Letteratura Italiana per Stranieri PDF

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This document is an academic paper on Italian Renaissance Literature. It discusses Italian Humanism and the Renaissance in the 15th and early 16th centuries. The document also introduces important literary figures and their works, including their use of the Italian language.

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o m on o o !'Umanesimo - -- eil Rinascimento. _. -~ L'Umanesimo e il Rinascimento 1. Caratteri generali dell'epoca prevalentemente in latino, già Dante con la Divina Com- m...

o m on o o !'Umanesimo - -- eil Rinascimento. _. -~ L'Umanesimo e il Rinascimento 1. Caratteri generali dell'epoca prevalentemente in latino, già Dante con la Divina Com- media e il Convivio e Petrarca con il Canzoniere avevano L'età dell'Umanesimo e del Rinascimento occupa il XV e fatto i conti col volgare toscano. È datato 1441 un episo- la prima metà del XVI secolo. Per riferirsi a quest'epoca dio importante, che dimostra l'interesse per il volgare an- si parla in generale di rinascenza, rinascita, umanesimo, che tra gli umanisti: infatti Leon Battista Alberti istituisce rinascimento, ma più semplicemente si può parlare di ci- il Certame Coronario, una gara poetica in volgare. Le ope- viltà umanistico-rinascimentale, dal momento che si pos- re presentate sono tutte di basso livello, e si decide per- sono distinguere due fasi: ciò di non assegnare il premio. Tuttavia l'episodio è signi- ficativo perché dimostra la volontà di concedere anche a. l'Umanesimo, che caratterizza tutto il '400 e il cui inizio, al volgare dignità letteraria. sul piano culturale, si può fissare già verso la fine del Tre - cento (si pensi a letterati come Francesco Petrarca); Lentamente, soprattutto verso il 1480, con autori come Po- liziano, Boiardo, Sannazaro, ma anche Lorenzo il Magnifico, b. il Rinascimento, che occupa i primi tre decenni del 1500 signore di Firenze, il volgare va facendosi strada e acqui- circa. Tuttavia, i due momenti vanno considerati insieme sta spazi sempre più ampi come lingua scritta. Nella pri - perché, pur con le loro differenze, sono legati da una con- ma metà del Cinquecento si colloca poi uno dei momenti tinuità di atteggiamenti e di obiettivi. Se l'Umanesimo è più significativi per la storia dell'italiano: la questione del- soprattutto l'età della ricerca e dello studio dei classici la lingua. Gli intellettuali e i letterati, insomma una picco- latini e greci, esso è però anche l'età di una nuova filoso- la minoranza di persone colte, si pongono il problema di fia, di una nuova concezione della vita fondata sulla cen - fissare una norma scritta per l'italiano. Si tratta di un di- tralità dell'uomo e anche per questo più libera e più cu - battito che vede fronteggiarsi tre teorie. riosa. L'Umanesimo quindi prepara il Rinascimento, mo- mento di profondo rivolgimento della civiltà italiana ed Un primo gruppo di intellettuali ~steneva la tesi che l'ita - europea, età di importantissime realizzazioni su l piano ar- liana scritto dovesse essere quella lingua che veniva par- tistico-culturale. ,~ lata nelle corti di tutta la penisola, una lingua che aveva vyhc;w ormai perso molti tratti regionali e locali e raggiunto una certa omogeneità. Il secondo gruppo di teorici, fra cui 2. La questione della lingua spicca la figura di Niccolò Machiavelli, creaeCné' si debba adottare il fiorentino contemporaneo, nella convinzione Il periodo che qui trattiamo è di fondamenta le importanza che una lingua nasca dall'uso di chi la parla. Il terzo grup- per l'espansione dell'italiano parlato in Toscana come lin- po infine, la cui tesi risulterà vincente, sostiene che ci si gua sc ritta. Se gli umanisti del '400 scrivevano ancora debba basare su l fiorentino scritto del Trecento, e vede La storia del XV secolo Nel Quattrocento l'Italia è divisa in molti piccoli Stati. La maggior parte di questi sono "Signo- rie", cioè territori in cui il potere è in mano a un unico signore. Fra le signorie- italiane del Quat- trocento la più nota è la signoria di Firenze, retta dalla famig lia Medici. Quando diventa signo- re di Firenze Lorenzo il Magnifico, la città conosce una grande fioritura culturale. In Italia esistono però anche repubbliche. La più prestigiosa è la Repubblica di Venezia, detta anche "Serenissima". A Venezia il potere non è in mano a un unico signore, ma a un gruppo di famiglie nobili e a un doge, che è una specie di princ ipe eletto al loro interno. L'anno 1492 è il più importante del secolo: è l'anno della scoperta dell'America da parte del genovese Cristoforo Colombo (qui a fianco) su incarico dei re di Spagna, ma è anche l'anno della morte di Lorenzo il Magnifico e dell'inizio della decadenza della Signoria di Firenze. Una delle invenzioni più importanti del Quattrocento è quell a della stampa a caratteri mobili. Grazie alla stampa sa rà possibile produrre più facilmente copie di libri. Manca la certezza asso- luta su chi sia stato il primo stampatore, ma sicuramente uno dei primi stampatori fu Giovanni Gutenberg, che verso il 1455 pubblicò a Magonza (in German ia) una celebre Bibbia. La tecnica della stampa si diffuse quindi in tutta Europa. I maggiori centri editoriali furono però italiani: Venezia soprattutto, ma anche Roma e Firenze. D li DO D O 4. La figura dell'intellettuale Nel corso del Quattrocento e soprattutto nel primo Cin- quecento cambia il rapporto tra gli intellettuali e la socie - tà. Se nel Medioevo chi esercitava la professione di let- terato era in genere un giudice, un notaio, un mercante, che si dedicava alla letteratura per divertimento, già con Petrarca abbiamo un esempio di letterato a tempo pieno. li letterato umanista è quindi un letterato di professione che intrattiene stretti rapporti con la Corte e con la Chie- sa. Si fa strada insomma il modello dell'intellettuale corti - giano che, oltre a co ll aborare con il suo signore, è diret- tamente coinvolto nella vita di corte. Naturalmente que- sto comporta dei privilegi, ma anche dei limiti, perché può frenare l'autonomia creativa e costringere lo scrittore a segu ire nelle sue opere gli interessi del signore e della corte. 5. Due autori del '400: Angelo Poliziano e Lorenzo de' Medici in Petrarca e Boccaccio i modelli id eali, il primo per la Di Angelo Poliziano, nato a Montepulciano in Toscana nel poesia e il secondo per la prosa. Esponente di spicco di 1454 e vissuto a Firenze presso la corte di Lorenzo de' quest'ultimo gruppo è Pietro Bembo, lette rato veneziano, Medici, si deve ricordare almeno l'opera maggiore: Le che difenderà la sua tesi e stabilirà uno standa rd per l'ita- Stanze cominciate per la giostra di Giuliano de' Medici. liano scritto nelle Prose della volgar lingua del 1525. Si tratta di un'opera in due libri (il secondo incompiuto a causa della morte di Giuli ano) scritta fra il 1475 e il 1478. È un poemetto d'occasione in ottave che narra le avven- 3. Lineamenti letterari ture del giovane Julio, alter ego di Giuliano de' Medici. Julio, restio ad inn amorarsi e amante invece della caccia Durante la prima metà del '400 si scrive ancora prevalen- e della poesia, si innamorerà della bellissima ninfa Simo - temente in latino. Il modello di letterato a cui gli umanisti netta. Nel secondo libro Julio sogna la morte di Simonet- guardano con rispetto e ammirazion e è naturalmente Pe- ta e la sua vittoria nella giostra che avrebbe dovuto con- trarca, considerato padre spiritua le dell'epoca. cludere l'opera. Scopo principale del poema è celebrare Come si è accennato, uno dei tratti principali del periodo le glorie della casa Medici e soprattutto di Lorenzo. è la riscoperta e la rilettura delle opere dell'antichità clas- Ed è proprio Lorenzo de' Medici, signore di Firenze, l'altro sica. Gli umanisti sviluppano la certezza di aver dato ini- autore di spicco del secondo Quattrocento. Lorenzo, for- zio a un'età nuova, di aver recuperato l'antichità classica se il maggiore uomo di stato del suo tempo, ha scritto che era stata trascurata dall'età precedente, il Medio e- opere assai diverse tra loro: poemetti burleschi (il più fa - vo, per questo appunto chiamato media aetas, età inter- moso dei quali è La Nencia da Barberino) e un gran nu- media tra l'epoca classica e l'età presente. Il genere let- mero di Rime. Una delle sue composizioni più note è il terario che domina nel '400 è la trattatistica. Il trattato ap- Trionfo di Bacco e Arianna (qui sopra nel dipinto) che ap- pare, infatti, il genere ideale per spiegare i nuovi valori e partiene ai Canti carnascialeschi. la nuova visione del mondo. Questa ballata è compon im ento sintomatico delle spe- ranze e paure dell'epoca: l'insistente invito a godere del- Accanto ai trattati si scrivono però anche opere liriche e le gioie del presente è infatti accompagnato dalla malin- narrative, e sarà proprio la narrativa, con la fortuna e la conica constatazione dell'irrimediabile scorrere del tem- diffusione del poema caval leresco, a segnare la seconda po. (Vedi testo 16) metà del '400 e il primo '500. Un altro genere abbastanza praticato è il teatro. In nome della ri scoperta dei classici si leggono e si imitano le commedie di Plauto e Terenzio, ma hanno una grande fortuna anche le sac re rappresen - In alto: Bacco e Arianna, dipinto di Giulio Carpioni. tazioni di tradizione medievale. Nella pagina a fianco: ritratto di Cristoforo Colombo. D li D O D O l'Umanesimo eil Rinascimento 11B Lorenzo de' Medici: Il trionfo di Bacco e Arianna Quant'è bella giovinezza, Quanto è bella l'età della gioven tù, che però fugge conti- che si fugge tuttavia! nuamente! Chi vuole essere felice lo sia: del futuro non c'è Chi vuo l esser lieto, sia: certezza. di doman non c'è certezza. 5 Quest'è Bacco e Arianna, Questi sono Bacco e Arianna, sono belli e l'uno è innamorato belli, e l'un dell 'altro ardenti: dell'altra: siccome il tempo fugge e inganna, se ne stanno perché 'I tempo fugge e inganna, sempre insieme contenti. Queste ninfe e le altre persone sono sempre insieme stan contenti. sempre liete. Chi vuole essere felice lo sia: del futuro non c'è Queste ninfe ed altre genti certezza. 1O sono allegre tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Questi lieti satiretti, Questi felici piccoli satiri, innamorati delle ninfe, hanno teso delle ninfe innamorati, loro cento agguati nelle grotte e nei boschetti; ora, riscaldati 15 per caverne e per boschetti da Bacco, continuano a ballare e saltare. Chi vuole essere feli- han lor posto cento agguati; ce lo sia: del futuro non c'è certezza. or da Bacco riscaldati, bal lon, salton tuttavia. Chi vuol esser lieto sia: 20 di doman non c'è certezza. Queste ninfe anche hanno caro A queste ninfe fa piacere essere insidiate dai satiri: infatti pos- da lor essere ingannate: sono fare resistenza all'Amore solo le persone rozze e sgrazia- non puon fare a Amor riparo, te: ora tutti insieme continuano a suonare e cantare. Chi vuo- se non genti rozze e ingrate: le essere felice lo sia: del futuro non c'è certezza. 25 ora insieme mescolate suonon, canton tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Questa soma, che vien drieto Questa persona che segue il corteo sopra un asino è Sileno: 30 sopra l'asino, è Sileno: così vecchio è ubriaco e felice, già pieno di carne e di anni,· se così vecchio è ebbro e lieto, non riesce a tenersi dritto, almeno ride e si diverte. Chi vuole già di carne e d'anni pieno; essere felice lo sia: del futuro non c'è certezza. se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia. 35 Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Mida vien drieto a costoro: Li segue Mida: tutto quello che tocca diventa oro. Ma a cosa ciò che tocca, oro diventa. serve avere la ricchezza, se poi non ci si accontenta mai? Qua- E che giova aver tesoro, le piacere potrà mai sentire chi continua a desiderare altre co- 40 s'altri poi non si contenta? se ancora? Chi vuole essere felice lo sia: del fu turo non c'è Che dolcezza vuoi che senta certezza. chi ha sete tuttavia? Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. o Il =i o o o o t'Umanesimo e il Rinascimento Ciascun apra ben gli orecchi, Ognuno apra bene le orecchie, nessuno ripon- di doman nessun si paschi; ga le proprie speranze nel futuro; oggi siamo, oggi siam, giovani e vecchi, giovani e vecchi, tutti felici, sia le donne che lieti ognun, femmine e maschi; gli uomini; si allontani ogni pensiero infelice: ogni tristo pensier caschi: continuiamo a festeggiare. Chi vuole essere 50 facciam festa tuttavia. felice lo sia: del futuro non c'è certezza. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Donne e giovinetti amanti, Donne e giovani innamorati, ewiva Bacco ewi- viva Bacco e viva Amore! va Amore! Ognuno suoni, balli e canti! Il cuore 55 Ciascun suoni, balli e canti! sia ardente di dolcezza! Nessuna fatica e nes- Arda di dolcezza il core! sun dolore! Quello che deve succedere, acca- Non fatica, non dolore! da. Chi vuole essere felice lo sia: del futuro non Ciò c'ha a esser, convien sia. c'è certezza. Chi vuol esser lieto, sia: 60 di doman non c'è certezza. El 1.Di'Comprensione se queste affermazioni sono vere o false. vero falso a. La scena è affoll ata di persone reali e personaggi mitologici. o o b. L'invito del poeta è di costruirsi un futuro felice. o o c. Solo chi ha sensibilità e grazia non può resistere alla seduzione di Amore. o o d. La ricchezza dà un notevole contributo alla felicità. o o e. Il fauno Sileno arriva su un cavallo bianco. o o EJ 2. Analisi - Umanesimo e Rinascimento hanno uno sguardo preferenziale per il mondo classico e i suoi miti. Che funzione hanno qui le figure evocate? - L'esortazione a godere il presente è espressa dal ritornello. Quale modo verbale lo caratterizza? Perché proprio quello, secondo te? - Il poeta latino Orazio diceva: Carpe diem (cogli il giorno che passa). In quali parole di Lorenzo ritrovi questo "messaggio"? El 3. Riflessione - Ad una lettura ad alta voce - certamente praticata per questo testo - emerge il ritmo. Come ne definiresti il caratte- re? Se dovessimo pensare a una danza moderna, quale potrebbe essere? - All'epoca di Lorenzo fra gli strumenti musicali a pizzico più diffusi c'era il liuto, in tutte le varianti regionali e locali. Co- me te lo immag ini un accompagnamento musicale oggi? - Quale sfondo daresti a questa scena? Motiva brevemente la tua scelta. (Se hai visto il film Fantasia di Walt Disney, puoi pensare alla visualizzazione della sesta sinfonia di Ludwig van Beethoven). In alto: Palazzo Medici, Firenze o Il DO DO !'Umanesimo eil Rinascimento Il poema cavalleresco 1. L'origine e la diffusione del poema corte, e le opere sono composte per essere pubblicate e non diffuse oralmente. Un'ultima importante differenza A partire dai primi anni del Quattrocento e poi quasi per fra la tradizione dei cantari e quella del poema è il pub- tutto il secolo ha molta fortuna la tradizione dei cantari. I blico: il giullare canta per la piazza, mentre i poemi ca- cantari sono testi in rima composti da giullari o canterini, vallereschi si diffondono tra un pubblico nobile o borghe- che li narravano oralmente nelle piazze, spesso accom- se e co lto. pagnati dalla musica. L'argomento dei cantari è tratto dal- Spesso quindi negli autori dei poemi cavallereschi si no- la materia del ciclo carolingio e bretone. Queste opere ta la volontà di prendere le distanze dalla precedente orali sono certamente all'origin e della nascita del poema produzione canterina e c'è un'attenzione maggiore per la cavalleresco, diffuso nelle corti ital iane, ma anche nel re- lingua e la forma. sto d'Europa (in particolare in Francia e Spagna). Il poema rientra nel genere narrativo ed è una composi- zione in versi, generalmente in ottave (strofe di otto en- 2. Pulci e Boiardo decasillabi con schema metrico ABABABCC). Tra i principali autori di poemi cavallereschi del tardo L'argomento dei poemi Quattrocento e del primo Cinquecento si devono ricorda- spesso riprende gli ar- re almeno le personalità maggiori: Luigi Pulci, Matteo Ma- gomenti dei cantari e si ria Boiardo e, soprattutto, Ludovico Ariosto. rifà quindi alle avventure Luigi Pulci (1432-1484), nato a Firenze e in stretto contatto di Re Artù e dei cavalieri con la corte fiorentina e l'ambiente di Lorenzo de' Medi- della Tavola rotonda e di ci, è autore del poema cavalleresco Morgante, suo ca- Carlo Magno e dei suoi polavoro, di un episto lario, di qualche novella e di nume- paladini. Rispetto ai can- rose poesie dialettali, in cui dimostra un grande interes- tari il poema cavallere- se per la sperimentazione linguistica. sco introduce però delle Il Morgante, in com inciato nel 1461 e pubblicato nella ver- importanti novità. sione completa definita Morgante maggiore nel 1483, è Gli autori dei poemi sono un poema ricco di episodi e dalla trama complicata. Pro- persone colte, spesso tagonista dell'opera è appunto Morgante, un gigante che cortigiani che esercita- Orlando, allontanatosi dalla corte di Carlo Magno, incon- no come unico mestiere tra per strada e con il quale condivide molteplici e diver- quello del lette rato di tenti avventure. Pulci è vicino alla tradizione comica to- t Mffi§ii·ifl·MC @i!l·iMii@ Agli inizi del Quattrocento si sviluppa, prima a Firenze e poi in tutta Italia, una reazione all'arte gotica. I modelli da imitare sono gli edifici dell'antichità classica con spazi chiaramente misurabili e in cui i pilastri, le colonne e gli altri elementi architettonici sono armoniosamente equilibrati tra loro. Uno degli architetti più grandi del secolo è senza dubbio Filippo Brunelleschi (1377-1446). La prima realizzazione delle nuove teorie sulla proporzione si può riconoscere nella Cappella de' Pazzi, presso Santa Croce a Firenze. Tra le altre opere più note di Brunelleschi va ricordata la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Leon Battista Alberti (1404-72) realizza il progetto della chiesa di Sant'Andrea a Mantova abbandonando il modello degli edifici sacri tradizionali. L'Alberti è anche autore di un testo famoso sulle arti figurative, il De re aedificatoria, e della prima grammatica dell'italiano scritta in lingua toscana. Tra le altre opere della nuova architettura ricordiamo Santa Maria dei Miracoli, a Vene - zia, in cui Pietro Lombardo (1434-1515) fa un mirabile uso di marmi di diversi colori, e la chiesa di San Zaccaria (sempre a Venezia) di Mauro Codussi (1440-1504). o Il D O D O t'Umanesimo e il Rinascimento scana e il suo Morgante è quindi un poema che si rial-....f Ludovico Ariosto ' laccia alla tradizione canterina e all'ambiente fiorentino borghe se e mercantes co. La lingua dell'opera, sempre Ludovico Ariosto nasce molto ricca e varia, è caratterizzata da un lessico tipico a Reggio Emilia nel 1474. del fiorentino parlato contemporaneo. Fin dai suoi primi anni di Matteo Maria Boiardo, nato a Scandiano, vicino a Reggio vita è in contatto con Emilia, attorno al 1440, appartiene a una famig li a nobile e l'ambiente di corte a riceve un'educazione umanistica presso la corte ferrare- Ferrara, dove già il pa - se degli Este. Per tutta la vita resterà legato all'ambiente dre lavorava come fun- di corte, sia a Ferrara che nella vic ina Reggio Em ilia. Tra zionario presso la corte le sue opere più note si ricordano oltre al poema l'Orlan- estense. do innamorato, anche gli Amorum libri, raccolta di rim e (sonetti, canzoni, ballate, madrigali) in vo lga re. Boiardo Ariosto inizia a studiare inizia a scrivere l'Orlando innamorato attorno al 1476, e lo diritto senza una grande pubblica in forma incompleta nel 1483; riprende poi in ma - passione, e nel contem- no l'opera, ma non la porta mai a compimento. Il poema po è in amicizia anche sarà pubblicato integralmente solo dopo la morte de ll'au- con diversi letterati e tore nel 1506. umanisti della corte ferrarese, sviluppando così interes- Se l'Innamorato era stato letto ed apprezzato molto nei se e amore per la letteratura. Negli anni giovanili scrive primi anni del '500, l'opera fu poi ben presto dimenticata, soprattutto liriche latine e poche liriche in volgare. e questo principalmente per questioni di lingua. Boiardo Nel 1500 muore il padre e il poeta, il più vecchio di dieci scriveva in una lingua (il ferrarese purificato dagli ele- fratelli e sorelle, deve occuparsi del sostentamento della menti dialettali) che non co rri spondeva ai canoni fissati famiglia. Per fortuna riceve alcuni incarichi presso la dalla riforma de l Bembo (cfr. la questione della lingua a corte di Ferrara ed entra al servizio del cardinale Ippolito p. 96-97). Solo recentemente l'opera ha iniziato a godere d'Este dove resterà per quindici anni. Anche se il di nuovo di una grande fortuna. rapporto fra i due sarà spesso conflittuale, l'incarico permetterà al poeta di dedicarsi alla sua passione per la letteratura e di scrivere l'Orlando furioso. 3. L'Orlando Furioso dell'Ariosto Lasciato l'incarico presso il cardinale, Ariosto vive Senz'altro il poema cavalleresco più noto, e forse l'opera un periodo di difficoltà economiche, che si risolve solo che più di ogni altra caratterizza il Rinascimento, è /'Or- quando verrà incaricato di curare l'organizzazione lando Furioso di Ludovico Ariosto, dedicato a Ip po lito degli spettacoli teatrali di corte. d'Este. L'Ariosto continua co n il suo poema la narrazione Durante gli ultimi anni di vita il poeta si sposa con Ales- dell'Orlando innamorato, partendo dal punto esatto in cu i sandra Benucci e si dedica soprattutto alla letteratura. il poema di Boiardo si interrompe. L'Ariosto inizia a scri- vere l'Orlando nei primi anni del 1500 e lo pubblica in un a Oltre alle opere ricordate l'Ariosto ha scritto anche nu- prima redazione nel 1516. merose commedie, e le Satire (1517-1525), componimenti Dopo qu esta prima edizione, il poeta ripubb li ca l'opera in terzine (tre versi endecasillabi rimati) che prendono nel 1521 e una terza volta nel 1532, mutando soprattutto come modello le Satire e le Epistole di Orazio e le la lingua, che viene adattata al modello esposto da Bem- Satire di Giovenale. Muore a Ferrara nel 1533. bo nelle Prose della volgar lingua. Il poema dell'Ariosto diventerà un vero e proprio bestseller: numerosissime sa- ranno le ristampe, nel Cinquecento e fino ai nostri giorni. Con l'Ariosto il poema cavallere sco diventa romanzo con - In alto: ritratto di Ludovico Ariosto, temporan eo delle pa ssioni e delle aspirazioni degli uomi- Galleria degli Uffizi, Firenze. ni di quel tempo. Nella pagina a fianco in alto: particolare de La Partenza di Rolando di Paolo Finog lio. Nella pagina a fianco in basso: la cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore, Cattedrale di Firenze. D O D O l'Umanesimo e il Rinascimento Il Matteo Maria Boiardo: Canto primo 1. 7. Signori e cavallier che ve adunati Signori e cavalieri che vi riunite per ascoltare cose piacevoli e Per odir cose dilettose e nove, nuove, state attenti e zitti e ascoltate la bella storia che ispira Stati attenti e qu'ieti, ed ascoltati il mio canto. La bella istoria che 'I mio canto muove; Evedrete le azioni straordinarie, l'enorme fatica e le prove am- 5 E vedereti i gesti smisurati, mirevoli che il franco Orlando fece per amore, quando era im- L'alta fatica e le mirabil prove peratore re Carlo. Che fece il franco Orlando per amore Nel tempo del re Carlo imperatore. 2. 2. Non vi par già, signor, meraviglioso Non vi sembri strano, signori, sentir cantare dell'innamoramen- 1O Odir cantar de Orlando inamorato, to di Orlando, dal momento che anche il più orgoglioso Ché qualunche nel mondo è più orgoglioso, al mondo è vinto da Amore e ne è totalmente sottomesso; È da Amor vinto, al tutto subiugato; né la forza delle braccia, né un valoroso ardimento, né lo scu- Né forte braccio, né ardire animoso, do o l'armatura, né una spada affilata, né alcun altro potere Né scudo o maglia, né brando affilato, può difendersi: alla fine è battuto e vinto dalf'Amore. 15 Né altra possanza può mai far diffesa, Che al fin non sia da Amor battuta e presa. Da Orlando innamorato, I, 7-76. lii 1. Comprensione - Da un confronto fra i testi 17 e 18 risulta che: O a. entrambi costituiscono.......................................... del poema; O b. si canteranno le imprese di................................................ ; O c. la vicenda si svolge all'epoca di.......................................... ; O d. la struttura consiste in...................................................... ; - In entrambi i testi vengono citati i cavalieri, ma con ruo li diversi. Qua li? - Orlando è l'eroe dei due poemi, ma con gesta diverse. Quali? lii 2.- DaAnalisi lla lettura dei testi e dalle rispo ste alle domande precedenti sono emerse analogie e diversità nella struttura e nei temi del racconto. Quali differenze di tono ci po ssiamo attendere? - La lettura e il possesso di libri si erano estesi a ce rch ie più ampie che nel Medioevo, ma erano pur sempre una prero- gativa di pochi. Po ssiamo immaginare che questi poemi ven issero letti a un uditorio di nobili e cortigiani colti e curio- si. Che cosa comporta questa cons iderazione per quanto riguarda lo stile narrativo? Ricorda che il poeta rinascimen - tale viveva della generosità del Principe. D li ~---------------- - ---- e iARinascimento · mJ Ludovico Ariosto: Il proemio 1. 1. Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, lo desidero cantare le donne, i cavalieri, le armi, gli amori, le le cortesie, l'audaci imprese io canto, cortesie e le imprese valorose che avvennero quando i sarace- che turo al tempo che passaro i Mori ni, i musulmani d'Africa attraversarono lo stretto di Gibilterra e d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, causarono molti danni in Francia. I saraceni seguirono la rab- 5 seguendo l'ire e i giovenil furori bia e il furore giovanile del loro re Agramante, che voleva ven- d'Agramante lor re, che si diè vanto dicare la morte di suo padre, Troiano (ucciso da Orlando], com- di vendicar la morte di Troiano battendo contro il re Carlo Magno, imperatore romano (e re sopra re Carlo imperator romano. dei fran chi]. 2. 2. Dirò d'Orlando in un medesmo tratto Desidero però anche raccontare allo stesso tempo una cosa 1O cosa non detta in prosa mai, né in rima: che non è mai stata detta né in prosa né in versi, e cioè come che per amor venne in furore e matto, Orlando sia impazzito per amore, mentre prima era considera- d'uom che sì saggio era stimato prima; to un uomo saggio. se da colei che tal quasi m'ha fatto, (Potrò raccontare questo} se la donna che ha fatto quasi im- che 'I poco ingegno ad or ad or mi lima, pazzire anche me per amore, e che consuma il mio scarso in- 15 me ne sarà però tanto concesso, gegno, me ne lascerà ancora quanto basti per finire l'opera che mi basti a finir quanto ho promesso. che ho promesso di scrivere. 3. 3. Piacciavi, generosa Erculea prole, Vi faccia piacere, Ippolito d'Este, generoso figlio di Ercole I, or- ornamento e splendor del secol nostro, namento e splendore del nostro secolo, ricevere quest'opera, Ippolito, aggradir questo che vuole che è l'unica cosa che vi vuole e vi può dare il poeta vostro 20 e darvi sol può l'umil servo vostro. umile servo. Quello di cui vi sono debitore, lo posso ripagare Quel ch'io vi debbo, posso di parole solo in parte con le parole e l'opera della mia penna; d'altra pagare in parte e d'opera d'inchiostro; parte non mi potete accusare di darvi poco, perché tutto quel- né che poco io vi dia da imputar sono, lo che vi posso dare, io ve lo do. ché quanto io posso dar, tutto vi dono. Da Orlando furioso, I, 7-24. IJ 3. Comprensione - Le vicende biografiche dell'Ariosto spiegano la dedica del poema a Ippolito d'Este, discendente dal paladino Ruggero. In che misura, a tuo giudizio, questa "dipendenza" può condizionare o limitare la fantasia creativa del poeta? Ricorda che il poeta rinascimentale viveva della generosità del Principe. Nella pagina a fianco: ritratto di Matteo Maria Boiardo. Qui accanto: l'Olifante, il corno di Orlando. C li _. O D D O l'Umanesimo eil Rinascimento mJ Ludovico Ariosto: Ingiustissimo amor 1. 7. Ingiustissimo Amor, perché sì raro Ingiustissimo Amore, perché così raramente fai in modo che i corrispondenti fai nostri desiri? nostri desideri corrispondano? onde, perfido, avvien che t'è sì caro Perché sei così perfido che ti fa piacere il desiderio contrario il discorde voler ch'in duo cor miri? che vedi in due cuori? Non mi lasci attraversare il fium e dove 5 Gir non mi lasci al facil guado e chiaro, l'acqua è semplice e chiara, e mi tiri invece nella più cieca pro- e nel più cieco e maggior fondo tiri: fondità : mi allontani da chi desidera il mio amore e vuoi che da chi disia il mio amor tu mi richiami, adori ed ami chi mi odia. e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami. 2. 2. Fai ch'a Rinaldo Angel ica par be ll a, Fai in modo che a Rinaldo Angelica paia bella, quando lui pare 1O quando esso a lei brutto e spiacevo I pare: a lei brutto e spiacevo/e: invece quando le sembrava bello e lei quando le parea bello e l'amava ella, lo amava, lui la odiava quanto più si può odiare. Ora si tortura egli odiò lei quanto si può più odiare. inutilmente e si punisce; lei lo odia e l'odio è di tale natura che Ora s'affligge indarno e si flagella; a lui preferirebbe la morte. così renduto ben gli è pare a pare: 15 ella l' ha in odio, e l'odio è di tal sorte, che più tosto che lui vorria la morte. 3. 3. Rinaldo al Saracin con molto orgoglio Rinaldo, rivolto al saraceno, con molto orgoglio gridò: «Ladro- gridò: - Scendi, ladron, del mio cava llo! ne, scendi dal mio cavallo! Non sono abituato a tollerare che Che mi sia tolto il mio, patir non soglio, mi siano tolte le mie cose, invece, a chi lo vuole [fare] gliela 20 ma ben fo, a chi lo vuol, caro costa llo: faccio pagare cara: e in più ti voglio portar via questa donna, e levar questa donna anco ti vog lio; perché sarebbe un grande errore lasciartela. Un ca vallo così che sarebbe a lasciartela gran fa llo. perfetto e una donna così degna non mi sembrano adatti ad Sì perfetto destrier, donna sì degna un brigante». a un ladron non mi par che si convegna. 4. 25 [i due si sfidano] 5. 5. Come soglion talor duo can mordenti, Come succede talvolta tra due cani inferociti, mossi dall'invidia o per invidia o per altro odio mossi, o da un altro tipo di odio, che si awicinano mostrando i denti, 30 avicinarsi digrignando i denti, con gli occhi storti e rossi più del fuoco; e poi arrivano a mor- con occhi bieci e più che bracia rossi; dersi, bruciando di rabbia, con ringhi aspri e con i peli della indi a' morsi venir, di rabbia ardenti, schiena tutti rizzati: allo stesso modo, spinti dalle grida e dalle con aspri ringhi e ributtati dossi: offese, giunsero alle spade il circasso [il saraceno] e Rinaldo, così al le spade e dai gridi e da l'onte colui che era originario di Chiarmonte. 35 venne il Circasso e quel di Chiaramente. Da Orlando furioso, Ca nto 11, 1-35 o IJ DO DO t'Umanesimo e il Rinascimento El 1. Comprensione Di' se queste affermazioni sono vere o false. vero falso a. Il testo inizia con una appassionata condanna di Amore. o o b. Amore prova piacere a rendere spesso infelici. o o c. I due guerrieri si offendono reciprocamente ma poi trovano un accordo. o o d. Fanno combattere i cani al proprio posto per decidere chi ha ragione. o o El 2. Analisi - Quali sequenze sono riconoscibili nel testo e quale defin izione potresti dare a ciascuna di esse? - A tuo giudizio, perché il poeta rappresenta il duello paragonandolo alla lotta fra cani furiosi? El 3. Riflessione La donna e il cavallo sono gli "oggetti" della sfida: che cosa rappresentano per un nobile cavaliere? J i bf i,i·t·l·lli,,fii,i,M,,MEii·ll·t·11Mhi·I La trama dei due poemi è molto complicata e difficile da riassumere, anche perché molto spesso le vicende narrate vengono abbandonate e riprese solo nei canti successivi; inoltre sono frequenti episodi autonomi rispetto alla trama principale. Il protagonista è naturalmente Orlando, paladino di Carlo Magno. Tuttavia, contrariamente alle altre opere che vedevano il cavaliere come eroe del racconto, nel poema di Boiardo l'attenzione si concentra, come si può vedere anche dal titolo, sulla passione amorosa di Orlando per la bellissima Angelica. Il tema amoroso domina quindi tutta l'opera e introduce un significativo cambiamento rispetto al passato. Non più solo le armi, ma le armi e gli amori. Infatti Orlando non è il solo a patire l'amore per la bella donna, ma anche molti altri cavalieri cristiani e musulmani si innamorano di Angelica. La trama dell'opera di Ariosto è ancora più complessa, e l'insieme unitario dell'opera è dato dalle tre vicende centrali: la guerra tra cristiani e saraceni; l'amore di Orlando per Angelica che condurrà il cavaliere alla pazzia e, più in generale, di molti cavalieri che vanno all'inseguimento della bella donna; infine l'amore tra Ruggiero, cavaliere saraceno, e Bradamante, guerriera cristiana, che si concluderà con la conversione al cristianesimo di Ruggiero e il matrimonio tra i due, che daranno origine alla stirpe degli Estensi, signori di Ferrara. Già dal titolo e dai primi versi è evidente il distacco dal poema del Boiardo. Mentre il tema centrale del suo poema è l'innamoramento di Orlando e l'amore è considerato una nobile passione, nel Furioso l'amore non è più valore cortese, ma causa della follia dell'uomo. Qui accanto, i "pupi" siciliani che rappresentano i cavalieri di Carlo Magno. e a D O D O !'Umanesimo.. e i/:iRinascimento -.:, = :: ~'·-- _.:..., ~~· La riflessione politica 1. Il dibattito politico prima di Machiavelli ~ iccolò Machiavelli e Guicciardini Niccolò Machiavelli na- Tutto il Quattrocento è ricco di sc ritti d'argomento politi - sce a Firenze nel 1469 co. Queste opere si possono dividere in due gruppi: i testi da una famiglia fioren - che partono da una situazione politica reale e analizzano tina ricca, ma ormai in o il regime signorile o quello repubblicano, e quelli che difficoltà economiche. invece non si fondano sulla realtà, ma che, descrivendo Cresce nella Firenze di una società ideale inesistente, passano poi a osservazio- Lorenzo il Magnifico, ni concrete di natura storico -politica, su l modello del - pertanto in un ambien- 1' Utopia di Tommaso Moro. te aperto alla cultura. Dal Le caratteristiche principali di questi trattati sono: l'uso 1498 al 1512 lavora come della lingua latina, il prendere come modello testi classi- segretario della Repubblica ci, come ad esempio la Politica di Aristotele, e infine il fiorentina. È in contatto con contenuto prevalentemente morale. Tra le opere più note molti uomini politici del si possono ricordare il De principe e il De optimo cive del tempo e, di ritorno dal- Platina, il De principe liber di Giovanni Pontano, il De Repu- le sue missioni di b!ica veneta di Pier Paolo Vergerio e la Laudatio f!orentinae lavoro, scrive le sue prime opere, in genere relazioni che urbis di Leonardo Bruni. analizzano situazioni politiche concrete. Con la caduta della Repubblica e il ritorno al potere dei Medici (1512) viene cacciato dall'incarico, torturato e costretto ad 2. Il realismo politico di Niccolò Machiavelli abbandonare Firenze per un certo tempo. Nella seconda parte della sua vita Machiavelli Le opere storico-politiche più importanti di Machiavelli si dedica prevalentemente alle sue opere. Nel so no Il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito 1513 scrive // Principe. Si dedica anche alle Livio. In questi testi Machiavelli elabora una vera e pro - altre opere storiche come i Discorsi sopra la pria scienza politica. prima decadi Ttto Livio, il trattato dialogico Per elaborare le sue teorie egli parte da alcuni presup- Arte della guerra, la Vita di Castruccio posti. Il primo punto centrale è la sua convinzione della Castracani. Scrive infine opere letterarie, malvagità dell'uomo, che non fa "mai nulla bene se non tra cui la più nota è la commedia per necessità". Secondo punto fondamentale è la certez- La Mandragola. Negli ultimi anni, za che la storia sia dominata dal caso e che quindi l'uo- ottenuto dai Medici l'incarico di scrivere mo, per poter intervenire sul corso delle cose, debba sa- una storia di Firenze si dedica alla stesu- per sfruttare la virtù, cioè la forza, e la fortuna. All'uomo ra delle /storie fiorentine, composte tra il cioè non basta la sua propria virtù, perché è soggetto co- 1520 e il 1525. Nel 1527 crolla il regime dei munque alla fortuna, e quindi deve saper sceglie re e agi - Medici e torna la Repubblica. Machiavelli re nel modo giusto e nel momento giusto. spera di poter ottenere un nuovo incarico, Machiavelli parte infine dal presupposto che la storia de- ma a causa dei rapporti che ha intrattenuto gli uomini sia regolata da leggi fisse e immutabi li e che coi Medici, gli viene negato. Muore a Firenze quindi sia maestra di vita. nello stesso anno. Lo scultore più noto del Quattrocento è sicuramente Donatello (1386-1466), che ha saputo creare opere molto espressive. Di origine classica è la scelta del nudo per il David (nella foto qui a destra), in cui la nudità non è più il simbolo del peccato (come accadeva nel Medioevo), ma sottolinea la superiorità morale del soggetto. Il monumento equestre al condottiero Gattamelata (in piazza del Santo a Padova) è invece la prima statua dall'antichità a proporsi come forma autonoma. Altro monumento equestre da ricordare è quello di Bartolomeo Colleoni (di fronte alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia), opera di Andrea del Verrocchio (1435-88). o Il 0 ~ 0 0 !'Umanesimo eil Rinascimento Per questo, studiando le opere storiche degli antichi, è Francesco Guicciardini po ssibile ricavare comportamenti utili per il presente e il futuro. Nei Discorsi, che sono un trattato in tre libri con - Francesco Guicciardini nasce a Firen ze tenente una serie di riflessioni sull 'opera dello storico ro - nel 1483 da una famiglia nobile fedele mano Tito Livio Dalla fondazione di Roma, Machiavelli si ai Medici. Dopo aver studiato legge sofferma soprattutto ad analizzare i problemi dello Stato: ed essersi laureato in diritto civile, politica interna, politica estera, azioni degli uomini che inizia ad intraprendere la professione hanno fatto grande Roma. // Principe, breve trattato in di awocato e contemporaneamente ventisei capitoli, è un'opera più strutturata e coerente. inizia a scrivere le Storie Machiavelli sperava, grazie a quest'opera, scritta dopo Fiorentine. che egli era stato destituito dalla carica di segretario del- Nel 1512 inizia la sua carrie- la Repubblica fiorentina, di ottenere un nuovo incarico ra politica come ambasciato- politico dai Medici. re della Repubblica fiorenti - Anche per questo dedica il libro al nipote di Lorenzo il na in Spagna. Durante la sua Magnifico. Nel Principe Machiavelli parte sempre dal - permanenza all'estero, i Me- l'analisi di situazioni reali e delinea una teoria in cui tutto dici ritornano al potere. è subordinato all'utilità dello Stato. Rientrato a Firenze, Guicciar- dini ottiene importanti incarichi politici. Nel 1527, anno del famoso "sacco di Roma " (durante 3. Politica, storia e morale: Francesco Guicciardini il quale la città è invasa e distrutta dalle truppe merce- narie), crolla di nuovo il governo dei Medici e viene Francesco Guicciardini vive nella stessa città e negli instaurata la Repubblica. Guicciardini viene accusato e stessi anni dell'amico Machiavelli. Tuttavia la sua carrie- processato per l'attività svolta a Roma presso i due papi ra politica, per quanto difficile in certi periodi, non cono- Leone X e Clemente VII, membri della famiglia Medici. sce lo scacco che invece subirà Machiavelli. Guicciardi- Egli viene inoltre accusato di essersi impadronito dei ni incarna la classica figura dell'intellettuale funzionario, soldi destinati al pagamento dei soldati. Guicciardini, pur e il suo interesse principale è rivolto all'aspetto tecnico potendo dimostrare la sua innocenza, si ritira a vita pri- dello Stato, di cui esamina l'assetto costituziona le. Le sue vata e si dedica soprattutto alla terza e ultima redazione opere politiche più importanti sono Il discorso di Logro- dei Ricordi. Tornati al gno e Il Dialogo del reggimento di Firenze. Il discorso di potere i Medici, il Guic- Logrogno prende il nome dalla città spag nola nella quale ciardini viene richiama - il Guicciardini ha composto l'opera. In essa egli prende to a Firenze per un nuo- in esame i problemi costituzionali della Repubblica fio - vo incarico. Qualche rentina. Lo stesso argomento viene ripreso nel successi - tempo dopo, per incom- vo Dialogo del reggimento di Firenze, che però è scritto, prensioni con Cosimo come si vede da l titolo, in forma dialogica. de' Medici, che tendeva Guicciardini finge un dialogo, ambientato a Firenze nel a una politica assoluti - 1494 dopo la cacciata dei Medici. Dalle discussioni emer- stica, Guicciardini si ri- gono rifle ssioni di carattere generale sullo Stato e sulla tira nuovamente a vita natura dell'uomo. Nelle sue opere politiche Guicciardini privata e si dedica alla cerca soprattutto di progettare un buon governo dello stesura della Storia Stato e per questo motivo definisce con grande precisio - d'Italia. Muore ad ne i compiti delle diverse magistrature. Arcetri nel 1540. Accanto alle opere strettamente politiche, Guicciardini è anche autore dei Ricordi. Citiamo infine l'opera storica In alto: ritratto di Fran cesco Guiccia rdini. più vasta, la Storia d'Italia. Composto negli ultimi anni di In basso: sco rcio di Pa lazzo M edici a Firenze. vita, il te sto prende in esame la storia d'Italia dal 1494 al Nella pagina a fianco in alto: ritratto di Nicc olò M ac hiavelli. 1534 ed è in venti libri. Nella pagina a fianco in basso: il David di Donate ll o. O 13 D O D O l'Umanesimo eil Rinascimento Il Niccolò Machiavelli: I modi e i governi di un principe Capitolo XV: Capitolo XV: De his rebus quibus homines Di quelle cose a causa et praesertim principes laudantur delle quali gli uomini e soprattutto i principi aut vituperantur. sono lodati o accusati. Resta ora a vedere quali debbano essere e' modi e governi Ci resta ora da analizzare quali debbano essere i modi e gli at- di uno principe con sudditi o con li amici. [... ] ti di governo di un principe con i sudditi o con gli amici. [... ] perché elli è tanto discosto da come si vive a come si do- dal momento che c'è così tanta differenza tra come si vive re- verrebbe vivere, che colui che lascia quello che si fa per almente e come si dovrebbe vivere, che chi tralascia [di studia- quello che si doverrebbe fare, impara più tosto la ruina che re] quello che si fa e preferisce [studiare] quello che si dovreb- la perservazione sua: perché uno uomo che voglia fare in be fare, impara piuttosto a distruggersi che a preservarsi; dal tutte le parte professione di buono, conviene rovini infra momento che un uomo che voglia sempre essere buono, ne- tanti che non sono buoni. Onde è necessario a uno princi- cessariamente andrà in rovina fra tanti che non sono buoni. pe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non Per questo motivo è necessario per un principe che voglia man- buono, et usarlo e non usare secondo la necessità. tenere il potere imparare a poter essere non buono, e fare uso di questa abilità secondo le necessità. Lasciando adunque indrieto le cose circa uno principe im- Lasciando quindi perdere i fatti non reali che riguardano il prin- maginate, e discorrendo quelle che sono vere, dico che tutti cipe e discutendo dei fatti reali, posso affermare che tutti gli li uomini, quando se ne parla, e massime e' principi, per es- uomini, quando se ne parla, e soprattutto i principi, dal mo- sere posti più alti, sono notati di alcune di queste qualità mento che sono in una posizione più alta, sono giudicati per che arrecano loro o biasimo o laude. [...] alcune di queste caratteristiche che danno loro o critica o lode. [...] Et io so che ciascuno confesserà che sarebbe laudabilissima Eio so che ognuno confesserà che sarebbe un'ottima cosa tro- cosa uno principe trovarsi di tutte le soprascritte qualità, vare un principe che abbia, tra tutte le caratteristiche elencate quelle che sono tenute buone: ma, perché non si possono sopra, quelle che sono ritenute buone ma, dal momento che avere né interamente osservare, per le condizioni umane non si possono possedere né osservare [in una persona] tutte che non lo consentono, li è necessario essere tanto pruden- insieme, a causa della natura degli uomini che non lo permet- te che sappia fuggire l'infamia di quelle che li torrebbano lo te, è necessario che il principe sia tanto prudente da saper fug- stato, e da quelle che non gnene tolgano guardarsi, se elli è gire l'accusa di possedere quelle qualità che potrebbero to- possibile; ma, non possendo, vi si può con meno respetto gliergli lo Stato, e da fare attenzione se è possibile [nel caso lasciare andare. che venga accusato] a quelle che non causerebbero la perdita dello Stato; ma, non essendo possibile, può abbandonarsi ad esse senza troppi riguardi. Et etiam non si curi di incorrere nella infamia di quelli vizii Inoltre, non abbia paura di essere accusato di quei vizi senza i sanza quali possa difficilmente salvare lo stato; perché, se quali si può difficilmente salvare lo Stato; perché, consideran- si considerrà bene tutto, si troverrà qualche cosa che parrà do attentamente tutto, si troverebbe che una qualità che sem- virtù, e seguendola sarebbe la ruina sua; e qualcuna altra bra virtù, seguendola, porterebbe alla rovina; e qualche altro che parrà vizio, e seguendola ne riesce comportamento che sembra un vizio, seguendo/o, condurreb- la securtà et il bene essere suo. be alla sicurezza e al benessere [del principe e dello Stato]. o Il =._, o o o o - -- - ~ ~ l'Umanesimo e il Rinascimento : Contenuto del Principe Nel libro è co nte nuta un a seri e di rifl essioni politiche su come si deve costruire uno Stato e su quali debb ano essere le ca ratteristic he del principe. Tra i probl emi discussi fi gurano quello dell'esercito, che og ni Stato dovreb be possedere, e quello dell a religione, elemento necessa ri o e costitutivo di og ni Stato, perché ha la funzione di ma ntenere i sudditi ob- bedienti e uniti. Come la religione è subordin ata all'effi cienza dello Stato, così anche le caratte ristic he del prin cipe non devono se guire la mora le trad izionale, cioè quello che è moralmente co rretto, ma la mora le politica. 111.Comprensione t~ P1lWC1P Dl iucoio )UC& I A 11,LI li.C&.lT.à&IO. aT ClTT.&011'10 UO - Descrivendo le caratteristiche del principe ideale Machiavelli dice:. klMTUIO. "Onde è necessario a uno principe, volendosi mantenere, imparare a potere essere non buono, et usarlo e non usare secondo la necessità". Questa frase significa che, per mantenere il potere, un principe: O a. deve essere sempre cattivo O b. deve saper essere cattivo O c. deve agire arbitrariamente Quale di queste frasi descrive meglio il pensiero di Machiavelli? O a. È inutile ragionare di politica pensando che gli uomini siano tutti buoni: bi sog na elaborare teorie che tengano conto dei limiti della natura umana. O b. Anche se il mondo non è virtuoso, il principe deve comunque agire in modo da non compiere mai azioni contro la morale. O c. Lo scopo di chi esercita il potere è quello di comportarsi male, senza che nessuno po ssa impedirglielo. Il frontespizio e la prima pagina Motiva brevemente la tua scelta. de il Principe di Nicolò Machiavelli. Di' se le seg uenti affermazioni sono vere o false. Secondo Machiavelli: vero falso a. se un uomo è buono non deve avere paura perché non gli succederà mai nulla di male. o o b. i principi hanno gli stessi vizi e gli stessi difetti degli uomini normali, ma nei principi queste caratteristiche negative sono più evidenti. o o c. un principe può avere tutti quei vizi e quei difetti che non gli causino o o la perdita del potere. d. un principe deve essere virtuoso altrimenti rischia di perdere il potere. o o 112.- LaAnalisi lettura di questo testo è stata certamente difficile - probabilmente più delle ottave di Boiardo e Ariosto. In che mi- sura il tema trattato agisce su stile e linguaggio? - Dopo la lettura del testo e la soluzione degli esercizi, prova a creare un titolo che ne sintetizzi il contenuto. 113.Banalizzando Riflessione i contenuti de Il Principe, si usa dire: "Il fine giustifica i mezzi". In quali affermazioni contenute nel testo si trova comunque un riscontro a questa semplificazione del pensiero di Machiavelli? o Il DO DO ,,umanesimo e il Rinascimento Altre forme letterarie 1. La trattatistica 2. La lirica Il trattato è un'opera in prosa Petrarca con il suo Canzoniere è il modello al quale biso- che si propone l'analisi di un gna rifarsi sia per la lingua e lo stile, che per l'ispirazione problema in tutti i suoi aspetti. poetica. Già nel Quattrocento alcuni poeti lirici avevano Si tratta del genere letterario seguito il modello petrarchesco, ma solo con Pietro Bem- più tipico del Quattrocento, la bo ha inizio un'imitazione più profonda del Petrarca. Non cui fortuna continua però an - si tratta solo di riprendere parole o temi, ma di riappro - cora per tutto il Cinquecento. priarsi del modello in modo originale. Lo stesso Bembo è Gli argomenti discussi nei autore di una raccolta di componimenti poetici, le Rime, trattati umanistico-rinasci- edita nel 1530. Tra gli autori di rime petrarchesche ricor- mentali sono i più vari: dalla diamo: Matteo Maria Boiardo, Angelo Poliziano, Lorenzo de' definizione della dignità de l- Medici, Jacopo Sannazaro, Michelangelo Buonarroti, (cfr. te - l'uomo all'influenza de ll a for - sto 25) Giovanni Della Casa. tuna sulle azioni umane, dalle Tra questi, forse, è il Della Casa il lirico più originale e il discussioni linguistiche e mo- maggior poeta italiano nell'età compresa fra quella del- rali alle riflessioni su ll a natura l'Ariosto e quella del Tasso. Della Casa, pur imitando Pe- dell'amore o sulla preferenza da dare alla vita attiva piut- trarca, giunge ad esiti originali. Tra i motivi più tipici della tosto che a quella contemplativa ecc. Molto spesso i trat- sua poesia vi sono riflessioni austere sulla vita e sulla tati sono scritti in forma dia logica, la più adatta per espri- morte, la stanchezza, la delusione e il desiderio di pace. mere opinioni contrapposte e per dimostrare una tes i e Grande importanza conosce in quest'epoca la lirica fem - respingerne un'altra. D'altra parte il dialogo risponde an- minile. Sono molte le autrici di rime amorose, e una delle che a una caratteristica della cultura del tempo: infatti più note è certamente Gaspara Stampa (cfr. testo 23). La nel Quattro e nel Cinquecento gli intellettuali si ritrovano Stampa, che morirà ad appena trent'anni, è autrice di spesso per discutere in cenacoli privati o vere e proprie un'importante raccolta di rime amorose, dedicate soprat- accademie. tutto all'amato Collaltino da Collalto. Il modello cui gli umanisti si rifanno è ancora una volta Accanto a questa produzione di rime tradizionali fiorisce l'antichità classica: si pensi in primo luogo ai dia loghi di anche una produzione lirica giocosa e di matrice antipe- Platone, alle Tusculanae Disputationes di Cicerone o alla trarchesca. Non si tratta tanto di una letteratura che si Poetica di Aristotele. Tra i tanti nomi di autori che si sono oppone ai canoni ufficia li, quanto di una lirica diversa, cimentati in questo genere sono da ricorda re almeno ma non per questo meno ricercata, in cui prevalgono il Leon Battista Alberti, Pietro Bembo e Baldassarre Castiglione gioco e la ricerca linguistica. Questa produzione si rico l- (cfr. testi 22-23). lega alle opere realistico -giocose del Due -Trecento. Storia del XVI secolo Nel Cinquecento l'Italia continua a essere divisa in numerosi piccoli Stati, spesso in lotta fra loro. Gli Itri Stati europei che hanno già raggiunto un'unità politica sfruttano la debolezza itali na. Nel Cinquecento sono, infatti, numerose le guerre che si combat- tono proprio sul uolo italiano. In particolare sarà da ricordare la rivalità tra Francesco I, re di Francia, Carlo V, re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero Germa- nico. 111527 è uno degli anni più difficili: Roma viene saccheggiata dalle truppe france- si, spagnole e dai soldati mercenari. Molti abitanti sono costretti a lasciare la città. Quest'episodio è noto come "il sacco di Roma". Un'altra data importante del secolo è il 1559: con il trattato di pace di Cateau-Cambrésis gran parte dell'Italia passa sotto il dominio della Spagna. Il Cinquecento è anche il secolo della riforma protestante di Martin Lutero e del Concilio di Trento. La Chiesa Cattolica, per mettere fine all'aumento delle nuove confessioni religio- se, organizza a Trento un incontro tra tutti i principali esponenti del Cattolicesimo. Il concilio, iniziato nel 1545, durerà molti anni e terminerà solo nel 1563 segnando l'inizio della Controriforma e diffondendo uno spirito antiliberale. o am 0 ~ 0 0 ,,Umanesimo eil Rinascimento spiccata l'imitazione di un modello unico, che è, come già detto il Decameron di Boccaccio. L'opera boccaccesca è no~ solo modello di lingua e stile, ma anche di temi e strutture. Naturalmente, i novellieri del Cinquecento si avvicinano in modo diverso al modello: c'è chi si adegua pienamente alla struttura del Decameron, e chi invece ne prende le distanze per elaborare una struttura originale. Gli autori di novelle del Cinquecento sono numerosissimi. Tra i più noti vanno ricordati almeno Anton Francesco Graz- zini con le Cene e Matteo Bandello con le Novelle. 4. Il teatro Nel genere teatrale è la commedia che conosce una par- ticolare fortuna nel Cinquecento. Questo fatto è abba- stanza naturale se si pensa che le rappresentazioni era- no spettacoli di corte rivolti a un pubblico nobile e colto che desiderava un momento di svago e divertimento. I modelli delle commedie cinquecentesche sono i classici latini Plauto e Terenzio. Dai due autori romani i comme- Fra i più noti esponenti di questa produzione lirica vanno diografi del Cinquecento traggono soprattutto l'esigenza ricordati almeno il Burchiello, che vive e opera nel Quat- di rappresentare fatti e personaggi della vita di tutti i gior- trocento, e Francesco Berni (cfr. testo 24). La sua è una ni, di usare uno stile non elevato e una lingua che si avvi- poetica del divertimento che parla della vita quotidiana e cini al parlato, di dividere le opere in cinque atti general- della realtà più bassa, o irride i modelli petrarcheschi co- mente preceduti da un prologo, e infine di fondare la co- me ad esempio l'immagine della donna ideale. micità soprattutto sull'intreccio, sui colpi di scena e non sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi. Infatti i personaggi della commedia cinquecentesca sono spes- 3. La narrativa: facezie e novelle so dei tipi fissi : il giovane amante, lo sciocco, il vecchio stupido, ecc. La narrativa è un genere letterario che conosce un am- Accanto ai modelli classici gioca un ruolo ancora una pio successo nella seconda metà del Quattrocento e poi volta il Decameron, che regala alla commedia cinque - soprattutto nel Cinquecento. centesca un insieme di invenzioni, situazioni e beffe. Il modello principale a cui gli autori si ispirano è natural- Fra i commediografi più noti sono da ricordare Francesco mente il Decameron di Giovanni Boccaccio, ma accanto Bibbiena con la Calandria, e Angelo Beolco detto Ruzante a quest'opera figurano anche altri modelli letterari tre - con le sue commedie scritte in dialetto pavano (il dialetto centeschi, come le Trecento novelle del Sacchetti e il No- parlato dai contadini della zona di Padova). vellino. Rientra nella narrativa anche un genere che co- Sono autori di note commedie anche Ludovico Ariosto e nosce una larga diffusione soprattutto nel Quattrocento: Pietro Aretino. Ma fra le opere più importanti vanno ricor- la facezia. date l'anonima commedia La Venexiana, scritta in dialet- La facezia è una sorta di racconto brevissimo, quasi una to veneziano e in italiano, e la Mandragola di Niccolò Ma- battuta di spirito, che prende le mosse da un personag - chiavelli. gio realmente esistito, o da un fatto. A volte il divertimen- to nasce da un gioco di parole, altre volte da un gesto. Tra i più noti libri di facezie saranno da ricordare almeno In alto: Lorenzo De' Medici raffigurato da Benozz o Gozzoli il Liber facetiarum (Libro di facezie) di Poggio Bracciolini, nella veste di uno dei Magi. scritto in latino, e i Detti Piacevoli di Angelo Poliziano. Nella pagina a sinistra in alto: un tipico ritratto rinascimentale " Lucrezia La produzione novellistica cinquecentesca si differenzia Panciatichi" di Angelo Bronzino. da quella del secolo precedente soprattutto perché è più Nella pagina a sinistra: il Concilio di Trento. o 1111 e oooo -. - l'Umanesimo e il.Rinascimento liU Pietro Bembo: Il problema della lingua Ora mi potreste dire: cotesto tuo scriver bene onde si ritra' Ora mi potreste dire: da dove si copia questo tuo scrivere be- egli, e da cui si cerca? Hass'egli sempre ad imprendere da- ne, e dove si cerca? gli scrittori antichi e passati? Non piaccia a Dio sempre, Si deve sempre imparare dagli scrittori antichi e del passato? Giuliano, ma sì bene ogni volta che migliore e più lodato è Non sempre, Dio non voglia, Giuliano, ma ogni volta che la lin- il parlare nelle scritture de' passati uomini, che quello che è gua nella scrittura degli uomini del passato è migliore e più lo- o in bocca o nelle scritture de' vivi. [... ] data che nella bocca e negli scritti dei contemporanei. [...} Ma quante volte aviene che la maniera della lingua delle Ma tutte le volte che accade che la lingua delle epoche passa- passate stagioni è migliore che quella della presente non è, te è migliore di quanto non sia quella di oggi, ogni volta, Giu- tante volte si dee per noi con lo stile delle passate stagioni liano, noi dobbiamo scrivere con lo stile dei tempi passati, e scrivere, Giu liano, e non con quello del nostro tempo. non con quello del nostro tempo. Libro I, cap. 19 Cl Baldassarre Castiglione: Il libro del Cortegiano Nella lingua, al parer mio, non doveva [imitare Boccaccio], Secondo me non dovevo [imitare Boccaccio] nella lingua per- perché la forza e vera regula del parlar bene consiste più ché la forza e la vera regola del parlare bene si fondano più nell'uso che in altro, e sempre è vizio usar parole che non sull'uso che su altro, ed è sempre sbagliato usare parole che siano in consuetudine. [... ] non si dicono comunemente. [... ] E perché al parer mio la consuetudine del parlare dell'altre Epoiché, secondo me, non deve essere del tutto disprezzato il città nobili d'Italia, dove concorrono òmini savi, ingeniosi modo in cui si parla nelle altre nobili città italiane (dove si ra- ed eloquenti [...],non deve essere del tutto sprezzata, dei dunano uomini sapienti, intelligenti, e che sanno parlare bene vocabuli che in questi lochi parlando s'usano, estimo aver [... }), ritengo di aver potuto usare con ragione nelle mie pagi- potuto ragionevolmente usar scrivendo quelli, che hanno in ne, tra le parole che si usano in questi luoghi, quelle che con- sé grazia ed eleganza nella pronunzia e son tenuti commu- tengono in sé grazia ed eleganza nella pronuncia e che sono nemente per boni e significativi, benché non siano toscani considerate da tutti buone e piene di significato, anche se non ed ancor abbiano origine di fuor d'Italia. sono toscane e magari provengono da fuori Italia. [... ] Perciò, se io non ho voluto scrivendo usare le parole del [...] Perciò mi sembra di poter essere scusato se scrivendo non Boccaccio che più non s'usano in Toscana, né sottopormi al- ho voluto usare le parole di Boccaccio che in Toscana non si la legge di coloro, che stimano che non sia licito usar quelle usano più, e se non ho neanche voluto obbedire alla legge di che non usano li Toscani d'oggidì, parmi meritare escusa- quelli che credono che si possano usare solo le parole che usa- zione. Penso adunque, e nella materia del libro e nella lin- no i toscani oggi. Penso dunque di aver imitato, ne/l'argomen- gua, per quanto una lingua po aiutar l'altra, aver imitato to del libro e nella lingua (per quanto una lingua può aiutare autori tanto degni di laude quanto è il Boccaccio; né credo un 'altra), autori tanto degni di lode quanto Boccaccio; e non che mi si debba imputare per errore lo aver eletto di farmi credo che mi si possa dire di aver sbagliato scegliendo di far più tosto conoscere per lombardo parlando lombardo, che capire che sono lombardo perché parlo come un lombardo, per non toscano parlando troppo toscano. piuttosto che lasciare credere che non sono toscano perché parlo troppo toscano. Libro I, Lettera proemiale o 11D ::J oooo !'Umanesimo eil Rinascimento Il Gaspara Stampa: Sonetto CIV O notte, a me più chiara e più beata O notte, che per me sei più chiara e più beata dei più beati e che i più beati giorni ed i più chiari, più chiari giorni, notte che sei degna di essere lodata dalle per- notte degna da' primi e da' più rari sone più nobili e più pregiate, non soltanto da me; ingegni esser, non pur da me, lodata; 5 tu de le gioie mie sola sei stata tu sei stata la sola che ha governato fedelmente le mie gioie; fida ministra; tu tutti gli amari tu hai reso dolci e care tutte le amarezze della mia vita, dan- de la mia vita hai fatto dolci e cari, domi fra le braccia colui che mi ha legato il cuore. resomi in braccio lui che m'ha legata. Sol mi mancò che non divenni allora Allora, mi mancò soltanto di trasformarmi nella fortunata Al- 1O la fortunata Alcmena 1, a cui stè tanto cmena, per la quale l'aurora tardò tanto più del solito a tornare. più de l'usato a ritornar l'aurora. Pur così bene io non potrò mai tanto Eppure, o notte candida, non potrò mai dire [in rima] così tan- dir di te, notte cand ida, ch'ancora to bene di te [senza] che la poesia ceda il passo all'argomento. da la materia non sia vinto il canto. 1 Person aggio della mitologia greca, Alcmena è sposata con Anfitrione. Zeus, conqui stato dalla sua bellezza, si tra sforma in Anfitrione per poter pas- sare una notte con lei. Inoltre, Zeus chiede a Febo (Apollo, Dio del sole) di sorgere più tardi. 111. Comprensione testi e 22 21 Quale dei due autori ha un atteggiamento più libero nei confronti della tradizione? 112. Analisi Come giustificano entrambi il loro punto di vista? Trova per ciascuno una frase significativa nel testo. 113. Riflessione Le parole contaminazione, meticciato sono ogg i molto frequenti anche nei confronti delle lingue. In che misura questi fenomen i sono presenti nella tua cultura e quale giudizio ne dai? li 1. Comprensione testo 23 Di' se queste afferm azioni sono vere o false. vero falso a. Il sonetto canta le pene d'amore. o o b. Peccato che le notti non siano state più lunghe. o o c. L'esperienza è stata più intensa di quanto la poesia riesca a dire. o o 112. Analisi Che funzione ha la citazione del mito greco? 113. Riflessione Amore e sensualità cantati da una donna sono qualcosa di sorprendente al tempo della Stampa. Quanto sono cambiate le cose nel corso del tempo? O 1111 D O D O ~. ,.. ,~, 1'Umanesimo e il RinascimentO.. · Il Francesco Berni: Sonetto alla sua donna Chiome d'argento fino, irte e attorte Capelli di fine argento ispidi e attorcigliati senz'arte attorno a senz'arte intorno ad un bel viso d'oro; un bel viso giallino; fronte rugosa, guardando la quale io im- fronte crespa, u' mirando io mi scoloro, pallidisco, e dove l'amore e la morte spezzano la punta delle dove spunta i suoi strali Amor e Morte; loro frecce; 5 occhi di perle vaghi, luci torte occhi strabici di un bianco perlaceo, occhi che sfuggono ogni da ogni obietto diseguale a loro; oggetto diverso da loro; ciglia bianche come la neve e quelle di- ciglie di neve, e quelle, ond'io m'accoro, ta e mani dolcemente grosse e corte per le quali io mi tormento; dita e man dolcemente grosse e corte; labra di latte, bocca ampia celeste; labbra bianche come il latte, bocca larga, celeste; pochi denti 10 denti d'ebeno rari e pellegrini; malfermi neri come ebano; armonia mai ascoltata e che non inaudita ineffabile armonia; può essere espressa; costumi alteri e gravi : a voi, divini modi di fare nobili e dignitosi: a voi, divini servi d'Amore, fa c- servi d'Amor, palese foche queste cio sapere che queste sono le bellezze della mia donna. son le bellezze della donna mia. 111.Quale Comprensione di queste affermazioni è vera? - La descrizione della donna amata - Nel ritratto della donna O a. ne sottolinea le caratteristiche morali. O a. prevale il gusto del colore. O b. ne raffigura in modo sorprendente le bellezze. O b. risaltano la sua nobiltà e dignità. O c. è un vero inno alla sua bellezza. O c. prevale la tecnica del bianco e nero. li 2. Analisi Facciamo un gioco linguistico: prova a correggere il ritratto redigendo una rubrica che elenca : 1 gli aspetti fisici, 2 le espressioni usate da Berni e 3 quelle che di solito si attribuiscono alla donna amata. Ad esempio chiome irte e attorte fronte crespa occhi di perla Ne risulta che alcune delle qualità citate da Berni fanno parte del catalogo tradizionale. Quale operazione fa il Berni nei confronti dei modelli poetici del suo tempo? Qua le poeta è la sua "vittima"? 113. Riflessione È evidente che l'ideale rinascimentale di armonia ed equilibrio è in crisi. È come se lo specchio che riflette il viso della donna si fosse spezzato; chi ne raccoglie i frammenti non trova la chiave del puzzle. Prova a fare un confronto con l'ar- te del 900, Picasso, cubismo, espressionismo ecc. C'è una qualche relazione anche nel contesto storico? O 111 o DO l'Umanesimo eil Rinascimento Il Michelangelo Buonarroti: Giunto è già 1 1 corso Giunto è già 'I corso della vita mia, Il corso della mia vita è già arrivato, per un mare tempestoso e con tempestoso mar, per fragil barca, su una barca fragile, al porto comune [la morte}, dove si deve al comun porto, ov'a render si varca rendere conto e ragione di ogni opera cattiva e buona. conto e ragion d'ogn'opra trista e pia. 5 Onde l'affettuosa fantasia Motivo per il quale ora so bene com'era carica di errori l'amo- che l'arte mi fece idol e monarca, rosa ispirazione che trasformò l'arte nel mio idolo e nel mio Si- conosco or ben com'era d'errar carca, gnore, al pari di quello che l'uomo desidera anche se fa poi il e quel ch'a mal suo grado ogn'uom desia. suo danno. I pensieri d'amore, che erano allegri e lieti, che cosa saranno Gli amorosi pensier, già vani e lieti, ora, se mi awicino alla morte fisica e a quella spirituale? 10 che fien' or, s'a duo morte m'awicino? Della prima conosco la verità, l'altra mi minaccia [perché po- D'una so 'I certo, e l'altra mi minaccia. trei non ottenere la salvezza divina]. Né pinger né scolpir fia più che quieti Né la pittura né la scultura saranno più capaci di acquietare l'anima, volta a quell'amor divino l'anima, che è rivolta a quell'amore divino che aprì le braccia ch'aperse, a prender noi, 'n croce le braccia. in croce per accoglierci. 1 Fien: dal verbo latino "fio"= diventare. 111.Quale Comprensione di queste affermazioni è vera? O a. Il poeta ha avuto una vita inquieta ma non infelice. O b. Il timore della fine ha sempre tormentato i suoi pensieri. O c. Ora riconosce che anche la sua fede nell'arte era un errore. O d. La creazione artistica non gl i dà più alcuna gioia o serenità. O e. Non c'è nulla ora che possa confortarlo. li 2. Analisi - La metafora della vita come barca sul mare a volte calmo a volte tempestoso è frequente non solo nella poesia italiana. Che cosa simboleggia qui il porto? - Michelangelo parla di una duplice morte. Che cosa intende dire? - Che differenza c'è fra i pensieri amorosi del verso 9 e l'amore del verso 13? 113.Confronta Riflessione la Sacra famiglia a pag. 117 e la Pietà Rondanini a pag. 118. Entrambe sono opere di Michelangelo, entram- be di soggetto religioso, entrambe trovano un riscontro dentro al sonetto. Individu a i versi e spiegane il rapporto con l'opera d'arte. oc o o l'Umanesimo eil Rinascimento Il tardo Rinascimento e la crisi religiosa 1. L'epoca del Concilio di Trento zione dell'Indice dei libri proibiti e del tribunale dell'Inqui- e della Controriforma sizione. La Chiesa vuole imporre il suo controllo sulla so - cietà e sulla cultura e lo fa anche attraverso la Compa- La seconda metà del Cinquecento viene denominata dagli gnia di Gesù, un ordine nuovo che si differenzia dai pre - storici "epoca del Manierismo". Si tratta di un periodo in- cedenti per la struttura militare, la severa formazione e la quieto, un'età di dubbi e di incertezze che in letteratura cieca obbedienza che erano richieste ai suoi membri. vede come suo massimo esponente Torquato Tasso (cfr. p. Un'età quindi di crisi dei valori rinascimentali, di incertez- 118). Martin Lutero (1483-1546) aveva dato inizio con la pub- ze e dubbi, ma non per questo incapace di produrre opere blicazione delle novantacinque tesi del 1517 all a Riforma interessanti, sul piano sia letterario che artistico a fini di protestante, causando la rottura dell'unità religiosa in Eu- "propaganda" religiosa. ropa. Lutero teorizzava soprattutto il rapporto diretto tra l'uomo e Dio abolendo la necessità di mediazione dei sa- cerdoti e l'autorità del Papa. Accanto a Lutero operano 2. Lineamenti letterari altri riformisti della Chiesa, tra cui il più noto è Calvino. Negli stessi anni Enrico VIII istituisce in Inghilterra la Se già alcuni letterati del pieno Rinascimento avevano Chiesa Ang li cana. La Chiesa cattolica, incalzata percepito la crisi di valori, si era trattato però solo di casi dagli avvenimenti e dalle lotte religiose, si individuali. Inizia invece con la seconda metà del secolo vede costretta ad intervenire per porre un periodo più complicato. Gli intellettuali sono ancora un freno all'espandersi delle idee pro - legati, come nell'epoca precedente, alla corte e alla testanti e rimettere ordine ristabi lendo Chiesa, le uniche istituzioni che possono garantire alme- l'ortodossia. Parlare di età della Controri - no in parte la sopravvivenza economica, ma vanno svi- forma significa quindi riferirsi a quell'epo- luppando un nuovo sistema di valori. In Italia la situazio - ca in cui la Chiesa cerca di autoaffermar- ne è particolarmente difficile, infatti, dalla fine dell'età si nella lotta contro il protestantesimo. della Controriforma, quindi attorno agli ann i '60-'70 del Si può fissare l'inizio di quest'età secolo, ha inizio la decadenza del la civiltà letteraria ita- con la data d'apertura del Conci- liana, superata dall'eccellenza delle altre letterature eu- lio di Trento, convocato nel ropee (soprattutto francese, spagnola e inglese). 1545 e conclusosi nel 1563. Tra le decisioni del Concil io Lentamente va scomparendo la figura del cortigiano che, di Trento saranno almeno da come l'Ariosto, viveva accanto al principe e, pur con ricordare: l'ampliamento del molte difficoltà, aveva un peso e un potere nelle scelte potere papale, l'esigenza di della corte, soprattutto sul piano culturale. Naturalmen- ortodossia assoluta, la crea - te si assiste a un incremento dell'editoria religiosa, col - La caratteristica principale dell'architettura del Rinascimento è la reazione contro il gotico, ormai giunto alla decadenza, e la volontà di riportare i volumi e le superfici a una geometrica semplicità, prendendo come modello gli edific i antichi. Larchitetto-scultore più conosciuto del tempo è senz'a ltro Jacopo San- sovino, attivo prima a Firenze e Roma e, dopo il 1527, a Venezia e nel Veneto. Tra le opere più famose del Sansovino si ricordano: la loggia del campanile, la Zecca e la Libreria Marciana in piazza S. Marco a Venezia. Un'altra figura centrale per l'architettura del Cinquecento è Andrea Palladio, di cui si ricordano le chiese di San Giorgio Maggiore e del Redentore a Venezia, la villa "La Ro- tonda" a Vicenza, oltre ai numerosi palazzi vicentini. Palladio riprende le forme classiche e influenza l'architettura di tutta l'Europa. o 11D DO DO - - - - rUmanesimo e il Rinascimento , legato anche alla diffusione delle scuole religiose e del- tendo sempre dall'esperienza del Canzoniere, iniziano a la pietà popolare. staccarsi dal modello per sviluppare una propria autono- mia creativa. Fra questi va ricordato soprattutto Giovanni Della Casa, (1503-1556) un poeta che scrive liriche in cui è 3. La riscoperta della Poetica di Aristotele molto forte la riflessione esistenziale e in cui già si nota una nuova sensibilità. Famosissimo il suo sonetto dedica- A partire dai primi decenni del Cinquecento le diverse to al sonno. Ma accanto al Della Casa si devono ricordare aree del sapere si specia lizzano e si assiste a una vera e anche Galeazzo di Tarsia e Michelangelo Buonarroti. propria proliferazione di trattati di retorica e poetica o di Galeazzo di Tarsia (1520-1553) è attivo come poeta nell'età discussioni sui diversi generi letterari. del Concilio di Trento. La sua produzione poetica è molto Questo fatto è anche da collegare con la recente fortuna originale e presenta già alcune caratteristiche pre -ba- della Poetica di Aristotele. Questo testo, già tradotto in rocche. Pur partendo dal petrarchismo bembiano, la sua latino verso la fine del Quattrocento, avrà solo negli anni poesia si segna la per la ricerca linguistica e la dramma- trenta del XVI secolo un'enorme diffusione. Le riflessioni ticità dei toni. Particolarmente felici i componimenti scrit- e i trattati sull'opera di Aristotele sono innumerevoli, ma ti in morte della moglie. La produzione lirica di Michelan- vale la pena ricordare alm eno qua li temi tratti da que - gelo Buonarroti (1475-1564), composta per lo più durante st'opera vengono ripresi dai teorici cinquecenteschi, per- gli ultimi anni di vita, si configura come un intimo dialogo ché giocheranno un ruolo di primissimo piano nella pro- con se stesso, in cui prevalgono i toni pessimistici e l'in- duzione letteraria. Le acquisizioni teoriche principali trat- tensità dei sentimenti, come testimonia il suo sonetto sul- te dalla Poetica sono: la morte e sul destino dell'uomo (cfr. testo 25). 1. l'idea del carattere conoscitivo e razionale della poesia e del poeta -filosofo; 2. la convinzione che la poesia debba imitare la natura; 3. la teoria del verosimile, ovvero la possibilità per il poeta di inventare, pur imitando; 4. l'idea che il fine ultimo dell'opera d'arte sia duplice: far divertire e insegnare. Tuttavia, mentre Aristotele nella sua Poetica descriveva la realtà dei testi che analizzava (soprattutto i poemi ome- rici), i teorici del Cinquecento costringono i diversi gene- ri letterari ad attenersi a regole precise, ricavate dalla Poetica. Così, ad esempio, per la tragedia si teorizza la necessità della "catarsi" finale o purificazione dello spet- tatore alla vista di passioni terribili, e l'esigenza di atte - nersi alle tre unità: di azione, di luogo e di tempo. L'azione e il luogo dovevano essere unici, mentre il tempo per la durata dell'azione era prestabilito (p er taluni dodici, per altri ventiquattro ore). Regole strette dovevano valere na- turalmente anche per la narrativa (il poema epico) e la li- rica. In qualche modo quindi le opere d'arte risultano me - no libere e limitano l'ispirazione poetica. Qui sopra: Sacra Famiglia di Michelangelo, detta anche il Tondo Doni 4. La lirica del medio Cinquecento perché realizzato in occasione delle nozze di Maddalena Strozzi e An- gelo Doni intorno al 1504. Il modello per la lirica rimane il Petrarca, come codifica-

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