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G. Berruto, M. Cerruti
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These lecture notes provide an introduction to linguistics, covering general, theoretical, synchronic, and descriptive linguistics, as well as historical, diachronic, and glottological linguistics. The document explores the concept of language, the evolution of languages, and the relationship between language and culture. Also included is a discussion of language as a mode of communication and various types of linguistic signs.
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G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Linguistica Generale/teorica/sincronica/descrittiva (cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue) Storica/diacronica/glottologia (l'evoluzione delle lingue nel tempo), rapporti tra lingua e cultura Il linguaggio verbale umano trova e...
G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Linguistica Generale/teorica/sincronica/descrittiva (cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue) Storica/diacronica/glottologia (l'evoluzione delle lingue nel tempo), rapporti tra lingua e cultura Il linguaggio verbale umano trova espressione nelle lingue storico-naturali La linguistica non è prescrittiva © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Lingue e dialetti Linguaggio verbale umano: facoltà innata Non c’è differenza tra lingue e dialetti, dal punto di vista della linguistica: entrambi manifestano il linguaggio verbale umano. La distinzione si basa unicamente su considerazioni di carattere sociale e storico- culturale (cf. sociolinguistica) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Il segno Qualcosa che sta per qualcos’altro comunicazione = mettere in comune, passaggio di informazione Secondo una definizione «larga» di segno, tutto può comunicare qualcosa, anche un fatto culturale, perché suscettibile di essere interpretato dall’essere umano Secondo una definizione «stretta» di segno, invece, è necessario l’ingrediente della intenzionalità © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Le tre categorie della comunicazione Comunicazione in senso stretto Emittente intenzionale : ricevente intenzionale (linguaggio verbale umano, gesti, segnalazioni stradali etc.) Passaggio di informazione Emittente non intenzionale : ricevente (interpretante) intenzionale (posture del corpo, paralinguistica, prossemica, orme di animali, sintomi di condizioni fisiche etc.) Formulazione di inferenze Nessun emittente (presenza di un ‘oggetto culturale’ che viene ‘interpretato’) : interpretante (case dai tetti aguzzi, modi di vestire etc.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Le espressioni facciali vengono generalmente considerate come universali, nonostante alcuni studi condotti sull’argomento contraddicano la loro universalità, almeno in piccola parte, e lasciano intendere l’importanza della diversità culturale come fattore principale di diversità Le espressioni facciali e i movimenti del corpo hanno una rilevanza sociale, in cui le emozioni e il linguaggio del corpo influenzano soprattutto la comunicazione sociale © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La comunicazione Minore è l’intenzionalità, l’uso del «codice», più vago e lasco è il «valore» dei segni, più c’è indeterminatezza, vaghezza. Dunque: la comunicazione è una trasmissione intenzionale di informazione, perciò meno affidata alla sola attività/capacità dell’interpretante e meno passibile di fraintendimenti. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Il «linguaggio» animale Quando un babbuino chiama, non si aspetta che i suoi simili gli rispondano. E nemmeno capisce che quel suo articolare la voce possa influenzare lo stato mentale o il comportamento di un altro babbuino. Manca la «coscienza» della comunicazione. Le scimmie femmine, anche quando i loro piccoli sono separati dal gruppo, non rispondono mai ai loro richiami (ma vanno a «recuperarli» comunque) Se un pesciolino di un branco viene aggredito, la sua pelle emette immediatamente una sostanza chimica che è un segnale di paura e tutti i pesci schizzano via in ogni direzione. il batticoda di alcuni cervi: la macchia sul posteriore è coperta dalla coda se l'animale bruca tranquillamente. Ma quando uno di questi erbivori percepisce la presenza di un pericolo e fugge spaventato, la coda batte sulla macchia e funziona come uno specchio baluginante che invita tutto il branco alla fuga. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Il «linguaggio» delle api Per indicare la posizione in cui le api devono spostarsi per raggiungere la fonte di cibo, la danza viene eseguita con movimenti circolari con un’inclinazione verticale che indica esattamente l’angolo tra la direzione del nettare e quella del sole. La danza circolare viene utilizzata dalle esploratrici quando la fonte di cibo si trova entro 25 metri di distanza dall’alveare La danza a otto viene invece utilizzata dalle api esploratrici quando le fonti nettarifere si trovano a una distanza superiore ai 25 metri. particolari vibrazioni o ronzii costituiscono una comunicazione uditiva © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La classificazione dei segni 1. INDICI Motivati naturalmente\NON intenzionali 2. SEGNALI Motivati naturalmente\intenzionali 3. ICONE Motivati analogicamente\intenzionali 4. SIMBOLI Motivati culturalmente\intenzionali 5. SEGNI (linguistici) Arbitrari\intenzionali © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica INDICI Gli indici sono dei segni in cui l’espressione e il contenuto sono legati da un rapporto di origine naturale e di tipo causale ESPRESSIONE sbadiglio – CONTENUTO sonno/noia ESPRESSIONE cielo grigio – CONTENUTO temporale in arrivo ESPRESSIONE mercurio che sale nel termometro – CONTENUTO temperatura alta ESPRESSIONE fumo nell’aria – CONTENUTO fuoco ESPRESSIONE impronte di gatto sul parabrezza – CONTENUTO un gatto è salito sulla macchina © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Segni indicali = indici Il processo segnico si basa su una contiguità fisica: l’indice è un segno causalmente legato al proprio oggetto. Orme, impronte digitali, la bandierina che indica la direzione del vento, l’indicare con il dito, del fumo etc. Anche questi segni richiedono forme di apprendimento per essere riconosciuti © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica SEGNALI I segnali (motivati naturalmente/usati intenzionalmente) sono, ad esempio: sbadiglio volontario: sono annoiato fuoco acceso volontariamente: segnalo la mia presenza mediante il fumo latrati di allarme delle scimmie: segnalano un pericolo Attenzione: i cosiddetti «segnali stradali» sono a volte icone a volte simboli, a volte segni in senso stretto (dunque arbitrari, cf. dopo). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica ICONE Le icone sono segni che rinviano a un oggetto o a un evento per analogia, in virtù di una somiglianza con esso. Si tratta di segni prodotti volontariamente, con l’intenzione di comunicare qualcosa. A tal fine, l’espressione imita alcune caratteristiche del contenuto. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Segni iconici = icone Un segno iconico deve la sua capacità di significare dal fatto che il significante è, per qualche aspetto, simile al significato. Onomatopee, ritratti, caricature, mappe etc. condividono questa caratteristica. La similarità assoluta non esiste, quindi nel riconoscimento della similarità è sempre presente un margine di convenzione. La somiglianza è sempre relativa (= ipoicone) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica SIMBOLI I simboli sono segni nei quali il legame tra espressione e contenuto non ha motivazioni di tipo naturale o analogico, come avviene per gli indici e le icone. Il rapporto tra espressione e contenuto nei simboli è invece di tipo convenzionale, cioè è garantito da una tradizione culturale a cui partecipano tanto l’emittente quanto il destinatario del segno. Nei simboli il rapporto tra espressione e contenuto è quindi arbitrario. Il linguaggio verbale degli esseri umani è costituito per lo più da simboli. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica SIMBOLI Il contenuto delle espressioni ☪ (impero ottomano – fede musulmana) o ☮ (pace) non può in alcuna misura essere intuito da chi già non lo conosca, perché la dimensione iconica è in esse troppo generica o troppo stilizzata. La dimensione iconica di un segno può cristallizzarsi e perdere valore semiotico: ☭ “comunismo” con rinvio metonimico (e quindi, in ultima istanza, di tipo iconico) agli operai e ai contadini protagonisti della rivoluzione russa. (L. Lorenzetti, Materiali per il corso di Linguistica generale, Lingue triennale, aa. 2010-11) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Segni simbolici = simboli Una relazione segnica è detta simbolica quando in sua assenza non vi sarebbe alcun legame tra significante e significato. In altri termini un simbolo è arbitrario. La maggior parte dei segni del codice della strada, della matematica, e naturalmente il linguaggio umano. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica l’indice è affetto dall’oggetto = splendore SIMBOLO – ARBITRARIO – OSCURO – OPACO ICONA – MOTIVATA – somiglianza metaforica INDICE – CONTIGUO INTRINSECAMENTE CON OGGETTO INDICALIZZATO – splendore semiotico, vettorialità espressiva La contiguità indicale si realizza attraverso il tropo della metonimia (è dunque necessario che l’indice abbia una qualche qualità in comune con l’oggetto) L’indice = segno naturale non frutto di convenzione, non assomiglia al concetto espresso © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica Marianna Pozza corso ricostruzione culturale G. Berruto, M. Cerruti La linguistica -Il linguaggio verbale è composto da segni linguistici, prodotti intenzionalmente dall'emittente e interpretati dal ricevente perché riconducibili a un codice. -Per codice si intende l’insieme di corrispondenze, fissate per convenzione, fra qualcosa e qualcos’altro. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Biplanarità del segno SIGNIFICANTE: è la parte fisicamente percepibile del segno , il «qualcosa» che sta per qualcos’altro, l’espressione. SIGNIFICATO: è l’informazione veicolata dalla parte percepibile, il «qualcos’altro», il contenuto. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica la lingua è paragonabile a un foglio di carta il pensiero è il recto ed il suono il verso; non si può ritagliare il recto senza nello stesso tempo il verso. Nella lingua non si può isolare il «suono» dal pensiero né il pensiero dal «suono» © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Arbitrarietà Concetto di ‘gatto’: italiano gatto, finlandese kissa, albanese mace, turco kedi, swahili paka, thailandese mèo, cinese mào, malese-indonesiano kucing, spagnolo gato etc. (tra la natura di una cosa e la parola che la designa non c’è alcun rapporto «consequenziale» o «logico» o «naturale»). Significanti simili = italiano bello ‘bello’, inglese bell ‘campana’, belly ‘pancia’, latino bellum ‘guerra’, bello ‘alla guerra’, turco belli ‘evidente’ etc. (parole simili non designano, dunque, concetti/cose simili). Concetto di arbitrarietà formulato da Ferdinand de Saussure, Corso di Linguistica generale, apparso postumo nel 1916. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Arbitrarietà Non c'è alcun legame motivato naturalmente fra il significato e il significante, ma l'associazione è convenzionale = arbitraria Quattro tipi o livelli diversi di arbitrarietà (L. Hjelmlsev) 1. Rapporto tra segno e referente 2. Rapporto tra significante e significato 3. Rapporto tra forma e sostanza del significato 4. Rapporto tra forma e sostanza del significante © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Arbitrarietà: come diverse lingue lavorano diversamente con le parole © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Arbitrarietà 3. Tra forma e sostanza del significato Ogni lingua ritaglia in un modo che le è proprio un certo spazio di significato (dà forma a una data sostanza) it. bosco/legno/legna vs. tedesco Holz ‘legno/legna’ e Wald ‘bosco’ vs. francese bois ‘legno, legna, bosco’ tedesco gehen ‘andare a piedi’, fahren ‘andare con un mezzo di locomozione’, fliegen ‘viaggiare/volare in aereo’; liegen ‘stare (in posizione orizzontale)’, stehen ‘stare (in posizione verticale)’ Nomi «eschimesi» (popolazioni Inuit, Yupik) per la ’neve’: qanik ‘neve in aria’, aput ‘neve a terra’ © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Arbitrarietà 4. Tra forma e sostanza del significante Ogni lingua organizza secondo i propri criteri la scelta dei suoni pertinenti, distinguendo, in modo diverso da altre lingue, le entità rilevanti della materia fonica. Es. latino puellă ‘la fanciulla’ (nominativo singolare) vs. puellā ‘con la fanciulla’ (ablativo singolare); fŭgit ‘egli fugge’ vs. fūgit ‘egli fuggì’ etc. Tedesco Stadt ’città’ (pronunciato con a breve) vs. Staat ‘stato’ (pronunciato con a lunga); ingl. fit ‘adattarsi’ / feet ‘piedi’ etc. Ma it. casa non è diverso da caaasa © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Arbitrarietà I rapporti fra il segno e la realtà si possono presentare sotto la forma grafica del cosiddetto triangolo semiotico, formato da significante, significato e referente (l'elemento della realtà esterna a cui si riferisce il significante) Una parziale eccezione all'arbitrarietà del segno sono le onomatopee, gli ideofoni e il fonosimbolismo © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Onomatopee, ideofoni Le onomatopee riproducono/imitano/richiamano nel loro significante caratteri «fisici» di ciò che viene designato. Es. tintinnio (tintin- + -ìo); sussurrare, rimbombare, scricchiolìo, fruscìo etc. It. chicchirichì / fr. cocorico / ingl. cock-a-doodle-doo / ted. Kikeriki, ned. kukeluku etc. = possiedono un certo grado di integrazione nella convenzionalità arbitraria del singolo sistema linguistico. Gli ideofoni sono più strettamente iconici (espressioni imitative, interiezioni; usati nei fumetti): boom/bum, zac, gluglu, slam etc. A differenza delle onomatopee è dubbio se abbiano lo statuto di vere e proprie parole. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Iconicità, fonosimbolismo Caratteri iconici nel linguaggio verbale umano. Esempio, l’idea di pluralità (naturalezza) (child : children; Kind : Kinder; orang : orang orang etc.) Fonosimbolismo: alcuni suoni per loro stessa natura avrebbero associati a sé determinati significati; capacità di associare suoni linguistici a proprietà non sonore del mondo fisico o psichico /i/ fonicamente ‘piccola’, connessa con «cose» piccole (piccino, minimo, little). Tuttavia: massiccio, big, oltre che small, corto, poco etc. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica iconicità/naturalezza Baby talk: uso di forme meno marcate nella comunicazione adulto-bambino (“maternese”: linguaggio fonologicamente, lessicalmente e fonotatticamente semplificato) Foreign talk: linguaggio che un parlante nativo utilizza con un non nativo che non abbia piena padronanza della lingua Si tratta di elementi meno «marcati» (più «semplici») © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica I suoni e i rumori del mondo Nulla di tutto ciò che sentiamo è puro e semplice rumore: tutto è segno di oggetti, azioni ed eventi. L’uomo è dotato di eccezionali capacità transmodali: «dalle caratteristiche fisiche del percetto in modalità uditiva inferiamo istintivamente numerose caratteristiche non uditive degli eventi e degli oggetti coinvolti». © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Bom-borom-bom-bom = le occlusive iniziali imitano i ripetuti impatti di uno o più oggetti contro luna superficie dura. Evocazione di un suono dal timbro grave (/bo/) e risonante (/m/). Pata-clac-pata-clàcchete = circoscrive le fattezze di un suono secco e chiaro (/patakla/), non risonante (/k/) Tin-tirin-tin-tin = identifica un suono acuto (/ti/) e risonante (/n/). Ognuno di noi seleziona e riconosce senza sforzo le proprietà acustiche e articolatorie dei suoni dell’italiano che più si avvicinano a quelle dei rumori naturali © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica A nessuno verrebbe in mente di dire bobobo per evocare un sibilo stridente o tititi per riprodurre un cupo frastuono. L’essere umano è dotato di: Proprietà transmodali = ci permettono di associare i suoni naturali a oggetti ed eventi fisici correlati Proprietà onomatopeiche = ci permettono di associare i suoni della nostra lingua ai suoni naturali © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Proprietà transmodali: i suoni gravi e risonanti dell’occlusiva sonora /b/, della vocale posteriore /o/ e della nasale finale di sillaba /m/ in bom-borom-bom-bom richiamano alla mente le fattezze di un oggetto piuttosto grande, probabilmente cavo e metallico Tutto ciò, malgrado l’alto grado di formalizzazione che i suoni devono possedere del linguaggio per funzionaree lessicale. supporto del sistema morfologico da © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica In origine, il suono L’udito animale era già specializzato nella capacità di dedurre gli eventi a partire dal loro suono, quando il linguaggio emerse nell’uomo (tra 2 milioni di anni e 50.000 anni fa) esso non poté far altro che adeguarsi alla gerarchia di rilevanza delle distinzioni acustiche già esistenti, organizzando di conseguenza il sistema delle differenziazioni articolatorie. Le principali categorie di fonemi sarebbero il risultato di un adattamento del sistema fonatorio alla capacità uditiva preeesistente. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Urti e impatti avrebbero modellato la classe delle occlusive sorde, e, in caso di urti con oggetti cavi e risonanti quella delle occlusive sonore Sfregamenti e scivolamenti, la classe delle fricative sorde, e, in caso di superfici ruvide o zigrinate quella delle fricative sonore Vibrazioni a seguito di urti o impatti avrebbero costituito il modello acustico per le vocali, approssimanti, liquide e nasali (sonoranti) Le sequenze urto-sfregamento sarebbero servite da impalcatura acustica per le affricate © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Doppia articolazione Prima articolazione: il significante di un segno linguistico è scomponibile in unità, dette morfemi, che sono ancora portatrici di significato e che vengono riutilizzate per formare altri segni Seconda articolazione : i morfemi (o unità minime di prima articolazione) sono a loro volta scomponibili in unità più piccole non dotate di significato, dette fonemi, che combinandosi assieme danno luogo alle unità di prima articolazione La doppia articolazione comporta economicità di funzionamento del sistema linguistico e la combinatorietà della sua struttura © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Trasponibilità del mezzo Il significante dei segni linguistici può essere trasmesso per via fonico-acustica, cioè il PARLATO via grafico-visiva, cioè lo SCRITTO Priorità del parlato antropologica ontogenetica (relativa al singolo individuo) filogenetica (relativa alla specie umana) Priorità dello scritto sociale e culturale © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica PARLATO-SCRITTO Priorità antropologica: tutte le lingue che hanno una forma e un uso scritti sono (o sono state) anche parlate, mentre non tutte le lingue parlate hanno anche una forma e un uso scritti (cf. lingue aborigene australiane etc.). La lingua parlata è impiegata in una gamma più ampia e differenziata di usi e funzioni che non la lingua scritta (netta prevalenza statistica) Priorità ontogenetica: ogni individuo impara prima e per via naturale e spontanea (senza addestramento specifico) a parlare, e solo in un secondo tempo (attraverso addestramento specifico) a scrivere Priorità filogenetica: nella STORIA della nostra specie, la scrittura si è sviluppata molto dopo il parlare. Prime scritture pittografiche- semasiografiche = disegni motivati analogicamente / scritture ideografiche = simboli iconici (5 millenni prima di Cristo), prime scritture cuneiformi (3500 a.C., Sumeri), prime scritture alfabetiche (consonantica fenicia, circa 1300 a.C.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Origine del - linguaggio Qualche forma embrionale di comunicazione orale con segni linguistici: homo habilis e homo erectus (più di 2 milioni di anni fa) - sicuramente nell’homo Neanderthalensis (100- 50.000 anni fa) e di conseguenza nell’homo Sapiens - differenza dimensioni tra faringe uomo e scimmia - Posizione eretta uomo (dimensioni scatola cranica – cervello), frontalizzazione - Rapporto gesto-parola (‘sintassi’ gestuale, imitazione, ripetizione atto, neuroni specchio etc.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica il gesto e la parola Il cervello dell’uomo presenta una zona motoria primaria (area 4) nella quale sono presenti i neuroni che controllano la faccia, le dita della mano, l’arto superiore, il tronco, l’arto inferiore. La quantità di neuroni adibita a ogni regione del corpo è proporzionale alla minuziosità/specializzazione delle prestazioni che se ne richiedono (l’80% dell’area F4 è destinato al controllo motorio della testa; lingua, labbra, laringe e faringe da soli rappresentano quasi la metà dell’area 4). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica Marianna Pozza corso ricostruzione culturale G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Lingua parlata - scritta utilizzo in qualsiasi condizione ambientale impiego contemporaneo ad altre attività localizzazione della fonte di emittenza Vantaggi del parlato ricezione contemporanea alla produzione del messaggio rispetto allo scritto trasmissione rapida e simultanea a più destinatari evanescenza del messaggio, non occupa spazio ridotto consumo di energia © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Sistemi di scrittura © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Linearità Per linearità del segno si intende che il significante viene prodotto, si realizza e si sviluppa in successione, nel tempo e/o nello spazio ( ≠ dalla ‘simultaneità’ delle arti figurative) Discretezza Per discretezza dei segni si intende il fatto che la differenza fra gli elementi strutturali della lingua è assoluta, non quantitativa o relativa: /p/ ≠ /b/, non esiste una ‘via di mezzo’ © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Plurifunzionalità della lingua R. Jakobson propone uno schema composto da sei classi di funzioni, collegate ai sei fattori necessari della comunicazione © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Riflessività La lingua si può usare come metalingua, cioè con la lingua si può parlare della lingua stessa (proprietà detta ‘riflessività’) La riflessività è unica e caratterizzante del linguaggio verbale umano © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Produttività = creatività regolare Con la lingua è sempre possibile creare nuovi messaggi e parlare di cose ed esperienze nuove; numero limitato di ‘regole’ Ricorsività Uno stesso procedimento è riapplicabile un numero teoricamente illimitato di volte (atto, attualizzare, attualizzabile, attualizzabilità etc. Nella sintassi: Gianni corre; Maria vede che Gianni corre; Luisa dice che Maria vede che Gianni corre etc.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Distanziamento Per distanziamento si intende la possibilità della lingua di poter formulare messaggi relativi a cose/eventi lontane/i, nel tempo e/o nello spazio, dal luogo in cui viene prodotto il messaggio Libertà da stimoli La libertà da stimoli consiste nel fatto che i segni linguistici rimandano a un'elaborazione concettuale della realtà esterna, e non semplicemente a stati d'animo dell'emittente che inducano in modo automatico un certo comportamento © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Trasmissibilità culturale Ogni lingua è trasmessa per tradizione all'interno di una società e cultura La lingua comprende componente culturale- ambientale una componente innata Il processo di interazione tra la componente innata e quella culturale deve essere completato dall'uomo entro i 12-13 anni, nella cosiddetta prepubertà linguistica © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Complessità sintattica Il messaggio linguistico può presentare un alto grado di elaborazione strutturale, percepibile nella sintassi. Fra gli aspetti che hanno rilevanza nella trama sintattica troviamo: l'ordine degli elementi le relazioni e le dipendenze tra elementi non contigui le incassature (il cavallo che corre sta vincendo…) la ricorsività la presenza di parti del messaggio che danno informazioni sulla struttura sintattica discontinuità nella strutturazione sintattica (Paul macht das Fenster auf) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Equivocità La lingua è un codice tipicamente equivoco, perché pone corrispondenze plurivoche fra gli elementi di una lista e quelli della lista a questa associata Le corrispondenze possono riguardare a) un unico significante a cui si riferiscono più significati (fenomeno dell'omonimia e della polisemia). Per la precisione, nel caso dell’omonimia, abbiamo due significanti identici che in origine erano però diversi. b) un unico significato a cui si riferiscono più significanti (fenomeno © 2017 Berruto, Cerruti, La della sinonimia) linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Polisemia: corno - Caratteristica formazione del capo di varî mammiferi ungulati, di solito pari, costituita cioè da una coppia di due elementi sporgenti dalla superficie dorsale della testa dell’animale; - Ninnolo a forma di corno che si porta come amuleto - In musica, antico strumento a fiato formato da un tubo più o meno curvo, in origine di corno di bue e poi in metallo, terminante all'imboccatura assai sottilmente. - In anatomia, prolungamento di un organo - Parte sporgente e appuntita di alcuni oggetti: i c. dell'incudine; i c. della luna, le due punte che essa presenta nel primo e nell'ultimo quarto. - Vetta appuntita di monte, curvatura netta di un fiume - Corno dogale, copricapo di cerimonia e insegna di dignità dei dogi di Venezia, simile a un berretto frigio, prima di velluto rosso e poi (dal 1473) di stoffa d'oro. - Propaggine di una regione o di un continente: Quel corno d'Ausonia che s'imborga Di Bari e di Gaeta e di Catona (Dante); il C. d'Africa. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica polisemia: batteria, penna La parola BATTERIA può assumere diversi significati a seconda del contesto, ed è quindi una parola polisemica: 1. In TV stanno pubblicizzando una nuova batteria di pentole. 2. Mio cugino suona la batteria in una band. 3. Il mio telefono ha la batteria. PENNA: 1. Annesso cutaneo caratteristico del tegumento degli uccelli, che contribuisce al mantenimento del calore costante del corpo e, limitatamente alle ali e alla coda, adempie alle funzioni essenziali del volo: mettere, mutare le p.; p. di struzzo, di pavone 2.Strumento scrittorio a inchiostro, rappresentato, fino al sec. XIX, da una penna d'oca o di tacchino, opportunamente temperata e tagliata con una sottile fenditura sulla punta; oggi, qualsiasi strumento scrittorio basato sull'impiego dell'inchiostro. 3. Pasta corta da minestra in forma di cannelli tagliati obliquamente. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Casi di polisemia tifo ‘passione sportiva’. In tale accezione tifo (e anche tifare) è registrato per la prima volta nella lessicografi a italiana nel Dizionario moderno di Alfredo Panzini (VII ed. del 1935), un repertorio assai attento agli sviluppi della semantica lessicale. Si tratta di un uso esteso e figurato della voce tifo ‘malattia contagiosa’ (dal greco tŷphos ‘fumo, vapore’, poi ‘febbre soporosa’), a sua volta diff usasi in italiano agli inizi del X I X secolo. Il verbo tifare, dal signifi cato sportivo (e in particolare calcistico), ha sviluppato quello di ‘sostenere con grande trasporto’, riferito sia a persona sia a referente inanimato: tifare per un candidato, tifare per un partito, tifare per un progetto. La costellazione lessicale si completa con il derivato (aggettivale e nominale) tifoso, che ha a sua volta generato tifoseria, ovvero ‘l’insieme dei tifosi di una squadra o di un campione’. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Casi di omonimia - miglio ‘unità di misura’ (lat. milia) vs. miglio ‘cereale’ (lat. milium) - tasso ‘interesse’ (derivato di tassare) vs. tasso ‘animale, mammifero dei mustelidi’ (lat. meles) - lente ‘strumento ottico’ (lat. lentem ‘lenticchia’, connessione metaforica con la forma) vs. lente ‘plurale di lenta’ (lat. lentus, -a, -um) - calcio ‘pedata’ (lat. calx ‘tallone’) vs. calcio ‘elemento chimico’ (lat. scientifico calcium) - l'omonimia viene sottolineata riportando separatamente le parole omonime (diversi LEMMI = VOCI del dizionario) - la polisemia viene sottolineata facendo seguire alla parola (LEMMA) i suoi diversi significati che vengono riportati uno dopo l'altro e segnalati come numeri arabi progressivi. Un lessema polisemico lo era già in origine! © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica definizione di LINGUA La lingua si può definire come un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente fonico- acustico, fondamentalmente arbitrari ad ogni loro livello e doppiamente articolati, capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata, che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Princìpi generali per l'analisi della lingua Tre distinzioni fondamentali per l'analisi linguistica fra diacronia e sincronia sistema astratto e realizzazione concreta asse paradigmatico e sintagmatico © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Diacronia e sincronia Diacronia: la considerazione delle lingue e degli elementi della lingua lungo lo sviluppo temporale un’operazione diacronica è l’etimologia ( = la linguistica storica/diacronica studia l’etimologia) Sincronia: la considerazione delle lingue e degli elementi della lingua facendo un “taglio” sull'asse del tempo, osservando come si presentano in un determinato momento un’operazione sincronica è lo studio della struttura sintattica delle frasi semplici o del significato delle parole © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Sistema astratto e realizzazione concreta La distinzione tra sistema astratto e realizzazione concreta si presenta secondo tre coppie oppositive: 1. Langue e parole (F. de Saussure) 2. Sistema e uso (E. Coseriu) 3. Competenza e esecuzione (N. Chomsky) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Sistema astratto e realizzazione concreta Il termine LANGUE (SISTEMA/COMPETENZA/ENÉRGEIA/POTENZA) indica l'insieme delle conoscenze mentali e regole condivise che costituiscono le nostre capacità di produrre messaggi in una data lingua Il termine PAROLE (USO/ESECUZIONE/ERGON/ATTO) è l'atto linguistico individuale, la realizzazione concreta La terza entità intermedia è la NORMA, che specifica le possibilità del sistema che vengono attualizzate nell'uso dei parlanti in un certo momento storico (E. Coseriu). Esempio: affidamento e non *affidazione, conservazione e non *conservamento (radice verbale + -azion/-ament = nomi deverbali che indicano azione/processo/risultato) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La langue è il sistema linguistico condiviso da una certa comunità di parlanti, «un insieme di convenzioni necessarie adottate dal corpo sociale per consentire l’uso della facoltà del linguaggio negli individui». La parole è l’atto di produzione individuale in situazione concreta. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Asse paradigmatico e asse sintagmatico ASSE PARADIGMATICO: riguarda le relazioni a livello del sistema; asse delle «scelte» in absentia; riguarda le relazioni a livello del sistema; ASSE SINTAGMATICO: riguarda le relazioni a livello delle strutture che realizzano le potenzialità del sistema; asse delle «combinazioni» in praesentia; realizza le potenzialità del sistema/paradigma. Si tratta in sostanza di un duplice instaurarsi di rapporti nel funzionamento del sistema linguistico e nella produzione dei messaggi. paradigma : langue = sintagma : parole © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica