Summary

Questo documento descrive i concetti introduttivi di economia politica, concentrandosi sul concetto di scarsità delle risorse e sulla loro allocazione. Il testo introduce modelli economici come il flusso circolare del reddito e la frontiera delle possibilità produttive per spiegare come i sistemi economici possono ottimizzare l'utilizzo delle risorse.

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ECONOMIA POLITICA (parte 1) CONCETTI INTRODUTTIVI Economia politica: oggetto di studio Dal greco antico al latino oikonomia: "oikos" = casa "nomos" = norma/legge L'Economico di Senofonte (storico e filosofo ateniese, 400 a.c.): ha a che fare con "la buona amministrazione della cas...

ECONOMIA POLITICA (parte 1) CONCETTI INTRODUTTIVI Economia politica: oggetto di studio Dal greco antico al latino oikonomia: "oikos" = casa "nomos" = norma/legge L'Economico di Senofonte (storico e filosofo ateniese, 400 a.c.): ha a che fare con "la buona amministrazione della casa" -> del privato, del domestico, della famiglia Economia POLITICA è l’economia della "polis" = città, stato, comunità… La città è il luogo dei «molti» (οἵ πολλοί), è anche il luogo che fa di tali molti un insieme, una «comunità (κοινωνία). … dunque l’ECONOMIA POLITICA studia “la buona amministrazione della comunità intera”. Oggetto di studio dell'economia è "il buon utilizzo delle risorse di una comunità", cioè le regole (definite da dinamiche politiche ) di allocazione delle risorse materiali in vista del raggiungimento degli obiettivi collettivi e individuali di una società (in un particolare contesto storico e culturale). => stretto legame tra politica, economia, e società. Problema economico fondamentale: la scarsità delle risorse Ragioni per studiare l'economia: problema economico fondamentale => le risorse disponibili (es., energie umane, capacità produttive, riserve naturali, … ) sono scarse e richiedono una certa attenzione di come esse vengono utilizzate per il soddisfacimento del bisogno umano: Sono scarse perché: ▪ esistono limitazioni quantitative; (es: non si può estrarre petrolio all'infinito) ▪ sono destinabili a più impieghi per raggiungere uno stesso fine; ▪ sono in grado di soddisfare fini diversi e tra loro concorrenti. L’economia è quindi spesso considerata "la scienza dell’efficienza, ossia lo studio del miglior uso di risorse scarse" (Robbins, 1932) -> principio del massimo risultato e del minimo mezzo: se le risorse sono poche è importante decidere in cosa investire le nostre risorse = massimo beneficio, minimo impiego dei mezzi. Il sistema economico Servono regole per allocarle al fine del benessere sociale e individuale. Un insieme di diversi soggetti della comunità (es. studenti, lavoratori, imprese, banche, consumatori, pubbliche amministrazioni, governi, ecc.) che si relazionano tra loro (es.,producono, acquistano, consumano, competono, collaborano, si accordano) allo scopo di perseguire i propri obiettivi individuali o collettivi, in una condizione di sostanziale scarsità di risorse materiali per raggiungerli. L'economia politica ricerca la modalità "migliore" di organizzazione del sistema economico Il sistema economico determina una particolare allocazione delle risorse disponibili (particolare uso delle risorse), tra i diversi possibili utilizzi alternativi, per il soddisfacimento dei bisogni umani. Diverse modalità di organizzazione del sistema economico (es., economia di mercato, economia pianificata, economia mista) rispondono in modo diverso ai bisogni di una comunità e conducono a differenti modi di essere di una società: possono dare luogo a diversi risultati in termini, ad esempio, di cosa si produce, efficienza nell'allocazione delle risorse, equità nella distribuzione della produzione, impatto ambientale -> benessere Diverse modalità di organizzazione del sistema economico I sistemi economici possono differenziarsi per il ruolo giocato dallo Stato e dai governi nell'economia (maggiore o minore presenza pubblica) Economia di mercato Allocazione delle risorse: in una società decidere quante strutture specifiche (farmacie, ristoranti, ospedali…) costruire, cioè allocare risorse fisiche e umane per produrre beni -> i consumatori decidono I consumatori decidono quali e quanti beni e servizi sono prodotti nel sistema economico, attraverso le loro scelte di acquisto, sulla base del prezzo dei prodotti (domanda di mercato). La concorrenza tra produttori stabilisce il modo migliore di produrre, chi è capace di offrire il prodotto al prezzo inferiore (offerta di mercato) Il mercato è il meccanismo attraverso il quale acquirenti e venditori interagiscono al fine di scambiare beni o servizi, fissandone il prezzo e la quantità da scambiare (incontro tra domanda e offerta). Il coordinamento di individui, attività ed imprese avviene automaticamente, mediante un sistema di prezzi. Ogni cosa ha un prezzo, costituito dal valore del bene in termini di moneta. I prezzi fungono da segnali per produttori e consumatori, coordinando le loro decisioni: prezzi più alti tendono a ridurre gli acquisti dei consumatori e ad incoraggiare la produzione e viceversa. Questo porta i prezzi al livello di equilibrio (D=O). L’economia come scienza e il metodo scientifico Gli economisti cercano di affrontare lo studio della propria disciplina con obiettività scientifica. L’essenza della scienza è il metodo scientifico, ovvero la formulazione e la verifica imparziali di teorie sul funzionamento del mondo. Gli economisti formulano teorie e le sottopongono a verifica, ma devono fare i conti con la difficoltà di sperimentazione in campo economico. (devono accontentarsi di ciò che il mondo mette a loro disposizione, es: la storia) Le ipotesi Gli economisti formulano ipotesi per semplificare una realtà complessa e semplificarne la comprensione. Formano ipotesi differenti per rispondere a domande differenti per analizzare effetti del provvedimento in diversi archi temporali. I modelli L’economia politica non è in grado di descrivere la realtà in modo particolare, ma deve fare affidamento a dei modelli, degli esempi tipici di comportamenti che rappresentano la realtà in modo semplificato -> grafici, equazioni Modelli: rappresentano in modo semplificato la realtà (spesso attraverso equazioni matematiche e grafici), al fine di trarre indicazioni sui comportamenti da adottare Si formulano ipotesi semplificatrici della realtà per cercare di comprenderla Rischio: scarso realismo, scarsa capacità di fornire indicazioni utili. Diagramma del flusso circolare del reddito Modello che rappresenta le transazioni di un'economia di mercato come un insieme di flussi reali (di beni e servizi) e monetari (di denaro) di direzione opposta. Secondo tale modello nel sistema economico agiscono 2 soggetti: Imprese: producono beni e servizi utilizzando elementi quali: lavoro, terra e capitale (immobili, impianti) -> fattori di produzione Individui: sono i proprietari dei fattori di produzione e consumano tutti i beni e i servizi prodotti dalle imprese. Questi due soggetti interagiscono in 2 tipi di mercato: Mercati dei beni e servizi: gli individui comprano e le imprese vendono (beni e servizi) Mercati dei fattori di produzione: gli individui vendono e le persone comprano -> gli individui danno alle imprese fattori che esse utilizzano per produrre beni e servizi Questo diagramma descrive l’organizzazione di tutte le transazioni che intercorrono tra individui e imprese in un sistema economico. Anello interno: rappresenta il flusso dei beni e dei fattori di produzione tra individui e imprese: individui offrono l’uso della terra del lavoro e del capitale nel mercato dei fattori di produzione, le imprese usano questi fattori per produrre ciò che poi viene venduto nel mercato di beni e servizi Anello esterno; rappresenta il corrispondente flusso di moneta -> gli individui spendono denaro per acquistare beni e servizi dalle imprese, esse utilizzano parte del ricavato per acquistare fattori di produzione; ciò che rimane è il profitto, distribuito agli operai delle imprese. In questo anello gli individui forniscono i fattori produttivi forniti dalle imprese e esse pagano: salari, profitti e rendite (pagate a chi possiede ad esempio un immobile e lo da in uso all’impresa per poterlo utilizzare). Queste 3 componenti forniscono il reddito, chi non a un reddito non può guadagnare (no lavoro, no reddito). La somma di tutti i beni e i servizi prodotti corrisponde sempre al reddito Se un’economia produce tanti beni e servizi o aumenta la produzione significa che sta crescendo anche il secondo anello. Nel primo anello crescono i servizi, nell’anello sottostante cresce il ricavo. Il sistema economico è caratterizzato dall’interazione tra imprese e individui che interagiscono scambiando beni e servizi e fattori produttivi. Secondo modello: la frontiera delle possibilità produttive Semplifichiamo la realtà: Facciamo finta che ci siano solo due soli beni (bene A e bene B, output) Se abbiamo uno stock di risorse produttive (input) date tecniche produttive date Date le risorse o produttive e la capacità di combinarle chi ha più capacità tecnologiche è in grado di tirare fuori da quelle risorse più beni e servizi. La scarsità delle risorse e la tecnologia implicano che la produzione del bene A e del bene B sia limitata. Spostandosi dal punto 1 al punto 2, si trasferiscono risorse (es., lavoro e macchinari) dal settore del bene A a quello del bene B. Avendo tecniche e risorse date posso solo decidere se produrre più di un bene (bene A) o se spostare la mia forza lavoro per produrre più bene B. La frontiera delle possibilità produttive È un grafico nel quale si mostrano le possibili combinazioni di bene A e bene B che il sistema può produrre, dati i fattori di produzione disponibili e la tecnologia produttiva utilizzabile per trasformare le risorse in beni di consumo. Per ogni livello di produzione di un bene, mostra la quantità massima di un altro bene che il sistema economico è in grado di produrre. Quando la quantità prodotta di computer è alta (es., punto A), per aumentare ulteriormente i computer occorre un sacrificio di automobili più elevato, e viceversa (es., punto E) Efficienza produttiva Due importanti concetti sono associati alla frontiera delle possibilità produttive: l’efficienza produttiva Quando la società sfrutta al meglio le sue risorse e le sua capacità tecnologica. I punti che si trovano esattamente sulla frontiera delle possibilità produttive (non all’interno) rappresentano i livelli di produzione efficiente. Quando l’economia si trova in uno di tali punti non c’è modo di produrre una quantità maggiore di un bene se non riducendo la quantità prodotta dell’altro. Punto D = combinazione di produzione inefficiente -> il sistema produce meno di quanto le risorse disponibili permetterebbero L’efficienza produttiva è la situazione che la società raggiunge quando si trova sulla frontiera delle possibilità produttive: non si può aumentare la quantità disponibile di un bene, senza ridurre la quantità dell’altro bene. Al di sotto della frontiera l'allocazione non è efficiente in quanto parte della risorse sociali sono mal utilizzate (non si utilizza la migliore tecnologia a disposizione) o non sono utilizzate affatto (es. disoccupazione). Tutti i punti sulla frontiera sono ugualmente efficienti (tecnicamente) e preferibili rispetto ai punti all’interno della frontiera. Non è possibile dire qual è la combinazione ottimale da produrre dei due beni (dove collocarsi lungo la frontiera). È una scelta soggettiva. il concetto di costo-opportunità Il costo opportunità è collegato al fatto che, essendo le risorse scarse, occorre fare una scelta nelle decisioni di produzione/consumo. Il costo opportunità definisce la quantità di un certo bene o servizio cui si deve rinunciare per avere un'unità addizionale di un altro bene o servizio. («le automobili» a cui si deve rinunciare per produrre un «computer» in più) Se le risorse sono scarse, il costo opportunità è il “sacrificio” che occorre fare in termini di rinuncia ad una certa quantità del bene A per poter accedere ad una certa quantità del bene B. Quando la FPP è non lineare e concava rispetto all'origine, il costo opportunità di produrre un bene aumenta man mano che si producono più unità di quel bene. Questo può accadere perché le risorse non sono perfettamente adattabili alla produzione di entrambi i beni: alcune risorse sono più efficienti nella produzione di un bene rispetto all'altro. Il costo opportunità si calcola come il rapporto tra la quantità di un bene sacrificato e la quantità dell'altro bene guadagnato quando ci si sposta da un punto a un altro lungo la FPP. In termini matematici, è la pendenza della tangente alla FPP in un punto specifico. Nella FPP non lineare, il costo opportunità è variabile e dipende dalla pendenza in ogni punto della curva. Questo riflette l'inefficienza relativa delle risorse quando si cerca di produrre quantità crescenti di un bene. (da rileggere pag 20) La crescita economica L’aumento degli input e i cambiamenti tecnologici spostano la frontiera delle possibilità produttive verso l’esterno. Con la crescita economica una nazione si trasferisce da A a G. Volendo, la nazione può incrementare il consumo di entrambi i beni. Diversi livelli di analisi del sistema economico Microeconomico vs macroeconomico Tradizionalmente l’economia è stata suddivisa in: Microeconomia: analisi del comportamento dei singoli agenti economici (es., consumatori, imprese) e della loro interazione (in un singolo mercato). Adam Smith, The Wealth of Nations, 1776 Macroeconomia: Analisi dei connotati del sistema economico nel suo complesso, dei risultati aggregati cui giunge il sistema economico. John M. Keynes, General Theory of employment, interest and money, 1936 Positiva vs normativa Analisi positiva (descrittiva): è volta a descrivere la realtà oggetto di analisi, cioè il sistema economico e i suoi risultati. Analisi normativa (prescrittiva): è volta a prescrivere come la realtà dovrebbe essere e la condotta da adottare in vista di tale obiettivo (giudizi di valore). Studia gli interventi dei governi (locali, nazionali e sovranazionali) sul sistema economico, cioè la politica economica. Una differenza fondamentale tra i due tipi di analisi è il criterio che si deve usare per comprovare la validità delle affermazioni. o Affermazione positiva: si può confermare o confutare basandosi su dati empirici o Affermazione normativa: si basa non solo su fatti, ma anche su valori. È importante distinguere questi due tipi di affermazioni in quanto aiuta a rimanere focalizzati su un argomento senza divagare. La maggior parte dell’economia e positiva: si occupa di spiegare il funzionamento dei sistemi economici, ma chi studia l’economia si pone obiettivi normativi: il fine è quello di migliorare l’economia. Federico Caffè (1978), la politica economica è “... quella disciplina che cerca le regole di condotta tendenti a influire sui fenomeni economici in vista di orientarli in un senso desiderato". Statica vs dinamica Analisi statica: come si presenta il sistema economico, la sua struttura e i suoi risultati, in un dato istante temporale Analisi dinamica: come si modifica il sistema economico, la sua struttura e i suoi risultati, nel corso del tempo INTERDIPENDENZA E BENEFICI DELLO SCAMBIO Specializzazione (divisione del lavoro) Caratteristica fondamentale delle economie di mercato. Specializzazione si contrappone all'autosufficienza (autarchia: mira a produrre "in casa" tutto ciò di cui si ha bisogno, senza dipendere dall'esterno). La specializzazione consiste nella concentrazione degli sforzi su un insieme di attività specifiche affinché un individuo o un Paese utilizzi al meglio le proprie forze, capacità e risorse. Specializzazione implica scambio (commercio): se produco un bene soltanto sarò obbligato a scambiarlo per ottenere i beni che mi mancano (=> economia di mercato è economia di "libero scambio") Adam Smith e la fabbrica degli spilli La specializzazione riesce a migliorare notevolmente le prestazioni delle persone che vi lavorano aumentando l’efficienza. Adam Smith, in Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, mette in luce i benefici della specializzazione: "La causa del progresso nelle capacità produttive del lavoro, nonché della maggior parte dell'arte, destrezza e intelligenza con cui il lavoro viene svolto e diretto, sembra sia stata la divisione del lavoro" "Io ho visto una piccola manifattura...dove erano impiegati soltanto dieci uomini e dove alcuni di loro, di conseguenza, compivano due o tre operazioni distinte. Ma, sebbene fossero molto poveri e perciò solo mediocremente dotati dei macchinari necessari, erano in grado, quando ci si mettevano, di fabbricare, fra tutti,...più di 48.000 spilli al giorno. Si può dunque considerare che ogni persona, facendo la decima parte di 48.000, fabbricasse 4.800 spilli al giorno. Se invece avessero lavorato tutti in modo separato e indipendente e senza che alcuno di loro fosse stato previamente addestrato a questo compito particolare, non avrebbero certamente potuto fabbricare neanche 20 spilli per ciascuno." Benefici della specializzazione e dello scambio: un esempio numerico Economia semplificata: un agricoltore e un allevatore, producono patate e carne Se ciascuno produce un solo bene i benefici dello scambio sono ovvi: variano la loro dieta Se ciascuno produce entrambi i beni, ma l'agricoltore è più bravo a produrre patate e l'allevatore a produrre carne, ancora i benefici dello scambio sono ovvi: se ciascuno si specializza in ciò in cui è più bravo, con lo scambio si otterranno complessivamente più patate e più carne per tutti ("la fabbrica degli spilli"). E se l'allevatore è più bravo sia a produrre carne che patate, conviene ancora commerciare con l'agricoltore? => ipotizziamo questa situazione e vediamo con un esempio quanto consumano nei due casi, in assenza e in presenza di scambio. Assenza di scambio Ipotizziamo le capacità di produrre della tabella sotto e tracciamo le frontiere delle possibilità produttive di agricoltore e allevatore. L'allevatore è più bravo in entrambe le attività: 24kg di carne e 48kg di patate al giorno, contro gli 8kg e 32 kg dell'agricoltore. In assenza di scambio, i punti A e B sono arbitrari, dipendono dai gusti. Il primo grafico rappresenta la frontiera delle possibilità produttive dell'agricoltore. (frontiera possibilità produttive = possibili combinazioni di beni che un'economia può produrre) Il secondo grafico mostra la frontiera delle possibilità produttive dell'allevatore In presenza di scambio Sulla base delle frontiere delle possibilità produttive tracciate (capacità produttive date): se l'agricoltore si specializza nelle patate (e non produce carne) può produrne 32kg se l'allevatore dimezza la produzione di patate (da 24kg a 12kg) può aumentare quella di carne (da 12 a 18kg) complessivamente nell'economia si producono adesso 44kg di patate e 18kg di carne (contro 40kg e 16kg in assenza di scambio), con aumenti dei consumi corrispondenti Se l'agricoltore e l'allevatore decidono di essere autosufficienti ognuno di loro può consumare solo quello che produce -> frontiera possibilità produttive = frontiera possibilità di consumo. Nello scambio: l'agricoltore vende 15kg di patate in cambio di 5kg di carne (e viceversa per l'allevatore): il prezzo di un bene in termini dell’altro (o tasso di cambio) è 1kg di carne per 3 kg di patate (15/5) -> la produzione totale di carne e patate è aumentata = guadagno complessivo. Specializzazione = beneficio -> entrambi possono consumare più patate e più carne senza lavorare di più. Graficamente… Si può calcolare il prezzo dello scambio dei beni -> 1 kg di carne x 3 kg di patate (tasso di cambio ragione di scambio). Da cosa dipende la maggiore produzione complessiva? Per capire da dove derivano i benefici dello scambio occorre confrontare i costi opportunità di agricoltore e allevatore: Considerazioni… Dalla specializzazione e dallo scambio ci guadagnano entrambi rispetto ai consumi in assenza di scambio, anche se l'allevatore è più bravo in entrambe le attività. In termini tecnici: l'allevatore ha un vantaggio assoluto in entrambe le attività perché impegna meno fattori produttivi (il suo tempo in ore) per produrre la stessa quantità di carne e di patate dell'agricoltore (ha una produttività maggiore). Ma ciò che conta per aumentare la produzione complessiva è che ciascuno si specializzi nell'attività in cui ha un costo-opportunità inferiore rispetto all'altro (per produrre quel bene deve sopportare un sacrificio inferiore in termini di mancata produzione dell'altro bene), ha cioè un vantaggio comparato nella produzione di quel bene: o l'allevatore ha un costo-opportunità superiore nella produzione di patate rispetto all'agricoltore => perde 0,50kg di carne ogni kg di patate prodotte (l'agricoltore ne perde solo 0,25kg) => conviene che sia l'agricoltore a produrre patate perché si perde meno carne. o l'agricoltore ha un costo-opportunità superiore nella produzione di carne rispetto all'allevatore => perde 4kg di patate ogni kg di carne prodotta (l'allevatore ne perde solo 2kg) => conviene che sia l'allevatore a produrre carne perché si perdono meno patate. Teoria dei vantaggi comparati La teoria dei vantaggi comparati (o modello ricardiano), nell'ambito del commercio internazionale, suggerisce che possono esserci vantaggi per tutti, in termini di maggiore produzione e consumo di beni e servizi, derivanti dal commercio tra Paesi, se un Paese si specializza nella produzione del bene su cui ha un vantaggio comparato (cioè la cui produzione ha un costo opportunità, in termini di altri beni, minore che negli altri Paesi). Esempio: secondo questa teoria NON ha senso che gli Stati Uniti continuino a produrre lavatrici, perché sottraggono risorse alla produzione di computer, che negli Stati Uniti sono prodotti meglio e in meno tempo rispetto ad altri Paesi. Il vantaggio assoluto: quando si mettono a confronto la produttività di una persona, impresa o nazione con quella di un'altra. Chi impiega quantità inferiori di fattori nella produzione di un bene ha un vantaggio assoluto nella produzione di quel bene. (allevatore ha vantaggio) Il costo opportunità: (ciò a cui si deve rinunciare per ottenere un bene) si possono comparare anche i costi opportunità per determinare il costo di produzione. Il vantaggio comparato: termine usato per definire la relazione tra i costi-opportunità di due produttori. Il produttore che deve rinunciare a una minore quantità di altri beni per produrre una unità aggiuntiva del bene X sostiene un minor costo-opportunità nella produzione del bene X e quindi gode di un vantaggio comparato nella produzione del bene X. Attenzione 1: la ragione di scambio La ragione di scambio è il rapporto in base al quale due beni si scambiano tra loro, ossia il prezzo dell'uno in termini dell'altro bene. Entrambi avranno un vantaggio dallo scambio, anche se un soggetto ha un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni, solo se il prezzo di una merce si colloca a un livello a metà tra i costi opportunità che le parti sostengono per produrlo. Nell'esempio, allevatore e agricoltore si sono accordati per un prezzo pari a 1kg di carne per 3 kg di patate: il costo-opportunità di 1kg di carne per l'agricoltore è 4kg di patate, per l'allevatore è 2kg di patate, il prezzo di 3kg di patate si colloca nel mezzo. Il prezzo dello scambio Specializzazione e scambio = benefici, ma: "come si determina il prezzo a cui avviene lo scambio?" "come vengono suddivisi i benefici tra le parti?" -> affinché entrambe le parti possano trarre beneficio dallo scambio, il prezzo a cui questo avviene deve collocarsi tra i loro due costi- opportunità. Attenzione 2: il protezionismo Se un Paese si specializza in un particolare settore, il benessere complessivo può aumentare, ma può diminuire l’occupazione negli altri settori coperti dalla concorrenza estera: possono emergere problemi di disoccupazione e ricollocamento dei lavoratori in altri settori => fatto che può generare pressioni politiche per imporre dazi e innescare guerre commerciali tra Paesi (es. protezionismo di Trump nel settore delle lavatrici, acciaio, alluminio,...) Attenzione 3: efficienza =/ equità La teoria dei vantaggi comparati suggerisce che può esserci un vantaggio per entrambe le parti rispetto all'assenza di scambi commerciali, non suggerisce però che ci sarà equità nella distribuzione finale dei beni prodotti: nell'esempio l'allevatore alla fine consuma molto di più dell'agricoltore (5kg di carne e 17kg di patate contro 13kg e 27kg). La ragione risiede nelle differenti possibilità produttive iniziali. Nello scambio l'agricoltore vende 3 kg di patate in cambio di 1kg di carne (e viceversa per l'allevatore): il prezzo di un bene in termini dell’altro (15/5). Ma l'allevatore impiega 20 minuti a produrre 1Kg di carne, mentre l'agricoltore impiega 45 minuti per produrre 3kg di patate: l'allevatore impiega quindi meno risorse (meno tempo), e gliene restano di più per produrre altri beni. Chi detiene la tecnologia migliore, i macchinari migliori e le migliori capacità produttive, alla fine godrà di un consumo maggiore: più in generale l'economia di mercato risulta efficiente, perché i più bravi (miglior risultati con minor costi) vincono la competizione, ma i meno bravi restano indietro (diseguaglianze economiche e sociali) La concorrenza impone la sua disciplina: tutte le imprese per sopravvivere sono costrette a produrre al livello di efficienza massimo consentito dallo stato attuale della tecnologia (Selezione naturale). In generale: nelle economie capitalistiche chi non possiede la tecnologia e le capacità di competere nei mercati (dei beni o del lavoro) tende a rimanere escluso dal sistema produttivo. Implicazioni politiche => Molti governi intervengono nelle dinamiche di mercato per mitigare le diseguaglianze e disparità create dal sistema economico capitalistico ed evitare conflitti sociali: ad esempio, investono risorse pubbliche in R&D per rendere i propri sistemi produttivi più competitivi sui mercati internazionali, rendono l'istruzione obbligatoria, offrono programmi di reimpiego dei disoccupati o protezione ed assistenza per anziani e deboli, redistribuiscono la ricchezza attraverso imposte progressive … => Si spiega la conformazione sociale non solo a partire dai comportamenti individuali nei mercati, ma anche da quelli collettivi, cioè dei gruppi che agiscono a livello politico per modificare l'allocazione delle risorse (economia mista) Esercizio In un’ora Robinson Crusoe riesce a raccogliere 10 noci di cocco o a pescare 1 pesce; nel medesimo tempo il suo amico Venerdì raccoglie 30 noci di cocco o pesca 2 pesci. Qual è per Robinson il costo-opportunità di pescare 1 pesce? E qual è quello di Venerdì? Chi ha un vantaggio assoluto nella pesca? E chi ha un vantaggio comparato nella stessa attività? DOMANDA E OFFERTA DI MERCATO Sono le forze che fanno funzionare le economie di mercato, che determinano la quantità venduta di ciascun bene e il relativo prezzo di vendita. Il funzionamento delle economie capitalistiche (di mercato) si fonda su 3 elementi principali: 1. Scambi e specializzazione (divisione del lavoro): concentrazione degli sforzi su un insieme di attività specifiche affinché l’individuo o la nazione utilizzi al meglio le proprie forze, capacità e risorse – specializzazione del lavoro. 2. Moneta: istituzione, accordo stabilito a livello sociale -> mezzo di pagamento che agisce da lubrificante degli scambi. Lo Stato ne controlla l’offerta. 3. Capitale: strumenti di produzione, a loro volta prodotti nel sistema economico. Occorre accumularli per poter poi avviare e realizzare la produzione. Es. macchine, pc, edifici, altri beni durevoli. Adam Smith: la mano invisibile Il funzionamento del sistema di mercato è descritto da A. Smith attraverso la metafora della “Mano Invisibile”: non c'è un'autorità centrale che stabilisce quale debba essere l'allocazione ottimale delle risorse sociali ma è definita dalle azioni degli attori privati, guidate dal loro interesse personale come da una mano invisibile, che producono spontaneamente un risultato efficiente. Mano invisibile: interesse personale ed egoistico dei consumatori e dei produttori a ottenere il bene migliore al prezzo minore e a ottenere il maggior profitto. “ Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio, del panettiere che ci aspettiamo la nostra cena, ma dal fatto che essi perseguono i loro specifici interessi. Noi ci rivolgiamo non alla loro umanità, ma al loro interesse non parliamo delle nostre necessità, bensì dei loro vantaggi” L'interesse personale dei produttori concorrenti a realizzare il più alto profitto dalla vendita del proprio prodotto (offerta) e quello dei consumatori ad acquistare i prodotti di qualità superiore ai prezzi più bassi (domanda) spinge i produttori a continui miglioramenti nella produzione per incontrare le preferenze dei consumatori => L'aggiustamento dei prezzi, tende a fare scomparire qualsiasi domanda o offerta eccedentaria: domanda e offerta su differenti mercati tendono ad uguagliarsi. => Si spiega l'allocazione delle risorse sociali a partire dai comportamenti individuali nei mercati (economia di libero scambio). Definizioni generali Mercato: meccanismo attraverso il quale acquirenti e venditori entrano in contatto e interagiscono al fine di scambiare beni o servizi, fissandone il prezzo e la quantità da scambiare (incontro tra domanda e offerta) Domanda: quantità di un bene che i consumatori desiderano acquistare per ogni livello del prezzo Offerta: quantità di un bene che i produttori desiderano vendere per ogni livello del prezzo Prezzo di equilibrio: prezzo per il quale la quantità offerta è uguale alla quantità domandata Cos'è un mercato? È l'insieme dei venditori e dei compratori di un determinato bene o servizio: il gruppo dei compratori determina la domanda, quelli dei venditori ne stabilisce l'offerta. I mercati possono essere: Organizzati in strutture sofisticate (es: mercati agricoli) Non organizzati (es: mercato del gelato) Cos'è la concorrenza? Mercato nel quale operano molti compratori e venditori, sicchè ciascuno di loro ha un impatto irrilevante sul prezzo di mercato. Il singolo venditore non controlla il prezzo poiché altri venditori offrono un prodotto analogo al suo; pertanto ha scarso interesse ad applicare un prezzo inferiore a quello corrente e se applica un prezzo superiore i compratori daranno i loro acquisti altrove. Analogamente nessun compratore può influenzare individualmente il prezzo di un mercato perché acquista solo un bene in piccola quantità. Mercati perfettamente concorrenziali: 1. I prodotti offerti in vendita sono uguali gli uni agli altri (omogenei) 2. Compratori e venditori sono talmente numerosi da non poter influenzare singolarmente il prezzo del mercato. La domanda Modello di funzionamento di una economia di mercato: la legge della Domanda e Offerta di mercato Prezzi, domanda ed offerta della benzina Negli Stati Uniti i prezzi della benzina hanno subìto variazioni estreme negli ultimi quarant’anni. Le riduzioni di offerta negli anni ‘70 provocarono due gravi “shock petroliferi” che portarono a disordini e all’invocazione di una maggiore regolamentazione. Le diminuzioni di domanda dovute alle nuove tecnologie a risparmio energetico determinarono un prolungato calo dei prezzi dopo il 1980. Quando il cartello del petrolio ridusse l’offerta alla fine del 1999, i prezzi del greggio si impennarono nuovamente. Gli strumenti della domanda e dell’offerta sono essenziali per comprendere queste tendenze. Questi livelli di prezzi derivano da un cambiamento di prezzo della benzina e della domanda a livello mondiale. Prezzi domanda ed offerta Come si forma (da cosa dipende) il prezzo di scambio? Chi determina la quantità di un bene venduta in un mercato? Secondo la teoria della domanda e dell’offerta, i consumatori determinano la domanda di consumo dei beni (curva di Domanda), mentre il comportamento delle imprese sono alla base dell’offerta di beni (curva di Offerta). L'equilibrio tra domanda e offerta determina il prezzo. Costruire la funzione di domanda (D) (si parla di un bene preciso) Ha pendenza negativa: al crescere del prezzo la quantità domandata diminuisce, perché i consumatori acquistano beni alternativi (effetto sostituzione ) e perché i consumatori devono fare un sacrificio economico maggiore per l’acquisto riducendosi il salario reale (effetto reddito ). Es: se il prezzo di un gelato aumentasse a 20 euro acquisteremmo meno gelati, e inizieremmo a comprare i ghiaccioli, se il prezzo del gelato crollasse a 0,50€ ne acquisteremmo di più. La legge della domanda: a parità di altre condizioni la quantità domandata di un bene diminuisce all'aumentare del suo prezzo e aumenta al diminuire del suo prezzo. Questa tabella rappresenta una scheda di domanda, ovvero una tabella nella quale si illustra in forma numerica la relazione tra il prezzo di un bene e la quantità domandata, tenendo costanti tutti gli elementi che possono influenzare la quantità di bene che un individui desidera acquistare. La retta con pendenza negativa che mette in relazione prezzo e quantità domandata è detta curva di domanda -> ha pendenza negativa perché a parità di altre condizioni, a una diminuzione del prezzo corrisponde un aumento della quantità domandata. Domanda di mercato e domanda individuale Per analizzare il funzionamento del mercato dobbiamo determinare la domanda di mercato che corrisponde alla somma di tutte le domande individuali di un bene o di un servizio. Domanda di mercato = domanda di Caterina + domanda di Nicola -> le curve vengono sommate orizzontalmente -> la curva della domanda di mercato descrive la variazione della quantità domandata di un bene al variare del prezzo del bene stessi, a parità di tutti gli altri elementi che possono influenzare la quantità del bene che i consumatori desiderano acquistare. La curva di domanda Mostra la relazione tra P e Q domandata a parità di altre condizioni “Altre condizioni” comprendono: i prezzi dei beni correlati (complementari o sostituti) il reddito dei consumatori (per i beni normali al crescere del reddito la domanda aumenta, viceversa per i beni inferiori , es. baracche). le preferenze dei consumatori Il numero di consumatori (popolazione) Le aspettative sul futuro (es. scorte di viveri pre-lockdown) variazioni di queste "altre condizioni" influenzano la posizione della curva di domanda Esempi di fattori che influenzano la domanda di auto Gli spostamenti alla curva della domanda La curva della domanda non rimane necessariamente stabile nel tempo: se accade qualcosa che modifica la quantità domandata totale a ogni livello di prezzo la curva della domanda si sposta. Contrazione o diminuzione della domanda: (verso sinistra) riduzione della quantità domandata Espansione o aumento della domanda: (verso destra) aumento della quantità domandata. Due modi in cui la domanda può aumentare: 1. Un movimento lungo la curva di domanda da A a B È dovuto esclusivamente a una reazione dei consumatori ad un cambiamento nel prezzo di quel bene. 2. Uno spostamento della curva di domanda da D0 a D1 provoca un aumento della quantità domandata, per ogni livello del prezzo. Ad esempio, per P0 la quantità domandata aumenta da Q0 a Q1. Variabili che possono provocare spostamenti della curva di domanda: Il reddito se la domanda di un bene diminuisce al diminuire del reddito si dice che il bene in questione è un bene normale Se la domanda di un bene aumenta al diminuire del reddito ci troviamo di fronte a un bene inferiore. Il prezzo di altri beni correlati Quando la diminuzione del prezzo di un bene provoca la riduzione della domanda di un altro bene si dice che I due beni sono sostituti. -> coppie di beni utilizzati in maniera intercambiabile. Quando la diminuzione del prezzo di un bene induce a un aumento della domanda di un altro bene si dice che I due beni sono complementari -> coppie di beni che vengono utilizzati insieme (es: benzina e automobili) Le preferenze Influenzate da forse di ordine storico e psicologico al di fuori del campo di studio dell’economia Le aspettative Possono condizionare la domanda corrente di un bene o di un servizio Il numero di compratori Se nel mercato si aggiungo o altri consumatori la quantità domandata nel mercato è superiore per ogni dato prezzo e la domanda aumenta. Esempio… come ridurre la domanda di sigarette L'offerta La curva di offerta: la relazione tra prezzo e quantità offerta Quantità offerta: è la quantità che I venditori vogliono e possono vendere (ruolo principale svolto dal prezzo). Costruzione di una funzione di offerta Ha pendenza positiva perché più il prezzo è elevato più è redditizio produrre quel bene: più imprese hanno incentivo a entrare nel settore e riescono ad entrare nel settore facendo aumentare l'offerta (più si aumentano le quantità prodotte, più i fattori produttivi necessari alla produzione - lavoro, capitali, materie prime - diventano scarsi e costosi, e il prezzo deve salire per coprire quei costi crescenti). Per livelli di prezzo troppo bassi la produzione è nulla perché le imprese non riesco a coprire nemmeno i costi (nessuna impresa ha interesse a produrre). La relazione tra prezzo e quantità offerta è detta legge dell’offerta: a parità di altre condizioni se il prezzo di un bene aumenta, aumenta anche la quantità offerta; se il prezzo diminuisce, diminuisce anche la quantità offerta. Questa è la scheda di offerta: una tabella che descrive la relazione tra il prezzo di un bene e la quantità offerta, a parità di tutti gli altri elementi che influenzano la quantità che I produttori desiderano di offrire. La curva che esprime la relazione tra prezzo e quantità offerta è detta curva di offerta: tale curva ha pendenza positiva poiché, a parità di altre condizioni, a prezzi più elevati corrisponde una quantità offerta maggiore. Offerta di mercato e offerta individuale L’offerta di mercato è la somma delle offerte individuali di tutti I venditori. Offerta di mercato = offerta di Pino + offerta di Gianni -> si somma orizzontalmente le curve di offerta individuali. La curva di offerta di mercato mostra come varia la quantità totale offerta al variare del prezzo del bene, a parità di tutti gli altri fattori che possono influenzare la quantità del bene che i produttori desiderano vendere. La curva di offerta Mostra la relazione tra prezzo e quantità offerta, a parità di altre condizioni. “Altre condizioni” comprendono: la tecnologia i prezzi dei fattori produttivi i prezzi dei beni correlati numero di venditori Aspettative (es. aumento futuro dei costi) variazioni di queste "altre condizioni” influenzano la posizione della curva di offerta Esempi di fattori che influenzano l'offerta di auto Gli spostamenti della curva di offerta Espansione o aumento dell’offerta (verso sinistra) aumento della quantità offerta a ogni livello di prezzo Contrazione o diminuzione dell’offerta (verso destra) diminuzione della quantità offerta a ogni livello di prezzo Variabili che possono provocare uno spostamento della curva di offerta: Prezzo dei fattori di produzione La quantità offerta di un bene e inversamente correlata ai prezzi dei fattori di produzione La tecnologia Riducendo i costi dell’impresa il progresso tecnologico provoca un aumento della quantità del bene offerto Le aspettative La quantità di un bene che un venditore decidere di offrire oggi può dipendere dalle sue aspettative sul futuro Il numero dei venditori Se un venditore smette di produrre un bene l’offerta di mercato diminuisce. In sintesi Domanda: rivela la quantità di un bene acquistata dai consumatori a seconda del livello del prezzo; la posizione è influenzata dalle condizioni che incidono sulle quantità domandate oltre al prezzo (gusti, reddito, popolazione, prezzo dei beni correlati, …). Offerta: rivela la quantità che le imprese sono disposte a produrre/vendere di un certo bene a seconda del livello del prezzo (in base alle possibilità di profitto e alla capacità di coprire i costi di produzione); la posizione è influenzata dalle condizioni che incidono sulla quantità offerta oltre al prezzo (tecnologia, possibilità di profitto investendo in beni alternativi, costo dei fattori produttivi, …). L'interazione di domanda e offerta L'equilibrio di mercato L’equilibrio di mercato si ottiene nel punto E0, punto in cui la quantità domandata eguaglia la quantità offerta per un prezzo P0 e una quantità Q0 Il punto in cui la curva di offerta e la curva di domanda si intersecano è detto equilibrio di mercato. Il prezzo corrispondente al punto di intersezione è il prezzo di equilibrio e la quantità corrispondente è la quantità di equilibrio. L’equilibrio si definisce come una condizione di stabilità, un punto nel quale non ci sono forze che agiscono a favore di un cambiamento: questo vale anche per l’equilibrio del mercato. Al prezzo di equilibrio, la quantità del bene che i compratori vogliono e possono acquistare è esattamente uguale alla quantità del bene che i venditori vogliono e possono vendere. Il prezzo equilibrio viene a volte definito prezzo di mercato o prezzo di market clearing, perché, in corrispondenza di questo valore tutto i soggetti attivi sul mercato sono soddisfatti: i compratori acquistano tutto ciò che vogliono acquistare e i venditori vendono esattamente il quantitativo che vogliono vendere. L’interazione di compratori e venditori spinge naturalmente il mercato verso l’equilibrio di domanda e offerta. Uno spostamento della domanda Se il prezzo di un bene sostituto aumenta per ogni livello del prezzo aumenterà la quantità domandata. La curva di domanda si sposterà dalla D0 alla D1. Il mercato raggiungerà un nuovo equilibrio nel punto E1. Un mercato non in equilibrio Supponiamo che una carestia sposti la curva di offerta fino alla S’ il governo potrebbe volere difendere i più poveri, fissando un prezzo massimoP1 che è inferiore a P0, che sarebbe il prezzo di equilibrio Con P1 la quantità domandata sarebbe Q0 ma l’offerta è solo Q1: è necessario un razionamento per fare fronte all’eccesso di domanda Variazioni di domanda e offerta Figura a: eccedenza del bene: i venditori non sono in grado di vendere quanto vorrebbero a quel dato livello di prezzo -> eccesso di offerta Es: i venditori hanno sempre più gelati, ma non riescono a venderli quindi riducono il prezzo. Al diminuire del prezzo la quantità domandata aumenta e la quantità offerta diminuisce. Queste variazioni rappresentano movimenti lungo le curve di domanda e di offerta e NON spostamenti delle curve. Il prezzo continua a diminuire fino a quando il prezzo di mercato raggiunge il livello di equilibrio. Figura b: penuria del bene: al prezzo corrente, i compratori non riescono ad acquistare tutto il gelato che vorrebbero -> eccesso di domanda Es: tante persone che vogliono comprare il gelato, ma poco gelato, quindi i venditori possono alzare il prezzo senza perdere le vendite. Queste variazioni rappresentano movimenti lungo le curve di domanda e di offerta, attraverso cui il mercato si porta verso l’equilibrio. Quindi… L'interazione di compratori e venditori spinge automaticamente il prezzo verso un equilibrio, una volta raggiungo l'equilibrio il prezzo si stabilizza -> legge della domanda e dell'offerta: il prezzo di ogni dato bene tende naturalmente ad aggiustarsi in modo da portare la quantità domandata e la quantità offerta in equilibrio. Un procedimento in 3 fasi per analizzare le variazioni dell'equilibrio: 1. Stabilire se l'evento provoca uno spostamento della curva di domanda o quella di offerta (o di entrambe) 2. Stabilire in quale direzione si sposta la curva 3. Utilizzare il grafico di domanda e offerta per verificare come lo spostamento influenza il prezzo e la quantità di equilibrio. Esempio: cambiamento di domanda In questo caso l'offerta non cambia -> il caldo non altera la quantità di gelato che le imprese desiderano offrire a ogni livello di prezzo. La figura descrive un aumento della domanda di gelato con lo spostamento della curva da D1 a D2 -> la quantità domandata di gelato è superiore a ogni livello di prezzo. Il caldo fa aumentare sia il prezzo del gelato, sia la quantità acquistata e venduta. In sintesi… Uno spostamento della curva di offerta o della curva di domanda e detto "cambiamento dell'offerta" o "cambiamento della domanda", invece un movimento lungo una curva di offerta o di domanda fissa viene definito "variazione della quantità offerta" o "variazione della quantità domandata". Esempio: cambiamento di offerta La variazione del prezzo dello zucchero agisce sulla curva di offerta. La curva di offerta si sposta verso sinistra perché, a ogni livello di prezzo, le imprese nel loro complesso possono e vogliono produrre una quantità di gelato inferiore. (spostamento della curva da O1 a O2). All'aumentare del prezzo dello zucchero, il prezzo del gelato aumenta e la quantità di gelato acquistata e venduta diminuisce. Esempio: cambiamento simultaneo di domanda e offerta La curva della domanda si sposta verso destra, mentre la curva dell'offerta si sposta verso sinistra. A seconda dello spostamento della domanda e dell'offerta possono esservi due esiti, ma in entrambi i casi il prezzo equilibrio aumenta: A. La domanda aumenta in maniera pronunciata, mentre l'offerta si riduce leggermente, così che la quantità di equilibrio aumenta B. L'offerta subisce una contrazione consistente mentre la domanda si sposta solo in misura modesta, così che la quantità di equilibrio diminuisce. Il ruolo del prezzo di un bene in una economia di mercato i prezzi sono la chiave per l’allocazione delle risorse in una economia che si basa sul mercato (mano invisibile). i prezzi fanno cambiare i comportamenti dei produttori e dei consumatori e fanno decidere ad una società “cosa produrre” e “quanto produrre”. L’ELASTICITÀ E LE SUE APPLICAZIONI Elasticità: misura la reattività dei venditori e dei compratori alle variazioni delle condizioni di mercato. Elasticità della domanda rispetto al prezzo: intuizione Per misurare quanto la domanda reagisca a variazioni delle sue determinanti, gli economisti ricorrono al concetto di elasticità. La curva di domanda ci descrive il legame tra prezzo e quantità domandata: ma di quanto esattamente varia la quantità domandata al variare del prezzo? La variazione non è sempre uguale Esempi Se un medicinale importante per la salute (es., insulina per diabetici, siero antivipera, …) aumentasse il suo prezzo del 30% quale vi aspettate possa essere la variazione percentuale della quantità domandata? E se una marca di biscotti aumentasse il suo prezzo del 30% vi aspettereste una riduzione come nel caso precedente? Elasticità della domanda rispetto al prezzo Elasticità della domanda al prezzo: misura la variazione della quantità domandata a variazioni del prezzo. Domanda elastica: se la quantità domandata reagisce notevolmente a variazioni del prezzo Domanda anelastica: se la relazione è modesta. L’elasticità della domanda di un bene al prezzo misura la disponibilità dei consumatori a rinunciare al consumo di un bene all’aumentare del suo prezzo. Le determinanti dell’elasticità L'elasticità della domanda riflette le molteplici forze economiche, sociali, psicologiche che influenzano le preferenze degli individui. la disponibilità di beni sostituti: i beni che hanno buoni sostituti tendono ad avere una domanda più elastica perché per il consumatore è facile sostituirli con altri beni che soddisfano lo stesso bisogno. (> elasticità se ci sono sostituti) il grado di necessarietà di un bene o Beni di prima necessità = domanda anelastica o Beni di lusso = domanda elastica (> elasticità per beni di lusso vs. beni necessari) la definizione del mercato adottata: l’elasticità della domanda dipende da come sono tracciati i confini del mercato stesso = > elasticità se considero un mercato 'stretto', es. zucchero di canna vs. dolcificanti in generale L'orizzonte temporale considerato: l’elasticità di un bene tende a essere più elastica nel lungo periodo che nel breve. (> elasticità nel lungo periodo vs. breve periodo) sono fattori che incidono sulla posizione, la forma e la pendenza della curva di domanda Aumento del prezzo, diminuzione della domanda… (leggere pag 73) Il metodo del punto medio Si usa per evitare che il valore dell'elasticità si modifichi tra "A, B" e "B, A", calcolando la variazione percentuale in questo modo: Possiamo esprimere il metodo del punto medio per il calcolo dell’elasticità della domanda al prezzo tra 2 punti (Q1, P1) e (Q2, P2): Numeratore: variazione percentuale della quantità domandata calcolata con il metodo del punto medio Denominatore: variazione percentuale del prezzo calcolata con la medesima formula Esercizio 1 Un’impresa pratica degli sconti del 20% sul prezzo di un proprio prodotto e constata che la quantità domandata (e venduta) di quel prodotto aumenta del 30%. Qual è il valore della elasticità della domanda di questa impresa? Soluzione: Esercizio 2 Di quanto dovrebbe abbassare il prezzo questa impresa se volesse aumentare le vendite del 45%? Soluzione: Esercizio 3 Prevedete ora di quanto varierebbero le vendite (Qd) se la stessa impresa riducesse il prezzo solo del 10% Soluzione Nota sull'uso delle formule inverse dell'elasticità: si può fare se i valori iniziali presi per il calcolo dell'elasticità sono gli stessi, in modo che le nuove variazioni percentuali della Qd e P si riferiscano allo stesso valore iniziale (se si calcola l'elasticità con il metodo del punto medio si modifica il punto medio col variare della variazione percentuale e i conti non tornano!) Stima dell'elasticità della domanda di alcuni beni Le tipologie di curva di domanda Considerando l'elasticità in valore assoluto… Domande anelastiche (E1) sono quelle in cui la var.% Qd è maggiore (o più che proporzionale) della var.% P. Quanto minore è la pendenza della curva di domanda in un dato punto, tanto più elevato è il valore dell'elasticità al prezzo; quanto maggiore è la pendenza, tanto minore è l'elasticità. 5 casi particolari In valore assoluto l'elasticità va da 0 (domanda anelastica) a infinito (massima elasticità) 1. L’elasticità ha valore 0, la domanda è perfettamente anelastica e la curva di domanda è verticale: a qualsiasi prezzo la quantità domandata rimane invariata. 2. In questo caso, come nel 3 e nel 4 all'aumentare del valore dell'elasticità la curva diventa progressivamente più piatta. 3. 4. 5. Domanda perfettamente elastica: si registra quando il valore dell’elasticità al prezzo tende all’infinito, ovvero quando la curva di domanda è orizzontale e il minimo cambiamento del prezzo provoca variazioni incommensurabili della quantità domandata. Perché è importante l’elasticità per le imprese? Conoscere il valore dell'elasticità della domanda al prezzo del proprio prodotto consente alle imprese di prevedere le variazioni dei ricavi totali quando cambia il prezzo di vendita del bene. Ricavo totale ed elasticità della domanda al prezzo Ricavo totale: l’ammontare complessivo pagato dai consumatori e incassato dai venditori del bene. In qualunque mercato: Ricavo totale = P x Q Ovvero al prodotto del prezzo al quale il bene è venduto per la quantità venduta del bene. Altezza = P Base = Q Area = P x Q -> ricavo totale nel mercato L’effetto di un aumento di prezzo su curve di domanda con diversa elasticità. Come varia il ricavo totale muovendosi lungo la curva di domanda? La risposta dipende dall’elasticità della domanda al prezzo: A. Domanda anelastica: un aumento del prezzo induce a un aumento del ricavo totale Es: un incremento del prezzo da 4 a 5 euro provoca una diminuzione della quantità domandata da 100 a 90 unità, ma un aumento del ricavo totale da 400 a 450 euro. L’aumento del prezzo accresce il valore di P x Q, perché la diminuzione di Q è proporzionalmente inferiore all’aumento di P -> l’aumento del ricavo derivante dalla vendita delle unità a un prezzo più elevato (area A) supera la diminuzione del ricavo dovuta al calo delle vendite (area B). B. Domanda elastica: un aumento del prezzo provoca una diminuzione del ricavo totale. Es: quando il prezzo aumenta da 4 a 5 euro la quantità domandata diminuisce da 100 a 79 unità e il ricavo totale diminuisce da 400 a 350 euro. Poiché la domanda è elastica, la riduzione della quantità domandata più che compensa l’aumento del prezzo; dunque, la diminuzione di Q è più che proporzionale all’aumento di P, per cui il valore di P x Q diminuisce. In questo caso, l’aumento del ricavo derivante dalla vendita delle unità a un prezzo più elevato (area A) è inferiore alla diminuzione del ricavo dovuta al calo delle vendite (area B). Conclusioni su elasticità e RT Domanda elastica: prezzo e ricavo totale variano in direzioni opposte Domanda elastica unitaria: (elasticità della domanda = 1) qualsiasi variazione del prezzo lascia inalterato il ricavo totale. Domanda anelastica: prezzo e ricavo totale variano nella stessa direzione se una impresa ha una domanda elastica il prezzo è una importante leva competitiva se una impresa ha una domanda anelastica il prezzo non è una importante leva competitiva L'elasticità e il ricavo totale lungo una curva di domanda lineare Sappiamo che una curva di domanda libera ha pendenza costante (pendenza = dislivello/distanza) 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑜 (𝑑𝑖𝑠𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜) -> 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑖𝑡à 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎𝑡𝑎 (𝑑𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎) In questo caso la pendenza è costante, perché un aumento del prezzo di 1 auto, provoca un aumento di 2 unità della quantità domandata. Anche se la prendente della curva di domanda lineare è costante l’elasticità non lo è. Nel tratto in cui il prezzo è basso e la quantità domandata è elevata, la curva di domanda è anelastica; dove invece il prezzo è elevato e la quantità domandata è bassa, la curva è elastica. L’analisi di una curva di domanda libera rivela che l’elasticità della domanda al prezzo non è necessariamente la stessa in tutti i punti di una curva di domanda. Altri tipi di elasticità della domanda… Elasticità della domanda rispetto al reddito misura la variazione della quantità domandata di un bene a variazioni del reddito dei consumatori. Diverse possibilità e… il segno e il valore contano beni normali => all'aumentare del reddito la Qd aumenta -> dato che quantità domandata e reddito si muovono nella stessa direzione = segno positivo beni necessari => all'aumentare del reddito la Qd aumenta meno che proporzionalmente: anelastica (< 1) beni di lusso => all'aumentare del reddito la Qd aumenta più che proporzionalmente: elastica (> 1) -> legge Engel beni inferiori => all'aumentare del reddito la Qd diminuisce -> un aumento del reddito ne riduce la quantità domandata = segno negativo Elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo misura la variazione della quantità domandata di un bene a variazioni del prezzo di un altro bene. L’elasticità incrociata della domanda può assumere segno negativo o positivo a seconda che due beni siano sostituti o complementari. Tre possibilità e… il segno conta x e y beni sostituti => all'aumentare di Py la Qdx aumenta -> tendono a muoversi nella stessa direzione = segno positivo x e y beni complementari => all'aumentare di Py la Qdx diminuisce (segno negativo) x e y beni indipendenti => all'aumentare di Py la Qdx resta invariata (elasticità nulla) Elasticità dell'offerta misura la reattività della quantità offerta di un bene alle variazioni del prezzo del bene stesso: Elastica: se la quantità offerta varia notevolmente a fronte di variazioni del prezzo Anelastica: se la quantità offerta reagisce debolmente alle variazioni di prezzo. Quali fattori determinano diversi valori dell'elasticità dell'offerta? L'elasticità dell'offerta dipende dalla flessibilità dei produttori nell’adeguare l’offerta. (modificare la quantità di beni che producono) Es: i terreni fronte mare edificabili hanno un’offerta anelastica, perché è impossibile aumentar l’estensione di tali terreni, indipendentemente dal prezzo; i prodotti della trasformazione industriale invece, hanno un'offerta elastica perché le imprese che li producono possono richiedere ai dipendenti di fare gli straordinari oppure licenziarli per far pronte ad aumenti o diminuzioni del prezzo. Determinanti principali: la disponibilità di fattori della produzione (> elasticità se c'è molta disponibilità) L'orizzonte temporale considerato (> elasticità nel lungo periodo vs. breve periodo) (sono fattori che incidono sulla posizione, la forma e la pendenza della curva di offerta) Aumento del prezzo, aumento della domanda… Esempio di calcolo 1. Usando il metodo del punto medio possiamo calcolare la variazione percentuale del prezzo 2. Calcoliamo poi la variazione percentuale della quantità offerta 3. Calcoliamo l'elasticità dell'offerta al prezzo Le tipologie di curve di offerta 5 casi particolari 1. L'elasticità ha valore 0, l'offerta è perfettamente anelastica e la curva di offerta è verticale: in questo caso la quantità offerta è indipendente dal prezzo. 2. All'aumentare del valore dell'elasticità, la pendenza della curva diminuisce, come anche in 3 e 4. 5. Offerta perfettamente elastica, ovvero con un valore dell'elasticità tendente all'infinito: in questo caso la curva di offerta è orizzontale e riflette il fatto che variazioni infinitesime del prezzo provocano reazioni incommensurabili nella quantità offerta. Come varia l'elasticità dell'offerta al prezzo Poiché spesso le imprese hanno una capacità produttiva limitata, l’elasticità dell’offerta può essere molto elevata per volumi bassi di produzione e molto bassa per volumi elevati di produzione. Nel nostro esempio un aumento di prezzo da 3 a 4 euro da aumentare la quantità offerta da 100 a 200 unità. Dato che l’aumento della quantità offerta del 67%, calcolato con il metodo del punto medio, è maggiore dell’aumento del prezzo (29%), in questo intervallo la curva di offerta è elastica. Invece, se il prezzo aumenta da 12 a 15 euro, la quantità offerta aumenta soltanto da 500 a 525 unità; l’aumento della quantità offerta (+5%) è inferiore all’aumento del prezzo (+22%), perciò, in questo intervallo di produzione la curva di offerta è anelastica. 3 applicazioni di: domanda, offerta, elasticità 1. un miglioramento della tecnologia nel settore del frumento (la cui domanda è anelastica) fa aumentare i ricavi degli agricoltori? 2. perché l’Opec non è riuscita a mantenere alto il prezzo del petrolio? 3. proibire l’uso di droghe fa aumentare o diminuire i crimini correlati? 1. un miglioramento della tecnologia nel settore del frumento, la cui domanda è anelastica, fa aumentare i profitti degli agricoltori? Se un’innovazione della tecnologia fa aumentare l’offerta del frumento da 01 a 02, il prezzo del frumento diminuisce, poiché la domanda di microprocessori è anelastica, l’aumento della quantità venduta da 100 a 110 è meno che proporzionale rispetto alla diminuzione del prezzo da 3 a 2 euro. Ne consegue che il ricavo totale dei produttori di frumento scende da 300 euro (3 euro x 100) a 220 (2 euro x 110). 2. perché l’Opec non è riuscita a mantenere alto il prezzo del petrolio? La reazione a una diminuzione dell'offerta di petrolio dipende dall’orizzonte temporale. Nel breve periodo domanda e offerta sono relativamente anelastiche (parte a). Di conseguenza uno spostamento della curva di domanda da 01 a 02 genera un forte aumento del prezzo. Al contrario, nel lungo periodo domanda e offerta sono relativamente elastiche (parte b). In questo caso un analogo spostamento della curva di offerta genera un aumento del prezzo più contenuto. 3. proibire l’uso di droghe fa aumentare o diminuire i crimini correlati? L’attività di interdizione delle sostanze stupefacenti sposta la curva di offerta da 01 a 02 (parte a). Se la curva di domanda è anelastica, la spesa dei consumatori per l’acquisto di sostanze stupefacenti aumenta, nonostante la diminuzione della quantità consumata. Invece, un programma di educazione sulla droga potrebbe agire sulla domanda, riducendola da D 1 a D2 (parte b). Poiché in questo caso il prezzo è la quantità diminuiscono entrambi, la spesa totale dei consumatori di droga diminuisce. Esercizio Una impresa vendeva il suo prodotto principale a 22€ e ne vendeva mediamente 100 unità al giorno. Nel periodo dei saldi ha abbassato il prezzo a 18€ riuscendo a vendere mediamente 150 unità al giorno. 1. Calcolate il valore dell’elasticità della domanda al prezzo, con il metodo del punto medio 2. Dite se la domanda è elastica o anelastica. 3. Calcolate i ricavi totali prima e dopo, misurando l’effetto prezzo e quella quantità. Quale dei due è maggiore? 4. Se l’impresa avesse avuto una domanda anelastica avrebbe aumentato i ricavi applicando la stessa riduzione del prezzo? DOMANDA, OFFERTA E POLITICHE ECONOMICHE Vediamo due tipi particolari di politiche economiche… 1. Il controllo sui prezzi: prezzi massimi e minimi di scambio 2. Le imposte sul prodotto 1. Il controllo dei prezzi Perché si controllano i prezzi? Il governo desidera modificare l'allocazione delle risorse cui giungerebbe il mercato perché si ritiene che il prezzo di equilibrio che si formerebbe sia troppo alto o basso per una delle due parti dello scambio, o le quantità vendute/acquistate non ottimali per la società (equità). Es: canone affitto immobili, benzina, salari, farmaci, istruzione, … il bene è ritenuto importante per consumatori e per la società si vuole, in pratica, avvantaggiare una delle due parti dello scambio (domanda o offerta) Esempio: se il gelato viene venduto in un mercato libero da regolamentazioni, il suo prezzo varia in modo da equilibrare domanda e offerta. Supponiamo che il prezzo equilibrio del gelato sia 3 euro, non tutti saranno da accordo dell’interazione tra domanda e offerta: Associazione nazionale consumatori di gelato -> prezzo eccessivo, non tutti possono permetterselo Confederazione nazionale dei produttori di gelato -> troppo basso e deprime il reddito dei suoi associati ▪ Livello massimo di prezzo: tetto sopra il quale il prezzo non può salire ▪ Livello minimo di prezzo: livello al di sotto del quale il prezzo non può scendere. Gli effetti di un livello massimo di prezzo Un prezzo massimo inefficace… e uno efficace Se viene imposto un livello massimo di prezzo nel mercato possono verificarsi 2 risultati: A. Livello massimo di prezzo non vincolante: il governo fissa il livello massimo del prezzo del gelato a 4 euro, poiché il prezzo di equilibrio (3 euro) è inferiore al livello massimo di prezzo. Le forze del mercato spingono automaticamente il prezzo verso il livello di equilibrio e il provvedimento non ha alcun effetto sul prezzo o sulla quantità venduta. A. Livello massimo di prezzo vincolante: il governo fissa il livello massimo di prezzo a 2 euro. Il prezzo di equilibrio del mercato è di 3 euro quindi il livello massimo di prezzo costituisce un vincolo al mercato: le forze della domanda e dell'offerta tenderebbero a spingere il prezzo verso il livello di equilibrio ma, dal momento che il prezzo non può superare il tetto di 2 euro, il prezzo limite diventa il prezzo di mercato. -> quantità domandata (125 gelati) > quantità offerta (75 gelati) Si genera così una penuria di gelato e alcuni individui che desiderano acquistare gelato al prezzo corrente non sono in grado di farlo. In questo caso si sviluppa qualche forma di razionamento: o La coda: solo chi arriva presto e attende riesce a ottenere un gelato o I venditori possono razionare il gelato sulla base delle proprie idee personali vendendone solo ad amici e parenti. Se il governo impone un livello massimo di prezzo vincolante in un mercato concorrenziale, si crea una penuria del bene e i venditori devono razionare il bene scarso tra un gran numero di potenziali compratori. Le code sono inefficienti Le discriminazioni dei venditori sono inefficienti Ma… Il meccanismo di razionamento è efficiente e impersonale: quando il mercato del gelato è in equilibrio, chiunque sia disposto a pagare il prezzo di mercato riesce a ottenere un gelato. Esempio 1: il caso della benzina (pag 82 - 83) Considerazioni Se il governo impone un prezzo massimo vincolante si crea penuria del bene (eccesso di domanda) e i venditori devono ricorrere al razionamento tra i potenziali compratori. I metodi di razionamento dei venditori possono essere poco desiderabili: code e tempi di attesa elevati, discriminazioni verso particolari categorie (vendo il prodotto scarso solo agli "amici"). Comunque, anche il mercato in equilibrio opera un razionamento: chi è disposto o riesce a pagare un prezzo elevato ottiene il bene (gli altri non possono permetterselo). È un meccanismo di razionamento più equo? => occorre considerare le dotazioni iniziali (es., condizioni famigliari, capacità, istruzione, opportunità, intuizione, fortuna, …): non sono sempre equamente distribuite e contribuiscono a determinare vincenti (che possono pagare) e perdenti (che non possono). Meccanismi di razionamento alternativi? Es., assegnare a ciascuno una quota fissa, rotazione, … In ogni caso, quando l'offerta si contrae penuria e scarsità restano (a prescindere dal meccanismo di razionamento): meglio valutare se le politiche possono spostare l'offerta a destra (es., sussidi ai produttori, agevolazioni fiscali, incentivi per il miglioramento tecnologico, … possono abbattere i costi di produzione e aumentare le quantità vendute per ogni livello di prezzo). Esempio 2: l'equo canone (affitti) (pag 83 - 84) Nel lungo periodo cambia la pendenza di domanda e offerta perché gli agenti hanno tempo di "organizzarsi" e reagire alla nuova politica di prezzo: prima solo chi non aveva alternative cercava casa (domanda anelastica), ora la certezza del prezzo basso attiva anche la domanda di altri, rendendola maggiore per lo stesso livello di prezzo calmierato (es., giovani che vorrebbero lasciare la casa dei genitori per vivere da soli). La certezza di avere una domanda e i bassi canoni ricevuti, scoraggiano poi i proprietari a mantenere in buono stato gli alloggi, a dare in affitto le case, a costruirne di nuove (per lo stesso canone l'offerta si abbassa) … e la penuria cresce. Stesse considerazioni di prima. Meglio che il governo valuti se possibile costruire nuove case per ridurre i prezzi (offerta a destra). Gli effetti "collaterali della fissazione del prezzo massimo (recap) penuria del bene (incentivi al mercato nero? Con prezzi che tornano alti trasgredendo la legge) alti costi di ricerca e code non chiaro il meccanismo di selezione dei reali compratori diminuisce la qualità dei prodotti offerti Gli effetti di un livello minimo di prezzo Un prezzo minimo inefficace… e uno efficace I livelli minimi di prezzo, come quello massimo, costituiscono un tentativo da parte del governo di tenere il prezzo a un livello diverso da quello di equilibrio, con la differenza che il livello massimo di prezzo tende a definire un tetto che non può essere superato, mentre quello minimo indica una soglia al di sotto della quale il prezzo non può scendere. Si possono produrre 2 risultati: A. Livello minimo di prezzo non vincolante: se il livello minimo di prezzo è pari a 2 euro e il prezzo equilibrio è di 3 euro. Il minimo legale non è realmente vincolante dato che le forze del mercato riescono comunque a portare naturalmente il prezzo al livello di equilibrio. B. Livello minimo di prezzo vincolante: se il livello minimo di prezzo è maggiore del prezzo di equilibrio. Se ad esempio il prezzo di equilibrio è pari a 3 euro, mentre quello minimo legale è di 4 euro, le forze del mercato non sono più in grado di riportare il mercato in equilibrio, perché il prezzo non può diminuire nella misura necessaria. Il prezzo di mercato coincide con il livello minimo di prezzo. A questo livello di prezzo la quantità di gelato offerta (120 gelati) > della quantità domandata (80 gelati) -> i venditori non riescono a vendere gelato, pur volendo farlo, quindi, un livello minimo di prezzo genera un’eccedenza. Anche il livello minimo di prezzo è la conseguente eccedenza possono provocare effetti perversi di razionamento. I venditori che si affidassero ai pregiudizi personali dei consumatori avrebbero una maggiore probabilità di vendere i proprio bene rispetto a chi rifiutasse di farlo. Ma… In un mercato libero, il prezzo è il meccanismo di razionamento e al prezzo di equilibrio ogni venditore trova sempre tutti i compratori che desidera. Esempio: il mercato del lavoro e il salario minimo (pag 95 - 96) Considerazioni Il salario minimo dipende dalla negoziazione tra imprese e sindacati. Con salario minimo "rigido" si ha eccesso di offerta (eccedenza, contrario di penuria), bene invenduto (disoccupazione). Non esiste un solo mercato del lavoro, ma tanti quanti sono le figure professionali. I lavoratori qualificati hanno un salario ben più alto di quello minimo. Il salario minimo riguarda i lavori poco qualificati e un aumento del salario minimo potrebbe attrarre lavoratori in posti di lavoro poco qualificati con effetti poco desiderabili (es., studenti maggiormente spinti a lasciare la scuola visto che il salario è più elevato; molta offerta può condurre a discriminazioni fatte da chi domanda (lavorano solo gli "amici")). Anche in questo caso, potrebbe essere meglio politiche che cercano di accrescere la domanda di lavoro qualificato (spostamento della domanda verso destra), che paga più elevati salari, (es., politiche per il miglioramento della competitività delle imprese). Oppure accettare il salario di equilibrio (più basso) => essere pagati meno ma lavorare tutti (razionamento simile al "contratto di solidarietà": in presenza di disoccupazione scendo lungo la curva di offerta, riduco l'offerta, riduco il salario; diversa è la "settimana lavorativa di quattro giorni" che muta in tempo libero la crescita della produttività: lavoro meno ma ho lo stesso salario). Modi alternativi al salario minimo per aiutare fasce con bassi salari: sussidi, sgravi fiscali, … finanziati con imposte progressive. 2. Le imposte sulla quantità prodotta o acquistata Immaginiamo che un'amministrazione comunale decida di tenere ogni anno una festa del gelato; per finanziare questo evento viene introdotta un'imposta di 0,50 euro sulla vendita di ogni gelato. Dopo vari dissapori, il sindaco, sperando di raggiungere un compromesso, suggerisce che metà dell’imposta gravi su una categoria e metà sull’altra. Quindi quando il governo introduce un'imposta su un bene chi ne sopporta l’onere? Viene usato il termine incidenze delle imposte per riferirsi alla distribuzione dell’onere fiscale tra gli individui che compongono il sistema economico. Se a carico del venditore -> le paga il venditore per ogni unità di prodotto prodotta e venduta Se a carico del compratore -> le paga il compratore per ogni unità di prodotto acquistata Ma chi effettivamente sopporta l'onere dell'imposta? Da cosa dipende l'incidenza dell'imposta? Incidenza delle imposte: la ripartizione dell'onere fiscale tra diverse categorie di soggetti economici Gli effetti di un’imposta sulle vendite Se a carico del venditore… L'imposta agisce come un incremento dei costi di produzione e sposta la curva di offerta verso l'alto, da 01 a 02 (aumento del prezzo per ogni quantità venduta). Rispetto a E1: Il prezzo aumenta e le quantità vendute diminuiscono. In E2 i consumatori pagano 0,30 in più rispetto ad E1 e i venditori percepiscono 0,20 in meno una volta pagata l'imposta. Anche se a carico dei venditori entrambi sopportano l'onere. In sintesi… Le imposte scoraggiano l’attività del mercato; quando un bene viene sottoposto a tassazione, nella nuova condizione di equilibrio la quantità del bene venduta è inferiore Venditori e compratori condividono l’onere dell’imposta, visto che i compratori pagano un prezzo più elevato, ma i venditori incassano, per ogni unità venduta, una cifra inferiore. Gli effetti di un'imposta sugli acquisti Se a carico del compratore… L'imposta agisce come riduzione del reddito e sposta la curva di domanda verso il basso (riduzione quantità acquistata per ogni livello di prezzo). Rispetto a E1: Il prezzo di mercato pagato ai venditori è di 2,80 (inferiore in E2 di 0,20 rispetto a E1). Ma i compratori devono comunque dare allo Stato 0,50 per ogni gelato acquistato e quindi rispetto a E1 perdono 0,30. Non c'è differenza se l'imposta è a carico dei venditori o compratori: entrambi sopportano l'onere! Implicazioni: Confrontando le due figure si giunge a questa conclusione: le imposte sul consumo e quelle sulla produzione hanno effetti equivalenti sul mercato. In entrambi i casi l’imposta crea un divario tra il prezzo pagato dal consumatore e quello incassato dal venditore. Tale divario è identico indipendentemente dal fatto che la tassa sia imposta sul consumo o sulla produzione: in entrambi i casi il divario modifica la posizione relativa delle curve di domanda e di offerta e, nel nuovo equilibrio, compratori e venditori condividono l’onere dell’imposta. La differenza tra le imposte sul consumo e quelle sulla produzione è nella mano che consegna fisicamente il denaro all’amministrazione pubblica. Il cuneo fiscale imposta sui "ruoli paga" = imposta pagata dal datore di lavoro (compratore), escussa (prelevata) direttamente dall'ammontare dello stipendio lordo, indicata in busta paga. L'imposta crea un divario tra salario ricevuto dai lavoratori e costo del lavoro per l'impresa (chiamato cuneo fiscale). In assenza di imposta l'equilibrio sarebbe in E1. Rispetto a E1: L'imposta aumenta il costo del lavoro per le imprese e sposta la domanda di lavoro da D1 a D2 (incide sul reddito delle imprese dell'ammontare dell'imposta per ogni quantità di lavoro domandata). Il salario percepito dal lavoratore è diminuito, ma il datore di lavoro deve comunque pagare allo Stato l'ammontare dell'imposta. Rispetto a E1, l'onere fiscale è sopportato da entrambi. Elasticità e "incidenza" delle imposte Su quale delle due parti grava maggiormente l’onere dell’imposta? Dipende dall'elasticità relativa di domanda e offerta: rispetto all'equilibrio in assenza di imposta (E1), l'onere fiscale ricade maggiormente sulla componente del mercato meno elastica dell'altra (cioè quella che ha meno alternative disponibili) A. Offerta elastica, domanda anelastica: i venditori sono molto sensibili alle variazioni del prezzo (la curva di offerta è relativamente piatta) e i compratori lo sono proporzionalmente meno (curva di domanda relativamente ripida). Un'imposta introdotta in un mercato con queste elasticità non fa diminuire di molto il prezzo incassato dai venditori, mentre ha un effetto sostanziale sul prezzo pagato dai compratori, che sostengono la parte più consistente dell’onere dell’imposta Offerta anelastica, domanda elastica: i venditori sono scarsamente sensibili al prezzo (la curva di offerta è più ripida) mentre i compratori solo molto reattivi (la curva di domanda è più piatta). Con l’introduzione dell’imposta il prezzo pagato dal compratore non aumenta di molto, mentre quello ricevuto dal venditore diminuisce sensibilmente; dunque, l’imposta grava maggiormente sui venditori che sui compratori. Esercizio Il Governo, sotto la pressione dei tassisti, intende fissare un prezzo minimo superiore a quello di equilibrio per le corse in taxi. I tassisti sostengono che questo aumenterebbe i loro ricavi totali. Questo è vero sempre o solo ad alcune condizioni? Che informazione dovrebbero avere i tassisti per essere sicuri che la manovra funzionerebbe? CONSUMATORI, PRODUTTORI ED EFFICIENZA DEI MERCATI L'economia del benessere e l'efficienza - Economia del benessere: studia la relazione che intercorre tra l’allocazione delle risorse (nel meccanismo di funzionamento dei mercati) e il benessere economico (analisi normativa) Lo studio dell'economia del benessere permette di precisare uno dei 10 principi dell'economia che afferma che i mercati, non sono uno strumento efficace per organizzare l'attività economica. Due accezioni di "benessere": - benessere soggettivo (sulla base di criteri scelti da ciascuno): felicità, soddisfazione soggettivamente percepita dagli agenti economici (non sempre connessa alla sfera materiale, es. relazioni soddisfacenti, riconoscimento del proprio valore, inclusione, …). - benessere oggettivo: misura il benessere sulla base di indicatori prescelti (reddito, salute, istruzione, …) Obiettivo dell'economia del benessere è studiare le condizioni per l’efficienza allocativa: le risorse di un'economia sono allocate in modo tale che il benessere di una società è massimizzato (i beni e i servizi vengono prodotti e distribuiti in modo da rispondere esattamente ai desideri e bisogni dei consumatori) => nessuno può migliorare la propria situazione senza peggiorare quella di qualcun altro (condizione nota come ottimo paretiano). Benessere misurato come "surplus" Il mercato giunge a una certa allocazione delle risorse, descritta dall'equilibrio di mercato, in termini di prezzo e quantità. Ma … La quantità scambiata in un mercato concorrenziale è quella per la collettività “ottima”, che massimizza il benessere complessivo? Per rispondere a questa domanda gli economisti del benessere misurano il benessere oggettivo che deriva dal partecipare a un mercato (come compratori o venditori) attraverso il concetto di “surplus”. Benessere collettivo = surplus dei consumatori + surplus dei produttori Il surplus dei consumatori e la disponibilità a pagare Disponibilità a pagare: il massimo ammontare che un consumatore è disposto a pagare per ottenere un bene. Surplus del consumatore: la differenza tra prezzo che un compratore è disposto a pagare per un bene meno il prezzo effettivamente pagato. ES: Supponiamo un'asta per vendere 1 disco di Elvis Presley, a cui partecipano 4 persone con diverse disponibilità a pagare: si parte da un prezzo basso, poi nel momento in cui John offre 80€ o poco più, Paul rinuncia e George e Ringo sono usciti dalla gara perché la loro disponibilità a pagare è inferiore a 80€. John era disposto a pagare 100€ per qualcosa che alla fine gli è costato solo 80€ -> John gode quindi di un surplus del consumatore di 20€. Il surplus del consumatore misura il beneficio che i compratori traggono dal partecipare al mercato (John = 20€) ES: Se ci fossero stati due dischi venduti insieme e allo stesso prezzo e nessuno dei compratori fosse interessato a comprare entrambe le copie? Il prezzo salirà fino a quando non rimarranno due potenziali acquirenti. La gara si conclude quando John e Paul offrono 70 € Surplus John = 30 euro Surplus Paul = 10 euro Surplus totale = 40 euro E così via per le successive aste… Quindi: una diminuzione del prezzo… accresce il surplus dei consumatori Usare la curva di domanda per misurare il surplus del consumatore Tenendo in considerazione l'esempio precedente se: Il prezzo è maggiore di 100 la quantità domandata è nulla Se il prezzo è compreso tra 80 e 100 la quantità domandata è 1 Se il prezzo è compreso tra 70 e 80 la quantità domandata è 2 … continuando in questo modo possiamo desumere la scheda di domanda della disponibilità a pagare dei 4 potenziali compratori. (foto precedente = curva di domanda). Relazione tra altezza della curva e disponibilità di prezzo: A ogni data quantità il prezzo definito della curva di domanda è uguale alla disponibilità a pagare del compratore marginale, cioè del compratore che per primo abbandonerebbe il mercato se il prezzo fosse marginalmente più elevato. Es: alla quantità di 4 dischi la curva di domanda ha un'altezza di 50€ La curva di domanda riflette la disponibilità a pagare dei compratori; quindi, può essere utilizzata per misurare il surplus del consumatore. A. Prezzo = 80€, quantità domandata = 1 L’area compresa tra il livello del prezzo e la curva di domanda è uguale a 20 euro: un ammontare che corrisponde al surplus del consumatore. B. Prezzo = 70€ L’area compresa tra il livello del prezzo e la curva di domanda è uguale all’area di due rettangoli, corrispondenti al surplus di John (30) e di Paul (10). Quindi… L’area compresa tra la curva di domanda e il livello del prezzo è la misura del surplus del consumatore nel mercato. Infatti l’altezza della curva di domanda indica il valore attribuito dal consumatore al bene, come misurato dalla sua disponibilità a pagare; la differenza tra la disponibilità a pagare e il prezzo effettivamente pagato è il surplus del consumatore di ciascun compratore -> l’area compresa tra la curva di domanda e il livello del prezzo rappresenta la sommatoria di tutti i surplus del consumatore di tutti i compratori del bene i del servizio nel mercato. Una diminuzione del prezzo accresce il surplus del consumatore Ma di quanto aumenta il benessere del compratore di fronte a una diminuzione di prezzo? Ha pendenza negativa (non è a gradini) In un mercato con molti compratori la differenza, nelle disponibilità a pagare e nelle quantità, generata da un compratore in meno (o in più) è talmente piccola che la curva, invece di essere a gradini, assume una forma lineare. Conclusione. Una diminuzione del prezzo comporta un aumento del surplus del consumatore: A. Il surplus del consumatore al prezzo P1 è rappresentato dall'area del triangolo ABC -> beneficio aggiuntivo per i consumatori comunque già acquirenti B. L'aumento del surplus del consumatore attribuibile alla diminuzione del prezzo è rappresentato dall'area BCFD -> beneficio per i consumatori “nuovi” (che non avrebbero altrimenti acquistato). Cosa misura il surplus del consumatore? Ci permette di formulare un giudizio normativo sulla desiderabilità dei risultati del libero mercato. Il surplus è sempre un buon indicatore del benessere? Solo da un punto di vista del singolo consumatore. Esempio: un tossicodipendente ha elevata disponibilità a pagare la droga e aumenta il proprio surplus se può acquistarla a basso prezzo. Ma generalmente la società non ritiene che questo gli arrechi un beneficio. Il surplus del produttore Costo: il valore di tutto ciò a cui il produttore è disposto a rinunciare per produrre un bene ("disponibilità a vendere") -> costo-opportunità: deve includere i costi diretti e il valore che il produttore attribuisce al proprio tempo. Surplus del produttore: la differenza tra prezzo che un produttore ha realmente incassato e il costo del bene stesso. -> beneficio di cui il produttore gode in virtù della sua partecipazione al mercato. Il costo e la disponibilità a vendere Supponiamo un'asta per acquistare il lavoro di tinteggiatura di un appartamento, a cui partecipano 4 persone con diverse disponibilità a vendere (costo) -> ogni decoratrice è disposta a eseguire il lavoro se il compenso che riceve è superiore al costo che sostiene: si parte da un prezzo alto e si scende pian piano, arrivati a 600 euro Amy rimane l'unica sul mercato perché nessuna è disposta a fare il lavoro per meno di 600 euro. => Amy è soddisfatta poiché 600 euro sono più del suo costo (500€): ha un beneficio di 100 (il surplus è 100) La commissione viene attribuita alla decoratrice disposta a eseguire il lavoro al prezzo più basso. Se ci fossero stati due appartamenti da tinteggiare assegnati in due aste e che nessuna decoratrice sia in grado di tinteggiare entrambi gli appartamenti e che voi siate disposti a pagare la stessa cifra per le due commesse? Il prezzo, quindi, diminuisce finché non rimangono solo due decoratrici. L'asta si ferma quando Beth e Amy offrono di eseguire il proprio lavoro per poco meno di 800 € ciascuna. Surplus Amy = 300 Surplus Beth = 200 Surplus totale = 500 € E così via per le successive aste… Quindi: un aumento del prezzo… accresce il surplus dei produttori Usare la curva di offerta per misurare il surplus del produttore Il surplus del produttore è correlato all'offerta. La tabella mostra la scheda di offerta: Il grafico mostra la curva di offerta che si ricava dalla scheda: L'altezza della curva è correlata ai costi dei venditori: a ogni data quantità il prezzo determinato sulla curva di offerta corrisponde al costo del venditore marginale, ovvero il primo venditore che lascerebbe il mercato se il prezzo diminuisse ulteriormente. Es: 4 appartamenti = 900€, pari al costo che Beth deve sostenere per fornire la tinteggiatura. La curva di offerta riflette i costi dei venditori e può essere usata per misurare il surplus del produttore. A. Prezzo = 600€, quantità offerta = 1 L'area compresa tra la curva di offerta e il livello del prezzo misura 100 euro, esattamente l'ammontare del surplus di Amy calcolato in precedenza. B. Prezzo = 800€ L'area compresa tra la curva di offerta e il livello del prezzo è composta da due rettangoli e misura 500 euro, il surplus del produttore calcolato in precedenza per Beth e Amy. Conclusione: l'area compresa tra la curva di offerta e il livello di prezzo misura il surplus del produttore in un mercato. L'altezza della curva di offerta misura il costo del produttore e la differenza tra costo e prezzo è il surplus di ciascun produttore; quindi, l'area totale è equivalente alla sommatoria del surplus del produttore di ciascun venditore Un aumento del prezzo accresce il surplus del produttore Di quanto aumenta il benessere del venditore a fronte di un aumento di prezzo? La figura mostra una tipica curva di offerta con pendenza positiva che si ha in un mercato con molti venditori -> il surplus del produttore è uguale all'area compresa tra la curva di offerta e il livello del prezzo a. Prezzo P1 è il surplus del produttore rappresentato dall'area ABC -> beneficio per i “nuovi” produttori (imprese che non sarebbero altrimenti state sul mercato) b.Il prezzo P1 aumenta da P1 a P2. Il surplus del produttore è rappresentato dall'area ADF. -> beneficio aggiuntivo per le imprese comunque già operanti. L'efficienza del mercato L'allocazione delle risorse che si determina in un mercato libero è quella ottimale? Il pianificatore benevolo Introduciamo la figura del pianificatore benevolo -> cosa dovrebbe fare il pianificatore benevolo per m

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