La Memoria: Psicologia Generale (PDF)
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Questo documento presenta un'introduzione alla memoria come sistema attivo che riceve, immagazzina, organizza, modifica e recupera le informazioni. Viene suddivisa in memoria sensoriale, a breve termine e a lungo termine, con relative teorie e processi.
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la memoria psicologia generale Psicologia Generale Università degli Studi di Cagliari (UNICA) 6 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded...
la memoria psicologia generale Psicologia Generale Università degli Studi di Cagliari (UNICA) 6 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected]) Capitolo 7 psicologia generale LA MEMORIA: A differenza di quanto si possa credere, la memoria non è un polveroso magazzino di fatti, ma è in realtà un sistema attivo, che riceve, immagazzina, organizza, modifica e recupera le informazioni. Le informazioni in ingresso vengono inizialmente codificate o raccolte in una forma utilizzabile, vengono poi immagazzinate e custodite e, infine, le informazioni devono essere recuperate per poi poter essere utilizzate. La nostra memoria può quindi essere suddivisa in tre SISTEMI DI IMMAGAZZINAMENTO SEPARATI: Per essere conservate a lungo le informazioni devono quindi passare attraverso la MEMORIA SENSORIALE, tramite l’attenzione arrivare poi alla MEMORIA A BREVE TERMINE e attraverso codifiche efficaci arrivare alla destinazione: LA MEMORIA A LUNGO TERMINE. Un modello ottimo è quello proposto da Atkinson e Schriffin. Abbiamo appena detto che comincia tutto nella MEMORIA SENSORIALE, che trattiene una copia esatta di ciò che vediamo e sentiamo per pochissimi millesimi di secondo. I RICORDI ICONICI hanno in genere una durata di circa mezzo secondo. Negli anni 60 Sperling ipotizzò l’esistenza di un magazzino a brevissimo termine dell’informazione visiva chiamato REGISTRO SENSORIALE. Si ipotizzò quindi, dopo una serie di esperimenti, l’esistenza di un registro sensoriale dalla capienza illimitata, in cui le informazioni vanno in contro ad un rapido decadimento di tipo PRECATEGORIALE e PREATTENTIVO. Il nostro sistema mnestico trattiene per un brevissimo tempo anche le tracce degli input sensoriali uditivi anche quando non vi prestiamo attenzione. Un RICORDO ECOICO è quindi una brevissima attività nel sistema uditivo. Andando avanti si è capito che la memoria sensoriale può essere anche olfattiva, gustativa, tattile e percettiva. L’ATTENZIONE SELETTIVA si concentra su una porzione specifica degli input sensoriali e controlla anche quali informazioni arrivano alla MBT. LA MEMORIA A BREVE TERMINE: La MBT trattiene piccole quantità di informazioni a livello consapevole per una media di circa 12 secondi, i ricordi a breve termine possono essere immagazzinati sotto forma di immagini, spesso però vengono organizzati in forma fonologica, soprattutto richiamando parole e lettere. La MBT trattiene un numero molto ridotto di informazioni, ed è quindi molto sensibile alle INTERRUZIONI ed alle INTERFERENZE. Se dunque l’informazione non verrà REITERATA, ovvero ripetuta mentalmente più volte, essa sarà rapidamente scartata. La MBT viene spesso utilizzata anche per compiere operazioni mentali; quindi, non soltanto per conservare le informazioni, quando questa infatti è abbinata ad altri processi mentali, agisce in modo molto simile a un blocco per appunti mentale o come MEMORIA DI LAVORO, nella quale avvengono buona parte delle nostre attività di pensiero, trattenendo quindi per un breve tempo le informazioni di cui abbiamo bisogno quando pensiamo o dobbiamo risolvere un problema. Secondo Baddley la memoria di lavoro consisterebbe in una serie di comportamenti controllati da un sistema con limitate capacità attentive chiamato ESECUTIVO CENTRALE, e che presiederebbe a tutte le operazioni cognitive intenzionali, e che svolgerebbe quindi funzioni coordinative e integrative delle informazioni provenienti da due sistemi principali: Il LOOP ARTICOLATO adibito all’elaborazione e al mantenimento dell’informazione linguistica che si avvale di un magazzino di memoria e che mantiene le tracce di materiale acustico e verbale Il TACCUINO VISUO-SPAZIALE, che è invece coinvolto nell’elaborazione e nel mantenimento dell’informazione visiva e spaziale, permettendo sia la ritenzione temporanea delle caratteristiche visuo- spaziali delle informazioni in entrata, sia la visualizzazione e la trasformazione delle immagini mentali LA MEMORIA A LUNGO TERMINE: Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected]) In questa vi finiscono le informazioni percepite come significative e importanti. Questa può conservare quantità praticamente illimitate di informazioni e, anzi più cose si conoscono e più è semplice aggiungerne di nuove in quanto si andranno a creare collegamenti sempre maggiori tra le informazioni stesse. Generalmente i ricordi a lungo termine non vengono immagazzinati sulla base del suono, ma sulla base del significato, e se si riescono a collegare le informazioni presenti nella memoria a breve termine a quelle presenti nella memoria a lungo termine, esse acquisiranno un significato e saranno ricordate con maggiore facilità. La TEORIA DELLA SPECIFICITA’ DI CODIFICA DI TULVING dice che: l’elemento da ricordare è codificato in relazione al contesto in cui è appreso, e produce una traccia mnestica unica che incorpora informazioni sia di quell’elemento che del contesto. A seconda di come viene codificata un’informazione, vi sarà un ricordo più o meno duraturo. Secondo una seconda teoria detta TEORIA DELLA PROFONDITA’ DI CODIFICA, la durata della traccia mnestica dipenderebbe dalla profondità di elaborazione in fase di codifica e l’elaborazione delle informazioni in entrata può essere: Percettiva: quando una parola viene codificata come una sequenza di lettere scritte con un certo carattere tipografico (es. maiuscolo/minuscolo) Fonologica: quando una parola viene codificata in termini di proprietà acustiche Semantica: quando una parola viene codificata in base al suo significato Semantica approfondita: quando una parola viene codificata all’interno del contesto di una frase In parole povere esistono quattro livelli di elaborazione dell’informazione, che vanno da un’analisi superficiale dello stimolo ad una più profonda. Si pensò inizialmente che i tempi di risposta in un compito di rievocazione fossero tanto più brevi quanto più superficiale fosse stata l’analisi richiesta, ma una prova successiva di ricordo incidentale mostrò che le percentuali di ritenzione sono tanto più numerose quanto più profondamente le parole vengono analizzate. Per meglio avere chiaro il rapporto tra MBT e MLT si può concludere facendo il classico esempio del tavolo nel magazzino: tutti gli oggetti da smistare nel magazzino devono essere posti su questo tavolo, che, a causa dello spazio insufficiente deve essere sgombrato spesso e, per lasciare spazio agli altri oggetti utili, quelli considerati inutili devono essere gettati via. Quando vogliamo invece accedere a uno specifico oggetto di questo magazzino, lo si riporta sul tavolo per essere utilizzato. Per quanto riguarda la MBT George Miller scoprì che essa è limitata a un numero carico di simboli, il 7, cioè può conservare 7 (più o meno) chunk di informazioni. Un CHUNK è un singolo elemento significativo di informazione. È come se si trattasse di 7 contenitori nei quali possono essere inseriti oggetti in modo separato. Quando tutti questi contenitori nella MBT vengono riempiti, non ci sarà più spazio per le altre informazioni. In una stringa di 12 lettere da memorizzare non dovremmo quindi riuscire a ricordarne più di 7, però formando dei gruppi di lettere, per esempio cercare di ricordarle a due a due può risultare molto più semplice memorizzarle. Se quindi una persona compie un’operazione di RAGGRUPPAMENTO o PROCESSO DI CHUNKING, essa sta ricodificando le informazioni in unità già presenti Nella MLT. IL CHUNKING consiste nell’organizzare il materiale da memorizzare in unità più ampie dotate di significato, facilitando quindi i processi di codifica e recupero dell’informazione. I chunk della MBT possono trattenere informazioni di qualsiasi tipo, il metodo migliore per la loro utilizzazione è in definitiva quello di creare delle sequenze di informazione. I ricordi a breve termine scompaiono molto rapidamente, tuttavia questi ricordi possono essere spostati nella MLT ripetendoli mentalmente in un processo chiamato REITERAZIONE. Ripassare un’informazione ci consente di riascoltarla e quindi ripeterla più volte. L’apprendere per mezzo della semplice ripetizione può però essere definito APPRENDIMENTO MECCANICO. È una tipologia di codifica molto superficiale delle informazioni, quindi, non è il metodo di studio più efficacie. Di contro esiste quindi la CODIFICA ELABORATIVA, più profonda, che attribuisce un’informazione ad un significato, collegandola tramite nessi logici ad altre informazioni già esistenti. E un metodo molto efficace rispetto all’apprendimento meccanico, ed è per questo che mentre si studia è bene cercare esempi e affinità di qualsiasi tipo che rimandano a conoscenze già acquisite. Questo non vuol dire però che la reiterazione non serva, la MBT è sempre pronta a sostituire le informazioni con altre più recenti, infatti, dopo un periodo compreso tra i 12 e i 18 secondi, senza reiterazione i ricordi a breve termine saranno perduti per sempre. Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected]) MLT: In molti penseranno che il nostro cervello registri il passato come fosse una pellicola cinematografica con tanto di colonna sonora, non esiste esempio più errato. Molti particolari, infatti, non vengono immagazzinati nella MLT e inoltre la stimolazione celebrale produce esperienze di tipo mnemonico solo nel 3% dei casi, la maggior parte di questi racconti ha quindi le caratteristiche più del sogno che del ricordo, e molti sono decisamente più immaginari e costruiti da noi stessi. Gli psicologi che studiano la memoria, infatti, oggi ritengono che i ricordi a lungo termine siano solo RELATIVAMENTE PERMANENTI. Quindi, come costruiamo i nostri ricordi? Man mano che le nuove informazioni vengono immagazzinate, quelle vecchie vengono spesso aggiornate, modificate, cancellate o riviste. L’aggiornamento dei ricordi è detto ELABORAZIONE COSTRUTTIVA, i ricordi vengono riorganizzati in continuazione e aggiornati sulla base di nuove informazioni acquisite. Oltretutto i RICORDI MANCANTI possono essere creati ed elaborati con la logica del ragionamento o tramite l’utilizzo di nuove informazioni. A causa di questo meccanismo molto comune è possibile addirittura avere dei falsi ricordi, ovvero avere ricordi di fatti che in realtà non sono mai accaduti e questo può essere un problema se ti stanno interrogando dopo aver assistito ad un omicidio, che può portare magari a ricordarsi di un volto visto da qualche parte ma magari non sulla scena del crimine. Gli psicologi forensi hanno quindi provato a mettere in pratica diverse tecniche per cercare di estrapolare i ricordi veritieri dei testimoni e quindi essere in grado di distinguere il falso dal vero nelle testimonianze sui crimini che si ritrovano ad affrontare. La MLT conserva enormi quantità di informazioni, e per poter fare ciò il nostro archivio deve essere organizzatissimo. Le informazioni nella MLT possono essere catalogate in base a regole, immagini, categorie, simboli , affinità significato formale o significato personale. I ricordi vengono organizzati tramite associazioni, gli psicologi spiegano questo col MODELLO A RETE della memoria. In base a questo modello, la MLT sarebbe organizzata come una rete di idee collegate. Quando le idee sono molto distanti tra loro, per collegarle saranno necessari più passaggi tra le idee che stanno nel mezzo; quindi, più due elementi sono separati nella nostra rete, più tempo impiegheremo per dare una risposta. Es. la parola canarino, in termine di nessi tra informazioni, è probabilmente più vicino al nesso “uccello, volatile” nel nostro archivio di memoria rispetto al nesso canarino come tisana al limone. Questo modello a rete spiega anche la REINTEGRAZIONE, che si diffonde attraverso le varie ramificazioni delle reti mnemoniche, e molti ritengono che possa essere innescata anche dagli altri sensi, come gusto, olfatto, che però sono legati appunto a determinati ricordi. TIPOLOGIE DI MEMORIA A LUNGO TERMINE La MEMORIA PROCEDURALE riguarda le risposte condizionate fondamentali e le azioni apprese. I ricordi di questo genere possono essere espressi solo in forma di azioni, è infatti probabile che le conoscenze sullo svolgimento di particolari attività vengano conservate nel cervelletto e nelle aree sottocorticali. La MEMORIA DICHIARATIVA conserva invece specifiche informazioni, come nomi, idee, parole, volti o date, e queste tipologie di ricordi possono essere espresse sotto forma di parole o simboli. Questa memoria può essere suddivisa in altre due sotto tipologie: - La MEMORIA SEMANTICA che funziona come un’enciclopedia di conoscenze. È un sistema di conoscenza indipendente da riferimenti spazio-temporali e esprime la nostra conoscenza sul mondo in maniera simbolica. - La MEMORIA EPISODICA: si intendono tutti i ricordi di singoli eventi connotati secondo una dimensione spazio-temporale. Particolare in questa è la MEMORIA AUTOBIOGRAFICA, che raccoglie tutti i ricordi legati alla nostra vita e prettamente personali: Si tratta di tutti quei ricordi che è possibile rivivere, e si potrebbe pensare che siano i più duraturi, ma in realtà alcune informazioni episodiche possono essere convertite in semplici conoscenze semantiche. Oltre a memoria procedurale e dichiarativa è però possibile distinguere la MLT anche in MEMORIA RETROSPETTIVA, relativa al ricordo di cose o eventi passati e in MEMORIA PROSPETTICA che invece riguarda l’intenzione di compiere azioni future. Quest’ultima è molto importante, in quanto funzionando come un’agenda degli impegni mentale Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected]) riesce a definire degli schemi di comportamento, e a mantenerli a livello consapevole traducendoli in azioni concrete al momento giusto. DIMENTICARE: L’OBLIO LA MISURAZIONE DELLA MEMORIA: Non è assolutamente vero che qualcosa la si ricordi oppure drasticamente no, o tutto o niente, infatti esistono i cosiddetti RICORDI PARZIALI. Questa sensazione di avere le cose “sulla punta della lingua” si ha quando un ricordo è presente, ma non è completamente recuperabile. Simile a questo stato, detto TOT (tip of tongue) è quell’altra situazione in cui si è in grado di predire se si è in grado di ricordare qualcosa, detta SENSAZIONE DI SAPERE. Diverso è il DEJA-VU, anche questi sono ricordi parziali, non hanno nulla di magico o ignoto, si tratta dell’illusione di aver già vissuto o sperimentato una situazione che in realtà la si sta vivendo per la prima volta. Si tratta di ricordi o recuperi parziali perché questi non sono altro che la riproposizione da parte del nostro cervello di vaghi ricordi di esperienze passate in occasioni nuove, senza però ricordare i particolari, e dato che il ricordo preesistente è troppo debole per arrivare a livello conscio, la nuova situazione appare come familiare. VARI MODI DI RECUPERARE I RICORDI: - La RIEVOCAZIONE: consiste nel recupero diretto di fatti e informazioni. I test di rievocazione o di richiamo libero richiedono una memoria parola per parola. Questa tipologia di recupero delle informazioni ha il suo tallone d’Achille nel cosiddetto EFFETTO DELLA POSIZIONE SERIALE, se bisogna ricordare una lista della spesa, si ricorderanno meglio le ultime cose da comprare, perché sono state le ultime ad essere inserite nei chunk della MBT, e le prime, in quanto sempre questi chunk erano ancora vuoti, e il risultato è che è molto più probabile scordarsi le cose al centro della nostra lista, rispetto che le prime e le ultime. - Il RICONOSCIMENTO: è lo stesso sistema utilizzato per la memoria fotografica, ma anche il riconoscimento non è esente da rischi, la sua accuratezza dipende infatti dal tipo di distrattori utilizzati, ovvero di falsi elementi inseriti accanto a un elemento da riconoscere, e se questi sono molto simili all’elemento corretto, il ricordo può essere carente. - Il RIAPPRENDIMENTO: viene misurato tramite il PUNTEGGIO DI RISPARMIO, ovvero la quantità di tempo risparmiato nel riapprendere le informazioni DISTIZIONE TRA RICORDI IMPLICITI ED ESPLICITI ESPLICITI: tutte quelle conoscenze apprese in maniera diretta ed intenzionale, oppure esperienze passate che possono essere rievocate consapevolmente e riguardano tutto il materiale che può essere descritto verbalmente in modo consapevole dal soggetto, comprendendo dunque la MEMORIA EPISODICA e la MEMORIA SEMANTICA. IMPLICITI: sono indiretti e incidentali, quindi non sono consapevoli. Nello specifico sono una forma di ritenzione non intenzionale e inconsapevole, che rimane al di là del livello cosciente, in cui vi rientrano tutte quelle conoscenze relative a sequenze di movimenti compiute automaticamente o in parallelo ad altri processi, dunque abilità motorie, percettive e cognitive. Ma come è possibile dimostrare l’esistenza di questi ricordi se non sono consapevoli? Furono verificati grazie a degli studi sulla perdita della memoria in seguito a danni cerebrali, invitando i pazienti a ricordare un elenco di nomi comuni, questi non ne ricordavano alcuno; quindi, gli psicologi che li avevano in cura pensarono di non chiedere ai pazienti l’intero elenco di nomi, ma fornirono loro un PRIME suggerendo ad essi le prime due lettere di ciascuna parola. Le due lettere sono indizi, detti CUE, che hanno attivato il PRIMING, ovvero ricordi impliciti che hanno influenzato le risposte dei pazienti. PROBLEMI DI MEMORIA CHE SIAMO COSTRETTI AD AFFRONTARE OGNI GIORNO: Ebbinghaus, testando la propria memoria, dimostrò che l’oblio da prima più rapido, diventa poi col passare del tempo sempre più lento. Chiamata CURVA DELL’OBLIO, si è visto che, anche se questa scende ai valori minimi, non arriverà mai allo zero assoluto, evidenziando che ricordiamo sempre qualcosa che abbiamo appreso. Ma se la curva di Ebbinghaus fornisce una spiegazione generale dell’oblio, non ne fornisce però una spiegazione. CAUSE DELLE DIMENTICANZE: Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected]) - La ragione più ovvia, ma anche la più comune per cui si dimentica, si può dire sia anche la più trascurata. Possiamo NON CODIFICARE i particolari. Nei casi di PROBLEMI DI CODIFICA, si dimentica in gran parte a causa di una carenza di attenzione proprio durante la fase di codifica; quindi, il ricordo semplicemente non è mai stato creato. Questo è un problema che può riguardare sia le informazioni di tipo semantico sia il ricordo dei volti. - Altro discorso sono i PROBLEMI DI RITENZIONE, secondo la curva dell’oblio, le tracce di memoria che corrispondono a un’eccitazione a livello cerebrale, decadono se si indeboliscono fino a scomparire. - Il DECADIMENTO sembra quindi uno dei processi implicati nella perdita dei ricordi sensoriali, che vengono rapidamente selezionati e che Altrettanto rapidamente decadono se giudicati irrilevanti. - Alcune tracce nella memoria a breve termine possono invece indebolirsi per DISUSO, diventando così troppo deboli per essere rievocate. - Un’altra tipologia comprende PROBLEMI DI RECUPERO, anche quando i ricordi sono disponibili e immagazzinati nella memoria, questi devono sempre essere accessibili, localizzati e recuperati, affinché si possa ricordare. Il recupero può fallire per MANCANZA DI STIMOLI O CUE ADEGUATI, Ma un effetto particolare ha bisogno di essere approfondito, l’effetto conosciuto come apprendimento stato-dipendente, grazie al quale la condizione fisica che caratterizza l’apprendimento può facilitare il successivo recupero delle cose apprese. - L’INTERFERENZA, effetto a causa del quale i nuovi ricordi potrebbero compromettere i ricordi più vecchi, ma anche viceversa, e non vi è alcun dubbio sul fatto che questa sia tra le cause principali delle nostre dimenticanze. Si può distinguere tra INTERFERENZA RETROATTIVA, quando è il nuovo apprendimento a interferire col recupero di informazioni già esistenti, e INTERFERENZA PROATTIVA, in cui è l’apprendimento precedente ad inibire il recupero delle in formazioni successive ad esso. - II TRANSFER: si ha un TRANSFER POSITIVO quando la padronanza di un compito ne facilita l’apprendimento, di uno nuovo, si ha TRANSFER NEGATIVO quando le abilità acquisite in una certa situazione sono d’ostacolo a quelle necessarie per l’apprendimento di un compito successivo e nuovo. La differenza tra transfer e interferenza è che il primo agisce nell’apprendimento di azioni vere e proprie, la seconda nell’apprendimento di informazioni. - La RIMOZIONE, attraverso cui i ricordi minacciosi, dolorosi, imbarazzanti, vengono inibiti e tenuti fuori involontariamente dal livello cosciente - La SOPPRESSIONE, che è il tentativo attivo compiuto consapevolmente dal soggetto, di non pensare a qualcosa, che però col passare del tempo può trasformarsi in vera e propria rimozione. LA FORMAZIONE DEI RICORDI Abbiamo escluso tutte quelle cause di oblio dovute a traumi fisici e psicologici, di particolare interesse sono infatti l’AMNESIA RETROGRADA, che riguarda la perdita di memoria degli eventi precedenti a un trauma e l’AMNESIA ANTEROGRADA, che, viceversa, riguarda la perdita di memoria degli eventi successivi al trauma. Sono d’interesse in quanto l’amnesia retrograda può essere spiegata solo presumendo che sia necessario del tempo per produrre un RICORDO DUREVOLE, tramite un processo chiamato CONSOLIDAMENTO. Si potrebbe pensare adesso come allo scrivere sul cemento fresco, quando il cemento si solidifica, ciò che si è scritto rimarrà fissato, ma finché questo è umido può essere cancellato (AMNESIA) o soprascritto (INTERFERENZA). La memoria recente, quindi, viene cancellata più facilmente dei ricordi vecchi, in ciò l’ippocampo ha un ruolo molto importante ed è, infatti, quel famoso luogo di smistamento dove le informazioni possono passare dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, e se questo viene danneggiato ne deriva invece l’AMNESIA ANTEROGRADA, impedendo alla persona che ne è colpita di creare nuovi ricordi. RICORDO FLASHBULB: Immagine particolarmente vivida, quai congelata nella memoria, in occasione di eventi tragici importanti o significativi a livello emotivo. EMOZIONI E MEMORIA sono due temi molto collegati, infatti un aumento delle attività del sistema limbico, in particolare dell’amigdala, sembra facilitare il consolidamento della memoria. Diverse parti del cervello si attivano quando si formano i ricordi a lungo termine, ma alcune aree sono più importanti per ciascuna tipologia di memoria. Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected]) Document shared on https://www.docsity.com/it/la-memoria-psicologia-generale-1/9438635/ Downloaded by: emma-juf ([email protected])