Summary

Questo documento affronta l'ontogenesi della coscienza. Analizza lo sviluppo della coscienza nei bambini, fin dalla nascita fino ai primi anni di vita, attraverso diversi studi e esperimenti. Include concetti come la permanenza dell'oggetto, l'imitazione, la comprensione delle azioni degli altri (teoria della mente) e il riconoscimento di sé.

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LA COSCIENZA Dott.ssa Giulia Rampoldi [email protected] Due accezioni di “coscienza” 1. Consapevolezza del valore morale del proprio operato, sentimento del bene e del male che si fa: avere, non avere c.; agire con c.; esame di c., esame riflesso delle proprie azioni per poter...

LA COSCIENZA Dott.ssa Giulia Rampoldi [email protected] Due accezioni di “coscienza” 1. Consapevolezza del valore morale del proprio operato, sentimento del bene e del male che si fa: avere, non avere c.; agire con c.; esame di c., esame riflesso delle proprie azioni per poter discernere il bene e il male compiuto e, quindi, riconoscere le proprie eventuali colpe (soprattutto come atto preparatorio al sacramento della confessione). Anche come criterio supremo della moralità o, in modo più attenuato, come sensibilità morale. 2. Consapevolezza che il soggetto ha di se stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori: c. di sé, autocoscienza; contenuti di c., l’insieme dei dati presenti nella coscienza. (Treccani.it) La coscienza che «percepisce» (Pinker, 1997) A. Senzienza Insieme dei contenuti dell’esperienza. Coincide con esperienza soggettiva, coscienza fenomenica, sensazioni spontanee, tempo soggettivo. Esperienza vissuta da parte di quell’essere vivente. ▪ Nagel (1974): l’esperienza che un pipistrello ha del mondo può essere compresa solo se si ha il corpo di un pipistrello, cioè tutto il suo equipaggiamento sensoriale, che consente di vedere il mondo da quella prospettiva. B. Accesso all’informazione Stato di veglia, di vigilanza. Stato della mente che percepisce, interagisce e comunica con l’ambiente fisico e relazionale. Capacità di riferire il contenuto dell’esperienza mentale. Es: prodotti della visione, i contenuti della MBT, etc. C. Autocoscienza Rappresentazioni di secondo ordine sui propri stati mentali: pensare il pensiero. ▪ Metacognizione: autoriflessività sul fenomeno cognitivo; conoscenza che un soggetto ha del proprio funzionamento cognitivo e di quello altrui. ▪ Teoria della Mente (TdM): progressiva scoperta da parte del bambino che oltre a un mondo fisico retto dalle sue leggi causali esiste un mondo di relazioni sociali interpersonali in cui le azioni degli individui sono governate dai loro stati interni (desideri, intenzioni, opinioni, credenze, emozioni, affetti, etc.). Abilità cognitiva che si acquisisce normalmente intorno ai 3-4 anni. Test della falsa credenza (Wimmer & Perner, 1983) Compito degli Smarties ◦ Si mostra al b. una scatola di Smarties chiusa e gli si chiede cosa pensa contenga. Dopo che il b. ha risposto, dicendo Smarties o simili, gli si mostra che dentro c’è una matita e si richiude la scatola. ◦ Si informa poi il b, che sta per arrivare una persona a cui verrà mostrata la scatola chiusa. ◦ Si chiede quindi al b. di dire cosa risponderà la persona, quando gli verrà posta la domanda sul contenuto della scatola. https://www.youtube.com/watch?v=41jSdOQQpv0 Ontogenesi della coscienza ◦ Mente relazionale (uomo = «zōon politikòn»): la coscienza emerge all'interno di un sistema di interazioni con l'ambiente e con gli altri. ◦ L’infante è estremamente competente nelle sue interazioni con il mondo: fin dalla nascita è selettivamente orientato verso alcune categorie di stimoli (viso umano, oggetto in movimento, le proprie azioni, etc.). La visione secondo cui i neonati sarebbero avvolti in una confusione assoluta di sensazioni, una «confusione fluttuante e fiorita» (James, 1890), «quadri fluttuanti e disorganizzati» (Piaget, 1970), è ormai superata! La preferenza per il volto umano (Goren et al., 1975) ◦ I neonati seguono di più i movimenti della configurazione simile al volto umano che non quelli del volto disordinato ed entrambi suscitano più attenzione della sagoma vuota. Imitazione (Melzoff & Moore, 1989) Mirror neurons (MN) ◦ Particolare classe di neuroni visuomotori che si attivano sia quando un soggetto esegue certe azioni sia quando si limita ad osservare un altro individuo che le esegue (Rizzolatti et al., 1996); Gallese et al., 1996). ◦ I MN si attivano solo quando l’azione eseguita e/o osservata è complessa e intenzionale, ovvero presuppone desideri, scopi, obiettivi e risultati attesi. Base fisiologica per due fenomeni relazionali ◦ I MN ci consentono di capire le intenzioni altrui fondamentali: e di regolare il comportamento di a) empatia conseguenza. b) intersoggettività Preferenze ed aspettative sociali I neonati distinguono le persone dalle cose a pochi mesi e rispondono in modo caratteristico ai volti umani e alle voci (Melzoff & More, 1995). ▪ A 2 mesi i bebè rispondono in modo differente se sono di fronte a un adulto che interagisce con loro (vocalizzano) rispetto a come reagiscono alla presenza di un oggetto (cercano di prenderlo). ▪ Still face paradigm: se la persona non risponde in modo congruente ai loro vocalizzi (faccia inespressiva) mostrano stupore/disagio. https://www.youtube.com/watch?v=abn5uvVvjX8 ▪ Turn-taking: capacità di prendere i turni linguistici alternando vocalizzi e silenzi in perfetta sincronia con quelli del partner. Immagine allo specchio: Io-altro ◦ A 5 mesi i bambini distinguono tra il riflesso nello specchio del movimento delle proprie gambe e quello delle gambe di un altro bimbo. ◦ Sempre intorno ai 5 mesi i bambini che osservano un video sono più interessati alle immagini di un altro bimbo che non alle proprie (Jeannerod, 2003). Rapporto di causalità fisica ◦ A 4-6 mesi i bambini possono già manifestare un’abilità nel valutare la distanza che intercorre fra loro e l’oggetto e se quest’ultimo cade nel raggio d’azione del suo braccio (Clifton et al., 1991; Yonas & Hartman, 1993). La capacità di discriminare se un oggetto sia afferrabile oppure no è una conoscenza legata al fare immediato, e alla potenzialità di movimento: senso di sé corporeo. Violazione dell’aspettativa (Baillargeon & Graber, 1987) Il bambino guarda più a lungo l’evento impossibile. Anche a pochi mesi (tra i 6 e i 9) il neonato vive in un mondo organizzato, fatto di oggetti in movimento che rispettano le regole di base del mondo fisico (gravità, non penetrabilità dei corpi, prevedibilità delle traiettorie, esistenza stabile, etc.) (Baillargeon, 1993) Permanenza dell’oggetto IV sottostadio dello stadio sensomotorio (0-2 anni): già verso gli 8-12 mesi il bambino trova un oggetto completamente nascosto, ma commette ancora errori di perseveranza. Immagine allo specchio (2): Identità di sé ◦ Indice comportamentale per valutare la consapevolezza rappresentativa di sé nei bambini che ancora non parlano (Gallup, 1970; Zazzo, 1975). ◦ Dopo i 21-24 mesi quasi tutti i bambini si riconoscono nell’immagine allo specchio. La prova della macchia ◦ Paradigma sperimentale privilegiato per lo studio della coscienza di sé ◦ Il fatto che il soggetto indichi la macchia su di sé e non sull’immagine speculare e che cerchi di pulirsi sono considerati indicatori affidabili di consapevolezza di sé ◦ 18-24 mesi Differenziazione sé-mondo ◦ Ad un solo giorno di vita i neonati tendono ad orientarsi molto più spesso verso un dito che li tocca quando questo dito è quello di un estraneo rispetto a quando c’è un contatto accidentale con il loro dito (Rochat & Hespos, 1997). Registrazione della differenza tra etero- e auto-contatto. La dimensione temporale dell’immagine di sé ◦ Mentre un bambino di 3 anni si riconosce in un video ripreso in tempo reale, quando la visione del video è dilazionata anche solo di pochi minuti non si riconosce più fino a che non ha raggiunto i 4 anni circa. Il bambino riesce a comprendere che il sé è un’entità stabile, che permane nel tempo e che ha quindi una sua dimensione temporale (Povinelli, 2001; Rochat, 2003). Ricapitolando… Ontogenesi della coscienza di sé – Il Primo anno ◦ Capacità di percezione multimodale è presente nel bambino fin dalla nascita: - riconoscimento di oggetti succhiati e visti - il collegamento della voce emessa da un volto con il volto stesso - l’imitazione precoce (dopo poche ore o giorni) ◦ Permanenza dell’oggetto (verso le 20 settimane): - reazioni di sorpresa alla scomparsa di oggetti e al moltiplicarsi del volto materno per un gioco di specchi ◦ Neonati rispondono in modo differente alla stimolazione proveniente dal proprio corpo rispetto a quella altrui: i neonati si orientano significativamente di più verso il dito dello sperimentatore (allo-stimolazione) che verso il proprio dito che accidentalmente tocca la zona peri-orale (auto- stimolazione) ◦ Dai 6 mesi il bambino discrimina accuratamente se un oggetto si trova entro o al difuori del suo raggio di azione e il suo gesto di afferrare è guidato anche dalla distanza dell’oggetto in relazione alla lunghezza del suo braccio ◦ Dai 2-3 mesi il neonato è sensibile agli effetti della propria azione e può modulare la propria attività (succhiare, vocalizzare, scalciare, ecc.) in modo da ottenere effetti desiderati nell’ambiente (es. messa a fuoco di un’immagine, il movimento di un oggetto, ecc.) ◦ A 5 mesi i bambini possono differenziare la propria attuale immagine videoregistrata da quella riprodotta in differita e guardano significativamente di più l’immagine differita e non contingente ◦ Risposta empatica e prosociale: - fenomeno del contagio -> il pianto dei neonati è scatenato dall’udire semplicemente il pianto di un altro neonato - i neonati (18 ore) che odono il proprio pianto invece che quello altrui non si mettono a piangere a loro volta ◦ Dai 2 mesi di vita i bebè rispondono in modo differente se posti di fronte a un adulto che interagisce con loro rispetto a quando sono posti di fronte ad un oggetto ◦ A 2 mesi non solo i bambini differenziano le loro risposte, ma si aspettano che la persona familiare risponda socialmente: se non lo fa manifestano disagio, mentre la non risposta dell’oggetto non suscita reazioni negative La percezione di sé accompagna la percezione esterna come l’altro lato di una medaglia: percepiamo l’ambiente e insieme co- percepiamo noi stessi! Ontogenesi della coscienza di sé – Il Secondo anno ◦ La risposta all’immagine speculare è uno dei topos privilegiati della ricerca evolutiva. ◦ Le prime reazioni del bambino all’immagine sono reazioni sociali indistinguibili da quelle che avrebbe nel vedere un altro bambino ◦ Entro la fine del primo anno scopre l’incongruenza legata all’oggetto specchio e alle sue modalità di funzionamento: - stupito quando vede genitore allo specchio e voce dello stesso provenire da dietro le spalle - stupito quando cerca di afferrare qualcosa allo specchio e incontra invece la superficie di vetro - il gioco sociale quindi decresce a favore dell’esplorazione del meccanismo speculare Coscienza e cervello: la mente incarnata… La casa dell’anima (Sironi; Strepparava, 2009) ◦ La mente non è una monade isolata: ha costitutivamente bisogno di un corpo complesso che esplori il mondo. ◦ Mente e corpo non sono ontologicamente separate (l’«errore di Cartesio»), ma derivano da un'unica sostanza biologica: manifestazioni diverse di un unico organismo umano senza soluzione di continuità (Damasio, 1995). Lo strano caso di Phineas Gage (1848) «E’ umorale, irriverente, indulge a volte in bestemmie (che non era sua abitudine pronunciare), manifestando poca deferenza nei confronti dei colleghi, impaziente quando qualcosa è in conflitto con i suoi desideri, occasionalmente pertinace, tuttavia capriccioso e vacillante, si fa ideatore di molti progetti per il futuro che non realizza e che abbandona presto per altri che appaiano più fattibili.» (Dr. Harlow)

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