Esame Di Antropologia PDF
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This document contains Anthropology exam questions. The questions cover topics such as patriarchy, matriarchy, sororata, levirate, and relevant anthropological concepts.
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DOMANDE ESAME DI ANTROPOLOGIA 1. Che cosa s'intende per patriarcato? il patriarcato descrive un sistema politico retto dagli uomini. Le donne hanno uno status sociale e politico inferiore ivi compresi i diritti umani di base Il patriarcato descrive un sistema polit...
DOMANDE ESAME DI ANTROPOLOGIA 1. Che cosa s'intende per patriarcato? il patriarcato descrive un sistema politico retto dagli uomini. Le donne hanno uno status sociale e politico inferiore ivi compresi i diritti umani di base Il patriarcato descrive un sistema politico retto esclusivamente da donne e uomini anziani. Le donne anziane possono, dunque, ricoprire importanti ruoli politici ed economici Il patriarcato descrive un sistema politico dove gli uomini partecipano di più alla vita politica ma anche le donne controllano il potere e possono ricoprire ruoli importanti nell'attività economica 2. Quali delle seguenti affermazioni definisce il "matriarcato'"? Nel matriarcato le donne hanno un ruolo centrale nella vita sociale, economica e nell'organizzazione cerimoniale ma questo ruolo non è assemblabile a quello esercitato dagli uomini nelle società patriarcali. un sistema politico guidato da un gruppo di donne anziane la cui autorevolezza è riconosciuta dall'intera comunità. un sistema politico guidato esclusivamente dalle donne. 3. Che differenza c'è tra sororato e levirato? il sororato e il levirato sono una prassi matrimoniale in cui due o più fratelli sposano due o più sorelle. Un esempio di sororato-levirato complesso è narrato nel film Seven Brides for Steven Brothers (sette spose per sette fratelli). il sororato e il levirato sono una continuazione del matrimonio che mantiene l'alleanza fra gruppi di discendenza, sostituendo rispettivamente la moglie o il marito, dopo la vedovanza, con un altro membro del suo gruppo. il sororato e il levirato sono pratiche rituali, attestate in alcune popolazioni dell'Africa equatoriale, in cui vengono messe in atto forme di mutilazione genitale, praticate sia verso le donne che verso gli uomini. il sororato e il levirato sono forme di organizzazione delle famiglie. 4. Giuseppe Pitrè nella storia degli studi demoetnoantropologici italiani è ricordato in quanto: Grande studioso del fenomeno del tarantismo nel Salento Antropologo, ideatore di un originale quadro interpretativo dei sistemi di sussistenza agro-pastorali dell'areale appenninico Etnografo, indagatore delle culture domestiche nella nativa Sicilia Folklorista, specializzato nello studio delle tradizioni carnevalesche alpine 1 5. In cosa si differenziano i ruoli politici del capo villaggio e dei big man? il capo villaggio detiene il potere politico - amministrativo, mentre al big man (letteralmente "grande uomo", cioè "uomo importante") veniva riconosciuto dalla comunità il potere spirituale e religioso il capo villaggio è solitamente un anziano della comunità che detiene il potere politico in modo solo onorifico e non effettivo. Il potere politico effettivo sul villaggio e i suoi abitanti è invece esercitato dal big man (letteralmente "grande uomo", cioè "uomo più importante"). il capo del villaggio è un uomo della comunità che detiene il potere politico solo in virtù del proprio prestigio personale. Il big man, pur attuando il proprio potere politico in ambito strettamente locale, lo esercita in forza della propria adesione ad un partito politico organizzato a livello nazionale. i capi dei villaggi sono leader dotati dell'autorità limitata. Guidano il popolo attraverso l'esempio e la persuasione. Il big man riceve invece supporto e autorità anche al di fuori di un singolo villaggio: si tratta di figure di regolamentazione che agiscono a livello regionale, seppure in modo temporaneo. 6. La domesticazione dei primi animali e la coltivazione di alcune specie vegetali ebbero inizio quanti anni fa? nel tardo Medioevo nell'ultimo quarto dell'Ottocento Alla fine del XVIII secolo Circa 10000-12000 anni fa 7. Chi fu Edward C. Banfield? un antropologo inglese, studioso di musica popolare italiana, collaboratore di Alan Lomax il ricercatore americano che nel 1958 pubblicò il libro "Basi morali di una società arretrata", in cui con riferimento alla società italiana introdusse la nozione di "familismo amorale" l'autore, insieme a Jaberg e Jud, dell'Atlante linguistico ed etnografico d'italia e della svizzera meridionale, in cui confluirono anche i materiali fotografici raccolti da P. Scheurmeier 8. Quali dei seguenti dati, relativi alla diffusione delle principali religioni del mondo, in base alla popolazione mondiale (dati 2005), sono corretti? cristianesimo 33%, islam 21%, non religioso 16%, induismo 14%, culti indigeni 6%, buddismo 6% cristianesimo 23%, non religiosi, 19%, islam 15%, induismo 9%, buddismo 9%, culti indigeni 8%, ebraismo 5% cristianesimo 27%, islam 18%, culti indigeni 12%, non religiosi 11%, buddismo 10%, induismo 7%, ebraismo 5%, tradizionali 5% 2 9. Cos'è la poliginia e poliandria? è il termine con cui si indica che, in una data società, il potere (sociale, economico, politico, ecc..) spetta alle donne; la poliandria viceversa indica le società in cui dominano i maschi. è il termine con cui si indica che, in una data società, la trasmissione dell'eredità avviene per via femminile, la poliandria indica invece la società in cui la trasmissione ereditaria del patrimonio avviene per via maschile. la poliginia è il termine tecnico con cui si indicano le famiglie composte in prevalenza da femmine; la poliandria è viceversa il termine tecnico con si indicano le famiglie caratterizzate da una predominanza numerica di maschi. per calcolare se una famiglia è caratterizzata da poliginia o poliandria si considera la generazione del capofamiglia, la generazione precedente e quella successiva (cioè computando anche nonni e nipoti, se coresidenti). la poliginia è la forma di famiglia che consente a un uomo di avere più mogli; la poliandria quella che consente a una donna di avere più mariti. 10. Chi è stato il fondatore dell'antropologia della religione? Claude Lèvi-Strauss Edward Burnett Taylor Edward Evan Evans-Pritchard Ernesto De Martino 11. Marshal Sahlins propone una famosa classificazione dei modi di reciprocità: Puntuale, positiva e negativa Generalizzata, bilanciata e negativa Generale, applicata e formale 12. Per Claude Lèvi-Strauss il modo di operare del bricoleur può essere così definito: il modo di operare del bricoleur è inizialmente retrospettivo: egli deve rivolgersi verso un insieme già costituito di utensili e di materiali, farne e rifarne l'inventario, e infine, soprattutto, impegnare con esso una sorta di dialogo per inventare, prima di sceglierne una, tutte le risposte che l'insieme può offrire al problema che gli viene posto. il bricoleur ha la capacità di operare creativamente sui saperi materiali e immateriali ricambiandoli creativamente e questo consente ai bricoleur che dedicano a un identico problema, a un'identica intenzione progettuale, di giungere ad analoghe soluzioni il bricoleur lavora a tavolino secondo un progetto lungamente maturato e si mette solo dopo aver riunito i materiali e gli strumenti che servono al suo progetto. 13. Gli "informatori privilegiati" sono: 3 persone che il ricercatore stima particolarmente rappresentative della società studiata. Ogni comunità ha il suo interno persone che per caso, esperienza, talento o esercizio possono conoscere (e saper riferire) le informazioni più complete o utili che riguardano particolari aspetti della vita. detti anche "informatori chiave", sono coloro che hanno una conoscenza più precisa delle dinamiche di una specifica comunità grazie al fatto che posseggono un elevato grado di istruzione. sono un numero ristretto di persone che il ricercatore considera rappresentative della società studiata. sono soggetti che hanno trascorso l'intera esistenza all'interno della comunità e ciò li rende particolarmente autorevoli 14. Che cosa s'intende con l'espressione "corpi culturalmente disciplinati"? l'espressione "corpi culturalmente disciplinati" indica il complesso delle norme volte ad assicurare il buon funzionamento e la regolarità di una comunità o di uno stato con tale espressione si pone l'accento sul fatto che, indipendentemente da contesto culturale, tutti gli esseri umani devono rispettare una disciplina di comportamento più o meno ferrea i nostri corpi sono "culturalmente disciplinati" poiché la cultura ha un ruolo importante nel modellare il nostro corpo. La cultura è una forza ambientale che influenza lo sviluppo umano 16. Cosa notò Mead a Samoa? Che nell'adolescenza dei Samoani non era presente alcun tipo di stress emotivo. Che, come in Occidente, il sesso prematrimoniale non era ben visto. Che c'è un legame inscindibile tra la ribellione adolescenziale e fattori biologici della pubertà. 17. Quale tra queste non è un'opera di Levy-Strauss? La religione dei selvaggi. Tristi Topici. Il pensiero selvaggio. 4 18. Qual è la definizione di cultura, secondo Edward B. Tylor? L'insieme che include ogni esperienza umana tranne le religioni, in quanto poste su un piano diverso. L'insieme dei modelli educativi e dei sistemi di apprendimento e veicolazione di saperi e credenze. L'insieme che include conoscenze, credenze e consuetudini tipiche di una comunità. 19. Cosa si intende con il termine esotismo? Una forma di demonizzazione dell'altro. Il gusto della diversità. Una forma di mitizzazione dell'altro. 20. Cosa studiano i fautori degli approcci interattivi? I processi sociali ciclici e la relazione causale tra cultura e ambiente. I processi religiosi periodici e il rapporto tra essi e i tabù. Il rapporto empatico che si stabilisce tra l'antropologo e alcuni individui della popolazione studiata. 21. Quale tra i seguenti non è un esponente del diffusionismo? Wissler. Smith. Morgan. 22. Secondo Mauss, la società: Impone ai singoli le norme da rispettare, a patto che le comprendano e le condividano. Impone ai singoli le norme da rispettare, anche qualora sfuggano alla loro comprensione. Può imporre ai singoli le norme da rispettare, a patto che le comprendano, anche non condividendole. 23. Che cosa riguarda la proibizione dell'incesto? Relazioni sessuali tra parenti. Relazioni matrimoniali tra parenti. Relazioni sessuali e matrimoniali tra parenti. 24. Dove e quando Lévy-Bruhl e Mauss fondarono l'Istituto di Etnologia? A Lisbona, nel 1896. A Parigi, nel 1925. A Vienna, nel 1925. 25. Qual è l'oggetto di studio dell'antropologia? L'essere umano e il modo in cui si rapporta con il mondo animale. L'essere umano dal punto di vista dei costumi, dei comportamenti e della cultura. 5 L'essere umano esclusivamente dal punto di vista dei costumi e dei rituali. 26. Che definizione dà Malinoski della cultura? La cultura è la risposta alla necessità dell'uomo di sopperire esclusivamente ai bisogni di tipo primario (mangiare, vestirsi, ecc.). La cultura è l'insieme delle credenze e dei linguaggi messi in campo per sopperire ai bisogni terziari. La cultura è la modalità attraverso la quale l'uomo cerca di soddisfare i propri bisogni di ogni grado. 27. Nello stadio civilizzato: Non si riscontra la presenza di forme politiche complesse. Si riscontra la presenza di forme politiche complesse. Si riscontra la presenza di forme politiche complesse di stampo patriarcale. 28. Chi è l'autore dell'opera Argonauti nel Pacifico occidentale? Radcliffe-Brown. Meyer Fortes. Malinowski. 29. Su quale aspetto dell'antropologia si concentrò maggiormente la scuola britannica? Sui rapporti all'interno della società. Nacque così l'antropologia sociale. Sulle strutture di organizzazione sociale, invece di concentrarsi maggiormente sulla sola cultura. Nacque così l'antropologia sociale. Sull'aspetto economico della società e su come esso ne modificasse i rapporti. 30. A cosa è dovuta la discendenza matrilineare? Alla grande importanza che le donne rivestivano in tempi primordiali. Alla mancanza del concetto di paternità nelle popolazioni primitive. All'impossibilità di collegare la discendenza ad un padre preciso. 31. Quali tra questi insiemi di caratteristiche non è tipico della cultura, secondo i nuovi modelli? La cultura è divisiva e selezionata. La cultura è stratificata e differenziata. La cultura è operativa, tramandata, esposta. 32. Cosa comporta il processo di acculturazione? La tolleranza verso e l'accordo con i comportamenti tra individui di culture differenti. L'aumento della cultura di un individuo, mediante lo studio L'assorbimento, da parte di una popolazione, della cultura della popolazione con cui è entrata in contatto o da cui è stata conquistata. 33. Come si definisce un fatto sociale che coinvolge tutti i livelli della società? Onnicomprensiva. Questa definizione si deve a Durkheim. 6 Totale. Questa definizione si deve a Comte. Totale. Questa definizione si deve a Mauss. 34. Quale di queste opzioni completa la definizione corretta della teoria evoluzionista di Darwin? L'evoluzione sorge in concomitanza di due aspetti casuali: Le mutazioni e l'allevamento. La modificazione dell'ambiente e la fitness di ogni specie. Le mutazioni e la variazione dell'ambiente. 35. Lo stadio barbaro è caratterizzato da: Un passaggio dal sistema patriarcale a quello matriarcale. Un passaggio dal sistema matriarcale a quello patriarcale. La persistenza del modello sociale. 36. Quale tra queste non è una caratteristica della cultura? Religiosa, perché non tutte le culture sono religiose. Condivisa. Non tutte le culture sono condivise da tutti. Adattiva. Quando una cultura si adatta cambia se stessa. 37. Cosa simboleggia la proibizione dell'incesto, secondo Lévy-Strauss? Il passaggio dalla natura alla cultura. Il passaggio dall'immoralità alla moralità. Il passaggio dal politeismo al monoteismo. 38. Cosa è il Potlach? Un rito di passaggio con cui i giovani diventavano uomini. Una sostanza stupefacente ricavata da alcune piante utilizzata dagli sciamani. Una cerimonia rituale. 39. Quale tra i seguenti non è un principio fondamentale per la raccolta dati, secondo Malinowski? L'etnologo deve applicare metodi particolari alla raccolta dati. L'etnologo deve vivere nel villaggio dove vive la comunità che vuole studiare. L'etnologo, per non perdere la ragione, deve essere in frequente contatto con i suoi cari e i suoi amici durante il lavoro sul campo. 40. Quali tra questi paradigmi non appartiene all'antropologia? Lo struttural-costruttivismo. L'evoluzionismo. Il particolarismo funzionale. 41. Cosa si intende per animismo? La credenza che esistano più dei, ognuno con le sembianze di un animale specifico. La credenza che qualsiasi fenomeno abbia un'anima. 7 La credenza che la nostra anima trasmigri in un altro corpo dopo la morte. 42. Qual è il rapporto tra natura e umanità, secondo Lévy-Strauss in Tristi Topici? Un rapporto di completa armonia. Un rapporto che va sempre più armonizzandosi. Un rapporto di mancata armonia. 43. A quale evento storico è legata un'accelerazione nell'interesse dell'antropologia? La pubblicazione de L'origine della Specie di Charles Darwin. La scoperta dell'America. Il Congresso di Vienna e la necessità della Restaurazione. 44. Chi furono i pionieri che anticiparono la figura dell'etnografo? Viaggiatori ed esploratori. Gli antropologi, con le ricerche sul campo. Infatti l'etnografo nasce come aiuto all'antropologo stesso. I capitribù di alcune popolazioni di nativi americani. 45. A cosa Morgan deve la sua fama di antropologo? Alle leggi logiche che portano il suo nome. Alla scoperta di alcuni reperti che hanno gettato luce sul rapporto tra Maya e Aztechi. Ad un modello comparativo da lui sviluppato 46. In che epoca comincia l'interesse per l'uomo nello studio di quelle che saranno le aree di interesse dell'antropologia? A fine Settecento, con la nascita della Société des Observateurs de l'homme. Con il successo letterario del Milione di Marco Polo che suscitò l'interesse per l'altro. Nell'Umanesimo in Europa, quando il tema dell'uomo diventa filosoficamente centrale. 47. Il Saggio sul Dono è un'opera di: Durkheim. Tylor. Mauss. 48. Cosa si intende per relativismo culturale? Ogni società è unica e diversa dalle altre, mentre i costumi non hanno sempre un'importanza nel loro contesto specifico. Ogni società è unica e diversa dalle altre, mentre i costumi hanno sempre un'importanza nel loro contesto specifico. Ogni società è unica e diversa dalle altre, mentre i costumi hanno sempre un'importanza anche al di fuori del loro contesto specifico. 8 49. Che tipo di fenomeno è il linguaggio? Un fenomeno bio-culturale. Un fenomeno politico-sociale. Un fenomeno cognitivo-astratto. 50. Cosa si intende per etnografia? La classificazione delle varie etnie per l'individuazione delle varie caratteristiche peculiari. La raccolta dei dati sul campo che serviranno, poi, allo studio delle varie culture. Una branca molto importante dell'antropologia, perché pone in evidenzia elementi culturali molto distanti da quelli dello studioso. Per questo è sempre necessario che l'antropologo scriva un diario di viaggio. 52. Cosa significa etnorama? Un panorama riguardante il flusso simbolico, legato alla teoria di Appadurai. Un panorama riguardante migrazioni e diaspore umane, legato alla teoria di Appadurai. Un panorama riguardante migrazioni e diaspore umane, legato alla teoria di Milton. 53. Quale di questi non è un problema posto dall'antropologia interpretativa? La diffusione della ritualità. La conoscibilità delle culture vivendole dall'interno. L'interpretazione di una cultura con le categorie di un'altra. 54. Che cos'è un paradigma? Una grande teoria che all'interno contiene altre teorie più piccole. Quando queste teorie più piccole non riescono a spiegare un dato fenomeno, esse vengono sostituite da altre teorie o paradigmi. Teorie in sequenza che tentano di spiegare un dato fenomeno. Quando anche un solo elemento non è giustificato, l'intera teoria crolla. Un elemento scientifico che tenta di indirizzare lo scienziato verso una o l'alta direzione. 55. Chi diede per primo la definizione del concetto di cultura? Edward Burnett Tylor con Antropologia: una introduzione allo studio dell'uomo e della civilizzazione, del 1881. Lewis H. Morgan con La Lega degli Irochesi, del 1881. Edward Burnett Tylor con Cultura Primitiva del 1871. 56. Da quale forma di sapere la sociologia doveva mutuare i metodi, secondo Comte? Dalla metafisica. Dalla religione. 9 Dalla scienza. 57. Come si definiscono i sistemi simbolici pubblici? Significati oggettivi. Significati transitivi. Significati intersoggettivi. 58. Chi è Bronislaw Malinowski? Il maggior esponente dello struttural-funzionalismo. Uno dei tanti esponenti del particolarismo. Il maggior esponente del funzionalismo. 59. Qual è il concetto di olismo e come viene applicato nell'ambito dell'antropologia? L'olismo è un approccio filosofico che considera il tutto superiore alla somma delle sue parti. Nell'ambito dell'antropologia, questo significa che per comprendere appieno una cultura o una società, è necessario analizzare tutti gli elementi che la compongono e le relazioni tra di essi. L'olismo è un concetto che enfatizza l'importanza di analizzare solo le parti di una cultura o una società, trascurando il contesto più ampio in cui si trovano. L'olismo è un termine che si riferisce esclusivamente all'analisi delle pratiche religiose all'interno di una comunità, ignorando gli altri aspetti culturali e sociali. L'olismo è una teoria antropologica che afferma che la cultura di una società è determinata principalmente da fattori biologici, come il DNA e l'evoluzione umana, trascurando l'influenza degli ambienti sociali e culturali. 60. In che modo il cibo riflette e influisce sulla cultura di una società? Il cibo è semplicemente un aspetto pratico della vita quotidiana, privo di qualsiasi significato culturale. Le preferenze alimentari di una società sono determinate principalmente dalla disponibilità di risorse e dalle esigenze nutrizionali, senza alcun legame con la cultura o le credenze dei consumatori. Pertanto, non c'è correlazione tra cibo e cultura, e l'atteggiamento nei confronti del cibo è strettamente individuale e non influenzato da fattori culturali o sociali. Il cibo non è solo una necessità biologica, ma anche una componente fondamentale della cultura umana. Le pratiche culinarie, le tradizioni alimentari e le preferenze gastronomiche riflettono valori culturali, credenze religiose, pratiche sociali e identità etniche di una comunità. Oltre a fornire nutrimento, il cibo è spesso al centro delle celebrazioni, delle cerimonie e dei rituali che rafforzano i legami sociali e culturali tra gli individui. Attraverso la cucina, le persone trasmettono la propria storia, memoria collettiva e senso di appartenenza, mantenendo vive le tradizioni e preservando l'eredità culturale per le generazioni future. Sebbene il cibo possa svolgere un ruolo marginale nella definizione dell'identità culturale di una società, la sua influenza è limitata e non così significativa come si potrebbe pensare. Le differenze culinarie tra le culture sono principalmente dovute a 10 fattori geografici e climatici, piuttosto che a credenze o valori culturali. Inoltre, le pratiche alimentari possono variare notevolmente all'interno di una stessa cultura, a seconda delle preferenze individuali e delle abitudini familiari. La cultura di una società influenza solo marginalmente le sue pratiche alimentari, poiché il cibo è principalmente una questione di gusti personali e preferenze individuali. Le tradizioni culinarie sono spesso trascurate o cambiate nel corso del tempo, senza alcun impatto significativo sulla cultura generale di una società. Inoltre, con l'avvento della globalizzazione, le differenze culturali nel cibo stanno diventando sempre meno rilevanti, poiché le persone hanno accesso a una varietà di cibi provenienti da tutto il mondo. 61. Qual è il processo attraverso il quale gli individui acquisiscono e assimilano la cultura predominante della società in cui vivono? Inculturazione Deculturazione Trasferimento culturale marginazione culturale 62. Qual è il significato e il contesto storico-sociale della pratica della questua? La questua è una pratica sociale e culturale diffusa in molte società, che coinvolge la raccolta di donazioni o elemosine da parte di individui o gruppi per sostenere le necessità della comunità. Questa pratica può assumere forme diverse, come la raccolta di cibo, denaro o beni materiali, e spesso è associata a istituzioni religiose o caritatevoli. La questua può servire a garantire il sostentamento di persone in difficoltà, a finanziare progetti comunitari o a celebrare eventi culturali o religiosi. La questua ha radici antiche ed è stata praticata in molte società attraverso i secoli come parte integrante della solidarietà sociale e della redistribuzione delle risorse. In molte culture, la pratica della questua è legata a credenze religiose o spirituali, dove il dare e il ricevere sono considerati atti di carità e generosità che contribuiscono al benessere della comunità nel suo insieme. Nel contesto storico europeo, la questua era una pratica comune durante il medioevo, quando mendicanti e pellegrini chiedevano elemosine per sostenere sé stessi e finanziare viaggi religiosi. La Chiesa cattolica incoraggiava la pratica della questua come forma di carità cristiana, e molte istituzioni religiose e ordini monastici dipendevano dalle donazioni dei fedeli per sostenere le loro attività. La questua è una pratica che ha subito trasformazioni nel corso del tempo e ha assunto significati diversi nelle diverse culture e epoche storiche. In alcuni contesti contemporanei, la questua può essere vista come una forma di sfruttamento o abuso, dove individui vulnerabili sono costretti a mendicare per sopravvivere. Tuttavia, in molti altri contesti, la questua rimane una forma di solidarietà e sostegno reciproco tra membri della comunità, contribuendo a rafforzare legami sociali e a combattere l'esclusione sociale. 11 DOMANDE CHE SONO USCITE A ME 63. A chi si deve la seguente definizione di cultura? “La cultura [...], presa nel suo significato etnografico più ampio, è quell’insieme che include conoscenze, credenze, arte, morale, legge, costume e ogni altra capacità e senza usanza acquisita dall’uomo come appartenente a una società” Ernesto de Martino riporta tale definizione nel volume “Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria” Claude Lévi-Strauss inserisce il concetto di cultura così formulato nel primo capitolo del volume “Il pensiero selvaggio” Sir Edward Taylor riporta tale definizione di cultura nel saggio “Primitive Culture” pubblicato nel 1871 64. Quali delle seguenti affermazioni definisce più correttamente il concetto di antropologia? L’antropologia è una scienza comparativa finalizzata allo studio delle culture preindustriali non occidentali. L’antropologia è una scienza comparativa e olistica. Olistica perché studia la condizione umana nel suo insieme. L’antropologia è una scienza comparativa rivolta allo studio delle società, semplici e complesse, ancora presenti nel mondo occidentale. 65. Che cosa esprime il concetto di “relativismo culturale”? La convinzione che non si debba giudicare il comportamento in seno a una cultura, in base agli standard di un’altra. Portato agli estremi il relativismo culturale sostiene che non esiste una moralità superiore, internazionale o universale e che le regole morali ed etiche di tutte le culture meritino uguale rispetto. Il relativismo culturale è per l’antropologo una metodologia di ricerca sul campo fondata sul principio che tutto ciò che si osserva va analizzato, interpretato e giudicato con la propria scala di valori. Il relativismo culturale è una metodologia di lavoro che consente all’antropologo di mettere in relazione comportamenti, valori e credenze di individui cresciuti in seno a diverse culture con il fine di stabilirne una scala gerarchica. 66. Che cosa si intende con l’espressione “osservazione partecipante”? L’osservazione partecipante è una tecnica etnografica che comporta per l’etnografo la partecipazione attiva alla vita della comunità oggetto di studio. L’etnografo sul campo non si limita quindi a osservare i fatti di cultura ma entra nel vivo dei processi che sta studiando. Con l’espressione “osservazione partecipante” si fa riferimento a una pratica etnografica che coinvolge più ricercatori. Il gruppo di lavoro è chiamato a partecipare 12 all’osservazione dei fatti di cultura e in questo modo il resoconto etnografico sarà molto più analitico e dettagliato. Gli etnografi, per il buon esito della ricerca, non devono prendere parte alla vita della comunità oggetto di studio ma devono essere osservatori del tutto imparziali e distaccati. L’osservazione partecipante è dunque un grave errore metodologico che annulla i vantaggi della ricerca etnografica sul campo. 67. Quali sono le principali differenze tra l’agricoltura e l’orticoltura? La differenza fondamentale tra agricoltura e orticoltura è che la seconda ricorre sempre a un periodo in cui i terreni vengono messi a riposo (a maggese) e non prevede l’impiego di animali domestici (lavoro e letame). Non vi sono particolari differenze tra le due strategie adattative, entrambe fanno un uso intensivo di alcuni fattori di produzione: terreno, manodopera e attrezzature agricole. L’ agricoltura è un tipo di coltivazione che richiede un maggior lavoro rispetto all'orticoltura. L'utilizzo della terra è più intensivo e avviene su base continuativa. Lo sfruttamento permanente dei terreni pone conseguenze importanti a livello demografico, sociale, politico e ambientale. 68. Il termine mezzadria definisce: Un contratto che prevedeva una conduzione della produzione nei poderi con divisione a metà degli utili e delle perdite tra il nucleo familiare contadino che vi risiedeva e li coltivava e il proprietario dei fondi; nei confronti di quest'ultimo, poi, la famiglia rurale era in genere impegnata a servizi personali e domestici e all'offerta di doni in natura. Una tipologia di contratti adottati nell’Italia del sud, ancor oggi in uso, che prevede una conduzione della produzione nei poderi con divisione a metà degli utili e delle perdite tra il nucleo familiare contadino e il proprietario dei fondi. Questi contratti talvolta mirano a limitare i movimenti e i contatti dei coloni, tenendoli lontani da ogni occasione di circolazione delle idee e delle informazioni, quali i mercati o le fiere. Una modalità contrattuale, ancora in uso in alcune regioni dell’Italia centrale, che obbliga il contadino che coltiva il fondo a dividere gli utili (almeno al 50%) con il proprietario dei fondi. 69. Che significato assume il termine “cultura” nel campo degli studi etnoantropologici? Il termine cultura indica il complesso delle attività e dei prodotti intellettuali e manuali dell’uomo in società, quali che ne siano le forme e i contenuti, l’orientamento e il grado di complessità o di consapevolezza, e quale che ne sia la distanza dalle concezioni e dai comportamenti che nella nostra società vengono più o meno ufficialmente riconosciuti come veri, giusti, buoni, e più in genere “culturali”. Il termine cultura indica il grado di istruzione raggiunto da una società, la conoscenza delle grandi tradizioni letterarie e il livello di sviluppo tecnologico raggiunto. Sono creatrici di cultura solo le società umane dotate di scrittura. 13 Il termine cultura indica le tradizioni socialmente apprese ed acquisite e i modi di vivere dei membri di una società. Gli individui iniziano ad apprendere la cultura della propria comunità attraverso un processo di apprendimento consapevole che si struttura a partire dalla scuola dell’obbligo. 70. Cosa sono i culti del cargo? Con l’espressione culti del cargo si è soliti indicare un complesso sincretico di credenze diffuse fra i camionisti messicani, che sono soliti addobbare i propri mezzi di trasporto merci con immagini religiose proprie sia della tradizione cattolica che di quella precolombiana. I culti del cargo sono forme di religione tradizionale tipiche dell’America Latina, diffusi particolarmente in Colombia, Venezuela, Ecuador e nel nord del Perù. I culti del cargo sono culti sincretici della Melanesia e di papua Nuova Guinea in cui si uniscono la dottrina cristiana con le credenze aborigene. 71. Come sappiamo il corpo umano è una sorgente inesauribile di simboli e il ciclo biologico della sua esistenza risulta segnato da interventi culturali. All’interno di questa dinamica cosa s’intende per ‘antropo-poiesi’? Il termine ‘antropo-poiesi’, introdotto in Italia dall’antropologo Francesco Remotti, esprime la fabbricazione, il modellamento dell’uomo da parte degli uomini. Il corpo viene, infatti, disegnato, inciso, scolpito, amputato, modellato. In questo modo l’uomo sperimenta e sancisce un ritorno alla natura dopo aver sperimentato un corpo troppo culturalmente determinato. Il termine ‘antropo-poiesi’ esprime la fabbricazione, il modellamento dell’uomo da parte degli uomini. Una pratica, questa, che caratterizza esclusivamente le società arcaiche d’impianto tradizionale all’interno delle quali la preoccupazione per la costruzione degli uomini si traduce in una vera e propria programmazione del lavoro antropo-poietico. Il termine ‘antropo-poiesi’, introdotto in Italia dall’antropologo Francesco Remotti, esprime la fabbricazione, il modellamento dell’uomo da parte degli uomini. Non esiste una cultura al mondo che accetti il corpo così come ci viene donato da Madre Natura. Il lavoro antropo-poietico è globale e pervasivo. 72. Che cos’è uno sciamano? Lo sciamano è il termine tecnico che designa, fra gli antropologi ed etnografi, tutti coloro che praticano la magia a scopo di guadagno o divertimento e intrattenimento, come ad esempio maghi, prestigiatori, illusionisti, cartomanti, ecc. Lo sciamano è il termine con cui gli etnografi indicano, nelle comunità animiste dell’Africa equatoriale e sub-equatoriale, la guida religiosa e morale delle comunità di villaggio. Lo sciamano è il termine tecnico che indica uomini e donne cui la comunità riconosce poteri soprannaturali, e in particolare il potere predittivo di conoscere il futuro e, in taluni casi, anche influenzarne l’andamento: maghi, streghe, masche, fattucchiere, befane, angeli, veggenti, indovini, ecc. sono tutti termini che designano persone dotate di potere sciamanico. 14 Lo sciamano è colui che, più di ogni altra persona, in virtù di un “apprendistato” specifico agito da parte degli spiriti, riesce a comunicare direttamente con le forze soprannaturali. Ma non solo a comunicare: contratta, discute e arriva persino a combattere con gli spiriti. 73. La specie umana, Homo sapiens: Presenta distinzioni nette di razze infatti è abbastanza facile riconoscere un europeo, un africano, un orientale. Non presenta una distinzione netta di razze in quanto le popolazioni umane non sono state isolate reciprocamente l'una dall'altra per un tempo sufficiente a dare vita a gruppi distinti. Presenta numerose differenze biologiche importanti ed evidenti a tutti. Per questa ragione i ricercatori spiegano tali diversità catalogando le persone in categorie chiamate razze. 74. Il genocidio è: Una grave forma di oppressione che si manifesta attraverso la dominazione politica, sociale, economica e culturale di un territorio e del suo popolo da parte di una potenza straniera nell'arco di un lungo periodo di tempo. La più estrema forma di discriminazione etnica: la distruzione fisica di un gruppo etnico o religioso messa in atto da un gruppo dominante. Una forma di discriminazione messa in atto da un gruppo dominante finalizzata a ottenere che un determinato gruppo etnico sia obbligato ad adottare la cultura dominante. 75. Che cosa significa raccogliere una “Storia di vita”? Significa produrre un ritratto culturale più intimo e personale di alcuni informatori con fine di far emergere le differenze che esistono all’interno di una comunità poiché l’attenzione viene posta su come diverse persone interpretano e affrontano gli stessi problemi. Significa raccogliere in video la narrazione dell’intera esistenza dell’informatore con il fine di far emergere i saperi tradizionali di cui è portatore. Significa documentare in forma audiovisiva la vita di coloro che hanno (o hanno avuto) un ruolo chiave all’interno della comunità con il fine di ricostruirne la storia. 76. Quale delle seguenti affermazioni esprime il concetto turismo sostenibile? Per turismo sostenibile si intende un prodotto turistico capace di soddisfare pienamente le richieste del cliente producendo rilevanti utili economici. Questa azione avviene senza l’aiuto finanziario di enti pubblici (Comuni, Regioni, Stato, Commissione Europea, ecc.…). Il turismo sostenibile è l’ennesima frontiera dell’ecologismo. Un turismo che privilegia la dimensione naturalistica finalizzata a valorizzare le biodiversità di un areale. Un modo di fare turismo che considera le risorse naturali non illimitate e pertanto queste rappresentano un patrimonio da preservare per coloro che verranno, verso i quali abbiamo delle responsabilità. Il turismo sostenibile costituisce una nuova deontologia del saper viaggiare. 15 77. Quale delle seguenti affermazioni sul funzionalismo è corretta?. Con il termine funzionalismo si suole indicare la tecnica che l’antropologo impiega, nel corso della ricerca sul campo, al fine di definire la capacità artigianale messa in atto dalle differenti popolazioni di ideare e produrre utensili e oggetti performativi rispetto alla “funzione” cui sono specificatamente destinati (ad esempio risponde al concetto di funzionalismo la capacità di una lama di essere tagliente). Il funzionalismo è una teoria antropologica che si concentra sul ruolo dei tratti e delle pratiche culturali nella società contemporanea mette in secondo piano la ricerca delle origini. Malinowski, uno dei più rappresentativi interpreti di questa prospettiva di studio, riteneva che tutti gli usi, le tradizioni e le istituzioni di una società fossero integrati e correlati, ovvero ogni singolo elemento di una cultura fosse funzionale agli altri. Il funzionalismo è una metodologia, messa a punto dall’antropologo Lewis Henry Morgan, volta a verificare – in “funzione” dei differenti contesti ambientali (foreste pluviali, deserti, zone costiere, ecc.) – la capacità dell’uomo ad adattarsi in strutture sociali universali (famiglia, clan, bande e tribù, ecc.). Il funzionalismo è un parametro antropologico impiegato per valutare, nell’ambito dell’antropologia del turismo, la capacità che le destinazioni turistiche hanno di mantenere la propria “funzione” originaria rispetto ai flussi di visitatori che, talvolta, possono snaturare i luoghi (ad es. comprendere in che misura Venezia mantiene le funzioni di realtà urbana; come le Cinque Terre mantengono le funzione di borgo marittimo, ecc.). 78. Una delle pratiche culturali più studiate è il Potlach. Di cosa si tratta? Una pratica festiva delle tribù della costa pacifica del nord America in cui i promotori distribuivano doni materiali e in cambio ricevevano prestigio. Di un rito di passaggio all’età adulta degli Igbo del sud della Nigeria, noto per la particolare cruenza. Uno scambio rituale attestato principalmente nella Melanesia Occidentale. È ricordato da Mauss nella sua analisi dello spirito del dono. 79. Cosa sono gli ex-voto? Gli ex voto sono dei quadretti votivi conservati all’interno di chiese e santuari, realizzati per ringraziare la Madonna o i Santi in seguito al ricevimento di una grazia. La zona di una chiesa destinata alla conservazione di quadri raffiguranti i miracoli di un Santo. I ciondoli d’oro o d’argento raffiguranti Gesù o la Madonna che si usava regalare ai bambini, da parte dei parenti stretti, in occasione del battesimo o della prima comunione. L’espressione latina ex-voto indica la grazia o il miracolo ricevuto da Dio, dalla Madonna o da un Santo. 80. Perché è importante il giorno di san Martino nel calendario della tradizione? 16 Perché segna l’aprirsi del ciclo invernale, ma anche il termine dei contratti mezzadrili. Perché indica l’avvio di un nuovo ciclo lunare che condizionerà tutta l’annata agricola seguente. Perché segna l’avvio della stagione dei raccolti agricoli. 81. Su che cosa si basa l’etnicità? L’etnicità si basa sul colore della pelle e su altri tratti biologici facilmente individuabili ed evidenti a chiunque. L’etnicità si basa su somiglianze e differenze culturali in seno a una società o a una nazione: le analogie sono con i membri dello stesso gruppo etnico, mentre le differenze si evidenziano tra il gruppo preso in esame e altri gruppi. L’etnicità o razza è l’esito di un lungo isolamento che una popolazione umana ha vissuto nel tempo e che ha prodotto una “varietà distinta”. 82. Quali status sociali sono attribuiti e quali acquisiti? Status sociali attribuiti e acquisiti sono di fatto due sinonimi che indicano lo stesso concetto: l’insieme delle caratteristiche identitarie possedute da una società nel suo complesso. Status sociali attribuiti sono ad esempio la ricchezza, il potere, la bellezza, ecc. cioè tutte le caratteristiche di una persona e un’organizzazione sociale che si possono individuare solo in modo soggettivo. Status sociali assegnati sono invece l’intelligenza, le capacità di savoir faire, il bricolage creativo, ecc. cioè tutte le caratteristiche di una persona e/o un’organizzazione sociale che, seppur non quantificabili, si possono riscontrare oggettivamente in base a parametri predeterminati. Status sociali attribuiti sono quelli che gli altri attribuiscono ai singoli individui nella propria percezione individuale o collettiva, senza un reale riscontro con la realtà; status sociali acquisiti sono invece tutte quelle caratteristiche effettivamente possedute dall’individuo. Status sociali attribuiti sono quelli che i singoli individui non hanno il potere di scegliere; status sociali acquisiti sono invece quelli che non sono automatici ma che vengono determinati in base a scelte, azioni e talenti o risultati ottenuti dai singoli individui. 83. Che cos’è un rito di passaggio? Con l’espressione rito di passaggio si indicano quei riti che simulano, mimano un passaggio o un viaggio reale dandogli una connotazione esclusivamente spirituale. Nei paesi di tradizione cattolica, il rito di passaggio è ad esempio la Via Crucis, in cui si commemora il passaggio di Cristo verso il Monte Calvario. Altro esempio è il pellegrinaggio ai Sacri Monti, in cui si simula il pellegrinaggio in Terra Santa visitando le diverse cappelle. Sono cioè viaggi che simulano un passaggio nel tempo o nello spazio. Un rito di passaggio è un rito che non può essere compiuto nella propria comunità di residenza abituale, ma bensì un rito che prevede, per poter avere efficacia, il passaggio da un luogo ad un altro. Si tratta di pratiche rituali che ritroviamo un po’ in 17 tutte le culture: nei paesi di tradizione cattolica sono riti di passaggio ad esempio il recarsi ai santuari; fra le popolazioni islamiche è rito di passaggio il recarsi alla Mecca, ecc. Un rito di passaggio è un rito che segna ogni cambiamento di status, condizione, posizione sociale o età. I riti di passaggio implicano dei cambiamenti nello status sociale, come quello dall’adolescenza all’età adulta e dal non essere all’essere membro di una confraternita. I riti di passaggio delle culture contemporanee includono ad esempio il battesimo, il matrimonio, il compimento della maggiore età, ecc. Con l’espressione rito di passaggio si suole designare, fra gli antropologi, tutti quei riti che prevedono vi sia, nell’espressione coreutica o comunitaria, il passaggio in un determinato luogo fisico. Ad esempio una processione in onore del santo patrono che annualmente passa e sacralizza sempre il medesimo luogo si può considerare un esempio di rito di passaggio. Il rito di passaggio può essere compiuto anche a livello individuale: ne sono un esempio le pratiche devozionali che si compivano nella visita ai Sacri Monti, in cui il pellegrinaggio poteva considerarsi effettivamente compiuto solo dopo essere passati a pregare in tutte le cappelle. 84. Che cos’è la battaglia delle regine? Si tratta di confronti incruenti fra mucche provenienti da diverse mandrie, nel momento in cui gli animali raggiungono gli alpeggi e sono liberi di mescolarsi per stabilire nella nuova mandria più ampia la nuova gerarchia e la nuova regina. La situazione che si verifica quando in uno stesso alveare si trovano due ‘api regine’, e l’apicoltore deve farne sciamare una in un’altra arnia, insieme alle sue operaie. Il titolo di una celebre fiaba valdostana. Una festa tradizionale tipica dei pastori delle regioni meridionali italiane. 85. Giuseppe Pitrè nella storia degli studi demoetnoantropologici italiani è ricordato in quanto: Folklorista, specializzato nello studio delle tradizioni carnevalesche alpine. Antropologo, ideatore di un originale quadro interpretativo dei sistemi di sussistenza agro-pastorali dell’areale appenninico. Etnografo, indagatore delle culture domestiche nella nativa Sicilia. Grande studioso del fenomeno del tarantismo nel Salento. 86. Indicate alcuni casi in cui l’antropologo viene utilizzato come consulente in progetti applicativi. Per esempio gli esperti di antropologia applicata in campo medico, che considerano i contesti e le implicazioni di disturbi e malattie sia dal punto di vista socio-culturale sia biologico. Altri esperti di antropologia applicata lavorano per agenzie di sviluppo internazionale. Un altro impiego dell’antropologia applicata lo ritroviamo nella mediazione culturale nel campo dell’istruzione, soprattutto in società caratterizzate dalla presenza di stranieri. Studi e consulenze di tipo antropologico possono aiutare a individuare 18 problemi di comunicazione e di didattica tra insegnanti e bambini o ragazzi provenienti da culture diverse. Per esempio gli esperti di antropologia applicata in campo etnografico, quando cioè l’applicazione delle metodologie antropologiche è finalizzata alla descrizione di feste e riti. Un altro significativo impiego dell’antropologia applicata lo si ritrova nei lavori di schedatura delle tradizioni popolari, degli oggetti del lavoro contadino conservati nei musei etnografici, nei censimenti dei canti popolari delle mondine, ecc. e più in generale in tutti i contesti in cui la metodologia della raccolta etnografica trova concreta applicazione. Esempio di casi in cui l’antropologo viene utilizzato come consulente in progetti applicativi può essere quello in cui lo studioso applica le proprie conoscenze di studio all’interpretazione dei fenomeni caratterizzanti i tratti sociali e culturali delle società post-moderne e complesse. In altri casi l’etnologo e l’antropologo applicano invece le metodologie di indagine delle discipline demo-etno-antropologiche allo studio delle società tradizionali: anche in questi casi si può parlare di antropologia applicata. Per esempio gli esperti di antropologia applicata in campo sociale: questi studiosi applicano cioè le teorie antropologiche allo studio della società contemporanea, dei suoi fenomeni e più in generale della complessità che caratterizza il tempo presente. Un altro impiego lo ritroviamo nello studio della comunicazione televisiva e delle pubblicità: si studia cioè l’influenza che i mass-media e i nuovi strumenti di comunicazione elettronica hanno sulla popolazione di una determinata società. Il principale campo di utilizzo dell’antropologia applicata è la medicina, in tutti quei casi in cui l’antropologo è chiamato ad occuparsi dell’applicazione pratica dei saperi popolari alle pratiche di guarigione attuate nei diversi contesti e in relazione alle diverse culture. 87. Chi fu Edward C. Banfield? L’autore, insieme a Jaberg e Jud, dell’Atlante linguistico ed etnografico d’Italia e della Svizzera meridionale, in cui confluirono anche i materiali fotografici raccolti da P. Scheuermeier. Un antropologo inglese, studioso di musica popolare italiana, collaboratore di Alan Lomax. Il ricercatore americano che nel 1958 pubblicò il libro ‘Basi morali di una società arretrata’, in cui con riferimento alla società italiana introdusse la nozione di “familismo amorale”. 88. In che cosa si differenziano i ruoli politici del capo villaggio e del big man Il capo villaggio è solitamente un anziano della comunità che detiene il potere politico in modo solo onorifico e non effettivo. Il potere politico effettivo sul villaggio e i suoi abitanti è invece esercitato dal big man (letteralmente “grande uomo”, cioè “uomo più importante”). Il capo villaggio detiene il potere politico-amministrativo, mentre al big man (letteralmente “grande uomo”, cioè “uomo importante”) veniva riconosciuto dalla comunità il potere spirituale e religioso. Il capo villaggio è un uomo della comunità che detiene il potere politico solo in virtù del proprio prestigio personale. Il big man, pur attuando il proprio potere politico in 19 ambito strettamente locale, lo esercita in forza della propria adesione ad un partito politico organizzato a livello nazionale. I capi dei villaggi sono leader locali dotati dell’autorità limitata. Guidano il popolo attraverso l’esempio e la persuasione. Il big man riceve invece supporto e autorità anche al di fuori di un singolo villaggio: si tratta di figure di regolamentazione che agiscono a livello regionale, seppure in modo temporaneo. 20