Problemi di Epistemologia e di Metodo PDF

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MagnificentNephrite8272

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Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano (UCSC MI)

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linguistics epistemology communication language

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These notes discuss epistemology and methodology in relation to language and communication. It examines different types of sciences, the concept of data, and explores how language is studied as a system of signs.

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CAP 3 PROBLEMI DI EPISTEMOLOGIA E DI METODO L’epistemologia è un discorso che si occupa delle scienze, le caratterizza, le classi ca e le studia in base alla tipologia e all’oggetto di indagine, proponendo quindi una tipologia di scienze:...

CAP 3 PROBLEMI DI EPISTEMOLOGIA E DI METODO L’epistemologia è un discorso che si occupa delle scienze, le caratterizza, le classi ca e le studia in base alla tipologia e all’oggetto di indagine, proponendo quindi una tipologia di scienze: - Scienze formali: non hanno bisogno di riscontri nell’esperienza (matematica) - Scienze empiriche: hanno un riscontro nell’esperienza. - Scienze descrittive-classi catorie ( lologia) - scienze esplicative: ipotetico-deduttive (esplicative) (linguistica). Nella caratterizzazione di una scienza è importante la de nizione del suo oggetto nell’ambito di realtà che a ronta. Distinzione: Oggetto reale: ciò che muove il nostro interesse conoscitivo e che interroghiamo. Nel nostro caso il problema è la comunicazione umana verbale. È un fatto che si manifesta attraverso un insieme di dati. Davanti ad un enunciato abbiamo un insieme di suoni che ci rimanda a un senso, espresso in una determinata lingua e solo chi la conosce può ricostruire il senso a partire dalla semiosi che varia da lingua a lingua. Il testo rimanda ad altri dati, ad una situazione. Oggetto formale: punto di vista particolare proprio di ciascuna scienza. Le scienze possono dire aspetti diversi di uno stesso oggetto, ognuna risponde a domande diverse privilegiando un determinato aspetto del reale. È l’insieme delle risposte che l’oggetto reale dà a un insieme particolare di domande tipiche di una disciplina. Con dato si intende ciò che ci risulta dall’esperienza. Nella comunicazione verbale il dato è l’insieme delle interazioni comunicative verbali e l’insieme dei testi verbali che in esse vengono scambiati in cui eventi sici attivano eventi mentali con cui non hanno nessuna relazione evidente e che condizionano comportamenti individuali e sociali. Nasce la necessità di giusti care come questo avvenga. Per interpretare correttamente un dato, dobbiamo considerarlo sempre come un indizio di una totalità. Che signi cato ha “lama”? Dipende dalla totalità del contesto: “la lama di questo coltello non taglia” ≠ “il lama è un cammello del Sudamerica”. Esempio archeologi che lavorano ad uno scavo: uno speleologo trova una pietra azzurra e analizza il dato (datazione storica, composizione ecc.). Più avanti vede gli archeologi che lavorano agli scavi di un mosaico. Allora lo speleologo interpreta e riesce nalmente a dare una spiegazione di quella pietra azzurra. Più ci si astrae e allontana dal dato e meglio lo si comprenderà/coglierà nella sua totalità. La lingua non è un dato, non la si riscontra come esistente e osservabile, gli eventi comunicativi sono usi delle lingue, non le lingue. Ma cos’è una lingua? Un sistema segnico di cui si ipotizza l’esistenza nella mente dei parlanti per spiegare il comportamento linguistico di quei parlanti che eseguendo certi suoni veicolano determinati signi cati e costruiscono messaggi entro la comunità. La lingua è astratta, un sistema di correlazioni tra immagini di suoni e schemi concettuali, ma anche tra ipotesi di suoni e ipotesi di pensieri. È un’organizzazione semantica mentale destinata a supportare i bisogni comunicativi all’interno di una certa comunità. Il metodo è il percorso per acquisire il sapere, formato da: - Scoperta: in cui lo studioso intravede l’ipotesi. A questo livello intervengono sia il talento che l’esperienza e la formazione. fi fi ff fi fi fi fi fi fi fi - Veri ca: il sapere viene messo alla prova, bisogna giusti care l’ipotesi. Dal dato all’ipotesi si può arrivare in diversi modi, con 3 livelli di astrazione: 1. Generalizzazione: classico procedimento induttivo. “Tutti i gatti hanno la coda”, la quanti cazione viene estesa da molti a tutti, posso trovare dei gatti per cui la mia generalizzazione non vale. Si passa da “un numero importante di x che vale p” a “per tutte le x vale p”. Oppure un esempio linguistico è il plurale in inglese: si aggiunge –s, ma abbiamo dati contrastanti. 2. Concetto non osservabile: ipotesi esplicativa in cui l’esperienza o re dei dati per spiegare i quali occorre ipotizzare qualcosa di nuovo che vada al di là di quanto l’esperienza metta davanti agli occhi. Come il concetto di valore in economia: noi non vediamo il “valore”, ma la merce a cui è applicato. Lo stesso vale per il fonema che non vediamo, ma sentiamo un suono. In questo caso parliamo di costrutti, concetti non osservabili. 3. Dati a entità nascoste o costruiti: spiegazione a partire da indizi. fi fi fi ff CAP 4 LINGUAGGIO E RAGIONE La parola logos presenta 3 accezioni: Discorso/parola/linguaggio Ragione Calcolo (uso speciale tipico della ragione) I greci sostenevano che il lógos fosse una parola polisemica: - Omonimia: fenomeno per cui la stessa parola (stesso signi cante) veicola signi cati diversi, non collegati, come “ era”, per intendere una belva o un evento. - Polisemia: è un fenomeno per cui abbiamo la stessa parola che veicola signi cati diversi con un legame → da un signi cato originario si sviluppa un ulteriore signi cato, collegato a quello precedente. Es: carta su cui scrivere e Carta dei diritti umani. Emerge in modo evidente il rapporto tra ragione e linguaggio, perché noi, attraverso la lingua, descriviamo, rappresentiamo e catturiamo la realtà del discorso, con cui siamo in rapporto grazie alla ragione → avevano ragione i Greci a percepire una polisemia tra ragione e lógos. Però anche il modo con cui combiniamo le parole nel discorso ha a che fare con la ragione. Il nostro discorso è articolato, è costituito da parti collegate tra loro, presenta un’articolazione interna. Martinet parla di doppia articolazione della lingua, distinguendo tra: Prima articolazione: noi potremmo scomporre gatt - o, con base lessematica (gatt) e il morfo -o, un signi cante che veicola dei signi cati, pur essendo una porzione più piccola del discorso, si tratta di una vocale che manifesta il genere maschile e singolare; Seconda articolazione: un suono/fono è un elemento di seconda articolazione, toccando solo il livello del signi cante, non hanno un signi cato loro. Il discorso è quindi caratterizzato da composizionalità, cioè si compone di elementi. Ma di che natura è questa composizionalità? Esempio di Platone → discorso tra Teeto e lo straniero: T chiede come si compongono le parole, lo straniero gli risponde che le parole non si combinano a caso. Lo straniero parla degli onomatia, i nomi, che se combinati con i verbi, creano un discorso. Non si possono intrecciare solo nomi e solo verbi, ma se io prendo un elemento del primo gruppo e lo combino con un elemento del secondo gruppo, otterrò un intreccio, una symploké. Symploké è un sostantivo deverbale, da sym-pléko (intreccio), che ha dentro il verbo greco pléknymi (intrecciare). Platone ha intuito che noi otteniamo una combinazione signi cativa se le parole sono predisposte a stare le une con le altre, se sono complementari. Parole come “correre”, “dormire”, “intelligente”, “bianco” sono diversi modi d’essere o predicati; parole come “Luigi”, “gatto”, “muro” indicano delle entità o argomenti che possono essere animate o inanimate, che possono essere coinvolte nei vari modi d’essere. Possiamo combinare parole fatte le une per le altre, ossia congrue. “Luigi cammina” → la relazione fra parole congrue viene chiamata nesso predicativo- argomentale. Una combinazione di parole è lógos se attiva un nesso predicativo- argomentale, NON possiamo dire “Il sasso cammina” non tutte le entità possono essere selezionate da un modo d’essere. I predicati impongono sugli argomenti dei requisiti, dei tratti che noi non vediamo esplicitamente nel discorso, perché presupposti. Alla base del principio di composizionalità sta il principio di congruità. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Quando noi violiamo la congruità, dicendo, ad esempio, “l’acqua cammina”, combiniamo un modo d’essere con un’entità non congrua, non pertinente → insensatezza. L’insensatezza NON deve essere confusa con la contraddizione che scatta quando violiamo il principio di non-contraddizione: “ho mangiato la pasta alla carbonara, ma sono a digiuno”, il testo non è coerente, è contraddittorio. Il principio di non-contraddizione (pnc) di Aristotele dice che una cosa non può essere e non essere nello stesso tempo e sotto il medesimo aspetto. DISPENSA (Pag 1-28) Precursori dello strutturalismo Nella seconda parte dell’ottocento emerge l’esigenza di studiare la struttura della lingua. I precursori dello strutturalismo sono Baudouin de Courtenay (1845-1929) e Kruszewski (1851-1887). Il primo fonda una scuola di linguistica in Russia e il secondo sarà suo allievo. In Baudouin due momenti dello strutturalismo: 1. duplice oggetto della fonetica → disciplina che studia i suoni di una lingua, sia dal punto di vista sico e acustico che la loro funzione. 2. mette a punto il concetto di fonema → al di là del suono vi è un prototipo alla base di tutte le sue realizzazioni. Il suono non è ancora rilevante dal punto di vista acustico, ma per capire come operano i suoni dobbiamo analizzare il meccanismo della lingua. Kruszewski La lingua è un “tutto strutturato” → se osserviamo una lingua troveremo delle parole di ordine diverso, ma che si adeguano alle leggi fonetiche della lingua. Ciascuna lingua infatti vede intervenire al suo interno delle leggi che governano la sua struttura (fonetica, strategia di manifestazione della parola, semantica). Esempio: conduce si articola nella parte nota conduc- grazie a un insieme di parole che sono simili come conduc-iamo, conduc-ente, la seconda parte -e è nota attraverso un insieme di altre parole che sia conosciamo come viv-e, dorm-e. Ogni parola è associata ad altre parole per somiglianza → associazione di somiglianza o similarità che facilita il processo di apprendimento delle parole. [es: Luigi beve birra → ogni elemento è associato per similarità a elementi equivalenti (Luigi è associato ad altri nomi, beve è associato ad altri verbi transitivi, birra è associata ad altre bevande) = se fosse mancato un elemento alla frase saremmo stati in grado di selezionarlo naturalmente per contiguità] Ferdinand de Saussure (1857-1913) È il fondatore dello strutturalismo. “Cours de linguistique générale” è l’opera postuma, raccolta degli appunti dei suoi studenti. Metodo delle Dicotomie Saussuriane: per indagare la struttura della lingua va seguito un metodo, propone delle opposizioni metodologiche per poi sceglierne una delle due proposte: - Diacronia vs sincronia: Saussure sceglie di studiare la lingua in un momento temporale preciso, prescindendo dallo sguardo diacronico (individuare i fatti di lingua secondo il tempo). quando osserviamo una lingua essa è accompagnata da fattori esterni che caratterizzano la lingua dall’esterno (legata ad aspetti sociali, politici, geogra ci, ma la caratterizzano dall'esterno linguistica esterna), ma se si vuole analizzare la lingua nel suo funzionamento si dovrà prescindere da questi fattori esterni e concentrarsi sul suo aspetto interno linguistica interna. Saussure sceglie la sincronia e cerca di capire i momenti costitutivi della lingua: 1. La langue coincide con un patrimonio mnemonico virtuale, che vive in sede psichica ed è condiviso dai parlanti che appartengono a una certa comunità linguistica, corrisponde al momento sociale. 2. La parole: è l’uso del sistema da parte del singolo parlante e viene associata al momento individuale. Saussure aveva stabilito di lavorare nella linguistica interna, ma la de nizione che dà di langue e parole è in relazione agli utenti e ai parlanti e dunque ricade nella linguistica esterna → aporia: contraddizione nella sua teoria. fi fi fi Saussure dà anche la de nizione di segno linguistico → un’entità costituita da: - Signi é → concetto che vive in sede psichica. - Signi ant → strategia di manifestazione, immagine acustica, traccia che lascia in sede psichica. Il segno unisce un concetto a un’immagine acustica ed entrambi hanno natura psichica. fi fi fi

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