Economia Politica PDF

Summary

Questo documento è un riassunto di Economia Politica che esplora i concetti fondamentali di bisogni, risorse, e scelte economiche, discutendo anche l'importanza della dimensione storica e dei giudizi di valore in questo campo.

Full Transcript

Cos’è l’economia politica? Per prima cosa è consumo poi possono essere ripetute nel una disciplina sociale. Si distingue dalle mate- tempo o una volta sola. rie strettamente scienti che in particolare per alcuni motivi:...

Cos’è l’economia politica? Per prima cosa è consumo poi possono essere ripetute nel una disciplina sociale. Si distingue dalle mate- tempo o una volta sola. rie strettamente scienti che in particolare per alcuni motivi: Questo è il bisogno. In economia si studia il modo e ciente per rispondere a questi biso- - Complessità dell’oggetto di studio: con ni gni. C’è bisogno delle risorse, di qualcuno che incerti e incertezza che crea con ittualità le prenda, le utilizzi e formi un bene. nelle scelte; eventi imprevedibili etc. 4 tipologie di risorse: - Importanza della dimensione storica: se prendo delle scelte in un certo periodo 1. I bisogni materiali: sono illimitati. Queste come può essere la pandemia le conse- esigenze di consumo sono illimitate e guenze possono essere diverse dalle stesse possono dar luogo ad un consumo ripetu- fatte in un periodo senza certi fattori) to nel tempo o che avviene una volta sola nella vita. - Giudizi di valore: l’economista non è neutra- 2. In economia, si studia il modo e ciente le, specialmente quando si parla di quando per rispondere a questi bisogni tramite le lo stato interviene (visioni molto diverse del- risorse, perche per ottenere i prodotti ci l’intervento dello stato a seconda dell’orien- vuole qualcuno che usi le risorse e ottenga tamento del governo che regge una nazio- il prodotto. Le risorse economiche, cioè i ne). Osservazione dei fenomeni soggettiva, mezzi per produrre ben e servizi. Sono li- con l’arrivo di dottrine economiche contras- mitate o scarse. tanti. Le risorse economiche si dividono in 4 tipolo- - Metodo di analisi: per le scienze naturali e gie: sperimentale e deduttivo, per l’economia - Tutte le risorse naturali utilizzabili nel pro- non può esserci una veri ca in laboratorio cesso produttivo (anche se l’economia sperimentale fa dei - Il capitale: i beni di investimento che sod- test in lab con dei gruppi di individui speri- disfano in modo indiretto i nostri bisogni. mentali, ma non è la stessa cosa) bensì la Ad esempio, il macchinario che serve per costruzione di modelli economici. produrre il bene. - Lavoro: capacità siche e mentali che Come tutte le scienze sociali, anche la scienza possono essere utilizzate nella produzione economica interessa le relazioni tra soggetti - di beni e servizi. È importante capire com’è che non sempre sono prevedibili. La realtà la forza lavoro di una nazione. spesso va per proprio conto e non rispetta la - L’attività imprenditoriale: mescola e riutilizza teoria economica, perché i consumatori pot- queste risorse, combina le risorse, decide le rebbero essere in uenzati da fattori esterni. strategie di produzione, innova e si assume il rischio di quello che fa. A volte la teoria economica può risentire di un certo distacco dalla realtà ma è importante Dieci principi di economia: perché diventa un sistema di riferimento, con- a. Decisioni individuali testo all’interno del quale collocare certe scel- te. Spesso l’economia è chiamata la disciplina delle scelte; una per esempio è stata quella di I livelli di so sticazione dei modelli economici iscriversi in università e non andare a lavorare possono essere anche molto elevati e per -> ha un impatto economico. questo chi si concentra sull’economia politica ha bisogno di un d’apparato formale come Scelte devono essere ben bilanciate, come base di queste analisi. quanto studiare e quanto tempo libero. E an- che questo ha un impatto economico, perché Cosa fa l’economia con le risorse? Produce se ci metti 5 anni a fare la triennale entri dopo beni e servizi per soddisfare i bisogni materiali nel mondo lavorativo e questo ha un impatto di una società. economico. I nostri bisogni sono sostanzialmente illimitati. Ci sono delle scelte come quelle per esempio Questo vuol dire che analizzeremo diversi tipi delle imprese di aprire sedi all’estero eccetera di beni (privati, pubblici, necessari, voluttua- che sono più importanti di me che scelgo se ri…) e ognuno di noi ha delle preferenze per bere il ca è a casa o al bar. diverse tipologie di beni. Queste esigenze di 1 ffi ff fi fi fl fi fi ffi fl fi E cenza ed equità. Questi due aspetti a volte tivo scale cambia i gusti dei consumatori: possono non essere in sintonia tra di loro. nelle nostre decisioni rispondiamo a degli in- centivi, tra cui per eccellenza il prezzo. L’e cienza garantisce il miglior utilizzo delle risorse scarse, l’equità ci dice come i prodotti b. Interazioni tra individui che ottengo sono distribuiti all’interno della società. Non sempre queste sono in sintonia Nel contesto ci sono individui, i quali hanno un perché può esserci un trade o. interazione. Lo scambio puo essere vantag- gioso per tutti. Le nazioni traggono bene ci Un sistema produttivo è e ciente quando uti- per la capacita di avere rapporti di scambio lizza l’ultimo processo evolutivo più e ciente. con altre nazioni. Relazione tra soggetto-imprese è molto im- Il costo di un bene o servizio per gli economis- portante. ti è pari a ciò a cui si deve rinunciare per ot- tenerlo. Il costo + pro tto = prezzo di un bene Lo scambio può essere vantaggioso per tutti; per aziendalisti, per economisti introduciamo il (nessuno trarrebbe vantaggio dall’isolarsi, le concetto di costo opportunità. nazioni traggono bene cio dalla capacità di intrattenere rapporti di scambio) Se io dovessi fare da aziendalista i conti dei costi per l’università, avrei dei costi espliciti I mercati sono di solito uno strumento e cace (retta, abbonamento dei mezzi…). per organizzare l’attività economica; (economia di mercato: sistema economico Un aziendalista registra questi corsi, ma per dove le imprese e le persone interagiscono decidere se fare l’università o meno bisogna fondando le proprie decisioni sui prezzi e l’in- considerare anche un altro costo, il costo di teresse personale). L’economia di mercato ciò a cui devo rinunciare per andare in univer- dunque è un luogo interessante per queste sità. Sono ragionamenti impliciti che però noi interazioni. Esistono delle economi piani cate, facciamo. ma stanno diminuendo. In alcune nazioni, il piani catore sociale decide al posto del mer- Gli individui razionali prendono decisioni in cato: i prezzi, per chi produrre e le quantità. base al confronto tra bene ci e costi marginali Un’economia di mercato è un modo e ciente = quando confrontiamo qualcosa ragioniamo di gestire l’attività economica. In alcuni ca- al margine. Non decidiamo di studiare 24 ore sciani l’intervento dello stato avviene quando o non studiare mai più, ma guardiamo ai be- ci sono i fallimenti del mercato ne ci che può darmi studiare un’ora in più. Un’economia di mercato dove persone e azi- ende gestiscono liberamente le interazioni è Per i voli aerei per esempio, più si avvicina la un modo e ciente di gestire l’attività econo- data del volo più io compagnia aerea posso mica. decidere come comportarmi nei confronti del prezzo del biglietto di suddetto volo. L’intervento dello stato avviene quando ci sono i cosiddetti fallimenti del mercato. Per decidere se produrre un’unità in più, il be- ne cio marginale deve essere maggiore del c. Funzionamento del mercato nel suo com- costo marginale (= costo di produzione di plesso quell’unità in più). Il benessere di una nazione non è dato solo C’è di erenza tra costo medio e costo margi- dalla produzione in quantità di beni e servizi. nale: questo in diversi momenti cambia dal Non basta l’analisi del PIL: in Cina per esem- costo medio. pio cresce molto di più che in Italia ma il ben- essere è dato anche dal livello dell’istruzione, Gli individui rispondono a incentivi: il nostro sanità, servizi sociali… fattori più complessi comportamento cambia a seconda del con- indicatori del benessere generale. testo di mercato. Cos’è un incentivo? Gli in- centivi per eccellenza sono i prezzi e il loro I prezzi aumentano quando lo Stato stampa andamento funge da incentivo all’acquisto. troppa moneta; (in azione). Non analizziamo le determinanti speci che dell’in azione, e ne- Perché negli US le auto sono più grandi? Per- anche il fatto che quando lo stato interviene ché le tasse sulla benzina sono minori. In Eu- nella politica economica non può risolvere ropa ci sono degli incentivi ad usare certi car- contemporaneamente disoccupazione e in a- buranti che in America non ci sono. Un incen- zione contemporaneamente (Nel breve peri- 2 ffi fi fi ffi fi fi ff ffi fl fi fi fi ffi fi fl ff ffi ffi ffi fi fi fl odo i sistemi economici a rontano un trade- cato generale. Gli economisti scelgono la se- o tra in azione e disoccupazione). conda strada perché sono convinti che sia il funzionamento del mercato rionale della frutta Abbiamo visto la scienza sociale, la de nizio- che della Borsa Valori di Milano presentino ne precisa e i 10 aspetti importanti. Ora ve- delle caratteristiche salienti comuni. diamo il metodo dell’economia, come fa ad a rontare queste cose che abbiamo visto. L’utilizzo di tratti comuni sempli ca, perché non va in dettaglio nel comportamento del Il metodo dell’economia può essere diversi - singolo ma generalizza i tratti comuni di una cato. Abbiamo i fatti (la realtà economica), le realtà così complessa come quella economi- teorie e le politiche economiche. ca. L’economia descrittiva (o empirica) si occupa Sono modelli della realtà, non sono la realtà. della raccolta dei dati su alcuni fattori rilevanti Sono una rappresentazione sempli cata della su un sistema economico, e veri ca la veridi- realtà economica. Nella realtà esiste il mercato cità di alcune relazioni tra variabili. della frutta e quello della Borsa Valori; noi però immaginiamo che seguano lo stesso modello Oppure, abbiamo la teoria economia che ela- di comportamento per certi aspetti di base. bora generalizzazioni riguardanti il sistema economico e le sue componenti e con la de- Critica: sono poco realistici. Se abbiamo chia- duzione arriva ai fatti e può veri care la validi- ro che sono una sempli cazione della realtà è tà scienti ca delle teorie. vero che sono poco realistici ma andare nel dettaglio di ogni singolo comportamento è Dati forniscono alle imprese delle info sulle impossibile. nostre scelte di consumo. Può anche dire da che variabili sono in uenzate le nostre scelte. Il bilanciamento tra questi due aspetti è im- portante e avviene tra due modelli, che devo- Oppure posso teoricamente elaborare una te- no essere più realistici possibili ma non devo- oria sulle scelte del consumatore e vedere se i no andare troppo nel dettaglio perché sennò dati me la confermano o meno. perdono di generalizzazione. Questo ci per- mette di imparare tante cose della realtà eco- Fatti -> teorie o teorie -> fatti. Economisti nomica. classi cati in due modi diversi a seconda che usino un metodo o l’altro. Modello della domanda e dell’o erta. Fatti e teoria possono istituire per i politici Per esempio, perché la lattuga al mercato rio- economici delle scelte, informazioni per port- nale costa di meno se c’è brutto tempo? Per- are gli operatori di politica economica a delle ché la gente non esce quindi ho tanta lattuga scelte. La politica economica si occupa di e per venderla diminuisco il prezzo. Eccesso controllare o modi care il comportamento del di o erta = diminuisce il prezzo. sistema economico o delle sue componenti. Perché invece il prezzo delle azioni di un’im- La diversità e complessità che distinguono la presa innovativa alla Borsa di Milano è rad- realtà economica sono un dato di fatto. Per doppiato nel corso degli ultimi due anni? Ec- chi la voglia studiare si aprono due strade: cesso di domanda = il prezzo aumenta. 1. Ogni decisione di consumo di ciascuno è diversa dall’altra. Allora io descrivo ogni Due mercati completamente diversi funziona- singola fattispecie come un caso partico- no allo stesso modo. lare (un po’ problematico perché siamo in tanti) Micro e macro economia 2. Seconda strada: cercare di capire cosa - Micro: Studia i processi decisionali dei sin- accomuna tutte le varie decisioni ed i vari goli attori economici (imprese e individui) mercati e considerare ogni singola deci- nell’allocazione di risorse scarse tra usi al- sione ed ogni singolo mercato come un ternativi e la loro interazione in particolari esempio di una fattispecie generale mercati. - Macro: Studia i fenomeni che riguardano il È per questo che gli economisti parlano di sistema economico nel suo complesso mercato in generale, poi si parla del mercato (produzione totale, in azione, disoccupa- dell’acciaio, della pelle e cuoio etc. Il mercato zione, crescita economica). in generale analizza il funzionamento del mer- 3 ff ff ff fi fl fi fi fl fl fi ff fi fi ff fi fi fi f Sono le due branche dell’economia politica. Padre della microeconomia Adam Smith, che Un esempio di mercato più complesso può nel 1776 scrive il primo volume “The wealth of essere questo, in cui c’è il settore pubblico, i the Nations”, nel quale a ronta il modo in cui mercati stranieri (import export)… vengono ssati i prezzi di mercato. La macroeconomia non esiste come disciplina a se stante prima nel 1936, quando l’econo- mista J. Kanes pubblica “The general theory of employment, interest and money”. Un eco- nomista che pubblica un libro sull’occupazio- ne, tasso di interesse e moneta, che tenendo in conto il mercato US e UK elabora le prime teorie di macroeconomia. Queste due branche convergono a formare l’analisi economica moderna. Recentemente questi approcci si sono riavvicinati, perché per comprendere l’aspetto economico c’è biso- gno di entrambe. Diagramma del usso circolare del reddito: Modello complesso che tenta di tenere dentro modello che rappresenta le transazioni in un più fattori possibili che in uenzano la realtà sistema economico. economica. Le transazioni sono caratterizzate da ussi Prima avevamo famiglie e imprese, adesso concentrici: possiamo mettere dentro altri aspetti. Modello che mi dice che quello che spendo è uguale a quello che ricavo = non possiamo spendere più di quello che produciamo (cosa che non è vera per esempio in Italia perché agiamo in debito). Flusso circolare di denaro, spesa = ricavi pro- dotti. Economia positiva se si limita a considerare i fatti e non si preoccupa di esprimere giudizi di valore, cioè ha come principio l’enuncia- zione di principi riguardanti il comportamen- to economico. Economia normativa coinvolge giudizi di va- lore, ossia implica opinioni su come dovrebbe essere organizzato il sistema eco- nomico. È un usso di denaro a cui corrisponde un US per de nizione Paese liberista per eccel- usso uguale ma opposto di beni e servizi. lenza, in cui l’intervento dello Stato è sempre stato al minimo. In UE tante nazioni invece Gli individui sul mercato del lavoro rendono non fanno così. disponibile lavoro, terra e capitale (individui = sia persone, sia un nucleo famigliare, sia un- Nel 2008 con la crisi in US subito lo Stato in- ’impresa). terviene per salvare l’economia, tante banche e imprese che stavano fallendo. Modello molto sempli cato di come funziona la realtà fuori: manca la pubblica amministra- Cambia il giudizio di valore in merito all’oppor- zione, i mercati nanziari, le relazioni con l’es- tunità o meno di un intervento in materia di tero etc. politica economica. 4 fl fl fi fi fi fl fi ff fl fl Per rispondere a queste tre domande, ogni Il mercato è il meccanismo attraverso il quale società deve fare delle scelte in merito ai beni le scelte di imprenditori e imprese vengono che ha e a chi vuole indirizzare la produzione. concordate. Ci sono anche le economie piani- Concetto di frontiera delle possibilità di cate e quelle miste, che hanno elementi di produzione. entrambi i sistemi economici. La frontiera delle possibilità di produzione in- Il mondo per la maggior parte è caratterizzato dividua tutte le combinazioni di produzione da economie di mercato ma quando è neces- che un sistema economico può ottenere date sario ricorre ad un intervento dello stato per correggere situazioni che i contesti di volta in volta generano e richiedono un intervento. L’e cienza in termini economici è la proprietà grazie alla quale una società ottiene il massi- mo possibile dalle proprie risorse scarse. Si sposta una variabile e tutto può cambiare. Dobbiamo tenere conto che abbiamo risorse scarse e dobbiamo soddisfare questi bisogni illimitati. le risorse disponibili e lo stato della tecnolo- Economia anche la scienza dell’e cienza, una gia. disciplina che ottiene dei risultati tentando di Supponiamo che un’innovazione tecnologica ridurre il più possibile gli sprechi a livello eco- faccia aumentare la quantità di Y ottenibile nomico. con una data quantità di risorse, essa amplia la gamma di combinazioni produttive possibili. L’e cienza allora è quello che dicevo prima, stiamo attenti che e cienza è diverso da equi- La frontiera delle possibilità di produzione tà. Un sistema economico è e ciente ma non trasla verso l’esterno, come rappresentato nel è detto che essendolo sia anche equo (= la gra co. ricchezza è distribuita in modo giusto tra i membri della società). ———————————————————— E cienza mi dice di tagliare la torta, equità mi dice come distribuire la torta tra i soggetti. La at tax ha degli aspetti interessanti ma ab- bassa la tassazione dei redditi alti ad una quo- ta media: diminuisce la redistribuzione della ricchezza. Sempli care è interessante e importante ma Tabella che ci permette di tracciare quelle due bisogna stare attenti ai problemi di e cienza rette che dicevamo. ed equità che può generare. Vantaggi esistono anche quando uno dei due individui è più e ciente nel produrre entrambi Se diminuisco le aliquote, quella media può i beni? Si. favorire i redditi più alti. Un bene può avere prezzi diversi: il pasto in mensa, a seconda del Fattore di produzione è il loro tempo. In una reddito, può avere prezzi diversi pur mangian- giornata di 8 ore quanti chili di carne ottiene do le stesse cose. ciascuno? Quanti chili di patate? Un sistema economico devi scegliere tra le Disegno la frontiera di possibilità di produzio- varie combinazioni di beni (cosa produrre), ne per entrambi allevatore e agricoltore. selezionare una tecnica e ciente di produzio- ne (come produrre) e decidere chi saranno i In assenza di scambi, l’agricoltore produce e consumatori (per chi produrre). consuma 16 kg di patate e 4 kg di carne, mentre l’allevatore produce e consuma 24 kg di patate e 12 kg di carne. 5 fi ffi ffi ffi fl fi fi ffi ffi ffi ffi ffi ffi Chiaro n dall’inizio che l’allevatore ha un van- taggio assoluto nel produrre sia carne che pa- tate, perché impiega meno tempo nel produrre carne. Il vantaggio assoluto è evidente, ma si può migliorare la situazione anche se uno ha un vantaggio assoluto? Si si può. Come faccio a dire cosa è meglio che uno produca? Secondo un criterio che deriva dal vantaggio comparato. Concetto di costo-opportunità. Quello a cui devo rinunciare per produrre qualcosa. Dob- biamo andare a vedere qual è il costo oppor- tunità di produrre patate in termini di quantità di carne a cui rinuncio. Produrre un chilo di patate in termini di chili di carne a cui devo rinunciare è più alto per uno che per l’alto e questo mi dice chi deve pro- durre patate. Costo di ciò a cui devo rinunciare per ottenere un chilo di carne in più. Dopo un po’ di anni, l’allevatore ha un’idea e Il costo opportunità per l’allevatore è minore, la condivide con l’agricoltore (interazione fon- quindi meglio che produca lui la carne = deve damentale). Gli dice di produrre solo patate (quindi 32 kili al dì); di questi dargliene 15, così all’agricoltore ne rimarrebbero 17 (che è più del 16 di prima facendo sia carne che patate). Io allevatore produco per 6 ore carne = 18 chili di carne, 2 ore nei campi = 12 chili di patate. Dei 18 chili di carne te ne do’ 5. Per l’agricoltore è un vantaggio (5 e 17), per l’allevatore pure (13 e 27). 6 fi rinunciare a meno chili di patate per produrre più carne. Il costo opportunità di un chilo di patate in termini di carne per l’agricoltore sono due etti e mezzo; per l’allevatore è mezzo chilo. Con questa tabella riusciamo a capire per chi è conveniente produrre carne o patate, perché rinuncia a meno dell’altro bene. Vantaggio assoluto capacità di produrre un bene con minori quantità di fattori di produ- zione rispetto ad un altro produttore, impresa o nazione. Per determinare il costo di produzione dei beni dobbiamo comparare il costo-opportuni- tà (ciò a cui devo rinunciare per produrre un certo bene) dei due beni. Vantaggio comparato = capacita di produrre un bene ad un costo-opportunità inferiore ris- petto ad un altro produttore, impresa o nazio- ne. L’agricoltore ha un costo-opportunità delle patate più basso. I bene ci della specializzazione e dello scam- bio derivano dal vantaggio comparato e non dal vantaggio assoluto. Quando ogni individuo si specializza nella produzione del bene in cui gode un vantaggio comparato la produzione totale dell’economia cresce (la torta diventa più grande). Il prezzo complica la situazione, perché ce n’è uno che guadagna di più dell’altro. Altra cosa è la suddivisione dei bene ci dello scambio tra le parti. 7 fi fi Suddivisione della forza lavoro (occupati + Economicamente vuol dire che la domanda disoccupati) dal ’51 al 2001. estera dei prodotti italiani traina lo sviluppo dell’industria manifatturiera italiana. Noi ab- biamo un conveniente rapporto qualità prezzo che attrae la domanda straniera. Al crescere della domanda estera, incentivo ad ampliare gli impianti industriali italiani (per rispondere in termini di produzione ad una doppia domanda) e la caratteristica della ma- nodopera è quella di essere poco quali cata (sono gli agricoltori che escono dai campi e vanno a lavorare alla Fiat, Pirelli etc). Il settore produttivo italiano in questo periodo è caratterizzato dalla grande impresa, che produce prodotti poco di erenziati. Ogni primo anno del decennio c’è il censimen- to della popolazione e delle imprese da parte Spostamento di popolazione dal sud al nord dello stato. Analisi su tutta la popolazione e su Italia, le grandi imprese sono nel triangolo in- tutte le imprese operanti in Italia in un deter- dustriale Torino-Genova-Milano e ci sono us- minato periodo. È la fotogra a dei dati. si di popolazione al nord o verso l’estero. ISTAT relazione annuale e annuario statistico. Le condizioni di vita migliorano nettamente. Le Questo contiene i dati, la relazione contiene famiglie hanno potere d’acquisto e possono un’interpretazione di alcuni dei dati. comprare dei beni che noi de niremmo di prima necessità e tra il 50-70 la speranza di Ogni nazione ha un istituto centrale di statisti- vita di alza da 52 a 72 anni. ca e poi c’è l’Eurostat, dove si mettono a cfr i dati delle diverse Nazioni europee. Ogni na- La crescita nell’Europa di cui noi facciamo zione EU fa le rilevazioni allo stesso modo parte è del 3-4% in questi anni. Gli italiani si perché sennò non possono essere confrontate possono permettere l’auto, la televisione… tra di loro. periodo di grande crescita ma la rapidità di questo processo generale inevitabilmente de- L’agricoltura subito dopo la ne della guerra gli squilibri: quei bassi salari dopo i primi anni aveva quasi la metà della forza lavoro; 50 anni sono un problema. dopo è cambiato tutto, oggi solo il 5,6% della forza lavoro è nell’agricoltura e il terziario (ser- I salari troppo bassi spingono verso processi vizi) oggi è aumentato tantissimo. di rivendicazione aziendale e sindacalizzazio- ne della forza lavoro. Per questo ne di questa In 50 anni è cambiato completamente il tipo di fase con il 68. forza lavoro e di conseguenza le competenze che i soggetti devono avere in uno di questi Aziende con elevati pro tti perché grande settori. Dietro il 5,6% dell’agricoltura ci sta domanda interna ed estera ma questo non si una preparazione totalmente diversa rispetto tramuta in un aumento salariale: rivendicazio- al 44% di 50 anni fa. ne. Viene richiesta una di erenziazione sala- riale, non ci si accontenta dei salari minimi na- Diverse fasi: zionali per categorie e in ogni grande azienda I° fase: metà anni ’50 -> 1968 inizia proprio una contrapposizione tra sinda- II° fase: 1968 -> 14/10/1980 cato e proprietà. III° fase: 1980 -> ne anni ’80 IV° fase: anni ’90 ed oltre Il sistema produttivo non è più adeguato alla domanda che sta nascendo; dopo un po’ vor- Prima fase. rei avere una televisione diversa da quella del mio vicino. Di erenziazione dei prodotti inizia Caratteristiche fondamentali di questi anni a farsi strada (prodotto che soddisfa lo stesso (metà anni ’50 -> 1968). L’Italia fa una scelta a bisogno ma con modalità diverse). favore dell’integrazione europea e questo permette di porre le basi dell’UE di oggi (trat- La catena di montaggio attuale non sa rispon- tato di Roma 57). dere alla domanda di erenziata e va in crisi: la 1  ff fi ff fi ff ff fi fi fi fi fi fl tecnologia precedente non è essibile per ri- Risposta automatica del nostro sistema indu- spondere ai cambiamenti veloci della doman- striale per far fronte a quella situazione. da. L’o erta non riesce a rispondere alla do- manda. Senso di insoddisfazione tra la popo- lazione, i consumatori. La grande impresa di prima è inadeguata; il sistema produttivo italiano alla ne di questo periodo cosa fa? Secondo periodo nisce negli anni ’80, in par- ticolare il 14/10, con la marcia dei quarantami- la. La marcia dei colletti bianchi della FIAT del 14 ottobre 1980 è considerata un punto di rot- tura nella storia delle lotte sindacali in Italia. Migliaia di impiegati e quadri della Fiat s laro- no per le strade di Torino in segno di protesta contro i picchettaggi che impedivano loro, da 35 giorni, di entrare in fabbrica. La manifestazione ebbe come e etto diretto quello di spingere il sindacato a chiudere la vertenza con un accordo favorevole alla FIAT e viene convenzionalmente indicata come l'ini- zio di un radicale cambiamento nelle relazioni tra grande azienda e sindacato nel Paese. Meccanismo italiano di rispondere alla do- Nascono i distretti industriali. Cioè, la grande manda dei consumatori che richiedevano i impresa di deverticalizza, esternalizza fasi del prodotti di erenziati. suo processo produttivo che non sono più cruciali e che dentro erano sviluppate in modo Localizzazione in Italia delle produzioni. Chi estremamente rigido. monitora i distretti? Se vedete il centro studi di banca intesa c’è una parte che monitora i di- Esempio impresa di abbigliamento manda al- stretti sul territorio (monitor dei distretti trime- l’esterno la nitura, in modo che i maglioni mi strale sull’evoluzione dei distretti in Italia). tornino belli colorati. Istat e intesa sanpaolo continuano a studiare Sistema di piccole-medie imprese intorno ad fenomeni nati in questo periodo che stiamo una grande impresa e chi produce il prodotto analizzando (risposta alla crisi della grande nale è un’area produttiva specializzata. impresa). Distretti = ispessimenti localizzativi di relazioni interindustriali che hanno ragionevole stabilità Se uno studia queste cose, vede l’impegno nel tempo. industriale italiano dualistico: nord arretrato e sud sottosviluppato. Vengono scritti libri come Adesso in questa fase l’industrializzazione ita- “Le tre Italie”. C’è un’area di sviluppo indu- liana è più di usa sul territorio, ci sono sistemi striale che si sta però di ondendo, non più di piccola-media impresa che nascono in al- solo il nord. cune aree speci che che stanno alla base del made in italy di oggi (arredamento, tessile, La grande impresa, il sistema di piccole e me- pelli e cuoio, coltelli, seta lana etc.). die imprese e il sud un po’ arretrato (tranne il cuoio, in puglia l’alimentare d’eccellenza e C’è stato il momento cruciale in cui si sono qualcosa di tessile). riviste le contrapposizioni tra forza lavoro e proprietari e allo stesso tempo le grandi im- Noi abbiamo detto cosa succede alla produ- prese hanno esternalizzato alcune fasi del zione. Quelle rivendicazioni di cui parlavamo processo produttivo. Non solo, ma incentiva- prima hanno sullo sfondo un andamento dei vano i propri dipendenti ad uscire e davano i prezzi problematico. macchinari in concessionario gratuito. Livello di in azione pari quasi a 0 a inizio anni 60. Nel 1974 primo shock petrolifero che fa 2 fi  ff ff fl fi ff fi fi ff fl fi ff fi aumentare l’indice dei prezzi al consumo in novazione (la micro elettronica, automazione Italia esponenzialmente (superato il 20% del- informatica…): si inizia a parlare di ICT, Infor- l’aumento di prezzi). mation and comunication technology. Cioè i paesi produttori di petrolio si accordano I processi produttivi erano ad alta intensità di e la manifattura europea va in crisi perché lavoro no ad ora (Labour intensive), si passa aveva contato no a quel momento su prezzi a sistemi ad alta intensità di capitale (capital bassi. intensive). Il contesto di innovazione di questo decennio permette alla tecnologia rigida di diventare essibile. Diventa più importante il software rispetto all’hardware. Non è importante l’invo- lucro del telefono ma quello che c’è dentro. Le nuove tecnologie richiedono meno mano- dopera ma serve di erente rispetto a quella di prima, e permettono all’impresa di recuperare quella essibilità necessaria. Alcune imprese riportano all’interno alcune delle produzioni che avevano esternalizzato in precedenza. Alcuni dei fenomeni di verticaliz- zazione del processo produttivo permettono di produrre tutto in azienda in modo e ciente. I problemi di oggi li abbiamo già sperimentati. Intreccio tra sviluppi tecnologici e produzione Nel breve ci siamo riusciti ma nel lungo perio- italiana. Nascono tanti prodotti ad “alto con- do ci siamo adagiati sul gas russo sperando tenuto di conoscenza” rispetto a quella che che tenesse sempre i prezzi bassi. c’era all’epoca. Adesso la produzione di energia elettrica deri- Senescente e obsolescente. va dal gas, per cui questo è una delle fonti primarie. Abbiamo abbandonato il petrolio Una rete di telecomunicazioni prima durava 60 pian piano ma adesso sta avvenendo lo stes- anni. Inizia lo sviluppo tecnologico, le vecchie so problema come nel 75. reti sono sicamente ancora utilizzabili ma sono vecchie dal pov tecnologico. La transizione ecologica è iniziata, ma non si può continuarla con i progetti di qualche anno L’obsolescenza è l’invecchiamento di un im- fa quando c’erano costi molti diversi da quelli pianto (obsoleto quando nisco di ammortiz- di oggi. zarlo). Invece diventa vecchio tecnologica- mente (senescente) quando esce un nuovo Ok l’auto elettrica ma l’elettricità viene dal gas impianto. che oggi costa di più che 3-4 anni fa. Non possono obbligarci a comprare auto elettriche Scelta d’impresa, devo azzerare un costo plu- se l’elettricità viene dal gas e il gas è limitato. riennale e attivarne uno nuovo contempora- neamente. Tutto può saltare nel breve periodo e quello ci dovrebbe dare indicazioni su come compor- Aumenta il ritmo di obsolescenza degli im- tarci nel lungo periodo. pianti, l’utilizzo di un impianto diminuisce da decenni a pochi anni, per cui per un’impresa La produzione si è adeguata nel tempo, ri- si richiedono scelte non da poco. sparmia energia e petrolio all’epoca, va su al- tre forme di energia etc. Anche per lo Stato vengono richieste delle po- litiche che incentivino il cambio dei macchinari Terza fase: 1980 -> ne anni ’80 che sono obsoleti. Nel decennio degli anni 80 arriva il cambia- In questi anni altro fenomeno che caratterizza mento tecnologico più radicale. Il fattore criti- tutto il mondo: globalizzazione. I mercati sono co è proprio il contesto tecnologico, forte in- il mondo, tanti nuovi si aprono, e anche i forni- 3 fl  fl fi fi fi ff fi fi ffi tori sono nel mondo, per cui tante imprese settore privato, vendita di pacchetti di azioni italiane delocalizzano tante imprese di produ- da parte dello Stato ai cittadini. zione in zone del mondo dove la produzione costa meno. Nel mercato delle telecomunicazioni c’era solo un fornitore, SIP (Telecom Italia). La comunità Spostamento di focus da mercati nazionali a europea liberalizza il mercato delle telecomu- regionali (es Europa) a interregionali. Iniziano a nicazioni e adesso possiamo scegliere qual- nascere delle partnership internazionali delle siasi operatore vogliamo. nostre imprese, joint ventures con altre impre- se per penetrare i mercati internazionali. Tutti gli acquirenti del mercato energetico, en- tro il 31/12 di quest’anno devono passare al Le piccole medie imprese non vanno sui mer- mercato libero. Cioè devo scegliere tra tutti gli cati internazionali direttamente, e se vogliono operatori che forniscono gas quello che vo- spesso non hanno le forze per farlo. Per cui glio. servono laureati in lingue che sappiano anche l’economia per aiutare queste imprese ad en- Se io privatizzo la SIP devo liberalizzare il trare nel mercato internazionale. mercato, perché voglio che questo monopoli- sta privato abbia dei concorrenti che lo stimo- ridimensionamento dei settori di base (Il set- lino ad essere e ciente. Se non fosse stato tore di base e in cui serve la grande dimen- liberalizzato il mercato tutti avrebbero scelto la sione ha sovrapproduzione generale. In ogni SIP di nuovo e avrebbe aumentato i prezzi. nazione la produzione di alluminio per esempio si è dovuta ridimensionare), - Liberalizzazione = passaggio dal monopolio spostamento della creazione di valore ag- alla presenza di più attori economici nel giunto da produzioni tangibili a produzioni mercato. intangibili (importanza software su hardware), Siamo all’inizio degli anni 2000, c’è un rallen- accentuata crescita del settore terziario, tamento dello sviluppo; crescita del PIL pro- aumento del ritmo di obsolescenza degli capite in Italia negli anni 90 ma diminuzione impianti, nel nuovo millennio. globalizzazione dei mercati. Quarta fase: anni ’90 in poi. La situazione italiana può essere descritta come una piramide, con una grande base di piccole imprese, qualche impresa di media dimensione e in cima veramente poche impre- se di grandi dimensioni. Chi riesce ad a rontare meglio la globalizza- zione e le innovazioni tecnologiche? Le grandi imprese. Che però sono poche, mentre le altre so rono. Tutte le nazioni diminuiscono Tanti gioielli delle piccole-medie imprese ita- liane vengono acquisite da imprese estere. Che cosa inizia a caratterizzare questa fase? Iniziamo a parlare di processi di privatizzazio- ne e liberalizzazione dei mercati. Processi diversi: - Privatizzazione = lo Stato spesso interveni- va a salvare alcune imprese (però tipo salva Motta, non è cruciale fare panettoni). Salvataggi che avevano caricato lo stato di costi notevoli. Si inizia a parlare di processi di passaggio di proprietà dal settore pubblico al 4  ff ff ffi Le radici delle di coltà italiane - Non c’è capitale di rischio —> perché si vuole mantenere il controllo familiare Perché c’è questa di coltà dell’Italia a ripren- - Adottano pratiche gestionali peggiori dersi? Ne risentono negativamente l’attività innovati- 1. La struttura dimensionale dell’industria va e la capacità di internazionalizzazione. 2. La composizione settoriale dell’industria 3. La dotazione di capitale umano e l’attività di R&S 4. Gli investimenti diretti all’estero 5. L’arretratezza delle infrastrutture 1. La struttura dimensionale dell’industria: com’è fatta la struttura dell’industria? Ci sono alcune cause ed e etti interne alle imprese. Cause ed e etti di una ridotta dimensione aziendale. - Cause interne = come ad esempio il ruolo della tradizione; la famiglia prevale sull’im- presa (assenza di management); le funzioni aziendali sono poco articolate fanno ricorso a competenze esterne. Sanno produrre bene ma non sanno fare marketing. Nel mondo che sta cambiando con la globaliz- zazione dei mercati, questo crea problema - Cause esterne = c’è una regolamentazione La direzione di queste imprese rimane in fami- un alto costo del lavoro; elevata pressione glia e ad esempio Italia e Germania hanno la scale, rigidità del mercato del lavoro; de- percentuale più alta. Riguardo al management bole apporto di capitale di rischio, per cui l’eccezione è l’Italia, hanno tutto in mano, an- non si cresce e si fa conto sull’auto nan- che la gestione. ziamento del capitale proprio e non sempre questo permette una crescita. Il problema è che non si vuole coinvolgere esterni alla famiglia per la gestione. Non è tan- E etti possibili delle cause interne ed esterne: to la quota (il fatto che esistano imprese fami- L’impresa non cresce liari) ma il problema è ad esempio che in Italia L’impresa poco competitiva il ruolo del management della famiglia è solo L’impresa non sopravvive al fondatore del 66%. Nelle economie con più elevata di usione di Problemi del nanziamento d’impresa in imprese familiari, si registra minore crescita Italia della produttività e degli investimenti, soprat- tutto nei settori più rischiosi. Il problema del nanziamento delle imprese in Italia viene chiamata banco-centrica: Le imprese a gestione completamente familia- - Poco mercato, si tratta di piccole imprese re adottano pratiche gestionali “peggiori” (ge- - C’è molto credito bancario stione accentrata e minor utilizzo di sistemi di - I rapporti con le banche sono molto fram- remunerazione individuale incentivanti). mentati. Esempio: economisti di banca Italia che ave- Quindi: vano fatto un lavoro dove concludevano che - Poco capitale di rischio nell’economie con una più elevata di usione - Scarsa diversi cazione delle fonti di nan- di imprese familiari siete una minore crescita ziamento della produttività e degli investimenti: Due problemi rilevanti per la crescita dell’eco- - Capitale solo familiare nomia: - L’auto nanziamento solo all’interno dell’im- - Scarsa capacità di nanziare l’innovazione presa - Elevata vulnerabilità delle imprese nelle fasi congiunturali negative 5 fi  ff fi ff fi fi fi ffi ff fi ffi ff fi fi ff Costo del Lavoro per Unità di Prodotto Il cuneo scale è la di erenza tra il costo del (CLUP) = rapporto tra il costo del lavoro e la lavoro per il datore di lavoro e al redistribuzio- produttività. ne netta: l’impresa paga 100, quando entra nelle tasche del lavoratore? 50, e l’altro 50 va Seguendo la metodologia adottata dalla Ban- ad esempio nelle pensioni. ca d’Italia, il CLUP è calcolato come il rappor- to tra i redditi da lavoro dipendente per unità QUINDI è la di erenza tra lo stipendio lordo e di lavoro (costo del lavoro pro capite) e la pro- la redistribuzione nata per il lavoratore. duttività media del lavoro. Bisogna capire quando incide questa di eren- È un importante indicatore della competitività za, magari devo ridurre la tassazione per cui delle imprese. È competitiva perché il costo di entrano più redistribuzioni nelle mani dei lavo- lavoro per unita è più basso. Se aumenta solo ratori, per incentivarli a lavorare. il denominatore, il sistema economico del suo complesso diventa meno competitivo. Graduatoria dei paesi relativa al cuneo - scale (in % sul costo del lavoro) di un lavo- Se infatti un lavoratore costa più di un altro ratore senza carichi familiari: ma produce proporzionalmente di più, il suo costo del lavoro risulta più alto, ma il suo CLUP risulta più basso. Un aumento del costo del lavoro superiore all’aumento della produttività può costituire una minaccia per la competitività del sistema, se gli altri costi non si aggiustano in propor- zione. L’OCSE (Organizzazione per lo Sviluppo Eco- nomico e la Cooperazione) raccoglie i dati sul- l’andamento del CLUP nei vari Paesi e con- sente quindi di valutare l’evoluzione della competitività e di e ettuare confronti in ambito internazionale. A partire dal 2000, il CLUP in Italia è cresciuto notevolmente (+31%) e in misura superiore Graduatoria dei paesi relativa al cuneo - alla crescita registrata mediamente nell’Unio- scale (in % sul costo del lavoro) di un lavo- ne Europea a 17 (+18%). ratore senza carichi familiari: Come si recupera competitività? —> NON ri- ducendo i salari ma aumentandoli. Viene fuori il concetto di cuneo scale, ha e etti nel me- dio-lungo periodo. Misura la di erenza tra il costo del lavoro per il datore di lavoro e la cor- rispondente retribuzione netta per il lavorato- re. Tale cuneo è la somma di due principali com- ponenti: l’imposta sul reddito delle persone siche da un lato e i contributi previdenziali dall’altro. Il dipendente si fa carico dell’impo- sta e di parte dei contributi previdenziali, il da- tore di lavoro della restante parte dei contribu- ti previdenziali. Il resto è a carico dell’impresa. Il salario lordo è composto da: - Redistribuzione netta - I contributi a carico dell’impresa e del lavo- ratore 6 fi  fi ff ff fi ff ff ff ff fi fi In media l’incidenza di oneri e tasse a carico Ritardo anche nell’adozione di ICT: di imprese e lavoratori si colloca al 36,1%, ma - Fine anni 90: ritardo cospicuo rispetto a le di erenze sono molto signi cative: si va dal USA nell’adozione ICT di base 7% del Cile a quasi il 53% per il Belgio. - Oggi: ok per ICT di base, ma l’Italia è sem- pre lontana dalla nuova frontiera tecnologi- Composizione cuneo scale 2018 (retribu- ca. Percentuale più bassa di individui che zione netta = 100) usano Internet, minore di usione del com- mercio elettronico, ritardi nella banda larga L’UE sta monitorando questa situazione di ri- cerca e sviluppo e ha introdotto degli indicato- ri per le difese nazioni che misurano lo svilup- po della digital economy: l’Italia si colloca al 18esimo posto nella classi ca. In Germania il cuneo scale quasi equivale il netto in busta percepito dal lavoratore, in Italia e Francia la situazione è migliore solo di poco. Tra i quattro Paesi è la Spagna distinguersi, grazie a oneri scali e previdenziali che si fer- mano al 65% del valore del salario erogato al lavoratore. Produttività = denominatore comune La posizione dell’Italia come investitore all’e- stero è di secondo piano (le imprese di minori 2. La composizione settoriale dell’industria: dimensioni sono meno equipaggiate per af- in generale quella italiana è specializzato nei frontare i costi nanziari ed organizzativi del- beni strumentali, nella produzione di bene di l’insediamento in altri paesi, perciò preferisco- consumo per la persona e per la casa. no servire i mercati esteri tramite le esporta- zioni). Si ha la mancanza di rilevanti produzioni im- pegnate nell’high tech, anche se molta mec- In termini di attrattiva per gli investimenti dal- canica leggera, non lontana dall’high tech, si l’estero l’Italia ha una condizione di inferiorità sviluppa in contesti locali in stretto contatto rispetto agli altri paesi europei in termini di bu- con le industrie tradizionali. Chi fornisce e chi rocrazia pesante e poco trasparente, di infra- produce tecnologia produce l’innovazione in- strutture carenti , rigidità del mercato del lavo- crementale o radicale. ro etc. Quelle incrementale = il contato con il produt- La qualità dei nostri prodotti è una chiave im- tore permette di incrementare la tecnologia a portante per la nature nei mercati, ma ci vuole disposizione e renderla più e ciente. qualcosa di più. Noi produciamo beni di alta qualità ma il problema è collocarsi nei mercati L’innovazione tecnologica: la bassa partecipa- e creare una reputazione delle imprese che si zione delle imprese agli investimenti in R&D è consolidi nel tempo. coerente con il modello di specializzazione produttiva italiana. Questo non vuol dire che il 3. La dotazione di capitale umano e l’attivi- sistema industriale non sia in grado di produr- tà R&S re innovazioni. 4. Gli investimenti all’estero 7  ff fi fi fi fi ff fi ffi fi 5. L’arretratezza delle infrastrutture Covid 19: uno shock senza precedenti La spesa lorda per infrastrutture rispetto al PIL è in forte calo negli anni e su un livello tra i più bassi dall’unità d’Italia. Il de cit è particolarmente drammatico nel Mezzogiorno, in particolare nel settore idrauli- co, dello smaltimento dei ri uti e dell’energia. La situazione nelle zone del Centro e del Nord d’Italia non è di molto migliore, soprattutto nel campo delle infrastrutture stradali, nel traspor- to aereo e nel settore elettrico. La crisi nanziaria del 2008: nell’ultimo tri- mestre del 2008 la crisi nanziaria si trasmette all’economia reale; il PIL Ocse scende del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte dei Paesi a livello mondiale Nel 2019 in Italia partivamo da: predispone, tra il novembre 2008 e i primi mesi del 2009, dei pacchetti di “stimolo sca- Popolazione: 60,3 milioni, di cui le” addizionali rispetto agli interventi promossi - 13,2 milioni (17,9% della pop) sotto i 15 in campo nanziario. anni - 23 milioni (17,1% della pop) oltre i 65 anni C’è qualcosa che frena una ripresa in Italia - 10,4 milioni (13,2% della pop) di migranti che possa essere duratura nel tempo. Rispet- internazionali to al picco raggiunto nel 2007, il PIL scende di quasi nove punti percentuali. Economia: - PIL, crescita media ultimi 5 anni: 2,2% A metà del 2013 la produzione industriale ri- - Quota del valore aggiunto: agricoltura sulta ancora inferiore di circa un quarto al li- 2,7%, industria 23,9%, servizi 74% vello pre-crisi. In particolare c’è una caduta della produzione in alcuni settori propri in cui Lavoro: l’Italia è specializzata. - Tasso di occupazione (15enni ed oltre): 44,9 milioni (57,5%) La performance dell’economia italiana è com- - Tasso di disoccupazione (15enni ed oltre): plessivamente peggiore rispetto ad altri prin- 10 milioni (5,4%) cipali Paesi europei come Francia e Germania. - Tra i 15 e i 24 anni: 29,2 milioni (11,8% della popolazione totale) Abbiamo ereditato alcuni problemi; dove bi- sognerebbe intervenire? Perché gli stranieri non investono in Italia? - Accesso ai nanziamenti - Ine ciente burocrazia - Mercato del lavoro troppo restrittivo La pandemia di Covid-19 ha colpito l’econo- mia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’U- 8  ffi fi fi fi fi fi fi fi nione Europea del 6,2. L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla crisi sanitaria. Le prime chiusure locali sono state disposte a febbraio 2020, e a marzo l’Italia è stata il pri- mo Paese dell’UE a dover imporre un lockdo- wn generalizzato. La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed am- bientale. Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale del 7,9 per cento. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna, l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4 e del 43,6 per cento. Cos’è successo dopo la pandemia? Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sot- to la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 Pandemia e di conseguenza la crisi economi- per cento al 7,7 per cento della popolazione – ca ha generato due tipi di risposte: prima di aumentare ulteriormente nel 2020 no al 9,4 per cento. A livello congiunturale con la sospensione del Patto di Stabilità e ingenti pacchetti di Di erenza tra Italia e Germania: sostegno all’economia adottati dai singoli Stati membri. I ritardi dell’Italia sono evidenti e la pongono penultima in Europa per quota di laureati: A livello strutturale con il lancio a luglio 2020 solo il 27,6% dei giovani tra i 25 e i 34 anni del programma Next Generation EU (NGEU). hanno terminato gli studi universitari, contro il 40,3% della media UE. Oltre a questo, in Italia vi è anche un problema di skills mismatch, cioè un disallineamento tra le discipline di studio scelte dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro. Anche la Germania, come l’Italia, si classi ca sotto la media UE, però molti laureati proven- gono da facoltà STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica). La principale componente del programma NGEU è il Dispositivo per la Ripresa e Resi- lienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 mi- liardi prestiti a tassi agevolati). Si tratta di un intervento che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemi- ca, contribuire a risolvere le debolezze struttu- rali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Alcuni indicatori per l’Italia. 9 fi  ff fi L’accelerazione del cambiamento strutturale che la crisi sta producendo, le di erenze nel- la capacità di reazione dei diversi attori eco- nomici fanno emergere la necessità di una politica industriale che non si limiti alla pro- tezione degli interessi coinvolti, ma sappia governare le trasformazioni dell’economia e ne ra orzi la resilienza. Il PNRR contribuirà in modo sostanziale a ri- durre i divari territoriali, quelli generazionali e di genere. Il Piano si articola in sedici Componenti, rag- gruppate in sei Missioni: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitivi- tà, cultura e turismo 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile 4. Istruzione e ricerca 5. Coesione e inclusione 6. Salute Italia Domani, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. ( https://www.italiadomani.gov.it/ content/sogei-ng/it/it/home.html ) Per ragionare: alcuni spunti. Prima della crisi il sistema produttivo italiano stentava ad adeguarsi ai mutamenti di scena- rio (ICT, globalizzazione,.....) a causa delle sue caratteristiche strutturali. L’uscita da ogni recessione ha richiesto all’in- dustria una ristrutturazione. Attenzione a come saranno utilizzati i fondi disponibili a li- vello europeo e nazionale. Ricordiamoci che durante le recessioni la competizione sui mercati internazionali dei manufatti si intensi ca, sono aumentate le quote di commercio dei paesi asiatici e non è solo un e etto congiunturale, ma una nuova fase di riallocazione mondiale della produzio- ne industriale. Quanti care gli e etti che la pandemia ha avu- to e ancora avrà sul sistema economico è dif- cile: lo shock ha assunto la forma di una doppia crisi di domanda e di o erta che incide sulle modalità di produzione, sulle catene di fornitura, sui redditi, sull’occupazione. Una crisi che vede il settore terziario so rire tanto quanto l’industria, sommando alle di - coltà congiunturali, i cambiamenti nelle moda- lità di erogazione dei servizi. 10 fi  ff fi ff ff fi ff ff ff ffi Mercato: luogo in cui si incontrano domanda mico ai ni della determinazione del prezzo di e o erta. mercato di un bene. Gli agenti economici possono essere suddivisi Di seguito analizzeremo la domanda e l’o erta in due gruppi generali secondo la loro funzio- facendo riferimento a questo tipo di mercato, ne: per poi passare a studiare altre forme di mer- Compratori, sono i consumatori che acqui- cato, che per ora identi chiamo con il termine stano beni e servizi, e le imprese che com- generale di mercati non perfettamente concor- prano lavoro, capitale e materie prime per renziali. produrre beni e servizi; Il modello di domanda e o erta è un model- Venditori, sono le imprese che o rono i loro lo che rappresenta il funzionamento di un beni e servizi, i lavoratori che o rono il lavo- mercato competitivo. ro, i proprietari delle risorse che le vendono o le a ttano alle imprese. Sono cinque gli elementi chiave di questo modello: La molteplicità di scambi decentrati viene as- La curva di domanda similata ad un unico mercato: La curva di o erta - I contratti tra lavoratori e datori di lavoro vengono stipulati nel “mercato del lavoro”; L’insieme dei fattori che provocano lo spo- - Le operazione di deposito e di prestito delle stamento della curva di domanda, e l’insie- banche avvengono del “mercato me dei fattori che provocano lo spostamen- monetario”; to della curva di o erta - Le quantità domandate e o erte di molte- plici prodotti si bilanciano nel cosiddetto Il prezzo di equilibrio: quando domanda e “mercato dei beni” e servizi. o erta si incontrano, si de nisce il prezzo e il modo in cui cambia quando da domanda o A seconda delle mercato analizzato ci sono o erta / domanda e o erta si spostano da alcuni comportamenti da parte di compratori e destra a sinistra. Si individueranno delle re- venditori, mercati sono al centro dell’attività gole generali. economica e molti problemi economici i più interessati, riguardando il proprio funziona- Il modo in cui cambia il prezzo di equilibrio mento di mercato. I mercati son vari, in che quando si spostano l’o erta e la domanda tipo di mercato i consumatori stanno meglio? La domanda: il comportamento dei consuma- Il mercato è un insieme di venditori e compra- tori. tori che, attraverso le loro interazioni e ettive o potenziali, determinano il prezzo e la quanti- La domanda di un determinato bene indica le tà di un bene o di un servizio prodotto e quantità che i consumatori hanno intenzione scambiato. (e possono permettersi) di acquistare del bene in corrispondenza di una serie di possibili Il gruppo di compratori determina la domanda prezzi in un determinato periodo. di mercato, il gruppo dei venditori stabilisce l’o erta di mercato. Se il prezzo è €0,50 per litro di latte, saranno acquistati 10 litri di latte, cioè 10 è la quantità Si fa l’ipotesi che l’informazione viaggi velo- domandata al prezzo di €0,50. cemente, cioè che compratori e venditori ab- biano su cienti informazioni a nché prezzi e quantità siano determinabili nello stesso modo in cui ciò avverrebbe camminando lungo il pe- rimetro di un mercato all’aperto ed esaminan- do compratori e venditori nel giro di poco tempo: sarebbe un mercato perfettamente concorrenziale. Il mercato perfettamente concorrenziale è un mercato in cui è presente un gran numero di compratori e venditori tale da rendere irrile- vanti le decisioni di un singolo attore econo- 1  ff ff ff ff ffi fi ffi ff ff ff ff fi fi ff ff ffi ff ff ff ff cui la curva di domanda ha pendenza negati- va. La funzione di domanda è espressa nel se- guente modo: Quantità domandata: implica una scelta da parte nostra. È la quantità che un individuo può acquistare a quel prezzo, perché noi nella nostra scelta usiamo il concetto di costo-op- portunità. Quantità = variabile dipendente, dipende dal prezzo mediato da un coe ciente e da un’in- Le variabili che in uenzano la domanda sono tercetta = funzione di una RETTA. molteplici ma supponiamo che quando fac- ciamo questa analisi tutte le altre variabili dif- È una retta con tendenza negativa dove la ferenti dal prezzo siano costanti. quantità di un bene X varia a un variare di P (il prezzo). Si deve introdurre il concetto di “tutto il resto fermo”, si analizza la relazione tra prezzo e Q= variabile dipendente quantità, il prezzo è l’unica variabile che ho P= variabile indipendente sull’asse delle Y e la quantità sull’asse delle X. La diminuzione del prezzo porta ad aumentare Y= a- bX : il “-“ mi dice la tendenza negativa. la quantità domandata. Se devo isolare il prezzo cambio posto e fac- Scheda della domanda: relazione tra prezzo e cio la funzione inversa di domanda. quantità. Se il prezzo del latte è zero ne com- pro 10 litri. Io posso disegnare due punti e poi una retta, partendo da questa scheda di do- manda. Curva della domanda: dalla scheda della do- manda posso disegnare una curva di doman- da, rappresentante una relazione lineare tra prezzo e quantità. Legge della domanda: spiega la relazione tra prezzo e quantità. A parità di altre condizioni, la quantità di un bene diminuisce all’aumenta- re del suo prezzo e aumenta al diminuire del suo prezzo. Ci dice qual è la relazione tra quantità e prezzo di un bene. La legge della domanda dice che, a parità di altre condizioni (ceteris paribus), la quantità domandata di un bene diminuisce Io posso tracciare la curva della domanda, se all’aumentare del suo prezzo e aumenta al io pongo P = 2P, 20 x 0 = 0, Q = 1000. diminuire del suo prezzo. Partendo da Q = -20, bisogna isolare P. La legge della domanda indica una relazione inversa tra prezzo e quantità domandata, per 2  fl ffi RECAP (tenere sempre presente il usso circolare = dove tutto deve quadrare —> possibile do- manda d’esame) La legge della domanda ci indica una cosa inversa, cioè aumenta il prezzo diminuisce

Use Quizgecko on...
Browser
Browser