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Il giardiniere prima parte C'era una volta un giardiniere che aveva acquistato un campo tutto nuovo. L'aveva ripulito dagli alberi infestanti, ci aveva piantato nobilissimi alberi da frutto e sempre con grande amore aveva creato le siepi e delle stradine che si inoltravano nel terreno. Aveva acquis...
Il giardiniere prima parte C'era una volta un giardiniere che aveva acquistato un campo tutto nuovo. L'aveva ripulito dagli alberi infestanti, ci aveva piantato nobilissimi alberi da frutto e sempre con grande amore aveva creato le siepi e delle stradine che si inoltravano nel terreno. Aveva acquistato un gatto per cacciare le vipere e infatti dopo qualche tempo queste non si videro più. Aveva poi preso moglie e con buone maniere l'aveva deducata ad avere figli e quando i figli furono abbastanza grandi li aveva educati lui. Uno di loro non voleva seguire le orme del padre, non voleva fare il giardiniere, ma scopertane la natura profondamente affine alla sua l'aveva con le buone e con le cattive maniere costretto a seguire le sue orme. Anche l'altro non voleva fare il giardiniere, ma il padre una volta lo vide sistemare una rosa ad arco e capì tutto di lui. Il giardiniere seconda parte La moglie che ormai si sentiva messa da parte e infatti aveva esaurito il suo compito, cominciò a lamentrasi di lui e non perdeva tempo per parlarne male anche in piazza o al bar, alol'alimentari quando ci andava una volta a settimana. Anche di figli non le badavano e il giardiniere sapeva che nel fondo questo accadeva perché era nella sua natura non esser madre, così come da un prugno non puoi ricavare pesche. Così rimase sempre più in giardino e invece di uscire alle 7 usciva alle 6 di casa e invece di rincasare per le 8 di sera, prese a tornare alle 10. La moglie cominciò a lamentarsi ancora più forte, ormai non passava occasione in cui non avesse da rimproverargli qualcosa. Lo guardava lavorare in giardino e lo derideva. Intanto il tempo passava, molto più rapidamente di quanto immaginino gli esseri umani. I figli si erano trasferiti e uno ora faceva il giardiniere e l'altro l'architetto. il giardino era diventato enorme e vi si ammassavano siepi, crescevano gli alberi, i gatti di troppo venivano regolarmente uccisi nel fiume vicino, cosa che sconsolava la donna che ogni sera piangeva da sola davanti al fuoco. Un bel giorno, si fa per dire, il giardiniere scomparve. Lo ritrovarono sotto un dirupo, un po' più in là delle sue siepi, e sembra che fosse stato ucciso o spaventato da un orso e insomma era scivolato e rotolato lungo il burrone. La donna non pianse, né si sentì triste. Anche i figli non piansero al funerale e in breve tornarono alla loro vita, nelle loro rispettive città. L'estate successiva la donna per la prima volta dovette mettere mano al giardino e scoprì per la prima volta il ciliegio con i frutti maturi e poi le more nere, e i ribes. Ne fu turbata e risalendo in casa lungo la stradina e poi le scalette, capì finalmente perché: erano le sue piante preferite, le ciliegie e poi le more nere. Gliene aveva sempre parlato al marito di come da bambina le piacessero tanto quei frutti. Da quel momento del marito avvertì come il profumo e scoppiò a piangere. Passarono ancora degli anni e la donna invecchiò. I figli se ne presero cura e le offrirono tutto quello che potevano, le migliori cure, la compagnia die nipoti, tutti gli agi che si possono desiderare in vecchiaia, perché avevano avuto successo nel loro lavoro e potevano permetterselo.