Mammiferi - Scienze Biologiche AA 2024-2025 - PDF

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Università del Piemonte Orientale

2024

Giacomo Assandri

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mammiferi zoologia anatomia biologia

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Questo documento, parte del corso di Scienze Biologiche, esplora la classe Mammalia o mammiferi. Tratta l'anatomia, la fisiologia, la classificazione e le caratteristiche generali dei mammiferi. Il documento menziona anche l'origine e la diversità dei mammiferi in Italia.

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Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Mammalia (Mammiferi) Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Mammalia (Mammiferi) Cap. 34 Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo A...

Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Mammalia (Mammiferi) Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Mammalia (Mammiferi) Cap. 34 Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Inquadramento filogenetico Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Origine dei Mammiferi Gli Amnioti moderni sono suddivisi in due cladi: Mammalia e Reptilia. I mammiferi e i loro progenitori, che si differenziarono dagli antichi rettili, hanno cranio sinapside (con una sola grande apertura temporale). I primi mammiferi veri e propri si originarono nel tardo Triassico da animali chiamati Cinodonti Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Origine dei Mammiferi I primi mammiferi triassici erano animali di piccole dimensioni simili a toporagni, notturni. In questa prima fase della loro storia non ebbero una grande radiazione adattativa, forse per la competizione con i dinosauri, che dominavano la terra. Nel Cretaceo si diversificarono considerevolmente, di pari passo con la radiazione di Insetti e Angiosperme, che fornivano una moltitudine di possibili forme di nutrimento, adatte alla dentatura versatile dei mammiferi. Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Origine dei Mammiferi Con la grande estinzione del Cretaceo, i mammiferi poterono occupare molte nicchie lasciate vuote dai dinosauri e si diversificarono considerevolmente. Nel Pleistocene una megafauna costituita da grandi mammiferi dominava le fredde praterie libere dai ghiacci, fino all’avvento del più temibile superpredatore della storia della vita… Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Inquadramento filogenetico …l’uomo, Homo sapiens Ordine Chiroptera (Chirotteri o Pipistelli) Caratteri generali 5700 specie, ma estremamente differenziati. Enorme diversità di dimensioni, dai 2 g del pipistrello calabrone (Craseonycteris thonglongyai) alle 170 tonnellate della balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) Ordine Cetacea (Cetacei) Omeotermi Tutti sono dotati di peli in almeno un fase della loro vita. Scienze Biologiche - Zoologia AA 2024-2025 - Giacomo Assandri Caratteri generali L’omeotermia e il pelo, esclusivo di Tricheco Odobenus rosmarus (Ord. Carnivora). Mammifero questo gruppo, permettono ai marino che vive nell’Artico. mammiferi di vivere in qualsiasi clima, e quindi in ogni ambiente della terra, sia terrestre, sia marino, mantenendo un elevato tasso metabolico. I Chirotteri (pipistrelli) sono un ordine di mammiferi che ha evoluto la capacità di volare, quindi anche l’ambiente aereo è sfruttato. Anatomia e fisiologia Tegumento Il tegumento dei mammiferi è piuttosto particolare. Come negli altri vertebrati è costituito da un’epidermide esterna e dal derma. L’epidermide è sottile laddove è protetta dalla pelliccia (costituita dai peli), ma si inspessisce nelle aree nude, in particolare sulla parte delle zampe a contatto con il suolo. L’inspessimento è dovuto ad accumuli di cheratina in cellule ormai morte. Le pelliccia è formata dal sottopelo, denso e soffice, a contatto con la pelle, che protegge dal freddo o isola dall’acqua, e dal pelo vero e proprio, duro e ispido, che protegge dal logorio e fornisce la colorazione. Anatomia e fisiologia Tegumento I peli nascono da un follicolo pilifero, di origine epidermica, ma affondato nel derma. I peli crescono continuamente, e distalmente sono formati da cellule morte piene di cheratina. Un pelo rimane nel suo follicolo finché non è completamente morto. Periodicamente i mammiferi sostituiscono tutti i loro peli (muta), spesso in funzione del cambio stagionale. Generalmente avviene una o due volte all’anno. L’ermellino Mustela erminea (Ord. Carnivora) vive in ambienti che in inverno sono ricoperti da manto nevoso. Compie due mute all’anno. L’abito estivo è marrone, quello invernale è bianco. Anatomia e fisiologia Mustiolo Suncus etruscus (Ord. Soricomorpha) vive sul terreno ed ha Tegumento una colorazione particolarmente mimetica (mimetismo criptico). La funzione del pelo è: isolamento termico; protezione dagli agenti esterni; impermeabilizzazione e galleggiamento per le specie acquatiche; comunicazione; mimetismo. La colorazione del pelo ha infatti spesso funzioni mimetiche, per difendersi dai predatori o celarsi alle prede. Il mimetismo può essere criptico o disruptivo. Leopoardo Panthera pardus (Ord. Carnivora) ha un mimetismo disruptivo che confonde le prede. Anatomia e fisiologia Tegumento Possiedono un’ampia varietà di ghiandole tegumentarie di derivazione epidermica. -Ghiandole sudoripare. Sono tubolari, spiralate alla base e immerse nel derma. Presenti su gran parte della superficie corporea dei mammiferi. Le ghiandole sudoripare eccrine secernono un liquido acquoso che, evaporando dalla superficie epidermica, disperde calore. Le ghiandone sudoripare apocrine si aprono all’interno dei follicoli piliferi solo in alcune parti del corpo. Secernono un liquido lattiginoso che si secca sulla pelle, che contiene anche feromoni. La loro funzione è quindi relativa alla comunicazione sociale (soprattutto riproduttiva), e anche alla manifestazione di stati d’animo. Anatomia e fisiologia Tegumento Possiedono un’ampia varietà di ghiandole tegumentarie di derivazione epidermica. -Ghiandole sebacee. Si aprono sui follicoli piliferi e degradandosi producendo il sebo, un composto lipidico che ha la funzione di mantenere pelle e pelo elastici e lisci. -Ghiandole mammarie. Si trovano nelle femmine di tutti i mammiferi (e in forma rudimentale in tutti i maschi). Si sviluppano con la maturità sessuale e si accrescono ulteriormente durante la gravidanza. In alcuni mammiferi visibili solo durante il periodo dell’allattamento. Producono il latte per nutrire la prole. Anatomia e fisiologia Tegumento Possiedono un’ampia varietà di ghiandole tegumentarie di derivazione epidermica. -Ghiandole odorifere. Secernono composti odorosi utilizzati nella comunicazione, ad esempio per marcare il territorio, attirare conspecifici durante i periodi riproduttivi, o come avvertimento o difesa. Nella volpe Vulpes vulpes (Ord. Carnivora) le ghiandole odorifere si trovano alla base della coda e servono per marcare il territorio. Nella moffetta Mephitis mephitis (Ord. Carnivora) le ghiandole odorifere si trovano nell’ano e i secreti possono essere spruzzati a 2-3 m, con funzione di difesa. Cinghiale Sus scrofa (Ord. Artiodactyla - Artiodattili) è ricoperto da spesse setole Anatomia e fisiologia protettive, che possono anche essere rizzate per comunicare. Tegumento I peli nei mammiferi hanno subito modificazioni per svolgere specifiche funzioni. Le setole nei Suidi sono dei peli modificati, spessi e rigidi. In istrici e ricci sono diventati aculei con funzione difensiva. In molti mammiferi alcuni peli del muso sono diventati vibrisse che hanno funzione tattile. Istrice Hystrix cristata (Ordine Rodentia - Roditori) presenta spessi aculei nella parte posteriore del corpo. Gatto selvatico Felis sylvestris (Ord. Carnivora) presenta evidenti vibrisse sul muso. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione I mammiferi sono in grado di sfruttare una grande quantità di risorse alimentari. I loro adattamenti alimentari determinano l’anatomia e la fisiologia del loro sistema digerente, in particolare le caratteristiche dei denti e dell’intestino. Quasi tutti i mammiferi sono dotati di denti. I denti dei mammiferi, a differenza di quelli dei loro antenati, sono eterodonti, cioè non sono uguali uno all’altro, ma presentano differenze funzionali. Esistono quattro tipologie di denti: Incisivi (I): servono per tagliare e mordere; Canini (C): conici, servono per perforare, mordere o uccidere le prede; Quasi tutti i mammiferi sono difiodonti, Premolari (PM) cioè nella loro vita sviluppano due serie di Molari (M): come i premolari svolgono diverse denti, i denti decidui (o da latte) e quelli funzioni: tagliare, spezzare, frantumare, triturare. permanenti. I molari non sono mai sostituiti. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione In funzione della specializzazione alimentare, i mammiferi possono essere distinti in: Insettivori: sono generalmente di piccola o media taglia. Hanno la dentatura più ancestrale nella classe, con denti appuntiti adatti a perforare gli esoscheletri chitinosi degli insetti. Hanno intestini relativamente brevi perché non nutrendosi di vegetali l’assorbimento dei nutrienti è piuttosto rapido. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione. Insettivori Riccio Erinaceus europaeus (Ord. Erinaceomorpha - Rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumequinum (Ord. Erinaceomorfi). Ricci e toporagni (Ord. Soricomorpha - Chiroptera - Pipistrelli). I chirotteri sono grandi divoratori Soricomorfi) erano un tempo inseriti nell’ordine di insetti. Alcune specie sono però frugivore o Insectivora, oggi ritenuto polifiletico. nettarivore. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione Tutti gli erbivori si nutrono di piante. Hanno canali digerenti molto lunghi visto il basso livello nutritivo dei loro alimenti. Ingeriscono grandi quantità di cibo. Erbivori brucatori Hanno canini assenti o ridotti e molari e premolari adatti a triturare. Erbivori roditori Potenti incisivi, affilati e a crescita continua Cavallo Equus ferus caballus (Ord. Perissodactyla - Perisodattili). Castoro Castor fiber (Ord. Rodentia). Utilizza i grandi incisivi per abbattere alberi. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione Gli erbivori si sono adattati a digerire la cellulosa. Non lo fanno direttamente, ma grazie a batteri e Ciliati simbionti che vivono all’interno del loro sistema digerente, che operano una fermentazione anaerobica. Molti mammiferi quali Perissodattili (cavalli e molti altri), Lagomorfi (conigli e affini), Proboscidati (Elefanti) sono dotati di un intestino con una tasca laterale (cieco), che contiene i microorganismi che digeriscono la cellulosa. Questa tipologia digestiva è inefficiente, tant’è che i Lagomorfi ingurgitano nuovamente le loro feci (coprofogia) e le digeriscono una seconda volta, in quanto ancora ricche di nutrienti. Lepre comune Lepus timidus (Ord. Lagomorpha - Lagomorfi). Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione Gli erbivori ruminanti, che si trovano esclusivamente nell’ordine degli Artiodattili, possiedono un grande stomaco quadricamerato. Il primo tratto dello stomaco è il rumine, che ospita i microrganismi simbionti che digeriscono la cellulosa. A quel punto il bolo viene riportato alla bocca e nuovamente masticato, per poi riprendere il suo percorso nel lungo tubo digerente, passando nuovamente nel rumine dove continua la fermentazione. Seguono reticolo, omaso (dove viene riassorbita acqua e i prodotti della fermentazione), e abomaso, che è la parte che contiene gli acidi stomacali che effettuano la digestione proteica. L’assorbimento finale avviene nell’intestino tenue. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione Carnivori Comprendono l’ordine Carnivora, ma anche altre specie in altri ordini, come i Cetacei. Si nutrono di Vertebrati, grandi molluschi e crostacei. Hanno canini molto sviluppati e taglienti per uccidere le loro prede, oltre ad artigli. Molari e premolari sono a forma di lama (carnassiali), servono per lacerare la carne. Hanno un intestino molto più breve di quello degli erbivori in quanto la digestione della carne è più semplice. Non devono nutrirsi in continuazione e con grandi quantità di cibo Orca Orcinus orca (Ord. Cetacea). Sono mammiferi come gli erbivori perché la carne è più carnivori, ma non fanno parte nutriente. dell’ordine Carnivora. Anatomia e fisiologia Sistema digerente e alimentazione Onnivori Si nutrono sia di piante sia di animali. Molti esempi in molti ordini, maiali, orsi, procioni, e molti primati, uomo compreso. Hanno una dentatura versatile con molari ampi per schiacciare il cibo. I loro intestini sono in genere simili a quelli dei carnivori, perché la componente vegetale nella loro dieta è limitata. Orso bruno Ursus arctos (Ord. Carnivora - Carnivori). Si nutre di carne, insetti, frutta, funghi, miele, rifiuti umani. Babbuino Papio anubis (Ord. Primates - Primati). E’ un versatile onnivoro. Riproduzione Ciclo estrale In genere, nei mammiferi le femmine sono fertili (producono ovuli) in un breve lasso temporale (estro), che si presenta una o più volte in un anno. Nei climi temperati l’estro e il conseguente accoppiamento si verificano in inverno o a inizio primavera, così che i piccoli siano partoriti dopo una gestazione, la cui lunghezza dipende dalle specie, in estate, ossia nel momento di picco delle risorse. Le specie tropicali ed equatoriali hanno tempistiche riproduttive differenti e si accoppiano durante tutto il corso dell’anno. Ciclo mestruale Nei Primati del vecchio mondo, uomo compreso, l’ovulazione è continua nel corso dell’anno, in cicli periodici di durata diversa per le specie (nell’uomo 28 giorni) e avviene a circa metà del ciclo. Il ciclo termina con la fecondazione dell’ovulo o l’espulsione dell’ endometrio (rivestimento dell’utero) associato a sanguinamento, mentre nel ciclo estrale è riassorbito. Riproduzione La maggior parte dei mammiferi è placentata e vivipara (Mammiferi Euteri). Gli embrioni rimangono quindi nell’utero a lungo, nutriti dalla placenta corioallantoidea, che costituisce un collegamento diretto tra madre e figlio. La durata della gestazione e il numero di piccoli per gravidanza di norma sono direttamente proporzionali alla dimensione dell’animale. Di norma, più la gestazione è lunga, più i piccoli alla nascita saranno precoci (più simili agli adulti), mentre più è breve, più saranno inetti. Piccoli inetti di ratto Rattus sp. (Ord. Rodentia - Roditori). Una neonata e precoce Gazzella di Thompson Eudorcas thomsonii (Ord. Artiodactyla - Artiodattili). Cenni di sistematica Le modalità riproduttive dei mammiferi sono anche rilevanti per la sistematica. I Mammiferi moderni si suddividono infatti in due grandi sottoclassi: -Monotremata (Monotremi, 1 ordine). Sono ovipari. -Theria (Teri). Sono vivipari. I Teri sono a loro volta suddivisi in Marsupiali (Metateri, 7 ordini) e Plancentati (Euteri, 21 ordini) Sottoclasse Prototheria, Ordine Monotremata (Monotremi) Sono mammiferi primitivi, depongono le uova (ovipari). Solo 5 specie che vivono in Tasmania, Australia e Nuova Guinea. Non sono dotati di mammelle, ma le ghiandole mammarie si aprono direttamente sulla cute. Presentano una cloaca. L’ornitorinco Ornithorhynchus anatinus feconda 2 uova nell’ovidotto, che poi raggiungono l’utero in cui si sviluppano gli embrioni per 10-12 giorni. Successivamente viene prodotto un guscio coriaceo attorno a ognuno di essi e le uova sono deposte in una buca nel terreno, dove si schiudono dopo 12 giorni. I piccoli sono allattati. La tana dell’ornitorinco https://youtu.be/OQryoS-t45g?si=rVKWpH3T8cbEnqxP Sottoclasse Prototheria, Ordine Monotremata (Monotremi) Le echidna (4 specie: Tachyglossus aculeatus e Zaglossus sp.) si nutrono di formiche con il lungo muso appuntito e sono protette da aculei che ricordano quelle dei ricci. Incubano le uova all’interno di una sacca addominale. Una volta schiusi, i piccoli sono allattati. Sottoclasse Theria, Clado Metatheria (Marsupiali) Diffusi soprattutto in Australia e America meridionale. Sono ovovipari. L’embrione non si impianta mai nell’utero della madre. Inizialmente galleggia nell’utero, in seguito si annida sulla sua parete dove assorbe i nutrienti dalla placenta coriovitellina, che è di fatto il sacco del tuorlo (cfr. uovo amniotico). Questa fase di gestazione è breve, in seguito il piccolo è partorito quando è di fatto ancora un embrione ma non vive di vita libera, bensì è ospitato ancora per un certo tempo nel marsupio, una tasca addominale della madre dove si trovano i capezzoli. Neonato di Tricosuro vulpino Trichosurus vulpecula (Ord. Diprotodontia). I cicli riproduttivi del Canguro rosso https://youtu.be/lbEn6dBH Canguro grigio Macropus giganteus 0e4?si=pzYVkuOik-c9Uou_ (Ord. Diprotodontia). Sottoclasse Theria, Clado Metatheria (Marsupiali) Confrontando la durata di gestazione e allattamento di due coppie formata da un Metaterio e un Euterio ecologicamente simili, è evidente che negli Euteri la gestazione è molto più lunga, viceversa per l’allattamento. Sono evidentemente due strategie riproduttive diverse, che si sono evolute indipendentemente. Non è necessariamente detto che quella dei placentati sia migliore. Sottoclasse Theria, Clado Metatheria (Marsupiali) Opossum della Virginia Didelphis virginiana (Ord. Diavolo della Tasmania Sarcophilus Koala Phascolarctos cinereus Didelphimorpha). Vive in Nord America. harrisii (Ord. Dasyuromprphia) (Ord. Diprotodontia). Il ‘volo’ nei Mammiferi In alcuni ordini di mammiferi si è sviluppata indipendentemente la capacità di planare, ad esempio in alcuni marsupiali, negli scoiattoli volanti, e nei lemuri volanti. Ciò è possibile grazie a un patagio, un lembo di pelle, che si estende fra le zampe e funziona da paracadute. Scoiattolo volante siberiano Pteromys volans (Ord. Rodentia - Roditori). E’ l’unica specie di scoiattolo volante presente in Europa. Scoiattolo volante siberiano Lemure volante (Ord. https://youtu.be/ZiP Dermoptera). Vivono nel oqQn63L0?si=s- sud-est asiatico, e non 1zROPuxfQ0G7jU sono veri lemuri, che sono Primati del Madagascar. Sottoclasse Theria, Clado Eutheria, Ordine Chiroptera (Chirotteri) I Pipistrelli sono gli unici mammiferi capaci di volo attivo. Sono prevalentemente notturni e crepuscolari, e questo gli ha permesso di ridurre considerevolmente la competizione con gli uccelli. Ne sono conosciute circa 1400 specie nel mondo. Il loro successo, oltre che dal volo deriva dalla capacità di ecolocalizzare, che gli permette di orientarsi perfettamente nel buio più assoluto, creando un’immagine ‘virtuale’ del loro ambiente. Emettono ultrasuoni dal naso o dalla bocca ad alta frequenza e bene direzionati. Quando l’impulso colpisce un ostacolo o una preda torna indietro come eco, che viene percepito dalle grandi orecchie. La frequenza può essere modulata a seconda della distanza permettendo di ottenere informazioni più precise. Mammiferi ‘ungulati’ I mammiferi ungulati sono un gruppo di animali caratterizzati dalla presenza di zoccoli, strutture cornee che proteggono le estremità delle dita. Sono suddivisi in due ordini - Artiodactyla (Artiodattili), che hanno un piede con dita pari (2 o 4) e il peso del corpo sostenuto da due dita. Sono oggi spesso inseriti nell’ordine Cetartiodactyla (Cetartiodattili) che comprende anche i Cetacei. Perisodattili Artiodattili - Perissodactyla (Perisodattili), che hanno un piede con dita dispari (1 o 3) e il peso sostenuto da un unico dito. Sottoclasse Theria, Clado Eutheria, Ordine Artiodactyla (Artiodattili) Presentano strutture sul capo che hanno una funzione riproduttiva, sono cioè usate durante rituali di corteggiamento, per competere tra maschi, per indicare lo status sociale e in molte specie anche con funzione difensiva. Corna (Fam. Bovidi, es. mucche, capre, Stambecco, Camoscio, Muflone) Astucci di epidermide cheratinizzata e fortemente indurita che circondano uno spuntone di osso che sporge dal cranio. Stambecco Capra ibex Crescono in maniera continua e non cadono Non sono ramificate Presenti in entrambi i sessi Camoscio Rupicapra rupicapra Sottoclasse Theria, Clado Eutheria, Ordine Artiodactyla (Artiodattili) Palchi (Fam. Cervidi, es. Cervo, Capriolo, Alce) Tessuto osseo che si rinnova ogni anno. E’ prodotto da un tessuto altamente vascolarizzato (velluto) che a un certo punto muore e di distacca. Crescono ogni anno prima della stagione riproduttiva e cadono subito dopo. Ogni anno sono più grandi. Sono generalmente presenti solo nei maschi. Cervo Cervus elaphus Capriolo Capreolus capreolus Sottoclasse Theria, Clado Eutheria, Ordine Perissodactyla (Perisodattili) I rinoceonti hanno 1-2 corni sul capo formati da filamenti induriti di cheratina di derivazione dermica. L’ordine, oltre ai rinoceronti, include 17 specie tra cui cavalli, asini, zebre, tapiri. Rinoceronte nero Diceros bicornis Diversità dei Mammiferi in Italia 123 specie in 7 ordini Erinaceomorpha Soricomorpha Chiroptera Carnivora Cetartiodactyla (Artiodattili + Cetacei) Rodentia Lagomorpha 9 specie marine regolari (8 cetacei più la Foca monaca) e le restanti terrestri. FONTE: Loy, A., Aloise, G., Ancillotto, L., Angelici, F. M., Bertolino, S., Capizzi, D.,... & Amori, G. (2019). Mammals of Italy: an annotated checklist. Hystrix, 30(2), 87-106. Diversità dei Mammiferi in Italia Capodoglio Physeter macrocephalus (Ord. Cetacea). E’ un grande cetaceo residente nel mar Ligure e nel mar Tirreno. E’ considerato EN a livello nazionale. Foca monaca mediterranea Monachus monachus (Ord. Carnivora). Un tempo diffusa nel Mediterraneo, anche in Italia, si è estinta a causa della caccia (considerata nociva dai pescatori). Negli ultimi anni stanno aumentando le segnalazioni, e si pensa che siano avvenute le prime nascite di cuccioli in Italia. Diversità dei Mammiferi in Italia 13 specie endemiche o para-endemiche. 15 specie alloctone naturalizzate (16 se si considera l’Istrice) FONTE: Loy, A., Aloise, G., Ancillotto, L., Angelici, F. M., Bertolino, S., Capizzi, D.,... & Amori, G. (2019). Mammals of Italy: an annotated checklist. Hystrix, 30(2), 87-106. Diversità dei Mammiferi in Italia Il Dromio Dryomys nitedula è un Gliride (Ord. Rodentia) presente dalla Russia all’Italia nord-orientale e con una popolazione isolata in Calabria. Studi recenti hanno mostrato che la popolazione calabrese ha il rango di specie, ed è stata chiamata Dryomius aspromontis (Driomio bruzio). L’estensione dell’areale di questa nuova specie è minimo, quindi è stata considerata EN nella Lista Rossa Nazionale. Diversità dei Mammiferi in Italia Anche allo Scoiattolo meridionale Sciurus meridionalis è stato recentemente riconosciuto il rango di specie. Vive in sud Italia, mentre nel centro-nord e nel resto d’Europa è presente lo Scoiattolo rosso Sciurus vulgaris. Ord. Rodentia. E’ considerato NT nella Lista Rossa Nazionale Diversità dei Mammiferi in Italia Lo Scoiattolo grigio Callosciurus carolinensis (Ord. Rodentia) è originario del nord America. Fu liberato nel 1948 in una villa privata nel Torinese. Oggi è diffuso in una porzione consistente del N Italia. E’ un grave problema per la conservazione dello Scoiattolo rosso, con cui compete per le risorse alimentari e gli trasmette zoonosi. La Nutria Myocastor coypu (Ord. Rodentia) è originaria del sud America. E’ una specie acquatica introdotta in Europa per la pelliccia (‘Castorino’). Sfuggita o liberata dagli allevamenti è diventata invasiva nel nostro paese, dove provoca molti danni su opere idrauliche, coltivazioni ed è ritenuta pericolosa per le specie autoctone (malattie, competizione, talvolta predazione). Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia Lo stato di conservazione dei Mammiferi Italiani è un quadro di luci e ombre. Molte specie sono infatti aumentate negli ultimi decenni in risposta all’abbandono della montagna (e alla successiva riconquista delle foreste) e alla diminuzione della pressione venatoria o delle persecuzioni. Fra queste si annoverano soprattutto ungulati e il loro predatore per eccellenza, il Lupo (Canis lupus). In compenso la degradazione degli habitat, soprattutto in pianura, sta impattando le specie specialiste. In questa categoria si annoverano soprattutto Chirotteri. FONTI: Rondinini, C., Battistoni, A., Teofili, C. (compilatori). 2022 Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani 2022 Comitato Italiano IUCN e Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Roma. Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia Lupo appenninico Canis lupus italicus (Ord. Carnivora). I Lupi nel corso dei secoli sono stati perseguitati dall’uomo ed eradicati da gran parte del loro areale. Alla fine degli anni ’70, in Italia erano rimasti meno di 100 individui, confinati nelle aree più remote dell’Appennino centro-merid. A seguito di una maggiore protezione legale, dell’aumento delle sue prede e dell’abbandono della montagna, la specie si è naturalmente ri- espansa in tutta Italia, ricolonizzando le Alpi e congiungendosi con le popolazioni che naturalmente si stanno ri-espandendo nella penisola balcanica. A seguito della sua notevole riespansione nella penisola, è ora considerato cautelativamente NT, mentre nel 2013 era considerato VU. Monitoraggio del Lupo in Italia https://youtu.be/QlEI0eN Fabbri et al. 2014. OhMc?si=CzrnVi- https://doi.org/10.1016/j.mambio.2013.10.002 VHfOuofVx Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia Nel 2021, in Nord Italia, soprattutto sulle Alpi erano presenti 946 Lupi (CI95%: 822-1099) suddivisi in 124 unità riproduttive, costituite da 102 branchi e 22 coppie. Nel 2024 il territorio occupato dalla specie è ulteriormente aumentato. Il ritorno del Lupo in territori in cui non era più presente può ingenerare conflitti con la popolazione, che vanno correttamente gestiti. https://youtu.be/sl0S_HX w6MA?si=wW_X6crWQD pDtVv1 Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia La Lontra Lutra lutra (Ord. Carnivora), nella seconda metà del ‘900 si è fortemente ridotta in Italia ed Europa a causa del notevole inquinamento dei corsi d’acqua, che costituiscono il suo ambiente e delle persecuzioni dirette. Ciò ha portato all’estinzione in gran parte dell’Italia centro-settentrionale. A seguito della sua protezione e del miglioramento delle condizioni dei fiumi la specie ha iniziato ad aumentare nel suo areale meridionale e oggi sta ricolonizzando il nord d’oltralpe. Da EN è oggi considerata VU. 2024 Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia Orso bruno Ursus arctos (Ord. Carnivora). Alla fine degli anni Novanta erano rimaste poche unità in Trentino, dove da lì a poco si sarebbe estinto. Nell’ambito di un progetto di reintroduzione sono stati liberati 10 orsi di provenienza slovena. Il progetto ha avuto successo e oggi ci sono quasi 100 orsi in quel territorio. La specie è comunque ancora considerata CR. Orso bruno marsicano Ursus arctos marsicanus (Ord. Carnivora). Sottospecie endemica italiana isolata geograficamente a fortissimo rischio di estinzione (CR). Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia La reintroduzione dell’orso in Trentino e il suo conseguente aumento pone problemi di convivenza con l’uomo. La sua presenza in un territorio notevolmente abitato e visitato da milioni di turisti ogni anno deve essere gestita con un approccio pragmatico e attento. In Abruzzo, l’Orso marsicano non pone reali problemi di convivenza con l’uomo. Nonostante questo si sono verificati anche recentemente atti di persecuzione criminali verso questa sottospecie a rischio di estinzione. Sono inoltre molti gli Orsi marsicani che muoiono per cause antropiche indirette (investimenti, annegamenti). Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia Il Topolino delle risaie Micromys minutus (Ord. Rodentia) è l’unico fra i roditori il cui status è peggiorato tra 2013 e 2022 (da LC a NT). In Italia è diffuso nella Pianura Padano-Veneta e in Toscana settentrionale. Vive nell'erba alta, in canneti, campi di grano, risaie ed altri ambienti umidi, siepi e ai bordi di foreste umide. È minacciato da siccità estive (cambiamento climatico), ricolonizzazione forestale e monocolture intensive. Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia L’Orecchione sardo Plecotus sardus (Ord. Chiroptera) insieme all’Orso è l’unico mammifero italiano CR. La sua popolazione è in forte diminuzione a causa del cambiamento climatico che provoca incendi ricorrenti intorno ai siti riproduttivi, precipitazioni estive troppo ridotte ed estremi di temperatura. Ancillotto et al. 2022. https://link.springer.com/reference workentry/10.1007/978-3-030- 44029-9_76 Minacce e Conservazione dei Mammiferi in Italia Fra i Cetacei, nelle acque italiane solo la Stenella (Stenella Delfino comune Delphinus delphis coeruleoalba) ed il Tursiope (Tursiops truncatus), il cui status è migliorato passando da NT nel 2013 a LC nel 2022, non risultano minacciate. Altre 3 sono EN (Delphinus delphis, Physeter macrocephalus e Balaenoptera physalus, quest’ultima precedentemente valutata come VU), 1 NT (Ziphius cavirostris) e le restanti 3 sono valutate come DD. La pesca eccessiva e le uccisioni accidentali (collisioni con imbarcazioni e bycatch) sono minacce importanti. Balenottera comune Balaenoptera physalus. Zifio Ziphius cavirostris

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