Scheletro Arto Posteriore PDF
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Summary
Il documento fornisce informazioni sull'anatomia dell'arto posteriore e della cavità pelvica nei mammiferi domestici. Descrive le aperture, i punti di riferimento per il parto e i ruoli dell'ileo, ischio e pube. Inclusi sono anche lo sviluppo dell'arto posteriore e della pelvi, dettagli sulla terminologia e un approfondimento su ciascuna parte del bacino.
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SCHELETRO ARTO POSTERIORE Cavità pelvica nel suo insieme Cavità pelvica: Tratto della cavità addominale contenuta nel bacino (ultimi tratti dell’apparto digerente e riproduttore). È la superficie interna ed esterna dei coxali. 1. Apertura craniale (ingresso o stretto anteriore -> ingresso del canale...
SCHELETRO ARTO POSTERIORE Cavità pelvica nel suo insieme Cavità pelvica: Tratto della cavità addominale contenuta nel bacino (ultimi tratti dell’apparto digerente e riproduttore). È la superficie interna ed esterna dei coxali. 1. Apertura craniale (ingresso o stretto anteriore -> ingresso del canale del parto; data da pube e ilei) circondata dalla linea terminale, che segna il confine tra addome e bacino: a. base del sacro, b. promontorio del sacro (4): parte ventrale del sacro che sorge c. linea arcuata (5), d. eminenza ileo-pettinea (8), e. pecten pubis (pube) (7). Nelle femmine questa linea si presenta quasi circolare, mentre nei maschi essa risulta leggermente ovoidale con apice ventrale. Questa apertura non è modificabile, non cambia dimensioni ed è molto importante nel parto. Le prominenze all’interno di questa struttura devono essere lisce per il parto. 2. Apertura caudale (uscita o stretto caudale, è incompleta e quindi non ha una base scheletrica). È data da: a. Ultima vertebra sacrale Canale del parto b. Prime vertebra coccigea c. Legamenti sacrotuberosi (del sacro con il bacino) d. Arcate ischiatiche → tuberosità ischiatiche (legamenti sacroischiatici). Lo stretto caudale non rappresenta quasi mai un ostacolo durante il parto, nonostante sia sempre molto più piccolo dello stretto craniale. In realtà si distende facilmente mentre il precedente è, come si è detto, circoscritto interamente da ossa. -> Modificabile e può cambiare dimensioni. Le aperture sono un punto di riferimento per il parto in caso di problemi (che possono essere craniali o caudali). Al momento del parto si dice che “il vitello si impegna nel canale del parto”. Una buona fattrice ha un bacino ampio per permettere il passaggio facilitato del vitello. L’arto posteriore è l’arto della stazione (su cui si appoggia l’animale). È articolato alle ali del sacro per mezzo delle ali dell’ileo. La cintura pelvica è completa perché i due coxali si articolano con la colonna vertebrale e il femore. Il cinto toracico è invece incompleto poiché la scapola è appoggiata alla gabbia toracica e alla colonna vertebrale→ cinto toracico tenuto in sito dai muscoli. Bacino è la base scheletrica della regione glutea dove si svilupperanno tutti i muscoli glutei Femore è la base scheletrica della regione della coscia Rotula (articolazione del ginocchio) Tibia con fibula più o meno sviluppata è la regione della gamba Garretto è la regione del tarso Dal tarso in poi si ha il piede (tarso, metatarso e falangi) CINTURA PELVICA L’arto pelvico è unito al tronco tramite la cintura pelvica. La cintura pelvica a differenza della cintura scapolare è completa di tutte le ossa nei mammiferi domestici. La cintura pelvica è composta da due ossa simmetriche, i coxali si uniscono ventralmente sul piano mediano per formare un’articolazione fibro-cartilaginea, la sinfisi ischio-pubica. In base alle ossa che contribuiscono alla sua formazione, la sinfisi viene suddivisa in una porzione craniale, sinfisi pubica, ed una porzione caudale, sinfisi ischiatica, che costituiscono nell'insieme una connessione solida ma non rigida. Dorsalmente le ossa coxali si collegano su entrambi i lati con l’osso sacro (bacino) per formare un’articolazione poco mobile. Le ossa coxali formano insieme all’osso sacro e alle prime vertebre coccigee un anello ampiamente esteso, il bacino osseo o pelvi, che comprende la cavità pelvica. Alla cintura pelvica si articola il femore, impalcatura scheletrica che delimita la cavità pelvica. Dal momento che la cavità pelvica comprende gli ultimi tratti del digerente (accoglie organi viscerali), l’apparato genitale femminile (canale del parto) e parte dell’apparato genitale maschile deve allora possedere particolari caratteristiche strutturali e funzionali. Ciò è particolarmente vero, se si considera che alla cintura pelvica spetta il compito di trasmettere direttamente e senza dispersione le forze provenienti dagli arti pelvici e dirette al tronco. Sviluppo dell’arto posteriore Gli arti posteriori si sviluppano come proliferazione del mesoderma della somatopleura nella regione laterale del corpo in corrispondenza del tratto lombare (dal terzo alla quinta somite lombare). Ileo, ischio e pube si sviluppano come tre abbozzi cartilaginei indipendenti. Nell'animale giovane i limiti tra le tre ossa rimangono per lungo tempo riconoscibili sotto forma di zone cartilaginee. L'accrescimento osseo giovanile inizia a partire da queste zone cartilaginee e si conclude soltanto al termine dello sviluppo corporeo. Feto di cane, 28-30 giorni di gestazione Terminologia - angolo laterale dell’ileo o tuberosità dell’anca o spina iliaca dorso craniale - angolo dorsale dell’ileo o tuberosità della groppa o spina iliaca dorso ventrale - ala dell’ischio o tavola dell’ischio - cresta o spina ischiatica - pecten pubis o linea pettinea - piccolo trocantere o trocantino - sommità del trocantere o porzione caudale BACINO Superficie esterna: - Piano dorsale: sacro e angoli della groppa (angolo dorsale dell’ileo) - Piano laterale: coxale destro e sinistro - Piano ventrale: pube dx e sx cranialmente, ischio dx e sx caudalmente; vi si aprono i fori otturati Superficie interna: - Volta: faccia ventrale del sacro - Parete laterale: superficie interna dell’ischio destro e sinistro - Piano ventrale: pube dx e sx cranialmente, ischio dx e sx caudalmente; vi si aprono i fori otturati Il bacino si forma da stampo cartilagineo → la cartilagine viene ossificata lentamente. Il bacino (o pelvi) ha la forma di un grande anello osseo: è un osso piatto pari formato da due coxali uniti da una sinfisi ischiopubica, la quale forma il pavimento del bacino. Ognuna delle ossa coxali è costituita da 3 elementi ossei (ileo, pube e ischio) che si sviluppano a partire da tre diversi centri di ossificazione (ossificazione endocondrale). - Osso dell’ileo = parte dorso-craniale - Osso del pube = parte più distale - Osso dell’ischio = parte più craniale Queste tre ossa dopo l’ossificazione delle ultime connessioni cartilaginee si congiungono a livello dell’acetabolo per formare un unico osso. Il bacino (o pelvi) è l’insieme delle ossa che comprende la cavità pelvica. Nelle femmine il bacino delimita il canale del parto e la sinfisi ischiopubica può ammorbidirsi in seguito all’azione ormonale per concorrere all’ampliamento del canale osseo durante il parto (soprattutto nelle specie monotociche: un solo figlio). Pube e ischio insieme formano il pavimento del bacino, provvisto di fori otturatori. Lo spazio pelvico può essere valutato morfometricamente mediante linee immaginarie di collegamento (diametri pelvici) che uniscono particolari punti ossei. A questo proposito sono stati individuati parametri che trovano la loro applicabilità nell'ambito dell'ostetricia e dell'allevamento degli animali. L'asse pelvico è collocato al centro di tutte le linee di collegamento tra il sacro e la sinfisi ischiopubica situate sul piano mediano. Si distinguono le seguenti linee: - coniugata vera, tra il promontorio e l'estremità craniale della sinfisi ischiopubica; coincide con il diametro dell'apertura craniale del bacino - coniugata diagonale, tra il promontorio e l'estremità caudale della sinfisi ischiopubica; - diametro verticale, che collega verticalmente l'estremità craniale della sinfisi ischiopubica con la faccia ventrale dell'osso sacro o di una vertebra coccigea. A quest'ultimo diametro spetta un notevole significato pratico, dal momento che esso esprime l'effettiva altezza della cavità pelvica I 2 coxali formano la cintura pelvica e il bacino, tramite l’osso sacro, si articola con la colonna vertebrale. L’articolazione sacro-iliaca (tra sacro e ileo) chiude la cintura pelvica. Ileo L’ileo corrisponde alla porzione dorso-craniale del coxale e si estende obliquamente dall’acetabolo fino all’osso sacro con cui si articola. L’ileo comprende tre porzioni: ala iliaca, collo, corpo dell’ileo: - Ala dell’ileo = ampia e diretta cranialmente. La disposizione dell’ala dell’ileo rispetto ai due coxali varia nelle diverse specie e contribuisce in gran parte a determinare i rapporti dimensionali e la forma del bacino. Alle ali del sacro, tramite tessuto fibrocartilagineo, si articolano le ali dell’ileo (ali iliache) e questo determina l’angolazione e la direzione delle ali dell’ileo. o In cavallo e bovino le due ali sono disposte quasi orizzontalmente l’una rispetto all’altra, nei piccoli ruminanti sono orientate obliquamente in senso dorso-laterale, mentre nel maiale e nei carnivori le loro facce sono dirette esclusivamente in senso laterale. L'ala iliaca presenta caratteristici rilievi ossei, creste, superfici ed incisure. o In tutti i mammiferi domestici appare particolarmente evidente la tuberosità dell’anca o angolo laterale dell’ileo o spina iliaca dorso-craniale, che forma l’angolo iliaco laterale. o Nei carnivori la tuberosità dell’anca viene integrata da una spina ventrale che prende il nome di spina alare. L’ala dell’ileo sull’estremità medio-dorsale risulta ispessita per la presenza della tuberosità della groppa (o spina iliaca dorsale o angolo dorsale dell’ileo) che si suddivide: o nei carnivori e nei piccoli ruminanti in una spina iliaca dorsale rispettivamente craniale e caudale. La tuberosità dell’anca e la tuberosità della groppa sono collegate attraverso la cresta iliaca che in base alla specie ha forme diverse: o nei carnivori e nel maiale è convessa e arrotondata (in fuori) o nel cavallo e nel bovino si presenta concava (in dentro) e nettamente limitata. Le ali iliache possiedono due facce diverse: la faccia esterna o faccia glutea che è concava e destinata all’inserzione dei muscoli omonimi. o nei carnivori è attraversata da tre creste muscolari che prendono il nome di linee glutee, mentre negli altri mammiferi la linea glutea è solo una. La faccia interna o faccia sacro-pelvica, oltre a consentire l’inserzione della muscolatura lombare, presenta un’ampia superficie rivestita di cartilagine e destinata ad articolarsi con il sacro tramite l’articolazione sacro-iliaca. Caudalmente alla tuberosità della groppa, il margine dorso-mediale del bacino presenta la grande incisura ischiatica (consente passaggio nervo ischiatico diretto all’arto pelvico). - Collo dell’ileo = arrotondato, sostiene l’ala dell’ileo e si continua con una disposizione caudo- ventrale in direzione dell’acetabolo, sul corpo dell’ileo. Il margine ventrale del collo dell'ileo si continua tramite la cresta ileopubica (linea arcuata), al cui centro si solleva il tubercolo muscolare del piccolo psoas (tubercolo psoadico) per l'inserzione del muscolo omonimo. - Corpo dell’ileo = forma con ischio e pube l’acetabolo. Pube Il pube possiede una forma a L ed è formato da un corpo del pube, da un ramo acetabolare trasversale detto ramo craniale del pube e da un ramo sinfisario sagittale detto ramo caudale del pube. Il pube forma i fori otturatori (o foro ischiopubico) che sono posti sul pavimento del bacino. I 2 fori otturatori sono coperti/otturati da membrane interna ed esterna (nell’animale vivente) attraverso i quali passano vasi e nervi e attorno ai quali si inseriscono i muscoli otturatori. Durante un parto distocico (vacca) le pressioni e lo schiacciamento dei nervi ischiatici (sciatici) e otturatori posti all’interno del canale pelvico, possono provocare la paralisi e problemi di stazione (sindrome della vacca a terra→ l’animale non si alza + perché il nervo va sulla coscia). Il margine craniale del ramo acetabolare forma la superficie o linea pettinea (pecten pubis) con l'eminenza ileopubica su cui si inserisce la muscolatura addominale. Qui si inserisce il tendine prepubico (sta prima del pube; il tendine è la parte terminale del muscolo e il muscolo ha componente carnosa e tendinea) che si inserisce sulle ossa -> qui si articola il muscolo retto dell’addome (addominale a piastrella). Sul piano mediano vi è una faccia sinfisaria che forma la sinfisi pubica (sinfisi craniale a quella ischiatica, insieme formano la sinfisi ischio-pubica). Ischio L’ischio comprende un corpo, un tavolato ischiatico caudale ampiamente esteso ed un ramo ischiatico collocato in sede paramediana. - Ramo ischiatico = In corrispondenza della faccia sinfisaria, il ramo ischiatico forma insieme a quello controlaterale la sinfisi ischiatica (porzione caudale della sinfisi ischio-pubica). - Corpo = contribuisce con il suo ramo acetabolare a formare l’acetabolo e forma insieme all’ileo un’evidente cresta o spina ischiatica che termina caudalmente con la piccola incisura ischiatica. - Tavolato ischiatico o ala dell’ischio = delimita caudalmente il foro otturatorio con un ramo sinfisario ed un ramo acetabolare. Si solleva caudo-lateralmente per formare la tuberosità ischiatica ben sviluppata che si manifesta o nei carnivori e nel cavallo come un ispessimento a cercine, o nel bovino e nel maiale è caratterizzata da tre tubercoli. Le ossa ischiatiche con il loro margine caudale definiscono insieme l'arcata ischiatica, ampia e profonda concavità. o Nel cavallo, invece, essa ha la forma di un semiarco appiattito ed irregolare. Acetabolo L'acetabolo è una voluminosa cavità articolare emisferica, alla cui formazione concorrono tutte e tre le ossa del coxale e le rispettive cartilagini del ciglio articolare. Le tre porzioni che convergono a formare la parete dell'acetabolo sono cranio-lateralmente il corpo dell'ileo, caudo-lateralmente il corpo dell'ischio e medialmente il corpo del pube. o Soltanto nei carnivori alla formazione dell'acetabolo contribuisce anche un osso acetabolare che si fonde al suo centro. La forma dell'acetabolo corrisponde alla testa del femore e ai rispettivi legamenti, cosicché si determina un'articolazione sferoidale (enartrosi). La superficie articolare è costituita dalla faccia semilunare (facies lunata), che corrisponde alla zona periferica semilunare dell'acetabolo. Essa viene ampliata dal cercine acetabolare di natura fibro-cartilaginea. Medialmente, tra i corpi del pube e dell'ischio, il margine dell'acetabolo risulta interrotto da una profonda incisura acetabolare, che accoglie il legamento rotondo diretto alla testa del femore. o Nel cavallo il legamento rotondo è rinforzato da un legamento accessorio. In profondità dell'acetabolo si trova la fossa acetabolare per l'inserzione del legamento rotondo. o Nel bovino la faccia semilunare è suddivisa da un'incisura cranio-ventrale in una porzione maggiore ed una minore. L’ileo si restringe a formare il collo dell’ileo, dal quale procedo con una cresta ischiatica che si continua nell’ischio e termina con la tuberosità ischiatica. Il collo dell’ileo nel passaggio fra ala dell’ilio (angolo dorsale, groppa) e cresta ischiatica si forma una cresta chiamata grande incisura ischiatica. Dalla cresta ischiatica alla tuberosità ischiatica c’è la piccola incisura ischiatica. Ventralmente alla cresta ischiatica vi è la cavità acetabolare (formata sia da ileo, che da ischio e pube) che accoglie la testa del femore. Il cavallo presenta una incisura acetabolare. Di seguito un riassunto nelle principali differenze di specie del bacino: Per il confronto con il bovino prendo in considerazione tuberosità della groppa, cavità acetabolare, tuberosità ischiatica e forma/inclinazione del bacino. EQUINO I coxali nel cavallo adulto sono fusi: ileo, ischio e pube sono fusi tra loro. Nel bacino di cavallo non c’è fibrocartilagine ma è tutto osso→ in lastra deve essere molto bianco Faccia craniale è data dall’ileo, porzione caudale data dall’ischio e base del bacino dato dal pube cranialmente e dall’ischio caudalmente. Il bacino sinostosa (sinostosi: fusione fra due ossa in modo che non risultano più articolate fra loro) precocemente nell’equino e nelle radiografie di cavallo adulto non si deve vedere fibrocartilagine perché il bacino è chiuso (vedo solo ossa → radiografia bianca). - Ali dell’ileo: inclinazione intermedia - Pavimento del bacino: appiattito -> orizzontale - Cresta iliaca: concava - Spina ischiatica e tuberosità ischiatica appaiono meno appariscenti rispetto al bovino - Ali del sacro (e di conseguenza le ali dell’ileo): orizzontali - La cresta dorsale del sacro ha i processi spinosi fusi solo alla base - presenta una incisura acetabolare - Nella cavalla lo stretto anteriore del bacino è ampio e rotondo, mentre nello stallone è più squadrato ventralmente. In questa specie la cavità pelvica è dunque caratterizzata da un'ampia apertura craniale (diametro trasverso) e da una non troppo stretta apertura caudale (diametro trasverso delle tuberosità ischiatiche). La cavità pelvica è più ampia che nel bovino, l'asse pelvico corrisponde all'asse maggiore del canale osseo del parto e non presenta inclinazioni: la cavalla è pertanto caratterizzata da un bacino osseo privo di ostacoli strutturali. BOVINO - Ali dell’ileo: inclinata in orizzontale - Pavimento del bacino: concavo (curvo) - Cresta iliaca: concava - Tuberosità ischiatica: trilobata - Ali del sacro (e di conseguenza le ali dell’ileo): tendono a essere verticali - Tuberosità dell’anca è particolarmente sviluppata - Molto sviluppate linea glutea e cresta ischiatica. - Non c'è l'incisura acetabolare -> è + stretta o non si vede - Arcata o cresta ischiatica nel bovino è più ampia e sollevata - Cresta intermedia - Angolo fa ileo e ischio differente angolazione bacino differente* - l'ingresso al bacino è relativamente stretto e, a causa della stabilità dell'osso sacro, non è possibile ampliarne l'altezza. Anche lo stretto caudale risulta assai stretto. La larghezza del canale osseo del parto risulta ristretto sia dalle spine ischiatiche alte e inclinate all'interno e sia dalle tuberosità ischiatiche. *Bacino più angolato nei grossi erbivori mentre nei piccoli ruminanti, maiali e carnivori è più rettilineo. In equino e bovino è importante il bacino perché sono specie monotociche (un solo figlio). L'ampiezza del canale del parto la misuro tramite un diametro trasversale che va da un'ala all'altra dell'ileo (in particolare da un tubercolo dell'ileo all'altro) e un diametro sagittale che va dalla base del sacro alla base del bacino. Il bacino del maschio sempre più stretto e più basso; tra una femmina e l'altra variano le misure del bacino. I tubercoli nella femmina sono ridotti per evitare che il puledro o vitello non si faccia male, nel maschio rimangono più sporgenti. Negli animali di grossa mole l’ileo ha una direzione più verticale, l’articolazione sacro-iliaca ed il peso del tronco sono più spostati caudalmente e vi è una maggior efficacia dei muscoli che flettono la colonna. CARNIVORI - Ali dell’ileo: inclinata ventralmente - Pavimento del bacino: appiattito -> ad andamento rettilineo - Cresta iliaca: convessa - Tuberosità ischiatica ha un piccolo tubercolo - Ali del sacro (e di conseguenza le ali dell’ileo): molto/completamente verticali (come nel suino) - Piccolo angolo tra ileo e ischio - Poche tuberosità che diventano angoli -> angoli della groppa, anca - All’interno della cresta dell’ileo si inseriscono i muscoli glutei. - Arcata ischiatica molto ampia e sviluppata. - Nel cane lo stretto caudale è ampio e, grazie all'osso sacro molto corto, può essere ulteriormente ampliato in seguito al sollevamento delle prime vertebre coccigee. L'asse della cavità pelvica complessivamente molto corta è approssimativamente orizzontale. Sulla base di queste considerazioni, le strutture ossee che formano il bacino generalmente non costituiscono un ostacolo per il parto. Nel cane e nel suino→ c’è fibrocartilagine che unisce i 2 coxali (assente nel cavallo) → se in lastra vedo parti non bianche (cartilagine) non è una situazione patologica Sviluppo del bacino di cane -> avviene un’ossificazione endocondrale (dallo stampo connettivale si arriva a tessuto osseo a partire dai nuclei di ossificazione, indicati in nero nell’immagine) e nel cane l’ossificazione completa del bacino si conclude in età adulta (3- 4 anni). Essendoci un’ossificazione endocondrale nell’animale giovane i limiti tra le ossa rimangono per lungo tempo riconoscibili sotto forma di zone cartilaginee; l’accrescimento osseo inizia a partire da queste zone cartilaginee e l’ossificazione si conclude quando le ultime connessioni cartilaginee di queste tre ossa si congiungono formando la cavità acetabolare. Nel puledro e nel cane giovane possiamo notare la presenza di un osso in più essendosi sviluppato da un nucleo di ossificazione separato: si tratta dell’osso acetabolare (osso indipendente che nell’animale adulto tende a fondersi) e si trova nell’acetabolo, in particolare prossimo alla cavità che accoglie il femore e quindi facendo parte dell’articolazione coxo-femorale. Quando l’animale è adulto sparisce osso acetabolare. → utile per capire l’età del cane Coxale sx di cane SUINO - Ali dell’ileo: inclinata ventralmente - Pavimento del bacino: appiattito -> ad andamento rettilineo - Cresta iliaca: convessa -> questo porta a un cambiamento dell’inclinazione delle ali di ileo (di conseguenza anche quelle del sacro). - Tuberosità dell’anca e tuberosità ischiata sono palpabili nonostante la presenza di una muscolatura generalmente robusta. In questa specie la tuberosità ischiatica permane per alcuni anni come un nucleo di ossificazione indipendente che non si salda con il corpo dell'ischio. - Ali del sacro (e di conseguenza le ali dell’ileo): decisamente verticali - Cresta ischiata molto sviluppata, ampia arcata ischiatica. - l'ingresso al bacino è stretto e disposto obliquamente, anche lo stretto caudale risulta ridotto. PICCOLI RUMINANTI - Ali dell’ileo: inclinata ventralmente - Pavimento del bacino: appiattito -> ad andamento rettilineo - Cresta iliaca: convessa Pecora → situazione intermedia tra bovino e suino ARTICOLAZIONE ISCHIO-PUBICA L’articolazione ischio-pubica è una sinartrosi cartilaginea, in particolare una sinfisi (osso-cartilagine ialina-tessuto connettivo fibroso-cartilagine ialinaosso). -> Sinfisi pelvica (unisce le due ossa coxali sulla linea mediana del pavimento pelvico). Capi articolari: avviene nel pavimento del bacino, cioè tra il margine mediale del coxale sinistro ed il margine mediale del coxale destro. I mezzi di unione di questa articolazione sono: - Membrana otturatoria = chiude il foro otturatorio con tessuto connettivo lasso. - Fasci legamentosi ventrali che si continuano con il legamento pubico craniale fuso nei mammiferi domestici con il tendine prepubico (che decorre dallo sterno al pecten pubis insieme al muscolo retto dell’addome) sul margine craniale e si continuano con il legamento arcuato (che è teso nell’area ischiatica) sul margine caudale. Il legamento pubico craniale collega le ossa del pube a livello del loro margine libero. - Fasci legamentosi dorsali La porzione pubica della sinfisi ossifica nel corso della vita trasformandosi così in sinostosi, l’ossificazione: o nell’equino avviene molto precocemente o in ruminanti, suino e cane è tardiva. Mentre la sinfisi ischiatica rimane di natura fibro-cartilaginea. ARTICOLAZIONE SACRO-ILIACA È un’articolazione sinoviale (e quindi una diartrosi). L’articolazione tra sacro e ileo chiude la cintura pelvica, collega dorsalmente la cintura pelvica al tronco. Le ali iliache e quelle sacrali costituiscono insieme alle porzioni laterali dei coxali ed al pavimento del bacino un anello pelvico. Capi articolari: tra le superfici auricolari del sacro o ali del sacro e le superfici auricolari cartilaginee dell’ileo o ali dell’ileo. I mezzi di unione sono: - Capsula articolare = aderisce strettamente all’articolazione ed è tesa tra le due ali, molto sottile. (Una capsula sottile difficilmente individuabile, non molto sviluppata). Legamenti sacroiliaci ventrali e dorsali: le ali del sacro si articolano ventralmente e dorsalmente all’ileo. - Legamenti sacroiliaci ventrali = rafforzano la capsula articolare sul versante ventrale. - Legamenti sacroiliaci dorsali = che si estendono con una porzione breve o Nei carnivori e maiale-> tra la tuberosità della groppa e i processi mammillari sacrali o Nel cane è come se fosse una piccola parte di quello largo che non si continua con il sacrospinoso o Nel gatto -> solo legamenti sacroiliaci dorsali o Nei ruminanti e cavallo -> tra le estremità dei processi spinosi dell'osso sacro. Si continua con il leg. sopraspinoso. Il leg sopraspinoso è uno dei legamenti comuni alla colonna vertebrale che cranialmente si continua con il leg. nucale e caudalmente diventa il leg sacroiliaco breve. E con una porzione lunga, che nasce dalla porzione caudomediale della tuberosità della groppa e termina caudalmente sulla porzione laterale dell'osso sacro. - Legamenti sacroiliaci interossei = che decorrono tra la tuberosità iliaca dell’ala iliaca e la faccia dorsale dell’ala dell’osso sacro. Diventano più lassi per l’attività del progesterone durante il parto. Più o meno sviluppati, sono tex cartilagineo. - Legamento sacro-tuberoso detto anche sacro-ischiatico. o manca nel gatto o nel cane si estende come un funicolo tra il processo trasverso dell'ultima vertebra sacrale e la tuberosità ischiatica -> legamento sacrotuberoso cordonale/funicolare. (non largo perché non esiste la parte laminare). o Negli ungulati questo legamento mostra un'ampia superficie -> legamento sacrotuberoso largo. o Nei piccoli ruminanti o Nel bovino esso origina dal margine laterale della porzione laterale del sacro. Il margine caudale del legamento sacrotuberoso largo è riconoscibile attraverso la cute come margine libero. o nel cavallo e nel maiale anche dai processi trasversi delle prime vertebre coccigee e termina in corrispondenza di una linea di inserzione che si porta dalla spina ischiatica fino alla tuberosità ischiatica. Il margine caudale del legamento sacrotuberoso largo è completamente coperto dalla robusta muscolatura ischiatica. È dunque possibile distinguere una componente acetabolare ed una componente ischiatica. L'ampia estensione di questo legamento si interrompe in corrispondenza di due zone (a livello della grande e piccola incisura ischiatica), ossia nel foro grande ischiatico e nel foro piccolo ischiatico, per permettere il passaggio di vasi, nervi (sciatico) e tendini. L’inserzione dei legamenti si può quindi considerare incompleta. In questo modo il canale del parto è chiuso. Nel bovino la parte caudale/terminale del leg sacroischiatico o del sacro tuberoso presenta un cordone maggiormente ispessito. Poco prima del parto il vet valuta la tensione dei legamenti del bacino, in particolare analizza il leg sacroischiatico. Se l’animale sta per partorire il legamento è + lasso pk il progesterone (ormone della gravidanza) fa accumulare nelle strutture fibrose del liquido (acqua) che rende le strutture meno tese e + lasse → rende + “ampio” il canale del parto. Cavia: unico animale dove la sinfisi si apre per facilitare il parto; in nessun altro animale il bacino si apre NB: equino e bovino hanno articolazione + completa mentre nel cane non continua con il sopraspinoso Movimenti: del sacro con le ali dell’ileo durante il parto: piccolissimi movimenti importanti in prossimità del parto. - nutazione (sacro si abbassa) - contronutazione (sacro si alza) Sacro che si alza e che si abbassa è dovuto alla lassità dei legamenti che chiudono la cavità pelvica. Al momento del parto il cucciolo passa dall’apertura craniale a quella caudale. Vedere colorazioni pagina 247 (?) FEMORE Lo scheletro della porzione prossimale dell’arto pelvico comprende un unico osso, il femore. È il più robusto di tutte le ossa lunghe e si divide in un’ipofisi prossimale, un corpo ed un’ipofisi distale. In corrispondenza della porzione prossimale può sviluppare fino a quattro ossa sesamoidi inglobati nel contesto dei tendini, tra cui la rotula (detta anche patella) è la più nota ed è collocata nel tendine terminale del muscolo quadricipite femorale. Il femore ha dei ruoli importanti nella deambulazione nonché nel sostegno del corpo in generale. - Ipofisi prossimale = è caratterizzata dall’avere la testa del femore, la cui faccia articolare sporge notevolmente rispetto alla faccia mediale della diafisi femorale, in quanto non è esattamente posizionata nell’asse longitudinale ma è leggermente inclinata medialmente. La testa del femore comprende la fossetta della testa del femore priva di cartilagine articolare per l’inserzione del legamento rotondo (la fossetta della testa è solo un’incisura nel cavallo). La testa del femore in carnivori e suino è legata al corpo dell’intero femore attraverso il collo femorale. Molto importante è il grande trocantere, punto di inserzione dei muscoli del bacino che si divide in porzione craniale e caudale nel cavallo, le quali sono divise da un’incisura trocanterica. Tra il grande trocantere ed il collo del femore si trova una depressione che viene detta fossa trocanterica che agisce come punto di inserzione della muscolatura profonda per l’articolazione dell’anca. - Corpo del femore = sulla porzione mediale del femore abbiamo il piccolo trocantere (punto di orientamento) che costituisce l’area di inserzione terminale del muscolo ileopsoas. Nel cavallo sulla faccia laterale dell’epifisi prossimale del femore si sviluppa inoltre un robusto terzo trocantere che garantisce l’inserzione del muscolo gluteo superficiale. Il corpo del femore presenta caudalmente una superficie ruvida che prende il nome di faccia aspra, delimitata da un labbro mediale (che si continua dal piccolo trocantere) ed un labbro laterale (su cui si inseriscono i muscoli adduttori dell’arto. I due labbri si continuano poi distalmente come strie che delimitano la faccia poplitea. Nella porzione caudo-prossimale del femore di cavallo si rileva un’area ruvida circolare, la tuberosità del bicipite, e sempre nel cavallo la porzione caudo-distale del corpo femorale sviluppa una profonda depressione, la fossa sopracondiloidea (è presente anche negli altri mammiferi ma è meno profonda e meno marcata). - Epifisi distale = presenta caudalmente un condilo laterale ed un condilo mediale che sono coinvolti nell’articolazione femorotibiale che li connette tramite l’interposizione dei menischi con la tibia. L’epifisi distale è provvista cranialmente anche di troclea femorale per l’articolazione femoro-rotulea, che, essendo una troclea, è divisibile in due labbri con un solco intermedio. I condili sono separati dalla fossa intercondiloidea mentre ai lati dei condili sono presenti due tuberosità dette epicondili mediale e laterale per l’inserzione dei legamenti collaterali del ginocchio. ARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE È una diartrosi, in particolare una enartrosi (segmenti di sfera, testa e cavità glenoidea) che avviene tra la testa del femore e la cavità acetabolare, anche se viene completata da un cercine fibrocartilagineo dell’acetabolo. Tra i mezzi di unione ci sono: - Legamento trasverso dell’acetabolo = insieme al cercine completa e mantiene in posizione il rotondo e l’accessorio. - Capsula articolare = si inserisce sul cercine e ha un’incisura su cui corre il legamento rotondo. - Legamento rotondo = si trova tra la fossa acetabolare e la fossetta della testa del femore. - Legamento accessorio = lo troviamo solo nel cavallo e si origina dal tendine prepubico del muscolo retto dell’addome per portarsi poi ventralmente al bacino, entrare nella cavità acetabolare attraverso l’incisura acetabolare e si fissa sulla testa del femore insieme al legamento rotondo. Questa articolazione permette movimenti angolari e longitudinali (di estensione e flessione) divergenti cranialmente. Nell’equino la presenza del legamento accessorio limita i movimenti di lateralità. TIBIA La tibia, essendo un osso lungo, si distingue in un’epifisi prossimale, una distale e una diafisi (corpo). La tibia concorre in maniera determinante alla formazione dell’articolazione del ginocchio, di conseguenza la sua epifisi prossimale possiede uno sviluppo particolare: ha sezione triangolare in tutte le specie (la forma triangolare in sezione è caratteristica della tibia e nessun altro osso ha questa forma) mentre la parte distale presenta una sezione circolare. - Epifisi prossimale = ha una conformazione caratterizzata da una sezione quasi triangolare (in tutte le specie, la forma triangolare in sezione è caratteristica della tibia e nessun altro osso ha questa forma) e lo sviluppo di questa porzione è particolare in quanto presenta le facce articolari per i condili del femore ed anche superfici di inserzione per numerosi tendini e legamenti, coinvolti nell’articolazione del ginocchio. Presenta quindi 2 condili tibiali, un condilo laterale ed un condilo mediale che delimitano caudalmente una profonda incisura poplitea (sapere bene, freccia nera immagine) per il muscolo omonimo. Non hanno più la forma ellissoidale, sono piuttosto appiattiti, e vengono quindi definiti come piatto tibiale, ovvero la superficie dell’epifisi prossimale della tibia che si articola dorsalmente con il femore. Qui si inseriranno i condili del femore, ma le due superfici non sono congrue (arrotondato su piatto) quindi per rendere congrue le due superfici c’è l’interposizione dei menischi. In breve, ogni condilo possiede una superficie articolare quasi pianeggiante che corrisponde al rispettivo condilo femorale per la presenza della struttura fibro-cartilaginea del menisco. Tra le facce articolari dei due condili mediali si solleva una prominenza detta spina della tibia o processo intercolideo o eminenza intercondiloidea (2 processi divisi da una fossa), che viene a sua volta suddivisa da una piccola area intercondiloidea centrale in un tubercolo intercondiloideo laterale ed uno mediale. Nel bovino la spina tibiale è più sporgente. Cranialmente all'eminenza intercondiloidea si osserva una piccola depressione, l'area intercondiloidea craniale, mentre caudalmente è presente l'area intercondiloidea caudale. Cranialmente trovo la tuberosità tibiale che si continua con la cresta tibiale o nel cavallo è posta cranialmente e presenta un solco -> impronta (pallino immagine) Sulla faccia laterale del condilo si sviluppa la superficie articolare fibulare, o nei ruminanti è saldata con il rudimento della fibula. Cranio-lateralmente è presente una profonda incisura che viene detta solco estensorio. - Corpo/diafisi della tibia = è compressa in senso cranio-caudale e sviluppa sul versante craniale la cresta tibiale o margine tibiale, la quale divide la tibia in due facce (una laterale per inserzione dei muscoli e una mediale molto superficiale e sottocutanea). Il margine tibiale si inspessisce prossimalmente per formare la tuberosità della tibia. o Nel cavallo la faccia caudale della diafisi viene percorsa in senso longitudinale da solchi e linee muscolari (linee poplitee) ben sviluppate, che corrispondono all'origine del muscolo popliteo e dei muscoli flessori delle dita. - Epifisi distale = è caratterizzata da una coclea tibiale bipartita, superficie articolare, che si articola con la troclea dell’astragalo (primo osso delle ossa del tarso; si articola con le altre ossicine del tarso). L’astragalo presenta dunque una coclea tibiale. La coclea tibiale è costituita da due profondi solchi separati da una cresta articolare intermedia. In corrispondenza della faccia mediale dell’epifisi distale si sviluppa una sporgenza detta malleolo mediale, mentre nella faccia laterale si riscontrano differenze interspecifiche vistose: o nel cavallo è presente un rilievo detto malleolo laterale, o nei ruminanti esiste un osso malleolare distinto e indipendente e corrisponde all’epifisi distale della fibula o nei carnivori e nei suini si trova un’incisura fibulare per l’articolazione con l’estremità distale della fibula. FIBULA La fibula presenta una testa, un collo, un segmento intermedio (corpo) ed un'estremità distale. La conformazione della fibula è alquanto semplice per il fatto che ha subito un vario grado di regressione nelle diverse specie animali. La fibula è un elemento che ci permette sempre di orientare la tibia, infatti, si trova sempre nella faccia laterale di quest’ultima. La fibula si articola per artrodia sulla tibia sia prossimalmente che distalmente. La fibula è specie specifica: o Suino = la fibula è un osso indipendente ed è separata dalla tibia attraverso lo spazio interosseo ricco di tessuto connettivo. In questo caso la fibula si articola anch’essa con il femore. o Carnivori = la fibula è un osso indipendente e separata dalla tibia dallo spazio interosseo (ricco di tessuto connettivo) ma solo in sede prossimale, in sede distale sono ravvicinate. Anche qua vi è articolazione della fibula con il femore. o Nel cane molto sottile e si sviluppa in senso prossimo distale o Bovino = è molto ridotta e rimane un’appendice posta lateralmente a livello del piatto tibiale. La testa della fibula è saldata con il condilo laterale della tibia, mentre negli altri mammiferi domestici si sviluppa un'articolazione che coinvolge la faccia articolare della testa. In base alle specie la fibula è variamente regredita. L’estremità distale è fusa alla tibia ed è presente sottoforma di osso malleolare (malleolo staccato, ciò che rimane della fibula ormai assente). o Equino = anche qua la fibula è variamente regredita, si sviluppa poco in senso prossimale-distale, osso sottile ma lungo con una porzione distale appuntita. In particolare, è sviluppata solo la metà prossimale e la testa è unita al condilo laterale della tibia per mezzo di un'articolazione sinartrodiale. In questa specie, già durante lo sviluppo embrionale l'estremità distale della fibula si fonde con quella della tibia per costituire il malleolo laterale. GIUNTURE TRA TIBIA E FIBULA Le giunture tra la fibula e la tibia variano in rapporto con il grado di regressione della fibula nelle diverse specie di mammiferi domestici. La maggior parte dei mammiferi domestici sviluppa un'articolazione tibiofibulare prossimale ad eccezione dei ruminanti, e un'articolazione tibiofibulare distale ad eccezione del cavallo. Tra il corpo della tibia e quello della fibula si estende una membrana connettivale (membrana interossea crurale). L'articolazione tibiofibulare prossimale è un'articolazione pianeggiante, la cui cavità articolare comunica, ad eccezione del cavallo, con il recesso laterale dell'articolazione femorotibiale. Nei ruminanti la testa rudimentale della fibula è saldamente unita al condilo laterale della tibia tramite un rapporto di sinostosi. L'articolazione tibiofibulare distale è anch'essa un'articolazione pianeggiante, che coinvolge le estremità distali della tibia e della fibula, e nei ruminanti anche l'osso malleolare. Nel cavallo l'estremità distale della fibula si salda con la tibia per formare il malleolo laterale. Il recesso articolare distale comunica con quello dell'articolazione crurotarsica. ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO (femoro-tibiale + femoro-rotulea) Articolazione femoro-tibiale L’articolazione femoro-tibiale è una doppia condilartrosi (superfici ellissoidali come condilo e cavità condiloidea) che avviene tra i condili del femore ed i condili della tibia. Siccome le superfici non sono totalmente complementari le une delle altre ma sono superfici discordanti, sono presenti dei menischi laterali e mediali (i menischi sono delle strutture di cartilagine fibrosa a forma di spicchio d’arancia o a forma di C, la cui parte esterna è più spessa rispetto quella interna -> è un’articolazione incongruente, imperfetta poiché i condili del femore sono molto convessi con una superficie della tibia invece molto piatta. I movimenti permessi dall’articolazione femoro-tibiale sono di estensione e flessione e movimenti di lateralità anche se molto limitati dati dai menischi e dal fatto che è una superficie non del tutto perfetta e complementare. I mezzi di unione sono: - Capsula articolare = la capsula fibrosa è comune e presenta dei margini articolari e dei menischi ricoprendo entrambi i condili. All’interno della capsula troviamo due cavità sinoviali femoro-tibiali (detti anche sacchi sinoviali o fondi ciechi), una mediale ed una laterale, le quali sono divise dalla membrana sinoviale che si insinua tra i condili. È presente, inoltre, una sola cavità sinoviale femororotulea. Nei carnivori c’è comunicazione tra le due cavità sinoviali femoro-tibiali appena descritte e quella femororotulea; inoltre la cavità sinoviale femoro-tibiale laterale comunica con l’articolazione tibio-fibulare prossimale. Negli equini invece non c’è comunicazione tra le cavità sinoviali femoro-tibiali, ma ognuna di esse (mediale e laterale) comunica singolarmente con la cavità sinoviale femoro-rotulea. È presente, inoltre, una borsa sinoviale pre-patellare sottocutanea. - Legamenti dei menischi 2 legamenti menisco-tibiali craniali (1 laterale e 1 mediale) = sono presenti sia nel menisco laterale che nel mediale e collegano l’estremità craniale dei menischi con l’area intercondiloidea craniale della tibia (laterale e mediale). 2 legamenti menisco-tibiali caudali (1 laterale e 1 mediale) = si trovano sia nel menisco laterale che nel mediale, partono dall’estremità caudale del menisco per arrivare all’incisura poplitea della tibia. legamento menisco-femorale = va dall’estremità caudale del menisco laterale alla fossa intercondiloidea del femore. Solo CANE e GATTO (talvolta bovino): legamento trasverso del ginocchio: collega i 2 menischi inserendosi sulle loro estremità caudali - Legamenti femoro-tibiali 2 legamenti collaterali, laterale e mediale = sono posti tra gli epicondili femorali e la tibia o la fibula. legamento crociato craniale = va dalla fossa intercondiloidea femorale e termina nell’area intercondiloidea centrale della tibia. legamento crociato caudale = va dalla fossa intercondiloidea femorale all’incisura poplitea della fibia. Articolazione femoro-rotulea L’articolazione femoro-rotulea è la tipica articolazione a slitta e avviene tra la troclea del femore e la superficie articolare della rotula, a cui si aggiungono le fibro-cartilagini complementari che ingrandiscono la rotula medialmente e lateralmente. La rotula scivola quindi sulla troclea in concomitanza con l’articolazione femoro-rotulea. I mezzi di unione sono: - Capsula articolare = già descritta nell’articolazione femoro-tibiale. - Legamenti femoro-rotulei mediale e laterale = il laterale è più robusto del mediale e partono dall’epicondilo femorale per poi portarsi all’angolo laterale o mediale della rotula. - Legamenti tibio-rotulei = si portano dall’apice della rotula alla tuberosità della tibia carnivori, maiale, piccoli ruminanti -> solo legamento tibio-rotuleo retto e labbra trocleari uguali. Cane: questa articolazione è stabile ma in alcune razze (es. carlino) la rotula può spostarsi lateralmente dando problemi di lussazione della rotula. o bovino ed equino -> legamento tibio-rotuleo laterale, medio o retto e mediale. o Equino: Nel ginocchio quando l’animale è in stazione la rotula rimane agganciata/uncinata sopra alla troclea femorale grazie a una serie di legamenti, quindi grazie all’azione meccanica e non dei muscoli. Come fa la rotula a rimanere agganciata? Grazie ai legamenti retto e medio che formano un anello sul condilo mediale della troclea. inoltre, nell’equino c’è una fossa che consente ai 3 legamenti di essere posti su 3 piani diversi per dare più stabilità al ginoccchio (importante per il problema dell’uncinamento della troclea). Infatti, quando l’animale non riesce a sganciare la rotula e quindi la rotula non riesce a flettere il ginocchio e l’animale rimane in una posizione non normale: crampo rotuleo (si può risolvere fisiologicamente e nei peggiori dei casi può richiedere l’intervento). !!! Domanda d’esame: Terminazione anatomica e funzionale del quadricipite femorale: terminazione anatomica: è sulla rotula Terminazione Funzionale è: i 3 legamenti che vanno dalla rotula alla tibia PIEDE DI EQUINO E DI BOVINO PIEDE DI CANE E DI SUINO TARSO o GARRETTO Nei mammiferi domestici le ossa del tarso sono disposte in una serie prossimale, in una serie intermedia ed una serie distale. La serie prossimale si articola prossimalmente con la coclea tibiale mediante l’articolazione tibio-tarsica, mentre la serie distale si articola con i metatarsali mediante l’articolazione tarso-metatarsali. Le ossa del tarso in completezza sono: - I serie o serie prossimale = astragalo in posizione mediale ed il calcaneo in posizione posteriore. - II serie o serie intermedia = osso centrale cuboide o tarsale IV. - II serie o serie distale = in senso latero-mediale prevede l’osso scafoide o osso centrale, il grande cuneiforme o tarsale II, il piccolo cuneiforme o il tarsale II ed infine il tarsale I. Le ossa del tarso sono variamente sviluppate nelle diverse specie animali: - Carnivori = si sviluppano tutte e 7 le ossa tarsali (il tarsale I ed il tarsale II sono sempre distinti). - Ruminanti = sono presenti 5 ossa tarsali in quanto l’osso centrale si salda con il tarsale IV per formare il centrotarsale, mentre il tarsale II si salda con il tarsale III per formare il grande cuneiforme. - Equino = sono presenti 6 ossa tarsali, poiché il tarsale primo si salda con il tarsale secondo per formare il piccolo cuneiforme. Nelle andature veloci l’inclinazione medio- laterale dell’astragalo fa sì che il cavallo porti gli arti lateralmente per evitare che inciampi - Suino = ha 4 dita Ossa sesamoidi aggiungereeee ARTICOLAZIONE DEL TARSO o ARTICOLAZIONE DEL GARRETTO Le articolazioni del tarso sono generalmente delle articolazioni composte, in quanto risultano coinvolte, a seconda dell’articolazione, le estremità distali delle ossa della gamba, le varie facce delle ossa tarsiche e le ossa metatarsali. Si distinguono quattro diverse articolazioni: - Articolazione tibio-tarsica o tibio-astragalica = è un ginglimo angolare (cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse trasversale) e quindi un’articolazione cocleare perfetta in cui si articolano la troclea astragalica, la coclea tibiale e la faccia distale della fibula (o osso malleolare con calcaneo nel caso dei ruminanti). Nel cavallo, come l’articolazione del gomito, questa articolazione è un’articolazione a scatto e la sua capsula articolare è ampliata ulteriormente da recessi sinoviali. Permette movimenti angolari di estensione e flessioni e anche movimenti elicoidali. - Articolazione intertarsica prossimale (mediotarsica prox. sul libro) o ruminanti e carnivori: condilartrosi perfetta o carnivori ampi movimenti di lateralità e rotatori o equino si tratta di una semplice artroidia. In questa articolazione si uniscono l’astragalo ed il calcaneo all’osso centrale ed il calcaneo al tarsale IV. - Articolazione intertarsica distale (mediotarsica dist. sul libro) = è un’artroidia e quindi un’articolazione pianeggiante in cui si articolano le ossa tarsiche della serie distale con l’osso centrale escludendo il tarsale IV. - Articolazioni interossee = sono artroidie pianeggianti in cui si articolano le ossa tarsiche della stessa serie. - Articolazioni tarso-metatarsiche = anch’esse artroidie pianeggianti che coinvolgono le ossa tarsiche della serie distale ed i metatarsali. I mezzi di unione sono: - Legamenti comuni o lunghi (mancano nel gatto, infatti ha mobilità maggiore rispetto a cane): da tibia a metatarso. Capsula articolare (briglia tarsica) = è un’unica ampia capsula articolare che con il suo strato fibroso si inserisce nella tibia e sulla fibula, riveste l’intero tarso e raggiunge i metatarsali su cui si inserisce. All’interno la membrana sinoviale divide la capsula in quattro cavità sinoviali, una per ogni articolazione. Dalla fascia colare del tarso origina la briglia tarsica.. 2 Legamenti collaterali (laterale e mediale) = si divide in legamento collaterale lungo laterale (nasce dal malleolo laterale, prende contatto con le ossa tarsiche e si porta sino al metatarsale laterale) e legamento collaterale lungo mediale (nasce dal malleolo mediale, prende contatto con le ossa tarsiche mediali e si porta sino al metatarsale più mediale).. Legamento dorsale del tarso = legamento aperto a ventaglio che nasce dalla tuberosità legamentosa mediale dell’astragalo, segue un decorso obliquo e si inserisce sul metatarso II e III sull’osso centrale e sul tarsale III -> retinacoli dorsali.. Legamento volare del tarso = è il più importante dei legamenti plantari del tarso. Nei carnivori nasce dalla porzione distale del calcaneo, negli altri mammiferi domestici dalla tuberosità del calcaneo; quindi, supera il tarsale centrale ed il tarsale quarto collocati lateralmente ed infine raggiunge il metatarso III e IV-> tinacoli plantare. - Legamenti tibio-tarsici. Legamento collaterale laterale breve = si origina dal malleolo laterale e si inserisce nel cane e nel cavallo con una branca sul calcaneo e con una seconda branca in tutte le specie sull’astragalo.. Legamento collaterale mediale breve = si origina sul malleolo mediale e si suddivide per inserirsi sull’astragalo e sul calcaneo. Nel cane e nel bovino questo legamento collaterale si allunga e si allarga a ventaglio fino ai metatarsali più mediali. - Legamenti brevi = legamenti interossei del tarso. Movimenti Articolazione tibia-tarsica: angolari di estensione e flessione, elicoidali Articolazione intertarsica prossimale Carnivori: rotatori e laterali METATARSO Il metatarso è schiacciato in senso latero laterale e non Nel bovino