Note di Linguistica (Italian) PDF

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Questi appunti forniscono una panoramica della linguistica italiana. Il documento include questioni come le definizioni di linguaggio e lingua, il ciclo vitale di una lingua, e altre questioni linguistiche generali.

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1. Cosa si intende per studio scientifico? Come si definisce la linguistica? Lo studio scientifico si basa su osservazioni sistematiche, metodi rigorosi, verificabilità e riproducibilità dei risultati. La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano, delle sue strutture, delle sue fun...

1. Cosa si intende per studio scientifico? Come si definisce la linguistica? Lo studio scientifico si basa su osservazioni sistematiche, metodi rigorosi, verificabilità e riproducibilità dei risultati. La linguistica è lo studio scientifico del linguaggio umano, delle sue strutture, delle sue funzioni e delle sue variazioni, sia sincronicamente (in un momento specifico) che diacronicamente (nel tempo). 2. Cos’è il linguaggio e cos’è la lingua? Linguaggio: La capacità universale degli esseri umani di comunicare attraverso sistemi di segni, sia orali che scritti, che permette la trasmissione di significati. Lingua: Un sistema specifico e strutturato di segni condiviso da una comunità (es. italiano, inglese). La lingua è una manifestazione concreta del linguaggio. 3. Cosa si intende per langue e per parole? Langue: È il sistema astratto e condiviso di regole e segni di una lingua (teoria di Saussure), posseduto da una comunità linguistica. Parole: L’uso individuale e concreto della lingua, ovvero l’atto di parlare. 4. Cosa si intende per ‘sincronia’ e per ‘diatopia’? Sincronia: L’analisi della lingua in un determinato momento storico, senza considerare l’evoluzione temporale. Diatopia: La variazione linguistica nello spazio geografico, ossia le differenze tra dialetti o varietà regionali. 5. Come si classificano le lingue? Le lingue si classificano in base a: 1. Famiglie linguistiche: Origine comune (es. lingue indoeuropee). 2. Tipologia morfologica: Isolanti (es. cinese): poche o nessuna flessione. Agglutinanti (es. turco): aggiungono affissi distinti. Flessive (es. latino): flessioni per esprimere funzioni grammaticali. Polisintetiche (es. inuit): parole composte da molte unità lessicali. 3. Tipologia sintattica: Ordine delle parole (es. SVO, SOV). 6. Cosa si intende per ‘ciclo vitale delle lingue’? Il ciclo vitale delle lingue descrive le fasi che una lingua attraversa: nascita, crescita, evoluzione, declino e morte. Questo processo può essere influenzato da fattori sociopolitici, culturali e demografici. 7. Cosa sono i pidgin e i creoli? Pidgin: Un sistema linguistico semplificato, nato dall’interazione tra persone con lingue diverse, usato per scopi pratici (es. commercio). Creolo: Una lingua sviluppata da un pidgin, diventata la lingua madre di una comunità, con grammatica e vocabolario più completi. 8. Cosa si intende per ‘morte di una lingua’? La morte di una lingua avviene quando non ci sono più parlanti nativi. Questo può accadere per assimilazione culturale, globalizzazione o politiche linguistiche sfavorevoli. 9. Quali sono le dimensioni di variazione sociale della lingua? Diastratica: Variazione secondo classi sociali. Diafasica: Variazione secondo il contesto comunicativo. Diamesica: Variazione tra modalità orali e scritte. 10. Cosa sono l’area di Broca e l’area di Wernicke? Area di Broca: Situata nel lobo frontale, coinvolta nella produzione del linguaggio. Area di Wernicke: Situata nel lobo temporale, coinvolta nella comprensione del linguaggio. 11. Cosa si intende per ‘significazione’? La significazione è il processo attraverso cui un segno linguistico acquisisce un significato, ovvero la relazione tra il significante (forma) e il significato (concetto). 12. Quali sono i principali tipi di segni? 1. Indici: Relazione naturale causa-effetto (es. fumo = fuoco). 2. Icone: Relazione di somiglianza (es. cartine geografiche). 3. Simboli: Relazione arbitraria e culturale (es. parole). 13. Come si definisce un segno linguistico? Un segno linguistico è un’unità composta da: Significante: La forma sonora o scritta. Significato: Il concetto associato. Secondo Saussure, il segno è arbitrario e convenzionale. 14. Quali sono le principali proprietà semiotiche delle lingue? Arbitrarietà: Nessun legame naturale tra significante e significato. Doppia articolazione: Combinazione di unità minime (fonemi e morfemi). Produttività: Capacità di creare infiniti messaggi. Trasmissibilità culturale: La lingua è appresa socialmente. 15. Cos’è la semiotica e in che relazione si trova con la linguistica? La semiotica è lo studio generale dei segni e dei sistemi di significazione. La linguistica è una branca della semiotica che si occupa specificamente dei segni linguistici. 16. Cosa si intende per ‘comunicazione’? La comunicazione è il processo di trasmissione di informazioni tra un emittente e un ricevente attraverso un codice condiviso. 17. Quali sono le principali teorie sull’apprendimento del linguaggio? 1. Innatiste (Chomsky): Il linguaggio è una capacità innata dell’uomo. 2. Comportamentiste (Skinner): Il linguaggio si apprende tramite imitazione e rinforzo. 3. Interazioniste: Il linguaggio si sviluppa attraverso l’interazione sociale. 18. I fattori e le funzioni della comunicazione linguistica secondo Jakobson: 1. Referenziale: Informa sul contesto. 2. Emotiva: Esprime l’emittente. 3. Conativa: Influenzare il ricevente. 4. Fatica: Mantenere il contatto. 5. Metalinguistica: Parlare del codice stesso. 6. Poetica: Sottolineare il messaggio. 19. Cosa sono gli atti e gli eventi linguistici? Atti linguistici: Azioni compiute con il linguaggio (es. promettere, ordinare). Eventi linguistici: Situazioni comunicative che coinvolgono atti linguistici. 20. Quali sono i principali tipi di atto linguistico? 1. Locutivo: L’atto di dire qualcosa. 2. Illocutivo: L’intenzione comunicativa (es. avvertire). 3. Perlocutivo: L’effetto sul ricevente (es. convincere). 21. Cosa si intende per ‘azione sociale’ nella comunicazione faccia a faccia? Le azioni sociali sono comportamenti comunicativi che influenzano le relazioni interpersonali (es. salutare, negoziare, scusarsi). 22. Quali sono le principali competenze comunicative? 1. Linguistica: Padronanza del codice. 2. Sociolinguistica: Uso appropriato nel contesto. 3. Pragmatica: Interpretazione degli scopi comunicativi. 23. Cosa si intende per ‘ontogenesi’ e per ‘filogenesi’ del linguaggio? Ontogenesi: Lo sviluppo del linguaggio nell’individuo durante la crescita. Filogenesi: L’evoluzione del linguaggio nella specie umana. 1. Si descriva la struttura e il funzionamento dell’apparato fono-articolatorio. L’apparato fono-articolatorio è composto da tre parti principali: 1. Apparato respiratorio: Produce il flusso d’aria necessario per la fonazione (polmoni, trachea). 2. Laringe: Contiene le corde vocali, che vibrano per produrre suoni. 3. Cavità di risonanza: Comprende la cavità faringea, orale e nasale, che modellano il suono. Gli organi articolatori (lingua, labbra, palato, denti) intervengono per modulare i suoni prodotti. 2. Sulla base di quali parametri si classificano le consonanti? Le consonanti si classificano in base a: 1. Luogo di articolazione: Dove avviene il contatto o la restrizione (es. bilabiali, dentali). 2. Modo di articolazione: Come l’aria viene modificata (es. occlusive, fricative). 3. Sonorità: Se le corde vocali vibrano (sonore) o no (sorde). 3. Sulla base di quali parametri si classificano le vocali? Le vocali si classificano in base a: 1. Posizione della lingua: Avanzamento (anteriori, centrali, posteriori). Altezza (alte, medie, basse). 2. Arrotondamento delle labbra: Arrotondate o non arrotondate. 4. Cosa sono e come si definiscono le approssimanti? Le approssimanti sono suoni prodotti con una leggera restrizione del flusso d’aria, senza chiusura completa o turbolenza (es. [j] in “ieri” o [w] in “uomo”). 5. Cosa si intende per meccanismi di regolazione del flusso d’aria ‘polmonari’ e ‘non polmonari’? Polmonari: Il flusso d’aria è generato dai polmoni (es. suoni espiratori). Non polmonari: Il flusso d’aria è prodotto da altri meccanismi, come clics (movimenti della lingua) o suoni glottidali. 6. Si descriva la struttura della tabella IPA delle consonanti e i criteri di classificazione dei foni. La tabella IPA delle consonanti: Righe: Indicano i modi di articolazione (es. occlusive, fricative). Colonne: Indicano i luoghi di articolazione (es. bilabiali, dentali). Ogni casella specifica un fono, con la versione sorda a sinistra e sonora a destra. 7. Si descriva la struttura della tabella IPA delle vocali e i criteri di classificazione dei foni. La tabella delle vocali rappresenta un trapezio che mappa: Altezza della lingua: (alto, medio, basso). Avanzamento della lingua: (anteriore, centrale, posteriore). Arrotondamento: Alcuni simboli indicano labbra arrotondate. 8. In quali settori si articola la fonetica e cosa studia ciascuno di tali settori? 1. Fonetica articolatoria: Studia come vengono prodotti i suoni dal sistema fono-articolatorio. 2. Fonetica acustica: Analizza le caratteristiche fisiche dei suoni (frequenza, ampiezza). 3. Fonetica uditiva: Studia come i suoni vengono percepiti dal sistema uditivo. 9. In quali settori si articola la fonetica articolatoria e cosa studia ciascuno di tali settori? 1. Organi articolatori: Laringe, lingua, labbra, palato, ecc. 2. Tipi di flusso d’aria: Polmonare e non polmonare. 3. Meccanismi di articolazione: Movimento e posizionamento degli organi. 10. Cos’è la fonetica intersegmentale? Studia fenomeni che coinvolgono più segmenti fonetici, come legature e pause. 11. Cos’è l’assimilazione? Di quanti tipi può essere? L’assimilazione è il processo per cui un suono assume caratteristiche di un suono vicino. Totale/parziale: Cambiamento completo o parziale. Progressiva/regressiva: Influenza del suono precedente o successivo. 12. Cos’è la fonetica soprasegmentale? Studia fenomeni che si sovrappongono ai segmenti: intonazione, accento, durata e ritmo. 13. Che differenza c’è tra durata di un fono e quantità di un fono? Durata: Tempo effettivo del fono. Quantità: Distinzione linguistica tra foni brevi e lunghi. 14. Come si definisce e si struttura una sillaba? La sillaba è un’unità ritmica formata da: 1. Nucleo: Una vocale (es. “a”). 2. Attacco: Consonanti iniziali (es. “sp”). 3. Coda: Consonanti finali (es. “nt”). 15. Cos’è l’accento dal punto di vista acustico e fonologico? Di che tipi può essere? Acustico: Aumento di intensità, altezza o durata. Fonologico: Distinzione tra parole o significati. Tipi: fisso, mobile, tonico. 16. **Cosa si intende per lingue ad accento Fisso: L’accento cade sempre sulla stessa sillaba (es. francese). Mobile: L’accento può variare (es. italiano). 17. Schemi accentuali delle parole italiane 1. Piane: Accento sulla penultima sillaba (es. “casa”). 2. Sdrucciole: Accento sulla terzultima sillaba (es. “telefono”). 3. Tronche: Accento sull’ultima sillaba (es. “città”). 18. Cos’è un tono? Il tono è l’altezza musicale relativa con cui una sillaba è pronunciata. 19. Cos’è l’intonazione? L’intonazione è l’andamento melodico di una frase, utilizzato per esprimere significati pragmatici. 20. Fonetica acustica Studia le proprietà fisiche dei suoni, come frequenza e intensità. 21. Fonetica uditiva Analizza come i suoni sono percepiti e processati dall’orecchio umano. 22. Struttura dell’orecchio umano 1. Esterno: Conduce il suono al timpano. 2. Medio: Amplifica le vibrazioni sonore. 3. Interno: Trasforma le onde sonore in impulsi nervosi. 23. Fonema e allofono Fonema: Unità astratta distintiva di una lingua. Allofono: Realizzazione concreta e non distintiva di un fonema. 24. Tre leggi per l’individuazione di fonemi e allofoni 1. Coppie minime: Due parole con un solo fonema differente (es. “mare” e “pare”). 2. Distribuzione complementare: Allofoni non compaiono nello stesso contesto. 3. Varianti libere: Allofoni intercambiabili senza cambiare il significato. 25. Teoria del binarismo in fonologia Formulata da Jakobson, descrive i tratti distintivi come coppie di opposizioni binarie (es. [+sonoro] vs. [- sonoro]). 26. Vocalismo tonico e atono dell’italiano standard Tonico: Vocali piene, pronunciate con forza (es. /a, e, i, o, u/). Atono: Vocali meno distinte, ridotte in intensità. 27. Metafonia Fenomeno fonologico in cui una vocale cambia per assimilazione a un’altra vicina (es. in dialetti italiani). 28. Produttività fonologica Capacità di un sistema fonologico di creare nuove combinazioni di suoni, rispettando le regole di una lingua. Morfologia 1. Cosa si intende per ‘morfologia’ e cosa studia il settore della linguistica denominato ‘morfologia’? La morfologia è il settore della linguistica che studia la struttura interna delle parole, analizzando le unità minime di significato (morfemi) e i processi di formazione delle parole (flessione, derivazione e composizione). 2. Cos’è una parola morfosintattica e quali sono i criteri per la sua definizione operativa? La parola morfosintattica è l’unità minima del discorso che può funzionare autonomamente a livello grammaticale e sintattico. I criteri operativi includono: Rigidità nell’ordine interno dei morfemi. Autonomia fonologica e sintattica. 3. Cos’è il ‘lessema’ e cos’è il ‘lemma’? Lessema: L’unità lessicale astratta che rappresenta una famiglia di forme grammaticali (es. “correre” include “corro”, “corri”, “correvano”). Lemma: La forma base di un lessema, solitamente la forma al singolare o all’infinito, usata nei dizionari. 4. Cos’è il ‘morfema’? Di che tipi può essere? Il morfema è l’unità minima portatrice di significato. Tipi di morfemi: Lessicali: Portano significato autonomo (es. “casa”). Grammatici: Hanno funzione grammaticale (es. “-o” per il singolare maschile). 5. Cos’è l’allomorfo? Quali sono i principali tipi di allomorfia? Un allomorfo è una variante fonologica o morfologica di un morfema (es. “ven-” e “veng-” in italiano). Tipi di allomorfia: Fonetica: Causata da contesto fonetico (es. “in-” → “im-” prima di “p”). Distribuzione suppletiva: Morfemi completamente diversi (es. “and-” e “vado”). 6. Cosa si intende per componente lessicale? È il livello del sistema linguistico che contiene il vocabolario, organizzato in unità lessicali e informazioni grammaticali. 7. Definizione di categorie lessicali e loro proprietà Categorie lessicali: Classi di parole (es. nomi, verbi, aggettivi) basate su proprietà sintattiche e semantiche. Proprietà: Flessibilità, funzione sintattica e significato. Elenco: Nomi, verbi, aggettivi, avverbi, preposizioni, congiunzioni, articoli, pronomi. 8. Categorie lessicali variabili e invariabili Variabili: Subiscono flessione (es. nomi, verbi). Invariabili: Non subiscono flessione (es. avverbi, preposizioni). 9. Categorie lessicali aperte e chiuse Aperte: Possono accettare nuove parole (es. nomi, verbi). Chiuse: Non accettano nuovi membri (es. preposizioni). 10. Cosa sono i processi morfologici? Sono i meccanismi attraverso cui si formano o si modificano le parole (derivazione, composizione, flessione). 11. Cos’è la morfologizzazione? È il processo attraverso cui fenomeni sintattici o fonologici diventano parte della struttura morfologica di una lingua. 12. Classificazione funzionale e distribuzionale dei morfemi Funzionale: Lessicali (es. “am-” in “amore”). Grammaticali (es. “-e” per il plurale). Distribuzionale: Radice: Parte centrale di una parola. Affissi: Elementi aggiunti (prefissi, suffissi). 13. Statuto linguistico dei prefissi italiani I prefissi italiani sono considerati problematici perché non sempre alterano la categoria grammaticale della parola e non sono sempre produttivi. 14. Cos’è la flessione? La flessione modifica una parola per esprimerne categorie grammaticali (es. numero, genere, tempo, modo). 15. Cos’è un caso e un marcatore di caso? Caso: Indica il ruolo sintattico di un nome (es. soggetto, oggetto). Marcatore di caso: Elemento morfologico che segnala il caso (es. desinenze in latino). 16. Cos’è la derivazione? Un processo morfologico che crea nuove parole aggiungendo affissi a una radice (es. “leggere” → “leggibile”). 17. Cos’è la composizione? Un processo che combina due o più parole per formarne una nuova (es. “cassaforte”). 18. Famiglia di parole È un gruppo di parole derivate da una radice comune (es. “scrivere”, “scrittura”, “riscrivere”). 19. Tipi di composti in italiano Endocentrici: Il significato è contenuto in uno dei componenti (es. “cassaforte”). Esocentrici: Il significato non è direttamente deducibile (es. “pellerossa”). 20. Cos’è la testa in morfologia? È l’elemento che determina la categoria grammaticale e il significato principale di una parola composta. 21. Composti larghi e stretti Larghi: Parole unite da relazioni semantiche più ampie. Stretti: Più rigidi e morfologicamente definiti. 22. Composti esogeni Sono composti presi in prestito da altre lingue, spesso senza adattamenti morfologici (es. “weekend”). Sintassi 23. Cosa si intende per sintassi e cosa studia? La sintassi studia come le parole si combinano per formare frasi e come queste esprimono relazioni grammaticali. 24. Cos’è la frase per la sintassi? La frase è l’unità sintattica più grande, composta da costituenti che esprimono un pensiero completo. 25. Tipi di frasi dal punto di vista strutturale: Semplici: Un solo predicato. Complesse: Più predicati (coordinate, subordinate). 26. Tipi di frasi dal punto di vista funzionale: Dichiarative: Affermazioni. Interrogative: Domande. Imperative: Comandi. 27. Cos’è un sintagma? Il sintagma è un gruppo di parole organizzato attorno a un elemento centrale (es. sintagma nominale: “il cane”). 28. Sintagmi dell’italiano: Nominale, verbale, aggettivale, avverbiale, preposizionale. 29. Cosa sono tema e rema? Tema: Informazione nota. Rema: Informazione nuova. 30. Cos’è una frase scissa? Una frase in cui una parte è isolata per enfasi (es. “È Luigi che ha parlato”). La frase scissa è una costruzione sintattica che separa un elemento della frase per metterlo in evidenza o per sottolinearne l’importanza. È molto comune nelle lingue romanze, incluso l’italiano, e si usa per focalizzare un particolare costituente, come il soggetto, l’oggetto o un complemento. Struttura di una frase scissa Una frase scissa è composta da: 1. Un elemento introduttivo: Solitamente il verbo essere. 2. L’elemento focalizzato: La parte della frase che si vuole evidenziare. 3. Una proposizione relativa: Specifica il resto dell’informazione. Esempio base: Frase semplice: Luigi ha parlato. Frase scissa: È Luigi che ha parlato. In questo caso, l’enfasi è su “Luigi”. Funzioni della frase scissa 1. Enfatizzare un costituente: “È il libro che ho letto.” (Focalizza “il libro” rispetto ad altri possibili oggetti). 2. Rispondere a una domanda: Chi ha parlato? → “È Luigi che ha parlato.” 3. Contrastare: “Non è Paolo, ma è Luigi che ha parlato.” Varianti della frase scissa 1. Scisse con soggetto focalizzato: Frase semplice: “Anna ha cucinato la torta.” Frase scissa: “È Anna che ha cucinato la torta.” 2. Scisse con oggetto focalizzato: Frase semplice: “Luigi ha letto il libro.” Frase scissa: “È il libro che Luigi ha letto.” 3. Scisse con complemento focalizzato: Frase semplice: “Luigi è andato a scuola.” Frase scissa: “È a scuola che Luigi è andato.” Frasi pseudo-scisse Un altro tipo di costruzione simile è la pseudo-scissa, in cui il costituente focalizzato appare in una struttura più fluida: Frase semplice: “Luigi ha parlato.” Pseudo-scissa: “Quello che ha parlato è Luigi.” Le frasi scisse servono a ristrutturare l’informazione per motivi pragmatici, adattandosi al contesto e alle esigenze comunicative (es. chiarimenti, enfasi o contrasti). Fammi sapere se hai bisogno di esempi specifici o di ulteriori chiarimenti!

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