Riassunto Psicologia Generale PDF

Summary

Questo documento è un riassunto di psicologia generale, contenente concetti su neuroscienze e comportamento. Il testo descrive la plasticità del cervello e come l'esperienza influenzi la sua struttura e funzione.

Full Transcript

Possono ricorrere a procedure che implicano di far subire agli animali dolori, stress o privazioni solo quando non sia disponibile una procedura alternativa e quando sia giustificato dal valore scientifico, educativo o applicativo dell9esperimento. Sono tenuti a seguire le eventuali procedure...

Possono ricorrere a procedure che implicano di far subire agli animali dolori, stress o privazioni solo quando non sia disponibile una procedura alternativa e quando sia giustificato dal valore scientifico, educativo o applicativo dell9esperimento. Sono tenuti a seguire le eventuali procedure chirurgicamente mentre l'animale è sotto l'effetto di un'adeguata anestesia e sono tenuti a ridurre al minimo i dolori dell'animale durante e dopo gli interventi chirurgici. Trattare gli animali in modo diverso dagli umani è una forma di specismo e gruppi come People for the Ethical Treatment of Animals chiedono di fermare la sperimentazione su animali non umani, una posizione ha anche indotto alcuni ad attaccare brutalmente gli psicologi che conducono questo genere di ricerche rispettando tutte le limitazioni imposte dalla legge. La grande maggioranza degli americani però considera moralmente accettabile l'uso di animali non umani nella ricerca; d'altra parte, solo una piccola parte degli studi di psicologia si serve di animali e solo una piccola percentuale di questi studi provoca agli animali dolori e danni. Gli psicologi studiano principalmente le persone, e quando studiano animali, studiano soprattutto il loro comportamento. Al pari delle altre scienze, la psicologia funziona in base alla fiducia e ad un codice d'onore. Nessuna autorità ha l'incarico di monitorare ciò che gli psicologi fanno con i dati che hanno raccolto, e nessuna autorità ha il compito di verificare se le affermazioni che essi fanno sono vere. Quando uno scienziato afferma di aver fatto una scoperta importante, però, gli altri scienziati non si limitano ad applaudire, ma cercano di ripetere quello stesso studio. Gli psicologi sono dunque tenuti a riportare in modo veritiero tutto quello che hanno fatto e che hanno trovato, non possono assolutamente fabbricarsi risultati, falsificarli, o alterarli per mezzo di omissioni, ed hanno l'obbligo morale di condividere il merito del lavoro con gli altri che vi hanno contribuito includendoli come coautori e di menzionare nel proprio lavoro gli altri scienziati che hanno fatto studi simili; inoltre, gli psicologi hanno l'obbligo morale di condividere i loro dati. Il fatto che chiunque possa controllare chiunque altro è un elemento importante per spiegare perché questo sistema basato sull9onore e sulla fiducia funzioni così bene. Neuroscienze e Comportamento Gli studi di Risonanza Magnetica Funzionale hanno permesso di illustrare come le relazioni che intercorrono tra il comportamento ed il cervello siano bidirezionali: le strutture e le attività del cervello producono attività mentali e comportamento, i quali a loro volta modificano le strutture e le attività del cervello. Galeno fu uno dei primi che, vedendo le conseguenze degli impatti sul cervello, sostenne che esso era la base dei comportamenti. Le attività cognitive e motorie influenzano le attività e le strutture del cervello, che è plastico. Lo stesso Flourens aveva asserito che il cervelletto implicasse il movimento, altre aree la percezione e la sensazione, dunque individua substrati impegnati in diverse funzioni biologiche. Darwin nell9Ottocento studia i conigli selvatici, più capaci a schivare il pericolo, e osserva come il volume del cervello risulti maggiore rispetto a quello dei conigli domestici. Tuttavia, Darwin svalorizza l'esperienza che mantiene attivi e plastici i circuiti funzionali. La plasticità è una proprietà intrinseca del cervello umano che rappresenta un9invenzione dell9evoluzione, volte a consentire al sistema nervoso di superare le restrizioni imposte dal proprio genoma e quindi di adattarsi alle pressioni ambientali, ai cambiamenti fisiologici e all9esperienza. Questa proprietà riguarda non solo la fase di sviluppo, ma anche il cervello adulto, il quale presenta anch9esso aree plastiche. Anche nell9animale adulto, dunque, l'esperienza produce modificazioni cerebrali. Mantenere attivo il cervello e sviluppare funzionalità, e perciò la stimolazione cognitiva, è importante all9invecchiamento, che implica anche invecchiamento cerebrale (atrofia, riduzione di volume etc.). A tal proposito, Bennet, nel 1959, studiò il comportamento di alcuni topolini di soli 25 giorni, divisi in due gruppi: uno di essi viveva in un ambiente arricchito da amici e oggetti, i quali cambiavano spesso, l'altro gruppo viveva invece in un ambiente impoverito. Risultò un maggior ispessimento della corteccia occipitale dei topolini appartenenti al primo gruppo: i neuroni di questi risultarono più collegati, a differenza degli altri topi. L'esperienza ha così modificato funzionalmente e strutturalmente la corteccia attraverso collegamenti e risposte più veloci. Bennet ha poi ripreso l'esperimento su topi adulti, ottenendo lo stesso risultato. Hubel e Wiesel studiarono la deprivazione dell9esperienza su gattini a cui bendarono un occhio: a causa della privazione, le cellule del lobo occipitale iniziarono a svilupparsi meno, mettendosi anzi a disposizione Document shared on www.docsity.com Downloaded by: valegara17 ([email protected]) Scaricato da Manu Trovato ([email protected]) dell9occhio vedente. Dunque, il tessuto non rimane inattivo, ma si riorganizza, mentre in condizioni normali i neuroni risponderebbero ad entrambi gli occhi. Dunque, si riscontrano cambiamenti anche con la privazione dell9esperienza. Un altro esperimento condotto a Londra da un gruppo di scienziati che lavora con la risonanza magnetica, ha preso in considerazione dei tassisti in carica da due anni: ha potuto dimostrare che i tassisti hanno sviluppato l'ippocampo posteriore in senso bilaterale, e che la correlazione tra volume e quantità di tempo trascorso come tassista è positiva. La dipendenza da una professione che richiede abilità di orientamento, come nei tassisti londinesi, è associata ad una relativa ridistribuzione della materia grigia dell9ippocampo. Nel 1995 Elbert ha svolto un esperimento su un gruppo di violinisti e musicisti professionisti, dimostrando un aumento della rappresentazione corticale della mano sinistra rispetto al gruppo di controllo: l9area corticale dedicata alle dita della mano sinistra era più estesa e la portata del cambiamento rappresentazionale era correlata positivamente con l9età in cui il soggetto aveva iniziato a suonare. Nessuna differenza si riscontrava per le dita della mano destra. In sostanza, l9apprendimento implica cambiamenti funzionali e/o strutturali nel Sistema Nervoso, e può avere luogo a qualunque età. Esso produce l9ampliamento di aree corticali riguardanti strutture coinvolte nell9apprendimento di un determinato compito ed una maggiore connettività. Il cervello crea in continuazione nuove connessioni sinaptiche e rinforza le sinapsi preesistenti, in risposta alle stimolazioni che riceve dall9ambiente interno e dall9ambiente esterno. Il rimodellamento delle connessioni tra neuroni (sinapsi) lungo le vie nervose cerebrali costituisce la base per l9apprendimento e per la memoria. Lamberto Maffei, in un suo scritto, La libertà di essere diversi, racconta alcuni suoi esperimenti riguardo l9arricchimento ambientale. L9arricchimento è un protocollo sperimentale di studio del sistema nervoso. Non vi è differenza tra ambiente interno ed esterno, in quanto l9azione dell9ambiente si esercita attraverso i recettori esterni, ma anche in maniera più indiretta come attraverso il cibo, la vita sociale, l9attività fisica, etc. Essa si esplica attraverso variazioni dell9attività elettrica cerebrale, comportando variazioni dei mediatori chimici che controllano la trasmissione dei circuiti nervosi e degli ormoni e dei fattori neurotrofici che sono a loro volta controllati dall9attività elettrica. In sostanza, l9ambiente si trasforma in attività elettrica e diventa funzione cerebrale, cervello. Un ambiente più stimolante ha maggiore influenza sull9attività elettrica cerebrale, inducendo maggiori conseguenze biochimiche e biofisiche. Uno studio condotto sulla stimolazione tattile ha preso in esame un gruppo di topi in isolamento ed un secondo con le loro mamme, le quali hanno una tendenza a leccare i loro piccoli. Il secondo gruppo ha mostrato uno sviluppo delle capacità di rispondere agli stimoli visivi in modo più veloce. Analogamente, si è ripetuto l9esperimento sui bambini prematuri, sottoponendoli a tre massaggi al giorno per due settimane: anche in questo caso si è verificato un maggiore sviluppo del sistema nervoso e delle risposte agli stimoli visivi più veloci. Un9altra ricerca sui bambini bilingui ha dimostrato, anche in questo caso, effetti positivi sullo sviluppo cerebrale, nonché un aumento di volume corticale in funzione dell9età in cui i bambini sono stati avviati all9apprendimento della seconda lingua. Di conseguenza, i bambini bilingui mostrano zone cerebrali più ampie. Lo stile di vita influenza notevolmente lo sviluppo corticale. Si pensi alla psicoterapia come generatrice di farmacologia endogena: usando ripetutamente, per lunghi periodo e situazioni adeguate lo stimolo della parola, e soprattutto sollecitando il paziente ad esprimersi, favorendo quindi la partecipazione attiva cognitivo e motoria, non può che indurre un aumento della produzione di farmaci naturali endogeni, quali i fattori neurotrofici, e di mediatori, quali la serotonina ad altri ancora, benèfici per il paziente. I neuroni: l9origine del comportamento Ci sono circa 100 miliardi di cellule nel nostro cervello impegnate a eseguire una vasta gamma di compiti per consentirci di funzionare quali esseri umani. Pensieri, sentimenti e comportamenti spesso sono accompagnati da segnali visibili, che hanno origine da cellule del cervello che acquisiscono informazioni e producono un qualche tipo di risultato milioni di volte al giorno. Queste cellule sono i neuroni, ovvero le cellule del sistema nervoso che comunicano tra loro per elaborare le informazioni. Sono cellule che si riproducono di continuo una volta divenute mature, ed anche nel cervello adulto c9è neurogenesi. Il verso la fine degli anni Ottanta dell'Ottocento un medico e istologo spagnolo, Cajal, viene a conoscenza di Document shared on www.docsity.com Downloaded by: valegara17 ([email protected]) Scaricato da Manu Trovato ([email protected]) una nuova tecnica per colorare i neuroni del cervello, evidenziando cellule intere e rivelando forme e dimensioni diverse. Scoprì così che i neuroni sono strutture complesse, composta da tre parti fondamentali: il corpo cellulare, i dendriti e l'assone. Il corpo cellulare, detto anche soma, è la componente più grande del neurone e coordina i compiti di elaborazione delle informazioni e mantiene in vita la cellula. Qui hanno luogo le funzioni come la sintesi proteica, la produzione di energia e il metabolismo. Il corpo cellulare contiene un nucleo, il quale ospita i cromosomi contengono il nostro DNA. Il corpo cellulare è circondato da una membrana porosa che permette ad alcune molecole di fluire verso l'interno e verso l'esterno della cellula. I dendriti e l'assone consentono i neuroni di comunicare: i dendriti ricevono informazioni dagli altri neuroni e le trasmettono al corpo cellulare, l'assone trasmette informazioni ad altri neuroni, muscoli o ghiandole. Ogni neurone ha un unico assone che a volte può essere molto lungo, arrivando a misurare anche 1 m dalla base del midollo spinale fino all9alluce. In molti neuroni l'assone è rivestito da una guaina di mielina, uno strato isolante di sostanza grassa, formato da cellule della glia, ovvero cellule di supporto presenti nel sistema nervoso. Nel nostro cervello ci sono 100 miliardi di neuroni impegnati a elaborare informazioni, ma per ogni neurone vi sono da 10 a 50 cellule della glia che svolgono una varietà di funzioni: alcune digeriscono parti di neuroni morti, altre forniscono sostegno fisico e nutritivo ai neuroni e altre ancora formano la mielina per aiutare l'assone a trasmettere le informazioni in modo più efficiente. Nelle malattie demielinizzanti, come la sclerosi multipla, la guaina mielinica si deteriora, provocando un rallentamento nella trasmissione delle informazioni da un neurone all'altro. Questo rallentamento porta una gamma di problemi, fra cui perdita di sensibilità negli arti, cecità parziale e difficoltà cognitive e nella coordinazione dei movimenti. I dendriti e gli assoni dei neuroni in realtà non arrivano a toccarsi: tra l'assone di un neurone ed i dendriti o il corpo cellulare di un altro c'è un piccolo spazio che è parte integrante della sinapsi, la giunzione o regione compresa tra l'assone di un neurone ed i dendriti o il corpo il cellulare di un altro. Molti dei 100 miliardi di neuroni del nostro cervello presentano ciascuno alcune migliaia di sinapsi, perciò la maggior parte degli adulti possiede tra i 300 ed i 500 trilioni di sinapsi. La trasmissione delle informazioni attraverso la sinapsi è fondamentale per la comunicazione neurale, il processo che ci consente di pensare, sentire e agire. Vi sono tre tipi principali di neuroni, ciascuno dei quali svolge una funzione distinta: Neuroni sensoriali: ricevono informazioni dal mondo esterno e le trasmettono al cervello tramite il midollo spianale. Hanno sui loro dendriti terminazioni specializzati a ricevere segnali luminosi, sonori, tattili, gustativi ed olfattivi. Nei nostri occhi, ad esempio, le terminazioni sono fotosensibili. Neuroni motori o motoneuroni: trasmettono i segnali neurali dal cervello ai muscoli per generare il movimento. Hanno lunghi assoni che possono estendersi fino ai muscoli situati alle nostre estremità. Interneuroni: connettono neuroni sensoriali, neuroni motori o altri interneuroni. Alcuni interneuroni trasmettono informazioni dai neuroni sensoriali al sistema nervoso, altri le trasmettono dal sistema nervoso ai neuroni motori, e altre ancora svolgono una varietà di funzioni legate all'elaborazione delle informazioni all'interno del sistema nervoso. Essi operano insieme in piccoli circuiti per eseguire compiti semplici e compiti molto più complicati. I neuroni presentano anche delle forme di specializzazione a seconda della loro posizione. Le cellule di Purkinje sono un tipo di interneurone che dal cervelletto veicola informazioni al resto del cervello e al midollo spinale, ed hanno dendriti fitti, intricati, che somigliano a cespugli. Le cellule piramidali si trovano nella corteccia cerebrale ed hanno un corpo cellulare a forma appunto piramidale e un singolo dendrite lungo tra molti dendriti più corti. Le cellule bipolari sono i neuroni sensoriali localizzati nella retina dell9occhio ed hanno un unico assone e un unico dendrite. Il cervello elabora tipi differenti di informazione, quindi per gestire i diversi compiti si è evoluta una gamma molto ampia di specializzazioni a livello cellulare. LE AZIONI ELETTROCHIMICHE DEI NEURONI I neuroni sono cellule eccitabili dal punto di vista elettrico e la comunicazione delle informazioni avviene nella forma di segnali elettrici all'interno del singolo neurone e tra i diversi neuroni. La comunicazione delle informazioni implica due fasi, che costituiscono l'azione elettrochimica dei neuroni: la conduzione, cioè il passaggio di un segnale elettrico all'interno del singolo neurone, dai dendriti al corpo cellulare e poi lungo tutto l'assone; la trasmissione, ovvero il passaggio di segnali elettrici tra neuroni attraverso la sinapsi. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: valegara17 ([email protected]) Scaricato da Manu Trovato ([email protected]) La membrana cellulare del neurone presenta minuscoli pori che fungono da canali attraverso i quali piccole molecole cariche elettricamente, dette ioni, entrano o escono dalla cellula. Questo flusso di ioni crea le condizioni di un segnale elettrico attraverso la cellula neurale. I neuroni sono naturalmente dotati di una carica elettrica chiamata potenziale di riposo, che è la differenza di carica elettrica, data dagli ioni, tra l'interno e l'esterno della membrana cellulare di un neurone. Gli ioni possono avere una carica positiva o negativa. Nello stato di riposo, all'interno del neurone vi è un9elevata concentrazione dello ione potassio positivo (K+), ma prevalgono gli ioni proteici a carica negativa (A-). Invece all'esterno del neurone un'elevata concentrazione di ioni sodio positivi (Na+) prevale su una concentrazione relativamente bassa di ioni cloro negativi (Cl-). L'interno della membrana cellulare è dunque carico negativamente rispetto all'esterno. La presenza di speciali canali della membrana cellulare limita il movimento degli ioni verso l'interno e verso l'esterno della cellula. Nella membrana cellulare è presente un'attiva pompa chimica che contribuisce a mantenere alta la concentrazione di ioni K+ all'interno della cellula, spingendo verso l'esterno gli ioni Na+ e trascinando all'interno ioni K+. Durante il potenziale di riposo si accumulano dunque all'interno della cellula ioni K+ in eccesso, pronti a fuoriuscire per ristabilire l'equilibrio con le basse concentrazioni di K+ all'esterno della membrana. Speciali canali per gli ioni K+ e Na+ sono chiusi durante il potenziale di riposo, consentendo così alla membrana cellulare di mantenere sulla sua faccia interna la carica elettrica negativa rispetto alla faccia esterna. Questi canali trattengono gli ioni portando all'accumulo di energia potenziale che in una frazione di secondo può essere liberata sotto forma di un impulso elettrico. Il potenziale d'azione è un segnale elettrico che si propaga lungo tutto l'assone di un neurone fino a raggiungere una sinapsi. Esso si verifica solo quando la carica elettrica raggiunge un certo valore o soglia. Aumentando la forza della scarica elettrica al di sopra della soglia, però, la forza del potenziale d'azione non aumenta: il potenziale d'azione, dunque, segue una legge del tutto o niente. Indipendentemente dal fatto che lo stimolo sia pari o superiore alla soglia, il potenziale d'azione ha sempre esattamente le stesse caratteristiche e la stessa ampiezza. Il potenziale d'azione si genera in seguito ad un cambiamento dello stato dei canali nella membrana dell'assone. Durante il potenziale di riposo i canali K+ ed Na+ sono chiusi, ma dietro lo stimolo di una carica elettrica che raggiunge il valore di soglia, i canali specifici del sodio si aprono e gli ioni Na+ si riversano all'interno della cellula. Il rapido afflusso di ioni positivi fa aumentare la carica sulla faccia interna della membrana dell'assone, trasformandola da negativa a positiva rispetto alla faccia esterna. Il processo prende il nome di depolarizzazione. Per ripristinare la carica negativa sulla faccia interna della membrana, e con essa il potenziale di riposo, i canali del sodio si inattivano per alcuni millisecondi, bloccando così il flusso di Na+ verso l'interno della cellula. Questo periodo è detto periodo refrattario, ovvero la fase che segue un potenziale d'azione durante la quale la generazione di un nuovo potenziale d'azione è impossibile. Segue poi l'apertura di canali specifici per gli ioni potassio, che consente agli ioni K+ più di fluire al suo esterno, riportando la carica elettrica sulla faccia interna della membrana ad un valore negativo. A questo punto i canali K+ si richiudono, le pompe ioniche continuano a spingere gli ioni Na+ fuori dalla cellula ed a portare dentro altri ioni K+ e le concentrazioni degli ioni si modificano e ristabiliscono il potenziale di riposo. L'intero processo è talmente rapido che alcuni neuroni scaricano più di 100 impulsi in un secondo. Dopo che un potenziale d'azione si è generato nella parte iniziale dell'assone, esso si propaga per una breve distanza sull9assone, producendo un potenziale d'azione in una posizione adiacente. Quest'ultimo si propaga generando un potenziale d'azione in un'altra posizione adiacente e così via. In questo modo la conduzione dell'impulso procede lungo l9intera lunghezza dell9assone, fino al bottone sinaptico, da cui si rilasciano neuromediatori nello spazio sinaptico che modificano il neurone ricevente, in un processo definito ripolarizzazione. La guaina mielinica facilita la conduzione del potenziale d'azione, in quanto si avvolge attorno all'assone lasciando brevi interruzioni tra un ammasso e l9altro, tanto da fare assomiglia l9assone ad una treccia di salsicce. I punti di interruzione nel rivestimento mielinico sono detti nodi di Ranvier: spostandosi lungo un assone ricoperto di guaina mielinica, il segnale neurale salta da nodo a nodo, anziché percorrere l'intero assone. Questa modalità, detta conduzione saltatoria, rende più veloce il flusso delle informazioni lungo l9assone. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: valegara17 ([email protected]) Scaricato da Manu Trovato ([email protected]) LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI L9impulso elettrico del potenziale d'azione assume una forma in grado di attraversare lo spazio relativamente piccolo della fessura sinaptica, grazie a speciali reazioni chimiche. La parte finale dell'assone è di solito costituita da terminazioni assoniche, dette anche bottoni sinaptici, ovvero ramificazioni che dipartono dall'assone e terminano con strutture a forma di bottone. Un bottone sinaptico è pieno di minuscole vescicole che contengono neurotrasmettitori, cioè sostanze chimiche che trasmettono l'informazione attraverso le sinapsi fino ai dendriti di un neurone ricevente. Sui dendriti del neurone ricevente sono presenti recettori, cioè componenti della membrana cellulare che ricevono i neurotrasmettitori e che possono o avviare o inibire la genesi di un nuovo segnale elettrico. Il flusso di ioni K+ ed Na+ attraverso la membrana cellulare porta il neurone che trasmette l'impulso, o neurone presinaptico, a passare dal potenziale di riposo al potenziale d'azione; il potenziale d'azione viaggia lungo l9assone fino alle terminazioni assoniche, dove stimola il rilascio di neurotrasmettitori delle vescicole entro la fessura sinaptica. I neurotrasmettitori diffondono attraverso la sinapsi e si legano a recettori posti su un dendrite del neurone ricevente, o neurone postsinaptico. In questo secondo neurone si genera così un nuovo potenziale d'azione, che poi si propaga lungo l9assone fino alla successiva sinapsi e al successivo neurone. Quest9azione elettrochimica, detta trasmissione sinaptica, consente ai neuroni di comunicare tra loro ed è il processo che sta alla base di pensieri, emozioni e comportamenti. I neuroni tendono a formare nel cervello vie neurali caratterizzate da specifici neurotrasmettitori: un neurotrasmettitore può essere prevalente in una data regione del cervello, e un diverso neurotrasmettitore può esserlo in un'altra. I neurotrasmettitori ed i recettori postsinaptici funzionano come un sistema del tipo chiave e serratura: solo alcuni neurotrasmettitori possono legarsi a specifici siti recettori su un dendrite. I neurotrasmettitori lasciano la sinapsi mediante tre processi: in primo luogo avviene la ricaptazione, quando i neurotrasmettitori vengono riassorbiti dalle terminazioni assoniche del neurone presinaptico; in secondo luogo, i neurotrasmettitori possono essere degradati da enzimi all'interno della sinapsi in un processo chiamato disattivazione enzimatica; infine, i neurotrasmettitori possono legarsi a siti recettori sui neuroni presinaptici detti autorecettori. Gli autorecettori rilevano la quantità di neurotrasmettitore liberata nella sinapsi e, quando il neurotrasmettitore è presente in eccesso, segnalano al neurone di smettere di rilasciarlo. NEUROTRASMETTITORI Fase 1: sintesi: formazione delle molecole dei neurotrasmettitori; Fase 2: immagazzinamento: le singole molecole vengono immagazzinate nelle vescicole sinaptiche (nell9estremità dell9assone); Fase 3: rilascio: in seguito al potenziale di azione le molecole vengono rilasciate e attraversano lo spazio sinaptico; Fase 4: legame: le molecole si legano ai recettori post-sinaptici posti nella membrana cellulare del neurone ricevente. Ogni neurotrasmettitore si combina al recettore come la serratura con la sua chiave; Fase 5: la reazione chimica ha due possibili effetti sul neurone ricevente: eccitatoria, facilitando l'innesco di un potenziale di azione; inibitoria, contrastando l'innesco di un potenziale di azione; Fase 6: disattivazione: il neurotrasmettitore viene disattivato da altre sostanze chimiche; Fase 7: ri-captazione: le molecole di un neurotrasmettitore vengono riassorbite nei terminali dell'assone presinaptico. TIPI E FUNZIONI DEI NEUROTRASMETTITORI Circa 60 sostanze chimiche giocano un ruolo nel trasmettere le informazioni attraverso il cervello e il corpo, ed esse influenzano in modo diverso i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti, ma solo alcune classi sembrano avere un ruolo davvero importante. Acetilcolina (Ach): è un neurotrasmettitore coinvolto in numerose funzioni, fra cui il controllo motorio volontario. Si trova nei neuroni nel cervello e nelle sinapsi con cui gli assoni si connettono ai muscoli e agli organi del corpo, come il cuore. L'acetilcolina attiva i muscoli in modo da avviare il comportamento motorio, ma contribuisce anche alla regolazione dell9attenzione, dell9apprendimento, del sonno, dell'attività onirica e della memoria. La malattia dell9Alzheimer è associata al deterioramento dei neuroni che producono acetilcolina. Dopamina: è un neurotrasmettitore che regola il comportamento motorio, la motivazione, il piacere e l'attivazione emozionale. È coinvolta nello stabilirsi della dipendenza da sostanze. Alti livelli di dopamina sono stati associati alla schizofrenia, bassi livelli alla malattia del Parkinson. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: valegara17 ([email protected]) Scaricato da Manu Trovato ([email protected]) Glutammato: è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del cervello e favorisce la trasmissione delle informazioni fra neuroni. L'acido gamma aminobutirrico (GABA) invece è il principale neurotrasmettitore inibitorio del cervello. I neurotrasmettitori inibitori bloccano nei neuroni la generazione di impulsi elettrici (fairing). Troppo glutammato o troppo poco GABA possono causare l'iperattività dei neuroni, con conseguente rischio di attacchi epilettici. Noradrenalina e Serotonina: sono due neurotrasmettitori correlati che influenzano l'umore e l'attivazione fisiologica (arousal). La noradrenalina è coinvolta negli stati di vigilanza, o in una più intensa consapevolezza dei pericoli presenti nell9ambiente. La serotonina è coinvolta nella regolazione del sonno e della veglia, dell'alimentazione e del comportamento aggressivo. Livelli bassi di ognuno di essi sono stati messi in relazione con i disturbi dell'umore. Endorfine: sono sostanze chimiche che agiscono sulle vie del dolore e sui centri cerebrali dell'emozione. Il termine deriva dall'unione di endogena e di morfina. La morfina è infatti una sostanza sintetica con effetto calmante ed euforizzante, perciò le endorfine sono sostanze prodotte del nostro corpo che hanno proprietà analoghe, come attenuare le esperienze del dolore ed elevare l'umore. Il nostro normale funzionamento comporta un delicato equilibrio fra tutti i neurotrasmettitori: uno squilibrio per quanto leggero può influire in misura notevole sul comportamento, ma talvolta questi squilibri si verificano naturalmente. A volte, ad esempio, il cervello non produce abbastanza serotonina e ciò contribuisce all'umore depresso o ansioso. Altre volte la persona stessa cerca attivamente di causare uno squilibrio, fumando, bevendo alcol o assumendo droghe. L9LSD si lega molto facilmente con i recettori serotoninergici del cervello, producendo effetti simili a quelli della serotonina su pensieri, sentimenti o comportamenti. LE SOSTANZE PSICOTROPE Molte sostanze che agiscono sul sistema nervoso operano incrementando la produzione e la funzione dei neurotrasmettitori, oppure interferendo con essa, o ancora imitandola. Sono dette agoniste le sostanze che intensificano l'azione di un neurotrasmettitore, mentre sono dette antagoniste le sostanze che bloccano il funzionamento di un neurotrasmettitore. Alcune sostanze alterano un passaggio nella produzione o nel rilascio del neurotrasmettitore, mentre altre hanno una struttura chimica così simile ad un neurotrasmettitore da essere in grado di legarsi ai suoi recettori. Se legandosi ad un recettore una sostanza avvia l'azione del neurotrasmettitore, allora si tratta di una sostanza agonista; se invece blocca l'azione del neurotrasmettitore, allora si tratta di un9antagonista. La sostanza L-dopa è stata sviluppata per trattare la malattia di Parkinson, un disturbo caratterizzato da tremori e difficoltà ad avviare movimenti volontari, causato dalla perdita di neuroni dopaminergici. La dopamina viene prodotta nei neuroni dalla modificazione di una molecola comune detta L-dopa: ingerendola, la quantità di questa sostanza nel cervello aumenta ed i neuroni sopravvissuti sono stimolati a produrre una maggiore quantità di dopamina. Essa, dunque, agisce come agonista della dopamina. Le droghe più diffuse alterano l'azione dei neurotrasmettitori. L'anfetamina è una sostanza molto diffusa che simula il rilascio di noradrenalina e dopamina. Sia l'anfetamina che la cocaina inibiscono la ricaptazione della noradrenalina e della dopamina; il maggiore rilascio di noradrenalina e dopamina unito al blocco del riassorbimento fa sì che la sinapsi sia invasa da questo neurotrasmettitore, dando luogo ad un aumento di attivazione dei loro recettori. Sono quindi potenti agoniste. La noradrenalina e la dopamina hanno un ruolo cruciale nel controllo dell'umore, al punto che incrementi nell9uno o nell9altro neurotrasmettitore producono euforia, stato di veglia protratto e un'esplosione di energia. Tuttavia, la noradrenalina aumenta anche la frequenza del battito cardiaco ed una dose eccessiva di anfetamina o di cocaina può indurre il cuore a contrarsi tanto rapidamente che i battiti non durano abbastanza per pompare efficacemente il sangue: ciò può portare a svenimenti e talvolta alla morte. La metanfetamina è una variante dell'anfetamina e agisce a livello delle sinapsi lungo le vie della dopamina, della serotonina e della noradrenalina. La combinazione di effetti agonisti e antagonisti altera le funzioni dei neurotrasmettitori che aiutano a percepire o a interpretare immagini e stimoli visivi, così che a volte ne risultano strane allucinazioni. Il Prozac è un farmaco comunemente usato per trattare la depressione, agonista di un neurotrasmettitore. Esso blocca la ricaptazione della serotonina, perciò appartiene a una categoria di sostanze dette inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Le persone che soffrono di depressione clinica presentano tipicamente livelli ridotti di serotonina nel cervello: il blocco della ricaptazione fa sì che una maggiore quantità di neurotrasmettitore rimanga più a lungo all'interno della sinapsi e ciò produce una maggiore attivazione dei recettori della serotonina. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: valegara17 ([email protected]) Scaricato da Manu Trovato ([email protected]) Una sostanza antagonista con importanti implicazioni mediche è un principio attivo chiamato propranololo, appartenente a una classe di sostanze dette beta-bloccanti, che bloccano i recettori per la noradrenalina a livello del cuore: il battito cardiaco rallenta, migliorando la condizione nei disturbi in cui il battito è troppo veloce o irregolare. I beta-bloccanti vengono prescritti anche per ridurre l'agitazione, la tachicardia e il nervosismo associati con la cosiddetta

Use Quizgecko on...
Browser
Browser