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Lez. 13 Marketing Automation parte 1 Tipologie di segmentazione Segmentare significa dividere gli utenti in gruppi omogenei, tra loro diversi. È alla base di tutte le attività di marketing automation centrate sulla personalizzazione...

Lez. 13 Marketing Automation parte 1 Tipologie di segmentazione Segmentare significa dividere gli utenti in gruppi omogenei, tra loro diversi. È alla base di tutte le attività di marketing automation centrate sulla personalizzazione. Possiamo segmentare gli utenti in due modi: - Statico - Dinamico → Segmentazione statica: Tag → Esempi di tag: GENERE_DONNA oppure AREA_LOMBARDIA Score → Punteggio numerico che identifica quanto un utente è caldo L’attribuzione dello score e dei tag avviene con il lead tagging. Lead tagging: è una procedura che consiste nell’assegnare delle etichette ai diversi utenti in base a determinati comportamenti; ciò consente una versatile divisione in gruppi (o liste), identificati in modo preciso. Più informazioni il brand potrà raccogliere e meglio sarà in grado di comunicare in modo personalizzato. Le funzioni del lead tagging: 1. Registrare le informazioni 2. Segmentare la lista 3. Monitorare gli interessi 4. Personalizzare le comunicazioni È importante attribuire a ogni tag la giusta etichetta, per avere un significato intuibile a tutti gli utenti del CRM Per Labelling si intende la capacità di attribuire la giusta etichetta ad ogni tag in modo da creare una serie di tag che utilizzano una struttura particolare e di conseguenza hanno un significato intuibile a tutti immediatamente. Il labelling è fondamentale per permettere a tutti i membri del team (e altri stakeholder) di capire il significato di ogni singolo tag. Caratteristiche: Leggibilità: Leggendo il nome si capisce a cosa serve il tag Struttura: I tag concettualmente simili devono avere una parte fissa costante. Esempi: LINGUA_ITA; LINGUA_ENG ACQUISTATO_SCARPE; ACQUISTATO_GUANTI DOWNLOAD_LM_GUANTI Se avessimo un ecommerce di alimentari e avessimo previsto un tag chiamato semplicemente “GLUTENFREE”, un operatore dopo averlo visto non riuscirebbe a capire il motivo per cui questo tag sia stato assegnato. Si tratta dell’acquisto di prodotti senza glutine? Oppure indica che l’utente è interessato ai prodotti glutenfree? O ancora ha scaricato l’ebook specifico che tratta quella categoria di prodotti? Esempio di struttura: “INTERESSATO_GLUTENFREE” ”ACQUISTATO_GLUTENFREE”, ”DOWNLOAD_EBOOK_GLUTENFREE” Con i form otteniamo molte informazioni. Queste hanno ruoli diversi in base alle nostre esigenze → TAG vs. CUSTOM DETAIL TAG = etichetta che utilizziamo quando vogliamo che l’informazione segmenti la lista. Dovrebbero essere parlanti ed avere sempre un prefisso che accomuni tag simili. Esempi di tag: GENERE_DONNA oppure AREA_LOMBARDIA CUSTOM DETAIL = dettagli che aggiungono informazioni extra, ma non hanno lo scopo di segmentare la lista. Non vengono usati come filtro per l’invio delle email, ma come contenuti. Esempi di custom detail: il nome, oppure la data di nascita di un figlio L’uso del custom detail: All’interno delle e-mail possiamo utilizzare le variabili per richiamare le informazioni dei contatti, ad esempio il nome o un altro custom detail. Possiamo utilizzarli nei testi della mail inserendo il simbolo dollaro “$” all’inizio e alla fine del riferimento Es. $name$ Le variabili aiutano a personalizzare la comunicazione, aiutando ad aumentare il coinvolgimento. → Tag Scoring Un tag può essere assegnato ad un contatto più volte. Il Tag Scoring è un punteggio che indica quante volte è stato associato un determinato Tag ad un contatto. Ricorda che: Quando un utente effettua azioni che assegnano un tag più volte, il punteggio del tag aumenta Un alto punteggio nei tag utilizzati per monitorare gli interessi è indice di forte interesse nella categoria o prodotto. → Segmentazione dinamica Segmentare in modo dinamico gli utenti con una matrice RFM (Recency, Frequency, Monetary) è un’ottimo modo per massimizzare la rilevanza di incentivi e leve comunicazionali. Per ciascuna metrica possiamo identificare più fasce (generalmente 3, alcuni software a 5). Possiamo identificare i segmenti relativamente a: L’appartenenza ad una fascia specifica per ogni singola metrica Es. Mandiamo una comunicazione solo a recency_long, non acquista da tanto tempo Combinando due metriche in una Matrice Es. Chi ha recency_long ma anche monetary_alta (persona che non ha più comprato ma che spendeva tanto) può essere un segmento interessante. - Recency → Breve Periodo (0 a 3 mesi), Medio Periodo (3 a 8 mesi), Lungo Periodo (oltre 8 mesi) - Frequency → Casuale (0 a 3 acquisti), Regolare (da 3 a 8 acquisti), Affezionato (oltre 8 acquisti) - Monetary → Bassa Spesa (0 a 300€), Media Spesa (da 300€ a 600€), Alta Spesa (oltre 600€) All'interno di queste fasce l’utilizzo della mediana e dei quartili è molto utile per diversificare gli utenti all’interno di esse. Esempio diversifico chi ha acquistato 3 mesi fa (1 quartile) da chi ha acquistato 8 mesi fa (4 quartile), sono entrambi nella stessa fascia ma li vado a segmentare diversamente. Questo concetto vale per tutte le fasce → Matrice RFM Grazie alle matrici possiamo segmentare i nostri clienti, combinando due metriche per volta. Avremo quindi a disposizione 3 matrici in totale, ciascuna delle quali evidenzia 9 diversi segmenti al proprio interno. Questa segmentazione ci consentirà di raggiungere un altissimo livello di personalizzazione della comunicazione, permettendoci di offrire a ciascun segmento incentivi diversi per ciascun acquisto, utilizzando delle leve e un tono di voce differenti e più efficaci su ciascuno di essi. 1. In qualsiasi momento possiamo controllare la lista di tutti i contatti che appartengono ad un determinato segmento ed estrarre una custom audience. 2. Possiamo inviare una mail (o una sequenza di mail) ad un segmento specifico. 3. Possiamo mandare una mail a tutto il DB, ma personalizzarne il contenuto (le leve e gli incentivi) in base al segmento a cui appartiene l’utente, rendendola più rilevante (e quindi più performante). 4. Ma possiamo anche impostare l’esecuzione di una Automation Rule, impostando come evento il passaggio di stato da un segmento ad un altro! Altre liste dinamiche Alcuni software offrono ulteriori possibilità di segmentazione dinamica. Ecco qualche esempio da edrone: Omnichannel communication Web Push Notification Le Web Push sono notifiche che possono essere inviate ad un utente anonimo mentre sta navigando in rete, indipendentemente dal fatto che si trovi o meno sul sito web della nostra azienda. Il canale che le veicola è il browser utilizzato dall’utente per navigare in rete, interrompendo la navigazione del cliente, di conseguenza vanno utilizzate con cautela. Chi può ricevere le web push? Chiunque abbia visitato il nostro sito in passato e abbia acconsentito a riceverle, cliccando sulla conferma di un Agreement Form. Gli utenti possono fornire tale consenso rimanendo anonimi: per inviare questo tipo di notifiche non occorre conoscere l’indirizzo email dei destinatari. Integrare le Web Push in una strategia Per utilizzare attivamente le Web Push nella nostra strategia di marketing, abbiamo bisogno di impostare: 1. L’Agreement Form per richiedere il consenso alla ricezione delle notifiche 2. Le Web Push Notification, composte da: A. Icona di notifica B. Titolo C. Messaggio di notifica (deve essere breve!) D. URL della pagina a cui rimandare gli utenti L’obiettivo principale delle Notifiche Web Push è quello di riportare gli utenti al sito web della nostra azienda. Alcune possibilità di utilizzo offerte da questo strumento sono: Aggiornare l'utente in tempo reale sulle novità di settore Informare su nuovi prodotti e promozioni Ricordare all'utente un carrello abbandonato Risvegliare gli “utenti dormienti” e riportarli nel sito web → Segmentazione Segmentare l’audience permette di inviare messaggi rilevanti, capaci di incuriosire e stimolare la conversione Segmentare in base a: Comportamento sul sito (che può essere un trigger di innesco) Dispositivo utilizzato Dati raccolti sul CRM (segmentazione statica e dinamica) Limiti di invio Una notification-strategy combina messaggi di diverso tipo, senza eccedere: Quantità: n. max al giorno (1), settimana (2/3), mese Orario: fasce orarie, momento ideale Priorità: privilegiare i messaggi rilevanti e urgenti Il rischio di risultare invadenti su questo canale è molto alto. Attenzione ai microcopy I microcopy sono quei testi capaci di guidare l'utente durante la sua esperienza di navigazione, con l’obiettivo di semplificare l’interazione e aumentare le conversioni. Consentono di: conoscere l’utente rendere fluido il percorso di acquisto aumentare l’efficacia, insieme al design → Web Push non è Mobile Push Le mobile push sono una simile tipologia di notifiche gestita dalle App Mobile (non dal browser). Hanno l’obiettivo di riportare gli utenti in-app. Quello che abbiamo visto per le Web Push può essere applicato anche alle Mobile Push (priorità, microcopy efficaci, limitazioni di invii ecc…) SMS Gli SMS sono messaggi di testo con una lunghezza massima di 160 caratteri (se supero questi caratteri pago per 2 messaggi). Oggi questo canale di comunicazione è poco utilizzato tra gli utenti. Ma vale lo stesso per le comunicazioni dei brand? → NO → Hanno un tasso di apertura tra il 95% e il 98% (altissimo!) Il 90% dei messaggi SMS viene letto entro 3 minuti Gli SMS hanno numerosi vantaggi: sono diretti e immediati; non si confondono con le mille “notifiche”; non hanno bisogno di una connessione a internet, arrivano ovunque; il costo di invio non è troppo elevato; hanno un tasso di lettura altissimo. Gli SMS sono efficaci strumenti di rinforzo di una strategia di marketing, in quanto gli utenti associano questo canale a comunicazioni importanti. Casi d’uso degli SMS Messaggi transazionali = Sono comunicazioni di “servizio” legata a degli avvenimenti specifici: Spedizione di un ordine; Risposta a un ticket; Conferma di un pagamento; Alert per una scadenza importante. Campagne promozionali = Sono campagne uno a molti. Suddivisione del DB in segmenti; una comunicazione per ogni segmento; il contenuto è personalizzato; la strategia è legata a obiettivi specifici da raggiungere. Marketing Automation = Sono comunicazioni personali, specifiche per un singolo utente in un determinato momento. Ha aperto una email; Ha abbandonato un carrello Ha fatto click su un link specifico. WhatsApp Quanto abbiamo detto per gli SMS vale anche per WhatsApp che si è aperta al mondo business e otterrà un ruolo crescente nei prossimi anni. La principale differenza rispetto agli altri canali è che WhatsApp è un canale conversazionale. Non va utilizzato come le mail e gli SMS: l’obiettivo dovrebbe essere quello di generare conversazioni più spesso possibile. → WhatsApp è un canale conversazionale, interattivo e multimediale. Il costo dipende dall’obiettivo e dalla conversazione. Non va utilizzato come le mail e gli SMS: l’obiettivo dovrebbe essere quello di generare conversazioni più spesso possibile. → Gli SMS hanno delle limitazioni in termini di contenuto e di funzionalità. Sono limitati alla trasmissione di testo (160 caratteri). Il costo non dipende dall’obiettivo. Non offrono la possibilità di condividere contenuti multimediali o di interagire con conversazioni in tempo reale. Nell’API si possono integrare software di marketing automation e di CRM ecc… → W. Business Si tratta di un’app per smartphone gratuita, ma diversa dalla versione di WhatsApp standard utilizzata dai consumatori. Per quanto sia molto simile nell’interfaccia, ci sono alcune funzionalità aggiuntive che la rendono utile per chi gestisce piccoli negozi: Profilo dell’attività: per mostrare indirizzo, email, sito web e orari di apertura. Etichette: per organizzare e trovare facilmente le tue chat e i messaggi. Strumenti di messaggistica: per rispondere rapidamente ai clienti. → W. API La piattaforma WhatsApp Business API è pensata per aziende di medio-grandi dimensioni. Si differenzia all’applicazione per diversi motivi: Primo tra tutti, non offre un front-end (non c’è un app). Meta mette a disposizione la tecnologia di back-end, ma è necessario un software esterno per poter visualizzare le chat in un pannello dedicato. Attraverso le API, possiamo fare in modo che qualsiasi software comunichi con WhatsApp, innescando un messaggio automatico. È un servizio a pagamento: ogni conversazione ha un costo. Perché un’azienda dovrebbe usare WhatsApp? → È il canale preferito dai consumatori per comunicare → 2.24 miliardi di utenti attivi mensilmente → Tassi di apertura vicini al 100% → Facile da integrare grazie alle API → Costo per conversazione → Le conversazioni Per conversazione si intende uno scambio di messaggi che avviene in un arco di 24 ore dall’ultimo messaggio inviato dall’utente. Significa che, in questo canale, paghiamo soltanto una volta, sebbene durante l’arco di una singola conversazione possa essere scambiato un numero illimitato di messaggi tra il consumatore e l’azienda. Il costo delle conversazioni varia sulla base del Paese e sulla tipologia di conversazione che dipende sia dall’obiettivo che dal fatto che sia iniziata dall’utente o dall’azienda. In Italia, ad oggi, abbiamo costi diversi per le conversazioni Utility, Marketing e Service. Le Conversazioni “Utility” sono quelle che consistono nell’invio di un’informazione utile all’utente. Sono spesso messaggi automatici transazionali e ad oggi, il costo per un messaggio di questo tipo che va ad aprire una nuova conversazione verso un cliente è di 0,0347€. Le Conversazioni “Marketing” di WhatsApp invece, sono tutti i messaggi inviati da una azienda per aprire una conversazione con un ruolo promozionale ed hanno un costo di 0,0572€ per conversazione in Italia. Sono conversazioni Marketing le campagne promozionali e le automazioni di cross-sell. NB: Dopo aver aperto la conversazione con il primo messaggio, tutti i messaggi scambiati nelle 24 ore successive sono gratuiti. Le Conversazioni Service Se la conversazione invece è iniziata dal cliente, per le prime 1000 non avrai nessun costo, dalla numero 1001 in poi avrai il costo della Conversazione “Service” che è pari a 0,0319€. → I pulsanti Una differenza importante rispetto agli SMS è la possibilità di inserire, alternativamente una CTA oppure una RISPOSTA RAPIDA. Nei primi messaggi è meglio inserire una risposta rapida. Esempio: Sono interessato Non sono interessato Cancellami dalla lista → in questo modo evitiamo che gli utenti ci segnalino a facebook e di essere bannati → Generare conversazioni Un vantaggio dei pulsanti è quello di facilitare la conversazione. Per ottenere il massimo risultato dal Whatsapp Marketing, è importante utilizzare un linguaggio informale e personale che incoraggi il cliente a rispondere e a interagire con l'azienda. Invece di inviare messaggi statici e unidirezionali, è meglio creare chatbot e messaggi automatizzati che incoraggino il cliente a continuare la conversazione e a richiedere ulteriori informazioni. Per avviare una conversazione con i clienti, i brand devono rispettare le linee guida e far pre-approvare dei Template da WhatsApp. WhatsApp condivide delle linee guida che aiutano i brand a garantire che i clienti non li prendano come account spam. Vediamo come strutturare un template. → Creazione di un template 1. Nome del template: max 512 caratteri, senza spazi. 2. Contenuto del template: Un Template di WhatsApp può essere testuale (max 1024 caratteri) o contenere un contenuto multimediale (audio, immagini, video o adesivi). Il template può anche contenere delle variabili. Le variabili consentono ai marchi di personalizzare il contenuto dei messaggi e vengono mostrate come nei modelli di WhatsApp. es: [Nome Cliente], il tuo pacco è stato consegnato. Una volta inviato per l’approvazione, un template non può essere modificato, ma solo essere cancellato. Esempio di template: Back in stock Tipo di Template: Transazionale - Comunicazione Utility perché l'utente ha richiesto l’alert Utilizzo: Back-in-stock: avvisa gli utenti che un prodotto di interesse è tornato disponibile → Consigli per utilizzare Whatsapp come canale conversazionale 1. Utilizzare un tono informale e amichevole per creare un'esperienza conversazionale che sia simile a quella di un amico che offre consigli e supporto. 2. Utilizzare messaggi automatizzati per generare conversazioni su argomenti specifici, come ad esempio i nuovi prodotti o le promozioni in corso. 3. Utilizzare i dati dei clienti per personalizzare le conversazioni e offrire soluzioni specifiche ai loro problemi. → Set-up - Le prime azioni da svolgere 1. Creare il link WhatsApp.me 2. Inserire widget whatsapp nel sito 3. Inserire bottone whatsapp sui social Usa https://wa.me/ in cui è un numero di telefono completo nel formato internazionale. Non includere alcuno zero, parentesi o trattino quando aggiungi il numero in formato internazionale. Esempi: usa: https://wa.me/39XXXXXXXX non usare: https://wa.me/+39-(339)XXXXXXX Possiamo inserire nel link un messaggio precompilato che verrà visualizzato automaticamente nel campo di testo di una chat. Per farlo, usiamo https://wa.me/339XXXXXXX?text=urlencodedtext dove urlencodedtext è il messaggio precompilato codificato nell'URL. Esempio: https://wa.me/1XXXXXXXXXX?text=I'm%20interested%20in%20your%20car%20for%20sale → Bubble widget on-site Una volta costruito il link whatsapp me, possiamo inserirlo come BUBBLE WIDGET on-site → Pop-up Whatsapp vs Email Possiamo implementare nel sito web dei pop-up che vadano a far fare un optin via WhatsApp anziché via email e quindi testare due versioni diverse del pop up. In questo modo ottenere i numeri di telefono e poi iniziare conversazioni con cui comunicare promozioni, questo lo facciamo nativamente con il link WhatsApp Me con un testo precompilato e inviato su WhatsApp e poi invia il codice permettendoci di ottenere il consenso Alle comunicazioni e quello che è il numero di telefono del lead Inserirlo nei momenti chiave del nostro customer Journey e quindi ad esempio dopo un acquisto potremmo dire “hai qualche domanda” e se siamo da desktop mostrare un QR code che è il link WhatsApp Me in modo che l'utente prendendo il proprio telefono possa inquadrare il QR Code e gli si apre a WhatsApp. Ma potremmo anche metterlo ad esempio nella pagina prodotto per il back-kstock come abbiamo visto prima, un pulsante che apre WhatsApp per impostare un avviso di notifica quando un prodotto torna disponibile. Un'altra modalità è quella di portare traffico dalla newsletter a WhatsApp, inviando un'email che invita a ricevere la newsletter via WhatsApp o ancora invita a ricevere uno sconto cliccando sulla call to action e scrivendo una certa keyword in WhatsApp. Questi sono i modi con cui possiamo accrescere la nostra lista quando stiamo andando a lanciare un nuovo progetto → Messaggi informativi Non solo promozioni. Le conferme di spedizione con il tracking link sono un touch-point apprezzato dagli utenti che aumenta la fiducia e migliora la relazione. → Consulenti di vendita digitale WhatsApp è un canale conversazionale dove dei veri e propri consulenti di vendita possono dare un boost alle vendite. Non è detto che una semplice campagna possa chiudere la vendita in automatico. Può farlo però il follow up di un agente su chi ha interagito. → Campagne interattive I pulsanti permettono di realizzare campagne interattive che aumentano il coinvolgimento degli utenti. Le risposte vengono tradotte automaticamente in tag per la segmentazione. Alla fine del quiz, ricevono come ricompensa un'offerta speciale o uno sconto. 5. Livechat & Chatbot La Live Chat è uno strumento che consente di offrire supporto ai clienti in tempo reale, attraverso uno o più operatori messi a disposizione (eventualmente supportati da un chatbot). Diventa particolarmente importante in tutti gli e-commerce con un valore medio del carrello alto o in cui il processo d’acquisto risulta complesso. La Live Chat può contenere un form e quindi essere un punto di ingresso (touchpoint). Il numero di campi richiesti nel form di una livechat dovrebbe essere basso (per non trasformare la richiesta in una frizione). Con un software di Marketing Automation possiamo riconoscere gli utenti conosciuti e far vedere il form soltanto agli utenti anonimi. Avere accesso al profilo del cliente nel CRM, permette agli operatori di avere una visione completa delle attività svolte dal contatto. Alcuni esempi possono essere: Pagine visualizzate Tag assegnati Prodotti acquistati (se già cliente) Prodotti di interesse (se lead) → Chatbot Un chatbot può sostituire la livechat? Forse no, ma può ridurre il carico di ticket e conversazioni da gestire per gli operatori. Consentono di automatizzare la risposta a domande frequenti, di segmentare i clienti (anche assegnando tag sulla base delle risposte fornite) e di passare agli operatori soltanto utenti con domande molto specifiche. Un chatbot può diventare un efficace strumento di segmentazione. Proponendo al cliente il suggerimento di una soluzione ad hoc per le sue esigenze, possiamo fare una serie di domande chiave che ci consentono di effettuare una segmentazione completa evitando di risultare invasivi. Salvando i dati nel CRM avremo la possibilità di: - rendere la comunicazione estremamente rilevante - passare una scheda completa agli operatori della forza vendita → Oggi con utilizzando le API di CHATGPT integrate nei tool di chatbot possiamo andare a caricare una certa documentazione, come esempio un file pdf o un file Excel con colonna di domanda e risposta Ed impostare un prompt di contesto che spieghi: Chi è la nostra azienda cosa fa ma inserire degli URL del nostro sito web attraverso una lista di url con tutte le pagine del nostro sito web in modo che il chatbot possa attingere da quella conoscenza per rispondere in modo personalizzato all'utente questa cosa è un game-changer nell'assistenza clienti e va affiancato a due tipologie di chatbot 1. uno che è costruito da noi con delle risposte chiuse che vadano a salvare dei campi in determinati contesti quindi per esempio “Arriva un nuovo utente gli andiamo a chiedere delle informazioni su Chi è, Cosa fa, Qual è il suo obiettivo e Salviamo queste informazioni 2. Per tutte le domande specifiche dell'utente possiamo gestire la conversazione in prima analisi attraverso un chatbot che può veramente rispondere a tutte le domande rendendo finalmente utili i contenuti blog che abbiamo costruito posizionandoci sui motori di ricerca. Inoltre questi testi scritti con il tono di voce del Brand permettono la personalizzazione di risposta del chatbot. Realizzare un workflow → Progettazione strategica Si utilizzano delle lavagne virtuali. Ci consentono di creare velocemente dei flussi, ragionando e modificandoli velocemente. Sono il punto dove avviene la progettazione strategica Sono formate da: Trigger, Condizioni e Azioni Esempio di Browse Abandonment: Esempio di automazioni RFM Viene utilizzato il seguente workflow Esempio riscaldante lead ù Produzione dei contenuti → Piano editoriale La produzione di tutti gli elementi previsti dalla pianificazione strategica, viene distribuita nel tempo, sulla base della priorità. Il Piano Editoriale è un documento che indica il dettaglio di ciascun contenuto da produrre Il content strategy traduce il workflow per andare a creare i contenuti identificando il tema e dando indicazioni Produzione contenuti In questa fase vengono svolte attività come: Scrittura dei testi Realizzazione template grafici email Impaginazione Implementazione dei workflow in piattaforma Eventi : Avvenimenti utilizzati per far scatenare una regola automatica → Condizioni : Presupposti necessari affinché vengano eseguite delle azioni piuttosto che altre → Azioni : Operazioni eseguite automaticamente dal sistema a seguito di un evento, se sono soddisfatte le condizioni. Workflow Workflow - SalesManago Drag & Drop → trasciniamo gli elementi all'interno e possiamo anche intrecciarli tra loro Quando andiamo ad impostare un workflow in sales mago andiamo a trascinare elementi come gli eventi, le condizioni, le azioni ma anche impostare a/b test ABX test perché possiamo averne anche più di due versioni, tempi di attesa, elementi “weight” o la fine del flusso. Flow - Klaviyo - esempio Step 1 - Impostazione del trigger PRICE DROP Il flow verrà innescato da un price drop del 20% per tutti i contatti che hanno visualizzato un prodotto o iniziato il check-out (senza concluderlo) negli ultimi 30 giorni. Step 2 - Impostazione dei trigger filters I trigger filters sono filtri che si applicano al trigger. Limitano Non vogliamo che tutti i price drop inneschino questo flow, ma solo alcuni. Step 3 - Impostazione dei profile filters I profile filters sono filtri che si applicano ai profili per i quali il trigger è innescato. Non vogliamo che tutti i profili ricevano questo flow, ma solo i già clienti. Step 4 - Confermiamo il Trigger Vediamo un recap del trigger e dei filtri applicati. NB: Il trigger non potrà più essere modificato.

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