Linguistica Generale PDF
Document Details
Uploaded by AmiableJadeite5846
UniTo
Tags
Summary
Questi appunti introducono concetti fondamentali sulla linguistica, definendola come lo studio scientifico del linguaggio e discutendo le sue caratteristiche distintive. Vengono inoltre esplorate le diverse forme di linguaggio.
Full Transcript
COS’È’ LA LINGUISTICA? La linguistica è la scienza che si occupa di studiare il linguaggio. È una scienza descrittiva ( e non prescrittiva: si occupa del funzionamento della lingua e non di regolarne l’uso. Nasce alla fine dell’800. Rispetto alle altre discipline, la linguistica si distingue perch...
COS’È’ LA LINGUISTICA? La linguistica è la scienza che si occupa di studiare il linguaggio. È una scienza descrittiva ( e non prescrittiva: si occupa del funzionamento della lingua e non di regolarne l’uso. Nasce alla fine dell’800. Rispetto alle altre discipline, la linguistica si distingue perché pone la lingua al centro della sua riflessione e la considera indipendentemente da fattori di altra natura. Si distingue inoltre perché produce un sapere scientifico diverso da quello delle altre discipline, caratterizzato da domande di ricerca e metodologie di indagine proprie. Cosa succede quando impariamo una lingua? Le lingue cambiano e si evolvono perché si adattano a contesti nuovi. Cos’è una lingua? Modo di comunicare, uno strumento, diffuso in uno stato (ce’e empire una dimensione geografica, un gruppo). La lingua è costantemente presente nella nostra esperienza quotidiana, in quanto siamo tutti in grado di usare (almeno) una lingua parlando, ascoltando, scrivendo. siamo in grado di rispondere a domande che riguardano la nostra esperienza linguistica, come: quante lingue parli? qual è la tua lingua nativa? che lingue si parlano nel tuo Paese? Intuitivamente siamo anche in grado di guardare «dentro» la nostra lingua, ad esempio quando facciamo affermazioni del tipo: tavolo è una parola italiana, quilombo non è una parola italiana; Il gatto ha non mangiato non è una frase corretta in italiano. La grammatica ha una visione normativa della lingua. Una linguistica invece, ha una visione descrittiva. Le lingue: Lingue storico-naturali nate spontaneamente e utilizzate dagli esseri umani, si evolvono spontaneamente. secondo Ethnologue le lingue attualmente "viventi" sono 7,164 Lingue artificiali (constructed languages o ConLang), lingue costruite per un determinato scopo. lingue ausiliarie (es. esperanto) lingue artistiche (es. klingon) lingue logiche, filosofiche, sperimentali Linguaggi formali logica informatica (linguaggi di programmazione) PAESAGGIO LINGUISTICO: Componenti del paesaggio dove noi vediamo gli usi della lingua. Insieme di elementi linguistici e semiotici che ci danno informazioni sulla composizione linguistica della società, sulle dinamiche e sui rapporti tra le lingue e le modalità di comunicazione. Dove vediamo le lingue nel paesaggio? indicazioni turistiche pubblicità comunicazioni istituzionali alla cittadinanza insegne commerciali scritte sui muri ecc. Presenza - varietà - visibilità - sopravvivenza - identità. = domande che dobbiamo abituarci a fare quando guardiamo un paesaggio linguistico: presenza = guardare le lingue del paesaggio ci aiuta a capire cosa c’è e cosa no, quali lingue sono più rappresentate e viceversa. Varietà = l’italiano ha delle varietà scritte, palate, formali, informali. Visibilità = ci sono lingue o manifestazioni di esse che sono meno visibili nel paesaggio linguistico. Sopravvivenza = non tutte le lingue sono uguali in termini di persone che le parlano e per la possibilità che hanno di rimanere vive, alcune rischiano di sparire. Identità = noi ci identifichiamo in una lingua. CHE COSA OSSERVARE IN UN PAESAGGIO LINGUISTICO? quali lingue oltre all’italiano? Comunicazione bottom up = comunicazione spontanea “ dal basso” Comunicazione top dow = comunicazione istituzionale “dall’alto” La linguistica generale Si basa sulla constatazione che tutte le lingue presentano una serie di tratti comuni, assenti in altre forme di comunicazione, perché tutte quante dipendono dalla stessa facoltà biologica dell'essere umano: il linguaggio verbale umano; È una linguistica interna; studia cioè le lingue «per come sono fatte», indipendentemente dai loro correlati esterni; È una linguistica sincronica, perché studia le lingue come entità astratte, fuori dal tempo e dallo spazio. Esiste un'unica proprietà che chiamiamo linguaggio verbale umano, che si manifesta in tutto il villaggio globale. E una facoltà che ci permette di usare una lingua. Le manifestazioni di questa facoltà sono tutte le lingue del mondo. IL LINGUAGGIO E’ ciò che noi usiamo per comunicare. Non comunichiamo solo con il linguaggio. Comunichiamo anche con simboli, gesti, immagini. Esiste anche un linguaggio animale. Quali sono le caratteristiche / differenze fra il linguaggio verbale e le forme di comunicazione? LA COMUNICAZIONE: La comunicazione è il trasferimento intenzionale di informazione; Per essere trasferita, l'informazione è codificata del mittente grazie a un sistema di segni, e decodificata dal destinatario; Affinché il messaggio arrivi a destinazione, mittente e destinatario devono condividere lo stesso sistema di codifica, ovvero lo stesso sistema di segni. Tutti gli esempi di linguaggi che abbiamo visto poco fa si basano su un sistema di segni e si distinguono inoltre per il diverso tipo di canale che sfruttano per comunicare. I segni = sono la base della comunicazione e sono costituiti da significante e significato. un segno è 'qualcosa' che ci comunica un messaggio, o parte di esso; ogni segno è perciò formato da due «facce»: è biplanare (= doppio contenuto) I segni si possono distinguere sulla base del diverso rapporto fra significato e significante: quanto più questo rapporto è stretto, tanto più i segni saranno motivati; quanto più questo rapporto è debole, tanto più i segni saranno arbitrari. TIPI DI SEGNO: Indice: Le tracce dei vari animali possiedono un significato per l'uomo, ma si tratta di comunicazione? C'è passaggio intenzionale di informazioni? Non indicano una comunicazione diretta, sono motivati naturalmente ma non sono segni intenzionali che usiamo per comunicare. Segnali: Quando in piscina o al mare troviamo una sedia con un asciugamano sopra, che cosa significa? La comunicazione è intenzionale? I segnali sono segni motivati naturalmente ed usati intenzionalmente. Icone: Una fotografia è un segno che riproduce le caratteristiche di ciò che significa; Sono motivati analogicamente e intenzionali. Simboli: I simboli sono motivati culturalmente e intenzionali. Es. semaforo rosso = fermarsi Segni in senso stretto: In tutti questi casi il rapporto fra significante e significato è di natura arbitraria ( basato su convenzione, non motivato) : non c'è nessun rapporto fra la forma del segno e il suo contenuto. È intenzionale L'iconicità: Le onomatopee e gli ideofoni hanno una componente iconica in quanto riproducono caratteristiche esteriori dell'entità che designano onomatopee: tintinnio, rimbombare, muggire,... ideofoni: bum, glu glu, la la la, sbam,... Anche in sintassi si può parlare di iconicità, ad esempio quando l'ordine delle frasi riproduce l'ordine in cui si sono svolti gli eventi: Giovanni è salito a cavallo ed è caduto Giovanni è caduto ed è salito a cavallo IL CODICE È l'insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, fra qualcosa ('insieme manifestante') e qualcos'altro ('insieme manifestato') che fornisce le regole di interpretazione dei segni. "I segni linguistici costituiscono il codice lingua". Un emittente e un ricevente sono in grado di produrre e interpretare intenzionalmente un segno (messaggio linguistico) facendo riferimento a un codice (lingua). LE PROPRIETÀ’ DELLA LINGUA 1. BIPLANARITA’ Viene definita così perché il segno ha due facce, significato e significante. Proprietà di tutti i segni. Segno: associazione di un SIGNIFICANTE e un SIGNIFICATO Ferdinand de Saussure, fondatore della linguistica moderna. Nel 1916 viene pubblicato Cours de linguistique générale. 2. ARBITRARIETÀ il rapporto fra significante e significato di ciascun segno è arbitrario, convenzionale ( non è motivato naturalmente ne analogicamente). Stesso significante ma diverso significato: it. bello, lat. bello “alla guerra” , ing. bell “campana” tok pisin bel“pancia” Stesso significato ma diverso significante: it. gatto, fin. kissa, alb. mace, tur. kedi… Il triangolo semiotico: QUATTRO TIPI O LIVELLI DIVERSI DI ARBITRARIETÀ’: Louis Hjelmslev 1. È arbitrario il rapporto fra segno e il referente. 2. È arbitrario il rapporto fra il significante e il significato. 3. È arbitrario il rapporto fra la forma e la sostanza del significato. “ ogni lingua decide arbitrariamente come ritagliare uno spazio semantico, di significato”. 4. è arbitrario il rapporto tra la forma e la sostanza del significante "Ogni lingua organizza secondo propri criteri la scelta dei suoni pertinenti, distinguendo in una certa maniera, eventualmente diversa da altre lingue, le entità rilevanti della materia fonica" Arbitrarietà: alcune eccezioni: Onomatopee: richiamano nel loro significante caratteri fisici del referente. es. tintinnio, sussurrare, rimbombare → Solo parzialmente arbitrarie e con carattere iconico Ideofoni: espressioni imitative o interiezioni descrittive per fenomeni naturali o azioni. es. boom, gluglu → Più strettamente iconici Altri caratteri iconici nel linguaggio: Principio di iconismo: in molte lingue la formazione del plurale avviene aggiungendo materiale linguistico. es. ing. book vs. book-s Fonosimbolismo: certi suoni per loro natura verrebbero associati a certi significati. Vocale i connessa con 'cose' piccole → it. piccolo, -ino, ing. little, MA ing. Big → Nonostante le eccezioni, il principio di arbitrarietà rimane una delle proprietà più importanti del linguaggio verbale umano. 3. DOPPIA ARTICOLAZIONE Ci dice che il significante di un segno linguistico è articolato in due livelli diversi: - Scomposizione in elementi portatori di significato es. morfema ( unità minima). legg-o l-a stori-a → unità minima: morfema = trascrizione morfemica - Scomposizione in elementi che non hanno più significato. Sono i fonemi. l-e-g-g-o l-a s-t-o-r-i-a → unità minima: fonema = trascrizione fonetica → Economicità e combinatorietà: con un inventario finito di unità di seconda articolazione si può formare un insieme infinito di unità di prima articolazione! 4. TRASPONIBILITA’ DEL MEZZO La lingua può essere trasmessa con più canali: fonico-acustico (mezzo aria), visivo (LIS), visivo-grafico (alfabeto) La dimensione fonica/orale è prioritaria: - priorità antropologica: non tutte le lingue parlate hanno una forma scritta - priorità ontogenica: i bambini apprendono spontaneamente la lingua parlata e acquisiscono la scrittura successivamente e mediante addestramento - priorità filogenetica: l'origine del linguaggio si situa forse già a 2 milioni di anni fa, l'origine della scrittura risale al IV millennio a.C. ORALITÀ’ E SCRITTURA: N.B.: lo scritto non è la diretta rappresentazione del parlato → diversità del mezzo 5. LINEARITA’ E DISCRETEZZA Linearità: il significante viene prodotto in successione nello spazio-tempo (vs. segni globali come i segnali stradali) → l'ordine del significante è importante Il gatto mangia il topo vs. Il topo mangia il gatto! Discretezza: le differenze all'interno del significante sono assolute (e non relative), es. p e b sono due suoni nettamente distinti (pollo vs. bollo) → segni digitali (sequenze di valori discreti) 6. ONNIPOTENZA SEMANTICA Onnipotenza semantica o plurifunzionalità: il linguaggio umano può essere usato per un numero illimitato di scopi, perché è possibile comunicare qualsiasi contenuto. Funzioni della lingua: - esprimere il pensiero - trasmettere informazioni - instaurare e mantenere relazioni sociali - manifestare sentimenti - risolvere problemi - parlare della lingua stessa → riflessività (o metalinguaggio) ROMAN JAKOBSON Arriva a teorizzare sei funzioni del messaggio: 7. PRODUTTIVITA’ E RICORSIVITA’ Produttività: combinazione di doppia articolazione, combinatorietà e onnipotenza semantica; → è sempre possibile creare nuovi messaggi mai creati in precedenza. Cosa rende possibile le combinazioni? Regole e grammatica. Ricorsività: Le regole combinatorie (cioè della grammatica) possono essere applicate in sequenze potenzialmente infinite. Limiti della ricorsività: limiti cognitivi dei parlanti (memoria, processazione, elaborazione). 8. DISTANZIAMENTO DI LIBERTÀ’ E STIMOLI Distanziamento: "la possibilità, insita inerentemente nella lingua, di potere formulare messaggi relativi a cose lontane, distanti nel tempo, nello spazio o in entrambi dal momento e dal luogo in cui si svolge l'interazione comunicativa" Libertà da stimoli: "la lingua è indipendente dalla situazione immediata e dale sue costrizioni/stimoli" → "non è condizione né necessaria né sufficiente per l'emissione di un determinato messaggio in un determinato momento" 9. TRASMISSIBILITA’ CULTURALE Le lingue naturali si trasmettono da una generazione all'altra per tradizione come un fatto culturale MA La facoltà di linguaggio è una facoltà innata dell'uomo (specie-specifica) e non solo culturale → periodo critico fino a 11/12 anni per l'apprendimento L1 → prepubertà linguistica: arco di tempo in cui noi possiamo imparare a parlare. Fino agli 11/12 anni, se il bambino non è esposto a nessuno stimolo del parlare farà difficoltà a iniziare a parlare. 10. COMPLESSITÀ SINTATTICA Complessità sintattica: "I messaggi linguistici [...] possono presentare un alto grado di elaborazione strutturale, con una ricca gerarchia di rapporti [...] fra gli elementi disposti linearmente" La complessità sintattica si manifesta in diversi fenomeni: Ordine: Renzo ama Lucia vs. Lucia ama Renzo Dipendenze: il libro di cucina di Lucia / le foto della cucina di Lucia Incassature: il libro che mi hai regalato è bello = la frase sarebbe “ il libro è bello” - “che mi hai regalato” è un di più. Ricorsività: atto → attuale → attualizzare → attualizzabile Elementi strutturali: non esco perché piove Discontinuità: non l'ho mica più visto = non sempre elementi che devono stare assieme sono sempre vicini = “ non l’ho più visto” - mica separa. 11. EQUIVOCITÀ La lingua è un codice spesso equivoco: a uno stesso significante possono associarsi più significati carica: "mansione", "assalto", "quantitativo di energia", "piena", voce del verbo caricare a uno stesso significato possono corrispondere più significanti = volto, faccia, viso. → Flessibilità e adattabilità della lingua: si possono comunicare più significati con meno significanti, a seconda del contesto. DEFINIZIONE DI LINGUA Una lingua è: a) un codice b) che organizza un sistema di segni c) dal significante primariamente fonico-acustico, d) fondamentalmente arbitrari a ogni loro livello e e) doppiamente articolati, f) capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, e) posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi. PRINCIPI DI ANALISI DELLA LINGUA sincronia vs diacronia: analisi della lingua da due diverse prospettive temporali. language vs parole pragmatico vs sintagmatico livelli di analisi Sincronica vs diacronia: = analisi della lingua a due diverse prospettive temporali. - DIACRONIA = studio come la lingua cambia ed evolve nel tempo. Es. etimologia, da dove arrivano le parole. - SINCRONIA = studia la lingua guardando ai suoi fenomeni solo in un determinato momento, senza considerare stadi temporali precedenti. Spiega com'è fatta e come funziona la lingua. Langue vs parole: C’è un sistema astratto che è la nostra lingua (grammatica, sintassi ecc.) e poi una realizzazione concreta che è la parola. NB: mediazione della norma: possibilità del sistema attualizzate nell’uso dei parlanti di una lingua in un certo momento storico, es. affidamento vs.*affidazione. Paradigmatico vs sintagmatico: Asse paradigmatico: asse delle scelte. Asse sintagmatico: asse delle combinazioni. Realizzazione concreta che determina la scelta di ogni singolo “ mattoncino”. LIVELLI DI ANALISI DELLA LINGUA 1. fonetica e fonologia 2. morfologia 3. sintassi 4. semantica 5. pragmatica 6. testualità LA FONETICA vs LA FONOLOGIA La fonetica studia il fono nella sua concreta realizzazione la fonologia lavora a livello astratto, da delle regole che funzionano per tutto il sistema lingua LA FONETICA Si divide in: fonetica articolatoria: studia l’articolazione del suono fonetica acustica: studia le caratteristiche fisiche del suono fonetica percettiva: studia come percepiamo i suoni e come decodifichiamo i messaggi Apparato fonatorio e fonazione: La maggior parte dei suoni sono egressivi (suoni ingressivi nelle lingue Africa centrale e meridionale). Il suono è prodotto grazie al meccanismo laringeo: cicli rapidissimi di chiusure e aperture della rima vocale (lo spazio tra le corde vocali) Il numero di cicli caratterizza l'onda sonora emessa e corrisponde alla sua frequenza fondamentale (f0, Hz - Hertz). voci + acute delle donne = 200 - 250 hz Voci - acute degli uomini = 100 - 150 La classificazione dei suoni: 3 parametri principali: Modo di articolazione: è il tipo di ostacolo che l’aria può incontrare tirare quando esce dai polmoni. Luogo di articolazione: Punto dell'apparato fonatorio in cui il suono viene articolato Sonorità: Presenza o assenza della vibrazione delle corde vocali + vibrazione = sonoro - vibrazione = sordo Vocali VS consonanti: CONSONANTI MODO DI ARTICOLAZIONE Occlusive: occlusione totale seguita da un rilascio [k], [g], [p], [b], [t], [d] → cane [‘ka:ne], dente [‘dɛnte] Fricative: frizione continua [f], [v], [s], [z], [ʃ] → scena [‘ʃɛ:na], sera [‘se:ra], farfalle [far’falla] Affricate: uniscono i 2 precedenti modi, abbiamo prima una occlusione e poi una frizione [ts], [dz], [tʃ], [dʒ] → zaino [‘dzajno], razzo [‘rattso], giro [dʒi:ro] Laterali: flusso d’aria laterale alla lingua ( sempre sonore) [l], [ʎ] → lato [‘la:to], aglio [‘aʎʎo] Vibranti: rapidi contatti tra la lingua e un altro punto di articolazione (sempre sonore) [r] → ruota [‘rwɔ:ta] Nasali: passaggio dell'aria anche attraverso la cavità nasale (sempre sonore) [n], [m] (…) → naso [‘na:zo], mano [‘ma:no] LUOGO DI ARTICOLAZIONE Bilabiali: barca [b] Labiodentali: farro [f] Dentali (alveolari): tonno [t] (Retroflesse: beddu) Palatali: gli [ʎ] Velari: gatto [g] Uvulari, faringali, glottidali: Ted. nach [χ] ESERCITAZIONE: VOCALI Le vocali sono prodotte senza alcun ostacolo alla fuoriuscita dell’aria e sono suoni inerentemente sonori. Sono classificate in base a: Conformazione della cavità orale in base a posizione della lingua a. Avanzamento: anteriori, medie, posteriori b. Innalzamento: alte, medie, basse Posizione delle labbra: arrotondate vs. non arrotondate Passaggio dell'aria nella cavità nasale: vocali orali vs. vocali nasali POSIZIONE DELLA LINGUA - Avanzamento vocali anteriori: [i], [e], [ɛ] vocali centrali: [a] vocali posteriori: [u], [o], [ɔ] - innalzamento vocali alte: [i], [u] vocali medie: [e], [o] → medio-alte [ɛ], [ɔ] → medio-basse vocali basse: [a] POSIZIONE DELLE LABBRA - arrotondate: [u], [o], [b] → posteriori - non arrotondate: (il), [e], [ ], [a] → anteriori e centrali PASSAGGIO D’ARIA NELLA CAVITA’ NASALE - Passaggio dell’aria nella cavita nasale vocali nasali: non presenti in italiano - No passaggio nella cavità nasale vocali orali: It. [u], [o], [ɔ], [i], [e], [ɛ], [a] ESERCITAZIONE: VOCALI O CONSONANTI? APPROSSIMANTI Approssimanti → semivocali o semiconsonanti - Modo di articolazione intermedio tra vocale e consonante fricativa: avvicinamento degli organi articolatori senza frizione - Avanzamento della lingua: anteriori: it. [j] → ieri [‘jɛ:ri] posteriori: it. [w] → uovo [‘wɔ:vo] - Arrotondamento delle labbra: non arrotondati: it. [j] → ieri [‘jɛ:ri] arrotondati: it. [w] → uovo [‘wɔ:vo] RIASSUMENDO: FONETICA VS GRAFIA Nei sistemi alfabetici esiste una buona corrispondenza tra foni e grafi, ma il rapporto non è mai interamente biunivoco. Stesso grafo = più foni: cane ['ka:ne] vs. cene ['tfs:ne] Stesso fono = più grafi: cane ['ka:ne], quadro ['kwa:dro], chitarra [ki'tarra] Grafo senza fono: ha [a], hanno ['anno] Grafie complesse: gli [Ai], chiaro ['kja:ro] L'alfabeto fonetico internazionale: IPA = International Phonetic Alphabet Creato a partire dal 1888 Consente una rappresentazione biunivoca = 1:1 tra foni e grafi Consente di riprodurre i suoni di qualsiasi lingua Le consonanti dell'italiano: [s] e [z] Fricativa alveolare: quando sorda [s] e quando sonora [z]? in posizione iniziale di parola, seguita da vocale, la pronuncia è sempre sorda es. ['sandalo] e mai [zandalo] in posizione postconsonantica, la pronuncia è sempre sorda es. [korso], [falso] se lunga, la pronuncia è sempre sorda es. ['passo], ['mossa] in posizione preconsonantica, la pronuncia dipende dal grado di sonorità della consonante che segue es. ['spinto], ['skonto] ma [zbri na:re], ['zdenno] in posizione intervocalica è sorda nelle varietà meridionali, sonora in quelle settentrionali es. ['ka:za] (nord) vs ['ka:sa] (sud) LE CONSONANTI DELL’ITALIANO LE VOCALI E APPROSSIMANTI DELL’ITALIANO ESERCIZI LA FONOLOGIA fonetica: fono = fonologia : fonema Fono: realizzazione concreta di qualunque suono del linguaggio Fonema: - l'unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico - una classe astratta di foni, dotata di valore distintivo Cos'è il fonema? «una classe astratta di foni, dotata di valore distintivo» Prova di commutazione dati due foni, questi si dicono commutabili se, cambiando l'uno con l'altro all'interno di una parola, si ottengono due parole diverse per significato e accettabili all'interno della lingua Individuare un fonema: le coppie minime ['ma:re] - ['ka:re] → /m/ e /k/ sono fonemi ['ma:re] - ['mo:re] → /a/ e /o/ sono fonemi ['ma:re] - ['ma:le] → /r/ e /l/ sono fonemi ['ma:re] - ['ma:ri] → /e/ e /i/ sono fonemi ['ma:re] - ['ma:re] → [r] e [r] corrispondono allo stesso fonema /r/ > trascrizione fonematica o fonologica: /'mare/ Individuare un fonema: le coppie minime ['ma:re] - ['ka:re] = coppia minima La coppia minima è una coppia di parole che differisce per un solo fono e consente di individuare una coppia di fonemi N.B.: ciascun fonema non si definisce da sé ma sempre in rapporto agli altri Individuare un fonema: le coppie minime Sono coppie minime? Perchè? mano – nano cane – pane cane – cagna foglio– meglio piglia - pigna I FONEMI DELL’ITALIANO: LE CONSONANTI /’kɔza/ vs. /’koda/ ; /'sasso/ vs. /'masso/ /s/ e /z/ sono fonemi distinti della lingua italiana, ma ci sono contesti in cui sono in contrasto tra loro? /’kjɛse/ - /’kjɛze/ → pochi contesti: basso rendimento funzionale! → Variazione diatopica: questa differenza è sistematica solo in toscano, le varietà di italiano settentrionale generalizzano [z] in tutte le posizioni, quelle meridionali generalizzano [s]! /'pattso/ vs. /'palo/ ; /'dzelo/ vs. /'telo/ /ts/ e /dz/ sono fonemi distinti della lingua italiana, ma ci sono contesti in cui sono in contrasto tra loro? /'altsa/ = /'aldza/ → basso rendimento funzionale! E [m] e [n]? → [im'va:lido], (in'kongruo] NON sono fonemi autonomi perché non distinguono nessuna coppia minima! ALLOFONI Allofoni: due foni che costituiscono realizzazioni di uno stesso fonema prive di valore distintivo → ecco perché il fonema è «una classe di foni»! 1. Allofoni liberi: ['ra:na) = ['ra:na], ['ka:sa] = ['ka:za]] → realizzazione fonica sistematicamente diversa dallo standard: variazione individuale o diatopica 2. Allofoni condizionati: non distintivi| in distribuzione complementare varianti combinatorie → determinate dal contesto fonotattico PROPRIETÀ’ FONOTATTICHE Il contesto precedente o seguente può condizionare la possibilità di comparsa di un fono in una certa posizione o determinare modificazioni di vario genere nella sua realizzazione Fonotassi: studio delle possibili combinazioni sintagmatiche tra foni: sonorizzazione: spalla ['spalla] vs. sballo ['zballo]] assimilazione (luogo): in corsa [in 'korsa], angolo ['angolo] allungamento: in posizione intervocalica (tra due vocali) sono sempre lunghi i suoni [ts], [dz], Ul, (n], [A): pizza ['pittsa], aglio ['a//o], ascia ['affa], cagnolino [kanno'li:no] SILLABA Minima combinazione di fonemi che funziona come unità pronunciabile Ogni sillaba è formata da almeno una e non più di una vocale e da un certo numero di consonanti (o semivocali) Es. V (a-mo), CV (ca-la), CCV (tri-llo), CVC (pan-ca), CCCV (strano) SILLABAZIONE Scansione in sillabe nei casi di sillabe complesse: Nei gruppi consonantici in cui il primo elemento sia [s] o [z], esso appartiene sempre alla sillaba precedente. [ˈpas.ta], [bas.ˈto:.ne] In presenza di consonanti doppie, il confine di sillaba passa tra una consonante e l’altra [ˈdop.pjo], [pal.ˈlo:.ne] APPROSSIMANTI E DITTONGHI Approssimanti [j] e [w): suoni semivocalici/semiconsonantici che possono comparire solo in combinazione, cioè in dittongo, con una vocale: dittongo ascendente approssimante + vocale j+V: [fjeˈni:le], [ˈpjɛ:de] w+V: [ˈkwesto], [ˈkwalke], [ˈwɔ:mo] dittongo discendente vocale + approssimante V+j: [ˈmaj], [ˈnoj] V+w: [ˈɛwro], [awˈmento] trittongo 2 approssimanti + vocale miei [ˈmjɛj], [a’jwɔ:la] = [a]+[jwɔ]+[la] IATO iato: combinazione tra due vocali adiacenti appartenenti a sillabe diverse (entrambe nucleo di sillaba) [i.'de:a], [fol.li:a], [pa.'u:ra], ['fi:a] Le approssimanti non costituiscono mai nucleo di sillaba, quindi non possono essere accentate! DITTONGO, IATO O NESSUNO DEI DUE? - giacca ['dzakka] → non corrispondenza tra grafia ‹gia> e foni ['dza] - salienza [sa'ljentsa] → dittongo ascendente - tirocinio (tirotfi'njo] → dittongo ascendente - sbrilluccichio [zbril:ut:fi'ki:o] → iato - sciabola → ['fabola] - chincaglieria → [kinka//e'ri:a] - ringhiera → (rin'gje:ra] - noia → ['no:ja] FATTI SOPRASEGMENTALI O PROSODICI - Alcune caratteristiche fonetiche riguardano l’intera catena fonica del parlato e non i singoli foni ( o segmenti). ACCENTO «è la particolare forza di pronuncia [volume] di una sillaba (relativamente ad altre sillabe), che fa sì che in ogni parola una sillaba (detta sillaba tonica) presenti una prominenza fonica rispetto alle altre (dette sillabe atone)» →non è l’accento grafico ( è, é, ò ), né l’inflessione! In italiano l’accento è dinamico o intensivo: dipende dalla forza con cui è pronunciata la sillaba In altre lingue: accento connesso alla frequenza della sillaba (accento musicale) accento connesso alla lunghezza della vocale Accento: la posizione Le lingue ad accento fisso (esempio francese, sull’ultima sillaba o polacco, sulla penultima) vs. lingue ad accento mobile. In italiano la posizione dell’accento mobile: In lingue ad accento mobile la posizione dell’accento può avere carattere distintivo: ['ka:pitano] [kapi'ta:no] [kapita'nɔ] ['su:bito] [su'bi:to] ['aŋkora] [aŋ'ko:ra LUNGHEZZA Estensione temporale con cui una certa sillaba è pronunciata lunghezza vocalica distintiva: latino malum ‘male’ vs. mālum ‘mela’ non distintiva in italiano: le vocali in (penultima) sillaba tonica aperta sono lunghe lunghezza consonantica alcune consonanti sempre lunghe, es. [‘pattso] valore distintivo dipende dall’analisi delle doppie grafiche come due foni o fono allungato [‘ka:ne] vs. ['kan:e]/['kanne] TONO E INTONAZIONE Il tono è l’altezza musicale con cui la sillaba è pronunciata Lingue tonali (tonemi) → es. Cinese mandarino L’intonazione è l’andamento melodico di un gruppo tonale o di un enunciato → ha valore pragmatico: TRASCRIZIONE FONETICA - La trascrizione fonetica va sempre tra parentesi quadre: [pa'rentezi] - Non si trascrivono mai e grafiche: ['tfa:o] ; [dzu] < giù>; [ke] ; ['Ja:me] ‹ sciame> → Attenzione ai trigrammi ‹sci> come in < sciame> ['fa:me], < gli› come in < foglia> ['faMa], ‹gni> come in ‹ sogniamo> [son'na:mo] - Elementi da indicare necessariamente: parentesi, TUTTI i foni della parola, accento, quantità vocalica /consonantica - L'accento si indica con un apice < '> prima della sillaba tonica. Non si indica nei monosillabi: ['ka:sa]; [ma 'ti:ta]; [ma]; [non] - Variazione tra [o]/[o] e [e]/[&] solo in sillaba tonica - La durata dei foni si segna con < : > immediatamente dopo il fono - La durata delle consonanti si può rendere anche ripetendo il fono (quella dei foni affricati ripetendo il primo simbolo): ['ranno] o ['ran:o], ['rattso] o ['rat:so] - Accento quando la vocale tonica è preceduta da consonanti doppie: [bok'ko:ne] o [bo'k:o:ne] - Accento quando la vocale tonica è seguita da consonanti doppie: [kon'gwallo] o [kon'gwal:o] - Solo le vocali in sillaba tonica e aperta sono lunghe: ['ka:za] - In posizione intervocalica [ts], [dz], (Л, [n], [^] sono sempre lunghi: ['fiAo], ['affa], ['ranno), [traskrit 'tsjo:ne], [ad dzo:to] - Attenzione agli allofoni: /n/ → [n), [m], [n], [m]; /s/ → [s], [z] TABELLA PER LA TRASCRIZIONE FONETICA VEDERE SLIDE PER ESERCIZI SULLA TRASCRIZIONE FONETICA !!!!!!!! MORFOLOGIA La morfologia è il livello d’analisi linguistica che si occupa della struttura interna della parola, in quanto entità formata da unità di prima articolazione, i morfemi. fono: fonetica = fonema: fonologia = morfema : morfologia Cos’è la parola? I parlanti hanno una conoscenza intuitiva di cosa è una parola in una data lingua. Parola: minima combinazione di elementi minori dotati di significato che possa rappresentare in isolamento un segno linguistico compiuto. → È composta da almeno un morfema Criteri per la definizione di una parola: ordine rigido dei morfemi che la costituiscono: gatt-o vs. *o-gatt (cfr. casa grande, grande casa) MA il gatto/*gatto il confini di parola = punti di pausa (potenziale) separabile nella scrittura: ha mangiato, lo mangia MA mangiatelo la pronuncia non è interrotta e si trova solo un accento primario CLASSI DI PAROLE CLASSIFICAZIONE DI TIP DI PAROLA IL MORFEMA fono : fonetica = fonema : fonologia = morfema : morfologia Il morfema è l'unità minima di prima articolazione e costituisce la minima associazione tra significante e significato → è un segno! Ogni parola è composta da almeno un morfema o da una concatenazione di morfemi: di, gatt-o, gentil-ezz-a Come si individua un morfema? Prova di commutazione: confrontando parole con struttura simile si possono isolare i morfemi, facendo attenzione che le unità di significante così isolate siano sempre portatrici di significato Es. casa = 2 morfemi: cas - a entrambe hanno un significato: cas = identificativo della parola a = femminile singolare Convenzioni della trascrizione morfemica: morfemi separati da un trattino '-' (e da parentesi graffe ), confini di parola segnalati da # # (gatt} - {o} # → gatt-o Scomposizione in morfemi gentilezza → gentil-ezz-a capostazione → cap-o-stazion-e dentale → dent-al-e casereccio → cas - erecci-o spalare → s-pal-are MORFEMA, MORFO, ALLOMORFO Morfema: entità astratta che realizza un certo significato, rappresenta una classe di morfi morfema del singolare Morfo: realizzazione concreta di un morfema can-e → -e morfo che realizza il morfema del singolare Allomorfo: variante di uno stesso morfema, che realizza lo stesso significato di un altro morfo con cui è in distribuzione complementare. -abil-, -ibil-, -ubil-→ formazione di aggettivi con significato di possibilità mangiabile vs. *mangibile/mangiubile ALLOMORFIA È ciascuna delle forme diverse in cui si può presentare uno stesso morfema. allomorfia della base: amic-o [a'mi:k]-[o] vs. amic-i [a'mit)-[-i] allomorfia condizionata (vd. allofonia condizionata): realizzazioni diverse di un morfema in base al contesto fonosintattico im-possibile (im-] in-animato [in-] } Morfema {in-} 'non' in-capace (in-] il-lecito [il-] ir-reale [ir-] allomorfia libera: non chiaramente condizionata da fattori fonotattici veng-o, vien-i, ven-iamo, ver-rò VEDI ESERCIZI SULLE SLIDE SUPPLETTIVISMO Alternanza della base lessicale di morfi non fonologicamente derivabili l'uno dall'altro e etimologicamente diversi Suppletivismo nella flessione: andare, vad-o, va-i, v-a, and-iamo, and-ate, van-no Suppletivismo nella derivazione acqua → idrico (*acquico) cavallo → equino (*cavallino) Suppletivismo forte vs. debole: sono vs. fui → no somiglianza fonologica dio vs. dèi CLASSIFICAZIONE DEI MORFEMI 1. Funzione: lessicali vs. grammaticali LESSICALI: significato referenziale, denotativo, concettuale. Il morfema lessicale è la minima unità di significato che porta una connotazione semantica specifica, legata generalmente al significato di una parola. In altre parole, è il morfema che contribuisce al significato principale della parola stessa. Ad esempio, nelle parole "albero" o "scuola", i morfemi lessicali sono "alber-" e "scuol-", poiché questi morfemi danno alla parola il suo significato fondamentale (rispettivamente, "albero" e "scuola"). GRAMMATICALE : significato legato alla struttura interna della lingua. il morfema grammaticale non porta un significato di per sé, ma serve a modificare, strutturare o relazionare le parole all'interno di una frase, aiutando a esprimere aspetti grammaticali come il numero, il genere, la persona, il tempo, il caso e la concordanza tra i diversi elementi della frase. Abbiamo poi 2 principali tipi di morfemi grammaticali: - FLESSIONALI: → La funzione principale di un morfema flessionale è quella di indicare categorie grammaticali, come il numero, il genere, il tempo, la persona, il caso o il modo. Esempi: Sostantivo: In "ragazzi", il morfema flessionale è "-i", che indica il plurale di "ragazzo". Aggettivo: In "bella", il morfema flessionale è "-a", che indica il genere femminile e il singolare dell'aggettivo. - DERIVAZIONALI: → Un morfema derivazionale è un morfema che si aggiunge alla radice di una parola per creare una nuova parola, spesso cambiandone categoria grammaticale o significato. I morfemi derivazionali sono responsabili per la formazione di parole nuove (derivazione) e possono produrre sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi, ecc. Esempi: Sostantivo da un verbo: "insegnante" (da "insegnare") – il morfema derivazionale "-ante" trasforma il verbo in un sostantivo che indica una persona che svolge l'azione. Aggettivo da un sostantivo: "gentile" (da "gente") – il morfema "-ile" trasforma il sostantivo in un aggettivo, indicando una caratteristica della "gente". Verbo da un sostantivo: "mangiare" (da "mangia") – il morfema "-are" trasforma il sostantivo in un verbo. 2. INDIPENDENZA morfemi liberi Però, di, perché, su, ora morfemi legati Can-e, amar-e, bell-ezz-a 3. POSIZIONE parola = radice (+ affissi) Tipi di affissi: prefissi: in-operabile → in italiano solo derivazionali suffissi: can-e → suffissi flessivi = desinenze infissi: lat. ru-m-p-o 'rompo' vs. rup-i 'ho rotto' circonfissi: ted. sagen 'dire' → ge-sag-t 'detto' transfissi: arb. k-i-t-ã-b 'libro', k-a-t-a-b-a 'lui scrisse' ESERCIZI SULLE SLIDE! Altri tipi di morfema: Morfemi sostitutivi: sostituzione di un fono con un altro nella radice (apofonia, Ablaut) - foot 'piede' → feet 'piedi" - anche in combinazione con suffissazione: ted. Land [a] 'paese' → Länd-er [ae] 'paesi" Morfemi soprasegmentali (suprafissi): posizione distintiva dell'accento - record ['reka:d] 'registrazione', record [rt'ko:d] 'registrare' Morfema (morfo) zero: distinzione obbligatoriamente marcata in una certa lingua non è rappresentata nel significante - book → book-s - sheep → sheep-D PROCESSI MORFOLOGICI: In alcune lingue certi valori morfologici sono affidati a dei processi. Raddoppiamento (o reduplicazione): ripetizione della radice lessicale o di una sua parte. indonesiano anak 'bambino' → anak-anak 'bambini' samoano moe 'dormire-3sg' → momoe 'dormire-3pl' LIS → raddoppiamento totale o parziale di un segno per esprimere plurale dei nomi Morfemi cumulativi: I morfemi grammaticali segnalano valori delle categorie grammaticali di una lingua (es. genere, numero, modo, tempo) → sono cumulativi quei morfemi che segnalano più una ulteriormente scomponibili) categoria contemporaneamente (e non sono ulteriormente compatibili ). Amalgama: fusione di due morfemi che risultano indistinguibili nella forma d’arrivo it. al (a + il), fr. aux (à + les) LA VOCALE TEMATICA La vocale tematica segnala l'appartenenza di un verbo a una certa classe di flessione (I, II, IlI coniugazione) → morfema vuoto scomposizioni possibili: am-a-re am-a-tor-e am-are am-ator-e ama-re ama-tor-e Flessione vs derivazione Derivazione e ricorsivItà La derivazione in italiano Suffissazione: principale e più produttiva strategia di derivazione -zion- spedire → sped-izion-e V→N -eggi- arpa → arp-eggi-are N→V La derivazione in italiano: alterazione Suffissi alterativi 1. Non cambiano la natura della base lessicale 2. Veicolano una valutazione rispetto alla base (di diversa natura) accrescitivi: lavor-on-e diminutivi: lavor-ett-o, lavor-icchi-are peggiorativi: lavor-acci-o vezzeggiativi: lavor-ucci-o Prefissazione: strategia meno frequente, non cambia la natura della base Conversione: - Derivazione: consentire a un lessema di essere utilizzato in contesti tipici di una classe di parole diversa - Conversione (derivazione zero): uso dello stesso lessema in funzione di A/V/N senza uso di affissi derivazionali stanc-o → stanc-are, fior-e → fior-ire shop 'negozio/comprare' Prefissoidi e suffissoidi: Affissoidi/semiparole: morfemi lessicali di origine classica (latino/greco) che si comportano come morfemi derivazionali (ma recano un significato lessicale). Composizione: Composizione: combinazione di due morfemi lessicali (ciascuno dei quali può occorrere autonomamente) Il prodotto sono parole composte N.B.: I composti possono essere scritti anche separati (treno merci) o separati da trattino (italo-francese) La testa dei composti: Testa: elemento del composto che determina la classe di parola del composto, conferisce le caratteristiche semantiche e i tratti della flessione il capostazione → la testa è capo: determina la classe (N), il genere (masc.) e la semantica (referente umano) Individuare la testa: test «è un/una?» capostazione pesce spada treno merci In base a dove sta la testa definiamo i versi tipi di composti: Endocentrici: composti con testa interna pescepalla, capostazione, cassaforte → testa a sinistra scuolabus, ferrovia, terremoto → testa a destra (prestiti!) Esocentrici (o attributivi): composti con testa esterna buttafuori, scolapasta, pettirosso Composti dvandva (sanscrito "due e due", "coppia"): due teste caffelatte, cassapanca, agrodolce La struttura interna dei composti: Altre strategie di formazione di parole: Unità plurilessematiche o plurematiche (o polirematiche): combinazioni di morfemi lessicali dal significato idiosincratico → sintagmi fissi → significato non composizionale essere al verde, gatto delle nevi buttare giù (verbi sintagmatici), usa e getta (binomi coordinati) Sigle o acronimi: CGIL 'Confederazione Generale Italiana del Lavoro' FS 'Ferrovie dello Stato' Parole macedonia (blending): mapo (mandarino+pompelmo) smog (smoke 'fumo' + fog 'nebbia') SINTASSI Qual’e l’unità di studio? La sintassi ci spiega come noi mettiamo insieme le parole per formare frasi di senso compiuto. Cos’è una frase? Una frase descrive qualcosa che succede nel mondo o in un mondo possibile. Questo ‘qualcosa’ si chiama proposizione. Molte frasi servono per assegnare una proprietà a un’entità o a stabilire una relazione fra più entità: Es. Maria è bella In altri casi le frasi ci servono per compiere azioni nel mondo, e non solo a rappresentarlo. Es. a che ora ci vediamo? FRASE= «l'entità linguistica che normalmente funziona come unità comunicativa costituendo un messaggio autosufficiente nella comunicazione verbale, nel discorso» Proposizioni e frasi Una frase è un segno linguistico complesso che ha la funzione di esprimere una proposizione Una proposizione è il contenuto semantico di una frase La sintassi studia come le parole si combinano per formare frasi SINTASSI DELLA FRASE La sintassi è il principio che regola la strutturazione di frasi. *il giocava fratello a palla vs. il fratello giocava a palla Le relazioni tra parole non dipendono dalla loro successione → proprietà della dipendenza dalla struttura Is the man who is tall happy? Le relazioni tra parole non sono determinate necessariamente dalla vicinanza. Che cos’è la sintassi? Studio di come le parole si organizzano in strutture gerarchiche: → i sintagmi Studio delle relazioni tra gli elementi che formano una frase: → i costituenti Individuazione di principi universali che permettono di strutturare un numero infinito di frasi in una certa lingua. UNITA’ DI STUDIO DELLA SINTASSI Parola: minima combinazione di elementi minori dotati di significato che possa rappresentare in Isolamento un segno linguistico compiuto. Sintagma: minima combinazione di parole (almeno una) che funzioni come un'unità della struttura frasale Frase: entità linguistica che normalmente funziona come una unità comunicativa → ogni frase contiene una predicazione: affermazione riguardo a una certa entità (elementi predicativi sono tipicamente i verbi) → il contenuto semantico della frase nel suo complesso è la proposizione Ambiguità sintattica [ci scusiamo] [dei ritardi causati] [porgendo cordiali saluti] [ci scusiamo] [dei ritardi] [causati porgendo cordiali saluti] Una frase come quella proposta, in cui sono ammesse più interpretazioni, si dice ambigua. L'ambiguità è determinata da quali sono per noi gli elementi rilevanti all'interno di una certa frase. Gli elementi rilevanti per l'analisi sintattica di una frase sono detti costituenti. I costituenti - come individuarli - Per interpretare il significato di ogni frase abbiamo bisogno di più rispetto al significato delle parole che la compongono. - Dobbiamo poter identificare la sua struttura sintattica, e cioè il modo in cui le parole si combinano per formare una frase. - La nostra capacità di processare frasi in italiano dipende quindi dal riconoscimento dei costituenti di una certa frase. [il libro di favole] [di Fedro] [il libro] [di favole di Fedro] 1. Un costituente può essere spostato all'inizio della frase: Il Toro ha perso la partita più importante del campionato [ha perso la partita più importante del campionato] il Toro__ [la partita più importante del campionato] il Toro l'ha persa [del campionato] il Toro ha perso la partita più importante *[più importante] il Toro ha perso la partita __ del campionato *[la partita] il Toro ha perso __ più importante del campionato 2. Un costituente può essere l'oggetto di una domanda aperta Il Toro ha perso la partita più importante del campionato Che cosa ha perso il Toro? [la partita più importante del campionato] *[la partita più] I SINTAGMI Frasi diverse in superficie sono un riflesso della medesima struttura. Sono rilevanti a livello sintattico non tanto le parole ma la categoria o classe di parole a cui appartengono. I sintagmi sono organizzati intorno a una testa, che determina le caratteristiche del sintagma e ne costituisce l'elemento fondamentale. I sintagmi e la loro struttura Sintagma nominale (SN): testa = nome (o un pronome), più una serie di elementi accessori Sintagma preposizionale (SP): testa = preposizione, il dipendente è un SN (di Marco, a casa) Sintagma aggettivale (SA): testa = aggettivo, più avverbio (molto bello) o SP (pieno d'acqua) Sintagma avverbiale (SAvv): testa = avverbio, o più avverbi (molto rapidamente) Sintagma verbale (SV): testa = verbo, più un SN (mangiare la pizza), un SP (andare a casa), un SAvV (correre veloce), o un SA (è più alto). Riconoscere i sintagmi Mobilità: elementi appartenenti a un sintagma si devono spostare insieme; i sintagmi possono essere spostati dando luogo a frasi di senso compiuto. il bar all'angolo di via Sant'Ottavio è sempre pieno è sempre pieno il bar all'angolo di via Sant'Ottavio all'angolo di via Sant'Ottavio Il bar è sempre pieno * bar è all'angolo di via Sant' Ottavio il sempre pieno Isolamento: i sintagmi possono essere enunciati in isolamento Cos'è sempre pieno? - il bar all'angolo... -*il, *bar all', * di via... Scissione: un sintagma può essere separato dal resto della frase in una frase scissa il gatto nero vede il topo è il gatto nero che vede il topo *è il gatto che nero vede il topo Coordinabilità: due sintagmi dello stesso tipo sono coordinabili Il bar all'angolo di via Sant'Ottavio è sempre pieno e molto rumoroso Il bar e il tabaccaio all'angolo di via sant'Ottavio sono sempre pieni L’ANALISI IN COSTITUENTI IMMEDIATI F = Il malato chiama il medico per telefono 1) [Il malato] [chiama il medico per telefono] SN SV 2) [il malato] [chiama il medico] [per telefono] SN SV SP 3) [il malato] [chiama] [il medico] [per telefono] SN SV SN SP Alberi sintattici: alcune regole Scomposizione della frase nei suoi sintagmi e dei sintagmi nella loro struttura interna. Ogni albero rappresenta una frase, le cui foglie sono le parole di quella frase e i cui rami rappresentano i rapporti sintattici tra esse. A ogni livello della struttura dell'albero si individuano solo due costituenti immediati, cioè, ogni ramo ha solo due biforcazioni. Si inizia dal nodo F (frase), ogni nodo può essere suddiviso in base a delle regole di riscrittura, finchè tutta la frase non è stata analizzata. Le regole di riscrittura si possono applicare in modo ricorsivo: SN > SN SP > P SN > SN SP > P SN VEDI ESERCIZI SU SLIDE!!! LE FUNZIONI SINTATTICHE "Il nodo verbale[...] esprime un piccolo spettacolo. Come tutti gli spettacoli, esso necessariamente include un evento, e spesso anche degli attori e delle circostanze." (Tesnière 1959: 102) Le funzioni sintattiche, o relazioni grammaticali, riguardano il ruolo che I sintagmi assumono nella struttura della frase → approccio valenziale Lucien Tesnière (1893-1954) elabora un modello sintattico in cui ogni verbo si comporta come un atomo. In chimica la valenza di un elemento indica il numero di legami che l'atomo può stabilire per formare una molecola Allo stesso modo, possiamo distinguere i verbi sulla base degli elementi a cui si possono legare nella frase, ovvero in base alla loro valenza GLI SCHEMI VALENZIALI Quando si formula una frase, si parte dal verbo selezionato per descriverne l'azione/ evento/stato. Ogni verbo ha uno schema valenziale (o struttura argomentale) che indica il numero di argomenti necessari perché questo sia usato in una frase di senso compiuto. A questo verbo sono associate delle valenze che sono richieste dal significato del verbo stesso. Es. Mario mangia il gelato = mangia ha 2 valenze Es. Mario da la busta a Gianni = da ha 3 valenze I verbi possono essere classificati in base al loro schema valenziale il soggetto è sempre la prima valenza del verbo, mentre gli altri elementi, se richiesti, occupano in modi diversi le altre valenze. Zerovalenti: piove; nevica; grandina → non richiedono nessun argomento Monovalenti: il bambino piange → richiedono solo un argomento soggetto Bivalenti: la palla colpisce il vetro; il libro appartiene a Giorgia oggetto diretto Trivalenti: Marco manda un pacco a Giulia; Sandro mette i piatti nella credenza oggetto indiretto Tetravalenti: (4 valenze) : Ho tradotto un libro dal tedesco al francese Nell’uso reale possono non essere espresse tutte le valenze. es. Il cane di mia nonna morde. ARGOMENTI VS CIRCOSTANZIALI Argomenti: elementi (realizzati da sintagmi nominali) necessari perché un verbo sia usato in una frase sintatticamente completa. Verbo e argomenti formano il nucleo della frase Circostanziali: elementi sintatticamente opzionali che modificano elementi del nucleo, specificandone alcuni aspetti relativi alla circostanza in cui l'evento si verifica - Gli argomenti tendono ad avere un ordine fisso. - I circostanziali hanno un ordine spesso variabile. Valenza e transitività: Un verbo si definisce transitivo se può avere un oggetto diretto (e quindi ammettere la forma passiva), intransitivo se non può averlo: Il cane morde la palla/*Il cane arriva la palla La palla è morsa dal cane /*La palla è arrivata dal cane Non tutti i verbi bivalenti sono transitivi: Il fumo nuoce alla salute Il bambino pensa alle vacanze I RUOLI SEMANTICI Le valenze del verbo non sono soltanto posizioni strutturali, hanno anche una caratterizzazione dal punto di vista del significato Se interpretiamo la frase come la descrizione di uno «stato di cose», possiamo dire che ogni valenza del verbo rappresenta uno dei partecipanti a questo stato di cose Più in dettaglio, diremo che a ogni valenza è associato un ruolo semantico, corrispondente al modo in cui in singolo sintagma collabora all'evento. → Ruolo semantico: il ruolo che il referente di un certo SN svolge all'interno dell'evento descritto dal verbo. Altri ruoli semantici Ruoli semantici vs. funzioni sintattiche: Stessa funzione sintattica ma diverso ruolo semantico Marco mangia la pasta; Marco lavora Marco sente un rumore; Marco si ammala Stesso ruolo semantico ma diversa funzione sintattica Marco ha aperto la porta → oggetto diretto La porta si è aperta → soggetto Esistono comunque dei rapporti preferenziali tra ruoli semantici e funzioni sintattiche Agente → soggetto, Paziente → oggetto, altri ruoli → circostanziale La frase passiva: VERBI INTRANSITIVI I verbi intransitivi non ammettono oggetto diretto e non possono quindi avere forma passiva Esistono due tipi di verbi intransitivi definiti su base sintattica e semantica 1. inaccusativi: Il ruolo semantico del soggetto è tema e richiedono ausiliare essere → arrivare, cadere, sparire 2. inergativi: Il ruolo semantico del soggetto è agente e richiedono ausiliare avere → lavorare, camminare, ridere, dormire La struttura pragmatico-informativa Dimensione comunicativa: (i) cosa fa il parlante quando usa una frase e (ii) come sono utilizzate le frasi nello scambio comunicativo? Tipi di frasi: frase dichiarativa: Sara legge il giornale frase interrogative: Cosa legge Sara? frase esclamativa: Sara legge il giornale! frasi desiderative: Se solo leggessi il giornale. frase imperativa: Leggi il giornale! L'articolazione dell'informazione Qual è la differenza in termini di significato fra le seguenti serie di frasi? Al mio compleanno andrò in pizzeria Andrò in pizzeria al mio compleanno Tutti i miei amici hanno visto quel film al cinema in via Po Al cinema in via Po, tutti i miei amici hanno visto quel film Quel film tutti i miei amici l'hanno visto al cinema in via Po La struttura informativa: La sintassi della frase è determinata, oltre che dal significato che vogliamo esprimere, anche dal modo in cui vogliamo presentare l'informazione La struttura informativa è l'insieme dei principi linguistici che ci permettono di «usare» le frasi, adattando la loro forma a un particolare contesto discorsivo Distinzione tra dato e nuovo L'articolazione tema / rema La struttura Tema-Rema Flavia per far piacere a Luigi compra gli ovetti Kinder Flavia compra gli ovetti Kinder per far piacere a Luigi Questi fiori stanno marcendo Stanno marcendo questi fiori Teo beve molto per dimenticare Liù Per dimenticare Liù Teo beve molto Tema: «ciò di cui si parla», il punto di ancoraggio da cui parte la predicazione Rema: «cio che viene detto», l'informazione fornita a proposito del tema Il tema di solito, ma non per forza, occupa la prima posizione all'interno della frase e può coincidere con entità linguistiche diverse: Sintagmi Del Piero ha segnato molti gol con la Juve Molti gol Del Piero li ha segnati con la Juve Con la Juve Del Piero ha segnato molti gol Frasi subordinate Per farmi perdonare, ti invito a cena stasera Quando saremo arrivati, ti dirò l'idea che ho avuto Anche il rema ha un'estensione variabile Rema corrispondente al predicato I flori del mio giardino sono stati rovinati dalla pioggia Biagio va a correre tre volte alla settimana Rema corrispondente a un singolo costituente Nel corso di linguistica ci restano solo quattro lezioni Una cosa ti ho chiesto e te la sei dimenticata! Rema corrispondente a tutta la frase → enunciati tetici È arrivata una buona notizia (che succede?) STRATEGIE DI TEMATIZZAZIONE STRATEGIE DI REMATIZZAZIONE O FOCALIZZAZIONE ESERCIZI SULLE SLIDE !!!!! TIPOLOGIA LE LINGUE DEL MONDO Come si contano le lingue? - sincronia: giapponese, spagnolo, italiano, piemontese, siciliano - diacronia: latino, latino tardo, antico toscano, italiano moderno - lingue non documentate - lingue a rischio di estinzione Le lingue in Italia: Italiano (e varianti regionali) Dialetti: piemontese, veneto, siciliano… Lingue di minoranza: tedesco, francese, sloveno, ladino dolomitico, neogreco, albanese, croato molisano… Lingue di recente immigrazione: cinese, arabo tunisino, arabo marocchino, yoruba… Come si classifica una lingua? LA CLASSIFICAZIONE GENEALOGICA Le lingue del mondo possono essere raggruppate in famiglie → insiemi di lingue che discendono da una singola lingua madre es. protoindoeuropeo per la famiglia di lingue indoeuropee La linguistica storico-comparative individua le somiglianze (specialmente nello sviluppo fonetico e nel lessico) fra le lingue come prova della loro comunanza di origine Prospettiva storica di ricostruzione Due lingue sono imparentate se possiamo individuare un antenato comune L'italiano è imparentato con il francese, perché entrambe le lingue derivano dal latino. La linguistica storico-comparative individua le somiglianze (specialmente nello sviluppo fonetico e nel lessico) fra le lingue come prova della loro comunanza di origine Come si individua l’antenato comune di due o più lingue? → Confronto del lessico fondamentale Le famiglie linguistiche Tutte le lingue hanno una famiglia? Lingue isolate: ad es. basco, sumerico, yurakare (centro Bolivia), burushaski (nord Pakistan) Lingue pidgin e creole: lingue nate dall'incontro tra una lingua dominante (lessicalizzatrice) e una (o più) lingua/e di gruppi dominate →i casi più evidenti sono quelli dei contesti coloniali → un pidgin diventa creolo quando diventa lingua "materna" di una comunità → Es. Tok Pisin in Papua Nuova Guinea Quanti parlanti hanno le lingue? Poche lingue hanno moltissimi parlanti > 5.5 milioni → inglese, cinese, hindi, spagnolo = 4 100 milioni > X < 5.5 milioni → 11 lingue tra cui arabo standard, francese, bengali, portoghese, russo, urdu.... Tantissime lingue hanno pochissimi parlanti 85% delle lingue hanno meno di 100.000 parlanti vd. caso della Papua Nuova Guinea → 839 lingue di cui 314 a rischio estinzione (https://www.ethnologue.com/country/PG/) LA TIPOLOGIA "La tipologia è osservare la diversità linguistica sul piano grammaticale e capirne i limiti è il compito principale della tipologia linguistica, cioè la branca della linguistica che indaga fin dove può spingersi la variabilità delle lingue e in che misura possono essere diverse le lingue umane [...] la tipologia cerca di scoprire gli aspetti comuni, regolari e prevedibili, che caratterizzano in modo universale le lingue umane." (Mauri 2022: 24) Possiamo classificare le lingue sulla base di alcune loro caratteristiche generali, ad esempio: La struttura della parola (tipologia morfologica) L'ordine dei costituenti e altre caratteristiche sintattiche (tipologia sintattica) L'associazione tra lessemi e significato (tipologia lessicale) Il risultato di questa classificazione ci permette di assegnare una lingua a un certo tipo linguistico. Un tipo linguistico è una combinazione di proprietà strutturali di una certa lingua, tendenzialmente indipendenti ma che co-occorrono frequentemente nelle lingue del mondo. Se una lingua fa parte di un certo tipo linguistico possiamo prevedere alcune sue caratteristiche senza avere indagato a fondo la sua grammatica Il tipo linguistico è una CATEGORIA ASTRATTA (un modello): non esistono tipi puri! La tipologia non è tecnicamente un livello di analisi della linguistica, ma una prospettiva di analisi, che si applica a tutti i livelli: fonetica: quanto è frequente la vocale [a] nelle lingue del mondo? fonologia: qual è il numero minimo di fonemi di una lingua? (vd. PHOIBLE) morfologia: è più diffusa la prefissazione o la suffissazione? sintassi: in tutte le lingue del mondo il soggetto precede il verbo? semantica: tutte le lingue del mondo distinguono tra 'mano' e 'braccio'? pragmatica: con quali strategie si esprime la topicalizzazione nelle lingue del mondo? Gli universali linguistici Un universale linguistico è una caratteristica grammaticale che si può ragionevelmente ipotizzare esista in tutte (o quasi) le lingue del mondo. (Moravcsik 2010: 69) UNIVERSALI ASSOLUTI: tutte le lingue hanno vocali, tutte le lingue hanno nomi e verbi UNIVERSALI IMPLICAZIONALI: se una lingua ha vocali nasali, allora avrà anche vocali orali: V > V (Greenberg 1966), es. Francese; la gerarchia di numero (Corbett 2000): singolare > plurale > duale > triale/paucale. La tipologia morfologica Le lingue possono essere classificate sulla base della struttura della parola Due parametri principali intervengono nella classificazione: - indice di fusione → numero di significati per morfema (cioè, incidenza di morfemi cumulativi) - indice di sintesi → numero di morfemi per parola (= numero morfemi / numero parole) → indice di sintesi basso = lingua analitica, indice di sintesi alto = lingua sintetica - incrociando questi parametri si individuano 5 tipi principali: Le lingue isolanti: ogni parola è costituita da un unico morfema Le lingue 'isolano' in blocchi indivisibili le singole parole. indice di fusione basso (pochi morfemi cumulativi) Indice di sintesi molto basso (raramente più di un morfema per parola) Zero morfologia flessiva e poca morfologia derivazionale Es. vietnamita, cinese, thailandese, haiwaiano Le lingue agglutinanti: Ogni morfema ha un solo significato → i morfemi cumulativi sono molto rari Le parole sono formate da una catena di morfemi, anche piuttosto lunga in cui i morfemi sono facilmente riconoscibili Indice di fusione molto basso (1:1) Indice di sintesi piuttosto alto (circa 3:1) Morfologia sia flessiva che derivazionale Rari casi di allomorfia Es. turco, ungherese, finlandese, basco, giapponese, esperanto Le lingue flessive / fusive Presentano parole abbastanza complesse costituite da una base lessicale semplice (o derivata) e da uno o più affissi flessionali che veicolano più valori assieme (cumulazione) Rispetto alle lingue agglutinanti, hanno un indice di sintesi minore (intorno al 2:1) Le parole hanno una catena meno lunga di morfemi ma un unico morfema veicola più significati: anche l'indice di fusione è relativamente alto Morfologia sia flessiva (molta) che derivazionale Morfemi difficilmente separabili Frequente allomorfia Es. Lingue indoeuropee: greco, latino, italiano, russo (MA inglese poca flessione → tendenza all'isolante) Le lingue introflessive Sono un sottotipo delle lingue flessive I fenomeni di flessione si hanno dentro alla radice lessicale → transfissi vocalici Es. arabo, ebraico Le lingue polisintetiche (o incorporanti) Sono le lingue che hanno la struttura di parola più complessa. Infatti, in un'unica parola possono esserci più radici lessicali Le parole di queste lingue tendono a corrispondere a quelle che in altre lingue sarebbero tradotte come intere frasi L'indice di sintesi è maggiore o uguale a 4:1 Molte di queste lingue però hanno una morfologia simile a quella delle lingue agglutinanti, perciò l'indice di fusione è tendenzialmente basso Es. lingue amerindiane (ad es. groenlandese), alcune lingue australiane