Pedagogia e didattica speciale della disabilità intellettiva PDF

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This document discusses special educational methodology and teaching strategies for students with intellectual disabilities. It explores various concepts, including universal design for learning, differentiated instruction, and inclusive classroom practices.

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2 Pedagogia e didattica speciale della disabilità intellettiva e dei disturbi generalizzati dello sviluppo – Prof.ssa Anna Scala FEEDBACK ESERCITAZIONE + aggiunte domande mancanti 1. DEFINISCA IL SIGNIFICATO DI “UNIVERSALE.” Per la Didattica Inclusiva il...

2 Pedagogia e didattica speciale della disabilità intellettiva e dei disturbi generalizzati dello sviluppo – Prof.ssa Anna Scala FEEDBACK ESERCITAZIONE + aggiunte domande mancanti 1. DEFINISCA IL SIGNIFICATO DI “UNIVERSALE.” Per la Didattica Inclusiva il termine “Universale” intende la didattica di base rivolta a tutti gli alunni ed è costruita a partire dalle N differenze presenti in classe. Esso è l’evoluzione del concetto di Inclusione e, ricordando le parole di Canevaro e Ianes (2021) “Se vogliamo davvero muoverci verso l’Universalità dovremmo essere ossessionati dallo scoprire, comprendere e valorizzare in ogni modo le differenze dei nostri alunni.” 2. N E L L A D I D A T T I C A I N C L U S I VA S I P A R L A D I PROGETTAZIONE UNIVERSALE E DI ACCOMODAMENTO RAGIONEVOLE. COSA VUOL DIRE? (UN, 2006, Art. 2) Per “progettazione universale” di intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari. Per “accomodamento ragionevole” si intendono le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongono un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia necessità. In casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali. 3. QUANDO SI DEFINISCE «EQUO» UN CONTESTO SCOLASTICO? Il contesto scolastico si definisce “equo” quando accoglie, rispetta le differenze e risponde ai differenti bisogni di tutti e di tutto; tenendo presente il diritto all’autodeterminazione, può essere considerato adeguato ed inclusivo. 4. PER LA DIDATTICA INCLUSIVA SI PARLA DI ETEROGENEITA’ E GLOBALITA’. COSA VUOL DIRE? L’eterogeneità e le N differenze – di tutti - come espressione della varietà di funzionamenti, caratteristiche, obiettivi, bisogni, desideri ed aspirazioni... La globalità e multidimensionalità del profilo di apprendimento, che si estende bel oltre le sole competenze curriculari ma aspira alla formazione della Persona (es. competenze socio-emotive, atteggiamenti, autonomia, riflessività). 5. PER LA DIDATTICA INCLUSIVA BISOGNA PROGETTARE PROPOSTE AL PLURALE. COSA VUOL DIRE? Nella didattica inclusiva progettare proposte al plurale vuol dire un delicato equilibrio fra individualità ed appartenenza. La classe viene percepita come un gruppo altamente eterogeneo, non solo per quanto riguarda le differenti competenze (curriculari, personali e sociali) degli studenti, ma anche in relazione a molteplici aspetti individuali (interessi, passioni,...). La progettazione didattica rivolta alla classe si basa su una conoscenza approfondita delle caratteristiche dei livelli di competenza e degli interessi di tutti gli alunni. L’insegnante propone attività il più possibile flessibili in termini di contenuti, processi di apprendimento e modalità di valutazione, cercando di alimentare relazioni di interdipendenza positiva e di costruire un clima relazionale favorevole all’apprendimento. 6. C O S A V U O L D I R E “ D I D AT T I C A S E N S I B I L E A L L E DIFFERENZE?” Didattica sensibile alle differenze vuol dire valorizzare la dimensione della comunità di apprendimento e le caratteristiche di ciascuno, migliorare la partecipazione e l’apprendimento di alunne e alunni che presentano bisogni specifici con ispirazione dai principi della Differenziazione Didattica e dell’Universal Design for Learning 7. LA TEORIA DEL CARICO COGNITIVO SI RIFERISCE A...si riferisce alla quantità totale di sforzo mentale utilizzato dalla memoria di lavoro e al bilanciamento di expertise dell’alunno con il tipo di compito. 8. COS’E’ IL CHUNK? Il Chunk è una unità composta da più elementi raggruppati con senso (associazioni, conoscenze personali, …) 9. Secondo Demo 2016, adattato da Peschel 2006, COSA VUOL DIRE “DIDATTICA APERTA?” La didattica aperta permette ad ogni alunno/a di apprendere, attraverso una metodologia individualizzata autodefinita, contenuti e competenze autodeterminati, ricavati da un curriculum a maglie larghe, nella piena libertà di scelta dei luoghi, dei tempi e degli eventuali partner di apprendimento. Dal punto di vista della socializzazione, la didattica aperta si pone come obiettivo la piena partecipazione e la piena corresponsabilizzazione dell’alunno/a rispetto all’organizzazione della classe, delle regole della comunità e della gestione comune del tempo scuola. 10. Secondo Cottini, 2016, L’AUTODETERMINAZIONE è un costrutto multidimensionale, con fattori sotto al controllo dell’individuo ed altri del contesto. 11. LA DIDATTICA APERTA SVILUPPA LE COMPETENZE PER L’AUTODETERMINAZIONE. ALCUNI ESEMPI SONO le stazioni di apprendimento e le agende settimanali. 12. QUALI SONO I TRE PRINCIPI DELLA PROGETTAZIONE INCLUSIVA? I tre principi per una progettazione inclusiva hanno presenti traguardi ampi, complessi e situati, attività ed ambienti di apprendimento che rispondono contemporaneamente al principio di individualizzazione ed al principio di partecipazione, valutazione formativa. Castoldi ci ricorda di alternare i momenti di allenamento con i momenti partita. 13. IN RIFERIMENTO ALLA DISABILITA’ INTELLETTIVA, Q U A L I S O N O G L I A S P E T T I Q U A L I TAT I V I D E L FUNZIONAMENTO ADATTIVO NELL’AMBIENTE? Gli aspetti qualitativi del Funzionamento Adattivo sono la comunicazione, l’autodeterminazione, la cura della persona, le abilità domestiche, le abilità sociali, la capacitò di utilizzare le risorse della comunità, le autonomie che riguardano la propria salute/sicurezza, le abilità di gestione del tempo libero, le abilità lavorative. 14. PER L’ADATTAMENTO DEI MATERIALI DIDATTICI ABBIAMO ANCHE CONDIVISO IL SUPPORTO AL CANALE COMUNICATIVO IN ENTRATA. QUALI SONO LE RACCOLTE DI SIMBOLI COMMERCIALI ? Picture Communication Symbols (PCS), Widgit Literacy Symbols (WLS) 15. IN COSA CONSISTE IL FADING? Consiste nella riduzione graduale dell’aiuto che avviene attraverso attenuazione o sostituzione da una tipologia di aiuto più concreta a una più simbolica. Il fading è la progressiva riduzione degli aiuti forniti durante il prompting. Questa strategia si applica dopo il prompting per garantire un'acquisizione reale delle abilità e l'indipendenza nelle risposte. 16. IN COSA CONSISTE LO SHAPING? Shaping = Rinforzare comportamenti via via più vicini alla meta. Il chaining è una strategia per insegnare abilità complesse, mentre lo shaping è una tecnica per ampliare il repertorio di capacità degli studenti. Entrambe le strategie si basano sul rinforzo graduale dei comportamenti desiderati. 17. Il MODELLO DI ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO si basa sulla sequenza di tre elementi fondamentali per lo sviluppo di un progetto completo di intervento psicoeducativo. Descriva ciascun elemento e ciò che si osserva in ognuno di essi. A=evento antecedente ovvero ciò che succede prima della manifestazione del comportamento problema (messaggi non verbali, tono di voce, rabbia, confusione, frustrazione...), il luogo, chi era presente, le richieste fatte, il contesto e cosa favorisce nell’alunno l’emissione del comportamento. B=comportamento problema o oppositivo descritto in una unità operazionale evitando etichettamenti ed interpretazioni. C=conseguenza ovvero le reazioni al comportamento, come ha reagito l’ambiente, cosa fa l’ambiente, cosa fa l’alunno e le conseguenze pratiche. 18. PER IL DSM-5, NEGLI ALUNNI CON DISTURBO NELLO S P E T T R O D E L L’ A U T I S M O , Q U A L I S O N O L E C A R AT T E R I S T I C H E E I C O M P O RTA M E N T I C H E S I RISCONTRANO CON MAGGIORE FREQUENZA SECONDO I CRITERI A E B? Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti (deficit nella reciprocità socio-emotiva, deficit nei comportamenti comunicativi non verbali, deficit nella creazione e mantenimento di relazioni); pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi (linguaggio, movimenti o uso di oggetti stereotipati o ripetitivi, eccessiva fedeltà alla routine, interessi altamente ristretti e fissari, anomali in intensità o argomenti, iper o ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente. 19. I SENSORY BREAK possono aiutare il bambino/ragazzo con Disturbo nello spettro dell’autismo a riprendersi e a gestire la crisi, a seguito di un momento in Meltdown. 20. Lo SHUTDOWN è una risposta fisica al sovraccarico che comporta una sorta di «spegnimento» del cervello (freezing): la persona si blocca, in un isolamento estremo dal contesto, e questo permette al sistema nervoso di «svuotarsi», di elaborare il sovraccarico e di riprendersi. 21. ALL’INTERNO DEL FUNZIONAMENTO DELLA PERSONA CON DISABILITÀ INTELLETTIVA LE LIMITAZIONI SPESSO COESISTONO CON I PUNTI DI FORZA. UN OBIETTIVO FONDAMENTALE DELLA DESCRIZIONE DELLE LIMITAZIONI È SVILUPPARE UN PROFILO DEI SOSTEGNI NECESSARI PERSONALIZZATI FORNITO PER UN PERIODO PROLUNGATO POICHÉ IL FUNZIONAMENTO DELLA PERSONA CON DI GENERALMENTE TENDE A MIGLIORARE. PERTANTO IL DOCENTE OSSERVA E PROGETTA LA DIDATTICA INCLUSIVA PARTENDO DAL FUNZIONAMENTO ADATTIVO. ESSO È SUDDIVISO IN TRE AMBITI/DOMINI. QUALI SONO E A COSA SI RIFERISCONO? Dominio concettuale: include le abilità di linguaggio, lettura, scrittura, matematica, ragionamento, conoscenza, memoria. Dominio sociale: si riferisce a consapevolezza dei pensieri e sentimenti altrui, empatia, giudizio sociale, capacità nelle relazioni interpersonali, la capacità di fare e mantenere amicizie. Il Dominio pratico: include autogestione come ad esempio la cura personale, le responsabilità lavorative, la gestione del denaro, attività ricreazionali, organizzazione compiti scolastici e lavorativi. 22. L’ADATTAMENTO DEI MATERIALI DIDATTICI PUÒ AVVENIRE ATTRAVERSO 5 LIVELLI. QUALI SONO E COSA COMPRENDONO? Sostituzione (cambia format del materiale, si rispettano i criteri di leggibilità, i contenuti e gli obiettivi sono gli stessi; è per tutti gli alunni con differenti preferenze, per gli alunni con disturbo specifico di apprendimento, per alunni con disabilità sensoriali). Facilitazione (Attiva la didattica inclusiva adattando il contesto, la struttura e lo spazio/tempo della proposta; nella facilitazione non si semplifica ma si aggiunge anche lavorando sulla leggibilità e sugli aspetti grafici di un testo. La proposta didattica ha gli stessi contenuti e gli stessi obiettivi per tutti; è per alunni con difficoltà di organizzazione, deficit di attenzione, FIL). Semplificazione (la didattica si sofferma molto sulla comprensione ed elaborazione della proposta, lavora sulle tematiche, su aspetti linguistici e sulla metacognizione; i contenuti e gli obiettivi sono ridotti; è per gli alunni di recente immigrazione, disabilità intellettiva, autismo). Scomposizione nei nuclei fondanti (la didattica inclusiva si progetta su attività fondanti ed accessibili, sul livello di difficoltà da affrontare anche con il supporto del canale comunicativo in entrata. Bisogna trovare nel percorso curricolare dei nuclei fondanti della disciplina che siano più agevolmente traducibili in obiettivi accessibili e significativi; è per gli alunni con disabilità intellettiva di grado medio e sue comorbilità). Partecipazione alla cultura del compito (nella progettazione di didattica inclusiva bisogna trovare le occasioni per far partecipare l’alunno a dei momenti significativi di elaborazione o utilizzo reale delle competenze currricolari, in modo che sperimenti, anche se soltanto da spettatore, la “cultura del compito”. Anche in questo caso supportando il canale comunicativo in entrata). 23. IL DDAI, PER ESSERE DIAGNOSTICATO, DEVE ESSERE PRESENTE IN ALMENO DUE CONTESTI DI VITA, SEI O PIÙ S I N T O M I D I I N AT T E N Z I O N E ( D I S AT T E N Z I O N E ) O IPERATTIVITÀ/IMPULSIVITÀ PRESENTI DA ALMENO 6 MESI, ANCHE PRIMA DEI 12 ANNI (DSM-5). PER PROGETTARE BENE GLI INTERVENTI DI DIDATTICA, QUALI STRUMENTI DI OSSERVAZIONE ABBIAMO CONDIVISO? Osservazione di I livello distinguendo etichetta e comportamento e Osservazione di II livello con la scala SDAI (Cornoldi). 24. IL METODO START SI BASA SU CINQUE FASI DI PROGRAMMAZIONE E DI LAVORO CHE SI RIPETONO C I C L I C A M E N T E C O N I L F I N E D I S V I L U P PA R E E / O RAFFORZARE LE COMPETENZE ESECUTIVE CHIAMATE IN GIOCO E PORTARE L’ALUNNO VERSO L’AUTONOMIA NEL LORO USO. LE COMPETENZE ESECUTIVE (BARKLEY, 2012) SONO COMPORTAMENTI DI AUTOCONTROLLO CHE PERMETTONO DI SCEGLIERE UN OBIETTIVO, METTERE IN ATTO E PERSEGUIRE UN PIANO DI AZIONE DISTRIBUITO NEL TEMPO E CHE TENGA CONTO DI ELEMENTI «SOCIALMENTE ACCETTABILI E CONDIVISI». QUALI SONO LE COMPETENZE ESECUTIVE RICHIESTE PER L’ESECUZIONE DI UN COMPITO? Le competenze esecutive richieste per l’esecuzione di un compito (non solo didattico ovviamente) sono: Allestire e gestire il proprio spazio fisico di lavoro; Avere il materiale necessario per svolgere i compiti; Stimare correttamente il tempo necessario per svolgere le attività; Rispettare le consegne; Dividere il compito in più parti e portare a termine ognuna di esse; Verificare gli errori e correggerli. Aggiunte L A D I F F E R E N Z I A Z I O N E D I D AT T I C A P R E S U P P O N E PROCEDURE TALVOLTA INDIVIDUALIZZATE E TALVOLTA PERSONALIZZATE. COSA INTENDE BALDACCI, 2005? Le Procedure individualizzate sono finalizzate ad assicurare a tutti gli studenti le competenze comuni del curricolo attraverso una diversificazione dei percorsi di apprendimento; le procedure personalizzate hanno Lo scopo di permettere ad ogni studente di sviluppare le proprie peculiari potenzialità intellettive, differenti per ognuno, sempre attraverso forme di differenziazione degli itinerari di apprendimento. L’UNIVERSAL DESIGN FOR LEARNING E’ FONDATO SU PRINCIPI E LINEE GUIDA. QUALI SONO? L’UNIVERSAL DESIGN FOR LEARNING è La progettazione universale è la progettazione di prodotti e dispositivi che siano utilizzabili da tutte le persone, nella massima misura possibile, senza la necessità di adattamenti o di progettazione specializzata. I principi sono 3: fornire molteplici forme di rappresentazione (cosa), fornire molteplici forme di azione ed espressione (come), fornire molteplici forme di apprendimento (perché); le linee guida sono 9: fornire diverse opzioni per la percezione, fornire opzioni per la lingua, espressioni e simboli, fornire diverse opzioni per la comprensione, fornire diverse opzioni per l’interazione fisica, fornire diverse opzioni di espressione e comunicazione, fornire diverse opzioni per le funzioni esecutive, fornire diverse opzioni per stimolare e rinforzare l’interesse, fornire diverse opzioni per sostenere lo sforzo e la perseveranza, fornire diverse opzioni per l’autoregolazione. L’ATTIVITÀ COGNITIVA RICHIEDE MOLTO ALLA MEMORIA DI LAVORO. LA MEMORIA DI LAVORO SI SOVRACCARICA NELLA FASE DI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI IN BASE… all'expertise dello studente; alla complessità del compito; ai materiali di studio erogati. Gran parte delle difficoltà di apprendimento dipendono dalla limitatezza di questa memoria e dalle condizioni di sovraccarico a cui facilmente è sottoposta. COS’E’ IL CHUNKING? Oggetti/concetti diversi vengono rappresentati in base a dei criteri di senso o riducendo gli elementi in modo tale da ridurre il numero di elementi da rielaborare e ridurre li sovraccarico cognitivo. COSA SONO LE FUNZIONI ESECUTIVE E QUALI ABBIAMO CONDIVISO? Le funzioni esecutive (FE) sono un insieme di abilità cognitive necessarie alla gestione dei meccanismi di autocontrollo e alla gestione dei comportamenti che hanno sede nell'area pre-frontale della corteccia cerebrale. Tali funzioni consentono alle persone di fare cose come seguire indicazioni, concentrarsi, controllare le emozioni e raggiungere obiettivi. Ci aiutano a organizzare e governare moltissimi compiti. 1. Controllo dell'attenzione: riguarda la fondamentale capacità di focalizzare e autogestire l'attenzione in base alle richieste contestuali (gioco, studio, lavoro, e c c. ) e concentrarsi us qualcosa di specifico nell'ambiente; da notare che la FE non è l'attenzione in sé ma la capacità di gestirla. 2. Flessibilità cognitiva: si riferisce alla capacità di passare da un compito mentale a un altro o di pensare a più cose contemporaneamente con un fine ben preciso. 3. Inibizione cognitiva: comporta al capacità di escludere informazioni irrilevanti, cioè i cosiddetti distrattori, che possono interferire durante lo svolgimento di un impegno che richiede sforzo e concentrazione. 4. Controllo inibitorio: comporta la capacità di inibire impulsi o desideri al fine di impegnarsi in comportamenti più appropriati o benefici. 5. Memoria di lavoro o working memory: si tratta di un sistema di memorizzazione temporanea, un tipo di memoria a breve termine, che tiene a mente dati o fatti finché sono utili a risolvere un problema o un compito. IL FUNZIONAMENTO ADATTIVO E’ SUDDIVISO IN TRE AMBITI O DOMINI. QUALI SONO? 1. Dominio concettuale: include le abilità di linguaggio, lettura, scrittura, matematica, ragionamento, conoscenza, memoria. 2. Dominio sociale: si riferisce a consapevolezza dei pensieri e sentimenti altrui, empatia, giudizio sociale, capacità nelle relazioni interpersonali, la capacità di fare e mantenere amicizie. 3. Il Dominio pratico: include autogestione come ad esempio la cura personale, le responsabilità lavorative, la gestione del denaro, attività ricreazionali, organizzazione compiti scolastici e lavorativi. IL FIL E’ DEFINITO “LA ZONA GRIGIA TRA DES E DISABILITA’ MENTALE”. CHE TIPO DI DIFFICOLTA’ PRESENTANO I RAGAZZI/BAMBINI? Hanno difficolta nel: 1. generalizzare e trasferire le conoscenze a nuove situazioni (astrazione) 2. organizzare nuovo materiale e ad assimilare nuove informazioni 3. definire obiettivi a lungo termine e a gestire li loro raggiungimento (pianificazione) 4. Richiedono più tempo nell'esecuzione delle consegne 5. Appaiono meno motivati in classe. 6. I FIL sono visti come alunni lenti P E R L’ A D AT TA M E N TO D E I M AT E R I A L I D I D AT T I C I , RICORDIAMO LA SOSTITUZIONE, LA FACILITAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE. DESCRIVA LE CARATTERISTICHE SINTETICAMENTE. 1. Sostituzione: cambia format del materiale, leggibilità, stessi contenuti e stessi obiettivi; 2. facilitazione: Contesto/struttura/spazio/ tempo, non semplifica ma aggiunge, lavora sulla leggibilità e aspetti grafici, stesso contenuto, stessi obiettivi; 3. semplificazione: comprensione/elaborazione, più in profondità, lavora sulle tematiche, su aspetti linguistici, su meta-cognizione, contenuto ridotto e obiettivi ridotti. In riferimento all’Adattamento dei materiali didattici, la Facilitazione cosa prevede? Contesto/Struttura/Spazio. Non semplifica ma aggiunge. Lavora sulla leggibilità ed aspetti grafici: (impaginazione, parole chiave, caratteri, font, evitare l’affollamento visito della pagina, interlinea, segna riga, spaziatura, elenco puntato, sintesi vocali, segnalatori. Stesso contenuto. Stessi obiettivi. IN COSA CONSISTE IL PROMPTING? PROMPTING: Consiste nel fornire alla persona uno o più stimoli sotto forma di prompt (aiuti) che vanno proposti al momento esatto in cui dovrebbe verificarsi la prestazione; consiste nel fornire alla persona stimoli (aiuti) per favorire il verificarsi di un comportamento desiderato. Questi aiuti possono essere verbali, gestuali o fisici e vengono gradualmente ridotti fino all'acquisizione delle competenze o all'attenuazione dei comportamenti indesiderati. COSA SONO GLI INBOOK? Gli in-book sono libri illustrati con testo integralmente scritto in simboli, nati per facilitare la possibilità di ascolto della lettura ad alta voce, in particolare nei primi anni di vita. I disturbi dello spettro dell’autismo, per il DSM-5, sono caratterizzati dalla compromissione grave e generalizzata in due aree dello sviluppo. Quali sono? I disturbi dello spettro dell’autismo sono caratterizzati dalla compromissione grave e generalizzata in 2 aree dello sviluppo (diade sintomatologica): A) Deficit nell’Area della Comunicazione Sociale (deficit della comunicazione Verbale e Non Verbale, deficit sociale) B) Deficit di Immaginazione (ridefinito con repertorio ristretto di attività, interessi e comportamenti ripetitivi e stereotipati). A) 1. D E F I C I T N E L L A C O M U N I C A Z I O N E S O C I A L E E NELL’INTERAZIONE SOCIALE: vuole stare da solo, quando interagisce con gli altri evita il contatto visivo, non utilizza le espressioni facciali per stabilire legami. Ha difficoltà ad interpretare le espressioni e i pensieri degli altri, ad entrare in sintonia. Può avere difficoltà a capire come e quando intervenire in una conversazione, parole inappropriate o sgarbate. 2. COMUNICAZIONE VERBALE E NON VERBALE: nei casi più gravi non impara a parlare, alcuni invece sviluppano un linguaggio fluente ma con tono/ritmo insolito; utilizza parole in modo anomalo. Ripete parole pronunciate da altri (ECOLALIA), discorsi stereotipati memorizzati con un linguaggio non spontaneo, invertono pronomi (tu o te/io o me). B) 1. INTERESSI E ATTIVITA’: restio al cambiamento, movimenti ripetitivi (dondolarsi…battere le mani…stereotipie motorie); nelle forme meno gravi, guardano lo stesso video più volte o mangiare lo stesso cibo ad ogni pasto. Interessi ristretti-intensi-insoliti (es.: bambino mostra enorme interesse verso un’aspirapolvere). Preferenze alimentari limitate, ipersensibilità o iposensibilità in uno o cinque sensi (reazioni di panico in presenza di rumori comuni, insistenza inusuale nell’odorare,..). Possono ricercare continuamente una stimolazione sensoriale visiva ( guardare i riflessi degli oggetti), uditiva (battere gli oggetti su un banco), tattile (passare la mano su una superficie), gustativa (mettere in bocca oggetti), olfattiva ( annusare tessuti), propriocettiva (fermarsi in una postura bizzarra), vestibolare (girare su se stessi). Le Storie Sociali sono brevi storie scritte dai genitori o dagli operatori, oppure dagli insegnanti per descrivere situazioni e definire comportamenti sociali che dovrebbero essere messi in atto ( Gray, Garand, 1993 - Gray, Il nuovo libro delle Storie Sociali). Descrivono diverse interazioni sociali, situazioni, comportamenti, abilità o concetti in termini di pertinenze sociali, prospettive e risposte comuni in uno stile e formato specificamente definiti. Una storia sociale potrebbe essere utilizzata per spiegare situazioni sociali in termini di ciò che un'altra persona potrebbe pensare e/o perché si comporta in un certo modo. Riducendo o eliminando la confusione e l'imprevedibilità (Ali & Frederickson, 2006). Il funzionamento adattivo, per la Disabilità Intellettiva, in ambito/ dominio sociale riguarda: la consapevolezza dei pensieri e sentimenti altrui, empatia, giudizio sociale, capacità nelle relazioni interpersonali, la capacità di fare e mantenere amicizie. Le Funzioni Esecutive sono un insieme di abilità cognitive necessarie alla gestione dei meccanismi di autocontrollo e dei comportamenti che hanno sede nella regione prefrontale della corteccia cerebrale. Per le attività didattico-educative, quali sono gli ambiti di coinvolgimento? 1. Organizzazione, definizione delle priorità e avvio dei compiti: difficoltà a organizzare i materiali, a distinguere tra informazioni rilevanti e non rilevanti, ad anticipare e pianificare eventi futuri, a stimare il tempo necessario per completare le attività e semplicemente a portare a termine un compito. 2. Focalizzazione, mantenimento e spostamento dell’attenzione: coloro che si deconcentrano facilmente perdono informazioni importanti e sono distratti non solo dalle cose che li circondano, ma anche dai propri pensieri e hanno difficoltà a spostare l’attenzione quando necessario. 3. Autoregolare e sostenere lo sforzo e la velocità di elaborazione: le persone con difficoltà a regolare la prontezza di risposta possono diventare facilmente demotivate, in particolare se devono stare ferme e/ o in silenzio per ascoltare o leggere materiale che trovano noioso. Non perché ci sia una stanchezza, ma perché non possono mantenere la vigilanza a meno che non siano attivamente impegnate o abbiamo una motivazione alta. 4. Gestire le frustrazioni e regolare le emozioni: una scarsa capacità in tal senso si può manifestare con una tolleranza molto bassa alla frustrazione; ad esempio, quando non si sa come svolgere un compito si possono osservare reazioni esagerate e un basso senso di autoefficacia. Si può anche essere estremamente sensibili alle critiche. I momenti difficili che causano emozioni spiacevoli, dubbi, paura o scoraggiamento possono diventare opprimenti e dare luogo a delle reazioni emotive molto intense. 5. Utilizzo della memoria di lavoro: le persone hanno problemi di memoria di lavoro, possono avere difficoltà a ricordare e seguire le indicazioni, memorizzare e ricordare fatti, scrivere sotto dettatura, fare calcoli a mente, capire un testo mentre lo leggono, seguire un film, ecc. 6. Monitoraggio e autoregolazione comportamentale: le persone che hanno difficoltà a inibire il comportamento possono reagire impulsivamente senza pensare al contesto della situazione, oppure possono concentrarsi eccessivamente sulle reazioni degli altri diventando troppo inibite e ritirate nelle interazioni. Il carico cognitivo è la quantità totale di sforzo mentale utilizzato dalla memoria di lavoro. Bilanciare expertise e tipo di compito. Gli aspetti eteroregolanti nella didattica comprendono 1. Chunking: raccogliere le informazioni secondo un criterio. 2. Sequenzializzare: dividere in parti esercizi: modellamento guidato. 3. Frequenti feedback: strategie meta cognitive. Il modello SMART per un intervento educativo e/o didattico consiste nel Formulare gli obiettivi SMART: S specifico; M misurabile; A accessibile; R rilevante; T temporizzatore. Un obiettivo è tale se indica chiaramente quale comportamento o quale performance l’alunno deve eseguire per dimostrarne il raggiungimento: cosa deve fare l’alunno? Con quale tipo di aiuto, in quale contesto e in quanto tempo. In considerazione dell’Universal Design for Learning, per progettare un’Unità di Apprendimento inclusiva, teniamo presente dei Principi. Quali sono? 1) Rappresentazione: fornire molteplici forme di rappresentazione. 2) Azione e Espressione: fornire molteplici forme di azione ed espressione. 3) Coinvolgimento: fornire molteplici forme di coinvolgimento. Per gli alunni con Disturbo Oppositivo Provocatorio/condotte sfidanti, Barkley suggerisce tre Strategie di Intervento psicoeducativo. Quali. 1) Lodare: rinforzare i comportamenti positivi del soggetto per sviluppare una propensione alla collaborazione; creare occasioni per rinforzare comportamenti di collaborazione attraverso richieste che sapete essere per il ragazzo gradevoli; in presenza di particolari difficoltà o disturbi cercate di intervenire anche per “ringraziare di non aver messo in atto comportamenti ostacolanti”. 2) Richiedere: datevi delle priorità, non fate richieste superflue; date sempre un preavviso, siate diretti e chiedete una sola cosa alla volta; assicuratevi che abbia sentito, capito e che si ricordi che cosa deve fare in dettaglio. 3) Ricompensare: individuare le ricompense distinguendole dai diritti e dai premi; individuare i comportamenti che vorremmo rinforzare quotidianamente o periodicamente; compilare una tabella che prevede richieste e privilegi (la tabella deve prevedere non più di 4/5 richieste e una lista del doppio di privilegi da poter guadagnare); stendere un contratto (scegliere non le richieste che ritenete più urgenti, ma quelle che, secondo voi, potrebbero essere facilmente soddisfatte in quanto comportamenti positivi hanno conseguenze positive e prevedibili). Il Coping Power Scuola è un programma per l’autocontrollo e la gestione della rabbia per potenziare le abilità sociali con ricaduta nella didattica. La prevenzione di disturbi del comportamento parte dall’azione sul gruppo classe, allenando comportamenti alternativi nel percorso didattico/educativo e comportamenti prosociali, di cui ne beneficiano tutti gli alunni. In questo processo come si svolge l’autodescrizione? L’attività si svolge in forma individuale, a ciascun alunno viene fornito un foglio da dividere in due colonne sulle quali scriverà i titoli forniti dall’insegnante. Quando gli alunni hanno terminato l’attività si condividono i contenuti e gli alunni possono aggiungere altre osservazioni. Se ci sono alunni che hanno difficoltà ad individuare le proprie caratteristiche, l’insegnate stimola la classe ad aiutare tali compagni.

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