La Crisi del 300 e la Politica Italiana del 300 e 400 PDF

Summary

Questo documento analizza la crisi del 1300 in Europa, concentrandosi sull'impatto economico e sociale. Vengono descritte le cause della crisi, tra cui carestie, epidemie e conflitti. Il testo esplora anche le conseguenze sulla popolazione e i cambiamenti politici in Italia tra il XIV e il XV secolo, inclusi i concetti di signorie e repubbliche.

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La crisi del 300 Nel corso del 300 c’è una progressiva diminuzione della popolazione, collegata ad una crisi di tutte le attività di tipo economico. Inizierà prima del 300 ma l’esplosione sarà in questo periodo. Il 1348 è l’anno più difficile della crisi che è connotato anche dall’esplosione della p...

La crisi del 300 Nel corso del 300 c’è una progressiva diminuzione della popolazione, collegata ad una crisi di tutte le attività di tipo economico. Inizierà prima del 300 ma l’esplosione sarà in questo periodo. Il 1348 è l’anno più difficile della crisi che è connotato anche dall’esplosione della peste. Alcune persone scappavano dalla città per scappare dagli assembramenti. La peste è la punta dell’iceberg della crisi del 300, perché è causata da una molteplicità di fattori. Lo schema della crisi del 300 è lo schema di tutte le crisi pre industriali. Alla base di queste crisi ci sono delle carestie, dovute alla crisi dell’agricoltura; delle epidemie e delle guerre. La presenza di questi tre fattori è dovuta da uno squilibrio tra popolazione e risorse. La popolazione è troppa rispetto alle risorse presenti, quindi la popolazione inizia a diminuire perché senza risorse, aumenta il tasso di morte. Robert Malthus Questa lettura delle crisi economiche la dobbiamo a Robert Malthus (economista inglese) che sosteneva che mentre la popolazione aumenta in progressione geometrica, le risorse aumentano in progressione aritmetica (progressione geometrica: 1,2,4,8,16,32,64) (progressione aritmetica: 1,2,3,4,5 e così via). La popolazione europea era raddoppiata mentre le risorse no, per cui c’era uno squilibrio tra le due cose. Da questo dato, si determina la crisi. Ciò era successo perché qualcosa della agricoltura non andava bene come prima. Le cause determinanti Le tecniche agricole non erano efficaci come prima e non erano più sufficienti. Le innovazioni del medioevo non era abbastanza per la popolazione. Non bastava perché molti dei terreni messi a cultura erano terreni che si impoverirono anche presto e alcuni non erano adatti ad essere coltivati. Il secondo elemento vedeva l’agricoltura medievale usava la tecnica della rotazione triennale, ma non si dava il tempo al terreno di rinvigorirsi, in quanto venivano riutilizzati subito. Anche la concimazione non era efficace perché si era ridotto l’allevamento (pochi terreni per il pascolo) e la concimazione naturale aveva bisogno dello sterco degli animali, ma con pochi animali, la concimazione era molto scarsa. Si assiste anche ad un’inversione del clima. A partire dal 1000 c’era un clima favorevole, ma nel 300 c’è un peggioramento, arrivando ad una piccola glaciazione e anche le estati risultano fredde e piovose. I raccolti invernali non si realizzare perché faceva troppo freddo oppure pioveva troppo e marcivano i terreni. Si arriva quindi all’agricoltura che non può più coltivare, anzi si può arrivare ad un peggioramento, portando dei campi a produrre di meno. Tutto ciò porta alle carestie in campagna e soprattutto nelle città. Accanto a questo c’è un altro fattore, ossia degli eventi bellici come la guerra dei cent’anni oppure i conflitti interni come i conflitti cittadini e dei comuni. Il periodo è decisamente conflittuale. La guerra richiede soldi e persone, portando a delle devastazioni dei territori e alla morte. La guerra produce un aumento della mortalità, aumenta la devastazione dei terreni, aumentano i costi perché le tecnologie militari aumentano e servono soldati più specializzati. I soldi venivano richiesti dalle tasse alla popolazione. Molto spesso coloro che si impegnavano su qualche conflitto dovevano chiedere dei prestiti alle banche, nate nel medioevo. Le famiglie di banchieri quindi prestano denaro anche ai governi per finanziare le guerre ed erano molto più consistenti rispetto ai prestiti per i mercanti. Inoltre c’è anche una peste con un anno importante, il 1348, e si diffonde più facilmente per le cattive condizioni della popolazione. Soprattutto nella città scarseggiava l’igiene e c’erano gli assembramenti, quindi c’era più contagio. Si è cercato di calcolare l’impatto della crisi sulla popolazione europea e si calcola che la peste portasse la popolazione a crollare alla sua metà o ad un terzo. Si ritornò ai livelli dell’alto medioevo in alcune zone, e in altre colpì di meno. Si ritornerà alla situazione della pre crisi solo agli inizi del 600 e aumenterà sono dal 1450 che poi tornerà a crescere per tornare poi a 80 milioni di persone solo all’inizio del 600. Si parla di morti legati alla peste, ma comunque si parla dei morti legati a tutta la situazione di crisi. La crisi si è diffusa a causa dalla scarsa igiene. Arriva dopo l’assedio da parte dei mongoli della città di Caffa, colonia genovese. I mongoli usarono come arma proprio il lancio i morti di peste nella città di Caffa. Questa peste si trasmetteva con i topi. La peste è partita dalle steppe asiatiche e che le prime ad averle contratte furono le marmotte, per poi passare ai topi e poi arrivare sino a Caffa. Passa dalle marmotte ad una pulce che predilige ai roditori, ma può attaccare anche i roditori. L’ipotesi del declino della peste, non è l’evoluzione della medicina, ma in europa scompare la specie di ratto che era portatrice della peste e si diffonde una specie che non trasferisce questa pulce. Diminuiva la popolazione, quindi diminuiva anche la manodopera quindi diminuiva anche la produzione. Un aspetto immediato fu l’innalzamento dei prezzi. Riguardò innanzitutto con i cereali. Nel corso del basso medioevo aumentò il consumo di cereali, ma diminuì quello della carne. Semplicemente perchè erano pochi i terreni per il pascolo. I cereali, che erano alla base dell’alimentazione di tutti, aumentarono di costo. Vide anche un problema per i proprietari terrieri che gestirono i terreni come fondi di rendita e che guadagnavano dall’affittare le terre. Aumentano i prezzi dei prodotti, ma gli affitti rimangono gli stessi quindi anche i proprietari terrieri si trovano in difficoltà. Questo aumento dei prezzi avrà anche un impatto sugli artigiani e sui proprietari terrieri perchè non produrranno più in quanto non conviene. La crisi del commercio e della manifattura porta a dei problemi anche alle banche. I banchieri vivevano di prestiti fatti, ma con una contrazione dei mercati, non hanno a chi prestare i soldi e soprattutto chi devono restituirli, non li hanno. Le banche fallirono e anche i più importanti. Soprattutto i banchieri fiorentini che furono travolti da questa crisi, in particolare i Bardi e i Peruzzi, due famiglie fiorentine, molto ricche grazie all’attività bancaria che fallirono a causa dei prestiti largiti agli aristocratici di Inghilterra e Francia. Firenze fu particolarmente colpita dalla crisi del 300, ma anche per ragione economiche. Le conseguenze della crisi Le conseguenze della crisi furono molteplici, sia positive che negative. L’agricoltura L’agricoltura dopo la crisi del trecento ha una trasformazione nel senso della differenziazione. Dopo la crisi, infatti, la popolazione è minore e questo vuol dire che l’agricoltura non ha bisogno di produrre prodotti uguali, ma può differenziare la sua preparazione perchè c’è meno gente da sfamare. Molti proprietari terrieri producono piante diverse e i cereali cominciano a scendere economicamente parlando. Molti vengono anche abbandonati anche molti terreni, ricrescendo boschi. Consente anche la possibilità di allevare maggiormente perchè ci sono molto più pascoli. Venne anche introdotta la coltivazione delle piante industriali (come piante che producevano il colorante per i tessuti), portando ad una differenziazione dell’agricoltura. Ci fu un altro punto favorevole per i contadini. Meno popolazione, portava a meno contadini e chi voleva assumere un contadino doveva agevolarlo, quindi le loro condizioni di vita furono più favorevoli. I signori avevano le terre, ma avevano bisogno dei contadini che chiedevano più denaro. Le condizioni medie dei contadini migliorare e chi fece le spese erano i proprietari terrieri che già erano in crisi durante tutto il 300. Cercano quindi di trovare delle soluzioni e infatti soprattutto all’est dell’Europa ci fu una stretta dai proprietari terrieri, cercando di evitare di concedere di più (la reazione minorile) ai contadini. Altri proprietari terrieri decisero di vendere le loro terre, realizzando un’utile relativo alla terra, cedendo questi terreni a mercanti e artigiani che si erano arricchiti. Infine cercarono di reagire, istituendo nuove forme di contratto di affitto delle terre che fossero più vantaggiosi anche per i proprietari, come aumentare il prezzo dell’affitto perchè aumenta il prezzo della produzione. Si svilupperà anche la mezzadria, ossia il contadino che coltivava la terra e l’affitto veniva pagato cedendo la metà o una quota del prodotto terriero. Questi contratti erano molto onerosi perchè la quantità di prodotto da dare al proprietario terriero era molto alto. A volte non era un contratto perfettamente diviso. Il settore della manifattura Era entrata in crisi anche la manifattura. La popolazione era più scarsa, ma nonostante ciò avevano lasciato ricchezza soprattutto dalle famiglie più ricche. Le eredità erano meno sparpagliate e quelli che erano rimasti in vita, avevano ereditato di più. Questo vale per tutte le classi sociali, anche chi aveva poco, lasciava quel che aveva a meno persone di prima. Ciò significa che le persone sono più ricche, perchè le risorse sono distribuite tra le varie persone. La manifattura si riprende perchè la popolazione può acquistare di più. Questo fa si che coloro che vogliono mostrare di essere ricchi, cercheranno prodotti sempre più ricchi. Ad esempio la lana era diventata per averla tutti però veniva riprodotta in modo tale che tutti possano averla. Entrano in crisi coloro che producevano lana lussuosa, perchè i ricchi non la volevano più e chi era del ceto sociale medio non aveva le possibilità. Per questo motivo si produsse una lana di media qualità. In alcune zone dell’Inghilterra per esempio, producevano della lana di media qualità, permettendo di ampliare il mercato, arrivando anche in Toscana. Alcune città invece diventarono dei luoghi di produzione di nuovi merci. Gli inglesi producevano lana a costo più basso perchè avevano la materia prima a disposizione e perchè avevano modificato i modi di produzione. A differenza di Firenze dove c’erano le corporazioni, in Inghilterra non c’erano e sostanzialmente si sviluppò una produzione “clandestina” che assegnava il lavoro ai contadini anziché agli artigiani. I mercanti imprenditori erano coloro che prendevano la lana e che li davano ai contadini. Decidevano anche la quantità di lana da produrre e comprare. Il commercio La crisi del 300 impatta anche sul commercio soprattutto terrestre. Dal punto di vista del commercio marittimo rimangono attive le rotte tradizionali e il 300 è caratterizzato da una sperimentazione tecnica, importante soprattutto per le future esplorazioni del 400. Inizia anche in questo periodo una stagione di esplorazione, quindi avevano bisogno di nuove tecniche di navigazione. Venezia continua a dominare le rotte mediterranee, acquisendo sempre più basi, rafforzando l’impero marittimo. Sul commercio via terra ci sono degli impatti. Con meno persone, ci sono anche meno ricchezze quindi il commercio diminuisce. Ma cambiano anche le strade che vengono utilizzate da nord a sud. Vengono abbandonate le vie francesi, utilizzate principalmente per passare dal mediterraneo al baltico. In questo periodo però in Francia c’era la guerra dei cent’anni quindi c’era l’esercito che marciava sul territorio, quindi i mercanti decidono di abbandonare quel tipo di strada, utilizzando le vie della Germania e l’Austria. Inoltre molte zone di combattimento sono proprio nella strada che veniva utilizzata quindi non era sicuro commerciare lì. Tutti i commerci si spostano a est e questo spostamento porta un importanza alla città di Milano che diventa un punto di passaggio obbligatorio. Diventerà importante per il commercio della seta e diventa il centro dove le merci mediterranee passavano per andare poi in Germania e Austria. Sempre per le comunicazioni via terra, c’è un’altra novità. Nel basso medioevo si erano verificati dei viaggi verso oriente attraverso la via della seta. Era una scelta molto remunerativa per i mercanti in quanto si trattava di merci che portate in europa davano molta ricchezza. Si trattava di merci come spezie, pietre preziose e tessuti, quindi una volta arrivate in Europa portava molta ricchezza. Nel corso del 300 però l’Asia non è più pacifica, ma entra in un periodo di instabilità politica con delle lotte tra mongoli. Anche questo luogo non diventa più sicuro, perchè instabile. Viene abbandonata anche questa via e il dominio della parte asiatica viene presa dalle persone arabe e turche, andando in quei territori via mare. Successivamente essere tornati mettevano le loro merci nel mercato medio-orientale ed era li dove poi scambiavano con gli europei. I prezzi delle merci dall’oriente si alzarono per la mediazione turca. Questo fino al 1869 quando viene aperto il canale di Suez. Il canale di Suez infatti sarà poi molto utile anche per il commercio. È un canale artificiale, perchè Egitto e penisola araba erano collegati, ma furono tagliati per creare il canale di Suez. Un altro fatto da considerare che modifica la geografia dei commerci. Continua la crisi dell’impero bizantino, che era stata anche in precedenza oggetto di preoccupazione. E' sempre più indispensabile scendere a patti con i turchi per il commercio. I bizantini che avevano avuto un ruolo molto importante riguardante i commerci con l’oriente, devono ritrarsi perchè territorialmente, molti dei loro territori erano presi dai turchi. A metà del 400 l’impero bizantino cadrà per effetto dell’avanzata turca. Le rivolte sociali La crisi del trecento provocò una serie di rivolte sociali in europa, dove la società è messa sotto stress dai problemi economici. Si sviluppano dei movimenti di protesta e dei tentativi di cambiamento. Nel corso del 300 c’è un generale clima di rivolte. Però si dividono in rivolte contadine e cittadine. Ci sono poi delle rivolte condotte da gruppi sociali diversi. Le rivolte contadine, come la jacquerie francese del 1358, erano indirizzate contro i privilegi dei signori. In una situazione economica difficoltosa la loro rivolta è contro i signori che imponevano loro. Furono caratterizzate da una forte violenza, che si spegnevano molto presto perchè i contadini facevano fatica a sostenere un conflitto con i signori. Furono estremamente terrificanti per le classi nobiliari. In generale si usa la rivolta emblematica quella della Jacquerie Le rivolte cittadine e urbane prevedevano le classi più povere che non avevano nessun riconoscimento politico ed economico. C’era forme di auto-governo dove il governo era in mano nobile e borghese, mentre chi aveva dei ruoli più bassi erano privi di una rappresentanza politica. Cercavano quindi il riconoscimento dei loro diritti, cercando di poter partecipare all’assemblea cittadina. La rivolta emblematica era quella dei Ciompi che avviene a Firenze nel 1378. Lavoravano la lana. I ceti del popolo più elevati sentivano di essere sfruttati dai ceti più privilegiati. Di conseguenza ci furono delle rivolte antifiscali condotte dalla borghesia. La più importante è quella condotta da Etienne Marcel, in Francia nel 1257. Le tasse aumentarono nel 1300 e a pagarle erano soprattutto i borghesi e non i nobili e il clero. Inizialmente questa rivolta ebbe anche l’appoggio popolare, ma poi quest’alleanza sfumò molto presto. Si diffondono anche molti predicatori di cristianesimo legato alla formulazione iniziale senza divaricazioni sociali. Diversi religiosi iniziarono a predicare, innescando delle rivolte che volevano realizzare una società più equa. Ebbe grande successo in Inghilterra dove si svilupparono i lollardi e si sviluppò anche la predicazione del reverendo che mirava a creare una situazione di uguaglianza, arrivando all’ideale dell’abolizione della proprietà privata. La politica italiana tra il 1300 e il 1400 La situazione italiana In Italia non si è formato un unico regno, ma è stata caratterizzata da diversi regni. La situazione italiana si evolve in ambito politico (Italia meridionale regno di Sicilia, stato pontificio, Italia settentrionale comuni). Infatti dopo la morte di Federico II il suo regno viene diviso, il regno di Napoli passa agli Angioini e la Sicilia diventa aragonese. Nel 1442 gli aragonesi prendono anche il regno di Napoli. Siamo nella fase dove la Spagna cerca base commerciali e politiche nel mediterraneo. Lo stato pontificio è travagliato da una seria di problemi perchè il re si trova ad Avignone, portando una situazione di disordine senza una persona che governa. Alla metà del 300 (1367) Roma sarà governata da un organismo repubblicano che cercherà di sovvertire la politica a Roma (cola di Rienzo). Le famiglie romane cercano quindi di salire e ottenere dei grandi poteri politici. La situazione dei comuni I comuni hanno un ulteriore evoluzione. Dalla fine del 200 molti comuni diventano signorie perché alcuni comuni muoiono perchè inglobati ad altri comuni, quindi non tutti diventano signorie. La signoria è una forma di governo che prevede dei signori. I signori sono dei monarchi, scelto dalle istituzioni comunali per affidargli dei poteri di governo della città per un periodo di tempo. Viene riconosciuto dalle istituzioni comunali. È una figura politica scelta dalle istituzioni comunali. Si passa ad avere le signorie perchè i comuni si trovano in difficoltà. I comuni avevano una struttura particolarmente conflittuale quindi la signoria è una nuova soluzione per la conflittualità interna. Alla fine del 200 si ci affida ad una figura che avesse le competenze per portare il comune oltre alla crisi. Il terzo elemento erano i continui conflitti tra comuni, cercando quindi una figura che potesse governare il comune con maggiore forza. Milano avrà i visconti a fine 200, mentre Firenze avrà una signoria solo nella metà del 400. Ci sono comuni che non diventano signorie, come Genova e Venezia, ma anche in questi contesti si cerca di chiudere il potere in una cerchia di poche persone, passando all’oligarchia. Le signorie I signori erano talvolta capi di fazioni politiche, come guelfi e ghibellini, quindi già in vista in città e a seconda degli equilibri interni, venivano scelti i signori. Oppure poteva essere il capo della fazione popolare dei cittadini. Ad esempio i Medici erano una famiglia di banchieri e poi fecero anche attività politiche e che facevano parte delle fazioni politiche. Altre volte ancora il signore era un condottiero militare che conquista la città con il suo esercito e accadono alle compagnie di ventura che cercano di fare conquiste e se andava bene veniva riconosciuti come signori. Talvolta riescono anche ad aumentare il loro potere. A partire dal 300 l’ampliamento del potere riguardava anche altre città e territori, formando così’ degli stati più grandi, chiamati stati regionali. Degli esempi sono per esempio la città di Milano, Venezia e Firenze. Una volta diventato signore cerca di prendere il potere e di far durare il più possibile la sua carica. Se inizialmente al signore veniva assegnato un potere esecutivo e di carattere militare, il signore cerca di prendere sempre più poteri, cercando di imporre tasse, leggi e si circonda di collaboratori scelti da lui, creando un piccolo consiglio a cui affidarsi per la città. Cerca di limitare la presenza delle istituzioni cittadine e cerca anche di rendere il potere in ereditario, creando una dinastia dei signori. Cerca quindi di ottenere un riconoscimento del proprio incarico non solo dai cittadini, ma anche dai papi o l’imperatore. Quindi i signori cercano di ottenere una stabilizzazione del loro potere, ottenendo l’incarico del governo dalle autorità più elevate. In genere veniva dato il compito di “vicario”, ossia colui che fa le veci dell’imperatore in un determinato territorio. In più si ottiene anche un titolo nobiliare che desse il via in linea ereditaria della signoria, a distanza di tempo quindi si otteneva il titolo di duca, marchese, granduca eccetera che permetteva di trasmettere l’eredità di signore. In questo momento le signorie diventano i principati. Cambia in questo caso il tipo di legittimazione e l’ereditarietà. Le vicende politiche italiane Milano, Firenze e Venezia si contendono i territori dell’Italia centro settentrionale senza mai riuscire ad assumere un primato. Le vicende di Milano La prima a seguire un percorso di trasformazione è Milano. Milano alla metà del 200 (1277) diventa signoria sotto la famiglia dei Visconti. Il 1277 è l’anno in cui si combatte la battaglia di Desio. La ragione per cui diventa signoria è perché la battaglia di desio si rivela decisiva nel far vincere una famiglia milanese. C’era il conflitto della famiglia dei Torriani e la famiglia dei Visconti. Si scontrarono e la resa dei conti finali avviene con la battaglia di Desio e i torriani vengono sconfitti, rimangono quindi i Visconti. Alla fine del 300 i visconti verranno nominati duchi e l’eredità dei Visconti solo in quel momento diventa ereditaria. I visconti hanno allargato i loro confini anche in Lombardia e anche in Piemonte, di Emilia Romagna e di Veneto. All'inizio del 400 sotto la guida di Gian Galeazzo Visconti, Milano ottiene il massimo della propria estensione territoriale acquisendo anche al di fuori della Lombardia. Quando morirà lui, nel 1402, Milano è all’apogeo della sua espansione. Successivamente si ritirerà dai suoi territori. Nel 1427 le truppe milanesi saranno sconfitte dalle truppe veneziane nella battaglia di Maclodio e diversi dei loro territori vanno perduti, sopratutto nel confine tra Lombardia e Veneto e tutta la parte di Bergamo e Brescia. La dinastia dei visconti si interromperà alla metà del 400 e verrà sostituita dagli Sforza, diventato importanti grazie a Francesco Sforza (condottiero di compagnie mercenarie) che si sposa con Bianca Maria Visconti (erede dei visconti). Ci sarà una breve interruzione dal 1500 al 1512 dove il ducato di Milano viene conquistato dai Francesi. Finita questa fase torneranno gli sforza che governeranno fino al 1555. Le vicende di Venezia La vicenda di Venezia si intreccia con quella di Milano. Venezia ha una storia particolare, perchè non si crea una vera e propria signoria, rimanendo un organismo repubblicano ma Venezia nel corso del 300 comincia a costruire anche una forza di terra, si accorgono quindi dell’importanza di un territorio consistente sulla terra. si crea quindi uno stato de mar (stato del mare) e uno stato de tera (stato di terra). Accanto a questa espansione si ha anche una modifica all’interno dello stato e della gestione del governo, perché a partire del 1297 viene attuata una chiusura del sistema politico, cioè viene emanato un provvedimento, stabilendo che ad avere ruoli politici potevano averli sono una serie di famiglie ben precise. A capo del maggior consiglio c’era il doge che non diventerà mai un signore. Le vecchie famiglie con una storia più antica, evitano che le nuove famiglie entrino nella politica. Questo provvedimento si chiama la serrata del maggior consiglio. Viene ridotto il numero di famiglie che possono mandare i loro rappresentanti all’interno del maggior consiglio. Viene creato un elenco delle famiglie che è contenuto nel libro d’oro e solo coloro che appartenevano alle famiglie segnate, potevano avere rappresentanti nel maggior consiglio. I veneziani iniziano già all’inizio del 300 a conquistare i territori, e dopo la guerra di Chioggia contro i genovesi, capiscono l’importanza anche del dominio territoriale sulla terra ferma. La guerra di Chioggia si svolge tra il 1378 e il 1381 tra Genova e Venezia. Erano le due città marinare che avevano costruito un’ampia rete commerciale e da tempo Genova voleva la supremazia sull’Adriatico. I genovesi riescono a conquistare il territorio di Chioggia ma poi subiscono il contrattacco veneziano e quindi il territorio conquistato dai genovesi tornò in mano veneziana. Tra 300 e 400 si assiste all’espansione dei territori di terra dei veneziani che poi si conclude con la battaglia di Maclodio. Le vicende di Firenze Firenze è particolarmente colpita dalla crisi del 300. La colpisce dal punto di vista economico, ma non frena la città dalla sua espansione territoriale. Firenze diventa una signoria molto tardi e fino alla metà del 400 rimane un comuno, anche se ha alcune vicende che l’avvicinano alla signoria. Nel 1266 (battaglia di Benevento) vengono cacciarti i ghibellini da Firenze, diventando una città guelfa. Nel corso del 300 allarga i loro territori e occupa Toscana, Emilia e Lazio. Inoltre emerge nella città la famiglia dei Medici che sono molto importanti. I medici non erano degli aristocratici, ma borghesi, particolarmente sono banchieri. Ottengono dei valori importanti e affiancano le istituzioni popolari. I membri della famiglia Medici tendono ad occupare la carica più importante. Dal 1434 al 1464 a Firenze si assiste alla “cripto signoria” di Cosimo de Medici. È una signoria che non lo è ufficialmente, ma è come se lo fosse. Viene poi ufficializzata nel 1469 quando il figlio di Cosimo, Lorenzo de Medici diventa signore. Governerà fino al 1492 e Firenze esce definitivamente dalla crisi del 300, riacquisendo grande fioritura economica. Lorenzo de Medici sarà uno dei più grandi mecenati nel rinascimento. Alla sua morte, ci sarà una crisi della signoria dei Medici che saranno scacciati da Firenze dal 1492 al 1512. Questa fase sarà caratterizzata dalla repubblica fiorentina che crollerà con il ritorno dei Medici. Otterranno poi il titolo di granduchi. Queste vicende sono intervallate dai conflitti tra le fazioni politiche e dai continui cambiamenti tra le varie città e stati. Questi conflitti portano a piccoli cambiamenti dal punto di vista territoriale. Alla metà del 400, le varie realtà politiche italiane capiscono che non c’è un motivo corretto per continuare a lottare tra di loro. Per volere di Lorenzo de Medici nel 1454 si arriva ad un accordo di pace tra i vari stati italiani, chiamato paced di Lodi (nome dovuto al luogo dove è stato stipulato). Voleva riportare la pace così che gli stati italiani e i confini non cambiassero. Stabilisce i confini e stabiliva anche che nel caso in cui uno degli stati italiani avesse attaccato uno stato italiano, tutti gli altri avrebbero dovuto aiutare il paese attaccato. Si introduceva un deterrente a ogni spinta aggressiva. Era già accaduto negli anni precedenti, ma stabilito in modo legale. Si crea quindi la lega italica, ovvero l’alleanza tra gli stati italiani nel caso di aggressione. Non era solo per un motivo economico e strategico, perchè in realtà anche a livello internazionale era successo qualcosa. Nel 1453 infatti i turchi avevano conquistato l’impero bizantino e a questo punto hanno paura anche dei turchi che potevano attraversare il mediterraneo e ottenere anche l’Italia. Questa pace funziona per qualche tempo, in quanto non ci saranno conflitti interni fino al 1494. Tuttavia la valutazione che gli storici hanno di questa pace è ambigua. Coloro che hanno visto in questa pace un successo, hanno ritenuto che fosse espressione di saggezza da parte degli italiani in quel tempo. Alcuni critici invece hanno criticato questa pace, definendola come una somma di debolezze. Sembrerebbe infatti un riconoscimento da parte degli stati italiani della loro incapacità di dominare sugli altri. La pace di Lodi si interromperà per un intervento straniero, ossia la discesa nel 1494 di Carlo VIII, re di Francia che cercò di conquistare il regno di Napoli. Il duca di Milano, Ludovico il Moro, voleva riallargare il suo territorio, alleandosi così con il re di Francia. In realtà poi conquista anche Firenze. Il territorio italiano diventa territorio ambito da Francia e Spagna. Nel 1559 finiranno le guerre di Italia che vedeva Francia e Spagna che si contendono l’Italia.

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