Sociologia - Introduzione, Origini e Prospettive di Smelser PDF

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Liceo Scientifico Leonardo da Vinci

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sociologia società teorie sociologiche Smelser

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Questo manuale, 'Sociologia - SMELSER', offre un'introduzione allo studio scientifico della società, delle sue istituzioni e dei rapporti sociali. Esamina le origini della sociologia, esplorando le prospettive microsociologiche e macrosociologiche. Fornisce un'analisi completa dei concetti fondamentali della sociologia.

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**MANUALE DI SOCIOLOGIA -- SMELSER** **Introduzione alla sociologia.** La sociologia è lo **studio [scientifico] della società**, delle sue istituzioni e dei rapporti sociali. Studia gli esseri umani, perché si comportano in determinati modi: tutto ciò che avviene nelle interazioni fra loro. La soc...

**MANUALE DI SOCIOLOGIA -- SMELSER** **Introduzione alla sociologia.** La sociologia è lo **studio [scientifico] della società**, delle sue istituzioni e dei rapporti sociali. Studia gli esseri umani, perché si comportano in determinati modi: tutto ciò che avviene nelle interazioni fra loro. La sociologia è una scienza [sociale e procede formulando ipotesi, raccogliendo dati e confrontando le ipotesi con i dati raccolti]. La sociologia ha due secoli di vita, i fondatori europei cercavano di capire e spiegare i cambiamenti dati dalla rivoluzione industriale e dalle idee democratiche. La sociologia americana studiava problemi sociali: urbanizzazione, industrializzazione, povertà, crimine, perdita personalità. Negli USA a fine 800 vennero fondati i primi dipartimenti universitari di sociologia; negli anni 20 del 900 i sociologi della scuola di Chicago intrapresero per primi le [ricerche sul campo], studiando la vita quotidiana. Un nuovo [approccio che migliorò l'attendibilità] della sociologia. **Origini sociologia.** In Europa si parla di sociologia dopo la metà del 19° secolo, a causa di 3 rivoluzioni del mondo moderno: *l[a rivoluzione scientifica]:* la sociologia si stacca dalla filosofia per trovare la sua autonomia, adotta il ***metodo sperimentale*** basato sull'osservazione empirica e adattandolo in più ambiti (uomo e società); *la [rivoluzione industriale]:* la prima scienza sociale a diventare autonoma è l'economia politica, gli economisti possono essere considerati anche sociologi ante litteram (prima della lettera), [riflettono sulle trasformazioni] in Inghilterra nel 18 secolo (capitalismo) e cercano di [interpretarle per cogliere le connessioni tra i vari gruppi sociali coinvolt]i. Alle categorie economiche di *terra, capitale, lavoro,* corrispondono gruppi sociali di *proprietari terrieri, imprenditori capitalisti e lavoratori salariati*, che ricevono *vendita, profitto e salario.* Gruppi [legati tra loro da rapporti di scambio,] il [mercato] è [connette la società]: una [mano invisibile che opera per il bene di tutti]. Rivoluzioni: strada verso emancipazione e progresso, dall'altra parte minacciano i rapporti gerarchici tradizionali (dominio temperato da solidarietà). I rapporti interpersonali di scambio dissolvono i legami sociali autentici, separando e sostituendo ciò che è naturale, organico con ciò che è artificiale, meccanico; la *[Rivoluzione francese:]* nascita della sociologia. La società era prima retta da un ordine gerarchico fondato sulla tradizione (religione: superiore, la legittimava), non era necessaria una scienza che studiasse la società. Con [i diritti di cittadinanza si riconosce l'uguaglianza tra esseri uman]i: il 'vivere insieme' e la legittimazione delle gerarchie vanno collocate all'interno della società. La 'Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino'è un documento al quale si rifanno le costituzioni dei moderni stati democratici. S[ociologia è figlia del mutamento:] la [società diventa oggetto di studio quando i suoi fondamenti sono messi in discussione, sono instabili, quando cambiano i rapporti e i comportamenti tra gruppi sociali e individui.] Il mondo può essere diviso in gruppi di '**fatti': biologici** (respirare, nutrirsi, dormire); **psicologici** (percezioni, motivazioni, emozioni); **sociologici** (rapporti sociali e società). Uno stesso fatto può interessare discipline diverse. L'interpretazione sociologica spiega e osserva i diversi fatti tramite 5 diverse **prospettive** concettuali: 1. **Demografica,** studia tutto ciò che riguarda le popolazioni: nascite, morti, matrimoni, migrazioni. 2. **Psicosociale,** spiega i [comportamenti in base al significato che gli viene attribuito] dalle persone: motivazioni, credenze, atteggiamenti, senso d'identità; 3. **Delle strutture collettive,** studia [gruppi, organizzazioni, comunità]: la competizione tra partiti politici, il conflitto etnico, l'appartenenza di classe, i comportamenti collettivi, movimenti sociali ecc.; 4. **Delle relazioni,** studia i [rapporti] tra persone e i [rispettivi ruoli]. Un **ruolo** è l'[insieme di aspettative sociali verso il comportamento del singolo individuo all'interno di un gruppo]. **Un\'istituzione** è [un\'insieme] [ordinato di ruoli] [finalizzati] al [compimento] di [funzioni] fondamentali per il [funzionamento della società;] 5. **Culturale,** analizza i [comportamenti] in base a tratti culturali: [valori e norme]. I **valori** indicano gli obiettivi da raggiungere a livello sociale, aspetto fondamentale della cultura. Sui valori si [formano le norme sociali]. La società che dà importanza alla vita umana avrà norme ferree contro la violenza ai danni delle persone. Le *[norme formali]* stabiliscono il [modo in cui persone e gruppi devono comportarsi] (Codice penale rende inaccettabili e punibili l'omicidio, stupro, rapine). Le *[norme informali]*: [principio del 'non va bene'] (fissare o indicare le persone, masticare a bocca aperta ecc). Le prospettive sociologiche mostrano il vasto campo d'indagine della sociologia, per questo motivo ci sono sociologi che si specializzano in determinati settori. Esistono 2 approcci per lo studio della società: **[Microsociologia: teorie microsociologiche:]** descrivere e spiegare l'interazione. centro dell'interesse sono le [interazioni quotidiane tra gli individui], i singoli soggetti, [comportamenti individuali, motivazioni e significati] che formano le interazioni sociali; - **Teoria dello scambio, Homans** (1973) =l'interazione si fonda sul rapporto [costi-benefici]: le persone evitano comportamenti per i quali sono state punite in passato e ripetono i comportamenti per i quali sono stati in qualche modo ricompensati (amore, elogio, ammirazione, denaro); - **Etnometodologia, Garfinkel** (1967; 1974) = studia la conoscenza di senso comune sulla base della quale hanno luogo le interazioni quotidiane tra le persone; - **Modello drammaturgico, Goffman** (1959) = usa il [teatro] come metafora per d[escrivere l'interazione]: le persone si comportano come [attori] sul palco formato da ribalta e retroscena. Nella [ribalta] gli attori agiscono con [ruoli formalizzati]. Nel [retroscena] gli attori si [preparano in modo informale all'interazione formalizzata nella ribalta]. Attraverso la [gestione delle impressioni influenzano l'opinione] che gli altri hanno di loro; - **Interazionismo simbolico, Mead e Blumer** (1934; 1969) = il comportamento umano non è una reazione immediata agli stimoli esterni. Le persone danno un significato agli [stimoli] ricevuti e [rispondono] attraverso i ***[simboli]***: [parole, oggetti, gesti, azioni]. La c[onoscenza condivisa] del [significato dei simboli permette un'interazione senza problemi.] Esistono simboli con significati ambigui che rendono difficile capire il significato di altri comportamenti; **[Macrosociologia: teorie macrosociologiche:]** studia le [strutture che sorreggono intere società] (istituzioni familiari, educative, organizzazioni religiose, politiche, economiche). Le [persone] che vivono all'interno di queste strutture ne sono [fortemente influenzate.] Studio dei rapporti tra le strutture sociali e i loro cambiamenti. - **Funzionalismo:** prima elaborato da [Spencer] (1897): paragona la società ad un organismo vivente come il corpo umano, ogni parte svolge una funzione specifica. Se una parte non funziona più, tutto il complesso smette di vivere. La società si compone da più parti: economia, politica, religione... ognuna con una funzione. Quanto più queste funzioni differiscono, tanto più è difficile per una parte sostituirne un'altra. [Durkheim] (1893; 1897; 1912) sviluppa il quadro concettuale del funzionalismo. La società è costituita da parti diverse, ognuna contribuisce al funzionamento del tutto. Per spiegare un fatto sociale bisogna che si mostri la sua funzione dentro la società (include tutti i fatti sociali, anche la devianza: mancato rispetto di norme sociali) che non sembra avere funzioni. Durkheim credeva che potesse avere una funzione positiva (l'omicidio è un'opportunità di riaffermare le regole contro un crimine, grazie alle punizioni si manifesta il consenso sulle norme). I moderni [Parsons] (1951) e [Merton] (1951) seguono le vie già trovate da Spencer e Durkheim: identificano le parti della società, scoprono le funzioni positive e negative e le collegano insieme in un quadro complessivo. I [presupposti del funzionalismo contemporaneo sono:] - Una società è un sistema di parti interrelate; - I sistemi sociali sono stabili perché hanno meccanismi di controllo (polizia, tribunali); - Esistono disfunzioni fisiologiche che tendono a risolversi o essere integrate nel sistema; - La società è interessata da un mutamento graduale, non rivoluzionario; - L'integrazione sociale (come un tessuto fatto di molti fili) è prodotta dal consenso della maggior parte dei membri di una società su un certo insieme di valori. - **Teoria del conflitto:** deriva dal pensiero di [Karl Marx (ed Engels,] 1848): il conflitto tra classi sociali è alla base della società: gli individui in base alla situazione economica si dividono in classi che raggruppano da un lato i proprietari dei mezzi di produzione (capitalisti) e dall'altro lato i lavoratori (proletari). Due classi senza valori in comune: una delle due sfrutta l'altra, sono in continuo scontro. Anche i conflitti politici derivano dalla lotta di classe. Marx prevede che la classe sfruttata avrebbe finito col ribellarsi e la rivoluzione avrebbe trasformato l'intera società. Il conflitto tra le classi è la forza motrice della storia. [Dahrendorf] (1957) afferma che la fonte di conflitto più rilevante è l'autorità: la lotta emerge tra chi detiene il potere e chi ne è escluso. [Gli elementi essenziali della teoria del conflitto sono]: - la società si basa sul dominio di alcuni gruppi su altri (datori di lavoro sui dipendenti, ufficiali sui soldati semplici, insegnanti sugli studenti...); - Ogni gruppo sociale ha interessi comuni che si oppongono a quelli di altri gruppi (gli imprenditori vogliono aumentare i profitti, in conflitto con gli ambientalisti che vogliono acqua e aria pulite); - Gli individui che prendono coscienza dei propri interessi comuni diventano una classe sociale, che si organizza come movimento sindacale, gruppo di pressione o partito politico; - L'intensità del conflitto di classe dipende quanto il potere sia centrato nelle mani di alcuni; la possibilità di acquisire potere da chi ne è escluso; la libertà di formare gruppi politici; **Confronto tra funzionalismo e teoria del conflitto.** Funzionalisti vedono la società stabile e ben integrata, i teorici del conflitto la vedono in costante mutamento, soggetta a un continuo scontro tra le forze contrastanti. I funzionalisti mettono in risalto il consenso sui valori tra tutti i membri di una società, conflittualisti sottolineano il dominio di alcuni gruppi sociali su altri. Ogni prospettiva ha i suoi [punti deboli:] funzionalismo non tiene conto che non c'è mai un completo accordo sui valori in una società; la teoria del conflitto non spiega perché la società resta unita e funziona nonostante il costante mutamento. Il dibattito tra queste teorie è ancora aperto, non sono necessariamente contraddittorie. Nella società si ha un livello minimo di integrazione, di valori comuni, ma esistono anche gruppi di conflitto e mutamenti costanti. **La ricerca sociologica.** Quali operazioni comporta la ricerca sociologica? ***Ipotesi e teorie***: la ricerca parte da un'idea sulla causa di un evento o comportamento. L'ipotesi è affermare una correlazione tra più fenomeni: va formulata in modo tale da poterne provare la verità o la falsità. Le ipotesi non sono idee isolate, ma radicate in una o più teorie. Una teoria è un enunciato che contiene una serie di ipotesi interrelate. La sociologia è costituita da fatti, teorie e ipotesi. I metodi di ricerca sociologica sono regole e procedure attraverso cui poter convalidare o meno ipotesi e teorie. ***Variabili:*** analizzando i rapporti di causa/effetto si stabiliscono collegamenti tra due variabili. Una variabile è un fenomeno che può assumere diversi valori (l'età varia in termini di mesi o anni; classe sociale è una variabile perché esistono classi superiori, classi inferiori). Le ricerche vogliono scoprire e misurare come varia un fenomeno e spiegare il riferimento ad un secondo fenomeno. Il primo è la variabile dipendente, il secondo, ovvero la spiegazione/causa del primo, è la variabile indipendente. Quando si avanza una congettura (supposizione) sul rapporto tra variabile dipendente e variabile indipendente, si sta formulando un'ipotesi. **I metodi di ricerca:** metodi per individuare i rapporti tra variabili nella vita sociale sono 4. - **Indagine campionaria**: metodo sistematico per acquisire dati su comportamenti, atteggiamenti, opinioni degli individui; strumento più diffuso nelle scienze sociali. Il ricercatore seleziona attentamente l'insieme di persone (o altro) con caratteristiche comuni, la [popolazione] (membri di una data categoria sociale). Spesso è t[roppo ampia] e si seleziona un ***campione***, [gruppo rappresentativo della popolazione da studiare]; se ben scelto, può portare a delle conclusioni valide per l'intera popolazione. Si formulano delle domande da sottoporre ai componenti del campione, i risultati vengono codificati ed elaborati. Questo metodo è tra i più affidabili, il migliore per una visione rappresentativa di caratteristiche, atteggiamenti di un grande numero di persone, anche se si crede che non sia molto utile per spiegare le motivazioni dei fenomeni; - **Ricerca sul campo**: studia il comportamento degli individui nei contesti della vita quotidiana (etnografia), introdotta negli anni 20 dalla scuola di Chicago. I ricercatori sono presenti nella situazione studiata. Le informazioni raccolte sono più attendibili e più articolate rispetto a quelle ottenute tramite un questionario. La ricerca sul campo però è sottoscritta a una situazione particolare, rischia la generalizzazione; - **Ricerca storica**: il sociologo tedesco Max Weber la utilizzò per primo. Utilizza documenti storici per dimostrare un'ipotesi. È un modello di ricerca importante per molti sociologi, alcuni risaliti a censimenti, agli archivi dei tribunali, a registri ecclesiastici per reperire dati sui mutamenti della famiglia, altri hanno studiato gli archivi di polizia cercando informazioni sui partecipanti delle grandi rivoluzioni della storia. La ricerca storica, attraverso lo studio del passato, ci fa comprendere i rapporti sociali e la società attuale; - **Ricerca sperimentale**: elaborata dagli psicologi. Alla fine del XIX secolo fu applicata in sociologia. In un ambiente controllato si studiano piccoli gruppi di persone. Due gruppi di persone: *[gruppo sperimentale]* che viene esposto alla *[variabile indipendente]*, e il *[gruppo di controllo]* che non viene esposto a *[nessuna variabile.]* Sono due gruppi di persone il più possibile equivalenti, uno viene sottoposto a uno stimolo che l'altro non riceve. Confrontando i risultati si valutano scientificamente gli effetti dello stimolo. ***I controlli*.** Nelle ricerche sociali molte [variabili] potrebbero influenzare i risultati, per questo i ricercatori cercano di mantenerle costanti, [controllarle] per garantire che solo la variabile indipendente sia responsabile dei cambiamenti osservati. I [controlli] consentono di [eliminare] le interferenze derivanti da altre variabili, ovvero le [differenze tra gruppi] (età, genere, numero). In questo modo l'esperimento e il confronto sono più accurati, permette di verificare se la variabile indipendente ha prodotto un effetto. **Sociologia e società.** È necessario un determinato del clima politico per sviluppare la ricerca sociologica: essere liberi di indagare e rendere pubblici i risultati di una ricerca, anche se impopolari, senza rischiare persecuzioni religiose o politiche. Nei regimi totalitari lo sviluppo sociologico è ostacolato da censura e repressione. La sociologia è influenzata da problemi sociali e crisi che la società attraversa, riflette i problemi della società. La ricerca sociologica può anche far emergere problemi sociali di cui si aveva scarsa percezione. **Applicazioni della sociologia.** La sociologia ha vari tipi di applicazione nel contesto sociale: i laureati in sociologia vengono impiegati nella pubblica amministrazione, organizzazioni private che si occupano di questioni sociali come povertà, emarginazione, tossicodipendenza. Tecniche utilizzate vengono adottate in molti campi (ricerche di mercato, sondaggi di opinione). Il lavoro dei sociologi fornisce informazioni utili per elaborare le politiche sociali. La ricerca sociologica può aiutare a valutare l'impatto delle politiche sociali, lavoro chiamato ricerca valutativa, diventato una costante tra le competenze professionali dei sociologi. **GLI ELEMENTI DELLA SOCIETÀ. 2 - LA CULTURA.** La cultura è un insieme di valori, definizioni della realtà e codici di comportamento condivisi da persone che hanno in comune uno specifico modo di vita (Kluckhohn, 1962). Dal latino 'colere'=coltivare, lavorare la terra. Nel Medioevo si riferiva al miglioramento dei raccolti. Dal XIX secolo si applica anche all'educazione: una persona raffinata e istruita è colta. La definizione attuale della [cultura] si riferisce alle [convinzioni, valori, simboli che un gruppo sociale condivide e che costituiscono per i membri un modo di organizzare l'esperienza e guidare il comportamento.] [L'acquisizione della cultura è] una questione di [apprendimento]. Il comportamento degli esseri umani è in parte istintivo, quello degli animali è programmato geneticamente: conoscenze impresse nel loro patrimonio genetico, comportamento corretto che si produce automaticamente. [Il comportamento umano è privo di controllo genetico: abbiamo riflessi, risposte automatiche a stimoli; abbiamo bisogni biologici elementari, come fame e sete, che richiedono di essere soddisfatti tramite una serie complessa di azioni che vengono apprese.] La [cultura] conferisce [forma ordinata alla vita umana]. Negli esseri umani la cultura ha la stessa funzione che il comportamento programmato geneticamente ha negli animali. **Rapporto cultura-società:** bidirezionale, ma delle teorie mostrano un determinismo che vuole stabilire relazioni univoche, generali fra dati strutturali e forme culturali. Sociologia è stata influenzata da prospettive filosofiche unidirezionali. Il determinismo culturale (culturalismo)/il determinismo sociale (sociologismo) è l'alternativa filosofica ad idealismo/materialismo. Le teorie idealiste (Platone, Hegel, Croce) mettono l'idea alla base del conoscere e della realtà. Le filosofie materialiste, Marx ed Engels, vedono la storia come sviluppo di fattori economici, la sovrastruttura culturale come riflesso della sovrastruttura economica, influenzando dal lato materialista il pensiero sociologico. I due determinismi si spostano sull'asse: influenza reciproca/autonomia. **Cultura e socializzazione.** La [cultura viene elaborata e insegnata:] non acquisita biologicamente, [deve essere riprodotta e trasmessa nelle generazioni]. Questo è un processo della socializzazione: idee, valori, norme, opinioni, regole entrano a far parte della personalità di un bambino e plasmano il suo comportamento. Se la socializzazione fallisse la cultura smetterebbe di esistere. **Cultura e controllo.** La [cultura esercita un notevole controllo su chi la possiede]. [Geertz] (1973) "cultura è un [insieme di meccanismi di controllo (schemi, regole, istruzioni) che governano il comportamento]". [Se l'uomo non fosse guidato] da modelli di [cultura] (sistemi organizzati in simboli significativi) [il comportamento] umano sarebbe [ingovernabile, caotico e sconnette atti ed emozioni], senza forma. Osservando il comportamento degli esseri umani non socializzati si capisce quanto la cultura sia [essenziale per l'individuo e la società]. Un bambino abbandonato e cresciuto senza contatto umano non riesce ad acquisire linguaggi, stili di vita ordinati e adeguati mezzi di sussistenza. È disinteressato per ciò che lo circonda, comportamento incontrollato. Manca lo sviluppo della personalità grazie all'interazione con i propri simili (stimolano capacità e formato identità). La [cultura] è istanza [repressiva?] [Freud] (1929) ha esplorato il conflitto tra cultura e lato istintivo umano. La [cultura] spesso [reprime le pulsioni], ma [mai] [completamente]: [definisce le condizioni] alle quali può esservi [gratificazione]; definisce [tempi, luoghi e mezzi] accettabili per [soddisfare i bisogni umani.] La cultura, esempio, non vieta l'attività sessuale, la delimita: prescrive con chi è lecito accoppiarsi, dove e come comportarsi. Il [controllo] culturale [non è assoluto], si [limita a dei fattori]. 1***)limiti biologici degli esseri umani*** (capacità individuali di apprendere, memorizzare); 2***) ambiente fisico*** (fattori ambientali che ostacolano lo sviluppo di particolari modelli culturali); ***3) esigenza di un ordinamento sociale stabile (***non considerare un valore omicidio, furto). **Selezione culturale.** La [cultura] seleziona solo [certi aspetti del comportament]o. L'antropologa Ruth Benedict (1934) afferma: "i suoni che possiamo produrre sono quasi illimitati, ma [ogni lingua deve scegliere e rispettarne una per essere comprensibile]"; "[ogni società nel mondo ha fatto scelte], ognuna ignora le cose che per un'altra sono fondamentali, [danno peso diverso a cose diverse"]. Grazie alla [selettività le culture passate e presenti sono diverse tra loro]. Alcune vedono la guerra come un'attività nobile, altre la detestano e altre non sanno cosa sia; alcune culture permettono il matrimonio tra parenti, altre potrebbero proibirlo, ecc... **Gli universali culturali**. È difficile trovare [tratti comuni a tutte le culture: ***universali culturali***]. [Murdock] (1965) ha proposto [oltre 60 elementi] che riteneva [comuni a tutte le culture (sport, danza, istruzion]e, religione, umorismo, linguaggi...); la forma specifica di ogni elemento varia da una cultura all'altra, in base all'ambiente, storia. Kluckhohn e Murdock ritengono che le [culture] debbano [soddisfare un insieme di bisogni fisiologici, sociali e psicologici], le [modalità] di [soddisfazione possono variare]. Questa [visione] degli universali culturali è stata [criticata]: non esistono bisogni fondamentali. Tutti hanno bisogno di cibo, la gente mangia non solo per soddisfare il bisogno, ma anche per altre ragioni. Il soddisfacimento dei bisogni fondamentali è influenzato da valori e norme culturali che non c'entrano con il bisogno, secondo questi critici è impossibile stabilire una corrispondenza tra bisogni fondamentali e tratti specifici della cultura. **Etnocentrismo e relativismo culturale.** La tendenza a [giudicare le altre culture e considerare superiore la propria si chiama ***etnocentrismo***]. Analoga è la [xenofobia]: paura o odio verso persone e costumi estranei a una particolare società. I primi antropologi paragonavano tutte le culture alla propria, ritenuta più progredita. Il sociologo americano [Sumner] (1906) prese posizione [contro questo atteggiamento]: una [cultura può essere capita solo in base a valori che le sono propri e nel suo contesto]: ***[relativismo culturale]***. [Ruth Benedict] affermò che [ogni cultura va capita non solo nel suo contesto, ma come un tutto:] nessun valore o altro tratto culturale può essere pienamente compreso se separato dal resto. Relativismo culturale [trova piccole differenze tra culture simili] (in Germania negli uffici le porte vengono tenute chiuse per evitare distrazioni, in America gli uffici vengono lasciati aperti. Gli americani che lavorano in Germania si lamentano perché le porte chiuse creano un'atmosfera di freddezza, li fa sentire isolati. Una porta chiusa significa cose diverse). **Identità di gruppo e cultura.** La [cultura] dà il [senso] [di appartenenza al gruppo]. I [membri dello stesso gruppo culturale si comprendono tra loro, provano fiducia e simpatia reciproche,] usano espressioni gergali, [preferiscono certi cibi, mode e altri tratti culturali condivis]i. La cultura [genera solidarietà, ma anche conflitto]. Esempio, il linguaggio permette di comunicare e mantenere coesione tra i membri di un gruppo; dall'altro lato una lingua comune esclude chi non la parla o la parla diversamente. In Gran Bretagna in base a quale classe sociale si appartiene, si parla inglese in forme diverse, alcune considerate migliori di altre. In America ci sono diversi tipi di inglese, differenze di gestualità, abbigliamento, valori che distinguono i gruppi sociali. **GLI ELEMENTI DELLA CULTURA.** **Elementi di base.** Secondo l'antropologo [Goodenough] (1981) la [cultura è composta da quattro elementi]: - **Concetti**. Sono strumenti con cui le persone organizzano la propria esperienza. Tutti vediamo il mondo in termini di forme, colori e sapori, ma culture diverse organizzano il mondo diversamente; - **Relazioni**. Le culture non catalogano il mondo solo tramite concetti, ma anche tramite credenze sul modo in cui le parti sono in relazione tra loro nello spazio, nel tempo, nel significato, nel nesso causale (sappiamo che la terra ruota attorno al sole, prima di Copernico si credeva il contrario. Esistono differenze tra le culture nelle spiegazioni di questa relazione); - **Valori**. I valori sono obiettivi condivisi verso i quali gli esseri umani dovrebbero tendere. Il cristianesimo prescrive la preservazione della vita umana (non uccidere), fedeltà coniugale (non desiderare donna altrui) e rispetto dei genitori (onora padre e madre). Altre culture considerano prioritari altri valori. - **Regole**. Le regole includono norme sociali ed indicano come bisogna comportarsi per rispettare i propri valori culturali. Il nostro ordinamento giuridico è pieno di leggi contro l'omicidio o l'aggressione, perché la nostra cultura attribuisce grande valore alla vita e al benessere degli individui; le leggi che proibiscono il furto e il danneggiamento di beni altrui riflettono il valore positivo assegnato alla proprietà privata. [Goodenough]: *la cultura consiste di standard per decidere cosa esiste (concetti), che cosa può esistere (relazioni), come dobbiamo giudicare tutto ciò (valori), come agire a riguardo (regole).* [Gli elementi della cultura sono interdipendenti]. Gli individui scelgono di seguire le norme anche quando non gli importa per il timore di una punizione, ma anche per ricevere ricompense sociali (rispetto), incentivando a seguire le regole. Uno studente può voler copiare dal vicino, ma non lo fa per paura di essere scoperto e punito. Punizioni e ricompense promuovono l'aderenza alle norme sono le ***sanzioni***: quelle che scoraggiano la trasgressione delle norme sono ***sanzioni negative.*** punizioni fisiche, carcerazione, umiliazione, rimprovero; le ricompense che incoraggiano il rispetto delle norme sono ***sanzioni positive:*** denaro, potere, prestigio, lode. **Il linguaggio.** [Linguaggio] è un [sistema di comunicazione che usa suoni o simboli con significati] arbitrari ma [strutturati]. È un fenomeno sociale, può essere [appreso solo con l'interazione social]e. La [socializzazione si basa sull'imitazione di gesti] (sorridere, aggrottare la fronte), ma il [linguaggio] veicola la [trasmissione della cultura.] Una volta appreso, entro i 10 anni, il vocabolario essenziale, è impossibile dimenticare regole e strutture della lingua. Il linguaggio comporta [regole di comportamento:] modi corretti e scorretti di esprimersi, regole tacite e/o informali che specificano come le parole devono essere combinate per dargli significato. La grammatica è un insieme di regole per organizzare e usare il linguaggio normale (regole variano dal contesto). Il linguaggio serve per [organizzare l'esperienza], molti concetti per noi naturali ci sembrano tali perché sono incorporati nel linguaggio che usiamo per esprimerli. Le lingue distinguono colori, categorie di parentela, a volte un termine che esiste in una lingua è completamente assente in un'altra. [La comunicazione dipende dalla condivisione di significati accettati, compresi e usati da tutti i soggetti che comunican]o. Nelle comunicazioni quotidiane cerchiamo di rassicurarci a vicenda sul fatto che ci capiamo, espressioni "se mi spiego/se ho ben capito". Un [linguaggio condiviso] implica un certo grado di [coesione sociale]: le persone a coordinano le proprie azioni con un intreccio di esortazioni e rimproveri reciproci, [crea legami di comprensione e simpatia, riflette la conoscenza comune, tradizioni ed eventi quotidia]ni. Crea [l'identità di grupp]o. Il [linguaggio è unificante,] ma trasforma in [estranei] quelli che [parlano lingua o dialetto diverso.] I [sottogruppi linguistici evidenziano divisioni profonde. "Non abitiamo in una nazione, ma in una lingua. La nostra lingua madre è la nostra patria".] **L'ideologia.** L'ideologia è un [insieme di assunti e di valori]. Le sue funzioni: - **L'ideologia come riduttore della tensione sociale.** L'ideologia può allentare la tensione sociale che potrebbe svilupparsi se gli individui fossero completamente consapevoli del divario tra valori e condizioni reali. Si attribuisce valore a un ideale che non si riscontra nella realtà; - **Ideologia come espressione di interessi.** Le ideologie possono esprimere o difendere interessi di gruppo. In situazioni di conflitto si attivano sistemi ideologici contrapposti, uno che difende un altro e mette in discussione lo status quo: destra/sinistra, colonizzatori/colonizzati... il gruppo oppresso risulta vincente, la sua ideologia verrà usata per difendere un nuovo assetto dei rapporti sociali; - **Ideologia come fonte di significato.** Geertz, ideologia: attribuisce significato. Date diverse priorità ideologiche, le parti definiscono una determinata situazione e le attribuiscono significato. **Integrazione e diversità culturale.** Esistono nelle culture principi organizzatori dominanti, ma nessuna cultura è da essi completamente unificata, vi sono difficoltà, conflitti culturali. **Il conflitto culturale**. Nel 1890 Durkheim parlava di ***[anomia]*** ([assenza di ordine,] leggi), [disgregazione dell'unità culturale causata dalla mancanza di norme sociali condivise.] L'anomia dell'epoca era provocata dal declino della religione, del vecchio ordine politico e l'ascesa sociale della borghesia. Movimenti possibili grazie ad un sistema di valori coeso. Crimini, divorzi sono il risultato di una disgregazione dell'unità culturale, dei valori religiosi e familiari. [Ogburn] (1922) propone il concetto di ***ritardo culturale*** (cultural lag) [quando i cambiamenti materiali avvengono troppo velocemente], [la cultura non materiale (tradizioni, credenze, leggi) non può stargli dietr]o, generando problemi sociali. [Bourdieu] (1979): la [cultura è un mezzo per mantenere il dominio di una classe sociale sull'altr]a. In Francia le classi medio-alte condividono regole di commensalità (preparare, cucinare il cibo) complesse e difficili da acquisire per chi appartiene a un ceto sociale basso. Usanze creano un [capitale culturale:] un gruppo protegge la propria posizione sociale, escludendo gli altri. **La diversità intraculturale.** Prima del XX secolo in quasi tutte le società europee la cultura assumeva due volti: ***la cultura alta*** (musica, arte, letteratura) [prodotta e consumata da un'élite]; la ***cultura popolare*** (racconti, folklore, miti) [prodotta e consumata dagli strati più poveri della societ]à. I [mezzi di comunicazione di massa] (radio, cinema, televisione) fanno [sparire la divisione tra cultura alta e popolare]: nella cultura di massa le differenze regionali, religiose, di classe si sfumano. Mass-media e culture di massa vanno di pari passo. Una [cultura] è [di massa] se i suoi [prodotti sono standardizzati e diffusi in un pubblico molto vasto]. Ciò comporta una [superficialità] che non permette lo sviluppo di autenticità, creatività ed emozioni più profonde. **Subculture.** Nella società sono presenti [sottogruppi con tradizioni e valori culturali diversi]. La [subcultura è un insieme di valori, norme e stili di vita] [di un gruppo in una società più ampi]a. Classe sociale, provenienza etnica, religione e luogo di residenza si possono combinare e creare una subcultura. **Donne e linguaggio.** Alle donne nella socializzazione si insegna a parlare in modo femminile, non come "maschiacci". "Le bambine devono comportarsi come signorine, non urlano come i ragazzi, sono docili e rassegnate; i bambini possono avere un carattere impetuoso. Tendiamo a scusare uno scoppio di collera da parte di un uomo, ma non da una donna. Alle donne è consentito lamentarsi, solo un uomo può urlare quando è arrabbiato" (Lakoff, 1976). Le donne vengono descritte con termini meno lusinghieri rispetto agli uomini, stereotipi difficili da eliminare. Per questo motivo le donne insistono oggi affinché gli usi linguistici che le legano ad una posizione diversa rispetto agli uomini vengano cancellati dalla lingua scritta e parlata. **Contro culture e conflitto.** La subcultura non deve essere in conflitto con la cultura dominante (ma spesso la subcultura è disprezzata dal resto della società). Subculture rispettate come medici e militari possono risentire di questo problema. A volte un gruppo cerca di sviluppare valori, norme e stili di vita opposti alla cultura dominante: controcultura. I valori di una controcultura possono diventare base di conflitti sociali rimanenti irrisolti, a volte vengono assorbiti dalla cultura dominante, eliminando ogni potenziale minaccia. **3 - LA STRUTTURA SOCIALE.** Dentro la [struttura sociale vivono gli individui.] Si [articola in più livelli di scala crescente,] dal punto di vista del soggetto; struttura fisica: si vive dentro stanze, si trovano dentro edifici, si trovano nei paesi... **I ruoli.** Ogni [persona occupa più posizioni nella società,] ciascuna [posizione] possiede diritti e doveri ed è uno ***status*** (una donna può essere musicista, moglie, madre, insegnante). Una persona [può avere più status,] ma ne avrà [uno che la definisce di più.] Comunemente il [lavoro di una persona fornisce lo status principale]; infatti, quello che si chiede a chi non si conosce è "cosa fai?". [Alcuni status derivano dalla nascita] (genere, origine etnica, luogo di nascita, appartenenza familiare) e sono ***status ascritti.*** Gli status acquisiti da una prestazione si ottengono; nessuno nasce scrittore o ingegnere. Un ***[ruolo]*** è un [insieme di comportamenti orientati sulle aspettative di un certo status.] Ogni [status comprende vari ruoli:] un insegnante si comporta in un modo con gli allievi, in un altro con gli insegnanti e con il preside. I [ruoli] associati a uno [specifico status] costituiscono un ***[complesso di ruoli]*** (Merton, 1949). I ruoli [si acquisiscono durante il processo di socializzazione], sono [definiti] dalle [aspettative degli altri verso noi] (genitori accudiscono i figli, dipendenti fanno il loro lavoro). [Se non] viene [rispettato] un ruolo ci si [sorprende], offende o arrabbia, [l'interazione cambia]. Le aspettative riguardo un ruolo si dividono in [aspettative formali e informali]. ***[Aspettative formali]*** sono le ***leggi***: se firmo un contratto per comprare casa, devo comprarla: se non lo faccio vengo citato in giudizio per inadempienza contrattuale. ***[Aspettative informali]*** sono il comportamento a tavola, modo di vestirsi, di seguire le regole dell'educazione, condizionando la nostra condotta. Le [reazioni al mancato rispetto dell'aspettative di ruolo sono formali o informali]: una ***punizione formale*** è il carcere; ***una punizione informale*** può essere un uomo ubriaco ad una festa e insulta la padrona di casa; non finirà in prigione, ma non sarà più invitato. Ci sono [punizioni sottili]: un comportamento inappropriato può essere seguito da un gelido silenzio, facendo capire a chi ha parlato di aver detto qualcosa di sbagliato. [Se si è conformi alle aspettative di ruolo si ricevono ricompense sociali] (denaro, rispetto, approvazione). Punizioni o ricompense sociali di questo tipo sono dette ***sanzioni***. Le [punizioni sono sanzioni negative] e le [ricompense sanzioni positive], rafforzano le regole di un comportamento appropriato in determinate situazioni. **Caratteristiche dei ruoli.** I [ruoli] esistenti in una [società] sono [infiniti], Parsons ha classificato 5 coppie di ruoli sociali in base a caratteristiche o v[ariabili strutturali] (pattern variables). - **Affettività/neutralità affettiva.** Ruoli come l\'infermiere, il medico esigono neutralità affettiva in situazioni piene di forti tensioni emotive. In altri ruoli, parente o amico, ci si aspetta che venga manifestata apertamente la propria affettività; - **Ascrizione/acquisizione.** Ruoli di bambino, adolescente, pensionato sono status ascritti (età anagrafica). I ruoli acquisiti, es segretario, si basa su un tipo di prestazione, non viene assegnato automaticamente. - **Specificità/diffusione.** Alcuni ruoli sono più specificamente definiti di altri. Medico e paziente si limitano ad aspetti riguardanti la salute. I ruoli di genitore o figlio sono indefiniti, riguardano diversi aspetti di vita. - **Universalismo/particolarismo.** Alcuni [ruoli richiedono che le persone vengano trattate secondo regole universal]i. Da un bibliotecario ci aspettiamo che presti i libri e che esiga il pagamento se non restituiti in tempo. Altri [ruoli prevedono un trattamento particolare a persone con cui siamo relazione]: non faccio pagare mio fratello un lavoro svolto per lui. - **Orientamento verso l\'io/orientamento verso la collettività.** Ruoli diversi richiedono diverse motivazioni. Ci si aspetta che un commerciante sia motivato da interessi personali, che agisca in modo per lui redditizio. Chi lavora in un\'istituzione pubblica dovrebbe agire per il bene collettivo e non personale. Parsons: tutti i ruoli presentano una combinazione di queste variabili. Una prostituta ha un ruolo affettivamente neutro (no emozioni), acquisito (basato su una prestazione), specifico (scambio sesso/denaro), universale (prevede una tariffa fissa a prescindere dal cliente), orientato all'io (servizi venduti per vantaggi personali). **Negoziazione dei ruoli.** Le [aspettative di ruolo vengono assunte attivamente]. Il comportamento è il modo in cui una persona interpreta le aspettative di ruolo. Tra [individuo e aspettative esiste una negoziazione aperta.] Garfinkel (1972) e Cicourel il ruolo non è un copione prestabilito; le persone lo scrivono un po' alla volta. **Sistemi di ruoli.** Ognuno svolge [ruoli in ambiti diversi, i conflitti tra i ruoli sono costanti.] Se la madre vuole pulire il figlio e il padre ritiene la punizione troppo severa si trova in un bivio: appoggiare moglie o il figlio? - **Conflitto di ruoli e tensione di ruolo.** Il conflitto di ruoli avviene quando un individuo deve rispettare aspettative contrastanti riguardo più ruoli, Merton 1949. Gli adolescenti devono rispettare le aspettative dei genitori e quelle dei loro coetanei. In altre situazioni può esserci un conflitto tra diversi aspetti di un medesimo ruolo, la tensione di ruolo. Ci si aspetta che un assistente sociale sia comprensiva e sensibile, ma per trattare determinate situazioni bisogna essere deciso e autoritario; - **Gestione del conflitto di ruoli.** come affrontare il conflitto di ruolo? Merton ritiene che la società offra alcuni modi per attenuarlo. La priorità di ruolo è attribuire un'importanza maggiore a uno o più ruoli rispetto ad altri. Nella nostra società la famiglia e il lavoro vengono considerati al primo posto; si è comprensivi se si dice "vorrei venire, ma devo lavorare/mia moglie non sta bene". Separando i ruoli si separano le aspettative riguardanti ruoli diversi: se un genitore usa un linguaggio scurrile con i colleghi di lavoro, va a contrastare le buone maniere a cui si attiene in famiglia. Tenendo separati i due ruoli, il conflitto tra loro si riduce. Se nonostante tutto si creare un conflitto tra due ruoli, entrambi ne sono minacciati. Con la sdrammatizzazione e lo scherzo si può ridurre il conflitto di ruoli. **Le istituzioni.** ***[Un'istituzione]*** è un [insieme di status e ruoli che soddisfano determinati bisogni sociali]. La nostra società è molto istituzionalizzata. Il sistema educativo è un'istituzione costituita da status e ruoli (insegnante, studente, preside, bidello) adibiti a trasmettere conoscenza e cultura da una generazione all'altra. La famiglia è un'istituzione formata da status e ruoli che produce nuovi membri della società. **Bisogni sociali e istituzioni.** La [tendenza ad aggregarsi] in gruppi, comunità, società è radicata nella [reciproca dipendenza biologica degli esseri umani (]vantaggi della cooperazione e divisione del lavoro). La [persistenza di una società n]on è automatica, [devono essere soddisfatti i bisogni sociali]. Marx: il bisogno fondamentale è la sopravvivenza materiale, se gli sforzi umani per soddisfarlo non si organizzano collettivamente la società cessa di esistere. In base al modo in cui una società si organizza per garantire la sopravvivenza materiale capiamo che tipo di società è. [Lenski e Lenski] (1970) hanno elencato i ***bisogni sociali fondamentali:*** - *[Comunicazione tra i membri]*, attraverso la *lingua* parlata; - *[Produzione di beni e servizi per la sopravvivenza]* dei membri (*[istituzioni economiche)]*; - *[Distribuzione di beni e servizi]* prodotti ([economiche]); - *[Protezione]* dei membri *[da pericoli fisici (clima]*), [altri organismi (parassiti) e nemici umani (sanitarie]); - *[Ricambio dei membri]* con la [riproduzione naturale e la socializzazione degli individui (fam/scuola-sanit]); - *[Controllo dei membri]* per garantire lo [svolgimento del lavoro sociale] e [regolare i conflitti] che potrebbero nascere all'interno della società ([Istituzioni politiche]). Per soddisfare questi bisogni è necessario un impegno collettivo: le istituzioni (esempi di istituzioni sopra). **Risorse e istituzioni.** Per soddisfare i bisogni sociali, le istituzioni devono utilizzare le risorse della società. [Per **produrre beni e serviz**i le istituzioni economiche ricorrono a **quattro tipi di risorse**]: 1. La ***terra*** ([risorse naturali]); 2. Il ***lavoro*** ([capacità degli individui]); 3. Il ***capitale*** ([ricchezza investita nei mezzi di produzione);] 4. ***L'organizzazione*** (mezzi per [coordinare le risorse)]; Una famiglia non sopravvive senza un reddito per provvedere a bisogni materiali, senza amore e dedizione, senza autorità per mediare i conflitti. Le scuole necessitano una sede fisica, insegnanti competenti, disponibilità all'apprendimento e socializzazione degli alunni. Le [istituzioni canalizzano le risorse sociali in modelli di interazione stabili, per soddisfare bisogni sociali]. Le istituzioni non sono statiche e immutabili, in realtà sono [variabili e cambiano] (tecnologia, tradizioni, storia). Sono [poco stabili] nel tempo [perché le condizioni che la influenzano cambiano di continu]o (tecnologie). **Le società.** [L'organizzazione complessiva che comprende le altre in un insieme integrato è la **società**]. Marsh (1967) definisce le [condizioni necessarie] per un [raggruppamento sociale come una società]: - Un ***[territorio delimitato da confini]***; - Il ***[reclutamento di nuovi membri]***, attraverso la [riproduzione sessuale] e anche [immigrazione]; - Una ***[cultura coesa]*** abbastanza per [soddisfare i bisogni sociali]; - ***[L'indipendenza politica]***. I paesi indipendenti dipendono da altri paesi per le risorse necessarie alla propria economia. Il concetto si sovrappone a quello di cultura e di Stato-nazione. Il concetto di [cultura non implica] necessariamente [confini territoriali o indipendenza politica;] il concetto di [Stato-nazione] [implica] un apparato di [governo formale e una specifica identità nazionale] (anche se esistono società che non hanno un'organizzazione statale). **Tipi di società.** Concetto di società è vasto e flessibile. Lenski e Lenski classifica le società in base a mezzi di sussistenza: - **Società di caccia e raccolta.** I membri sono cacciatori/raccoglitori di cibi commestibili, in possesso di utensili primitivi: asce, lance e coltelli. La proprietà è limitata, devono portare tutto ciò che hanno con sé. Il sistema di parentela organizza la vita sociale. La struttura politica è inesistente, è presente un capo tribù; - **Società orticole.** Nelle società orticole semplici orti e giardini vengono coltivati senza attrezzi né aratri; le società orticole avanzate possiedono armi e utensili in metallo. Le società di caccia e orticole sono società di sussistenza: dipendono dalla propria forza fisica e possiedono una produttività alta. A differenza delle società di caccia, le strutture politiche si articolano in due o più livelli di autorità. Il sistema di parentela si articola in clan che intrattengono relazioni complesse, evidente nelle regole dei matrimoni; - **Società agricole.** Egitto, si introduce l'aratro e l'uso di animali da soma, producono cibo in più rispetto alle esigenze del popolo. Il surplus agricolo fa sorgere e sviluppare città, artigianato e commercio. Nasce lo Stato burocratico e gli eserciti, la scrittura e circola la moneta, si forma una struttura di potere complessa. Il sistema di parentela organizza la società, la famiglia era l'unità produttiva fondamentale; - **Società industriali.** Dalla rivoluzione industriale, fine 700 in Gran Bretagna. Oggi le società industriali più avanzate sono in Nord America, Europa, Oceania, Asia orientale. La tecnologia è fondamentale per il loro sviluppo: la produzione industriale implica l'applicazione di conoscenze scientifiche nella produzione e l'uso di fonti energetiche inanimate (vapore generato dal carbone, energia elettrica, energia atomica), sostituendo la forza umana e animale. Il surplus economico è enorme rispetto alle altre società, soddisfa i bisogni di grandi popolazioni concentrate in grandi centri urbani (urbanizzazione). Le società industriali hanno sistemi di governo altamente sviluppati, burocrazia e apparati militari complessi. La famiglia ha perso molte sue funzioni, acquisite da altre istituzioni come quelle per l'educazione dei bambini. **Gemeinschaft e Gesellschaft.** Tonnies (1887): comunità rurale agricola e società urbana industrializzata. - *[Motivazioni]* individuali. In quella agricola gli individui devono rispondere ad obblighi collettivi, le famiglie contadine si scambiano il lavoro non retribuito durante il raccolto. Quella urbana. Si basa sul perseguimento di interessi personale, gli individui offrono denaro in cambio di specifici beni e servizi; - *[Controllo sociale]*. Rurale: usi e realtà tradizionali informali, urbana: leggi codificate formalmente; - *[Divisione lavoro]*. Rurale: specializzazione limitata fondata sui legami di parentela (mogli, mariti, figli svolgono compiti predefiniti). Urbana: divisone e autonomia dei ruoli professionali dai ruoli familiari; - *[Cultura]*. Rurale: si fonda su valori religiosi; urbana: su valori secolari; - *[Istituzioni dominanti.]* Urbana: famiglia, vicinato e comunità locale. Urbana: organizzazioni formali su grande scala (governo, partiti politici, sindacati, imprese). Questa classificazione è stata criticata perché troppo semplicistica, esistono diverse forme di gemain e gesell. [Le **società industriali moderne** miscelano questi elementi.] In questa società sopravvivono molte istituzioni, famiglia e comunità locale, sono indebolite rispetto al passato, ma più coinvolte emotivamente e solidali. **4 - LA SOCIALIZZAZIONE.** La socializzazione è il processo attraverso cui apprendiamo competenze e atteggiamenti connessi a ruoli sociali. Assicurare la continuità sociale: trasmette ideali, valori e modelli di comportamento, permette la riproduzione della società, anche se la sua composizione cambia con la morte e la nascita degli individui. **Come avviene la socializzazione?** Per la ***socializzazione*** servono [tre fattori:] 1. ***Aspettative di ruolo***; 2. ***Propensione alla conformità;*** 3. ***Modifica del comportamento***. Un esempio di socializzazione è ciò che avviene nel gruppo dei pari (coetanei, adolescenti): i ragazzi più popolari [definiscono gli standard,] [gli altri si adeguano o ci provano, modificando il proprio comportament]o. [Socializzazione] non è un processo univoco, il rapporto società/individuo è una [negoziazione continua]. C'è ***chi rifiuta di cambiare*** atteggiamento e non vuole uniformarsi a determinati stili comportamentali utilizzando ***resistenza, ribellione e sfida,*** non stanno alle aspettative degli altri. La propensione alla conformità costituisce la regola e non l'eccezione: i ***limiti biologici*** sono ovvi (se non si hanno le ali non si può volare, nè imparare a farlo); ***limiti culturali*** sono dati dal fatto che una determinata cultura seleziona una minima parte dei comportamenti biologicamente possibili. **Contesto biologico**. Gli esseri [umani] hanno [riflessi geneticamente programmati] come battere le palpebre, afferrare, respirare. I [comportamenti complessi non sono programmati:] bisogna apprendere come vestirsi, procurarsi del cibo ecc. Si nasce con una [scarsa dotazione di comportamenti innati], gli esseri umani sono lenti a sviluppare [capacità di sopravvivenza]. Un bambino dipende dall'adulto fino a oltre il primo anno. I bambini sono in una posizione di [pericolosa dipendenza dagli adulti;] nella prolungata [fase di sviluppo i bambini] possono acquisire ***[capacità più complesse]*** di quelle degli animali, come l'uso del ***[linguaggio]***. **Contesto culturale**. Ogni società valorizza specifici valori culturali trasmessi durante la socializzazione, selezionando alcuni tratti di personalità. In base ai valori privilegiati e ai tratti di personalità selezionati, la socializzazione varia da una cultura all'altra. Sui valori poggiano le norme culturali che regolano l'interazione tra individui. Alcune norme diventano leggi (furto, aggressione): chi non le rispetta è soggetto a sanzioni. Alcune norme sono più importanti di altre: violare la legge contro l'omicidio è più grave di violare un divieto di sosta. La maggior parte delle norme non diventano leggi, come il nostro comportamento quotidiano: comportarsi cortesemente verso il prossimo, portare un regalo quando si è invitati alla festa di compleanno. Sono aspettative di comportamento che vengono trasmesse ai bambini. **Sociobiologia**. La cultura influenza i comportamenti, la condotta umana è dominata da fattori biologici. Sociobiologia: i fattori genetici hanno un grande effetto sul comportamento umano. Molti comportamenti (aggressività, altruismo) hanno origini biologiche: la natura umana è un complesso di predisposizioni genetiche che portano gli individui a comportarsi in un certo modo. Wilson, 1975: i fattori genetici innescano e limitano il nostro comportamento. Questi fattori sono il risultato di migliaia, milioni di anni di evoluzione: nelle generazioni i portatori di geni che determinano comportamenti che aumentano la sopravvivenza si accresce naturalmente; il nostro comportamento attuale comprende azioni geneticamente determinate, rilevate utili in passato. L'altruismo è il sacrificio di sé verso altri e sembra in conflitto con la sopravvivenza, ma deriva da una predisposizione genetica e contribuisce alla sopravvivenza della specie: proteggere i nostri cari permette di trasmettere i propri geni alla generazione successiva. La sociobiologia è criticata: non esistono prove scientifiche sul principio fondamentale della sociobiologia: collegamento tra specifici geni e comportamento sociale; trascura la capacità umana di utilizzare simboli e servirsi del ragionamento (attività determinanti del comportamento). Nel 'disagio della civiltà' Freud, 1929: "impulsi biologici sono in conflitto con la cultura. La civiltà impone agli individui di reprimere gli impulsi biologici ". Malinowski, 1937: rapporto più armonico: "le istituzioni sono sistemi elaborati per gratificare le pulsioni biologiche. famiglia, matrimonio danno ai rapporti sessuali funzione e sede legittima ". La verità si trova a metà strada. La biologia definisce i bisogni e i limiti della natura umana, a partire da questi gli umani sono adattabili: apprendono comportamenti e trovano soluzioni che assecondano, negano o mediano i fattori biologici. **Teorie dello sviluppo della personalità**. Come si sviluppa la personalità? Durante l'interazione con gli altri, interazione influenzata da caratteri fisici come età, intelligenza, genere. Anche l'ambiente, le esperienze influiscono sulla personalità. Un fattore importante nella formazione della personalità è la cultura di cui facciamo parte. **Cooley e Mead**. ***[Cooley]***, 1909: la [personalità emerge dall'interazione degli individui con il mondo], nel corso della quale [creano un'i***o riflesso***] [costituito da] 3 fattori: 1. [La percezione nostra di come gli altri ci vedono]; 2. La [percezione] nostra [della loro reazione a come ci vedono]; 3. La [nostra reazione a quella percepita negli altri]. Questa teoria [da molto peso ai pensieri e sentimenti degli altri riguardo noi]. ***[Mead]***: la [personalità emerge nei rapporti con gli altri;] inizialmente i bambini non riescono ad interpretare i comportamenti degli altri; quando attribuiscono significati escono dalla propria coscienza indistinta, capaci di pensare a sé stessi ugualmente a come pensano agli altri ed iniziano ad acquisire un senso di identità. [Processo di formazione diviso in 3 fasi:] 1. **[Fase dell'imitazione]**: bambini replicano il comportamento degli adulti senza capire cosa stanno facendo; 2. **[Fase del gioco libero]** (play): bambino comincia a interpretare i comportamenti come ruoli e assumerli (gioca a fare il dottore, pilota). Gioca con pupazzi e bambole assumendo due ruoli: parlano affettuosamente o rimproverano, imitando un genitore e rispondendo come risponderebbe un bambino. Il continuo spostamento da un ruolo all'altro dà a pensieri e azioni lo stesso significato attribuito dalla società: permette di costruire la personalità. Per Mead la ***[personalità, il Sé (self)]*** è **divisa** tra **Io** e **Me**. *[L'Io]* è **[come]** [mi pongo di fronte agli altri, alla società]; il *[Me]* è la **[mia idea]** di come gli altri significativi mi vedono (parenti, amici). [L'Io pensa e reagisce al Me.] I bambini grazie ai ruoli [nei giochi costruiscono un Me]; 3. **[Fase del gioco organizzato]** (game): il bambino capisce ciò che un gruppo si aspetta da lui. [L'insieme delle aspettative] diventa una persona senza volto: '[altro generalizzato]'. Il bambino regola il proprio comportamento in base agli standard attribuiti a questo altro. I bambini acquisiscono un'identità sociale. **Freud**. Contro Mead. [L'individuo] è in [perenne ***conflitto*** con la società]. Le pulsioni biologiche, soprattutto sessuali, contrastano le norme sociali: la [socializzazione è addomesticare le pulsioni]. La ***personalità*** si compone di ***tre componenti*** distinte: Es, Io, Super-Io. - [L'**Es**] è energia che funziona in base al piacere. Se l'energia viene scaricata, la tensione si riduce e genera sensazione di piacere (funz. Corporee che dipendono da es: poppata, orgasmo); - [L'**Io**] è l'agente esecutivo della personalità, media tra il mondo esterno e la personalità, è guidato dal principio di realtà: attendere condizioni adeguate prima di scaricare la tensione dell'Es; - Il **[Super-Io]** è il principio morale con funzione di giudizio morale. Incarna l'idealizzazione del genitore, l'autorità, ed esige un comportamento conforme agli standard stabiliti da questo e dalla società; l'Io obbedisce al principio di realtà e attende condizioni adeguate a soddisfare l'Es, principio del piacere. Deve obbedire alle istanze morali del super-io, che premia o punisce l'io con sentimenti di orgoglio o colpa. *[Fasi dello sviluppo psicosessuale]*: personalità si forma in 4 fasi, ognuna associata a una zona erogena del corpo, in ognuna il desiderio di gratificazione si scontra con i limiti imposti dalla società, genitori super-io. 1. **[Fase orale]**: nascita-18 mesi. Zona erogena= bocca. Le attività del bambino ottengono soddisfazione attraverso la bocca, non solo placando la fame, ma dal piacere di succhiare in sé; 2. **[Fase anale]**: 18 mesi-3 anni. Zona erogena= ano. La gratificazione deriva dal trattenere ed espellere le feci. Si lotta per l'autonomia, i genitori addestrano il bambino a controllare gli sfinteri; 3. **[Fase fallica]**: 3-6 anni. Zone erogena= pene o clitoride. Maschi e femmine si sviluppano in direzioni diverse, entrambe interessate al pene e desiderose del genitore del sesso opposto (complesso di Edipo). I bambini vedono il padre come un rivale che si oppone al loro desiderio per la madre (minaccia di evirazione). Le bambine si accorgono di non avere il pene, si sentono deprivate rispetto ai maschi (invidia del pene) tentano di compensare con il desiderio di avere un figlio con il padre; 4. **[Fase genitale]**: 6 anni-pubertà (periodo di latenza), maschi e femmine reprimono gli impulsi sessuali, fonte principale del piacere è il rapporto sessuale genitale con un membro di sesso opposto. **Piaget**. La personalità si basa sullo sviluppo cognitivo (processo in cui si controllano i processi mentali). Ogni stadio dello sviluppo cognitivo implica nuove capacità che definiscono i limiti di quanto si può apprendere. I bambini seguono questi stadi secondo una sequenza definita. 1. **[Stadio senso-motorio]**: nascita-2 anni. I bambini danno all'ambiente risposte di tipo sensoriale e motorio. Reagiscono al presente immediato, non fanno progetti, non possiedono immagini mentali, parole; 2. [**Stadio preoperatorio**:] 2-7 anni. Avviene la conquista della rappresentazione: il bambino è capace di utilizzare simboli, immagini e parole per rappresentare altre cose. Nasce il linguaggio e il disegno; 3. **[Stadio operatorio concreto:]** 7-12 anni. I bambini ragionano logicamente davanti a problemi concreti, riguardanti oggetti visibili e malleabili. Nei problemi in forma verbale commettono errori; 4. **[Stadio operatorio formale]**: dai 12. I ragazzi risolvono problemi in forma verbale e anche in forma astratta (algebra) senza bisogno di supporti materiali. Tappa avanzata dello sviluppo cognitivo, permette di compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche. **Kohlberg**. 1963, psicologo influenzato da Piaget. Kohlberg identifica **[6 fasi]** di [sviluppo morale] in [sequenza fissa.] Passare da una fase alla successiva dipende dalle abilità cognitive e dalla capacità di stabilire empatia con gli altri. Non associa le fasi ad età precise, ogni individuo può maturare in diversi momenti. P**[rime due fasi:]** il bambino non ha sviluppato il senso di giusto o ingiusto: castigo (prima fase) o premio (seconda) guidano il suo comportamento. **[Terza fase:]** diventa consapevole dell'opinione altrui e agisce per ricevere approvazione. Il desiderio di compiacere gli altri guida il comportamento e si inizia a capire cosa sia giusto o ingiusto. **[Quarta fase:]** consapevoli delle norme sociali e comunità. Il comportamento è regolato dalla consapevolezza morale. Il rispetto delle regole contraddistingue le persone arrivate a questa fase. **[Quinta fase:]** consapevoli dei conflitti tra più convinzioni morali e si giudica in autonomia cosa è bene e male. **[Sesta fase:]** si elaborano principi etici universali e coerenti. Le persone prendono decisioni morali svincolate dalla preoccupazione per il proprio interesse (Gesù, Martin Luther King, Gandhi). La teoria di Kohlberg è stata criticata perché è difficile classificare in fasi, si comportano diversamente. **La socializzazione continua**. La più intensa socializzazione avviene nell'infanzia e adolescenza, ma continua anche in vita adulta e vecchiaia. [Brim] (1966), tra i primi a descrivere la socializzazione come un processo che continua per tutta la vita, quella adulta diversa da quella infantile. La ***socializzazione infantile*** è incentrata sulle motivazioni, quella ***adulta*** è finalizzata a sviluppare capacità specifiche (i bambini imparano ad essere attenti, educati, obbedire; gli adulti vengono socializzati a diventare, esempio, soldati o manager). Nell'infanzia si formano valori stabili, età adulta riguarda comportamenti modificabili. I bambini possiedono solo l'adesione acritica alle regole, gli adulti valutano criticamente le regole. Infanzia obbedisce all'autorità, gli adulti riconoscono il conflitto di ruoli, devono stabilire priorità relative: meglio possibile o male minore. **Socializzazione come adattamento alle crisi**. La [socializzazione cambia dall'infanzia all'età adulta, perché le sfide, le crisi sono diverse]. Alcuni autori/sociologi considerano l'età adulta e l'infanzia, da un punto di vista adattivo: [una sequenza di crisi, previste o meno, alle quali si deve rispondere attraverso adattamenti] (perdita forza fisica causata dall'invecchiamento). Clausen (1972) individua momenti critici nella vita adulta che richiedono cambiamenti: gli adulti devono affrontare la scelta di carriera, affrontare lo stress che ne deriva, trovare equilibrio tra lavoro e famiglia; combattere le crisi mezza età, il lavoro diventano noioso, i figli vanno a vivere da soli, la vita sembra perdere significato e portando paura di invecchiare, preoccupazioni per la morte, tentativi di sentirsi giovani. I sintomi sono: adulterio, divorzio, un cambiamento radicale di lavoro... **Sviluppo umano come socializzazione continua**. [Erikson: sviluppo continua per tutta la vita.] La teoria trova **[otto fasi]**, le [prime cinque] riguardano [l'infanzia], le [ultime tre] alla vita [adulta]. [In ogni momento] l'individuo [affronta crisi o sfide] particolari. Il [passaggio da una fase all'altra avviene quando la crisi viene risolta]. 1. ***[Fiducia/sfiducia]*** (prima infanzia). Grazie alle cure ricevute il bambino si sente sicuro: i bisogni verranno soddisfatti. Non prova ansia se l'adulto si allontana. Se viene maltrattato, trascurato, la prima crisi non viene superata e possono permanere tracce di sfiducia. Non sempre si supera la crisi; 2. ***[Autonomia/vergogna e dubbio]*** (1-2 anni) il bambino sviluppa una prima coscienza di sé, apprende le regole di convivenza con gli altri. i genitori lo iniziano al controllo degli sfinteri. Troppe aspettative possono generare senso di vergogna nel bambino e minare i suoi tentativi di conquistare autonomia; 3. ***[Iniziativa/senso di colpa]*** (3-5 anni). Sviluppa il linguaggio, locomozione, interazione con la famiglia. Il bambino capisce le differenze sessuali e intraprende per gioco attività che possono trasgredire le norme stabilite dagli adulti. Se gli adulti sono troppo rigidi verso le trasgressioni il bambino sviluppa il senso di colpa. Se sono equilibrati il bambino preserva lo spirito di iniziativa; 4. ***[Intraprendenza/senso di inferiorità]*** (primi anni di scuola). A scuola il bambino ha nuove responsabilità. Se riesce bene nei compiti assegnati è contento di impegnarsi, se vive ripetuti insuccessi sviluppa un senso di inferiorità; 5. ***[Identità/confusione di ruoli]*** (adolescenza). I ragazzi diventano adulti, le pulsioni sessuali sono attive. l'adolescente prende decisioni importanti sugli studi, il lavoro, la scelta di un partner. Se non riesce ad affrontare queste sfide, rimane incerto sulla propria identità; 6. ***[Intimità/isolamento]*** (inizio età adulta). La persona cerca di stabilire una relazione basata sulla fiducia, solitamente con un partner fisso. Tentativo che può fallire, portare alla separazione/divorzio. Se il conflitto intimità/isolamento non si risolve, la persona vive una serie di relazioni temporanee destinate a fallire; 7. ***[Generatività/stagnazione]*** (età adulta matura). Ci si interroga sulla responsabilità verso la società. Se si contribuisce alla società con le proprie attività, se in grado di generare figli e accudirli, se si riesce ad affrontare problemi familiari-professionali. Se le sfide non sono affrontate positivamente, si insorge in un impoverimento personale una mancanza di obiettivi; 8. ***[Integrità/disperazione]*** (tarda età adulta). Si fa un bilancio della propria vita, consapevoli che sta per concludersi. Se si valuta positivamente la propria esperienza, si ha una sensazione di integrità. Se guardandosi indietro vorrebbe cambiare tutto, ma capisce che è tardi, arriva la disperazione. **Risocializzazione**. I [tratti] acquisiti nell'i[nfanzia non sono immutabili]. Il processo di ***risocializzazione***: il [riapprendimento di valori, ruoli e comportamenti che si sostituiscono ad altri precedentemente appresi in modo incompleto o inadatto.] Può comprendere programmi di formazione scolastica o addestramento professionale. Con la psicoterapia gli individui cercano di capire i conflitti interni e modificare il comportamento. **La socializzazione alla vecchiaia**. La socializzazione alla vecchiaia non è un processo di crescita. Lo sviluppo può arrestarsi man mano che le possibilità fisiche e psicologiche declinano. Gli [anziani non sono socializzati efficacemente alla vecchiaia.] Altre fasi di socializzazione possono sono scandite da riti di passaggio come laurea, matrimonio; il passaggio alla vecchiaia è segnato da compleanni celebrati con noncuranza e pensione. Questo [passaggio non comporta un aumento di reddito, ma comporta delle perdite.] Gli **[anziani si isolano]**, hanno paura ad uscire da soli, i parenti si trasferiscono, gli amici muoiono. Gli anziani [non hanno più un ruolo definito, contrassegnati in negativo 'ciò che non sono più']. L'accettazione della morte è un tabù. Pochi anziani vivono con i figli, muoiono in casa di riposo o ospedali, senza le persone loro care. I funerali vengono svolti da professionisti che non conoscevano il defunto e con procedure di routine asettiche. [La società trova difficole elaborare e trasmettere modalità significative di preparazione alla morte.] **Gli [agenti della socializzazione]**. Sono [istituzioni, gruppi e persone] che [contribuiscono alla socializzazione.] **Prima infanzia**: bambino dipende da altri per nutrimento, vestiario e riparo. Non basta, per svilupparsi adeguatamente hanno bisogno di [rapporti affettivi stabili], soprattutto nei primi anni. ***Privazione.*** La mancanza di assistenza adulti verso i bambini dimostra questo bisogno: i bambini che hanno vissuto in situazioni di isolamento o abbandono dimostrano difficoltà nello sviluppo della capacità di relazione e di apprendimento. ***Istituzionalizzazione.*** Un contatto umano anche minimo può avere nella prima infanzia un impatto enorme. ***[L'istituzionalizzazione]***: la [permanenza nelle istituzioni genera effetti dannosi perchè nega interazioni affettiv]e. Goffman: istituzioni totali il carcere, l'ospedale psichiatrico. Per gli esseri umani il [principale agente di socializzazione nei primi anni di vita è la famiglia] (genitori, fratelli, parenti) e altre figure (balie, governanti, babysitter): in [rapporto stretto con il bambino], curano, assistono, motivano il bambino fidarsi e obbedire. **Infanzia e adolescenza**. Dai 3 agli 8 anni i bambini incontrano [nuovi agenti di socializzazione]: [insegnanti]. Si mira all'acquisizione di capacità percettive e cognitive, apprendere l'uso dei simboli (lettere e numeri), conoscere regole complesse. Negli anni di scuola il [gruppo dei pari] (coetanei) diventa sempre più importante e quando si arriva alla pubertà può influenzare più dei genitori. I [mezzi di comunicazione] sono agenti di socializzazione. ***Scuola:*** compito di insegnare ai bambini nozioni e capacità, rispetto per i valori della società in cui vivono. Si insegna il valore del lavoro, famiglia, democrazia, legge e ordine. Vengono trasmessi i valori dominanti della società e puniti i comportamenti non conformi; la scuola opera anche come agente di controllo sociale. Le scuole devono essere più impersonali, regolate da norme formali, più autoritarie. I bambini devono adattarsi a far parte di una classe numerosa, un'organizzazione dello spazio nuova rispetto a quella domestica, bisogna chiedere il permesso per andare in bagno. La differenza tra casa e scuola è parte del processo di socializzazione al mondo degli adulti, al sistema occupazionale. ***I mezzi di comunicazione:*** bambini imparano molti ruoli e comportamenti dalla televisione, giornali, cinema e altri mezzi di comunicazione di massa, influenzando la socializzazione e incoraggiando determinati valori e comportamenti. La televisione è un potente strumento di informazione, propone programmi scientifici, documentari stimolanti per bambini e adulti, migliorano le capacità cognitive. Vengono preferiti i contenuti che propongono intrattenimento ed evasione. I mass-media possono essere veicoli di persuasione occulta collegando l'immagine di un calciatore ad una bibita o mostrando un ginnasta mangiare cereali di una certa marca: i mezzi di comunicazione diffondono velati ma pressanti messaggi. I genitori che portano con sé i bambini al supermercato sono bombardati da richieste di prodotti pubblicizzati in TV. La televisione porta effetti negativi come l'aggressività. La pubblicità può creare bisogni e aspettative la cui mancata soddisfazione genera frustrazione. **I meccanismi psicologici della socializzazione**: - **I rapporti con gli adulti**: bambini vengono socializzati tramite 4 meccanismi: *imitazione, identificazione, vergogna e senso di colpa*. ***L'imitazione***: tentativi consapevoli di riprodurre il comportamento di un modello. I bambini imitano i genitori, insegnanti e altri adulti con cui hanno un legame emotivo. Possono riprodurre anche comportamenti dell'adulto che li punisce. ***L'identificazione***: meccanismi inconsapevoli inducono i bambini ad adattare comportamenti, atteggiamenti e valori degli agenti della socializzazione. I bambini assorbono aspetti della personalità dei genitori o altri adulti con cui hanno rapporti affettivi. Spesso chi abusa i bambini è stato abusato nell'infanzia. [Imitazione e identificazione incoraggiano un tipo di comportamento]. ***Vergogna, senso di colpa***: due sentimenti simili e che [inibiscono certi comportamenti]. La [vergogna] si prova quando si viene colti con le mani nel sacco e ci si sente umiliati di fronte ad altri. Il [senso di colpa] provoca sensazioni simili, ma è una punizione autoinflitta. Coscienza della colpa tormenta. - **Condizioni sociali e personalità individuale**. Lowenberg (1971) la generazione cresciuta nella sconfitta tedesca della Prima guerra mondiale visse nell'infanzia esperienze che la predispose a sostenere un leader autoritario, Hitler. Generazione che ha vissuto in condizioni di grave privazione economica, malnutrizione e malattie, causò conseguenze fisiche e psicologiche. I bambini passavano poco tempo con i genitori, cresciuti in privazione affettiva, fantasticavano su un genitore ideale per riempire il vuoto. Il leader promette di restituire orgoglio e potere alla nazione. È uno studio basato su dati riguardanti la società nel suo insieme, inferenza definita [fallacia ecologica]: la comprensione dell'ambiente implica la comprensione della persona per capire le cause di un comportamento. Bisogna avere dati personali ai soggetti indagati. **Processo unico o molteplice?** Differenze di classe, etniche, culturali influiscono sulla socializzazione. **Differenze di classe**. Kohn (1969): indagine condotta su famiglie americane e italiane ha rilevato grandi differenze di classe nella socializzazione dei bambini. I genitori della classe media avevano un atteggiamento flessibile verso l'autorità, promuovevano l'autonomia dei figli, incoraggiavano a comprendere sentimenti altrui. Le famiglie operaie insegnavano ai bambini il conformismo verso l'autorità e attribuivano più valore all'obbedienza. Le madri della classe operaia assegnavano al padre una funzione disciplinare, la classe media come figura di supporto. I padri in attività meno strutturate (scultori, giornalisti) incoraggiavano i figli ad essere autonomi; i padri che svolgevano un lavoro supervisionato incoraggiavano i figli al conformismo. [Differenze di classe prevalgono sui fattori culturali.] Indagini di Elder durante la grande depressione indicano altre differenze nella socializzazione: i bambini cresciuti in famiglie povere volevano raggiungere rapidamente l'indipendenza economica rispetto ai bambini cresciuti in famiglie benestanti. Se il padre era disoccupato per molto, la madre assumeva più autorità. La disoccupazione paterna rafforzava lo schema tradizionale di socializzazione ai ruoli di genere: i ragazzi lavoravano, le ragazze si dedicavano alle faccende domestiche. **Differenze etniche**. Kohn osserva [differenze di socializzazione nella religione e nell'appartenenza etnica.] Il conformismo era positivo secondo le madri cattoliche o padri di colore, non lo era per madri o padri protes[t]anti bianchi. Nel quartiere nero di Harlem i bambini di colore erano precocemente indipendenti, mostravano una mancanza di fiducia negli adulti. I bambini sopravvivevano giorno per giorno, senza ricorrere ad aiuti esterni, provvedevano alle necessità della vita e si proteggevano dall'aggressione. Dipendevano scarsamente da adulti, che incoraggiavano i figli a cavarsela da soli così da affidargli compiti vari e non doversene occupare. I bambini si comportano da duri e mostrano diffidenza verso le autorità, venivano tenuti in gruppi separati a scuola dove venivano repressi o ignorati, rafforzando una socializzazione basata sulla differenza etnica. **Differenze culturali**. [Culture diverse adottano modelli di socializzazione divers]i. Durante la Seconda guerra mondiale Ruth Benedict fece una ricerca sul modo in cui venivano allevati i bambini negli USA e in Giappone, basandosi su testi, manuali pediatri, diari. Negli USA un bambino riceveva una disciplina rigida dalla nascita: sonno e nutrizione erano regolati da schemi fissi, spesso lasciati in solitudine; in Giappone il bambino poteva mangiare quando aveva fame, era sempre con la madre. Negli Stati Uniti i bambini portavano i pannolini per tutto il vano di vita, in Giappone venivano addestrati sin da subito a controllarsi. [La socializzazione ai ruoli di genere è influenzata dalla cultura:] le [ragazze] vengono incoraggiate [all'obbedienza] e alla [cura degli altri], i [ragazzi] incoraggiati al [successo] e [all'indipendenza]; i [ruoli di genere effettivi variano in base a fattori come: struttura economica della società, nucleo familiare e valori culturali]. In alcune culture nei gruppi familiari estesi, i ruoli di uomini e donne sono delineati: un uomo può avere diverse mogli (quando una è malata un'altra la sostituisce), per l'uomo non è importante saper svolgere quello che è considerato un lavoro femminile. Nella nostra cultura sono normali le famiglie di piccole dimensioni, dove la differenza tra competenze maschili e femminili sono più sfumate: gli uomini devono essere in grado di svolgere i compiti abitualmente attribuiti alle donne e viceversa: in famiglia non esistono sostituti. **Quando la socializzazione fallisce**. [Non sempre la socializzazione funziona]. Numerosi sociologi sostengono l'esistenza del [rapporto tra socializzazione inefficace e malattia mentale]. Kohn: schizofrenia è più comune nelle classi inferiori, causata dai modelli di socializzazione; i bambini delle classi inferiori devono obbedire, sviluppando una visione eccessivamente semplicistica dell'autorità e della realtà, se si trovano in situazioni di crisi non riescono a sopportare lo stress. La schizofrenia comporta una visione semplicistica e rigida della realtà, paura, diffidenza e mancanza di empatia verso gli altri: esasperazione dei tratti della personalità conformista. [Fallimento o riuscita della socializzazione dipendono dalle sue modalità:] se i genitori vengono visti come soggetti di controllo o supporto, i ragazzi si ribellano, sono anticonformisti oppure sono orientati verso i valori tradizionali. [La società continua ad esistere perché trasmette valori e norme ai nuovi membri, ma la socializzazione non è sempre efficace: il bambino resiste al processo e lo modifica nel suo sviluppo, generando disturbi della personalità, eccentricità, ribellione e ostilità verso valori e norme sociali. Sono cambiamenti che possono costituire la base di una trasformazione sociale da parte delle generazioni future]. **5 - L'INTERAZIONE SOCIALE.** Interazione tra individui e oggetto della microsociologia. Osservando come gli individui si comportano in presenza di altri, i sociologi hanno trovato e tentato di spiegare determinati modelli di comportamento che si trovano alla base della dimensione micro-sociale: gli individui interagiscono tra loro a coppie o in gruppi. Ogni contesto sociale comprende sia la dimensione micro che macro: interazione tra componenti della famiglia è micro; la famiglia è un'istituzione macro-sociale inserita nel mondo del lavoro e delle classi sociali. **Teorie dell'interazione.** ***L'interazione come scambio: Homans.*** Il comportamento di una persona è influenzato dal modo in cui è stato compensato in passato, basandosi su quattro principi: - *[Quanto più spesso un comportamento è stato ricompensato, tanto più è probabile che venga ripetuto]*. Se qualcuno va a pescare e prende molti pesci, probabilmente ci ritorna. Se non trova niente, non tornerà. - *[Più un determinato ambiente si collega a un comportamento ricompensato, più è probabile che lo stesso ambiente venga ricercato.]* Se ha pescato di più in laghi ombreggiati e non soleggiati, tornerà ai primi. - *[Più è preziosa la ricompensa per un determinato comportamento, più è probabile che venga ripetuto.]* Un pescatore è disposto ad aprirsi un sentiero tra cespugli e rocce per arrivare a un fiume pescoso. - *[Più spesso l'esigenza e desideri vengono soddisfatti, meno valore si dà ad ogni ricompensa.]* Se il pescatore prende per tre giorni di seguito da pesci di grandi dimensioni, il quarto giorno sarà meno entusiasta. **Interazione sociale** è una **rete di scambi** che si rapportano in **costi-benefici**. Questa [teoria dello scambio si basa sul ***comportamentismo di Skinner***:] un cane premiato con del cibo quando obbedisce, continuerà ad obbedire. Il comportamento umano è più complesso: una ricerca sugli scienziati vincitori del premio Nobel mostra che dopo aver vinto il premio diventano meno produttivi; secondo la teoria di Homans una ricompensa del genere dovrebbe stimolare una maggiore attività. Zuckerman: il premio Nobel è importante rientra in una categoria a parte perché assegna ai vincitori un nuovo status sociale: oltre a uomo di scienza, celebrità. La teoria dello scambio non riesce a spiegare questo tipo di situazioni. ***L'interazionismo simbolico: Mead e Blumer.*** [George Herbert **Mead**]: [comportamento] umano [non è un insieme di reazioni automatiche] a premi e punizioni; le [azioni sono ***comportamenti*** sociali basati sulla ***comunicazione***.] Noi non reagiamo solo alle azioni degli altri, ma anche alle loro intenzioni (se qualcuno strizza l'occhio ci chiediamo se vuole sedurci, scherzare oppure ha un tic nervoso); interpretiamo le intenzioni altrui in base alla nostra esperienza. [Due atti sociali]: un ***gesto non significativo*** è sbattere le palpebre, u[n riflesso automatico;] il ***gesto significativo*** [non è una reazione automatic]a, [tra stimolo e risposta c'è un intervallo dove lo ***stimolo*** viene ***interpretato***]. Viene [interpretata un'azione insieme alla sua ***intenzion***]***e***: ci si mette nei panni altrui, si assume *[il ruolo dell'altro.]* [Tutti] possiamo comportarci così, [dall'infanzia] abbiamo imparato a [collegare dei significati agli oggetti, eventi e azion]i. Quando si [attribuisce significato a qualcosa diventa **simbolo**], qualcosa che "sta al posto di" qualcos'altro (una mano tesa può simbolizzare un saluto, una richiesta d'aiuto o un'aggressione). [Collegando un significato a un gesto, esso diventa qualcosa a cui si può reagire] (noi [reagiamo all'azione e all'intenzione] sottintesa). [Herbert **Blumer**] (1969) basandosi sulle teorie di Mead, ***interazionismo simbolico***: [l'interazione] umana è un [dialogo continuo] nel corso del quale le persone [accertano le intenzioni degli altri, le interpretano e reagiscono ad esse.] Tra il [momento] in cui si presenta lo [stimolo] e il momento in cui [reagiamo] un [processo interpretativo dà significato allo stimolo e ci fa decidere come reagire]. ***Prima di reagire, colleghiamo stimolo a un simbolo.*** I [significati dei simboli sono appresi attraverso l'interazione sociale], quindi sono [comprensibili a tutt]i e rendono le [reazioni prevedibili] da tutti. ***Tutto è simbolo***: le parole (diamo significati a oggetti e comunichiamo con gli altri). Se tutti interpretano i simboli allo stesso modo, la [conoscenza condivisa del significato dei simboli consente di interagire in base alla comprensione delle azioni e delle intenzioni altrui.] L'interazionismo simbolico ha una concezione dell'interazione più realistica della teoria dello scambio. La **[criticità]** è aver attenzionato solo gli aspetti soggettivi dell'interazione, dando risultati non corretti da generalizzare. ***L'etnometodologia: Garfinkel.*** Harold Garfinkel teorizza [l'etnometodologia] come [l'insieme dei metodi] utili a [comprendere i comportamenti] dei [membri] di un [gruppo socioculturale] nel loro [contesto naturale, locale e concret]o. ***L'etnometodologia*** è lo [studio delle ***regole di base che gestiscono le interazioni tra le persone,*** una ***conoscenza di senso comune*** ]che ci dice quando parlare, tacere, scherzare, essere seri... tra di noi diamo per scontate molte cose, soprattutto quando interagiamo con persone che si conoscono bene: si utilizza un *[linguaggio stenografico]* che [non esprime i pensieri per esteso]. Chi si conosce bene condivide certe premesse e sono in grado di leggere tra le righe. [L'interazione dipende da] ***presupposti impliciti*** e ***complesse reti di significati sottintesi***. Se vengono infrante le regole di base dell'interazione sociale scontate i risultati sono sconcertanti. Se a fine messa salutiamo il sacerdote "wow, belle le sue scarpe" sarebbe imbarazzato... ***Il modello drammaturgico: Goffman.*** Erving Goffman: [nell'interazione sociale è importante controllare o gestire (management) le impressioni;] gli individui trasmettono significati simbolici a loro favorevoli. La ***teoria*** è definita un ***modello drammaturgico*** (richiama Luigi Pirandello, le maschere e i sei personaggi in cerca d'autore): le [interazioni sociali sono rappresentazioni teatrali] in cui le [persone sono attori] che si [impegnano a creare determinate impressioni.] Una persona importante che arriva tardi a un convegno potrebbe comunicare che la sua importanza è tale da impedire l'inizio dei lavori in sua assenza. Goffman considera la ***tecnica del salvarsi la faccia*** [quando si trasmettono impressioni involontarie:] un ospite che rutta dopo una cena può rimediare dicendo che in altri luoghi il rutto indica apprezzamento per il cibo, non ruttare è un insulto. ***L'imbarazzo*** è per Goffman una [pubblica ammissione di un errore compiuto,] è [richiesta di un'altra possibilità per dare l'impressione giust]a. Per alcuni individui [è difficile gestire le impressioni a proprio vantaggio], in quanto ***portatori di stigma:*** [colore della pelle, deformità, omosessualità e bruttezza] sono [tratti] che possono essere [stigmatizzati]. Lo stigmatizzato viene [isolato dalla gente normale], considerato [diverso e indesiderabile.] Queste persone cercano di trovare ***strategie di difesa***, cercando di [nascondere lo stigma], dividere le persone di cui non si fidano da un piccolo gruppo di persone di cui si fidano: ci si difende dal pregiudizio, come una ragazza incinta non sposata che scappa in un'altra città per avere il bambino. Altri affrontano apertamente gli atteggiamenti negativi della società, come fanno gli omosessuali e emancipati. ***La teoria psicoanalitica di Sigmund Freud.*** Il [comportamento interpersonale è fortemente influenzato dalle] ***esperienze infantili.*** Le persone [assumono], in situazioni della vita adulta, [atteggiamenti appresi nella prima infanzia.] La propensione a formare gruppi sociali e farne parte si collega ai sentimenti di obbedienza e sottomissione ai capi, nei quali si incarna una figura potente e quasi divina che è il padre agli occhi del bambino. È un [meccanismo di ritorno a uno stadio di sviluppo precedente]: ***regressione***. I processi regressivi sono [più probabili in situazioni dove l'interazione è informale o non strutturata] (vengono messi insieme problemi e conflitti affrontati da bambini). **I ruoli informali.** L'intesa tra persone facilita gli scambi, rende prevedibili i comportamenti. Quando [l'intesa continua nel tempo, si sviluppano i ***ruoli***:] [complessi di ***aspettative sul modo*** in cui una persona si dovrebbe ***comportare***.] I diversi tipi di ***ruoli formali*** (sacerdote, uomo d'affari, elettore, coniuge) sono le basi in cui si fondano istituzioni e struttura sociale. Ci sono anche ***ruoli informali*** (animatore, pagliaccio, gonzo). A volte ci [vengono assegnati dei ruoli in base a come si interagisce con gli altri]: gentile e odioso sembrano indicare personalità, possono essere ruoli prodotti dall'interazione e da come gli altri e etichettano i comportamenti. Dal ritenere odioso un comportamento e definire odiosa una persona il passo è breve. Quando [classifichiamo le persone come tipi, assegniamo loro dei ruoli.] Quando le [persone si conoscono bene i ruoli diventano stabili ed è difficile liberarsene:] se abbiamo stabilito che una persona è gentile ignoriamo le occasioni in cui il suo comportamento non lo è, considerandolo eccezione o giornata no. Una persona gentile deve fare qualcosa di veramente odioso perché le venga assegnato un nuovo ruolo. **I gruppi.** I [ruoli] prodotti nelle interazioni sociali tendono a [durare nel tempo], si formano [modelli] più o meno [stabili che danno continuità all'interazione tra individui]. Il [comportamento delle persone è strutturato] attraverso la [partecipazione ai gruppi], aspetto importante della vita sociale. **Che cos'è un gruppo?** [Merton]: un [**gruppo** è un insieme di individui che interagisce in base a determinati modelli,] [provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parti del gruppo dai membri. ] - La [prima caratteristica] dei gruppi è ***l'interazione strutturata da modelli.*** Modelli specifici di attività e interazione definiscono il fine preciso di ogni gruppo. Simili modelli di interazione si osservano in associazioni studentesche, in un club... - La [seconda] caratteristica è il ***senso di appartenenza***. L'appartenenza è [espressa simbolicamente da segni estern]i. Dai [membri] si aspettano grandi sentimenti di [lealtà verso il grupp]o e [avversione verso gli altri]. - La [terza] è il [riconoscimento reciproco dei suoi membri]: ***l'identità di gruppo*** agli occhi estranei. Incontrando un appartenente a un gruppo religioso o etnico diamo per scontato che egli ne sia influenzato. Un italo-americano vota il candidato di origine italiana, scelta influenzata dal gruppo di appartenenza. **Gruppi primari e secondari.** Le caratteristiche sono comuni ai gruppi di tipi diversi: due innamorati, tre amici, un club, un'azienda. Appartenere al gruppo di due innamorati differisce molto da lavorare in una grande azienda. Gli innamorati, gli amici costituiscono i gruppi primari; le aziende sono gruppi secondari. - Un ***gruppo primario*** è costituito da un *[piccolo numero di persone]* che [interagiscono] in modo *diretto* e intrattengono [rapporti che implicano aspetti della loro personalità.] Piccole dimensioni perché [l'interazione diretta immediata tra molte persone è complicata]: è difficile che tutti i membri abbiano relazioni personali, [prevalgono i rapporti formal]i. Charles [Cooley] (1909) ha [coniato] [l'espressione gruppo primario, applicandola alla famiglia] dove i [membri] sono [legati da vincoli emotivi]. Gruppo primario perché è la prima a svolgere un ruolo fondamentale nella socializzazione dei bambini. Il termine si applica a tutti i gruppi caratterizzati da stretti legami personali, ruoli non specializzati, obiettivi indifferenziati (una coppia, gruppo di amici, club di sport vari). - Un [g***ruppo secondario***] è costituito da persone [che *hanno scarsi vincoli emotivi tra lor*o] e [*interagiscono per raggiungere obiettivi specifici.* L]e [persone] sono [importanti per la funzione svolta] e non come individui. In un'azienda il magazziniere, l'impiegato, fattorino, tecnico o dirigente può essere svolto da chiunque abbia i requisiti. Se lavorano bene [l'organizzazione funziona, la personalità di ogni individuo ha un'importanza relativa] (i membri di una famiglia o di un gruppo di amici sono unici, la loro personalità ha importanza, nessuno può essere sostituito da nessuno). I [ruoli sono specializzati], i [membri si conoscono poco tra loro] e [non sviluppano legami emotivi.] Il [fine] è il [lavoro], i [rapporti si basano sull'efficienz]a. La [comunicazione] diventa [indiretta e mediata] da [messaggi scritti o telefonate]. **I gruppi primari nella società contemporanea.** I sociologi hanno denunciato il declino dei gruppi primari. La rivoluzione industriale, l'urbanizzazione e le grandi organizzazioni hanno portato alla formazione di estese burocrazie impersonali: le società di massa, declino della comunità. Ricerche hanno rivelato una situazione complessa: è indubbio che la società sia dominata dai gruppi secondari, ma il gruppo primario non ha perso importanza, anzi. Molti scienziati hanno scoperto l'influenza cruciale nella funzione di collegamento tra la persona e le sfere più formali e strutturate della società. Gli studi sui gruppi primari interessano diverse aree: - I **gruppi primari nell'industria**. Uno studio su un gruppo di lavoratori di Hawthorne, Chicago, della western electric Company, voleva misurare la produttività dei lavoratori. Aumentarono il numero di pause, la lunghezza della pausa pranzo, illuminazione dei locali. I risultati mostrarono un aumento di produttività; quando le pause furono ripristinate alle condizioni originarie ancora la produttività cresceva ancora. Qualsiasi variabile, il rendimento delle operaie cresceva. Le operaie avevano creato un gruppo: sentivano di aver acquisito uno status speciale, si sono conosciute meglio e cercato di soddisfare quelle che potevano essere le aspettative dei ricercatori. Studiare un gruppo può influenzarne il comportamento: **[effetto Hawthorne,]** il [tentativo dei soggetti studiati di soddisfare le presunte aspettative dei ricercatori.] I [**fattori umani** hanno un ruolo importante nel lavoro]: [riconoscere a un lavoratore uno status e uno stipendio superiore, apprezzamento o carriera portava grande incremento della produttività]; avere un [superiore che ascolta con pazienza, comprensione e rispetto rafforzava il senso di fiducia dei lavoratori, la loro autostima ed identità di gruppo.] Hanno grande importanza i ***piccoli gruppi di lavoratori altamente strutturati:*** in questo gruppo ci si cerca durante il lavoro per scherzare, chiacchierare; dopo il lavoro stanno insieme. Gruppo primario in grado di [influenzare il rendimento di un repart]o, stabilivano in modo informale il [proprio ritmo di lavoro]. Chi lavora troppo è soggetto a pressioni, ridicolizzato, deriso, ignorato. - I **gruppi primari nelle catastrofi**. Durante i terremoti, inondazioni, incendi migliaia di persone sono in panico e in fuga per mettersi in salvo. Alcuni studi dimostrano che la prima reazione di molte persone è ricongiungersi con le proprie famiglie e amici: la loro sicurezza viene prima di tutto. Una reazione che provoca conflitti di lealtà: restare nel posto di lavoro o andare dai propri familiari? La maggior parte sceglie di andare dalla famiglia, nel caso di lavori pericolosi più probabilmente restano a lavoro (poliziotti). - **Gruppi primari e controllo sociale**. Nel tessuto sociale sono importanti i gruppi primari. I [governi usano i gruppi di piccole dimensioni per rafforzare il controllo sociale e mobilitare la popolazione]. In passato nella Repubblica popolare cinese venivano formati i gruppi organizzati di 8-15 persone nelle fabbriche, miniere, uffici pubblici, reparti militari. Oltre a lavorare i membri si riunivano periodicamente per sedute di autocritica, dovevano denunciare i propri errori e accettare le critiche degli altri. Questo esercitava una forte e continua pressione sui membri e le autorità usavano questi gruppi per ottenere il loro sostegno alle iniziative politiche del governo. Una squadra sportiva ha maggiori possibilità di vittoria se si comporta come una squadra invece di un insieme di singoli giocatori. Bisogna quindi mettere [cooperazione], [prestazione collettiva e identificazione di gruppo] [sopra la volontà di emergere individualmente]. Spesso i giocatori delle squadre si descrivono come membri di una famiglia, sottolineando l'importanza del gruppo. I ***gruppi primar***i restano ***l'importanza cruciale nella vita contemporanea***. Non sono scomparsi a causa dei gruppi secondari, ma hanno un ***ruolo di rilievo nel funzionamento delle grandi organizzazioni.*** **Perché si formano i gruppi?** Per gli umani la [vita di gruppo è d'importanza vitale]: i bambini dipendono dagli adulti per un lungo periodo durante il quale acquisiscono abilità e atteggiamenti necessari per vivere in gruppo. Crescendo assimilano valori e norme di comportamento del gruppo a cui appartengono. La socializzazione li rende idonei alla vita sociale e assicura la continuità del gruppo oltre la durata dell'esistenza individuale. I [gruppi assolvono molte altre funzion]i: - ***Funzione strumentale***. I gruppi si formano per compiere un lavoro specifico, difficile o impossibile da eseguire per un individuo (equipe chirurgica, catena di montaggio, squadra di calcio). - ***Funzione espressiva***. L'obiettivo è soddisfare i bisogni di accettazione, riconoscimento e stima dei propri membri. sono gruppi spontanei (gruppi di amici, adolescenti che trascorrono insieme il tempo libero). Non ci sono confini definiti tra gruppi strumentali e gruppi espressivi. I gruppi strumentali svolgono anche funzioni espressive (tra membri dei reparti militari possono nascere grandi rapporti affettivi che vanno oltre la guerra). I gruppi espressivi possono essere strumentali perché hanno uno scopo: il piacere della compagnia umana. Un gruppo espressivo può avere carattere strumentale (gruppo di vicini è un'associazione di quartiere). - ***Funzione di supporto***. [I gruppi danno sollievo a sentimenti negativi]. Schachter (1959) esperimenti su studenti universitari: al gruppo sperimentale venivano fornite informazioni preoccupanti sull' esperimento, poi dovevano attendere; al gruppo di controllo veniva detto solo di attendere. A entrambi i gruppi veniva chiesto se preferivano aspettare da soli o con gli altri: il gruppo sperimentale voleva aspettare insieme ad altri. [I gruppi riducono le sensazioni negative offrendo distrazione e rassicurazion]e. Ma [non tutte le emozioni negative incoraggiano la formazione di grupp]i. Sarnoff e Zimbardo (1961) esperimenti per studiare due emozioni correlate, paura e ansia. La paura definita come un'emozione altamente specifica, collegata a un pericolo esterno; l'ansia era un'inquietudine diffusa e interiore. Si comunicavano al gruppo sperimentale che avrebbero ricevuto una scossa elettrica (paura); ad un altro gruppo sperimentale che avrebbero dovuto succhiare oggetti come lecca-lecca, biberon (ansia). I gruppi di controllo non ricevevano alcuna indicazione. Il gruppo pauroso voleva aspettare in compagnia; il gruppo ansioso voleva stare solo. Chi aveva paura voleva confrontare con altri il proprio timore, distrarsi e liberarsi delle emozioni negative. Gli ansiosi volevano reprimere le preoccupazioni, se avessero aspettato insieme ad altri ansiosi le sensazioni sarebbero state amplificate. [I gruppi offrono sollievo ad alcuni sentimenti negativi, non a tutti]. **La struttura dei gruppi.** Nel momento in cui nascono i gruppi emergono modelli di comportamento che regolano i rapporti reciproci. I sociologi hanno individuato alcuni fattori che influiscono la loro formazione. - ***Dimensioni dei gruppi.*** La **diade** è un gruppo composto da [**due** membri] (una coppia o amici). È molto **fragile**, può essere distrutto dall'allontanamento di un membro. La sua fragilità richiede **un'inter

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