Progettazione e Valutazione dell'Intervento PDF

Summary

Questo documento tratta la progettazione e la valutazione dell'intervento educativo. Discute i concetti di intelligenza neotenica, curiosità epistemica e intelligenza emotiva, che sono centrali nella teoria dello sviluppo umano. Esplora ulteriormente gli stadi di sviluppo descritti da Erikson con un focus sulle implicazioni educative.

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PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO Gli animali si adattano a un tipo specifico di ambiente; tranne l’uomo che è privo di qualsiasi specializzazione. Tale aspecificità consente all’uomo di poter sopravvivere in qualsiasi situazione; poiché in grado di modificare l’ambiente. à INTELLIGENZA...

PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO Gli animali si adattano a un tipo specifico di ambiente; tranne l’uomo che è privo di qualsiasi specializzazione. Tale aspecificità consente all’uomo di poter sopravvivere in qualsiasi situazione; poiché in grado di modificare l’ambiente. à INTELLIGENZA NEOTENICA: Capacità di rispondere in modo creativo agli stimoli ambientali Fisiologica immaturità Dimensione relazionale che collega il registro biologico con quello mentale e culturale Ci accompagna per tutta la vita e in ogni situazione Mantenimento ed estensione dei tratti fetali nella vita adulta: pedomorfismo (“a forma di bambino”) e fetalizzazione (mantenimento tratti fetali ancestrali) 5 fattori importanti: 1. Aspetto fisiologico-morfologico: vengono conservati aspetti della propria fase fetale in fase adulta 2. Ritardo nello sviluppo: lo sviluppo dell’uomo è estremamente lento rispetto a quello degli altri animali 3. Lento sviluppo del cervello: non prima del 20esimo anno di età 4. Gruppo familiare: prolungata dipendenza familiare 5. Sogno reale: i sogni aiutano la mente a regolare gli aspetti consci e inconsci, assolvendo al compito di organizzatore psichico con un’importante funzione creativa Questo nostro vantaggio evolutivo si può sviluppare esclusivamente in condizioni di massima tutela dell’infanzia e quindi un ambiente familiare che assicuri non solo la sopravvivenza fisica ma soprattutto quella emotiva. Occorre dunque tutelare la creatività consentendo al bambino di esprimerla in un ambiente protetto. à CURIOSITA’ EPISTEMICA: E’ il bisogno universale di conoscere e di apprendere tramite l’esplorazione dell’ambiente ed è motivata solo dal desiderio di sapere E’ alla base dell’arte e della ricerca scientifica Ci accompagna per tutta la vita Non scaturisce da un bisogno e non termina nel momento in cui tale bisogno viene soddisfatto Altri tipi di curiosità: curiosità percettiva (si bassa sui sensi, si attiva se vediamo una cosa nuova che ci interessa); curiosità specifica (riguarda una nozione in particolare); curiosità diversiva (la mettiamo in atto quando ci stiamo annoiando e ci inventiamo cosa fare). à INTELLIGENZA EMOTIVA: E’ un tipo di intelligenza caratterizzata dalla capacità di riconoscere, connettersi, esprimere, utilizzare e gestire consapevolmente sia le proprie emozioni che quelle degli altri. Il QE (quoziente emozionale) è il modo in cui utilizziamo il QI; in quanto l’intelligenza emotiva fa dialogare la parte emotiva con quella razionale. Questa intelligenza è in parte innata, ma deve essere aiutata a emergere grazie a qualcuno che l’abbia in sé già maturata. L’intelligenza emotiva si componendi due tipi di competenze: competenza personale (determina il modo in cui controlliamo noi stessi e include la consapevolezza di sé, la padronanza di sé e la motivazione) e la competenza sociale (determina il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri e include empatia e abilità sociali). 3 diversi percorsi di sviluppo delle emozioni: 1. Sistema piacere-gioia: 2 mesi: sorriso endogeno perché indica una sorta di fluttuazione dell’attività cerebrale non riconducibile al contesto 3 mesi: sorriso sociale perché legato alla relazione e ad una sensazione di piacere; infatti il bambino riconosce il volto umano 8 mesi: il bambino è in grado di comprendere gli eventi e il sorriso è collegato ad essi; inoltre, comprende che il suo sorriso infonde gioia 2. Sistema circospezione-paura: il pianto è legato ad un incremento eccessivo dell’attivazione fisiologica 4 mesi: paura dell’estraneo Dagli 8 mesi: il bambino inizia a provare paura 3. Sistema frustrazione-rabbia: la rabbia vera e propria compare a partire dai 6 mesi Corteccia associativa: Aree associative prefrontali: idea e piano per il movimento volontario, pensiero e personalità Corteccia associativa limbica: emozioni, apprendimento e memoria Aree associative uditive Aree associative sensoriali: integrazione info sensoriali Aree associative visive: elaborazione visiva superiore ERIKSON: la persona deve superare i conflitti caratteristici di ogni stadio dello sviluppo. In caso di esito positivo si avrà un rafforzamento della personalità e identità; in caso di esito negativo si avrò un indebolimento della personalità e identità. 1. Nascita – 1 anno (FIDUCIA/SFIDUCIA) il bambino deve trovare il giusto equilibrio tra fiducia e sfiducia sia nei propri confronti che verso gli altri. E’ necessaria una piccola dose di sfiducia in modo che il bambino riconosca le situazioni di pericolo. 2. 1 – 3 anni (AUTONOMIA/VERGOGNA) il bambino acquisisce maggiore competenza nel linguaggio, nella deambulazione, nel controllo sfinterico; prova angoscia per la separazione. E’ necessario che la famiglia lo rassicuri in modo da sviluppare un senso di controllo senza perdere l’autostima. Inizia l’apprendimento delle prime regole sociali. 3. 4 - 5 anni (SPIRITO DI INIZIATIVA/SENSO DI COLPA) ogni divieto dei genitori viene visto come intrusivo e viene vissuto con frustrazione (spesso abbinati a episodi di aggressività e rabbia). Si comincia a provare il senso di colpa. In questa fase il bambino si identifica con dei prototipi ideali quali il poliziotto o l’insegnante. 4. 6 anni – pubertà (INDUSTRIOSITA’/INFERIORITA’) il bambino si impegna al massimo per raggiungere alcuni obbiettivi e se non riesce prova un senso di inferiorità. 5. Adolescenza (RICERCA DI IDENTIA’/PERDITA DI IDENTITA’) il ragazzo deve integrare le identificazioni effettuate durante l’infanzia alla ricerca del proprio ruolo e della propria identità nel confronto con i pari. Altrimenti si vivrà un senso di perdita della propria identità. 6. Prima età adulta (INTIMITA’ e SOLIDARIETA’/ISOLAMENTO) il giovane cerca di creare relazioni basate su solidarietà e intimità; se falliscono portano ad isolamento o a sviluppare relazioni vuote e fredde 7. Media età adulta (GENERATIVITA’/STAGNAZIONE) il senso di generatività riguarda non solo la procreazione ma anche gli obbiettivi e le azioni dell’adulto; questo stadio contribuisce alla continuità della società, altrimenti si va incontro a un senso di nullità 8. Tarda età adulta (INTEGRITA’/DISPERAZIONE e PERDITA) l’individuo, ormai anziano, deve accettare il limite della vita e il fatto di appartenere ad una generazione passata. La mancanza di questa integrazione porta a un senso di disperazione e al rimpianto. IMPULSO: fame, sete, sesso. Sono bisogni naturali, biologici e fisiologici EMOZIONE: processo interiore soggettivo, suscitato da un evento emotivamente significativo; può manifestarsi con espressioni, comportamenti o mutamenti corporei. SENTIMENTO: elaborazione dell’emozione EKMAN: esistenza di emozioni primarie, universali, innate (felicità, sorpresa, disgusto, rabbia, paura, tristezza). Le emozioni secondarie, invece, appaiono successivamente (divertimento, disprezzo, contentezza, imbarazzo, eccitazione, colpa, orgoglio dei successi, sollievo, soddisfazione, vergogna, piacere sensoriale). Le emozioni sono fondamentali per vari aspetti: Sopravvivenza Comunicazione Vivere sociale Empatia Alleanza di lavoro Evitare meccanismi di difesa maladattivi Sviluppare l’intelligenza emotiva L’emozione ha bisogno della risonanza emotiva, ossia di essere riconosciuta, altrimenti non si possono formare le mappe emotive/cognitive. Se le mappe emotive non si formano non è possibile distinguere il bene dal male, giusto o sbagliato, grave o non grave. Simpatia à provare la medesima emozione; essere d’accordo col punto di vita altrui Empatia à competenza emotiva basata sulla partecipazione profonda all’esperienza di un altro essere; è un impegno di comprensione dell’altro. Alla base dell’empatia ci sono i neuroni specchio e un particolare processo chiamato “simulazione incarnata” (si comprende l’emozione dell’altro grazie a una simulazione all’interno di se che porta alla condivisione dell’esperienza) Autoempatia à capacità di accettare tutte le emozioni provate, anche quelle spiacevoli e ascolto attivo; ossia fare silenzio dentro di me per abbracciare l’altro ma anche per capire che risonanza ha avuto quello che è stato detto su di me Alessitimia à non vengono riconosciuti i propri stati emotivi e neanche quelli degli altri; è un deficit della consapevolezza emotiva. Mostrano difficoltà nell’identificare i sentimenti e nel distinguerli dalle sensazioni corporee che si accompagnano all’attivazione emotiva; mostrano difficoltà nel descrivere i propri sentimenti e quelli altrui. Hanno processi immaginativi limitati. Iperemotività à mostrare eccessivamente le emozioni. I meccanismi di difesa legati alla difficoltà nel manifestare le emozioni sono: Razionalizzazione: interpretare e giustificare razionalmente gli eventi Intellettualizzazione: filosofeggiare e giustificare intellettualmente gli eventi Isolamento dell’affetto: si separa l’evento vissuto dall’emozione Sublimazione: meccanismo di difesa adattivo; canalizzare le emozioni negative facendo qualcosa di positivo MODELLO DI MAYER E SALOVEY Percezione emotiva: capacità di identificare le emozioni; notarle nel proprio corpo e riconoscerle negli altri Comprensione emotiva: capacità di capire la funzionalità delle proprie emozioni, il perché siano comparse proprio in quella situazione di vita Gestione emotiva: capacità di adattarsi alle situazioni o al contesto attraverso la comprensione dell’adeguatezza di mostrare o meno un’emozione Utilizzo costruttivo delle emozioni nella vita quotidiana: capacità di utilizzare le emozioni nelle interazioni con gli altri per costruire relazioni positive LE 26 POTENZIALITA’ Test utile per comprendere quali siano i propri punti di forza sui quali lavorare, quelli maggiormente sviluppati e quelli da rafforzare. Appartenenza, accettazione, crescita, conoscenza emotiva, gratitudine, carisma, audacia, gestione emozionale, amore per la bellezza, vitalità, curiosità, innovazione, direttività, armonia, universalismo, positività, persistenza, perdono, onestà, qualità, umorismo, impegno, cooperazione, equità, organizzazione, analisi. BROFENBRENNER: parla di “ambiente ecologico” che si estende oltre la situazione immediata di cui il soggetto fa parte. L’ambiente è composto da una serie di strutture concentriche, incluse una nell’altra a seconda del livello di complessità ogni volta più ampio e si suddivide in una serie di sottosistemi, i quali influenzano l’individuo e ai quali l’individuo si deve adattare nel corso del suo sviluppo. Tutti i sistemi e le loro relazioni sono fondamentali nella costruzione del soggetto: Microsistema: costituito da quei gruppi che hanno un contatto diretto col soggetto, come famiglia e scuola Mesosistema: un sistema di microsistemi con relative relazioni, per esempio i genitori che interagiscono con gli insegnanti del bambino Esosistema: costituito dell’interconnessione tra due o più contesti sociali apparentemente senza relazione diretta Macrosistema: riguarda gli aspetti culturali Cronosistema: comprende la correlazione tra un’esperienza di vita e il momento in cui viene esperita Campo fisico à caratterizza la realtà fisica ed è costituito da 4 variabili: 3 dello spazio e una del tempo. I nodi di questo campo sono gli accadimenti, la successione degli accadimenti costituisce il verme quadridimensionale, cioè l’insieme di tutti i momenti che viviamo nella realtà fisica. Campo mentale à costituito da relazioni, i nodi di questa rete sono gli eventi; essi costituiscono l’identità della persona la quale dà un senso di continuità all’individuo. ENGEL: modello biopsicosociale è un approccio che considera sia la salute che la malattia come prodotto di fattori psicologici (personalità, comportamenti, aspetto cognitivo) biologici (genetica, fisica, biochimica) e sociali (relazioni sociali) che interagiscono in maniera non lineare ma complessa. Modello transpersonale/gruppo analitico: si basa sulla profonda convinzione che la mente sia relazionale e lo sia per ragioni biologiche, induttive e speculative. Il transpersonale è condivisione fondamentale dell’esperienza umana, cioè quell’assunto mentale attraverso il quale ci riconosciamo esseri umani; è la rete delle relazioni inconsce nella quale è sedimentato il patrimonio biologico e culturale della specie umana e attraverso il quale si fonda la vita psichica dell’uomo. Livelli: Livello biologico-genetico Primo livello che la mente sperimenta Fondativo della materia di cui è costituito l’essere umano È il livello in cui tutti gli individui sono il più possibile vicini Livello etnico-antropologico Alcuni tratti comuni per gruppi molto ampi Livello connesso con le diversificazioni fra culture, nazionalità… Livello transgenerazionale Riguarda tutta la sfera del mondo familiare e le sue trasformazioni generazionali Livello istituzionale Si riferisce alle appartenenze dell’individuo e agli aspetti psicosociali del vivere umano Livello socio-comunicativo Riguarda i fenomeni macrosociali contemporanei che muovono la mente e la società Internet, mass-media, globalizzazione Livello politico-ambientale Riguarda i fattori ambientali e sociali che trasformano la percezione di sé, degli altri, delle relazioni, dei vincoli e delle possibilità E’ una particolare relazione tra soggetto e contesto in cui è inserito Pensiero divergente: è la capacità di trovare molteplici soluzioni al medesimo problema; opposto al pensiero convergente più lineare. 6 CAPPELLI PER PENSARE DI EDWARD DE BONO: Bianco à neutralità, razionalità, obbiettività; riportare i fatti per come sono Verde à creatività; esprimere idee insolite nuove Nero à pessimismo; sottolineare gli aspetti negativi Rosso à emozione, coinvolgimento; esprimersi liberamente come farebbe un bambino Blu à controllo, pianificazione; stabilire le priorità e le sequenze per raggiungere l’obbiettivo Giallo à ottimismo; sottolineare gli aspetti positivi HILLMAN: Io immaginale (io del sogno) à facoltà psichica di poter immaginare la realtà; lavorando con le immagini si acquisisce l’intelligenza metaforica, senza la quale ogni cosa è solamente ciò che è. L’immagine può essere uguale per tutti, ciò che cambia è il significato che viene attribuito. BACHELARD: logos dell’immaginazione à l’immaginario si snoda per immagini e simboli che percorrono miti, sogni, creazioni poetiche. L’immaginazione ha anche un’attività de-formativa in quanto forma e deforma nello stesso momento. Quindi è sbagliato considerare l’immaginazione come la facoltà di formare le immagini in quanto, in verità, deforma le immagini che percepiamo in modo tale da liberarci dalle immagini immediate. L’immaginario così concepito si distingue dall’immaginazione perché non è una realtà ma il mondo dei suoi prodotti. FREUD: fantasie di desiderio à fanno parte del processo immaginativo; le fantasie sono dei sogni, sono delle scene. Per cui, essendo delle rappresentazioni sceniche delle finzioni, riguardano l’immaginario umano. Queste fantasie possiedono una realtà psichica in contrasto con quella materiale e noi giungiamo poco a poco a capire che nel mondo della nevrosi la realtà psichica è quella determinante. JUNG: l’inconscio collettivo è l’indeterminazione della psiche. La caratteristica fondamentale della mente è che è universale. Anche i simboli onirici esprimono l’universalità della mente. Parla di archetipo come una forma che permette di raccogliere tutte valenze di un oggetto mentale; l’archetipo universale è chiamato anima; dunque, l’archetipo è la tipologia dell’anima. La mente è in grado di trasformare gli oggetti sensoriali e percettivi nell’immaginario. LACAN: il campo psichico è composto da Immaginario, Reale e Simbolico; intersecati come il nodo borromeo, una struttura costituita da tre anelli legati in modo tale che tagliandone uno si liberano gli altri due. Immaginario (stadio dello specchio) à L’io si struttura proprio attraverso l’immaginario. Attraverso l’esperienza dello specchio, il bambino inizia a percepire un primo abbozzo di soggettività e ad acquisire la propria identità. Nel momento in cui il bambino attua la sua identificazione si divide in due parti che si costituiscono in modo simultaneo: l’io (je) si allinea oggettivandosi in un me (moi). Questa identificazione primaria è la matrice di tutte le altre identificazioni; il nostro rapporto con gli altri passa attraverso l’immagine speculare; il nostro primo altro è la nostra stessa immagine, questo primo rapporto quindi è di tipo narcisistico. Quindi all’interno dell’Immaginario è presente una relazione duale di confusione tra sé e l’altro che porterebbe a un futuro di finzioni e alla destinazione delirante dell’Io costretto in una dialettica incessante di identificazioni narcisistiche con immagini esteriori. Due tipi di immaginario: 1. Immaginario simbolopoietico: utilizza i simboli per rappresentare in modo creativo; è insaturo; la condivisione è fondamentale 2. Immaginario etiologico: è saturo e patologico essendo costituito da immagini che vengono confuse con la realtà; è vincolante e non c’è condivisione perché c’è la tendenza di distruggere ciò che è diverso da me. Simbolico (stadio dell’Edipo) à suddiviso in tre fasi: 1. Il bambino desidera solo le cure materne 2. Il bambino incontra la legge del padre e il suo interdetto 3. Nel rispecchiamento duale madre-figlio e nella loro attribuzione reciproca manca la parola. La parola è portata dal padre. Nel nome del padre, nel quale registra la sua entrata, nella vita del singolo, l’ordine simbolico e con esso la legge, viene interdetto l’incesto. Se il bambino accede al nome del padre (assunzione del padre a livello simbolico), il bambino si identifica col padre. Se l’interdizione paterna non viene riconosciuta, il bambino non raggiunge una compiuta autocostituzione della soggettività e un accesso al simbolico. Il padre dunque rappresenta la figura della legge in termini di significato; la sua parola introduce la rimozione del desiderio della madre. 3. Reale à è ciò che non può essere sottoposto né a rappresentazione immaginaria né a rappresentazione simbolica; il tempo del reale è riferibile all’imprevedibilità assoluta cioè all’incapacità totale di dare un senso al tempo Fattori specifici: si riferiscono alle teorie e alle tecniche dei vari modelli di approccio Fattori aspecifici: condizionano la relazione d’aiuto FOULKES: la matrice è l’ipotetica rete di comunicazione e relazioni in un determinato gruppo. Essa è il terreno condiviso che alla fine determina il significato di tutti gli eventi e su cui poggiano le comunicazioni verbali e non verbali. La matrice di base è lo stato più profondo condiviso in un gruppo basato sulle proprietà biologiche della specie, proprietà che esprimono la base culturale del comportamento. La natura dell’uomo coincide con la sua cultura perché essa racchiude l’individualità e la collettività e collega intrapersonale e transpersonale. La matrice neotenica familiare è l’organizzazione transpersonale del mondo psichico che offre al bambino in crescita la trame di pensiero su cui fondare il proprio mondo interno. La famiglia dunque è una struttura biologico-culturale; è un apparato di continuità e trasformazione; è il dispositivo attraverso il quale la mente umana e l’identità possono nascere. La matrice satura rappresenta l’impossibilità creativa; è il fallimento della matrice familiare. Il sintomo consiste allora nella non avvenuta trasformazione dei temi culturali in eventi simbolici. La matrice insatura coincide con la possibilità creativa, che consente al bambino di poter pensare il pensiero familiare. La centralità del bambino (narcisismo fisiologico) permette lo sviluppo di un numero incredibile di operazioni mentali; consente la costruzione dell’identità, ossia il senso profondo del proprio essere continuo attraverso il tempo trasmissibile di generazione in generazione. Il bambino diventa persona quando comincia a trasformare simbolicamente in nuovi significati la cultura familiare. In questo modo si costruisce la matrice personale (interazione tra matrice familiare e mondo interno del bambino) e la matrice neotenica (l’elevato potenziale trasformativo-creativo insito nell’uomo). L’uomo nel corso della storia ha subito 3 pesanti ferite narcisistiche inflitte dai progressi della conoscenza scientifica: 1. Niccolò Copernico à col suo modello eliocentrico ha sottratto all’uomo il ruolo sovrano che possedeva all’interno della teoria geocentrica 2. Charles Darwin à tutte le specie viventi derivano da un antenato comune; dunque, anche l’uomo si è evoluto dal regno animale, pertanto l’uomo viene privato della sua superiorità sacrale rispetto alle altre creature. 3. Sigmund Freud à con la scoperta dell’inconscio viene meno la convinzione di essere sempre presenti a se stessi grazie ad un Io che mantiene il pieno potere sulle realtà Quindi non esiste una realtà oggettiva della materia; l’osservante modifica l’osservato (effetto dell’osservatore). Effetto Pigmalione in classe: è un caso di profezia che si autoavvera, cioè è un effetto di aspettativa stereotipata. BERGSON: paragona il tempo vissuto (qualitativo e eterogeneo) a un gomitolo di filo che cresce sempre e muta senza mai perdere i pezzi iniziali. Il tempo della scienza classica (quantitativo e spaziale) è visualizzabile come una collana di perle, nelle quali tutti gli elementi sono identici e separati. Krono: “momento propizio”; “occasione”; essere al posto giusto nel momento giusto Crono: personifica lo scorrere inesorabile del tempo, un tempo sequenziale, che necessariamente divora l’uomo. Sintonizzazione affettiva à condivisione di stati affettivi che caratterizza la relazione figura di accudimento-bambino; processo mediante il quale si condividono gli stati affettivi, regolandosi e influenzandosi reciprocamente. L’adulto comprende lo stato mentale del bambino, lo accoglie e glielo rimanda in un continuo dialogo emotivo. Il dialogo viene definito tonico-emozionale che è la forma di comunicazione somato-empatica-emozionale tra neonato e figura di accudimento. L’ipertonia è il modo con cui il neonato istintivamente segnale i propri bisogni e ne esprime l’insoddisfazione; il rilassamento manifesta l’appagamento del bisogno. TRONIK: Modello della regolazione reciproca sostiene che ci siano tre tipi di processi carateratterizzanti la comunicazione tra bambino e FDA: momenti di corrispondenza (Match), momenti di non corrispondenza (Mismatch) e momenti di riparazione (Mismatching repair; permette al bambino di percepirsi come Sé efficace, capace di instaurare delle relazioni positive e riparabili) SPITZ: studiò in un orfanotrofio gli effetti devastanti della deprivazione emotiva, essendo le interazioni con gli altri esseri umani essenziali per un sano sviluppo fisico e mentale. Notò che nonostante i bisogni fisici dei bambini venissero soddisfatti, il 60% di essi manifestava rabbia e apatia proprio perché mancava un contatto affettivo ed emotivo significativo. Parla di depressione anaclitica, ovvero una particolare forma di depressione come reazione alla separazione dall’oggetto amato. FONAGY: è fondamentale la relazione di attaccamento in quanto aiuta il bambino a sviluppare il pensiero simbolico e contribuisce a far acquisire precocemente la mentalizzazione ossia la capacità cognitiva ed affettivo-emotiva di comprendere che il pensiero sia di natura rappresentazionale e il comportamento sia motivato da condizioni interiori. L’attaccamento sicuro fa sviluppare la capacità di mentalizzare. MBT à è una terapia basata sulla mentalizzazione che ha lo scopo di aumentare la metacognizione e la fiducia verso il mondo esterno; il terapeuta funge da modello riflessivo ed esprime curiosità verso la mente del bambino, il quale partecipa attivamente al processo terapeutico. STERN: la mentalizzazione e l’attacamento sicuro sono alla base dell’intersoggettività che nasce dalla progressiva presa di coscienza di Sé, dell’altro e di sé con l’altro. Quindi l’intersoggettività è una condivisione deliberatamente cercata di esperienze, precisando che i meccanismi di sintonizzazione tra i soggetti impegnati in una comunicazione puramente emozionale sono già completamente e costantemente operanti nel mondo interpersonale del neonato. 3 pilastri della relazione: 1. Errore: non è altro che un diverso problem solving. Per cui non si insegna correggendo degli errori ma moltiplicando delle esperienze, delle informazioni verbali ma soprattutto fisiche. L’errore non solo non è connotato negativamente, ma è un’opportunità e un diritto. Il diritto all’errore contrasta la paura e il senso di colpa, modificando e migliorando continuamente il livello di consapevolezza, sicurezza, alleanza, fiducia. 2. Stress: crescere grazie ai momenti di difficoltà come l’aragosta di Abraham J. Twerski 3. Crisi: l’inizio di un qualcosa che inizia o che cambia, verso il quale dobbiamo porre attenzione. 3 approcci in merito al modo di intendere e pensare la progettazione: 1. Sinottico razionale: massima strutturazione possibile a priori, indicando obbiettivi, attività e azioni 2. Euristico: si indicano alcune direttrici d’azione generali ma non ci sono obbiettivi e attività definite poiché vengono sviluppate insieme al target di riferimento 3. Concertativo: è fondamentale la condivisione delle idee e delle attività all’interno del gruppo di lavoro Per progettare si intende pianificare i cambiamenti che si vogliono introdurre in una data situazione, ideando con quali strategie si può arrivare all’obbiettivo. I punti cardine sono contesto, intervento e strategie. Il progetto è dunque un complesso di attività correlate tra loro e finalizzate a creare prodotti o a rilasciare servizi rispondenti a obbiettivi specifici determinati. Struttura della pianificazione di un progetto: OBBIETTIVI: l’obbiettivo è un traguardo specifico; lo scopo è il fine ultimo del progetto METODI E STRATEGIE PIANIFICAZIONE: è necessario conoscere il contesto, il campo d’azione e i vincoli (temporali, economici, organizzativi, normativi, culturali e logistici), attività da svolgere, responsabilità (promotore – chi organizza, concepisce e dirige il progetto; co-organizzatore; sponsor; sostenitore – chi è in grado di influenzare la buona riuscita del progetto; stakeholder – chiunque possa avere un interesse nel successo o nel fallimento del progetto; beneficiario – il soggetto a cui è rivolto il progetto; gruppo di interesse – un insieme di persone in grado di influenzare comportamenti e decisioni), suddivisione in fasi, obbiettivi intermedi, verifica e valutazione. RISCHI RISORSE: costi, tempi, persone, attrezzature, materiali e strumenti BERTI: parole chiave della progettazione Rete à la capacità di lavorare in rete risulta essere una competenza sempre più apprezzata ed è caratterizzata da due tipologie di competenze: lavorare in gruppo e consapevolezza organizzativa Disseminazione à divulgare i risultati dei progetti permette di creare un patrimonio informativo a costo zero Sostenibilità à è fondamentale che le attività all’interno del progetto siano sostenibili in futuro, una volta che il finanziamento al progetto è terminato Controfattuale à il metodo controfattuale per la valutazione dei progetti al fine di ricercare gli effetti diretti ma anche indiretti del progetto stesso, questi ultimi sono spesso visibili a lungo termine Nel far recepire un messaggio incidono alcune componenti che influiscono sulla qualità del messaggio: verbale 7%; paraverbale 38%; non verbale 55%. WATZLAWICK: la comunicazione è un comportamento. Non si può non comunicare. La comunicazione è costituita da una parte di contenuto e una di relazione. È necessario imparare a metacomunicare, ovvero valorizzare gli aspetti relazionali. Fare attenzione alla risposta: il significato di una comunicazione non è nel messaggio ma nella risposta poiché essa ci dà l’idea di come sia andata la comunicazione. È fondamentale un vasto vocabolario/alfabeto emotivo. Conferma: Non è solo “hai ragione” ma è più “ti ho ascoltato, ti riconosco (mi vai bene) e mi va bene anche ciò che dici”. Rifiuto: “Ti ho ascoltato, ti riconosco (mi vai bene) ma non sono d’accordo con te”: il disaccordo è sul contenuto, la relazione viene preservata. Disconferma: “Tu non esisti“. Non riguarda i contenuti ma il Sé, il valore intrinseco della persona. È una comunicazione patologica. GORDON: ci sono 12 barriere della comunicazione che interrompono o danneggiano la relazione Ordinare, comandare, esigere Minacciare, avvertire, mettere in guardia Sgridare, rimproverare, moralizzare, fare la predica Offrire soluzioni e consigli Argomentare con la logica Criticare, insultare, giudicare Lusingare o fare complimenti eccessivi Stereotipare, ridicolizzare, etichettare, usare frasi fatte Interpretare, analizzare Minimizzare, rassicurare, consolare Mettere in dubbio, contestare, indagare Cambiare argomento, distrarre, minimizzare ROSENBERG: la comunicazione non violenta si basa sull’essere empatici verso se stessi e verso gli altri, ma di solito utilizziamo quella violenta appresa culturalmente. Le fasi della CNV: 1. Osservare senza valutare 2. Individuare ed esprimere sentimenti ed emozioni 3. Riconoscere e dichiarare i propri bisogni 4. Manifestare una richiesta specifica PROJECT MANAGEMENT: E’ l’applicazione di conoscenze, attitudini, strumenti e tecniche alle attività di un progetto al fine di conseguirne gli obbiettivi. PROJECT CYCLE MANAGMENT Modello sviluppato per illustrare e supportare le politiche dell’Unione europea. La gestione del progetto è immaginata come un cerchio. Programmazione Valutazione Identificazione Implementazione Formulazione Questo approccio utilizza uno strumento particolare chiamato Quadro logico di progetto: FASE DI ANALISI 1. Identifica/analizza Analisi delle problematiche: identificare gli attori, i loro problemi chiave, i condizionamenti ambientali e le opportunità, determinare le relazioni di causa-effetto 2. Deduci Analisi degli obbiettivi: sviluppare gli obbiettivi come dei problemi individuati, identificare i mezzi per ottenere lo scopo 3. Analisi delle strategie Analisi delle strategie: identificare le possibili strategie per raggiungere gli scopi, determinare gli obbiettivi principali FASE DI PROGETTAZIONE 1. Definisci la logica del progetto Quadro logico*: definire la struttura del progetto, verificare la logica interna, formulare obbiettivi in termini misurabili, stabilire risorse e spese 2. Rendi operativo Tabelle di attività: determinare la sequenza e l’interdipendenza delle attività, fare una stima della durata delle attività, fissare dei punti di arrivo e assegnare responsabilità 3. Specifica Schede di spesa: sviluppare, a partire dalle tabelle di attività, delle schede relative alle risorse e al budget * Prima colonna: Obbiettivi generali: i benefici sociali ed economici di medio e lungo termine, al raggiungimento dei quali il progetto contribuirà. Bisogna chiedersi perché il progetto è importante per la società Obbiettivo specifico: il beneficio tangibile per i beneficiari; bisogna chiedersi perché i beneficiari ne hanno bisogno Risultati: i servizi che i beneficiari riceveranno dal progetto; bisogna chiedersi cosa i beneficiari saranno in grado di fare, di sapere o di saper fare grazie alle attività progettuali Attività: ciò che sarà fatto durante il progetto per garantire la fornitura dei servizi; bisogna chiedersi cosa sarà fatto per fornire i servizi Seconda colonna: gli IOV sono gli indicatori che misurano il raggiungimento degli obbiettivi del progetto Terza colonna: dove trovare le info necessarie per verificare il grado di raggiungimento degli obbiettivi espresso dagli indicatori Quarta colonna: sono i fattori esterni al progetto, quindi non controllabili, che condizionano il raggiungimento degli obbiettivi. Pur non essendo controllabili, in questo caso devono verificarsi per raggiungere gli obbiettivi WBS (work breakdown structure): l’insieme di tutte le attività che compongono il progetto, una scomposizione strutturata e gerarchica del progetto che si attua identificando sempre più gli obbiettivi fino ad arrivare ai singoli compiti DIAGRAMMA DI GANTT (cronoprogramma): grafico a barre orizzontali in cui ogni rettangolo è un compito della WBS. Presenta un asse orizzontale (tempo totale del progetto) e uno verticale (attività e fasi). In questo modo è dunque possibile visualizzare e monitorare la durata delle varie attività e fasi. GRAFICO DI PERT: è una rappresentazione grafica reticolare che riguarda l’interazione e l’interdipendenza tra attività ed eventi nella quale è indicata la gerarchia e la concatenazione tra le varie attività. SCHEMA DEL PROGETTO Titolo Premessa e analisi del contesto: importante è l’analisi dei bisogni tramite l’analisi delle fonti e le ricerche sul campo. ANALISI SWOT è uno strumento di pianificazione strategica che ci aiuta ad avere una visione a tutto tondo del contesto (Strenght: punti di forza; Weakness: punti di debolezza; Opportunities; Threats: rischi). E’ necessario analizzare il contesto estreno, quello interno, i fattori endogeni (tutte le variabili che fanno parte del sistema sulle quali è possibile intervenire) e i fattori esogeni (variabili esterne al sistema che possono condizionarlo ma sulle quali non è possibile intervenire). Destinatari del progetto: i beneficiari sono coloro che traggono beneficio dal progetto a lungo termine e il target è chi sarà positivamente e direttamente influenzato dal progetto Obbiettivi generali, specifici e risultati attesi: è importante definire finalità (dichiarazione di intenti ampia; è lo scopo generale del progetto), obbiettivi generali, obbiettivi specifici, gli indicatori (per misurare il conseguimento di un obbiettivo specifico). Vincoli: di carattere temporale, economico, organizzativo, logistico, normativo e culturale Metodologia, attività e responsabilità: mentre l’attività riguarda il cosa, la metodologia riguarda il come. Come metodologia si intende l’insieme di strumenti e tecniche utilizzati per realizzare le attività Tempi: utile è la matrice di Eisenhower; no al multitasking Molto urgente Poco urgente Importante Fallo ora Pianifica Poco importante Delega Rimandare Risorse: tradotte in budget Rischi: interni, ovvero controllabili; esterni ovvero non controllabili. L’analisi del rischio si calcola sulla combinazione tra due variabili: probabilità e impatto Verifica e valutazione: valutare i risultati attesi. Può essere effettuata tramite analasidi dei dati pre e post intervento; sondaggi; interviste; focus group e questionari. La validazione, invece, si occupa di capire se un elemento è consono alle finalità per le quali è stato prodotto. IL PERCORSO LOGICO DEL PROGETTO E’ basato su 7 aree di valutazione preliminare: 1. Valutazione ex ante: a partire dalla conoscenza del contesto (territoriale, specifico, sociale). Fondamentale è l’individuazione del bisogno e quindi il perché si sta scrivendo quel progetto. Necessario inoltre definire la teoria che verrà seguita per la strutturazione del progetto. 2. Valutazione degli obbiettivi: tramite lo strumento SMART (Specifico, Misurabile, Assunzione di responsabilità; Realizzabile/realistico, Tempificato) 3. Valutazione di struttura: definire compiti (i singoli aspetti operativi da realizzare) e le attività (una sequenza ordinata di compiti che concorrono ad uno stesso obbiettivo) 4. Valutazione di progresso: importante è il concetto di coerenza interna, ossia chiedersi se le azioni pianificate vadano effettivamente nella direzione della risposta al bisogno 5. Definizione dei parametri di valutazione ex post: distinzione tra efficacia (grado di raggiungimento di un obbiettivo) ed efficienza (rapporto tra la spesa e il risultato ottenuto) 6. Valutazione della sostenibilità economica: se le attività possono essere mantenute nel tempo anche dopo la scadenza del finanziamento 7. Valutazione della trasferibilità in altri contesti: se il progetto è spendibile in un unico contesto o è esportabile COACH FAMILIARE E’ un modello di progettazione per interventi psicologici e psicosociali rivolto alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Riguardano vari ambiti: sostegno della persona, sostegno all’autonomia, reinserimento familiare sociale e lavorativo. Ci sono due figure importanti: coach operativo (figura interna che entra fisicamente nella famiglia) e coach supervisore (figura esterna per confronto e supervisione). 4 fasi: 1. Analisi del desiderio 2. Definizione del contratto 3. Realizzazione di attività e creazione di buone pratiche 4. Valutazione ex post e follow up Approcci diversi a seconda delle fasi: Empirico à osservazione partecipante, identificazione degli obbiettivi insieme a chi usufruisce dell’intervento, ovvero il target Sinottico à in modo più strutturato si pensa alla metodologia, alle attività e alla valutazione anche ai costi, ai limiti e alle risorse. ALBERO DEI PROBLEMI In questa struttura i problemi sono messi in relazione secondo legami di causa-effetto che vanno dal basso verso l’alto. Avremo quindi il problema principale, sotto le cause dirette del problema principale, ancora più in basso le cause indirette del problema principale, ovvero quelle che causano le cause dirette e così via gerarchicamente. I problemi poi devono essere trasformati in obbiettivi, declinandoli al positivo; in questo modo si costruisce l’albero degli obbiettivi. Infine vengono individuati i possibili ambiti di intervento del progetto. DIAGRAMMA DI ISCHIKAWA (o causa-effetto; o a lisca di pesce) Non ci si deve pensare alla prima causa ma bisogna approfondire trovando sempre più cause potenziali del problema (o effetto osservato). Si fa una sorta di brainstorming delle potenziali cause di un problema, le quali poi vengono ordinate visivamente. TECNICA DEI 5 WHYS (i 5 perché) Quando si ha un problema, ci si chiede per almeno 5 volte perché in modo tale da arrivare al cuore delle criticità. TECNICHE DI PRODUZIONE COOPERATIVA Sono tecniche partecipative per permettere ad un gruppo di lavorare sulla definizione comune dei problemi. BRAINSTORMING Trovare nuove soluzioni producendo più idee possibili, in un setting tranquillo e privo di distrazioni, della durata dall’ora all’ora e mezza. Gruppo formato da 10-15 persone, il più eterogeneo possibile con un conduttore che scrive al centro della lavagna e illustra ai partecipanti l’argomento della discussione, sottolineando che ognuno può dire ciò che vuole con libertà e rispetto. Poi si susseguono due fasi diverse, una divergente durante la quale si producono più idee possibili e una convergente che si divide in varie sottofasi. Le idee vengono organizzate, classificandole in gruppi per analogie ed eliminando le eventuali ripetizioni e poi vengono valutate al fine di selezionare le più interessanti. Si crea uno spirito di squadra che permette di raccogliere tante idee in poco tempo; sono però idee poco profonde. GOPP (Goal Oriented Project Planning) Serve a facilitare la pianificazione e il coordinamento dei progetti; necessario un setting tranquillo e privo di distrazioni della durata di 2 gg. Gruppi composti da massimo una ventina di partecipanti, guidati da un facilitatore. Si comincia con una fase di analisi durante la quale vengono identificati i problemi e le possibili soluzioni. I partecipanti sono seduti a semicerchio e possono attaccare dei fogli colorati con le loro proposte a dei grandi cartelloni. L’esito del GOPP è la matrice del Quadro Logico. E’ una metodologia che migliora la qualità dell’analisi dei progetti, è però un metodo eccessivamente rigido e rigoroso; inoltre, il facilitatore deve avere una formazione ottima. FOCUS GROUP Intervista di gruppo durante la quale i partecipanti discutono e si confrontano sull’atteggiamento personale riguardo un tema. Il setting deve essere neutro e accogliente; viene utilizzato un registratore. Dura dall’ora e mezza alle due ore; gruppi omogenei composti da minimo 6 e massimo 12 persone. Sono presenti inoltre: Conduttore: introduce il tema e guida i partecipanti verso gli argomenti più interessanti; deve contenere il leader informale; deve evitare lunghi e poco inerenti; deve bloccare le domande personali; deve far esprimere i più riservati; deve evitare di entrare in conflitto con il gruppo, di giudicare e di esprimere la propria opinione Osservatore che prima dell’incontro organizza il gruppo e la parte logistica. Durante l’incontra l’osservatore deve, appunto, osservare le dinamiche relazionali e il clima; dopo l’incontro comunica le sue impressioni al conduttore, sbobina il materiale e lo analizza. I temi vengono indagati profondamente; risulta, però, difficoltosi la selezione dei partecipanti e il lavoro successivo di sbobinatura e analisi delle registrazioni. PHOTOVOICE Attraverso le foto inerenti ad un particolare tema, il gruppo lo approfondisce, ne discute e propone azioni di cambiamento. Non c’è un numero definito di partecipanti. Il conduttore spiega il tema, i partecipanti hanno un determinato tempo per fare fotografie sul tema, poi ne discutono in gruppo e cercano di far emergere delle soluzioni. La foto è un mezzo di comunicazione efficace che abbatte le barriere linguistiche, culturali e comunicative. Attenzione alle leggi della privacy. ALTRI APPUNTI Progettare = pianificare cambiamenti che tengano conto del contesto e delle strategie più adeguate; permette di attivare collaborazioni con terzi sviluppando partenariati non promuovendo però una gestione condivisa delle attività Progettazione nei contesti sociali = interazione tra organizzazioni private e pubbliche; è rivolta a individui che condividono uno spazio fisico, simbolico e affettivo La progettazione di interventi di prevenzione ha come obbiettivo migliorare il livello dei fattori protettivi e di diminuire i fattori di rischio; bisogna sempre specificare le ipotesi causali e le ipotesi di intervento. Caratteristiche centrali di un intervento sono modo, obbiettivo, mezzo Interventi di prevenzione primaria → volti ad individuare e promuovere le risorse personali e ambientali; indistintamente a tutti Interventi di prevenzione secondaria → si rivolgono alle categorie a rischio Interventi di prevenzione terziaria → si rivolgono a utenti con conclamati disagi Interventi di riabilitazione riguardano il recupero di abilità o competenze che hanno subito una modificazione → modello teorico dell’intervento è la psicologia di comunità Schein: artefatti → si riferiscono a elementi espliciti; sono tutte le manifestazioni visibili della cultura di un’organizzazione; sono pratiche osservabili ma non forniscono necessariamente significati chiari senza una comprensione più profonda dei valori sottostanti Approcci alla progettazione: Approccio euristico: il progetto deve nascere da un percorso comune di analisi dei bisogni e delle risorse Approccio sinottico-razionale: il progetto è costruito attraverso un modello di causalità lineare; di tipo meccanicistico Approccio concertativo-partecipato: esistono più letture dei bisogni e più ipotesi interpretative dello stesso problema; il progetto è frutto di negoziazioni, dibattiti, confronti con gli interessati Depressione del migrante → trauma caratterizzato da stato confusionale, alienazione e disadattamento Trauma da sdradicamento → trauma caratterizzato da sentimenti di estraneità verso il paese ospitante, desiderio di ritorno al paese d’origine e di ricongiungimento con i familiari Ricerca-azione: studia come avviene il cambiamento e in che misura Ciclo della domanda: insieme delle attività che vanno dall’individuazione del bisogno alla sua espressione e formalizzazione definitiva WBS: è lo strumento utilizzato per l’analisi del piano delle attività; le principali caratteristiche sono la struttura gerarchica, l’orientamento ad un risultato, la natura logica (non cronologica) dell’analisi; dal punto di vista grafico può assumere la forma del diagramma ad albero Le modalità di finanziamento su costi reali è una delle modalità di finanziamento possibile; il formulario consiste in una serie di domande relative al progetto per il quale si richiede il finanziamento Dewey: tecniche attive sono le tecniche di simulazione, le tecniche di analisi dei casi e le tecniche di produzione cooperativa un metodo per definirsi attivo deve permettere all’allievo di sperimentarsi in situazioni concrete 4 direttrici che definiscono un metodo attivo: ottimismo, uguaglianza, autonomia del soggetto e rapporto tra allievo e maestro 2 obbiettivi dei metodi attivi sono: appropriazione del sapere e crescita delle componenti soggettive le principali caratteristiche delle tecniche attive sono la partecipazione degli studenti, l’autovalutazione, feedback sull’apprendimento, la formazione in situazione e la formazione in gruppo Learning by doing: presupposto concettuale alla base dei metodi attivi; è un approccio educativo che enfatizza l’apprendimento attraverso l’esperienza pratica ROLE PLAYING: far acquisire la capacità di impersonare un ruolo e di comprendere in profondità ciò che il ruolo richiede tutti i partecipanti compreso il conduttore possono partecipare attivamente alla rappresentazione può essere usata sia nei contesti formativi sia nei contesti pedagogici e clinici nasce come strumento per stimolare la consapevolezza rispetto ai ruoli che si assumono nella quotidianità l’uditorio non funge da semplice osservatore, ma cerca di capire quanto avviene sulla scena e partecipa attivamente i partecipanti sono al centro dell’azione e devono recitare spontaneamente secondo l’ispirazione del momento Moreno: il role taking può essere inteso come assunzione di un ruolo pre-determinato che non lascia margine alla libertà individuale; il continuum role taking, role playing e role creating caratterizza il normale processo di crescita degli individui STUDIO DI CASO far analizzare dei casi didattici, al fine di sviluppare capacità di diagnosi e capacità decisionali si sviluppano le capacità analitiche e le modalità di approccio ad un problema le principali caratteristiche sono il caso, l’esistenza di un gruppo, la dimensione e la composizione del gruppo PSICODRAMMA Tecnica di improvvisazione Utilizza i metodi basati sulla rappresentazione scenica, sulla sociometria, le dinamiche di gruppo e la teoria del ruolo Strumento utile per la cura delle psicosi perché permette di superare la scarsa capacità di mentalizzazione di cui soffrono i soggetti che ne sono affettivo Metodo di sviluppo personale basato essenzialmente sulla messa in azione dei contenuti del mondo interno BRAINSTORMING tecnica attiva di produzione cooperativa; si rifa al principio delle libere associazioni si può articolare in tre fasi: messa a fuoco del problema, produzione delle idee (semaforo verde) e lavoro di filtro e selezione (semaforo rosso) sintesi aperta e confronto sono fondamentali per incoraggiare il pensiero creativo e la produzione di molteplici idee su una questione specifica o un particolare problema particolarmente utile per gli studenti con difficoltà comunicativa o con povertà lessicale, poiché vi è la regola dell’esclusione della critica nasce nel contesto aziendale la situazione è non direttiva; tutti i partecipanti sono alla pari TECNICA DELL’INCIDENT è un metodo utilizzato in vari contesti (gestione del rischio, valutazione di incidenti, indagini e formazioni) Può riferirsi alla raccolta e all’analisi di dati relativi a eventi non voluti o inconvenienti obbiettivi: comprendere le cause e prevenire il ripetersi di situazioni simili in futuro; sviluppare le abilità decisionali in una situazione di emergenza COOPERATIVE LEARNING Sviluppo integrato di competenze cognitive, operative e relazionali lavorare insieme per realizzare obbiettivi condivisi dove ogni membro del gruppo cerca di ottenere risultati per se stesso e per gli altri risulta importante il tutoraggio tra pari per promuovere la funzione di scaffolding (l’aiuto dato ad una persona a un’altra per svolgere un compito); l’interdipendenza positiva viene definita come necessità di essere collegati agli altri in un modo tale che il singolo non possa avere successo senza il gruppo e viceversa la revisione metacognitiva del lavoro svolto è un momento finale o in itinere di analisi dei processi e dei risultati del lavoro del proprio piccolo gruppo all’interno del piccolo gruppo viene richiesta una responsabilità individuale nell’acquisizione delle competenze utili al raggiungimento degli scopi individuali e di gruppo la dimensione pedagogica indaga la prospettiva cooperativa e solidale di formazione alle competenze e alla cittadinanza la dimensione didattica lo considera come un metodo composto da un insieme di tecniche che prevedono la cooperazione e una pluralità di proposte, costruite attorno al lavoro di gruppi organizzati la costruzione dei piccoli gruppi prevede di promuovere l’eterogeneità Con le tecniche di produzione cooperativa il discente impara a modificare o a inventare le situazioni SOCIAL DREAMING il setting privilegiato è la disposizione a spirale o a fiocco di neve è una tecnica di gruppo che analizza i sogni per comprendere la realtà sociale e istituzionale dei sognatori i sogni si susseguono liberamente da parte dei partecipanti attraverso la tecnica delle libere associazioni 3-5 incontri della durata di un’ora e mezza ricerca degli elementi sociali che emergono nei vari sogni l’attenzione va ai sogni e alle loro connessioni e non ai sognatori e alle loro relazioni il conduttore non fornisce interpretazioni ai sogni dei partecipanti, ma garantisce il rispetto delle regole del setting Lawrence: per matrice intende le sedute di social dreaming e “un posto dal quale nasce qualcosa”; parla di relazionalità facendo riferimento ai modi in cui il comportamento di un individuo riflette i costrutti consci e inconsci del gruppo o dell’organizzazione che sono presenti nella sua mente. Project Management → si intende sia una funzione che in un’istituzione è affidata al progettista, sia una forma di organizzazione delle attività all’interno di un’organizzazione

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