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Questo documento contiene appunti di storia, in particolare sulla crisi del dopoguerra e le sue conseguenze. Parla anche dei danni politici, economici e sociali della guerra.
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- STORIA Cap6 La. crisi del dopoguerra ·...
- STORIA Cap6 La. crisi del dopoguerra · la guerra degli anni 1524-18 : DANNI Politici , ECONOMICI e Sociali · profonda sfiducia verso en classi dirigentixkè avevano favorito l'entrata in guerral · USA - nuovo potere, scena internazionale NKe Francia Germania (debole liberalismo · + democrazion , Italia e - cedono la istituzioni liberali di fronte alle dittature che una volta ripreso il potere ripristinarono l'ordine grandi spece per lo storto bellico (molti · erano ricorsi all'aiuto statunitense) · In ricouvertine l'industria ogni passe era necessario · esorbitante inflazione (exeniva circolazione di cartamoneta contrazione del internazionale Protezionismo doganale · commercio neurre riparazioni di guerra "John Maynard Keynes" · denuncia i rischi di (propere liberalizzazione dei commerci) esteallaGermaniae se questa situazione e a ge USA L. i suoi consigli non vennero seguiti Anni integrazione tra · 201 : nuova nicerca scientifica e innovazione produttiva · Aumento della disoccupazione - ritorno in massa deireduci ↳ molti facevano parte della clame media · desiderio di Cottare i propri diritti che fino al 1514 era stato tipico colo del probutariato, · I PARTITI Smisero definitivamente di essere controllati dalla base ristretta e da notabili (formazioni di MASSA) · Manifestazioni di Piazza (Cortei, bandiera , slogan maretreni Malcontento popolare dovuto e taglio tame · ai della spese pubbliche, aumento delle or -Accanto reduci l'era la clas media molto di dameggiata di maggiormente aveva un reddito fisso BIENNIO Rosso : punto di maggi tensione proletaria lagitazioni operaia di stampo russo · ruolo delle donne in societàs affermazione dei diritti diritto di rato politici e civili e 12 sett. 1529 : dopo 2 giorni la firma del trattato d'Saint-German D Annunzio occupò Fiume : Le proclamandola indipendente Trattato di Rapallo s la reggenza non fu riconosciuta e fe risolto con questo trattato nel 1520 (12/11) ↳ prevedeva la status di citta libera per Fiume s il riconoscimento della sovranita italiana sull'Istria · nel gennaio 1524 con il pattoe l Roma Si conclusa la contesa : venero cedute Zara e Fiume Trattato di Riga (1921) : si amegna una parte del territorio russo ; Trattato di Losanna (1923) : Turchia, Kemal riprende il controllo dege strettia attra una politica naziona lista -"Scambio di Popolazione" tra turci (diaspora elegi armeni) e greci Dopoguerra in UK e Francia : I grave crisi economicantio ↳ richieste d' indipenden ese e ↓ Commonwealth (2526) ascitastatle se Irlanda : scontri tra cattolici e protestanti 1924 Francia : la SINISTRA vince le elezioni ma il (Poincare. governo cade dopo 2 anno Repubblica di Weimar in Germania : 1919 si diidore i poteri tra PARLAMENTO bicamerale a PRESIDENTE della Repubblica eletto da l popolo · le condizioni di guerra alimentale l'opposizione interna di destra e di sinistra, ANNI 1920-22 , il Paese da scontri di piazza dalla ripresa dell'antisemitismo; è agitato e · mancato pagamento del debito di guerra (gennaio 1523) la Francia occupa la regine mineraria della Ruhr ↓ la mancanta di Carbone provoca un crollo del marco e bancarotta, · Agosto 1923 : Sale al potere Strasemann che pare fine alla resistenza passiva nella Ruhr e ottiene prestiti dagi USA ; ↳ politica di risanamento monetario Patto di Locarno (1925) : Germania riconosce trattato di Versaille ed entra nella società delle Nazion Anni co vari tentativi insurrezionali ( partito 1923) fondato · : di estrema destra nazional socialista nov. nel 1519 da Hitler · 1525 HINDENBURC è eletto presidente della Repubblica /candidato della destra); repubblica di Weimar La Repubblica di Weimar è il nome con cui si indica comunemente lo Stato tedesco che esistette tra il 1919 e il 1933, succedendo all’Impero tedesco (Secondo Reich) e precedendo il regime nazista. Il termine “Repubblica di Weimar” deriva dalla città di Weimar, dove venne redatta e adottata la nuova Costituzione repubblicana nel 1919. Contesto storico La Repubblica di Weimar nacque dopo la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale e il conseguente crollo della monarchia imperiale guidata dal Kaiser Guglielmo II, che abdicò nel novembre 1918. La nuova repubblica cercava di portare democrazia e modernità in un paese sconvolto dalla guerra, dalle tensioni sociali e dall’umiliazione del Trattato di Versailles (1919), che impose alla Germania pesanti riparazioni di guerra, una drastica riduzione dell’esercito e la perdita di territori. Caratteristiche principali 1. Sistema politico: La Costituzione di Weimar istituì una repubblica parlamentare democratica, con un presidente eletto direttamente dai cittadini e un parlamento bicamerale (Reichstag e Reichsrat). Garantì diritti fondamentali come la libertà di espressione, di associazione e il suffragio universale, compreso il diritto di voto alle donne. 2. Difficoltà economiche: La Germania affrontò gravi crisi economiche, come l’iperinflazione del 1923, in parte dovuta alle riparazioni di guerra. La Grande Depressione del 1929 colpì duramente la Germania, portando a disoccupazione di massa e a un crollo della fiducia nelle istituzioni democratiche. 3. Instabilità politica: La Repubblica di Weimar fu caratterizzata da una forte frammentazione politica, con partiti estremisti come i comunisti (KPD) e i nazionalisti (NSDAP, il partito nazista) che guadagnavano consensi. Tentativi di colpi di stato, come il Putsch di Kapp (1920) e il Putsch di Monaco (1923), misero a rischio la stabilità della repubblica. 4. Cultura e società: Nonostante le difficoltà, gli anni ‘20 videro un’esplosione culturale in Germania, con importanti contributi nell’arte (es. Bauhaus), nel cinema (Fritz Lang), nella letteratura e nella filosofia. Fine della Repubblica L’ascesa al potere di Adolf Hitler e del Partito Nazionalsocialista segnò la fine della Repubblica di Weimar. Nel 1933, con l’approvazione del Decreto dell’incendio del Reichstag e della Legge dei pieni poteri, Hitler consolidò il suo potere, trasformando la Germania in una dittatura nazista e ponendo fine al sistema democratico di Weimar. La Repubblica di Weimar è oggi ricordata come un esperimento democratico travagliato, spesso considerato un avvertimento sui pericoli derivanti da instabilità politica, economica e sociale. Cap. 5 , Rivoluzione russa La Rivoluzione Russa fu una serie di eventi rivoluzionari che portarono alla caduta dell’Impero zarista in Russia e alla nascita dello Stato sovietico. Essa si svolse nel 1917 ed è suddivisa in due fasi principali: la Rivoluzione di Febbraio e la Rivoluzione di Ottobre. 1. Contesto storico Situazione politica ed economica della Russia La Russia imperiale, sotto lo zar Nicola II, era un paese autocratico e arretrato, con un’enorme disparità sociale tra nobiltà e contadini. La partecipazione della Russia alla Prima Guerra Mondiale aggravò la situazione, causando milioni di morti, carestie, inflazione e disordini interni. Lo zar era incapace di affrontare la crisi, e la crescente insoddisfazione popolare favorì la diffusione di idee rivoluzionarie. Movimenti rivoluzionari Menscevichi: Socialisti moderati che credevano in un cambiamento graduale e democratico. Bolscevichi: Fazione guidata da Lenin, favorevole a una rivoluzione immediata e alla dittatura del proletariato. Altri gruppi includevano anarchici e socialisti rivoluzionari, attivi soprattutto tra i contadini. 2. Rivoluzione di Febbraio (marzo 1917 secondo il calendario gregoriano) La prima fase della rivoluzione scoppiò a San Pietroburgo (all’epoca Pietrogrado), con scioperi operai e manifestazioni contro la carenza di cibo e l’oppressione politica. Il malcontento coinvolse anche l’esercito, che si ammutinò rifiutandosi di reprimere i manifestanti. Lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare il 15 marzo 1917, ponendo fine a tre secoli di dominio della dinastia Romanov. Il Governo Provvisorio Dopo l’abdicazione, venne formato un Governo Provvisorio, composto da liberali e socialisti moderati, guidato da Aleksandr Kerenskij. Tuttavia, il Governo Provvisorio dovette condividere il potere con i Soviet (consigli di operai e soldati), dove i bolscevichi acquisirono progressivamente influenza. Le riforme promesse non vennero attuate, e la decisione di continuare la guerra contro Germania e Austria-Ungheria alienò ulteriormente il consenso popolare. 3. Rivoluzione di Ottobre (novembre 1917 secondo il calendario gregoriano) Guidati da Lenin e Trotsky, i bolscevichi organizzarono un colpo di stato per prendere il potere. Il 7 novembre 1917 (25 ottobre secondo il calendario giuliano), i bolscevichi, con l’appoggio della Guardia Rossa, presero il controllo di Pietrogrado e occuparono i punti strategici della città. Il Palazzo d’Inverno, sede del Governo Provvisorio, fu assaltato senza grande resistenza. Il Governo Provvisorio fu rovesciato. 4. Conseguenze immediate I bolscevichi istituirono un governo rivoluzionario guidato da Lenin e dominato dal partito comunista. Furono adottate misure radicali: Decreto sulla terra: redistribuzione delle terre ai contadini. Decreto sulla pace: richiesta di un armistizio immediato nella Prima Guerra Mondiale, che portò alla firma del Trattato di Brest-Litovsk con la Germania (1918). Nazionalizzazione delle industrie e controllo operaio sulla produzione. 5. Guerra civile (1918-1921) La Rivoluzione provocò una violenta guerra civile tra: Rossi: sostenitori dei bolscevichi. Bianchi: coalizione di monarchici, liberali e socialisti moderati, appoggiati da potenze straniere. I bolscevichi vinsero, consolidando il potere e dando vita all’Unione Sovietica nel 1922. Significato storico La Rivoluzione Russa segnò l’inizio di una nuova era nella storia mondiale: Fu il primo grande tentativo di costruire una società socialista, ispirando movimenti rivoluzionari in tutto il mondo. Portò alla creazione di uno Stato totalitario e centralizzato sotto il Partito Comunista. Istituì il sistema politico-economico che sarebbe stato protagonista della Guerra Fredda nel XX secolo. DATE + importanti : Antefatti 9 gennaio 1905: Domenica di sangue – Manifestazione pacifica a San Pietroburgo repressa nel sangue dall’esercito zarista. Questo evento diede inizio alla Rivoluzione del 1905. 17 ottobre 1905: Manifesto di Ottobre – Lo zar Nicola II promette riforme politiche e la creazione di una Duma (parlamento), ma i cambiamenti furono limitati. 1917: La Rivoluzione Russa Rivoluzione di Febbraio 23 febbraio 1917 (8 marzo nel calendario gregoriano): Scioperi e manifestazioni a Pietrogrado per protestare contro la carenza di cibo e le condizioni della guerra. 27 febbraio 1917 (12 marzo): I soldati si ammutinano e si uniscono ai manifestanti. Viene formato il Soviet di Pietrogrado. 2 marzo 1917 (15 marzo): Abdicazione dello zar Nicola II. Fine della monarchia russa. Si forma il Governo Provvisorio. Periodo intermedio 3 aprile 1917 (16 aprile): Lenin ritorna dall’esilio in Svizzera e pubblica le sue Tesi di Aprile, chiedendo “tutto il potere ai Soviet”. Giugno 1917: Fallisce l’Offensiva Kerenskij, un tentativo del Governo Provvisorio di rilanciare la guerra contro gli imperi centrali. 25-30 agosto 1917: Fallisce il Colpo di Stato di Kornilov, un tentativo controrivoluzionario del generale Kornilov di restaurare l’ordine zarista. Rivoluzione di Ottobre 25 ottobre 1917 (7 novembre): I bolscevichi rovesciano il Governo Provvisorio durante la presa del Palazzo d’Inverno a Pietrogrado. 26 ottobre 1917 (8 novembre): Lenin annuncia i primi decreti rivoluzionari: Decreto sulla pace e Decreto sulla terra. Conseguenze immediate 5 gennaio 1918: Viene sciolta l’Assemblea Costituente, eletta nel novembre 1917, consolidando il potere bolscevico. 3 marzo 1918: Firma del Trattato di Brest-Litovsk, che pone fine alla partecipazione russa alla Prima Guerra Mondiale. 17 luglio 1918: Eccidio della famiglia Romanov – Nicola II e la sua famiglia vengono giustiziati a Ekaterinburg dai bolscevichi. Guerra civile e nascita dell’Unione Sovietica 1918-1921: Guerra civile russa tra l’Armata Rossa e le forze controrivoluzionarie (Bianchi). 7 novembre 1920: Fine della guerra civile con la vittoria dei bolscevichi. 30 dicembre 1922: Nasce l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). La crisi del dopoguerra La crisi del dopoguerra fu un periodo di profonde difficoltà economiche, sociali e politiche che colpì l’Europa (e gran parte del mondo) dopo la Prima Guerra Mondiale (1914-1918). La guerra aveva lasciato un’eredità di devastazione economica, tensioni politiche e cambiamenti sociali che trasformarono radicalmente il panorama globale. 1. Cause principali della crisi Distruzione economica Perdite umane e materiali: Milioni di persone morirono o rimasero ferite, e molte regioni europee (soprattutto in Francia, Belgio e nei Balcani) furono devastate dalla guerra. Debiti di guerra: Le potenze europee accumularono enormi debiti, specialmente verso gli Stati Uniti, che avevano finanziato lo sforzo bellico. Industrie riconvertite: Le economie erano state militarizzate durante la guerra, e il ritorno alla produzione civile fu lento e inefficiente. Conseguenze del Trattato di Versailles (1919) La Germania fu obbligata a pagare pesanti riparazioni di guerra (132 miliardi di marchi oro), causando iperinflazione e crisi economica interna. La ridistribuzione dei territori e la creazione di nuovi stati (es. Polonia, Cecoslovacchia) destabilizzarono le relazioni internazionali e crearono tensioni etniche. Disoccupazione e povertà Il ritorno di milioni di soldati rese difficoltoso il reinserimento nel mercato del lavoro. L’inflazione e le difficoltà agricole provocarono carestie e disagi sociali. 2. Conseguenze economiche Inflazione e iperinflazione La Germania fu uno degli esempi più emblematici: nel 1923, la crisi delle riparazioni portò all’iperinflazione, con il marco tedesco che perse quasi tutto il suo valore. Anche altri paesi come l’Austria e l’Ungheria sperimentarono situazioni simili. Ricostruzione lenta Paesi come la Francia dovettero affrontare la ricostruzione delle regioni devastate, mentre nazioni emergenti nell’Europa orientale lottavano per costruire economie moderne. 3. Conseguenze sociali Tensioni sociali L’insoddisfazione delle classi lavoratrici portò a scioperi e proteste in molti paesi (es. Biennio Rosso in Italia, 1919-1920). Movimenti rivoluzionari ispirati alla Rivoluzione Russa si diffusero, portando timori di insurrezioni comuniste (es. in Germania con la Rivolta Spartachista, 1919). Cambiamenti sociali L’emancipazione delle donne aumentò durante la guerra (per il loro ruolo nelle fabbriche), e molti paesi concessero loro il diritto di voto nel dopoguerra. La perdita di una generazione intera di giovani uomini lasciò segni profondi nella società. 4. Conseguenze politiche Crollo degli imperi Quattro grandi imperi crollarono: Impero Tedesco, Impero Austro-Ungarico, Impero Ottomano e Impero Russo. In molti paesi sorsero nuove repubbliche, spesso fragili e instabili (es. Repubblica di Weimar in Germania). Nascita di regimi totalitari La crisi economica e l’instabilità politica crearono terreno fertile per l’ascesa di regimi autoritari: In Italia, Benito Mussolini fondò il fascismo (1922). In Germania, il nazismo di Adolf Hitler trovò consenso sfruttando il malcontento popolare. Sistema internazionale fragile La Società delle Nazioni, creata per mantenere la pace, si rivelò inefficace nel prevenire nuovi conflitti. Le rivalità tra le potenze europee continuarono, con tensioni irrisolte che avrebbero contribuito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. date + importanti : 1918 11 novembre 1918: Fine della Prima Guerra Mondiale con la firma dell’Armistizio di Compiègne. 1919 18 gennaio 1919: Inizio della Conferenza di Pace di Parigi, dove le potenze vincitrici decisero i termini di pace. 28 giugno 1919: Firma del Trattato di Versailles, che impose pesanti condizioni alla Germania, incluse riparazioni di guerra e la perdita di territori. Nel 10 gennaio 1920: Entrata in vigore del Trattato di Versailles e creazione della Società delle Nazioni per garantire la pace internazionale. 1919-1920: Biennio Rosso in Italia e in Europa: scioperi, occupazioni di fabbriche e rivolte socialiste ispirate dalla Rivoluzione Russa. 1921 21 marzo 1921: Lenin introduce la Nuova Politica Economica (NEP) in Unione Sovietica per rilanciare l’economia dopo la guerra civile. 1921: Fine della guerra civile russa con la vittoria dei bolscevichi. 1922 28 ottobre 1922: Marcia su Roma: Benito Mussolini prende il potere in Italia, instaurando il regime fascista. 30 dicembre 1922: Fondazione dell’Unione Sovietica (URSS). 1923 Gennaio 1923: Occupazione francese e belga della Ruhr per il mancato pagamento delle riparazioni da parte della Germania. Novembre 1923: Iperinflazione in Germania: il marco perde quasi tutto il suo valore. 9 novembre 1923: Fallimento del Putsch di Monaco, il tentativo di colpo di stato di Adolf Hitler e del Partito Nazionalsocialista. 1924 21 gennaio 1924: Morte di Lenin; inizia la lotta per la successione tra Stalin e Trotsky in Unione Sovietica. 1925 16 ottobre 1925: Firma degli Accordi di Locarno, con l’obiettivo di stabilire la pace in Europa occidentale e normalizzare le relazioni con la Germania. 1929 24 ottobre 1929: Crollo di Wall Street (“Giovedì nero”), che dà inizio alla Grande Depressione mondiale. PRIMA GUERRA MONDIALE La Prima Guerra Mondiale (1914-1918), spesso definita “Grande Guerra”, fu un conflitto globale che coinvolse le maggiori potenze mondiali, divise in due schieramenti principali: gli Imperi Centrali e le Potenze Alleate. Questo conflitto trasformò radicalmente il panorama geopolitico, sociale ed economico del XX secolo. 1. Cause principali Cause a lungo termine Nazionalismo: Le tensioni nazionalistiche in Europa, soprattutto nei Balcani, aumentarono le rivalità tra gli Stati. Imperialismo: La competizione per le colonie e le risorse economiche intensificò le rivalità tra le grandi potenze (es. Gran Bretagna e Germania, Francia e Germania). Militarismo: Una corsa agli armamenti e la crescente influenza dei militari nella politica aumentarono il rischio di conflitto. Sistema di alleanze: Triplice Intesa: Francia, Gran Bretagna, Russia. Triplice Alleanza: Germania, Austria-Ungheria, Italia (anche se l’Italia resterà neutrale all’inizio e poi entrerà in guerra con l’Intesa). Cause immediate L’attentato di Sarajevo (28 giugno 1914): L’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Austria-Ungheria, fu assassinato a Sarajevo dal nazionalista serbo Gavrilo Princip. Questo evento innescò una crisi diplomatica tra Austria-Ungheria e Serbia. 2. Cronologia degli eventi principali 1914: Lo scoppio della guerra 28 luglio: L’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia. 1-4 agosto: La Germania dichiara guerra a Russia e Francia; il Regno Unito dichiara guerra alla Germania. Piano Schlieffen: La Germania invade il Belgio per attaccare la Francia, violando la neutralità belga. Questo porta l’Inghilterra a intervenire. Ottobre: L’Impero Ottomano entra in guerra a fianco degli Imperi Centrali. 1915: La guerra di trincea La guerra si stabilizza sul fronte occidentale, con trincee che si estendono dalla Manica alla Svizzera. 23 maggio: L’Italia entra in guerra a fianco della Triplice Intesa (dopo il Patto di Londra, 1915). Uso crescente di nuove armi, come i gas tossici, che aumentano la brutalità del conflitto. 1916: Grandi battaglie e logoramento Febbraio-dicembre: Battaglia di Verdun (Francia contro Germania), simbolo del logoramento, con centinaia di migliaia di morti. Luglio-novembre: Battaglia della Somme, uno dei combattimenti più sanguinosi del conflitto. Sul fronte orientale, la Russia subisce gravi perdite contro la Germania e l’Austria-Ungheria. 1917: Svolte cruciali Febbraio: La Rivoluzione Russa porta alla caduta dello zar Nicola II. Aprile: Gli Stati Uniti entrano in guerra a fianco dell’Intesa, dopo che la Germania intensifica la guerra sottomarina e propone il Patto di Zimmermann al Messico. Ottobre: La Rivoluzione d’Ottobre in Russia porta i bolscevichi al potere. Lenin avvia negoziati per uscire dalla guerra. 1918: La fine della guerra Marzo: La Russia firma il Trattato di Brest-Litovsk con gli Imperi Centrali, uscendo dalla guerra. Primavera: La Germania lancia grandi offensive sul fronte occidentale, ma l’arrivo delle truppe americane rafforza gli Alleati. 11 novembre: La Germania firma l’armistizio di Compiègne, ponendo fine alla guerra. 3. Conseguenze della guerra Perdite umane Circa 17 milioni di morti (tra soldati e civili) e oltre 20 milioni di feriti. Epidemie, carestie e devastazioni causarono ulteriori perdite dopo la guerra. Cambiamenti territoriali Crollano quattro grandi imperi: Impero Tedesco, Impero Austro-Ungarico, Impero Ottomano e Impero Russo. Nascita di nuovi stati in Europa centrale ed orientale (es. Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Stati baltici). Conseguenze politiche e sociali Il Trattato di Versailles (1919) impone dure condizioni alla Germania, seminando il risentimento che porterà alla Seconda Guerra Mondiale. Cambiamenti sociali: maggiore partecipazione delle donne nella società, sviluppo dei movimenti socialisti e comunisti. Creazione della Società delle Nazioni, un’organizzazione internazionale per prevenire futuri conflitti (che però si rivelerà inefficace). Belle epoque e l'era Giolittiana : La Belle Époque (1871-1914) La Belle Époque (letteralmente “Epoca Bella”) fu un periodo di prosperità, progresso tecnologico, innovazioni culturali e ottimismo sociale in Europa. Questo periodo prese avvio dopo la fine della guerra franco-prussiana (1870-71) e si concluse con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914. Caratteristiche principali 1. Progresso tecnologico e scientifico Innovazioni tecnologiche: Invenzioni come il telefono (1876), la luce elettrica, l’automobile, il cinema (1895, fratelli Lumière) e l’aereo (primo volo dei fratelli Wright, 1903). Scienza: Grandi scoperte, come la teoria della relatività di Albert Einstein (1905), e il progresso nella medicina con vaccini e nuovi strumenti chirurgici. 2. Crescita economica e industrializzazione Le città europee videro un’espansione economica e demografica, con lo sviluppo di industrie, commercio e infrastrutture (es. metropolitane a Londra e Parigi). Si diffuse il consumo di massa, grazie alla nascita dei grandi magazzini e al miglioramento dei trasporti (ferrovie e transatlantici). 3. Arte e cultura La Belle Époque fu l’epoca del Modernismo, che si manifestò in diverse forme: Art Nouveau (es. architettura di Gaudí e Klimt). Impressionismo e post-impressionismo in pittura (es. Monet, Van Gogh, Cézanne). Nascita di nuove correnti nella musica (Debussy, Ravel) e nella letteratura (es. Proust, Wilde). Cresceva l’interesse per i caffè letterari e le arti dello spettacolo (es. l’Opera di Parigi e il cabaret di Montmartre). 4. Tensioni sociali e politiche Sebbene fosse un periodo di prosperità per le élite, le disuguaglianze sociali tra ricchi e poveri rimasero marcate. Movimenti socialisti e sindacali iniziarono a organizzarsi, chiedendo migliori condizioni di lavoro e diritti per i lavoratori. L’Era Giolittiana (1901-1914) In Italia, la Belle Époque coincise in gran parte con l’Era Giolittiana, un periodo caratterizzato dal governo di Giovanni Giolitti, che fu presidente del Consiglio per ben cinque volte tra il 1901 e il 1914. Caratteristiche principali 1. Modernizzazione economica e industriale Crescita industriale: L’Italia settentrionale vide un rapido sviluppo dell’industria, in particolare nei settori tessile, siderurgico e meccanico (es. FIAT, fondata nel 1899). Opere pubbliche: Investimenti in infrastrutture (ferrovie, scuole, acquedotti). Giolitti sostenne un capitalismo moderato, cercando di favorire sia gli industriali che i lavoratori. 2. Politica interna: il “giolittismo” Mediazione tra classi sociali: Giolitti cercò di conciliare gli interessi degli industriali, dei lavoratori e dei proprietari terrieri, ottenendo un equilibrio sociale. Riforme sociali: Introduzione del suffragio universale maschile (1912). Miglioramenti nelle condizioni di lavoro, come la tutela delle donne e dei minori nelle fabbriche. Istituzione delle prime pensioni. Neutralità dello Stato nei conflitti sociali: Giolitti spesso lasciò che i lavoratori scioperassero senza l’intervento repressivo delle forze armate. 3. Politica coloniale Giolitti promosse l’espansione coloniale italiana, culminata nella Guerra italo-turca (1911-1912), con la conquista della Libia. Questo servì anche a consolidare il consenso interno, soprattutto da parte dei nazionalisti. 4. Contraddizioni sociali e crisi Nonostante le riforme, persistettero grandi disparità tra Nord e Sud Italia. Il Sud rimase prevalentemente agricolo e arretrato, con alti livelli di analfabetismo e povertà. Le tensioni con la Chiesa Cattolica rimasero forti, nonostante un parziale avvicinamento. 5. Crisi del sistema liberale L’ascesa dei movimenti nazionalisti e socialisti minò gradualmente il consenso verso il sistema liberale. Nel 1914, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale segnò la fine del periodo giolittiano e delle politiche di mediazione. Fondamentalismo islamico Il fondamentalismo islamico è un movimento ideologico e politico che sostiene un ritorno rigoroso ai principi dell’Islam delle origini, interpretando il Corano e la Sunna (gli insegnamenti e le azioni del profeta Maometto) in modo letterale e spesso rigido. Questo fenomeno si manifesta sia come risposta a modernizzazioni considerate incompatibili con i valori islamici, sia come opposizione all’influenza culturale, politica ed economica dell’Occidente. Origini e sviluppo Il fondamentalismo islamico non è un fenomeno unico, ma comprende una varietà di correnti e movimenti che si sono sviluppati in contesti storici, sociali e politici differenti. Le sue origini si possono far risalire a: 1. Movimenti di riforma islamica nel XVIII e XIX secolo: Wahhabismo: Fondato da Muhammad ibn Abd al-Wahhab nel XVIII secolo in Arabia, il wahhabismo promuove un ritorno all’Islam “puro”, eliminando innovazioni e pratiche religiose considerate non autentiche. Questo movimento ha influenzato profondamente l’Arabia Saudita moderna. Movimento dei Fratelli Musulmani (1928): Fondato in Egitto da Hassan al-Banna, questo movimento islamista mirava a rigenerare la società attraverso la Sharia (legge islamica), opponendosi alla colonizzazione occidentale e al secolarismo. 2. Reazioni all’epoca coloniale e post-coloniale: La dominazione coloniale europea nei paesi islamici provocò un forte senso di alienazione culturale e religiosa. Dopo l’indipendenza, i governi secolari emersi in molti Stati arabi vennero percepiti da alcune fazioni come corrotti e subordinati agli interessi occidentali. 3. La Guerra Fredda e i conflitti successivi: La Guerra Fredda vide le potenze occidentali sostenere regimi autoritari nel mondo islamico (es. Iran dello Scià, Arabia Saudita) per contenere il comunismo. Questo alimentò il risentimento nei confronti dell’Occidente. L’invasione sovietica dell’Afghanistan (1979) e il supporto occidentale ai mujahidin favorirono la radicalizzazione di alcuni gruppi, come Al-Qaeda. 4. Iran e Rivoluzione Islamica (1979): La rivoluzione guidata dall’Ayatollah Khomeini portò alla creazione di una teocrazia in Iran, fornendo un modello per il fondamentalismo islamico sciita. Caratteristiche del fondamentalismo islamico 1. Ritorno alla Sharia: Il fondamentalismo islamico promuove l’applicazione della legge islamica come unica guida per la società e il governo. Questo implica il rifiuto delle leggi secolari e democratiche. 2. Opposizione al modernismo culturale e all’Occidente: Viene respinto il modello di vita occidentale, considerato corrotto, materialista e moralmente decadente. L’Occidente è spesso visto come una minaccia al mondo islamico, sia per la sua influenza culturale che per la sua presenza militare ed economica. 3. Rigore religioso: Pratiche come l’uso del velo integrale, la separazione tra i sessi e la preghiera obbligatoria sono enfatizzate. L’Islam viene interpretato in modo letterale e non adattabile ai contesti storici o culturali. 4. Aspetto politico e militante: Alcuni gruppi fondamentalisti, come Al-Qaeda, ISIS o i Talebani, utilizzano la violenza per instaurare governi islamici e combattere quello che considerano l’oppressione degli Stati islamici da parte dell’Occidente. Tuttavia, non tutti i movimenti fondamentalisti sono violenti: esistono anche organizzazioni che perseguono i loro obiettivi tramite mezzi politici, come i Fratelli Musulmani. Principali movimenti e gruppi fondamentalisti 1. Wahhabismo (Arabia Saudita): Ha influenzato la dottrina ufficiale del regno saudita, promuovendo una visione conservatrice dell’Islam. 2. Fratelli Musulmani (Egitto e mondo arabo): Movimento islamista che cerca di unire politica e religione, spesso accusato di estremismo. 3. Al-Qaeda: Fondato da Osama bin Laden, si oppone alla presenza militare occidentale nei paesi islamici ed è responsabile di numerosi attacchi terroristici, tra cui l’11 settembre 2001. 4. ISIS (Stato Islamico): Sorto in Iraq e Siria, ha proclamato un “califfato” nel 2014, imponendo un’interpretazione estremamente rigida della Sharia e commettendo atrocità contro civili, minoranze religiose e oppositori. 5. Talebani (Afghanistan): Movimento islamista sunnita che governa l’Afghanistan dal 2021, imponendo una visione ultraconservatrice della legge islamica. Critiche e risposte al fondamentalismo islamico 1. Critiche interne: Molti musulmani considerano i fondamentalisti una distorsione dei principi autentici dell’Islam, che promuove la pace e la giustizia. Studiosi riformisti sostengono che l’Islam sia compatibile con la modernità e la democrazia.