valutazioni sociali del carattere, insieme di termini allegorici e parole riferite a caratteristiche fisiche e abilità)  1946 Cattell -> 12 fattori tramite l’analisi fattoriale  1963 Norman -> 5 fattori (big five), approccio psicolessicale STUDIO: studio lessicale in Italia (Caprara e Perugini, 1994):  Fase 1: 8532 aggettivi. Si raccolgono tutti gli aggettivi che descrivono le caratteristiche di personalità  Fase 2: 1337 aggettivi. Richiese ad alcuni giudici di valutare gli aggettivi trovati e valutarli sulla base di utilità e chiarezza, così da eliminare quelli in eccesso  Fase 3: 492 aggettivi. Altri giudici valutano secondo i criteri di chiarezza, utilità, desiderabilità sociale (togliere aggettivi estremi), frequenza (eliminare aggettivi poco utilizzati per evitare la mancata comprensione del questionario)  Somministrazione dei 492 aggettivi e selezione, attraverso l’analisi fattoriale, di 260 aggettivi che vengono risomministrati -> eliminare aggettivi che non correlano con altri, per tenere quegli aggettivi che sono MARKER, cioè che meglio identificano quel tratto. Questi marker possono essere ricollegati ai 5 fattori, cioè ciò che hanno in comune questi aggettivi. Il nome di un fattore generale prende spunto dagli aggettivi che correlano maggiormente con esso MARKER: aggettivi tipici di ciascun tratto. Es. estroversione -> espansivo, vivace, dinamico/ stabilità emotiva -> equilibrio, cauto, calmo. Modello dei I 5 fattori sono stati trovati in 2 parti del mondo differenti senza comunicazione (Norman, Goldberg e Peabody). Dimensioni ritrovate in parte anche nelle scimmie, iene e polpi -> Rappresentano il punto di approdo e di incontro della tradizione psicolessicale e di quella fattorialistica.  ENERGIA/ ESTROVERSIONE: energico, dominante, determinato, intraprendente, estroverso, “credo di essere attivo e dinamico”, “generalmente tendo ad impormi”. Orientamento fiducioso ed entusiasta nei confronti delle varie circostanze della vita, la maggior parte delle quali sono interpersonali. Caratteristiche: socievolezza, loquacità, dominanza, dinamismo, assertività. Sottodimensioni: - Dinamismo: livello attività, facilità di parola, entusiasmo, socievolezza - Dominanza: capacità di imporsi ,assertività, capacità di primegiare, assertività  AMICALITÀ: cordiale, generoso, leale, sincero, altruista, “quando serve aiuto non mi tiro indietro”, “penso che in ogni persona ci sia del buono”. Da un polo, caratteristiche come l’altruismo, il prendersi cura, il dare supporto emotivo. Dall’altro polo, ostilità, indifferenza verso gli altri, egoismo. Caratteristiche: altruismo, cooperatività, cordialità, prendersi cura (fiducia). Sottodimensioni: - Cooperatività: saper capire e venire incontro alle necessità a ai bisogni altrui, saper cooperare - efficientemente con gli altri - Cordialità: affabilità, gentilezza, cortesia, fiducia  COSCIENZIOSITÀ: affidabile, costante, scrupoloso, responsabile, efficiente, “di solito curo ogni cosa nei minimi particolari”, “porto fino in fondo le decisioni che ho preso”. Dimensioni come la precisone e l’accuratezza, l’affidabilità, la responsabilità, la volontà di avere successo, la perseveranza, l’ordine e l’organizzazione. Caratteristiche: autoregolazione, precisione, scrupolosità, perseveranza, tenacia. Sottodimensioni: - Scrupolosità: affidabilità, cura dei particolari, ordine e organizzazione, precisione - Perseveranza: persistenza e tenacia, volontà, laboriosità  STABILITÀ EMOTIVA: equilibrato, calmo, sereno, paziente, rilassato, “davanti a forti emozioni di solito non reagisco in modo esagerato”, “non perdo la calma”. Sfera emotiva, comprende elementi come problemi di tipo emotivo, come ansietà o depressione, l’instabilità dell’umore o l’irritabilità. Comprende affetti negativi, pensieri e comportamenti associati alla sfera emotiva. Caratteristiche: controllo delle reazioni emotive, stabilità d’umore, assenza di affetti negativi. Sottodimensioni: - Controllo delle emozioni: stabilità dell’umore, assenza di depressione, controllo dell’ansia, assenza di affetti negativi - Controllo degli impulsi: assenza di impulsività, controllo dell’irritazione, assenza di eccitabilità, calma  APERTURA MENTALE: anticonformista, acuto, modero, informato, creativo, “sono sempre informato su quel che accade nel mondo”, “qualsiasi tipo di novità mi affascina”. Dimensione che fa riferimento all’apertura verso nuove idee, verso i valori degli altri e verso i propri sentimenti. Elementi centrali sono originalità, creatività, anticonformismo, intelligenza, cultura, analiticità, riflessione. Caratteristiche: apertura alle novità, ampi interessi culturali, originalità, creatività. Sottodimensioni: - Apertura all’esperienza: interesse a tenersi informati, interesse per la lettura, interesse ad acquisire conoscenze - Apertura alla cultura: disposizione favorevole alle novità, originalità e creatività, disposizione favorevole verso valori, stili e modi di vita, culture diverse  AB5C (Abridged Big Five Circumplex) di Hofstee -> metodo di valutazione delle dimensioni della personalità corrispondenti alle combinazioni dei 5 fattori principali. Questo metodo analizza gli spazi bipolari (o circomplessi) che risultano dalla combinazione a coppie dei 5 fattori. Queste suddivisioni consentono di individuare 90 possibili tipi di personalità. Generalizzabilità dei 5 fattori: lo sviluppo dei 5 fattori ha avuto luogo solo in contesti occidentali. Vi sono 2 modi per indagare la generalizzabilità transculturale:  Approccio emico: ricerca nelle culture locali. Descrizioni fornite dalle persone o liste di termini tratti dal dizionario della lingua nativa -> solitamente ritrovata la struttura dei 5 fattori, ma: in ungherese non è stato trovato il 5° fattore. In italiano 3 fattori corrispondono alla struttura preferibile. In cinese la dimensione della coscienziosità non è emersa (persone così coscienziose da non emergere differenze individuali). In Corea non è emersa la dimensione dell’apertura mentale.  Approccio etico: uso dei medesimi questionari tradotti da una lingua all’altra. -> generalmente replicato o si sono avvinati ai 5 fattori  In generale indicatori diversi possono saturare su più di un fattore e determinati termini possono risultare localizzati su fattori diversi nelle differenti lingue.  Più recentemente, aggiungendo aggettivi valutativi nell’insieme di item, sono emersi 7 fattori (dimensioni come straordinario, speciale, disonesto, immorale). Dimensioni come religiosità e humor sono solo approssimativamente riconducibili ai 5 fattori.  Alcune dimensioni possono essere più salienti di altre in diverse culture e i confini tra i fattori, a volte, sono difficili da individuare.  Alcune culture descrivono meno le persone in termini disposizionali, prediligendo scopi, ruoli o posizioni. I Cinque Fattori e le dimensioni di Cattell:  Indipendenza, Audacia, Sorgenza, Dominanza -> I (E)  Sensibilità, Diffidenza -> II (A)  Impulsività, Astuzia, Coscienziosità -> III (C)  Stabilità emotiva, Apprensione, Tensione -> IV (S) I Cinque Fattori e le dimensioni di Comrey:  Attività, estroversione -> energia  Fiducia, empatia -> amicalità  Ordine -> coscienziosità  Mascolinità, stabilità emotiva -> stabilità emotiva  Conformismo -> apertura mentale Generalizzabilità cross-culturale del modello dei 5 fattori:  studi emici: importano questionari di personalità o termini lessicali riferiti alla personalità da una cultura all’altra, quindi da una lingua all’altra (traduzione)  studi etici: iniziano la ricerca direttamente in una particolare cultura e si affidano a fonti indigene come le interviste, la descrizione spontanea della personalità, le liste di termini estratte dal dizionario, ecc. -> in culture diverse si possono trovare tratti diversi o comunque meno o più frequenze Strumenti misura Big Five italiano:  Big Five Questionnaire (BFQ): da 1 a 5. 132 items. Generalizzabile in diverse culture  Big Five Questionnaire – Children (BFQ – C) -> 65 asserzioni rispetto alle quali il bambino indica la frequenza con cui mette in atto certi comportamenti: - “Dico le cose che penso” - “Mi piace parlare con gli altri” - “Rispetto le regole e l’ordine” - “Ho poca pazienza” - “Mi piace conoscere e imparare cose nuove”  Big Five Observer (BFO) -> fanno riferimento a 40 coppie di aggettivi (soprattutto per valutazioni esterne)  Big Five Adjectives (BFA) -> 175 aggettivi valutati su una scala da 1 (per nulla) a 7 (moltissimo): Dinamico/a (DI) Competitivo/a (DO) Gentile (CO) Disponibile (CP) Ordinato/a (SC) Determinato/a (PE) Calmo/a (CI) Equilibrato/a (CE) Colto /a (AC) Creativo/a (AE) BFQ caratteristiche:  Buone relazioni con altre misure di personalità  Elevata concordanza tra autovalutazione ed etero-valutazione  Buona validità transculturale  Elevato valore applicativo, soprattutto nei contesti organizzativi Somministrazione BFQ:  Somministrazione individuali o di gruppo  Risposte immediate, spontanee e sincere Scoring:  Calcolo dei punteggi di ciascuna sottodimensione o dimensione -> calcolo dei 5 tratti o di ciascuna sottodimensione  “profilo di personalità”  Narrativa del profilo -> interpretazione Scoring del BFQ:  formulazione degli item: gli item possono essere formulati in direzione positiva e negativa - ricodifica degli item negativi (5=1; 4=2; 3=3; 2=4; 1=5) esercizio:  STEP 1: calcolo dei punteggi di ciascuna dimensione - Ricodifica item negativi - Sommale risposte dei positivi e dei negativi - Dividi la somma per il numero di item - Utilizza la formula per il punteggio (punteggio – media) / deviazione standard -> punteggio Z Dinamismo: [(2+2+3+3+2+1):6 – 3.7)]:0.7= -2.19 Dominanza: [(3+3+3+1+2+2):6-2.9]:0.7= -0.8 Cooperatività: [(4+4+3+4+4+3):6-3.8]:0.5= -0.26 cordialità: [(4+4+3+4+4+3):6-3.6]:0.5= 0.13 scrupolosità: [(4+4+4+4+5+4):6-3.6]:0.7=0.809 perseveranza: [(3+4+4+4+4+4):6-3.9]:0.6= -0.11 controllo delle emozioni: [(2+2+3+3+3+3):6-3]:0.9= -0.93 controllo degli impulsi: [(4+5+4+4+4+5):6-2.9]:0.8= 1.8 apertura alla cultura: [(3+4+4+4+4+5):6-3.5]:0.7= 0.71 apertura all’esperienza: [(3+2+4+3+3+4):6-4.1]:0.6= -1,56  STEP 2 (10xpunteggio grezzo Z) + 50 -> punteggio T Dinamismo: -21.9 +50= 28.1 Dominanza: 42 Cooperatività: 47.4 Cordialità: 51,3 Scrupolosità: 58 Perseveranza: 48,9 Controllo emozioni: 40,7 Controllo impulsi: 68 Apertura cultura: 57,1 Esperienza: 34,4 TRADIZIONE DEI QUESTIONARI  Modello 5 fattori (diverso big five): assegnano ai fattori lo status di cause, ciò significa che ogni individuo possiede ognuno di questi fattori a vari livelli (collegati a base biologiche). -> in realtà le strutture interne alle persone differiscono l’una dall’altra e dalla struttura a 5 fattori che si ottiene quando le persone vengono messe insieme (popolazione). McCrae e Costa: analisi della struttura della personalità analizzando le risposte del 16 Personality Factors di Cattell. Identificano i 5 fattori della personalità dividendoli in 6 sfaccettature ciascuno. Essi sono stati ottenuti sia mediante autovalutazioni sia mediante valutazioni di altri (stretta correlazione). Gli autori dubitano dell’approccio lessicale perché credono che alcuni tratti non possano essere rappresentati tramite una sola parola. I fattori sono risultati molto stabili nel tempo, soprattutto per gli adulti -> caratteristiche di personalità destinate a consolidarsi raggiunta l’età adulta.  Test 1985: NEO Personality Index (NEO-PI), rivisto -> NEO-PI-R Tratti come tendenze medie delle persone -> Mischel e Shoda dimostrano che le deviazioni delle persone intorno alla media non sono dovute ad errori casuali ma costituiscono indicatori attendibili della loro personalità (modello della tripla tipologia di Vansteelandt mostra che le differenze individuali non sono solo a livello medio, ma anche variazioni nei profili situazione-comportamento) -> i punteggi globali relativi ai tratti sono insufficienti per descrivere le tendenze comportamentali delle persone. PROFILI DI PERSONALITÀ Struttura RUO -> (John e Srivastava) la maggior parte degli studi ha identificato 3 sottogruppi diversi:  Resilienti -> profilo adattato, adeguati livelli di adattamento psicologico, emotivo e sociale. Alti livelli in tutti i tratti  Undercontrolled o ipocontrollati -> profilo molto estroverso, non coscienzioso. Mancanza di controllo, impulsivo. Profilo incosciente, “sconsiderato”; compromissione soprattutto nella sfera dell’autoregolazione, ma adattato nella sfera sociale. -> spesso hanno voti accademici più bassi, ma nel compenso sono più creativi. Problemi di tipo comportamentale (aggressività, comportamenti di rottura delle regole). Spesso però sono protetti da problemi di tipo emotivo.  Overcontrolled o supercontrollati -> bassa estroversione, alta coscienziosità, bassa stabilità emotiva, bassa apertura mentale. Profilo “intoverso”; riservato, compromissione soprattutto nella sfera sociale (inibizione psicologica e sociale), iperregolato nei comportamenti ed emozioni. -> gli studi ci dicono che gli over si associano molto frequentemente a problemi di tipo emotivo (ansia, ritiro sociale, depressione). Replicabilità della struttura ruo: La struttura RUO è stata trovata replicata in diverse culture, e in differenti periodi evolutivi (bambini e adulti). I profili Undercontrolled e Overcontrolled sono definiti disadattati. Generalmente, però, questi profili nel tempo tendono a migliorare. Struttura a 4 profili:  Vulnerabile -> molto basso su tutto, COMPROMESSO - Scarso rendimento scolastico - Scarsi rapporti di amicizia - Poco prosociali  Moderato -> nella media, ADATTATO - Buon rendimento accademico - Buoni rapporti di amicizia - Poco prosociali  Undercontrolled -> ANTISOCIALE - Scarso rendimento scolastico - Strategie di risoluzione del conflitto ostili o ambivalenti - Discreti rapporti di amicizia - Poco impegnati e poco coinvolti nelle relazioni amorose - Mediamente prosociali  Resiliente -> ADATTATO - Buon rendimento accademico - Strategie di risoluzione del conflitto positive ed efficaci - Buoni rapporti di amicizia - Impegnati e coinvolti nelle relazioni amorose - Prosociali -> in più Overcontrolled -> INTROVERSO - Buon rendimento accademico - Strategie di risoluzione del conflitto ambivalenti (ritirati o assecondano l’altro) - Pochi amici - Impegnati e coinvolti nelle relazioni amorose TEMPERAMENTO Il temperamento si riferisce agli aspetti formali (non il contenuto ma la forma, come lo faccio) del comportamento come reattività (intenzità della reazione a fronte di determinati stimoli), attività, resistenza, rapidità.  Temperamento come stile comportamentale. Allport temperamento come dimensione affettiva. Il temperamento consiste nelle differenze individuali a base biologica rilevabili nel comportamento che compaiono molto precocemente sono relativamente stabili nel corso del tempo e in situazioni diverse (Bates, 1988). Il temperamento, a differenza dei tratti, è rilevabile e presente già dai primi periodi di vita del bambino. I 4 temperamenti secondo Ippocrate:  Melanconico  Flemmatico  Collerico  Sanguigno Ippocrate credeva che i temperamenti derivavano dai diversi fluidi corporei (base biologica). Video (bambino di 4 mesi): differenze tra movimento fisico (molto movimento o poco) e reazione emotiva (anche intenzità della reazione allo stimolo) -> reazioni a whinnie the pooh -> Kagan Pavlov, studio del temperamento: ha avviato un’indagine sistematica sulle relazioni tra funzionamento del sistema nervoso e comportamentlae. Differenze individuali nei processi di condizionamento di tipo eccitatorio e inibitorio -> differenze temperamentali tra cani. Sistema nervoso e differenze individuali del comportamento:  Forza: capacità di lavoro delle cellule corticali (capacità di eleborare contemporaneamente più informazioni insieme). Si esprime sia nei processi eccitatori che inibitori.  Equilibrio: relazione tra forza dei processi eccitatori e forza dei processi inibitori (prevalenza dell’uno o dell’altro)  Mobilità: capacità di adattarsi ad un ambiente mutevole alternando processi eccitatori e inibitori ai cambiamenti dell’ambiente (elemento di adattabilità) Le aree coinvolte dal temperamento:  Emozioni (positive/negative; intensità della risposta emotiva)  Attenzione (es. capacità di distogliere lo sguardo da emozioni negative)  Attività motoria (vigore, frequenza, autoregolazione) Strelau: Teoria regolativa del temperamento -> il temperamento corrisponde a un insieme di caratteristiche stabili, determinate da meccanismi neurologici ed endocrini che sono presenti fin dalla nascita e sono soggetti a lenti cambiamenti. Le differenze individuali del temperamento sono identificabili (bambino):  Nel livello di energia del comportamento (come attività e reattività)  Nelle caratteristiche temporali delle reazioni (come persistenza della risposta e velocità -> velocità di modificazione del comportamento di fronte all’ambiente, mobilità, durata, ritmicità -> ritmi biologici e risposte) Successivamente 7 dimensioni: sensibilità sensoriale-durata-attività (livello energia), mobilità- perseveranza-vivacità (caratteristiche temporali) e reattività emotiva (fattore affettivo). Alta reattività: preferiscono bassi livelli di stimolazione ed evitano l’intensa stimolazione esterna perché potrebbe condurli oltre il loro livello ottimale di attivazione fisiologica. Bassa reattività: preferiscono attività con alto stimolo in quanto hanno bisogno di stimolazione esterna per mantere un livello ottimale di attivazione.  Reattività e attività strettamente legate Buss e Plomin: basi ereditarie del temperamento:  Hanno indagato le basi ereditarie del temperamento, nell’ambito di studi longitudinali, condotti soprattutto su coppie e gemelli  Assimilano il temperamento a tratti di personalità che non si acquisiscono dall’interazione con l’ambiente Le dimensioni temperamentali secondo questi autori:  Emozionalità: tendenza a entrare facilmente in agitazione e sperimentare emozioni stressanti  Attività: riflette i livelli di stimolazione ottimali dell’individuo -> quanto ho necessità di attivarmi  Socievolezza: concerne le tendenze affiliative, come la preferenza a stare con gli altri e a ricercare gratificazioni sociali -> preferenza a stare con gli altri  Queste dimensioni vengono considerate a base biologica Thomas e Chess: studio di bambini molto piccoli longitudinalmente. il temperamento come stile:  Livello di attività: componente motoria di attività come mangiare, giocare, ecc.  Ritmicità: regolarità di funzioni biologiche come il sonno, l’alimentazione, ecc.  Avvicinamento-allontanamento: di fronte a nuovi stimoli (reazione del bambino)  Adattabilità: facilità di cambiamento di fronte a stimoli che cambiano Le dimensioni del temperamento secondo gli autori:  Soglia di responsività agli stimoli lievi (qual è l’intensità dello stimolo che li fa attivare?)  Intensità: livello di energia delle reazioni (soglia dell’espressività)  Umore positivo e negativo (qualità delle emozioni)  Grado e durata dell’attenzione  Distraibilità 3 profili temperamentali (video 4 mesi):  Facile: ritmi regolari nelle funzioni biologiche, reazioni positive a stimoli nuovi, si adattano facilmente al cambiamento ed esprimono un umore positivo moderatamente intenso.  Difficile: ritmi biologici irregolari, si ritraggono di fronte alle novità, resistono al cambiamento e mostrano reazioni emotive intense e negative  Lento (a scaldarsi) -> bambino un po’ faticoso da trattare, ma dopo un po’ si fa consolare. Discreta regolarità nelle funzioni vitali. Benchè si adattino lentamente, possono avere delle rezioni del tutto normali se ricevono sostegno adeguto dall’ambiente.  Tra temperamento e ambiente interpersonale vi è una reciproca influenza. -> alcuni bambini sono più difficili da accudire e sollecitano reazioni diverse nei caregiver  Bontà di adattamento: consonanza o dissonanza tra le caratteristiche temperamentali del bambino e le aspettative, le richieste e le opportunità provenienti dall’ambiente -> non è in sé come si comporta il bambino o le caratteristiche del caregiver, ma come il caregiver risponde alle caratteristiche del bambino (ad es. un bambino con il temperamento difficile nasce in una famiglia impulsiva che sviluppa spesso sentimenti di rabbia, peggiorerà ancora più la situazione) -> a volte si colpevolizza il bambino o il genitore colpevolizza sé stesso nel caso di bambino difficile -> per comprendere il legame tra temperamento precoce e gli esiti di personalità successivi è necessario prestare attenzione alle relazioni tra i bambini e l’ambient sociale. Kagan -> prende in considerazione solo le 2 dimensioni della reattività (alta/bassa) caratteristiche che risulta subito manifesta sin dalla prima infanzia. L’analisi delle tendenze comportamenti per individuare le dimensioni del temperamento può essere fuorviante. Alcune caratteristiche temperamentali possono essere contesto-specifiche. E se il temperamento non variasse per dimensioni, ma per categorie o tipologie (timidi/non timidi)? Ad es. perché il bambino piange, in quale situazione? -> ciò che sembra differenziare i bambini è la reazione a stimoli inaspettati (bambini molto piccoli). -> bambini che reagiscono più attivamente rispetto agli stimoli da piccoli (reattività) spesso crescendo diventano paradossalmente opposti, cioè timidi, chiusi, meno estroversi, ansiosi, anche se nel caso se ne prenda consapevolezza della propria reattività si possono scegliere situazioni che ci rendono meno reattivi. ↓pur mantenendo un medesimo profilo temperamentale, l’espressione può essere diversa; la reattività viene così valutata (alta reattività):  Neonati: agitano le gambe, risposta di pianto e stress agli stimoli nuovi  A 14-21 mesi: risposta di paura di fronte a stimoli/persone sconosciute  A

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