La Relazione di Aiuto PDF
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Questo documento descrive la relazione di aiuto, un concetto chiave in psicologia, come un processo evolutivo che favorisce la crescita personale e la consapevolezza di sé e degli altri. Il documento analizza inoltre i ruoli, le caratteristiche essenziali e le condizioni che facilitano questo tipo di relazione.
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La Relazione di Aiuto Relazione di Aiuto La relazione d’aiuto è una relazione "evolutiva" poiché permette di crescere nella consapevolezza di sé, di scegliere di migliorarsi e di ampliare la propria visione degli altri e del mondo. Secondo Carl Rogers: la relazione d’aiuto è...
La Relazione di Aiuto Relazione di Aiuto La relazione d’aiuto è una relazione "evolutiva" poiché permette di crescere nella consapevolezza di sé, di scegliere di migliorarsi e di ampliare la propria visione degli altri e del mondo. Secondo Carl Rogers: la relazione d’aiuto è una relazione umana volta ad appagare bisogni umani fondamentali. Relazione di Aiuto Le ricerche condotte da Rogers e i suoi collaboratori, dal 1949 in poi, evidenziano come un clima facilitante sia in grado di produrre l’evoluzione del processo di sviluppo e di maturazione di soggetti o gruppi coinvolti in relazioni di aiuto. Relazioni in cui uno dei partecipanti è “di aiuto” all’altro nel promuovere la crescita personale e una migliore capacità di affrontare la vita. Relazione di Aiuto La relazione di aiuto è un metodo di cura e di comunicazione non direttiva. La persona che chiede aiuto diventa protagonista del suo cambiamento mentre il ruolo di chi aiuta è di dare spazio, dare voce, fiducia, empatia, all’Altro, legittimando i suoi sentimenti, desideri. La relazione di Aiuto è “approccio centrato sulla persona”. La persona: con tale concetto ci si riferisce a qualcosa di intangibile e di inviolabile. Relazione di Aiuto Genuinità, considerazione positiva e incondizionata, empatia, sono i tre atteggiamenti fondamentali che permettono l’instaurarsi di rapporti interpersonali efficaci. La genuinità è la capacità di chi opera di essere sempre in contatto con i propri sentimenti e con ciò che nel rapporto si sta svolgendo, La genuinità implica coerenza tra ciò che si sente, ciò che si fa e ciò che si è. Relazione di Aiuto Rogers elenca sei parole chiave per definire le condizioni sulle quali si fonda una relazione d’aiuto. Contatto psicologico: necessità di avvicinarsi al mondo emotivo dell’Altro e di lasciarsi avvicinare senza opporre barriere al contatto interpersonale. Relazione di Aiuto Incongruenza: la persona che si trova in difficoltà è in contraddizione (incongruenza) fra ciò che crede di essere o di poter fare e ciò che realmente è o fa. La persona che chiede aiuto non vive in armonia con se stessa, anche se non ne possiede consapevolezza. La consapevolezza è generatrice di uno stato di ansia. Relazione di Aiuto Congruenza: chi offre aiuto nella relazione deve trovarsi in una situazione di piena coerenza e armonia; deve riconoscersi nelle caratteristiche interiori e accettarsi, nei desideri e nelle aspirazioni, nelle motivazioni ad agire in direzione dell’aiuto. Solo così chi è aiutato coglie l’autenticità della persona e può fidarsi. Relazione di Aiuto Comprensione empatica: chi aiuta deve avere la capacità e la volontà di accogliere il vissuto e di sentire quello che sente l’altro come se fosse al posto suo”. Riguarda la capacità dell’operatore di cogliere adeguatamente la situazione personale di colui che gli sta di fronte rispetto a ciò che dice (espressione verbale) e sente (espressione non verbale). Relazione di Aiuto Accettazione positiva incondizionata: Comprensione e accettazione. Significa comportarsi in modo tale che la persona aiutata riceva il seguente messaggio: Al di là dei miei valori e delle mie convinzioni che possono essere molto diverse dalle tue, io ti capisco e ti accetto senza giudicarti, senza volerti cambiare, senza pretendere che tu sia diverso da quello che sei; va bene così anche se posso non sono d’accordo con quello che fai. Relazione di Aiuto Comunicazione: è necessaria la capacità di comunicare all’altro quanto descritto finora. Se chi aiuta è davvero vicino all’Altro, è autentico, comprende e accoglie senza riserve, ma non sa comunicare tutto questo, il suo lavoro si vanifica. Chi dà aiuto deve perciò accertarsi che l’Altro stia ricevendo i messaggi di comprensione e accettazione. La comprensione empatica E’più sottile di quella intellettuale e richiede una sensibilità molto fine e rara per essere attuata. Consiste nello sforzarsi di comprendere il punto di vista dell’interlocutore, senza assumerlo come proprio (Ad es. un infermiere che si calasse nei panni del malato lasciandosi sopraffare dal dolore per le sue sofferenze renderebbe il malato emotivamente più abbattuto invece di offrirgli un sostegno) Relazione di Aiuto La trasparenza è l’accordo tra i sentimenti manifestati e quelli realmente provati. Se l’interlocutore percepisce trasparenza, si apre con fiducia, altrimenti si chiude difensivamente. L’ascolto empatico pone l’altro nella condizione di esplorarsi per trovare la sua verità. Relazione di Aiuto Elemento significativo in una relazione educativa è l’ascolto, strumento fondamentale nella comunicazione e nella relazione. Il presupposto per prestare ascolto all’altro è prestare ascolto a se stessi, esprimere i propri sentimenti, senza reprimerli, perché la mancata espressione di ciò che si prova ostacola l’ascolto distraendo l’ascoltatore, mentre la chiarificazione consente di essere di nuovo liberi di ascoltare. Relazione di Aiuto L’ascolto richiede consapevolezza e competenza, contribuisce a rendere significativa la relazione educativa di aiuto, favorisce discussioni produttive in classe, stimola gli alunni ad apprendere, consente al gruppo classe di esprimere e analizzare vissuti relativi ad eventi interni o esterni alla scuola, coinvolge l’alunno timido e dipendente, favorisce colloqui più produttivi tra genitori e insegnanti. Empatia Far risuonare dentro di sé i sentimenti degli altri come se fossero i propri e senza dimenticare i propri, in una sorta di vicinanza senza confusione. Significato: accettazione incondizionata degli stati d'animo così come vengono offerti nella relazione. Non si può negoziare il modo in cui gli altri provano un'emozione. Empatia E’ la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato. Empatia Nell'essere empatici, c'è anche la valorizzazione degli altri, che si manifesta nel credere nelle persone, nel mettere in risalto e potenziare le loro abilità, nel sostenere la loro autonomia, nel rispettare le loro diversità individuali, etniche e ideologiche, nell'utilizzare le differenze come opportunità al di là di ogni pregiudizio. Relazione di aiuto Dal punto di vista morale la relazione di aiuto significa: Operare nello spirito del "buon samaritano", in quanto ha a che fare con l'umanità della persona proprio in aspetti, momenti e forme di rapporto che ne rivelano la debolezza. Nel rispetto della persona, evitando consapevolmente ogni tentativo di manipolarla, approfittando della sua situazione di debolezza. Relazione di Aiuto Mediante un atteggiamento non paternalista: il paternalismo è un atteggiamento di gestione autoritaria e di dominio dell'altro, fondato sul dislivello di sapere e di potere, (il paternalismo è mosso, almeno a livello di consapevolezza, da una sincera volontà di aiuto, ma tale aiuto è offerto scavalcando la collaborazione e la libera volontà del soggetto). Relazione di Aiuto Ostacoli alla relazione di aiuto: Atteggiamento valutativo - Superiorità (Tu non hai le qualità necessarie, come le ho io…). Atteggiamento interpretativo - Pregiudizio, disprezzo (Tu non puoi capire la tua situazione, io invece sì). Relazione di Aiuto Atteggiamento investigativo - Violenza che non lascia psicologicamente libero l'altro, invadenza (Tu non sai valutare: lascia fare a me). Atteggiamento risolutivo - Moralismo che favorisce uno stato di inferiorità/immaturità (Tu non sei capace: fa' quello che ti dico io) Prospettiva Pedagogica Formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza dei contesti sociali e professionali, partendo dalla centralità della persona che apprende. L’efficacia dell’azione educativa sollecitata dalla società dell’apprendimento, tale cioè da garantire massimo accesso, migliore inclusione e qualificata formazione, Prospettiva Pedagogica Richiede, assai più che in passato, di tener conto delle peculiari e soggettive capacità di tutti nell’apprendere. Ciò trova il suo fondamento teorico nella dottrina della centralità dell’apprendimento ovvero nella learning centred education (Berlinguer L.(2014). Ri-creazione. Una scuola di qualità per tutti e per ciascuno, Napoli:Liguori). Prospettiva Pedagogica L’insegnante-facilitatore educatore-professionista sanitario) che ascolta stabilisce un rapporto interpersonale autentico e contribuisce alla realizzazione di un clima positivo di apprendimento. L’alunno e l’insegnante sono entrambi coinvolti e partecipi attraverso una relazione di crescita reciproca. In ogni essere umano esiste una naturale capacità di apprendere. L’apprendimento è un processo che si realizza quando l’alunno sperimenta la proposta didattica come significativa per i suoi fini e produce un cambiamento della propria esperienza Rapporto medico - paziente Rapporto medico- paziente E’ una relazione fatta di fiducia e di stima reciproca. La reciprocità è legata al fatto che anche il medico deve potersi “fidare” del fatto che il paziente seguirà le sue indicazioni, e deve poter contare sul fatto che il paziente sia motivato a risolvere il suo problema clinico, o quanto meno ad affrontarlo nel miglior modo possibile. Rapporto medico - paziente La differenza tra fede e fiducia consiste nel fatto che chi ha fede crede che l'altro sia onnipotente, chi ha fiducia gli si affida dopo essersi interrogato su di lui, sulle aspettative che nutre, dopo aver chiarito i dubbi. Il concetto di fiducia è collegato con l'affidare a qualcuno (medico) qualcosa da custodire (salute del paziente). Rapporto medico - paziente Il rapporto di fiducia tra medico e paziente si è evoluto, specie negli ultimi decenni, e specie nei paesi ad alto tasso di cultura ed informazione. Mentre in passato la consegna era totale ed acritica, al giorno d'oggi il paziente desidera il controllo su ciò che ha lasciato in custodia! Si affida la propria salute e ci si fida dell'esperto a patto di conoscere le sue strategie e le sue ragioni. Rapporto medico - paziente Tra fiducia e dipendenza esiste un rapporto che va compreso a fondo; il senso comune attribuisce alla dipendenza una accezione negativa ed in effetti chi è assoggettato viene sottilmente disprezzato, mentre chi viene descritto come "fiducioso negli altri" riceve una connotazione favorevole. Rapporto medico - paziente La fiducia si concede consapevolmente sotto continuo controllo e perché progredisca deve essere mantenuto un alto livello di informazione e di comunicazione tra le parti: il medico che rende partecipe il paziente, ne aumenta la competenza, la consapevolezza di sé, ne evita la soggezione e ne promuove la capacità di assumere responsabilità nella cura della propria salute. Rapporto medico - paziente “Il significato della stretta relazione interpersonale tra medico e paziente non potrà mai essere troppo enfatizzato, in quanto da questo dipendono un numero infinito di diagnosi e di terapie. Una delle qualità essenziali del medico è l’interesse per l’uomo, in quanto il segreto della cura del paziente è averne cura”. (Sir Francis Peabody) Rapporto medico - paziente La Medicina “… è un insieme armonico di tecnologia medica e antropologia medica, dove accanto all’applicazione delle scienze di base deve sussistere, con pari dignità, il rapporto interumano tra medico e paziente: un rapporto di dualità che diventa pluralità coinvolgendo medico, paziente e società”. (Stagnaro S., Vecchio e Nuovo nella Scienza. Tempo Medico. 315,16,67, 1989