Capitolo 3 PDF - Psicologia dello sviluppo e dell'educazione
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Summary
Questo capitolo del libro di psicologia dello sviluppo esplora i contesti sociali e lo sviluppo sociale, morale e del sé. Vengono presentate diverse teorie, tra cui la teoria ecologica di Bronfenbrenner e la teoria degli otto stadi di sviluppo di Erikson, con focus su microsistemi, mesosistemi ed esosistemi. Il contenuto fornisce principi teorici riguardanti lo sviluppo umano.
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- Migliori abilità morfosintattiche: - Sviluppo di consapevolezza metalinguistica: capacità di riflettere e acquisire conoscenze sul linguaggio - Pragmatica: i bambini sanno cosa è appropriato o meno in base...
- Migliori abilità morfosintattiche: - Sviluppo di consapevolezza metalinguistica: capacità di riflettere e acquisire conoscenze sul linguaggio - Pragmatica: i bambini sanno cosa è appropriato o meno in base al contesto Abbiamo evidenza che i disturbi articolatori in età prescolare sono predittivi dei disturbi dell'apprendimento in età scolare. Quando il ritardo nel raggiungimento di un abilità è marcato può essere indicatore di un disturbo nello sviluppo, più la diagnosi è precoce più è utile e essenziale per i bambini per risolvere la problematica. Adolescenza Uso sempre più sofisticato delle parole. - Capacità linguistica di tipo figurato (metafore e satira) - Migliori capacità di scrittura: gli adolescenti sono più bravi a organizzare le idee, a distinguere questioni principali e secondari e scrivere testi 3 - Contesti sociali e sviluppo sociale, morale e del sé 3.1 - Teorie La teoria ecologica di Bronfenbrenner - i cinque sistemi contemporanee sullo sviluppo sociale e del ambientali sé - Teoria ecologica: la teoria di Bronfenbrenner, secondo la quale lo sviluppo è influenzato da cinque sistemi ambientali. Bronfenbrenner (2000) ha poi incluso anche le influenze biologiche: teoria bioecologica. 1. Microsistema: ambiente in cui l’individuo passa la maggior parte del tempo (es., famiglia, compagni, scuola, quartiere). Sistema a cui l'individuo appartiene e partecipa attivamente. In una giornata apparteniamo a più microsistemi (compagni di corso, amici, famiglia, scout…) 2. Mesosistema: connessioni tra microsistemi (es., scuola-famiglia, colloquio tra insegnanti ai genitori, il figlio non fa parte di quel sistema) 3. Esosistema: ambienti in cui l’individuo non ha ruolo attivo ma che influenzano gli altri contesti in cui ha ruolo attivo (es., enti locali). Es: vita lavorativa dei genitori a cui i figli non partecipano ma da cui sono comunque influenzati. 4. Macrosistema: include la cultura (atteggiamenti e ideologie) 5. Cronosistema: condizioni sociali e storiche (es: condizione pandemica) Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 13 5. Cronosistema: condizioni sociali e storiche (es: condizione pandemica) Valutazione della teoria di Bronfenbrenner → Aspetti positivi: è una delle poche teorie che si concentra su un’analisi a livello micro e macro. Anche se non parla di veri e propri stadi di sviluppo è importante perché tiene in conto del contesto sociale in cui siamo inseriti e la sua importanza per lo sviluppo (vedi Vygotskij). Il contesto sociale non è monolitico, ma è suddiviso in cinque sistemi. La persona è al centro del sistema di Bronfenbrenner, stabilisce quali sono i livelli in cui è individuo influenza il comportamento e lo sviluppo dell'individuo. → Critiche: non viene considerata una vera e propria teoria dello sviluppo perché non parla di stadi di sviluppo. Ha prestato poca attenzione ai fattori biologici e cognitivi che sono implicati nello sviluppo. Non ha affrontato le fasi dei cambiamenti nello sviluppo (≠ Piaget ed Erikson). Strategie per l'educazione dei bambini e degli adolescenti basate sulla teoria di Bronfenbrenner 1. Pensare all’allievo come inserito in una serie di sistemi e di influenze ambientali. 2. Prestare attenzione al legame scuola-famiglia: costruire connessioni in modo formale o informale. 3. Riconoscere l’importanza della comunità, dello stato socioeconomico e della cultura nello sviluppo. Erikson e gli otto stadi di sviluppo umano Erikson è stato il primo a parlare di sviluppo di vita, comprendendo non solo l'educazione in età di crescita ma anche l'età adulta e la vecchiaia. Secondo Erikson (1968), lo sviluppo comprende otto fasi, ognuna con uno specifico compito evolutivo che pone gli individui di fronte a una crisi. Compito evolutivo che pone gli individui davanti a una crisi, che possono riuscire a risolvere oppure no. O ci riusciamo in quello span di età oppure no (secondo Erikson, ma oggi i modelli relativi allo sviluppo ci dicono che abbiamo altre possibilità. Gli insuccessi o successi nei compiti evolutivi vanno a costruire ciò che siamo e la nostra storia 1. Fiducia vs. Sfiducia (fino a 1 anno) 2. Autonomia vs. Vergogna e dubbio (1 anno – 3 anni) 3. Iniziativa vs. Senso di colpa (3 anni – 5 anni) 4. Industriosità vs. Inferiorità (6 anni – 10 anni) 5. Identità vs. Confusione di identità (10 anni – 20 anni) - compito evolutivo di costruzione dell'identità 6. Intimità vs. Isolamento (20 anni – 30 anni) 7. Generatività vs. Stagnazione (40 anni – 50 anni) 8. Integrità vs. Disperazione (oltre i 60 anni) Valutazione della teoria di Erikson → Aspetti positivi: Ha ampliato il concetto di sviluppo non limitandolo alla sola infanzia, ma comprendendo tutto l’arco della vita. Primo a considerare l'intero ciclo di vita → Critiche: ○ Stadi troppo rigidi: compiti sono trasversali alla maggior parte della nostra vita ○ La teoria non è stata scientificamente documentata: per alcuni individui alcune questioni precedono le altre (es., intimità e identità) Modello di Hendry e Kloep - sviluppo come legato a sfide Riprendono qualcosa da Erikson (concetto delle sfide e delle crisi per persone della stessa età e della stessa cultura). - Compiti normativi: sfide affrontate dalla maggior parte delle persone nello stesso momento - Compiti non normativi: sfide affrontate solo da alcune persone in un determinato momento (es: diventare genitori, c'è una fascia di età più probabile) Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 14 momento (es: diventare genitori, c'è una fascia di età più probabile) Per affrontare una sfida servono certe risorse. Le risorse richieste sono maggiore se il compito è non normativo (es: diventare genitori a 20 come compito non normativo, vs diventare genitori a 30 anni come compito normativo e come la maggior parte delle persone). Strategie per l’educazione dei bambini e degli adolescenti basate sulla teoria di Erikson 1. Incoraggiare l’iniziativa nei bambini piccoli: le critiche devono essere ridotte al minimo per evitare sensi di colpa e ansia. 2. Promuovere l’operosità in bambini di scuola primaria: coltivare la motivazione dei bambini alla conoscenza e alla curiosità con compiti sfidanti. 3. Stimolare l’esplorazione dell’identità in adolescenza: chiedere di scrivere un testo sulle varie dimensioni dell’identità, invitare persone che svolgono diverse professioni, incoraggiare a pensare in modo autonomo e a esprimere le proprie opinioni. 4. Esaminare la propria vita di insegnanti alla luce degli otto stadi. 5. Come insegnanti, valorizzare il proprio ruolo nel concetto di generatività. 3.2 - Contesti sociali La famiglia dello sviluppo (famiglia, gruppo dei L'attaccamento pari e la scuola) Il primo studioso dell'attaccamento è Bowlby (seconda metà del secolo scorso/seconda guerra mondiale). Definisce l'attaccamento come un legame affettivo profondo, significativo e duraturo (stabile) tra il bambino e il suo caregiver, cioè la persona che principalmente si prende cura di lui. L'attaccamento non si sviluppa solo verso la madre biologica come pensato all'inizio, ma verso un caregiver (madre, padre, genitori non biologici, nonni, babysitter, tutori, fratelli e sorelle maggiori, maestre e maestri, famiglia affidataria…). Questo quindi non pone problemi per le madri lavoratrici, siccome si può sviluppare attaccamento anche per altre figure. - Primi 2 anni di vita: il bambino è predisposto a cercare prossimità, cure e protezione. Come esseri umani abbiamo sin dalla nascita comportamenti di ricerca di sicurezza e di attirare l'attenzione e la vicinanza delle persone che ha attorno: pianto, vocalizzazioni, sorriso (meccanismi di segnalazione che permettono ai bambini dai primissimi mesi gli adulti che hanno attorno). ○ Sorriso endogeno: nei primi due mesi di vita, sorriso del bambino fatto senza pensare intenzionalmente, provocato da cambiamenti interni piacevoli sul piano fisiologico. L'adulto però interpreta questo sorriso come intenzionale, dando cura e protezione al bambino. Il sorriso e l'attaccamento generale permette al bambino di ottenere le cure che garantiscano la sopravvivenza e la componente emotiva della cura. ○ Sorriso esogeno o sorriso sociale: dai due mesi di vita il sorriso si produce in risposta agli stimoli che provengono dal contesto sociale - 9 mesi: paura dell’estraneo (diffidenza verso persone non familiari e protesta se il caregiver si allontana) il caregiver sensibile risponde in modo appropriato. Intorno ai due anni si sviluppano i modelli operativi interni, rappresentazioni cognitive del legame di attaccamento con il caregiver, quindi il bambino tollera meglio l'allontanamento (siccome il bambino è in grado di pensare che il caregiver esiste ancora anche se non è presente, vedi il concetto di permanenza dell'oggetto di Piaget). Diritto delle donne al lavoro e possibilità di affidamento di un bambino ad altre figure o ad un asilo nido: la risposta di angoscia è normativa, in termini di vissuto del genitore la madre non si deve sentire in colpa. La paura dell'estraneo ci dice che si sta formando un legame selettivo verso una persona molto forte. Questo è un concetto utile per combattere la disparità di genere nell'impiego femminile connesso alla maternità. Il caregiver presente e sensibile è una base sicura da cui partire per esplorare (sistema di allontanamento: esplorazione) e a cui tornare nei momenti di difficoltà (sistema di attaccamento, ricerca di vicinanza). Il caregiver sensibile risponde in modo appropriato, genera attaccamento sicuro (equilibrio tra il sistema di avvicinamento e quello di esplorazione dell'ambiente) Uno dei principali filoni di studio a partire dagli anni 70 vuole identificare i fattori che portano allo sviluppo dell'attaccamento sicuro; uno dei più importanti è la responsività Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 15 allo sviluppo dell'attaccamento sicuro; uno dei più importanti è la responsività - Responsività del caregiver: capacità del caregiver di rispondere in modo tempestivo (velocemente rispetto a un disagio per un bisogno non sviluppato) e appropriato (in modo giusto) alle richieste del bambino Studia durante la seconda guerra mondiale i bambini negli orfanotrofi, bambini senza genitori e cresciuti con bambini della stessa età. Questi bambini avevano gli stessi comportamenti di ricerca di sicurezza in bambini di due anni; in casi speciali l'attaccamento si può formare tra bambini della stessa età. Sicurezza: capacità di utilizzare il caregiver sensibile come base sicura per ottenere protezione, cure e aiuto nella regolazione emotiva e nella gestione delle relazioni; implica un equilibrio tra vicinanza al caregiver ed esplorazione dell'ambiente. Degli squilibri rispetto a questi due sistemi portano all'attaccamento insicuro (evitante, resistente o disorganizzato). Mary Ainsworth e la Strange Situation La principale autrice che propone la distinzione di attaccamento insicuro e che propone l'esperimento della Strange Situation è Mary Ainsworth. La psicologia dice che ci sono stili di attaccamento più adattivi, misurati con indicatori delle caratteristiche psicologiche: - l'attaccamento sicuro è quello più adattivo, i bambini hanno un funzionamento psicologico migliore relativamente a molti indici psicologici. - Poi ci sono i bambini con attaccamento insicuro evitante e insicuro ambivalente: sono in grado di fare alcune cose ma hanno alcune carenze (per gli evitati sanno esplorare l'ambiente ma hanno un difficile rapporto con il caregiver, per i resistenti il contrario). I bambini con attaccamento insicuro disorganizzato non manifestano nessun pattern stabile, non sanno come reagire: lo sviluppo psicologico, linguistico, emotivo, sociale, metacognitivo è compromesso. Frequente in bambini maltrattati e abusati, non c'è prevedibilità nel comportamento del caregiver (il bambino non sa cosa aspettarsi dall'adulto e non sa interiorizzare un pattern di azione da mettere in atto in una situazione nuova). - Strange situation: procedura di laboratorio con cui si può valutare lo stile di attaccamento ideato da Mary Ainsworth. Stanza con giochi per bambini, vetro per guardare o videocamere. Il bambino viene lasciato nella stanza da solo, con persone conosciute e con estranei. Intorno ai due anni questi episodi (8 episodi) durano 3 min. Tempo sufficiente a garantire l'emersione dei comportamenti critici (es: pianto) ma eticamente accettabili. Il bambino da solo con attaccamento sicuro può piangere un pochino ma senza disperarsi, magari si consola da solo e comincia a esplorare e giocare. Il cambino con attaccamento evitante non piange e subito esplora. Il bambino con attaccamento resistente si dispera e non esplora. Un bambino con attaccamento insicuro non ha pattern di reazione stabile di fronte a una situazione nuova. Estraneo: il bambino sicuro potrebbe farsi consolare anche dall'estraneo e di quando entra la madre. Il bambino con attaccamento evitante non considera l'estraneo e evita la madre quando rientra. Il bambino con attaccamento resistente non riesce a farsi consolare dall'estraneo e mostra sia resistenza e sia ricerca di vicinanza. Il bambino con attaccamento disorganizzato mostra comportamenti contraddittori. - Metodo osservativo: usato anche da Piaget, osservo direttamente il comportamento del bambino con la Strange Situation - Completamento di storie: crescendo non è possibile usare il metodo osservativo, quindi il completamento di storie si usa con giovani e adulti. Si chiede alla persona cosa farebbe (comportamento) cosa penserebbe (aspetto cognitivo) e come si sentirebbe (aspetto emotivo) di fronte a delle situazioni di allontanamento per valutare il tipo di attaccamento in età scolare e adulta. Tipo di Sistema che Madre assente ed Reunion: Esplorazione e attaccamento prevale estraneo presente la madre rientra prossimità Sicuro Il sistema di Il bambino piange in Il bambino smette Equilibrio tra Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 16 Sicuro Il sistema di Il bambino piange in Il bambino smette Equilibrio tra attaccamento modo moderato e non di piangere esplorazione e e esplorazione si consola con prossimità sono in l’estraneo equilibrio Insicuro Prevale il Il bambino non è Il bambino evita il Più evitante sistema di turbato e accetta le contatto con la esplorazione esplorazione attenzioni dell’estraneo madre Insicuro Prevale il Il bambino piange Il bambino mostra Più prossimità resistente o sistema di molto e non si consola sia resistenza e ambivalente attaccamento con l’estraneo rabbia, sia ricerca di vicinanza Insicuro Nessun Il bambino mostra Il bambino mostra Assenza sia di disorganizzat pattern stabile comportamenti comportamenti esplorazione sia o contradditori contradditori di prossimità Modelli operativi interni (MOI): Rappresentazioni mentali astratte di sé, dell’altro e della relazione, che si basano sulle diverse esperienze di attaccamento e che guidano aspettative e comportamenti. Emergono verso la fine del secondo anno di vita, quando il bambino è in grado di utilizzare i sistemi simbolici e ha la permanenza dell'oggetto. Il bambino si forma una rappresentazione cognitiva di cosa si aspetta che accada relativamente ad un legame con un'altra persona. Dipendono dalle esperienze di attaccamento: un bambino con attaccamento disorganizzato ha interiorizzato un MOI in cui si aspetta che le altre persone si comportino nello stesso modo e quindi reagisce di conseguenza, stando in allerta e non sapendo se fidarsi o meno. Un bambino con attaccamento sicuro è capace di fidarsi con l'altro. - Bambino sicuro: sé come degno di amore, altri come disponibili e attenti - Bambino insicuro: sé come poco degno di amore, altri come poco disponibili o imprevedibili Ricadute sul tipo di attaccamento con partner e figli (intergenerazionalità). L'attaccamento come si forma nei primi anni di vita è in genere mantenuto per tutta la vita; crescendo si mantengono gli stessi modelli operativi riguardo alle relazioni con le altre persone. Il tipo di attaccamento può cambiare: posso andare, a seconda delle esperienze che faccio, da un tipo di attaccamento sicuro ad evitante. Però in ottica evolutiva questo è utile: i bambini con attaccamento sicuro possono sviluppare attaccamento sicuro. Bambini abusati o maltrattati, una volta entrati in famiglie affidatarie o adottive possono sviluppare anche attaccamento sicuro, senza però negare il carico di sofferenze dell'esperienza di abuso. Gli stili genitoriali Diana Baumrind distingue quattro stili di genitorialità. Associato però anche a figure educative come insegnanti ed educatori. Gli stili variano secondo due dimensioni: controllo (regole) e coinvolgimento (aspetti affettivi, calore, engagement, affect). Lo stile autorevole è quello più adattivo: il genitore da regole ma spiega i motivi sottostanti alle regole, lasciando però anche spazio di indipendenza. La regola viene interiorizzata e i comportamenti di opposizione dovuti ad una imposizione non motivata vengono evitati. Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 17 La co-genitorialità La co-genitorialità è il supporto che i genitori si danno a vicenda nel crescere un bambino insieme. Condizioni di rischio connesse alla genitorialità - Scarsa coordinazione tra i genitori - Svalutazione dell'altro genitore - Mancanza di collaborazione e di calore - Distacco da parte di un genitore Genitori che lavorano Uno studio (Crouter, 2006) ha mostrato come i genitori che hanno condizioni di lavoro difficili (es., orari prolungati, obbligo di straordinari, mansioni stressanti, poca autonomi) sono più irritabili a casa e meno coinvolti di chi ha condizioni di lavoro migliori. Non è la quantità di tempo che il genitore trascorre con il figlio la cosa più importante ma è la qualità e il tipo di relazione con il figlio (relazione positiva). Bambini in famiglie di genitori divorziate Il conflitto coniugale (sia in famiglie unite che separate) è un fattore di rischio più dannoso del divorzio stesso. Gli effetti del divorzio sono complessi e dipendono da innumerevoli fattori (es., età del bambino, tipo di custodia, stato socioeconomico, esistenza di vari sistemi di supporto, relazione positiva tra genitori, esperienza scolastica). Le strategie di coping riguardano l'insieme delle reazioni che mettiamo in atto di fronte ad un evento che percepiamo come stressante. I figli di divorziati e separati hanno migliori strategie di coping, sanno gestire meglio situazioni stressanti. Il conflitto genitoriale è maggiore in famiglie separate. I ricercatori per pianificare una ricerca che separasse per vedere da cosa sono causate le problematiche nello sviluppo psicologico dei figli. Separati conflitto basso - separati conflitto alto - sposati e felici - sposati e infelici. Stanno meglio stanno sposati e felici, peggio separati con conflitto altro. Però stanno meglio separati a conflitto basso di sposati e infelici. Questo dimostra che è più decisivo il conflitto coniugale del divorzio. Il coinvolgimento dei genitori nel percorso scolastico dei figli e i legami scuola-famiglia Studio con studenti del 2° anno di scuola secondaria di secondo grado (Benner et al., 2016): Il coinvolgimento dei genitori nel percorso scolastico e le loro maggiori aspettative sui figli erano associati a una media più alta e a un livello più alto di istruzione 8 anni dopo. Guidare i genitori a interagire in modo proficuo con i figli riguardo alla scuola (es., porre domande specifiche, chiedere di leggere qualcosa che hanno scritto). Gli insegnanti devono promuovere il coinvolgimento dei genitori: oggi è possibile grazie anche all’uso delle nuove tecnologie (es., email, blog online, social network) Strategie per promuovere i legami scuola-famiglia-comunità 1. Dare assistenza alle famiglie: dare ai genitori informazioni su come educare i figli e sull’importanza del sostegno familiare. 2. Comunicare i programmi scolastici e i progressi dei figli: incoraggiare la partecipazione alle Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 18 2. Comunicare i programmi scolastici e i progressi dei figli: incoraggiare la partecipazione alle riunioni e agli eventi scolastici. 3. Incoraggiare il contributo volontario dei genitori: coinvolgere i genitori nella pianificazione educativa e nelle attività. 4. Coinvolgere le famiglie nell’apprendimento a casa. Far capire che è importante il sostegno dei genitori nei compiti per casa, pur non limitando l’autonomia. 5. Coinvolgere le famiglie nelle decisioni scolastiche. 6. Coordinare la collaborazione con la comunità. L'amicizia Avere degli amici interessati alla scuola, socialmente competenti e di supporto è un vantaggio per lo sviluppo. L'amicizia può risultare anche uno svantaggio: avere amici coinvolti in azioni delinquenti è associato a comportamenti delinquenti con esordio precoce e persistenza nel tempo La posizione sociale nel gruppo dei pari - status sociale - Studenti popolari: Studenti apprezzati e ricercati in un gruppo; presentano varie caratteristiche di competenza sociale. - Studenti nella media: Studenti che ricevono un numero medio di nomine positive e negative dai loro coetanei. - Studenti trascurati: Studenti che non vengono scelti dai loro compagni e non sono considerati né simpatici né antipatici; sono spesso timidi o chiusi, ma possono avere competenze sociali adeguate. - Studenti rifiutati: Studenti che ricevono poche scelte e molti rifiuti e sono disprezzati dai loro coetanei. Possono mostrare comportamenti aggressivi o introversi e vanno incontro a problemi di adattamento. - Studenti controversi: Studenti che ricevono molte scelte positive e molti rifiuti; possono essere ammirati da alcuni e disprezzati da altri. Sapere come le persone interagiscono è utile all'insegnante nelle formazione dei gruppi (si vuole che le persone imparino che interagiscano bene). Sapere riconoscere le tipologie di studenti è utile all'insegnante per avere una fotografia di come le persone interagiscono. Il bullismo - Bullismo: Comportamento aggressivo non provocato, ingiustificato, frequente e continuato nel tempo, in cui si assiste a uno squilibrio di potere o forza tra chi compie le prepotenze e chi le subisce. Fenomeno che raggiunge l’apice nella scuola secondaria di secondo grado. La solitudine e la difficoltà nel farsi degli amici sono fattori di rischio nella vittimizzazione. Il bullismo spesso è basato sul pregiudizio (es., background migratorio, disabilità, minoranze, orientamento non eterosessuale, obesità). Gli aspetti cognitivi che differenziano una singola aggressione dal bullismo (reiterazione) sono quelli che rendono il bullismo più grave. - Caratteristiche: reiterazione, violenza ingiustificata e non rimediabile, asimmetria di potere o di forza Vedi Bandura, meccanismi di disimpegno morale Diversi ruoli oltre al bullo e alla vittima: - Seguaci del bullo - Difensori della vittima - Esterni (osservatori passivi) - cosa ci porta ad essere spettatori e non intervenire? Vedi caso di Kitty Genovese e istituzione del 911 Importante il ruolo dell’insegnante: riduzione degli episodi di prepotenza se l’insegnante li disapprova e contrasta attivamente (Saarento et al., 2015) - Cyberbullismo: Molestie perpetrate con mezzi elettronici, quali minacce, insulti, diffamazioni, esclusione da social group, pubblicazione online di materiale altrui senza il Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 19 diffamazioni, esclusione da social group, pubblicazione online di materiale altrui senza il consenso. L'aggressione è imprevedibile e raggiunge sempre la vittima ovunque. Non c'è un porto dove la vittima non si sente minacciata, quindi ha degli effetti molto più pervasivi A fronte della gravità del problema, il Parlamento italiano ha emanato una legge per prevenirlo e contrastarlo (Legge 71 del 29 maggio 2017). Anche a livello internazionale sono proposti programmi di intervento (es., KiVa). Resta la reiterazione e l'asimmetria di potere (capacità dell'uso tecnologico). La scuola come contesto di sviluppo in cambiamento - Contesto classe: centrale nella scuola dell’infanzia e in quella primaria; insegnante come simbolo di autorità - Contesto scuola: centrale nella scuola secondaria di primo e secondo grado; gli adolescenti sono influenzati dai pari, dalle attività extrascolastiche, dai gruppi che frequentano e dalla comunità più ampia La formazione nella scuola dell'infanzia - Approccio montessoriano: Approccio educativo in cui, pur nel rispetto di regole chiare, i bambini sono lasciati liberi nella scelta delle attività nelle quali viene richiesto il loro impegno. L'insegnante ha un ruolo di facilitatore piuttosto che direttivo e i bambini sono incoraggiati a risolvere problemi e a scoprire il mondo in modo autonomo e spontaneo. Per insegnare a bambini piccoli è necessaria una profonda conoscenza dello sviluppo tipico dei bambini in un determinato intervallo d'età (adeguatezza rispetto all'età) e una consapevolezza dell'unicità del bambino (adeguatezza rispetto all'individuo). Bisogna creare ambienti che incoraggino i bambini ad apprendere, coinvolgendo anche i genitori e la comunità. La formazione deve tenere conto sia dell'approccio costruttivista (centrato sui contenuti) ma anche dello sviluppo socioemotivo. Il passaggio alla scuola primaria è influenzato in modo importante dagli insegnanti e dal rapporto positivo del bambino con essi. La tecnologia può essere integrata con la didattica. Passaggio alla scuola secondaria di primo grado: Passaggio stressante: coincide con l’entrata nella pubertà; ridimensionamento della loro posizione all’interno della scuola, in quanto passano dall’essere i più grandi all’essere i più piccoli. Aspetti positivi: i ragazzi si sentono più grandi, affrontano nuove materie, instaurano nuove amicizie e hanno maggiore indipendenza - Aspetti critici: scuole più grandi che portano a rapporti più formali tra insegnanti e studenti; contenuti da apprendere spesso lontani dagli interessi degli studenti. Forte influenza delle relazioni tra coetanei sul rendimento scolastico (prestare attenzione alle difficoltà relazionali e evitare stigmatizzazioni). 3.3 - Lo sviluppo L'autostima morale e del sé - Autostima: valutazione globale (come ci vediamo in tutti gli ambiti della vita) di noi stessi, valore relativo al sé. Diverso dall'autoefficacia o senso di efficacia, ossia quanto pensiamo di essere capaci e bravi in un determinato compito o ambito. La bassa autostima è solitamente legata a un basso rendimento scolastico (gli studi sono soprattutto correlazionali, quindi non sappiamo se è la bassa autostima a causare lo scarso rendimento o il contrario) Variazione dell’autostima nel corso dello sviluppo: Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 20 Variazione dell’autostima nel corso dello sviluppo: differenze di genere. Durante lo sviluppo tendono a diminuire le valutazioni dell'autostima sia nei maschi L'identità che nelle femmine. Secondo Erikson il compito fondamentale nell'adolescenza è la formazione dell'identità. Lui dice che se questa cosa non viene Variazioni dell’autostima anche acquisita nell'adolescenza in base non c'è all’ambito una seconda (es., possibilità. scolastico, sportivo, fisico, sociale). Anche se sono James Marcia parte da un modello con una classificazione diversa, distinguendo due concetti scarsa - Esplorazione: esame di diverse in unalternative identità ambito, se non gli do valore, non influenza la mia autostima - Impegno: investimento personale in un'identità globale. La valutazione e la capacità di tener che vedediamo a a ciò che questa comporta noi stessi è abbastanza stabile; se giocando a calcetto ho delle giornate L'incrocio tra questi due concetti permette di cattiva di distinguere prestazione quattro la mia stati dell'identità autostima nell'ambito non si abbassa. Lo sviluppo morale - Sviluppo morale: riguarda il modo in cui i bambini e gli adolescenti apprendono le regole e le convenzioni sulle corrette interazioni tra le persone e imparano a distinguere ciò che è buono da ciò che è sbagliato La teoria di Kohlberg Secondo Kohlberg lo sviluppo morale riguarda il ragionamento morale e prevede più fasi. Si è servito di diversi dilemmi morali con bambini e adolescenti, come quello di Heinz (moglie malata, il marito dovrebbe rubare la medicina se non riesce a pagare il farmacista che pretende un prezzo altissimo?). - Livello 1 - Ragionamento preconvenzionale (nessuna interiorizzazione): la moralità si focalizza soprattutto su ricompense e punizioni; prevede due fasi: ○ Fase 1. Orientamento alla punizione e all’obbedienza (es., i bambini o gli adolescenti obbediscono agli adulti per evitare punizioni). ○ Fase 2. Individualismo, scopo strumentale e scambio (es., perseguimento del proprio interesse personale: «Sono gentile con te, così tu lo sei con me»). - Livello 2 - Ragionamento convenzionale (interiorizzazione intermedia): la moralità si focalizza sul rispetto di standard (interni) che sono però definiti da altri, come genitori o società (esterni); prevede due fasi: ○ Fase 3. Aspettative interpersonali reciproche, relazioni, e conformità interpersonale (es., i bambini o gli adolescenti adottano gli standard morali dei genitori). ○ Fase 4. Moralità per preservare il sistema sociale (es., gli adolescenti potrebbero dire che la comunità, per funzionare efficacemente, deve essere protetta dalla legge alla quale i suoi membri aderiscono). - Livello 3 - Ragionamento postconvenzionale (interiorizzazione completa): la moralità è interiorizzata; prevede due fasi: ○ Fase 5. Contratto sociale e diritti individuali (es., valutazione delle leggi sulla base di quanto proteggono i diritti e valori umani fondamentali). ○ Fase 6. Principi etici universali (es., l’individuo, di fronte a un conflitto tra legge e coscienza, segue la coscienza anche se la decisione implica un rischio personale). Critica -> al pensiero morale non sempre segue un comportamento morale. Carol Gilligan e la cura Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 21 Carol Gilligan e la cura Carol Gilligan (1982, 1998) distingue tra la prospettiva di giustizia e la prospettiva di cura: - Prospettiva di giustizia: Prospettiva morale incentrata sui diritti dell’individuo, come quella adottata dalla teoria di Kohlberg. maschile - Prospettiva di cura: Prospettiva morale incentrata sulle connessioni e le relazioni tra le persone, come quella proposta nell’approccio di Gilligan. femminile Kohlberg sostiene che le emozioni abbiano effetti negativi sul ragionamento morale: in realtà hanno un ruolo importante. La teoria dei domini - Teoria dei domini dello sviluppo morale: Teoria secondo cui lo sviluppo morale include gli ambiti della conoscenza sociale e del ragionamento. - Ragionamento socio-convenzionale: Pone l’attenzione sulle regole convenzionali stabilite dal consenso sociale per controllare il comportamento e mantenere il sistema sociale. - Ragionamento morale: Si focalizza su questioni etiche e regole di moralità, non arbitrarie e ampiamente accettate Il disimpegno morale Alfred Bandura propone dei meccanismi di disimpegno della condotta morale, giustificazioni sul perché si mette in atto un comportamento aggressivo. - Disimpiego morale: Insieme di meccanismi cognitivi con i quali un individuo giustifica le proprie azioni deplorevoli o trasgressioni per renderle più accettabili a se stesso e agli altri In particolare le perone possono usare otto meccanismi cognitivi 1. Giustificazione morale: si ridefinisce il comportamento sul piano cognitivo facendolo apparire accettabile riconducendolo a scopi più nobili (è giusto picchiare un compagno perché ha offeso la mia famiglia) 2. Etichettamento eufemistico: la gravità dell'aggressione viene attenuata usando parole diverse e un linguaggio che rimanda ad altri significati (non l'ho picchiato, gli ho dato una pacca sulla spalla, non l'ho insultato ho detto la verità) 3. Confronto vantaggioso: l'azione viene confrontata con una peggiore in modo che risulti meno grave (insultare un compagno non è così grave come picchiarlo) 4. Dislocamento della responsabilità: la responsabilità delle proprie azioni viene riversata sulla società o persone con più autorità (le persone violente spesso vengono da un contesto familiare difficile). Nazisti con i superiori, ho solo eseguito gli ordini. 5. Diffusione della responsabilità: la responsabilità viene condivisa con anni come se questo riducesse la gravità (eravamo in tre a picchiarli, la colpa non è solo mia) 6. Distorsione delle conseguenze: si tende a minimizzare o negare il dolore provocato all'altro (tanto se la insulto non le succede nulla, l'ho solo sfiorata) 7. Deumanizzazione della vittima: la vittima è considerata a un livello di umanità inferiore e non capace delle stesse emozioni (paragone ad animale e deumanizzazione) 8. Attribuzione di colpa alla vittima: accusare la vittima e percepirla come la causa dell'azione riprovevole per difendersi (se una persona lascia le cose incustodite è colpa sua se gli vengono rubate, è come era vestita) Il comportamento prosociale Incoraggiando il comportamento prosociale si riduce il bullismo. Comportarsi in modo prosociale significa trascendere dal mero interesse personale per considerare il punto di vista altrui. - Altruismo: Tendenza disinteressata ad aiutare gli altri La condivisione è una parte importante della relazione con gli altri, quindi è importante anche valorizzare l’importanza della gratitudine, intesa come un sentimento di riconoscenza e apprezzamento, soprattutto in risposta a un atto gentile o di aiuto. L’educazione morale Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 22 L’educazione morale Il curriculum nascosto - John Dewey ha osservato che anche quando le scuole non hanno programmi specifici di educazione morale, la forniscono tramite un curriculum nascosto, trasmesso dall’atmosfera morale presente in ogni scuola. Gli insegnanti fungono da modelli di comportamento etico o non etico. La formazione del carattere - Formazione del carattere: Approccio diretto all’educazione morale che implica l’insegnamento di nozioni basilari di moralità per prevenire che gli studenti sviluppino un comportamento immorale e facciano del male a se stessi o agli altri. La riflessione sui valori - Riflessione sui valori: Approccio all’educazione morale che mira ad aiutare le persone a chiarirsi le idee sullo scopo della propria vita e del proprio lavoro; gli studenti sono incoraggiati a definire i propri valori personali e a capire i valori degli altri. L’educazione morale cognitiva - Educazione morale cognitiva: Approccio all’educazione morale basato sulla convinzione che gli studenti dovrebbero apprezzare valori come democrazia e giustizia man mano che sviluppano il proprio ragionamento morale; la teoria di Kohlberg è stata alla base di molti tentativi di educazione morale cognitiva. L’apprendimento del servizio - Apprendimento del servizio: Forma di educazione che promuove la responsabilità sociale e il servizio nei confronti della comunità. Attività come: tutoraggio, assistenza agli anziani, lavori in ospedale, assistenza in centri per l’infanzia o pulizia di uno spazio libero per creare un’area giochi. Più efficace se sono presenti due condizioni: un certo livello di scelta delle attività a cui partecipare opportunità di riflessione sulla partecipazione 4 - Differenze individuali Intelligenza - Intelligenza: abilità di risolvere problemi che implica la capacità di adattarsi alle richieste dell'ambiente e imparare dall'esperienza Uno dei principali problemi nello studio dell’intelligenza riguarda la difficoltà nella sua misurazione. I test di intelligenza individuali I test di Binet - 1904: richiesta del Ministero dell’Istruzione francese di sviluppare un metodo per identificare le abilità di apprendimento dei bambini a scuola - 1905: Alfred Binet e Theophile Simon sviluppano un test costituito da 30 domande Età mentale (EM): Concetto ideato da Binet per indicare il livello di sviluppo mentale di un individuo in confronto agli altri. Concetto poi raffinato con il QI che mette in relazione età mentale ed età cronologica Quoziente di intelligenza (QI): Concetto ideato da Stern per indicare l’età mentale (EM) di una persona divisa per l’età cronologica (EC), moltiplicata per 100. QI = EM/EC x 100 I test di Binet sono stati più volte revisionati nel tempo: test Standford-Binet (revisioni fatte presso l’università di Stanford). I ricercatori hanno scoperto che i punteggi a questo test si approssimano alla distribuzione normale. La versione attuale del test è alla quinta edizione. La distribuzione normale è simmetrica, con la maggior parte dei punteggi che si posizionano nella parte centrale del possibile intervallo dei punteggi e un numero di gran lunga inferiore di punteggi che si posizionano alle estremità di tale intervallo. Le scale Wechsler - Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence – Fourth Edition (WPPSI-IV): per bambini tra 2 anni e 6 mesi e 7 anni e 7 mesi Wechsler Intelligence Scale for Children – Fifth Edition (WISC-V): per bambini e Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Pagina 23