Psicologia: Attenzione e Coscienza - PDF

Summary

These notes cover various aspects of attention and consciousness in psychology. They explain concepts like the different levels of consciousness, from conscious thoughts to unconscious processes, and describe different theories and models that try to understand these concepts. The notes also explore automatic versus controlled processing in detail, as demonstrated by experiments.

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→ La media è la media aritmetica di un gruppo di punteggi, questa ha uno svantaggio perché è influenzata dai punteggi estremi, però ha un vantaggio importante su mediana e moda, ossia trae informazioni da tutti i punteggi ed è la misura più usata nella ricerca. 3. le misure di varia...

→ La media è la media aritmetica di un gruppo di punteggi, questa ha uno svantaggio perché è influenzata dai punteggi estremi, però ha un vantaggio importante su mediana e moda, ossia trae informazioni da tutti i punteggi ed è la misura più usata nella ricerca. 3. le misure di variabilità: colgono il grado di variazione (o spread) in una distribuzione di punteggi: → Intervallo è la differenza fra il punteggio più alto e quello più basso in una distribuzione. → Il dato statistico più importante è la deviazione standard, che tiene conto di quanto ciascun punteggio di una distribuzione differisca dalla media. → La statistica descrittiva permette ai ricercatori di riassumere con efficienza i dati, ma di solito i ricercatori vogliono andare oltre la descrizione e trarre inferenze (conclusioni) dei loro dati. → La statistica inferenziale ci permette di trarre inferenze su una popolazione partendo dai dati forniti da un campione di quella distribuzione, perciò la statistica inferenziale dice ai ricercatori se le loro conclusioni sono statisticamente significative. → La significatività statistica vuol dire che è molto improbabile che una particolare conclusione sia dovuta solo al caso. Con l'accumularsi di ricerche su un argomento, gli scienziati devono raggiungere conclusioni generali su come sono correlate le variabili. → La meta-analisi è una procedura statistica che serve a combinare i risultati di studi diversi che esaminano lo stesso argomento: gli esperti di un argomento passano in rassegna il numero e la qualità degli studi che sostengono o meno un particolare rapporto, poi traggono le conclusioni che ritengono meglio supportate dai fatti. → È importante nella ricerca scientifica avere pensiero critico perché può aiutare a evitare di essere fuorviati da informazioni sentite nel quotidiano. CAPITOLO 6 – ATTENZIONE E COSCIENZA COSCIENZA E CONSAPEVOLEZZA ‘Noi siamo consapevoli di pensare mentre pensiamo: capacità autoriflessiva della mente (metacognizione)’ Coscienza → è la consapevolezza momento per momento di noi stessi e del nostro ambiente - Caratteristiche: → soggettiva e privata: gli altri non possono sapere cos’è la realtà per noi e viceversa → dinamica: passiamo in continuazione da uno stato mentale ad un altro → autoriflessiva e centrale per il nostro senso del sé: la mente è consapevole della sua coscienza. Fondamentale per la costruzione identitaria → associata ai processi attentivi: la coscienza riflette tutto ciò che viene ‘illuminato’ sul momento e l’attenzione selettiva è il riflettore o il meccanismo che ci sta dietro. - Come misurare la consapevolezza di sé e del pensiero: → self-report e questionari, che chiedono di descrivere le proprie esperienze interiori. → misure comportamentali, registrano la performance su determinate attività. (esperimento sui bambini per capire in quale momento raggiungono l’autocoscienza di sé stessi) → misure fisiologiche, stabiliscono la corrispondenza tra processi fisici e stati mentali. - LA CONSAPEVOLEZZA E’ FINALIZZATA ALL’ ADATTAMENTO: → organizza e sintetizza le informazioni estrapolando i dati più rilevanti in schemi → permette di monitorare e modificare il comportamento → favorisce la pianificazione e la risoluzione di problemi → permette scambi sociali più efficaci tramite la comunicazione - NB: Non esiste un’area della consapevolezza nel cervello: è una proprietà distribuita in numerosi circuiti tra loro interconnessi I livelli di coscienza → Gran parte di ciò che avviene nel nostro cervello va al di là del nostro accesso alla coscienza. Siamo consapevoli dei nostri pensieri ma non del modo in cui il cervello li crea. - Il punto di vista FREUDIANO → Freud ipotizzò che nella mente umana esistessero 3 livelli di consapevolezza: la mente conscia che contiene i pensieri e le percezioni di cui siamo attualmente consapevoli. gli eventi mentali preconsci che stanno al di là della consapevolezza attuale ma si possono ricordare facilmente in certe condizioni gli eventi mentali inconsci che non si possono portare a livello di consapevolezza nelle situazioni ordinarie → alcuni contenuti dell’inconscio come le pulsioni sessuali inaccettabili e aggressive, i ricordi traumatici e i conflitti emotivi minaccianti vengano repressi ossia vengono tenuti al di fuori della consapevolezza perché causerebbero emozioni negative. - il punto di vista COGNITIVO → gli psicologi cognitivi ritengono che la vita mentale conscia e quella inconscia siano due forme complementari di elaborazione delle informazioni → usiamo due modalità differenti di elaborazione: 1. elaborazione CONTROLLATA (conscia) → ossia l’uso consapevole dell’attenzione e dell’impegno → è lenta ma molto flessibile e aperta al cambiamento 2. elaborazione AUTOMATICA (inconscia) → si può effettuare senza una consapevolezza conscia o senza un impegno deliberato → ha un grandissimo svantaggio ossia può limitare la possibilità di scoprire nuovi approcci nella risoluzione di problemi → facilita l’attenzione divisa (multi-tasking) ATTENZIONE Attenzione → capacità di spostare e mantenere la propria consapevolezza su oggetti interni\esterni di interesse - Caratteristiche: → richiede uno sforzo mentale: consuma energie → ha dei limiti temporali e di quantità → serve per evitare il sovraccarico informativo L’attenzione focalizzata\selettiva: → il fenomeno del cocktail party: - capacità di selezionare nel flusso di informazioni solo quelle di interesse → Teorie del filtro: modello del filtro iniziale (Broadbent): - le informazioni in entrata vengono filtrate consapevolmente - le informazioni che entrano sono ulteriormente elaborate, mentre le altre vanno perse - l'attenzione è un filtro che permette il passaggio del materiale desiderato - LIMITE: tale modello non spiega perché siamo in grado di spostare rapidamente la nostra attenzione ad esempio quando sentiamo chiamare il nostro nome magari in lontananza, infatti per operare questo spostamento dobbiamo aver incorporato un canale che non è un filtro conscio\deliberato come afferma Broadbent. modello della selezione tardiva: - tutte le informazioni in entrata vengono recepite. Il filtro attentivo si attiva alla fine del processo, quando l’individuo sceglie cosa è di interesse. Il resto pur essendo stato elaborato e preso in considerazione, viene scartato. - LIMITE: questo modello rappresenta una soluzione troppo dispendiosa, infatti il nostro cervello consumerebbe troppe energie cognitive per poi utilizzare una minima perte del prodotto finale modello dell’attenuazione (Treisman): - tutte le informazioni in entrata vengono recepite ma alcune a ‘basso volume’. Le info rilevanti passano e vengono ulteriormente elaborate, le altre sono presenti ma in sordina. - l’attenzione è come un dj che regola il volume delle informazioni che ci arrivano dall’ambiente circostante - metafora del collo di bottiglia: l’attenzione è come il collo di una bottiglia e costituisce un sistema di controllo del numero di informazioni che possiamo ricevere. La larghezza del ‘collo’ è molto flessibile e si adegua al numero di informazioni che vogliamo recepire. - modello\metafora del riflettore e dello zoom: l’attenzione funziona come un riflettore che ‘illumina’ determinate informazioni presenti nell’ambiente, lasciandone alcune al buio. Lo zoom ci permette di allargare o restringere il cono di luce attentivo. (alcune info però possono passare ugualmente indipendentemente dalla nostra volontà) l’attenzione selettiva e la ricerca visiva: - tali fenomeni sono strettamente legati, ad esempio è difficile trovare un obiettivo se condivide della caratteristiche simili con i fattori di distrazione, ma se le caratteristiche sono diverse, l’obiettivo salta fuori e questo potrebbe spiegare il motivo per il quale la nostra attenzione si focalizza immediatamente ad esempio quando sentiamo pronunciare il nostro nome in un luogo affollato oppure quando riconosciamo il volto di una persona a noi cara in una folla. paradigma di Posner : - E' un paradigma neuropsicologico con lo scopo di rilevare i livelli di elaborazione dell'informazione in relazione alle caratteristiche fisiche degli stimoli ed al loro significato. - esperimento: Il soggetto viene preavvertito della posizione nel campo visivo di uno stimolo target, da uno stimolo segnale (cue) - ad es. una freccia che nel campo visivo indica la posizione in cui forse apparirà lo stimolo target -; il risultato più costante è quello di una riduzione dei tempi di reazione (miglioramento) quando lo stimolo segnale è veritiero e un aumento dei tempi quando lo stimolo cue non è veritiero. modello integrato: - il filtro può essere spostato in modo che la selezione sia possibile a vari stadi del processo - la selezione non è rigidamente collocata in una determinata fase del processo, ma considerando le circostanze e le richieste del compito stesso - il processo è più flessibile ed economicamente più efficace Elaborazione automatica vs elaborazione volontaria → elaborazione automatica: si costruisce con la continua ripetizione di una determinata azione. Viene attivata in situazioni abituali quando il comportamento consiste in sequenze d’azione ben apprese. → elaborazione volontaria: si attiva nelle situazioni nuove o che richiedono azioni intenzionali. Richiede impegno attentivo e tempi più lunghi. → esperimento di Stroop: - consiste nel far leggere ai soggetti delle parole che hanno come significato un colore. In alcune di esse c’è corrispondenza tra il colore indicato dalla parola e quello con cui è stampata, altre invece hanno il significato di un colore diverso da quello con cui sono stampate. La richiesta di pronunciare ad alta voce il nome del colore con cui è stampata la parola provoca un ritardo di elaborazione della risposta. Il ritardo di elaborazione è dovuto all’interferenza tra i due compiti: lettura e percezione del colore. È infatti necessario inibire la risposta automatica, che ci porta a leggere, e compiere uno sforzo cognitivo per attivare la risposta che corrisponde alla percezione del colore. - comprendiamo che esistono due tipologie di operazioni mentali: → Le operazioni mentali non coscienti, ovvero i processi automatici, che si attivano senza che ne abbiamo coscienza. → Le operazioni mentali coscienti, ovvero controllate, che al contrario si attivano con la nostra consapevolezza. - Si deduce dall’esperimento che i processi automatici si attivano ancora prima che possiamo rendercene conto. Mentre nel momento in cui siamo chiamati a dare una risposta che implica l’attivazione di entrambi i processi, i primi avranno la meglio. - Per mezzo dell’esperimento è quindi possibile testare la capacità degli individui di inibire questa interferenza tra processi. Attenzione divisa → è la capacità di svolgere simultaneamente più compiti o più azioni - Caratteristiche: → è influenzata dal tipo di canale coinvolto dai compiti → influenzata dalla natura automatica\controllata dei compiti → influenzata dalla difficoltà del compito - effetti intermodali dell’attenzione: → uno stimolo che attira la nostra attenzione in una modalità (es. visiva) tenderà ad attirare l’attenzione anche nelle altre modalità (es. uditiva) Processi pre-attentivi e inconsapevoli → esistono aspetti del funzionamento mentale che non controlliamo e di cui non abbiamo piena consapevolezzza: - processi controllati = lenti, richiedono attenzione e sforzo mentale. Sono flessibili al cambiamento - processi automatici = rapidi, spontanei, poco faticosi. Difficilmente frenabili e rigidi. Molte azioni quotidiane sono svolte senza diretto controllo dell’attenzione e sono talmente frequenti e ripetute da essere diventate automatiche - processi pre-attentivi automatici: esaminano le caratteristiche primarie degli stimoli (es.colore e movimento). Alcune info vengono elaborate anche se non richiesto (es. info con valenza emotiva) Fenomeno della cecità attentiva e cecità al cambiamento - Esperimento ‘Gorilla in the midst’ : I due psicologi sottoposero alcuni soggetti alla visione di un breve filmato nel quale un gruppo di persone giocava a basket e veniva chiesto loro di seguire attentamente la palla e contare il numero dei passaggi tra i giocatori. Durante il filmato, però una persona travestita da gorilla attraversava il campo da gioco, si fermava tra i giocatori, salutava e poi spariva dalla parte opposta. - L’esperimento mise in luce che la gran parte degli spettatori non si erano accorti della presenza del gorilla. - Quando la nostra attenzione è focalizzata verso un dato elemento, come nel caso della palla che viene passata tra i giocatori, il cervello attiva le parti preposte alla memorizzazione e individuazione dell’elemento stesso. - Senza l’attenzione non ha luogo tale attivazione e quindi viene inibita la possibilità di memorizzare e individuare un elemento preciso. - Il test ci fa comprendere quindi che esiste un preciso legame tra attenzione, percezione e memoria. Condizioni cliniche legate allo scollamento tra ricezione di informazioni sensoriali e percezione consapevole: 1. AGNOSIA VISIVA - percezione dell’oggetto ma mancato riconoscimento, nonostante la conoscenza semantica dello stesso sia intatta (il paziente sa come un oggetto appare e sa riprodurlo ma non riesce a riconoscerlo nella realtà) - altro esempio PROSOPAGNOSIA, pazienti che possono riconoscere visivamente gli oggetti ma non le facce 2. VISIONE CIECA - i pazienti affetti da questa condizione clinica sono ciechi verso una parte del campo visivo ma reagiscono agli stimoli proiettati in quel campo pur dichiarando di non riuscire a vederli Anche in assenza di condizioni cliniche il comportamento può venir influenzato da elementi di cui non siamo consapevoli ma che la nostra mente elabora - PRIMING, l’esposizione a uno stimolo influenza la reazione a stimoli successivi (pre-attivazione inconsapevole) - PRIMING SUBLIMINALI, recepiti senza consapevolezza predispongono alla risposta successivi Punti principali sulla consapevolezza e l’attenzione: - l’essere umano è consapevole solo di una parte delle info che riceve dall’ambiente interno ed esterno - l’attenzione è la capacità di spostare la nostra consapevolezza da uno stimolo all’altro - l’attenzione ha il ruolo di selezione, integrazione e controllo delle info - le risorse attentive sono limitate e vengono gestite con parsimonia: laddove possibile. Si preferiscono processi automatici, rapidi e poco costosi - alcuni stimoli attirano automaticamente l’attenzione, senza volontà cosciente - alcuni stimoli a cui non si presta attenzione consapevole sono comunque registrati dalla mente ALTERAZIONI ALLO STATO DI COSCIENZA : 1. sonno 2. ipnosi 3. effetti di sostanze psicoattive (alcool\droghe) 4. traumi\disfunzioni cerebrali IL SONNO Il ritmo circadiano: → è quel meccanismo che gli organismi viventi hanno sviluppato per sincronizzare il loro comportamento e le loro funzioni fisiologiche con il ciclo quotidiano di luminosità e oscurità causato dalla rotazione della terra. → la consapevolezza segue questo ritmo costante: ciclo sonno–veglia → è regolato dai nuclei soprachiasmatici presenti nell’ipotalamo: IPOTALAMO, i cui neuroni SCN (suprachiasmatic nuclei) hanno un ciclo di attivazione\disattivazione geneticamente predeterminato che funziona come un orologio. Sono influenzati dalla luminosità esterna. GHIANDOLA PINEALE (epifisi), alla quale i neuroni sono collegati. Questa ghiandola riceve informazioni dall’ipotalamo e produce la melatonina, ormone che agisce sul rilassamento del corpo e regola i ritmi circadiani → i ritmi circadiani influenzano: la nostra tendenza ad alzarci presto o ad andare a letto tardi (componente genetica): - Mattinieri: vanno a letto prima e si alzano prima, e la loro temperatura corporea, la loro pressione sanguigna e la loro vigilanza salgono prima. - Serotini: vanno a letto più tardi e tendono ad alzarsi tardi al mattino. non solo genetica, anche influenze ambientali e stili di vita: - jet lag - lavoro notturno - clima e luminosità esterna Il sonno → stato modificato in cui perdiamo il controllo consapevole dei nostri pensieri - Caratteristiche: → durante il sonno il cervello non si spegne, ma si attiva in maniera diversa che durante la veglia → alcune aree sono particolarmente attive – es. amigdala e la corteccia motoria nella fase REM → altre aree sono meno coinvolte – lobi frontali coinvolti nelle funzione → le aree di associazione che fiancheggiano la corteccia visiva primaria sono attive , il che potrebbe riflettere l’elaborazione di immagini visive proprie dei sogni. → il sonno segue fasi da 90 minuti in cui l’attività cerebrale e altri parametri fisiologici si modificano ciclicamente - le fasi del sonno: → le onde cerebrali che si propagano nel nostro cervello variano dalla veglia al sonno: VEGLIA: - onde beta, veglia e attenzione - onde alfa, rilassamento e sonnolenza SONNO: - fase 1 onde theta, sonno leggero, immagini e piccoli movimenti (spasmi notturni\mioclonie) - fase 2 fusi del sonno, ossia accessi periodici di attività cerebrale rapida, che indicano l’entrata nella fase 2 del sonno - fase 3-4 onde delta, sonno profondo, onde lente ed ampie. Aumentano progressivamente e quando predominano segnano il passaggio dalla fase 3 alla 4. Caratterizzate da respiro e battito lenti, muscoli rilassati e difficoltà a svegliarsi. - sonno REM (rapid eye movement), attivazione cerebrale onde simili a quelle della veglia. Caratterizzato da accelerazione del battito, segnali motori paralizzanti. - ogni ciclo del sonno dura 90 minuti. Sonno REM → sonno paradossale, il corpo è in preda a una forte eccitazione ma i movimenti sono ridotti al minimo → paralisi da sonno REM: l’incapacità di muovere i muscoli. La corteccia motoria primaria è attiva ma i suoi segnali di movimento sono bloccati. → intensa attività del sistema limbico e delle aree associate + ridotta attività della corteccia prefrontale → il sonno REM diventa sempre più lungo nel corso della notte → spesso contiene sogni che vengono ricordati quando ci si sveglia → se deprivati del sonno REM, non appena ci si addormenta si manifesta più rapidamente e più a lungo → potrebbe servire come controllo di sistema del cervello per evitare la prolungata attività ridotta la quantità di sonno: → cambia in funzione dell’età (i bambini dormono 16 ore, gli anziani 6 ore o meno), degli stili di vita, del clima, della società di appartenenza e di differenze individuali → anche il tipo di attività cerebrale cambia nell’arco di vita funzioni del sonno: → recupero delle energie (teoria ristorativa): livelli elevati di adenosina nel cervello, prodotti in seguito all’attività cellulare, attivano le aree che regolano il sonno. è una strategia di risparmio metabolico → funzione evolutiva (teoria adattiva): in origine la notte era più pericolosa del giorno per gli umani a causa dei predatori notturni la fase REM sarebbe una sorta di quasi veglia necessaria per rispondere a eventuali emergenze → consolidamento mnestico: soprattutto (ma non solo) la fase REM sembra essere coinvolta nel trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo termine. il sonno favorisce la memoria. deprivazione di sonno (fino a 45 ore senza dormire) : →ha effetti negativi sull’umore, sul funzionamento cognitivo e sulle abilità fisiche → calano la velocità di elaborazione, l’attenzione, la memoria, i compiti possono venir svolti, ma richiedono maggiori energie e motivazione → sonno di bassa qualità (ritmi incostanti, monte-ore variabile) è legato ad un aumento di peso, umore depresso, rischio di insorgenza di patologie metaboliche I sogni: → la maggior parte dei sogni si verifica nella fase REM, quando l’attività cerebrale è massima: se svegliati nella fase REM. 85% delle persone dice che stava sognando. In questa fase: i sogni sono più fantasiosi e articolati → si sognano perlopiù cosa negative: 80% dei sogni hanno valenza emotiva negativa → circa il 50% dei sogni che facciamo fanno riferimento a quello che facciamo da svegli Perchè sogniamo? → teoria dell’attivazione-sintesi: nessuno scopo, sono un sottoprodotto dell’attività cerebrale caratteristica della fase REM. Varie aree sensoriali ricevono input casuali (ATTIVAZIONE) e la corteccia opera una rielaborazione del materiale, cercando di darvi un senso (SINTESI) → teoria dell’attivazione-informazione-modulazione: i sogni sono sintetizzati a partire dalle informazioni più recenti in memoria, ossia gli eventi della giornata. Non sono estratti completamente a caso Igiene del sonno: 1. programmare il ritmo sonno\veglia in modo regolare 2. uso appropriato del letto 3. evitare i sonnellini 4. attività routinarie prima di coricarsi 5. ambiente favorevole al sonno 6. attività fisica regolare 7. evitare stimolanti e diuretici I disturbi del sonno: - Insonnia: una cronica difficoltà di addormentarsi, restare addormentati o dormire bene (6-10%) - Alcool: compromette il sonno sia negli uomini sia nelle donne, ma nelle donne gli effetti sono più gravi perché tra i 2 sessi c’è un diverso metabolismo: → le donne tendono a smaltire l'alcool più velocemente ma avranno un sonno più corto e molto disturbato rispetto agli uomini - Narcolessia: (predisposizione genetica) estrema sonnolenza durante il giorno e accessi improvvisi e incontrollabili di sonno che possono durare da meno di un minuto ad un massimo di un’ora → CATAPLESSIA, è una versione anomala di narcolessia nella quale c’è un’improvvisa perdita di tono muscolare (svenimento) - Ipersonnolenza: estrema sonnolenza con o senza aumento delle ore di sonno (5-10%) - Apnea notturna: interruzione del respiro durante il sonno (20\40 sec). Spesso accompagnata da russare e fatica respiratoria (2-15% aulti > 20% anziani) - PARASONNIE: → Paralisi del sonno: fenomeno di dissociazione caratterizzato dall’inclusione della paralisi fisiologica dei muscoli tipica del sonno REM che si inserisce in un momento di transizione della veglia al sonno. Il 40% delle persone l’ha provata. Si verificano illusioni ipnagogiche (in fase di addormentamento) o ipnopompiche (in fase di risveglio). Visioni simili a sogni a carattere violento o pauroso. → disturbo comportamentale sonno rem: nella fase REM manca la disattivazione dei segnali motori agli arti ‘mettere in atto’ → sonnambulismo: nella fase del sonno a onde lente → terrori notturni: risposta fisiologica molto elevata al sogno. Si passa dal sonno alla veglia in modo estremamente agitato, comune nei bambini. IPNOSI → è uno stato di suggestione auto-indotta che porta l’individuo ad uno stato di alterazione della coscienza → solo il 40% della popolazione è un buon ipnotizzabile → Teorie: teoria della dissociazione: la coscienza si divide e coesistono 2 flussi di coscienza, ma uno dei 2 può osservare senza intervenire teorie cognitive sociali: le aspettative regolano il comportamento sotto ipnosi e le esperienze vissute (esempio irrigidimento della mano sinistra) - Caratteristiche: → non si può ipnotizzare qualcuno contro la propria volontà → l’ipnosi produce una diversa attivazione in alcune aree neuronali – es. riduce la sensibilità al dolore. Non è però l’unica tecnica anche l’uso di immagini mentali o la meditazione producono effetti simili → l’amnesia ipnotica e il ricordo sotto ipnosi sono fenomeni che possono verificarsi ma non sono affidabili - L’ipnosi può essere utile come terapia perché: → favorisce il rilassamento → permette di alterare temporaneamente le sensazioni La coscienza implica: vigilanza - essere svegli: regolato dal tronco encefalico; se compromesso la persona non apre gli occhi consapevolezza di sé: regolato da un diffuso network neuronale con particolare coinvolgimento della corteccia prefrontale, capacità di reagire volontariamente. CAPITOLO 7- APPRENDIMENTO: IL RUOLO DELL’ESPERIENZA Apprendimento → è il processo di acquisizione di nuove conoscenze, comportamenti, abilità, valori o preferenze e può riguardare la sintesi di diversi tipi di informazione. → Il concetto di apprendimento richiama l'attenzione sull'importanza dell'adattamento all'ambiente. È simile all'evoluzione, ma mentre la prima si focalizza sull'adattamento biologico delle specie trasmesso da una generazione all'altra, l'apprendimento è un processo di adattamento strettamente personale. In altre parole l'apprendimento riguarda i cambiamenti che intervengono nel comportamento di un organismo a fronte degli stimoli ambientali incontrati nella vita. → Alcuni apprendimenti sono esclusivi della specie a cui l'individuo appartiene, nonostante ciò tutte le specie devono affrontare problemi adattivi simili, come procurarsi il cibo. → Ci sono cinque principali tipi di apprendimento: 1. abituazione e sensibilizzazione: sono i più semplici, in quanto riferiti a cambiamenti comportamentali frutto dell'esposizione a un determinato stimolo. 2. Apprendimento associativo o condizionamento: comporta l'apprendimento di un'associazione di eventi. E’ suddiviso in: → condizionamento classico, che avviene quando due eventi vengono associati l'uno all’altro → condizionamento operante, gli organismi imparano ad associare le proprie risposte comportamentali a determinate conseguenze. 3. Apprendimento per osservazione, in cui gli osservatori imitano il comportamento di un modello, per esempio i bambini imitano gli adulti. ABITUAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE L’abituazione → consiste in un calo progressivo di intensità della risposta a uno stimolo ripetuto. Avviene in tutte le specie. La sensibilizzazione → consiste in un incremento progressivo di intensità della risposta a uno stimolo ripetuto. Come la precedente anche questa viene considerata una forma semplice di apprendimento in quanto entrambe conseguono l'esposizione a un singolo evento. Secondo gli studiosi la sensibilizzazione e l'abituazione avvengono contestualmente e il comportamento è la risultante della competizione tra i 2 meccanismi: - quando un evento crea allerta (perché doloroso o complesso) vince la sensibilizzazione - quando un evento crea un'allerta minima o nulla, vince l’abituazione. - Questi processi hanno funzioni adattive, per non venire sopraffatti dagli stimoli dell'ambiente bisogna imparare a non reagire a stimoli privi di rilevanza, infatti gli organismi conservano energie e possono investirle su altri stimoli importanti. Funzione dei due processi: → Adattiva, infatti se un organismo reagisse a tutti gli stimoli che riceve dall’ambiente, finirebbe per venirne sopraffatto All’inizio il comportamento dipende dai fenomeni di sensibilizzazione, col tempo finisce per prevalere l’abituazione IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO: ASSOCIARE UNO STIMOLO ALL’ ALTRO Il condizionamento classico: → processo per cui un organismo impara ad associare due stimoli, cosicché uno stimolo viene a suscitare una reazione innescata in origine dall'altro stimolo (una canzone e il senso di felicità). → Anche questa è una forma elementare di apprendimento ma i cambiamenti comportamentali non si basano su uno stimolo singolo, ma sull'associazione fra due o più stimoli. → venne scoperto nei primi anni del 900 e costituisce un esempio di serendipity Le pionieristiche ricerche di PAVLOV Pavlov dopo un'illuminazione si dedicò allo studio della fisiologia e in particolare la composizione e la funzione della saliva, misurava la risposta salivare dei cani alla vista del cibo. ESPERIMENTO: → Pavlov associò il suono di un campanello al cibo, il suono diventa così uno stimolo condizionato in grado di indurre nel cane una risposta salivare → Notò infatti che i cani iniziavano a salivare prima ancora della vista del cibo, e dopo un certo numero di ripetizioni bastava solo il rumore del campanello a far salivare l'animale, questo processo di apprendimento è stato poi denominato condizionamento classico o Pavloviano. → Tipologie di stimoli e risposte: - stimolo neutro: suono del campanello perché non induce salivazione. - stimolo incondizionato e innato(SI): stimolo che suscita una risposta riflessa o innata indipendentemente da ogni apprendimento precedente. - risposta riflessa(RI): risposta riflessa o innata indotta da uno stimolo incondizionato in assenza di qualsiasi apprendimento (quando il cane vede il cibo nella bocca del cane) - stimolo condizionato(SC): stimolo che tramite ripetute associazioni a uno stimolo incondizionato (SI), viene a suscitare una risposta condizionata simile alla RI originaria - risposta condizionata(RC): risposta suscitata da uno stimolo condizionato → Conclusioni: - durante l’associazione, un SC (campanello) va abbinato a un SI (cibo) ogni abbinamento prende il nome di prova di apprendimento. - dopo varie prove di apprendimento il cane inizia a salivare anche in assenza del cibo al solo suono del campanello, a questo punto il campanello è diventato uno stimolo condizionato - Pavlov scoprì anche che il campanello diventava una risposta condizionata in maniera più rapida quando associata a maggiori quantità di cibo, perciò l'intensità dello stimolo incondizionato gioca un ruolo importante per il determinarsi della risposta condizionata, ad esempio se lo stimolo incondizionato è intenso e doloroso il condizionamento potrebbe verificarsi anche dopo un solo abbinamento. - anche l'intervallo di tempo tra stimolo condizionato e stimolo incondizionato incidono sul condizionamento: → abbinamento anticipato con lieve ritardo: produce un condizionamento rapido, soprattutto se l’SC è presente prima dell’ SI e resta visibile anche insieme all’ SI → abbinamento simultaneo: produce un condizionamento meno rapido → abbinamento ritardato: ossia quando lo stimolo condizionato viene presentato dopo lo stimolo incondizionato. - la risposta condizionata potrebbe persistere a lungo anche fino a 15 anni dall’esperienza. L’estinzione e la ripresa spontanea: Il condizionamento classico è concepito per aiutare gli organismi ad adattarsi a determinate condizioni, nel caso in cui le mutate condizioni ambientali lo rendesse inappropriato deve esistere un modo per far cessare la SC, e questo modo è l’estinzione: - Estinzione è una forma di apprendimento che si verifica quando lo stimolo condizionato viene presentato ripetutamente in assenza dello stimolo incondizionato, facendo indebolire e poi scomparire la risposta condizionata. - Ogni occorrenza dello stimolo condizionato non accompagnato dallo stimolo incondizionato viene chiamata prova di estinzione. - Affinché una risposta condizionata si mantenga è necessario che almeno occasionalmente stimolo condizionato e stimolo incondizionato vengano riassociati. - Il paradosso delle fobie avviene quando le persone evitano lo stimolo di cui hanno paura privandosi però in questo modo di opportunità per ridurre la paura, infatti il fattore che produce l'estinzione non è il trascorrere del tempo ma la presentazione dello stimolo condizionato non associato allo stimolo incondizionato. - Anche quando una risposta condizionata si estingue, non tutte le sue tracce vengono necessariamente cancellate, è la cosiddetta ripresa spontanea, ossia la ricomparsa di una risposta condizionata precedentemente estinta dopo un periodo di sospensione e senza nuove prove di apprendimento. La generalizzazione e la discriminazione: → Pavlov scoprì anche che una volta acquisita una risposta condizionata, l'organismo reagisce spesso non solo allo stimolo condizionato originario ma anche a stimoli che gli somigliano, maggiore è la somiglianza tra gli stimoli, maggiore è la probabilità che si determini una risposta condizionata. → Questo fenomeno è noto con il termine di generalizzazione dello stimolo. → Per impedire che la generalizzazione dello stimolo diventi ossessiva, gli organismi devono imparare a distinguere tra gli stimoli irrilevanti e quelli che potrebbero segnalare un pericolo: es. Un animale che si allarma ogni minimo suono impazzirebbe dallo stress. → Discriminazione viene fuori quando una risposta condizionata fa seguito ad uno stimolo ma non ad altri seppur simili. Il condizionamento di ordine superiore: Condizionamento di ordine superiore: uno stimolo neutro diventa uno stimolo condizionato dopo l’abbinamento con uno stimolo condizionato già consolidato. Il condizionamento di ordine superiore accresce sensibilmente l'influenza degli stimoli condizionati e poi incide su ciò che arriviamo ad apprezzare, temere, gradire o disprezzare. LE APPLICAZIONI DEL CONDIZIONAMENTO CLASSICO Watson, uno dei primi comportamentisti, ha messo in discussione la visione freudiana sulla causa delle fobie prendendo a supporto le scoperte di Pavlov, ha svolto un esperimento: - il protagonista dell’esperimento era Albert, un bambino di 11 mesi, un giorno mentre giocava gli hanno fatto vedere un topolino bianco e il bimbo non ha mostrato segni di paura, ma sapendo che il bimbo aveva paura dei rumori, mentre il bimbo continuava a vedere il topo, hanno colpito una sbarra d’acciaio con un martello producendo un rumore forte che ha fatto piangere Albert, dopo vari abbinamenti la semplice vista del topolino lo faceva piangere. - successivamente per esaminare discriminazione e generalizzazione un coniglio e una maschera di babbo natale con la barba lo facevano piangere. - Ne deriva che alcune paure possono essere condizionate, una delle psicoterapie più efficaci consistono in trattamenti basati sul principio del condizionamento classico. → se le fobie si apprendono si possono anche disapprendere: - Jones trattò con successo un ragazzino che aveva paura dei conigli, e questo approccio può essere considerato un precursore delle attuali teorie di esposizione, in cui il paziente viene esposto a uno stimolo che induce una risposta ansiosa senza la presenza dello stimolo incondizionato consentendo così l’estinzione. - Per presentare lo stimolo fobico possono essere utilizzate immagini mentali, situazioni reali o entrambe le cose. - In un approccio denominato desensibilizzazione sistematica il paziente apprende tecniche di rilassamento dei muscoli e viene progressivamente esposto allo stimolo che provoca la paura. - Un altro approccio denominato flooding espone immediatamente il soggetto allo stimolo fobico - Queste terapie a disposizione sono particolarmente efficaci e rappresentano uno dei contributi più importanti del comportamentismo → terapie recenti usano anche la realtà virtuale per aiutare i pazienti ad affrontare le proprie paure. L’attrazione e l’avversione: Il condizionamento classico influenza ciò che ci attira e ci stimola piacevolmente. → Terapia di avversione: - il condizionamento classico può anche ridurre la nostra eccitazione e la nostra attrazione per determinati stimoli - attraverso l'abbinamento con uno stimolo incondizionato sgradevole, si tenta di condizionare un'avversione a uno stimolo che induce un comportamento indesiderato abbinandolo ad un SI sgradevole. - Le terapie di avversione sono state usate per ridurre comportamenti impropri e socialmente indesiderati (es. si è tentato di ridurre la propensione a bere degli alcolisti somministrando loro un farmaco che induce una fortissima nausea quando si assume alcol ). - Ma le terapie di avversione hanno generato quasi sempre risultati in chiaroscuro, producendo spesso cambiamenti di breve termine destinate a estinguersi col tempo. → L’attrazione e l'avversione condizionate, influenzano anche i nostri atteggiamenti: abbinando ripetutamente uno stimolo condizionato a stimoli piacevoli o spiacevoli, potremmo sviluppare un atteggiamento favorevole o sfavorevole verso quello stimolo condizionato. Malattia e salute: Attraverso il condizionamento classico, il nostro corpo può reagire con modalità che promuovono o danneggiano la nostra salute. → La reazione allergica: il condizionamento classico può spiegare la comparsa di sintomi fisici che non sembrano avere una causa nota, ad esempio abbinando uno stimolo neutro (un odore) a una sostanza che induce naturalmente una reazione allergica, quell'odore può diventare uno stimolo condizionato che provoca una reazione allergica. → Nausea e vomito anticipatori: La chemioterapia salva molte vite dal cancro ma causa nausea e vomito e molti pazienti finiscono per sviluppare nausea e vomito anticipatori, ossia li hanno ancor prima di sottoporsi alla terapia. Alcuni trattamenti psicologici possono aiutare i pazienti a disimparare la risposta, infatti riescono a far abbinare al paziente gli stimoli anticipatori al rilassamento. → Il sistema immunitario: Anche il sistema immunitario è suscettibile al condizionamento classico rendendoci vulnerabili alle malattie. Specularmente il condizionamento può anche intensificare la funzione immunitaria, il condizionamento classico potrebbe quindi rappresentare un’utile arma contro alcune malattie. IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE: APPRENDERE LE CONSEGUENZE La legge dell’effetto Thorndike: Condizionamento operante ( il condizionamento classico non può spiegare come si apprendono nuovi modelli di comportamento, ma comporta solo il trasferimento di un nuovo stimolo a una risposta già esistente). Thorndike cercò di capire come gli animali imparano a risolvere i problemi: La PUZZLE BOX: costruì una gabbia che si apriva dall'interno tirando una corda o facendo pressione su una leva con il peso del corpo. Chiuse un gatto affamato nella gabbia e mise del cibo all’esterno, il gatto doveva imparare ad uscire dalla gabbia, per caso è salito sulla leva facendo aprire la porta e thorndike notò come il gatto migliorava ad ogni tentativo e alla fine l'animale ha imparato a premere la leva non appena veniva chiusa la porta. Dedusse quindi che gli animali, andando per tentativi, eliminavano progressivamente le risposte che non facevano aprire la porta e diventavano sempre più inclini a eseguire le azioni corrette, chiamò questo processo apprendimento strumentale. formulò quindi la legge dell’effetto, secondo cui data una determinata situazione, una risposta seguita da una conseguenza soddisfacente diventerà più probabile, mentre una risposta seguita da una conseguenza frustrante diverrà meno probabile. Skinner, l’analisi del condizionamento operante: Skinner approfondì ed estese il lavoro di thorndike. Fu lui a designare il termine di comportamento operante a designare un organismo che opera nel suo ambiente. → Il condizionamento operante è un tipo di apprendimento che viene influenzato dalle conseguenze che esso stesso produce. → Skinner progettò la Skinner box: - una gabbia dove veniva introdotto un topo affamato, che accidentalmente preme una leva facendo cadere nella ciotola un pezzetto di cibo. Si osserva che man mano che il tempo passa il topo preme sempre più frequentemente la leva. - Skinner ha identificato vari tipi di conseguenze: → Rinforzo la risposta operante viene rafforzata dal risultato che ne deriva, ossia un incremento nella frequenza di una risposta. Il risultato che aumenta la frequenza di una risposta viene denominato fattore rinforzante (es. i pezzi di cibo). → Punizione fa sì che una reazione venga indebolita dai risultati che ne derivano (es. se il topo premendo la leva ricevesse una scossa elettrica) la scossa assume il ruolo di fattore punitivo, ossia una conseguenza che indebolisce il comportamento. → Skinner considerava il condizionamento operante una forma di selezione naturale che facilita l'adattamento personale di un organismo all'ambiente circostante. Attraverso il condizionamento operante gli organismi intensificano i compiti a cui fanno seguito conseguenze favorevoli e riducono quelli a cui fanno seguito conseguenze sfavorevoli. → L'analisi del comportamento operante effettuata da Skinner coinvolge tre tipi di eventi: - gli antecedenti, ossia gli stimoli che sono presenti prima che venga messo in atto un comportamento - i comportamenti messi in atto dall'organismo - le conseguenze che fanno seguito ai comportamenti. La relazione tra il comportamento e la conseguenza prende il nome di contingenza certa. → Condizionamento classico VS condizionamento operante: nel condizionamento classico una risposta preesistente è legata ad un nuovo stimolo che la farà diventare una risposta condizionata. - Nel condizionamento operante: → si apprendono nuovi comportamenti in risposta a stimoli particolari presenti nell’ambiente. → comporta uno stimolo, una risposta e un evento rinforzante o punitivo. → si focalizza su comportamenti indotti. - Nel condizionamento classico: → sono presenti solo stimoli e risposte → si focalizza quasi sempre su comportamenti automatici Seppure siano due processi diversi alcune situazioni di apprendimento li richiedono entrambi. Le condizioni antecedenti e le conseguenze: Due fattori individuati da Skinner hanno un'influenza importante sul comportamento: la condizione antecedente (o stimolo discriminatorio) e le conseguenze del comportamento che la rinforzano o la riducono. → Es. se il topo nella skinner box (trovarsi nella scatola è la condizione antecedente) riceverà cibo premendo sulla leva solo quando una luce è accesa e imparerà a premere la leva solo in quel momento, la luce così diventa uno stimolo discriminatorio. → Gli stimoli discriminatori stimolano una buona parte del nostro comportamento quotidiano. → 2 tipi principali di rinforzo potenziano le risposte e 2 tipi principali di punizione le indeboliscono: Rinforzo positivo si crea quando una risposta viene potenziata dalla presentazione successiva di uno stimolo. Lo stimolo che segue la risposta e la potenzia prende il nome di rinforzo positivo, spesso la parola ricompensa viene usata impropriamente come sinonimo di rinforzo positivo, ma è errato perché spesso le ricompense non funzionano da rinforzo positivo. Ci sono due categorie di rinforzi positivi: → i rinforzi primari sono stimoli (cibo e acqua) che un organismo trova naturalmente rinforzanti perché soddisfano dei bisogni biologici. → i rinforzi secondari sono stimoli che acquisiscono proprietà rinforzanti tramite l’associazione a rinforzi primari (es.denaro = rinforzo condizionato) e dimostrano come spesso il comportamento dipende sia dal condizionamento classico che dal condizionamento operante: - es. addestramento cani: le risposte corrette come sedersi a comando vengono rinforzate inizialmente in modo operante con il cibo. Poi viene introdotta una frase che con il tempo diventa uno stimolo classicamente condizionato. E in questo momento l’addestratore può usare la frase appresa dal cane come rinforzo secondario, invece di portare sempre dietro del cibo. Rinforzo negativo skinner ha notato che più una risposta paga e più è probabile che si ripeta in futuro, nella vita quotidiana i nostri comportamenti non pagano solo quando portano soldi ma anche quando ci permettono di eliminare qualcosa che ci dà fastidio (prendere un'aspirina toglie il mal di testa) questo processo prende il nome di rinforzo negativo: → la risposta viene potenziata dalla successiva eliminazione di uno stimolo negativo. → Lo stimolo negativo che viene rimosso viene chiamato elemento rinforzante negativo. → I termini positivo e negativo non stanno a significare buono o cattivo, si riferiscono invece alle procedure: - positivo fa riferimento all'introduzione di un nuovo stimolo - negativo fa riferimento alla sottrazione di uno stimolo. L'estinzione operante: È l'indebolimento, seguito a distanza di tempo dalla scomparsa, di una risposta non più rinforzata: → Quando dei comportamenti che in precedenza venivano rinforzati non pagano più, tendiamo ad abbandonarli e a sostituirli con altri comportamenti di maggior successo. → La misura in cui delle risposte non rinforzate continuano a manifestarsi prende il nome di resistenza all'estinzione. → Le risposte non rinforzate potrebbero cessare quasi subito (bassa resistenza) oppure ripetersi molte volte (alta resistenza). Punizione positiva (o punizione applicativa) comporta l'applicazione di stimoli sgraditi o spiacevoli, come rimproveri, scosse ect. → Una risposta viene indebolita dalla successiva presentazione di uno stimolo. → Una punizione positiva può produrre risultati rapidi. → un tema dibattuto è quello delle punizioni corporali per l’educazione dei bambini, sono stati eseguiti studi che miravano a capire quanto le punizioni corporali fossero efficaci nella soppressione temporanea del comportamento improprio messo in atto dai bambini. Il risultato è stato positivo in tre studi su 5 ma risultava che i bambini avessero un peggioramento della relazione genitore-figlio, un rischio più alto di ricorso alla violenza fisica in età adulta o che induca il bambino ad essere più aggressivo. Ciò però non va preso per oro colato perché potrebbe esserci anche una terza variabile ad influire. Costo della risposta (o punizione negativa) è la seconda forma di punizione, si toglie all’individuo qualcosa che ritiene gratificante es. perdita di privilegi, sanzioni monetarie ecc. → una risposta viene indebolita dalla rimozione successiva di uno stimolo. → Molti psicologi che assistono genitori di bambini con problemi comportamentali, sono favorevoli all’uso della sospensione temporanea come tecnica di punizione (vietare di usare un gioco, guardare la tv ecc.). → Punizione positiva e costo di risposta però hanno dei limiti, sopprimono il comportamento ma non inducono un organismo a disimparare la risposta, perché ci dicono cosa non dobbiamo fare ma non ci aiutano a imparare cosa dobbiamo fare, inoltre qualunque tipo di punizione potrebbe suscitare emozioni negative che possono comportare un distacco psicologico dalla persona che provoca queste emozioni. Il rimodellamento e la concatenazione: un passo alla volta → Il Rimodellamento si basa sul rinforzo di approssimazioni successive in direzione di una risposta finale. Rinforzando approssimazioni successive il tempo di acquisizione si riduce: - es. mark gioca nella sabbia, per convincerlo a giocare al quadro svedese lo rinforziamo, prima ogni volta che lo vediamo in piedi nella sabbia, poi quando si dirige verso l’attrezzo, poi quando si trova vicino all’attrezzo e infine quando ci gioca. → Concatenazione o rimodellamento per sequenze successive è un’altra procedura che viene usata per sviluppare una sequenza di risposte rinforzando ciascuna risposta con l’opportunità di mettere in atto la risposta successiva: - es. un topo va a sbattere contro una campanella che fa accendere la luce, mentre questa è accesa, se preme la leva riceve il cibo, col tempo imparerà a suonare il campanello perché questa risposta viene rinforzata dall’accensione della luce che gli fa ottenere il cibo La generalizzazione e la discriminazione: Generalizzazione e discriminazione le risposte operanti si potrebbero generalizzare rispetto a situazioni antecedenti: → Nella generalizzazione operante, una risposta operante fa seguito a un nuovo stimolo antecedente o a una situazione che è simile a quella originaria: - es. Un cane abituato a rispondere al comando seduto, si metterà in quella posizione anche quando è un altro a impartire il comando. → Discriminazione operante significa che una risposta operante si attiva in presenza di uno stimolo antecedente (es. presenza o assenza di genitori), ma non di un altro. Un comportamento che viene influenzato da stimoli discriminatori si dice sottoposto al controllo dello stimolo. - es. la vista di un’auto della polizia può esercitare un controllo dello stimolo sul comportamento di guida di quasi tutti. Programmi di rinforzo: il rinforzo, nella vita quotidiana, avviene con diverse modalità e diverse frequenze. Questi andamenti, denominati programmi di rinforzo, hanno effetti consistenti e prevedibili sull'apprendimento, sull'estinzione e sulla performance. Il modo più scontato per manipolare un programma di rinforzo è variare l'intervallo di tempo tra risposta e conseguenza: una conseguenza che si determina immediatamente dopo un comportamento ha un effetto più forte rispetto a quando viene ritardata. Una distinzione importante è quella tra rinforzo continuo e rinforzo parziale: → con il rinforzo continuo vengono rinforzate tutte le risposte di un determinato tipo. → con il rinforzo parziale viene rinforzata solo una parte delle risposte di un determinato tipo. I programmi di rinforzo parziale si possono classificare in: - programmi a distribuzione percentuale: → si rinforza una certa percentuale di risposte - programmi a intervalli prestabiliti → deve trascorrere un certo periodo di tempo tra i rinforzi, indipendentemente dal numero delle risposte che si potrebbero verificare nell’intervallo. - programmi fissi → il rinforzo avviene sempre dopo un numero prestabilito di risposte o dopo un intervallo di tempo predeterminato - programmi variabili → in un programma variabile, il numero richiesto di risposte o l'intervallo che le deve separare varia casualmente intorno a una media. → Programmi di rinforzo, apprendimento ed estinzione: Il rinforzo continuo, rispetto a quello parziale, genera un apprendimento più rapido perché l'associazione tra un comportamento e le sue conseguenze è più facile da percepire. Lo svantaggio è che le risposte continuamente rinforzate si estinguono più rapidamente, mentre il rinforzo parziale produce un cambiamento che viene appreso più lentamente ma resiste maggiormente all’estinzione. Il condizionamento di fuga e il condizionamento evitante: → Nel condizionamento di fuga l'organismo apprende una risposta per mettere fine a uno stimolo negativo. I comportamenti di fuga si acquisiscono o si mantengono attraverso il rinforzo negativo (se abbiamo freddo, la decisione di mettere un maglione viene rinforzata negativamente dalla conseguenza desiderabile di smettere di tremare). → Nel condizionamento evitante l'organismo apprende una risposta per evitare uno stimolo negativo (impariamo a indossare indumenti caldi per evitare la sensazione di freddo). → La teoria bifattoriale di apprendimento dell’evitamento, spiega come nel comportamento di evitamento siano coinvolti sia il condizionamento classico che il condizionamento operante. - es. LA SHUTTLE BOX \ topo e scossa, inizialmente la luce è un segnale neutro che si accompagna regolarmente a una scossa, tramite il condizionamento classico la luce diventa uno stimolo condizionato, a questo punto entra in gioco il condizionamento operante per cui il riflesso di fuga dalla luce viene rinforzato negativamente dalla fine della paura. Le applicazioni del condizionamento operante: Skinner proponeva una tesi per cui l’influenza sociale è parte integrante dell’esistenza umana, per i comportamentisti i problemi individuali e sociali derivano dall'uso improvviso e casuale del rinforzo e da una fiducia eccessiva nelle punizioni. Il condizionamento operante conferma il ruolo fondamentale dell’ambiente nell’evoluzione del comportamento. LE OBIEZIONI AL COMPORTAMENTISMO I vincoli biologici: l'evoluzione e la predisposizione I comportamentisti non dicono che un topo potrebbe imparare a volare, ma hanno sostenuto per decenni di poter condizionare praticamente qualunque comportamento che un organismo è in grado di mettere in atto. Nel frattempo però, si accumulavano prove del fatto che non sempre gli animali condizionati rispondevano come gli sperimentatori si aspettavano. L'assunto comportamentista era sbagliato perché ignorava un principio fondamentale: il comportamento è influenzato dalla storia evoluzionistica di un organismo che pone dei vincoli biologici all'apprendimento. Si parla di predisposizione, ossia, tramite l'evoluzione, gli animali sono biologicamente predisposti a imparare alcune associazioni più facilmente di altre. I vincoli al condizionamento classico: avversioni apprese per determinati sapori: Es. se mangiamo un cibo che ci provoca nausea e vomito, l'alimento potrebbe diventare uno stimolo condizionato che innesca un’avversione condizionata al gusto, il sapore o anche il solo pensiero di un alimento può disgustarci (Avversione condizionata). I comportamentisti ritenevano che tra stimolo condizionato e stimolo incondizionato l’intervallo doveva essere breve → lo psicologo Garcia ha dimostrato come gli animali apprendevano l’avversione al gusto anche se il cibo veniva consumato parecchie ore prima. Inoltre ha dimostrato come il meccanismo con cui la predisposizione biologica influenza le avversioni apprese: - Tutte le volte che leccavano un tubo a cui si abbeveravano, i topi venivano esposti a 3 stimoli neutri: dell'acqua zuccherata, una luce accecante e un cicalino. gli animali venivano poi divisi in due gruppi: → quelli del primo gruppo mentre bevevano l'acqua venivano esposti ai raggi X, il che li ha fatti ammalare. Questi topi hanno poi sviluppato un’avversione a tutti e tre gli stimoli neutri? No, evitavano solo l'acqua zuccherata ma non gli altri due stimoli. I topi sono infatti biologicamente predisposti a formare associazioni tra gusto e malattia, il che significa che sono in grado per natura di riconoscere immediatamente dal sapore gli alimenti velenosi o dannosi. → quelli del secondo gruppo quando leccavano il tubo, la luce, il cicalino e il gusto dolce erano abbinati ad una scossa elettrica. Questi topi hanno imparato a temere tutti e tre gli stimoli neutri? No, evitavano solo la luce e il cicalino ma continuavano a bere l'acqua zuccherata e a leccare il tubo. Questo ha senso dal punto di vista asattivo infatti in natura le immagini e i suoni - ma non il gusto del cibo e delle bevande - segnalano situazioni pericolose Siamo predisposti biologicamente a temere certe cose? Seligman ipotizza che anche gli esseri umani siano biologicamente predisposti ad acquisire certe paure più facilmente di altre. Gli esseri umani sviluppano fobie a fronte di molti stimoli, ma il più delle volte temiamo delle cose che sembrano avere una maggiore rilevanza sul piano evoluzionistico: serpenti, ragni, animali e luoghi potenzialmente pericolosi. Vari fattori potrebbero influenzare il condizionamento umano alla paura, ma è certo che la paura può essere condizionata molto più facilmente verso certi stimoli che verso certi altri. La cognizione e il condizionamento: I primi comportamentisti erano convinti che l'apprendimento comportasse la formazione relativamente automatica di legami tra stimoli e risposte. Questo punto di vista ha preso il nome di modello S-R (stimolo-risposta). I comportamentalisti si opponevano alle spiegazioni dell'apprendimento che andavano al di là di stimoli e risposte osservabili, non negavano che le persone avessero pensieri e sentimenti ma affermavano che ogni comportamento si poteva spiegare senza fare riferimento a questi concetti mentalistici. Alcuni studiosi dell'apprendimento però hanno messo in discussione il modello S-R, affermando che tra lo stimolo e la risposta c'è qualcos'altro: la rappresentazione cognitiva del mondo che caratterizza l'organismo (O). È il cosiddetto modello S-O-R, o modello cognitivo dell’apprendimento. → Le prime obiezioni al comportamentismo: intuito e mappe cognitive Kohler mise in discussione la teoria di Thorndike per cui gli animali apprendono andando per tentativi. Kohler espose degli scimpanzé a nuove esperienze di apprendimento e arrivò alla conclusione che erano in grado di imparare con l'intuito (def. = la percezione istantanea di una relazione utile che contribuisce a risolvere un problema). I comportamentisti affermavano che in realtà l'intuito rappresenta la combinazione di risposte apprese in precedenza. Ricerche di recente hanno riportato in auge la tesi secondo cui negli animali non esisterebbe un comportamento intuitivo non indotto dal rinforzo. Tolman ha studiato l’apprendimento spaziale nei topi: - ipotizzava che i topi avessero sviluppato una mappa cognitiva cioè una rappresentazione mentale del layout spaziale, infatti in questo esperimento il topo è inserito in uno spazio circolare e segue l'unica strada disponibile per raggiungere il traguardo, e con l'aggiunta di nuove strade il 36% delle cavie prenderà comunque la strada giusta. - Il concetto di mappe cognitive supportava la sua convinzione è che l'apprendimento non rappresenta semplicemente associazioni S-R. Egli affermava che l’apprendimento fornisce delle conoscenze, e che in base alle loro conoscenze gli organismi sviluppano un’aspettativa. → L’apprendimento latente: Tolman era convinto inoltre che le mappe cognitive si potessero apprendere. I suoi esperimenti supportano il concetto di apprendimento latente ossia l’apprendimento che si determina in un dato lasso di tempo ma viene dimostrato solo più avanti, quando c’è un incentivo alla performance. In altre parole potremmo imparare a fare una certa cosa, ma non esibire quella competenza finché non dovremo metterla in atto in un momento successivo. La cognizione nel condizionamento classico: → l’aspettativa nel condizionamento classico: Per i comportamentisti si credeva che il condizionamento classico creasse un riflesso diretto, Pavlov invece era convinto che si formasse un legame neuronale tra stimolo condizionato e stimolo incondizionato. Anche i teorici dell'apprendimento cognitivo sono convinti che il condizionamento classico formi un collegamento, il collegamento è l'aspettativa che lo stimolo condizionato venga seguito dallo stimolo incondizionato. I modelli basati sull'aspettativa affermano che il fattore più importante nel condizionamento classico non è la frequenza con cui si abbinano, ma l'attendibilità con cui lo stimolo condizionato predice la comparsa dello stimolo incondizionato. → il blocco: Un altro fenomeno importante è che è emerso più o meno contestualmente alle scoperte di Rescorla era l'effetto di blocco. Questo effetto fu documentato per la prima volta in un esperimento condotto da Kamin, usò una procedura di condizionamento basato sulla paura: I topi vennero suddivisi in due gruppi: - gli animali del primo gruppo erano sottoposti a delle prove in cui lo stimolo condizionato veniva presentato prima dello stimolo incondizionato, successivamente gli stessi topi venivano sottoposti a prove in cui due stimoli condizionati venivano presentati prima della scossa. - I topi del secondo gruppo ricevevano solo l'addestramento della seconda fase in cui sia la luce che il rumore venivano abbinati alla scossa. - Kamin scoprì che solo i topi del secondo gruppo mostravano di aver appreso l'associazione tra lo stimolo condizionato e la scossa elettrica. - Il precedente abbinamento della luce alla scossa aveva bloccato l'acquisizione da parte dei topi di un'associazione tra suono e scossa. Il fenomeno del blocco dimostra come l'apprendimento associativo non sia dovuto semplicemente al numero di volte, ma si valuta anche l’attendibilità con cui lo stimolo condizionato predice lo stimolo incondizionato. → teoria di Rescorla-Wagner: L’effetto di blocco ha indotto alcuni ricercatori ad affermare che la forza del vincolo associativo che si formava nel condizionamento classico era determinata dal grado di sorpresa dello stimolo incondizionato (i topi del primo gruppo sono esposti alla seconda fase dell'esperimento ma hanno già imparato ad aspettarsi la scossa dopo la luce, perciò non restano sorpresi se dopo luce e rumore gli viene somministrata la scossa ma se lo aspettano già) quindi non si forma una risposta condizionata perché la scossa è già attesa quindi se lo stimolo incondizionato è inatteso, si associa più fortemente a uno stimolo condizionato. → le teorie del condizionamento che si basano sull’inibizione latente e sul livello di attenzione: Lubow e Moore→ inibizione latente: consiste nell’indebolimento del condizionamento classico dovuto ad una precedente esposizione allo stimolo condizionato. L’ inibizione latente ci aiuta a lasciar fuori dall’apprendimento alcune associazioni spurie. Il livello di attenzione che viene dedicato a uno stimolo condizionato determina il livello di apprendimento dell’abbinamento con un nuovo stimolo. (dopo aver partecipato ad un banchetto dove mangiamo verdure che consumiamo abitualmente, pane e strani frutti di mare e poi stiamo male, sviluppiamo un’avversione logicamente verso i frutti di mare, l’inibizione latente ci ha impedito di sviluppare un’avversione per pane e verdure). Le teorie attenzionali del condizionamento classico affermano che la forza del condizionamento è determinata dal grado di attenzione dedicato allo stimolo condizionato nell’episodio dell’apprendimento. Oltre all’inibizione latente, le teorie attenzionali possono spiegare un’ampia varietà di altri fenomeni del condizionamento classico. → l’apprendimento cognitivo e comportamentale nelle terapie psicologiche: Gli psicologi hanno fatto uso delle teorie dell’apprendimento comportamentale per tentare di spiegare e di alleviare vari disturbi psicologici. Infatti per alcuni le terapie più usate sono quelle cognitivo-comportamentali che combinano entrambi gli elementi per modificare le cognizioni improprie e i comportamenti impropri. L’APPRENDIMENTO OSSERVAZIONALE: QUANDO SONO GLI ALTRI A MOSTRARE LA VIA Apprendimento osservazionale è l’apprendimento che si determina osservando il comportamento di un modello, osservando gli altri impariamo anche le paure, i pregiudizi, i gusti e i comportamenti sociali, quindi potremmo apprendere sia comportamenti desiderabili che indesiderabili. L’apprendimento osservazionale può essere fortemente adattivo, osservando gli altri uno rganismo può imparare quali sono gli eventi importanti, quali stimoli segnalano il verificarsi di un evento e quali risposte dovrebbero produrre conseguenze positive o negative. La capacità degli esseri umani di imparare dall’osservazione è detta modelling ed è superiore a quella di altre creature. La teoria socio-cognitiva di Bandura: Anche le ricerche dello psicologo Bandura hanno contribuito a portare avanti la contrapposizione tra modello S-O-R e i comportamentisti. La teoria socio cognitiva di Bandura, detta anche Teoria dell’apprendimento sociale, afferma che le persone imparano osservando dei modelli e acquisendo la convinzione di poter mettere in atto dei comportamenti che influenzano gli eventi della propria vita. → Il processo di modellizzazione e l’autoefficacia: Per Bandura la modellizzazione è un processo in 4 fasi: 1. Attenzione: dobbiamo dedicare attenzione al comportamento del modello 2. Ritenzione: dobbiamo trattenere quelle informazioni nella memoria in modo da ricordarle quando è necessario 3. Riproduzione: dobbiamo essere fisicamente in grado di riprodurre il comportamento del modello 4. Motivazione: dobbiamo essere motivati a produrre quel comportamento → Secondo lui l’autoefficacia ossia la convinzione delle persone di poter mettere in atto dei comportamenti che produrranno un risultato desiderato, è un fattore motivazionale critico per l’apprendimento osservazionale. Un individuo potrebbe acquisire la conoscenza di un comportamento o la capacità di metterlo in atto in un determinato momento, per poi esibirlo a distanza di tempo quando le condizioni motivazionali sono favorevoli. → l’imitazione dell’aggressione e il comportamento pro-sociale: Bandura ha dimostrato che indipendentemente dal rinforzo o dalla punizione i bambini avevano appreso il comportamento del modello proposto in questo esperimento: - Nell'esperimento i bambini vedevano un film in cui un personaggio aggrediva violentemente Bobo un Clown di plastica gonfiabile, e finivano tutti però prendere il comportamento del modello. Ciò ha contribuito a suscitare un dibattito sociale sugli effetti dei modelli aggressivi alla tv, ossia intensificano la tendenza degli spettatori ad agire aggressivamente. L’imitazione: Sia uomini che animali apprendono per osservazione ma gli esseri umani usano una modalità specifica: l’imitazione che si distingue dall’emulazione: - l’emulazione può avvenire quando l’osservatore vede un’altra persona svolgere con successo un determinato compito, ma l’emulazione riguarda soprattutto il funzionamento dell’oggetto;- - l’apprendimento imitativo invece implica l’apprendere il processo alla base del quale l’azione osservata determina la ricompensa Alcuni studiosi affermano che l’imitazione è un comportamento esclusivo degli umani, inoltre alcuni ritengono che la capacità di imitazione è innata, per altri è appresa. Le applicazioni dell’apprendimento osservazionale: Gli psicologi hanno usato l'apprendimento osservazionale anche per promuovere il comportamento pro-sociale. L'apprendimento osservazionale è stato usato per affrontare problemi di portata globale (es. è stato assunto per combattere l’analfabetismo in Messico). IL CERVELLO ADATTIVO Imparare attraverso le connessioni: Il cervello adattivo l'apprendimento rappresenta l'adattamento del singolo individuo alle situazioni incontrate nel corso della propria vita. La capacità di apprendere dipende anche dalla capacità del cervello di adattarsi, ossia di modificare la propria struttura e il proprio funzionamento in base all'esperienza. Infatti la biologia influenza l’apprendimento e viceversa. Cajal avanzò l'ipotesi che l'apprendimento potesse avvenire modificando la forza della connessione tra le cellule nervose. Hebb ha ipotizzato che i cambiamenti che intervengono nella forza delle connessioni cellulari dipendono da un'attività contestuale che si svolge su una connessione o sinapsi del cervello. Questo meccanismo è stato denominato regola di Hebb: - Neuroni e sinapsi costituiscono un modello di network neuronale che apprende nuove informazioni tramite i cambiamenti che intervengono nelle connessioni tra neuroni simulati matematicamente. - I costruttori di reti di connessioni neuronali si concentrano di solito su forme più complesse di apprendimento, come la capacità di imparare a leggere le parole. Questi tipi di apprendimento richiedono reti neuronali più complicate che contengono un maggior numero di nodi e connessioni. Dove avviene l’apprendimento nel cervello? Non c'è una sola parte del cervello preposta al controllo dell'apprendimento: il cervelletto ha un ruolo importante nell'acquisizione di alcuni movimenti classicamente condizionati, l'amigdala ha un ruolo centrale nell'acquisizione delle paure condizionate. Man mano che acquisiamo esperienze sui nuovi compiti, i lobi frontali del cervello tendono a esercitare minor controllo e a diventare meno attivi. → Apprendimento offline o consolidamento: Numerosi esperimenti di laboratorio dimostrano significativi miglioramenti nell'utilizzo di certe competenze apprese. Più specificatamente questi miglioramenti dipendono dalla durata di certe fasi del sonno, A quanto pare il nostro cervello consolida durante il sonno quanto appreso durante la veglia → Gli effetti dell'apprendimento sul cervello si producono per tutto il ciclo della vita. Negli esseri umani, l'esposizione nella vecchiaia ad ambienti stimolanti e a nuove opportunità di apprendimento sembra rallentare il declino delle funzioni cognitive. CAPITOLO 8 - LA MEMORIA La memoria si occupa di i processi che permettono di registrare, archiviare e recuperare esperienze e informazioni;conferisce ricchezza e contesto alla vita,consentendo di imparare dall’esperienza e impara ad adattarsi ad ambienti in cambiamento. Il funzionamento della memoria è paragonabile a quello di un computer, ma non identico, a causa delle dimenticanze, rielaborazioni, falsi ricordi. Senza la capacità di ricordare, l’uomo non sarebbe sopravvissuto come specie. → Codifica: inserimento di informazioni nel sistema mediante la traduzione di un codice neuronale processato dal cervello. → Archiviazione\immagazzinamento: permette la conservazione delle info nel tempo. → Recupero: processi che accedono alle info archiviate. IL MODELLO A STADI Esistono 3 magazzini di memoria con capacità e diverse durate: 1. memoria sensoriale 2. memoria a breve termine 3. memoria a lungo termine. MEMORIA SENSORIALE: recepisce le informazioni sensoriali in automatico, senza necessità di attenzione o interpretazione. Ha un’elevata capacità ma tempi brevissimi. → registri sensoriali, sono i processi iniziali delle informazioni. - Registro sensoriale visivo = magazzino iconico, la memoria sens-visiva ha capacità illimitata ma trattiene le info per meno di un secondo. - Registro sensoriale uditivo = magazzino ecoico, trattiene informazioni sui dettagli specifici del suono per alcuni secondi. ➔ L’attenzione consapevole è necessaria per il passaggio nel magazzino successivo ossia la memoria a breve termine. MEMORIA A BREVE TERMINE: magazzino mnemonico che per breve tempo conserva un numero limitato di informazioni. L’elaborazione delle info in questo caso è consapevole. Ha tempi e capacità ridotti. Ripetizione necessaria per il mantenimento. Senza ripetizione: 30 secondi I codici di memoria: rappresentazioni mentali di info o stimoli di vario tipo, possono assumere varie forme: - codici visivi → immagini mentali - codici fonologici → suoni - codici semantici → significati - codici motori → azioni → La forma di un codice non deriva dalla forma dello stimolo originario. → Il limite di capacità della m. breve termine riguarda il numero di unità da ricordare → SPAN DI MEMORIA: ampiezza, quantità di info che possiamo contenere. → La combinazione di singoli elementi in unità più grandi prende il nome di chunking. → La memoria a breve t. è limitata anche nella durata,le info non ripetute hanno vita di 20 sec. MEMORIA DI LAVORO (WM): Il modello originario della memoria, vedeva la breve come un passaggio tra memoria sensoriale e a lungo termine, ma oggi è considerata come una memoria di lavoro, mantiene ed elabora temporaneamente le info, le manipola e supporta altre funzioni cognitive (problem solving e pianificazione). Composta da: - loop fonologico: archivia le rappresentazioni mentali dei suoni, si attiva quando viene ascoltata una parola. (Usato dai bimbi per l'apprendimento del linguaggio,dagli adulti per una nuova lingua) - taccuino visuo-spaziale: archivia le info visive e spaziali, come quando si forma un’immagine mentale. → il loop fonologico e il taccuino visuo-spaziale possono essere attivati contemporaneamente, vengono chiamati sistemi subordinati perché si attivano dall’esecutivo centrale (coordina i sistemi). - episodic buffer: offre uno spazio di archiviazione nel quale le informazioni provenienti dalla WM e dalla MLT si integrano. -esecutivo centrale: dirige il processo complessivo (nei problemi aritmetici si occupa della sequenza da seguire). MEMORIA A LUNGO TERMINE: biblioteca dei ricordi più duraturi, la capacità di archiviazione è illimitata e un ricordo può durare per sempre. Se sufficientemente rielaborate le info della WM e della MBT vengono archiviate nella MTL. Le info archiviate in questo spazio sono più difficili da raggiungere. Si occupa della rievocazione e del riconoscimento. → Effetto di posizione seriale: la capacità di ricordare una voce dipende dalla posizione occupata in una serie. Questo ha due componenti: effetto primacy e recency. - Effetto primacy: Le info sono già passate in MLT. Riflette il maggior impatto mnemonico delle prime voci (le prime parole di un elenco entrano nella memoria breve, se ripetute entrano nella lungo,quando l’elenco si allunga, la memoria breve si riempie,memorizzate le prime parole diventa difficile ricordare le altre). - Effetto recency: le info sono ancora in MBT ma non si sono deteriorate. Riflette l’impatto mnemonico delle cose più recenti (se viene impedito di ripetere le prime parole l’effetto primacy diminuisce e si ha il recency) -Elaborazione volontaria: serve per ricordare tante info,è una codifica intenzionale e richiede attenzione conscia; -Elaborazione automatica: una codifica involontaria e richiede una minima attenzione (collocazione spaziale e frequenza degli eventi). -Ripetizione di mantenimento: ripetere a memoria, non è efficace per trasferire le info nella memoria lunga; -ripetizione elaborativa: focalizzazione sul significato delle info e rielaborazione, efficace a trasferire le info nella memoria lunga. Paivio ipotizza che le info della memoria lunga sono archiviate in due modi: codici verbali e visivi,chiamata teoria della doppia codifica. -Metodo dei Loci: associa le informazioni a immagini mentali e luoghi fisici. Una ricerca dimostra che il ricordo di un compito messo in atto (SPT) dura più della stessa operazione espressa in termini verbali. Una spiegazione è che nell’ SPT il partecipante codifica le info in varie modalità,diversamente da quanto accade nella condizione verbale. -Mnemonico: fa riferimento alla memoria. (supporto m.= tutto ciò che agevola un ricordo). I supporti mnemonici organizzano le info in unità significative e forniscono spunti per aiutare a recuperare le info nella memoria a lungo termine. (Il chunking,metodo dei Loci sono supporti mnemonici,anche gli acronimi e l’uso della rima…) I temi estratti dagli eventi per codificarli nella memoria sono organizzati attorno a schemi. -Schemi: quadro di riferimento mentale che riguarda un aspetto del mondo (la lettura di uno spartito è indecifrabile per me ma per un musicista sono info organizzate facili da decodificare),(Chase e Simon: 3 giocatori di scacchi sono posti davanti una scacchiera e gli veniva chiesto di ricordare la posizione delle pedine, se la posizione era significativa il principiante ricordava meno rispetto all’esperto,se non era casuale facevano tutti fatica). -Approccio del network:Il ricordo si agevola formando associazione tra nuove info ed elementi già presenti in memoria. Delle teorie affermano che la memoria a lungo t. può essere rappresentata come un grande network di idee e concetti correlati,ogni concetto o info è un nodo assimilabile ad ogni singola giuntura di una grande rete da pesca. Le linee del network sono le associazioni tra i concetti. Una rete associativa è uno schema che rappresenta il modo in cui abbiamo organizzato le info e il modo in cui vediamo il mondo. Collins e Loftus affermano che quando le persone sviluppano un concetto c’è l’attivazione che si estende ad altri concetti correlati in tutto il network. Priming: attivazione di un concetto da parte di un altro concetto. I modelli che si basano sulle reti neurali usano un altro approccio per spiegare le cause dell’attivazione espansiva e del priming. Una rete neurale ha nodi collegati tra loro,ogni nodo non contiene una singola info. - Nel cervello i neuroni hanno connessioni con altri neuroni, ricevono e inviano segnali che possono essere eccitatori o inibitori, e si attiveranno se l’importo complessivo ricevuto porta il potenziale elettrico ad un determinato livello di soglia. - I nodi neurali hanno connessione con altri nodi, sono programmati per ricevere e trasmettere segnali eccitatori o inibitori,sono attivati quando l’input ricevuto raggiunge una certa soglia di potenza. - Esaminando l’intera rete neurale i vari nodi distribuiti in tutto il network si attivano in parallelo in ogni istante ed estendono l’attivazione ad altri nodi e si recuperano concetti ed info. Per questo motivo i modelli delle reti neuronali sono chiamati modelli di elaborazione parallela distribuita o pdp. Nel cervello ci sono varie memorie a lungo termine: -memoria dichiarativa: coinvolge conoscenze concrete e include due sottocategorie: - memoria episodica= custodisce le esperienze personali (quando,dove,come si è svolto un episodio). - memoria semantica: contiene le esperienze generali sul mondo e sul linguaggio (ricordo di parole,concetti). - Viene chiamata dichiarativa perché dobbiamo dichiarare le conoscenze dicendo ciò che sappiamo. -memoria procedurale: sequenze di azioni = contiene competenze ed azioni che si esprimono in determinate situazioni (digitare la tastiera,andare in bici). -memoria prospettica: memoria per gli eventi futuri; ricordarsi di qualcosa che non è ancora avvenuto Distinzione tra ricordo esplicito ed implicito: -esplicito: recupero consapevole o intenzionale del ricordo,quando si richiama qualcosa alla mente, e il riconoscimento stabilisce se uno stimolo è familiare o no. Il richiamo alla mente è il recupero spontaneo del ricordo, si devono recuperare direttamente gli stimoli o le info. -implicito: quando la memoria influenza il comportamento senza rendersene conto (andare in bici). -Recupero: immagazzinare le info è inutile se non si è in grado di recuperarle, un indizio per il recupero è uno stimolo che attiva le info conservate nella memoria lunga. Gli stimoli differenziati si ricordano più di quelli non differenziati, i primi hanno più probabilità di suscitare ricordi nitidi e chiari. LA CODIFICA La codifica permette di dare senso e organizzare le informazioni, in modo da archiviarle in maniera sistematica e degli schemi preesistenti. → Codifica automatica: inconsapevole, le informazioni Sono memorizzate senza aver prestato attenzione → Codifica attiva: consapevole, richiede attenzione e sforzo. Necessita di ripetizione e rielaborazione. Può avvenire a diversi livelli di elaborazione più o meno approfonditi → Livelli di elaborazione: Più profondamente elaboriamo le informazioni, meglio le ricorderemo - codifica strutturale: ricordo delle caratteristiche visive degli stimoli, elaborazione superficiale - codifica fonemica: ricordo delle caratteristiche oggettive degli stimoli, elaborazione intermedia - codifica semantica: ricordo dei significati degli stimoli, elaborazione profonda → Elaborazione superficiale: Elabora solo caratteristiche superficiali dell'informazione, utilizza la reiterazione ossia una semplice ripetizione mentale. → Elaborazione profonda: Elabora il significato dell'informazione. Consiste nella ripetizione volta a trovare collegamenti con altre informazioni presenti nella memoria a lungo termine. Questo tipo di elaborazione è produce un recupero più efficace di un elaborazione superficiale. Riassunto: - l'esposizione non permette la memorizzazione - necessaria la ripetizione: MANTENUTIVA vs ELABORATIVA: - strategie mnestiche: permettono un’elaborazione più profonda del materiale IMMAGAZZINAMENTO Permette di trattenere le informazioni del tempo → Le informazioni sono archiviate in maniera ordinata e tra loro interconnessa: - reti associative: le informazioni sono come i nodi tra loro uniti da fili di significato. Quando un'informazione è attivata, quelle connesse ad essa sono attivate e si recuperano meglio. - reti neurali: le informazioni sono codificate da un insieme di neuroni interconnessi, ogni neurone non contiene una sola informazione, ma bensì si accende per diverse informazioni. Ogni ricordo consiste in uno specific pattern di attivazione della rete. - SCHEMI MENTALI: Raggruppamenti organizzati di informazioni, costruiti sulla base delle esperienze e che vengono usati per interpretare le nuove informazioni. si Memorizza meglio ciò che viene inserito in schemi già esistenti. gli schemi mentali influenzano la costruzione dei ricordi modificando il dato oggettivo. alcun tempo nuovo informazioni modificano gli schemi esistenti e i ricordi già presenti in memoria→ processo attivo di costruzione e ricostruzione –La memoria come costruzione Bartlett: le aspettative dei soggetti, culturalmente determinate influenzano il ricordo degli eventi. → ESPERIMENTO: La guerra degli spettri - Nell'esperimento un soggetto doveva leggere per due volte la storia e dopo 30 minuti, provare a rievocarla per iscritto. La sua versione della storia passava ad un altro soggetto che doveva usare lo stesso procedimento e così via. Alla decima riproduzione, la storia si presentava molto semplificata e con parecchi punti di divergenza rispetto all'originale. I ragazzi accidentali non erano in grado di memorizzare alcuni particolari tipici dei costumi indiani e tendevano a razionalizzarli e a modificarli secondo le loro conoscenze. ciò che appariva inusuale veniva trasformato in qualcosa di più familiare Molte esperienze della vita vengono ricordate maggiormente perché coinvolgono sul piano emotivo, perché gli stimoli con valenza emotiva favoriscono il rilascio degli ormoni dello stress. I neuroni vengono indotti a intensificare l’attivazione dell’amigdala (struttura del cervello che aiuta a codificare gli aspetti emozionali delle esperienze di lunga durata). I ricercatori hanno scoperto che con il tempo l’intensità dei ricordi piacevoli o spiacevoli diminuisce: l'intensità dei piacevoli diminuisce meno rapidamente, il ricordo di esperienze traumatiche può rimanere per anni. Chi soffre di depressione l’intensità di entrambi diminuisce costantemente. -Ricordo fotografico (flashbulb): gli eventi scioccanti permangono di più nella memoria rispetto ai ricordi quotidiani. Per la formazione di ricordi fotografici l’evento deve essere sorprendente e importante. Alcuni ricordi vengono ricordati in modo sbagliato;la correlazione tra fiducia nella memoria e accuratezza nei ricordi è sbagliata. La capacità di recuperare un ricordo è influenzata dalla natura dello stimolo e da fattori ambientali,psicologici e fisiologici. -Principio di specificità di codifica: il ricordo viene potenziato quando le condizioni presenti durante il recupero sono simili a quelli durante la codifica, ciò ci porta al ricordo dipendente dal contesto: è più facile ricordare qualcosa nello stesso ambiente della codifica. -Ricordo dipendente dallo stato psicologico: il recupero di informazioni è maggiore quando lo stato psicologico è identico a quello nel momento dell'apprendimento. Ma il ricordo non dipende dall’umore,anche se quando siamo tristi ricordiamo eventi negativi e viceversa. -Dimenticare: Ebbinghaus studiò la dimenticanza; misurava la memoria con un metodo chiamato riapprendimento per calcolare una percentuale di ritenzione. (l'80% di ciò che gli studenti imparano oggi sarà dimenticato entro 24 ore domani, se il materiale non è ripetuto). Molti vuoti di memoria derivano dalla mancata codifica delle informazioni nella memoria lunga. Vengono notate info ma non sono codificate perché ci si distrae. Teoria del deterioramento: spiega perché le info nella memoria sensoriale e breve svaniscono, dice che con il tempo e il disuso la traccia fisica del ricordo si indebolisce. Ma non è corretto perché non c’è una prova dell’esistenza della traccia fisica. -Teoria dell’interferenza: dimentichiamo le info perché altri elementi nella memoria lunga limitano la capacità di recuperarle. Ci sono due tipi di interferenze: proattiva e retroattiva. La proattiva c’è quando il materiale appreso in passato interferisce con il nuovo materiale. La retroattiva: quando info recenti interferiscono con la capacità di ricordare info precedenti. Le interferenze ci sono perché quando nuove info vengono immesse nel sistema possono ostacolare la conversione dei ricordi vecchi in ricordi a lungo t. Oppure perché c’è competizione tra i diversi spunti per il recupero (come quando abbiamo un ricordo sulla punta della lingua ma non riusciamo a ricordarlo bene). -Rimozione: processo che ci protegge bloccando il richiamo consapevole di ricordi che generano ansia. -Memoria prospettica: è il ricordo di un’attività da svolgere in futuro. (comprare le pile dell’orologio, chiamare tizio tra 30 min…) Si fonda su capacità cognitive più complesse come la pianificazione e collocazione dell’attenzione mentre si svolgono altri compiti. -Amnesia: perdita di memoria dovuto a condizioni particolari:lesioni cerebrali,malattia,trauma psicologico… può assumere diverse forme: -amnesia retrograda: perdita di memoria di eventi precedenti all’insorgere della malattia; -amnesia anterograda: perdita di memoria di eventi successivi all'insorgenza dell'amnesia. -Demenza: include la perdita di memoria e deficit accompagnati alla degenerazione del cervello impedendone il normale funzionamento.,è diffusa tra gli anziani. -Morbo di alzheimer: decadimento progressivo del cervello (causa di demenza >65); i primi sintomi: smemoratezza,illogicità,confusione,disorientamento… La memoria è la prima cosa ad essere compromessa perché la malattia aggredisce inizialmente le regioni dei lobi che contribuiscono a convertire i ricordi a breve t. in lungo t.,le persone con questa malattia hanno un’anomala quantità di nodi e placche nel cervello. I neuroni si danneggiano e muoiono,il tessuto cerebrale si restringe e la comunicazione tra neuroni è compromessa perché i neurotrasmettitori sono danneggiati. L’alzheimer è considerata una malattia ereditaria,alcuni geni contribuiscono all’insorgenza,con l’avanzare della malattia si danneggia la memoria a lungo termine. -L’amnesia infantile è l’incapacità di ricordare le esperienze personali dei primi anni di vita perché le aree in cui ha sede la memoria a lungo t. sono ancora immature nei primi 3\4 anni di vita, le esperienze non sono codificate e non ci sono spunti adeguati per il recupero. Si potrebbe costruire un ricordo unendo frammenti di informazioni immagazzinate nella memoria in modo apparentemente veritiero. Molti di noi tendono a ricordare il passato tinto di rosa e ci aiuta ad avere una buona considerazione di sé, la costruzione del ricordo si estende al modo in cui visualizziamo il mondo (racconto sui nativi americani agli inglesi che modificano la storia secondo la loro cultura). -Estensione dei confini: ricordare una scena più ampia rispetto alla realtà. -Effetto di disinformazione: distorsione di un ricordo causata da info fuorvianti. Gli effetti di disinformazione sono anche nella confusione tra fonti: tendenza a ricordare qualcosa o riconoscere la familiarità non ricordando quando è stata vista. La confusione si crea quando le persone assistono ad un evento e ricevono indicazioni fuorvianti di proposito dimenticando che la fonte delle info era una domanda o affermazione di qualcun’altro e convincersi che faceva parte dell'evento a cui si è assistito. Le info più accurate si ottengono con il ricordo libero,descrivendo un evento liberamento,senza domande fuorvianti. -False confessioni è un argomento associato a falsi ricordi. Kassin le ha divise in 3 categorie: -false confessioni spontanee: più probabili nei casi di risonanza mediatica;rese per attirare l’attenzione o per ragioni psicologiche. -false confessioni estorte: date per mettere fine ad un interrogatorio estenuante o per ottenere qualcosa di cui l’interrogato ha bisogno: sonno,cibo,fine dei maltrattamenti… -false confessioni interiorizzate: la persona confessa un crimini non commesso ed è convinta dell’opposto. Dato che la cultura influenza il modo di codificare e ricostruire gli eventi,ogni cultura ha un modo diverso di ricordare lo stesso evento. -Lashey: ha fatto ricerche sull’engramma:,traccia fisica che permette di ricordare. Addestrare animali a svolgere vari compiti,asportava regioni specifiche della corteccia per capire se avessero dimenticato; non ha mai trovato l’engramma,ha capito che il ricordo è nel cervello. -McConnell scoprì il trasferimento del ricordo esponendo i vermi alla luce abbinata ad una scossa elettrica,sezionava l’RNA e lo dava in pasto a nuovi vermi e questi erano condizionati dalla luce. -Lobi frontali e corteccia prefrontale: hanno un ruolo importante nella memoria di lavoro. I lobi manifestano un incremento di attività durante i compiti che coinvolgono la memoria di lavoro. L’ippocampo ha un ruolo importante per la memoria a lungo t.; contribuisce a convertire i ricordi a breve t. in permanenti. La formazione di un ricordo dipende anche da altre aree del cervello, (il danneggiamento del talamo compromette la codifica dei nuovi ricordi e il recupero dei vecchi). L’amigdala codifica gli aspetti emotivamente coinvolgenti degli stimoli, ha un ruolo importante nella formazione di ricordi a lungo termine. CAPITOLO 9- IL LINGUAGGIO Gli umani sono superiori rispetto alle altre specie perché siamo in grado di: - pensare in maniera complessa - comunicare in modo efficace - creare rappresentazioni mentali: → comprendono immagini, idee, concetti e principi. → riguardano il mondo e ci permettono di elaborarlo sotto forma di linguaggio, pensiero e ragionamento. La capacità di comunicare: - Ogni lingua umana consiste in un sistema di simboli e regole per combinare questi simboli in modo da generare un numero infinito di possibili messaggi e significati. - Con la parola linguaggio si indica la funzione cognitiva che permette agli esseri umani di imparare ad usare uno o più lingue, ma spesso il termine è usato per indicare il prodotto di questa funzione, in questo senso linguaggio diventa sinonimo di lingua. - La psicolinguistica è lo studio scientifico degli aspetti psicologici del linguaggio, ovvero come le persone comprendono, producono e acquisiscono il discorso. Le funzioni adattive del linguaggio Alcuni teorici evoluzionisti ritengono che il linguaggio si sia evoluto quando gli uomini si riunirono per costruire unità sociali più ampie. Mentre l'ambiente sociale si faceva più complesso, vennero alla luce nuovi problemi: - la necessità di creare una suddivisione del lavoro e dei sistemi di cooperazione sociale - la necessità di sviluppare i costumi sociali, di tramandare conoscenze e saggezza → il linguaggio rese più facile agli uomini adattarsi a queste necessità dell'ambiente La comunicazione: ➔ gli esseri umani si sono evoluti in creature altamente sociali che hanno bisogno di comunicare tra di loro e per questo necessitano di determinate caratteristiche fisiche (cervello complesso, un tratto vocale.. ) ➔ La comunicazione verbale è alla base di moltissime attività, al punto che è quasi impossibile immaginare di poterne fare a meno. Attraverso le parole riusciamo a condividere pensieri, sentimenti, aspirazioni, intenzioni, desideri, necessità e ricordi con gli altri. ➔ Il linguaggio è anche un potente meccanismo di apprendimento, in quanto ci mette a portata di mano i costumi e le conoscenze accumulate nel corso di generazioni. LE PROPRIETÀ DELLE LINGUE Le lingue umane sono simboliche e strutturate: Qualsiasi lingua è caratterizzata da cinque proprietà fondamentali: 1. simboli 2. struttura 3. significato 4. generatività 5. dislocazione → Ogni lingua utilizza suoni, caratteri scritti e altri simboli per rappresentare oggetti, eventi, idee, sentimenti e azioni → ARBITRARIETÀ: i simboli utilizzati in qualsiasi lingua sono arbitrari: ad esempio nessuna delle parole usate nelle varie lingue assomiglia effettivamente ad un cane,, un'infinità di altre parole potrebbero essere utilizzate per rappresentare quello che chiamiamo cane, eppure noi usiamo quella parola perché ha un significato condiviso. → GRAMMATICA: - l'insieme di regole che dettano come si possono combinare i simboli per creare unità di comunicazione dotate di significato. - La sintassi sono le regole che determinano il modo in cui le parole si combinano in frasi o periodi. - Le grammatiche di tutte le lingue hanno proprietà comuni, ma così come le parole cambiano da una lingua all’altra così cambiano anche le regole grammaticali. I messaggi verbali trasmettono un significato: SEMANTICA: è il significato delle parole e delle frasi (ciò che si attiene al significato delle diverse parti del discorso). → basandoci sul modo in cui le parole vengono utilizzate o in parte su come sono organizzate, è possibile trarre un significato da quanto viene detto. → in più per esperienza ci sono delle espressioni che non vanno prese alla lettera Le lingue umane sono generative e consentono la dislocazione: Generativismo, significa che è possibile combinare i simboli della lingua per generare un numero infinito di messaggi che hanno un significato nuovo (es. l’alfabeto italiano è composto da 21 lettere ma si possono combinare oltre mezzo milione di parole) Dislocazione, si riferisce al fatto che è possibile parlare di eventi e oggetti che non sono fisicamente presenti. La lingua umana ci consente di parlare del passato o del futuro, o di persone e eventi che si trovano altrove. LA STRUTTURA DELLE LINGUE Gli psicolinguisti riconoscono che le lingue umane hanno una struttura gerarchica per cui gli elementi più piccoli vengono combinati in elementi più grandi, ogni lingua poi ha una struttura superficiale e una struttura profonda. La struttura gerarchica: Struttura gerarchica tutte le lingue hanno una struttura gerarchica: 1. FONEMI: → l'unità minima di suono che viene riconosciuta come distinta in una data lingua. → singoli fonemi non hanno un significato di per sé, ma un singolo fonema è in grado di cambiare il significato degli elementi linguistici più complessi. 2. MORFEMI: → I fonemi si combinano in morfemi, le unità più piccole della lingua dotate di significato. 3. PAROLE: → formate dall’unione di morfemi 4. FRASI: → formate dall’unione di un enorme numero di parole Oltre questa gerarchia di base esiste anche il discorso, nel quale le frasi vengono combinate in paragrafi, articoli, libri, conversazioni e così via. La struttura superficiale e la struttura profonda: La struttura superficiale di una frase è formata dai simboli che vengono utilizzati e dal loro ordine. La struttura profonda di una frase si riferisce al significato sotteso ai simboli combinati, e questo rimanda alla semantica. esempio: 1. Sam ha mangiato la torta 2. La torta è stata mangiata da Sam 3. Mangiata da Sam è la torta → Le frasi possono avere diverse strutture superficiali, ma uguale struttura profonda. → Può capitare che una singola struttura superficiale possa far nascere due strutture profonde, come quando si scrivono frasi ambigue. → Nella vita quotidiana, quando ascoltiamo, passiamo dalla struttura superficiale alla struttura profonda, con il passare del tempo potremmo anche dimenticare le precise parole utilizzate in una certa frase, ma probabilmente ne ricordia

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