Capitolo 2: Che cos'è un mercato PDF
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This document introduces the concepts of supply and demand in a market, explaining how prices and quantities are determined. It provides a basic overview of market dynamics, highlighting the interplay between buyers and sellers, and suggesting the importance of market interaction in resource allocation.
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Capitolo 2 Che cos'è un mercato 43 In questo capitolo cominciamo a studiare in modo un po' più tecnico gli elementi del semplice **modello economico** visto in precedenza. Introdurremo i concetti di domanda e offerta, e capiremo con un esempio come dall'interazione tra essi si determinino prez...
Capitolo 2 Che cos'è un mercato 43 In questo capitolo cominciamo a studiare in modo un po' più tecnico gli elementi del semplice **modello economico** visto in precedenza. Introdurremo i concetti di domanda e offerta, e capiremo con un esempio come dall'interazione tra essi si determinino prezzo e quantità scambiati sul **mercato**. Di scarsità, prezzi e mercati ce ne sono tanti. Tra i mercati si usa distinguere quelli dei beni e servizi, in cui i consumatori acquistano quel che serve loro dalle imprese, e quelli dei fattori produttivi, in cui sono le imprese a procurarsi **lavoro** e **capitale**, pagandoli alle famiglie. Come vedremo, in ciascuno di questi mercati compratori e venditori fanno ragionamenti economici complicati. Per iniziare a capire il funzionamento del mercato, è utile considerare una situazione relativamente semplice. Supporremo quindi che la domanda sia espressa da consumatori di frutta, che possono comprare la frutta utilizzando risorse di cui per ora non ci occupiamo. E che l'offerta sia il risultato di scelte di produzione molto semplici, fatte da venditori che possono solo decidere se raccogliere oppure lasciar marcire frutti che al momento sono maturi, senza considerare quali precedenti scelte e condizioni atmosferiche abbiano portato alla loro produzione. Supporremo inoltre che, come è realistico nel mercato della frutta, ci siano moltissimi acquirenti e venditori, nessuno dei quali (a differenza degli imbottigliatori di acqua minerale di cui parlavamo nel capitolo precedente) è in grado di influenzare il prezzo di mercato. Quindi, ciascuna delle persone presenti nella storia (o «modello») che racconteremo è dotata di risorse che possono essere utilizzate direttamente dalla persona stessa, o scambiate con altri prima dell'utilizzo. I consumatori hanno un ammontare di **moneta** che possono utilizzare per comprare la frutta di cui parliamo, o per altri fini: la scelta dipende dal prezzo. I venditori hanno frutta matura, ma non è detto che valga la pena raccoglierla e portarla al mercato: possono lasciarla marcire, o mangiarsela, e anche questa scelta dipende dal prezzo.44 [**1. Mercato **](javascript:void(0); "Pagina successiva") 1. Mercato Le scelte di compratori e venditori si confrontano sul mercato, dove l'incontro delle diverse convenienze a scambiare determina prezzo e quantità scambiata. È proprio la diversità di risorse e bisogni a rendere utile il **mercato**. Individui e società spesso diffidano della diversità, non accolgono volentieri gli immigrati e guardano con diffidenza a prodotti poco familiari. Ma dal punto di vista economico, l'incontro di persone diverse è utilissimo. Se fossimo tutti uguali e avessimo gli stessi gusti e le stesse risorse, non ci sarebbe motivo di *scambiare*. E sarebbe un peccato, dato che lo scambio genera benessere sia per chi vende, sia per chi compra. Per capire come mai, possiamo pensare agli scambi di figurine tra ragazzini, che sono scambi volontari e si verificano solo se sono convenienti per tutti. È bello, ed è possibile proprio perché non tutti i ragazzini sono dotati delle stesse figurine, poter scambiare i propri doppioni con quelli altrui per completare le rispettive collezioni. In quel caso, la diversità di risorse e di necessità è generata artificialmente dal fatto che le figurine sono vendute in busta chiusa e a ciascuno toccano, a caso, anche quelle di cui non ha bisogno. Ma in tutti i mercati lo scambio può migliorare il nostro benessere, perché ci consente (senza obbligo) di ottenere qualcosa rinunciando a qualcos'altro che, proprio perché scegliamo di privarcene, è per noi meno utile. Come abbiamo visto nel [*capitolo 1*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_6), per funzionare bene il mercato deve poter contare su *diritti di proprietà* ben definiti, che sono necessari per distinguere lo scambio volontario (e quindi benefico) dal furto, che ovviamente danneggia chi lo subisce. E deve poter contare su un efficace meccanismo di *concorrenza*, che consenta a ciascun partecipante di scegliere la più conveniente tra molte alternative; grazie alla concorrenza, il mercato nel suo complesso può generare il massimo vantaggio dall'incontro tra i bisogni e le disponibilità di tutti. [**1.1. Concorrenza perfetta **](javascript:void(0); "Pagina successiva") \ Domanda A ogni dato prezzo, la quantità di arance che si può complessivamente vendere sul **mercato** di cui ci stiamo occupando è quella che i clienti trovano conveniente comprare, avendo opportunamente valutato possibili usi alternativi delle proprie risorse. Sul mercato ci sarà chi quel giorno ha molta voglia di arance e chi le ha da sempre trovate troppo acide; ci sarà chi è ricco e può comprarne molti chili senza dover rinunciare a molto altro e chi vive normalmente di soli pane e pasta e considera un lusso permettersi una spremuta. A tutti il mercato propone, se vogliono, di comprare arance a un prezzo che non possono influenzare. Alcuni sceglieranno di acquistarne molte, altri meno, e ci sarà anche chi rinuncerà del tutto a comprarne. Per adesso non preoccupiamoci troppo dei motivi alla base di tale scelta, che analizzeremo più in dettaglio nel capitolo 3, [*paragrafo 4*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_13), e nel [*capitolo 4*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_13). Pensiamo invece a come le scelte dipendano dal prezzo proposto dal mercato. La *domanda *è una *relazione tra prezzo e quantità*, ed è un concetto diverso da quello di *quantità domandata* (per ciascun prezzo). Anche se non abbiamo ancora un'idea precisa dei ragionamenti che fanno i compratori, notiamo due cose importanti. - Primo, possiamo supporre che si tratti di scelte razionali: chi decide di comprare lo fa perché ciò risulta per lui conveniente nel contesto di un problema in cui è possibile scegliere di non farlo. Questo ci aiuterà a capire non solo il modo in cui il mercato raggiunge l'**equilibrio**, ma anche le caratteristiche dell'equilibrio.46 - Secondo, è sensato che da quelle scelte conseguano acquisti complessivamente maggiori se il prezzo è più basso, dato che un prezzo conveniente può indurre alcuni di coloro che di solito non mangiano frutta a cambiare abitudini, e può far comprare più arance a chi le trova buone ma care. Questo fenomeno definisce la *legge della domanda*, che esprime una duplice regola (che, come vedremo nel [*cap. 4*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_13), ammette eccezioni): quando il prezzo di un bene aumenta, la quantità domandata di quel bene diminuisce; quando il prezzo di un bene diminuisce, la quantità domandata di quel bene aumenta. [**2.1. Curva di domanda individuale e di mercato **](javascript:void(0); "Pagina successiva") 2.1. Curva di domanda individuale e di mercato Graficamente, la domanda è una relazione tra prezzo e quantità. Per quanto riguarda le arance, la quantità domandata da ciascun frequentatore del **mercato** ortofrutticolo può essere rappresentata con diagrammi che, per convenzione, misurano il prezzo sull'asse verticale e la quantità sull'asse orizzontale. La *curva di domanda individuale*, rappresentata nella figura 2.1 e identificata in questo e nei prossimi grafici dalla lettera *D*, è la relazione tra la quantità domandata *Q* del bene, variabile misurata sull'asse orizzontale, e ciascun prezzo *p*, variabile che misuriamo sull'asse verticale. Consideriamo, ad esempio, il punto contrassegnato dalla lettera *A*: le linee tratteggiate aiutano a visualizzare che al prezzo *p*~*A*~ si acquista la quantità *Q*~*A*~. fig. 2.1. Curva di domanda individuale. La legge della domanda ci dice che la *curva di domanda* è (di solito) decrescente, a indicare che ciascun individuo preferisce comprare meno arance se sono care. La *curva di domanda di mercato* indica la quantità domandata di un 47bene in un mercato nel suo complesso; ad esempio, la domanda di mercato delle arance da parte di tutti i consumatori presenti in un dato giorno. Si ottiene sommando orizzontalmente le domande individuali di tutti i consumatori e notando che sul mercato un aumento del prezzo può ridurre la quantità domandata da ciascun compratore, e ci sono prezzi talmente alti da indurre potenziali compratori a lasciare il mercato a mani vuote e borsellino pieno. ![](media/image2.png) fig. 2.2. Curve di domanda individuali e di mercato. L'operazione che ci accingiamo a compiere è simile a quella fatta nella figura 1.2, partendo dai dati della [*tabella 1.2*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_21). Rappresentare la domanda dei singoli individui con grafici piuttosto che con dati numerici, però, permette di raccontare con un semplice tratto di penna storie più complicate e realistiche di quella dei potenziali acquirenti di acqua minerale. La figura 2.2 mostra come si ottiene la domanda di mercato nel caso semplice in cui sul mercato ci sono solo due consumatori, la dott.ssa Moltezzi (Sibilla per gli amici) e il sig. Pochettini (Casimiro per gli amici). Ovviamente, non ha alcuna importanza come si chiamano. Dargli un nome ci ricorda solo che, nella realtà che il nostro **modello economico** cerca di rappresentare, i consumatori sono persone reali e affrontano problemi familiari a ciascuno di noi (anche se preferiamo dare loro nomi poco comuni, per evitare che coincidano con quello di qualcuno fra i lettori). Il comportamento sul mercato di questi due personaggi immaginari dipende dalle loro caratteristiche e storie personali, che sono diverse, e dipende anche dal prezzo a cui possono comprare il bene (le arance) di cui ci stiamo occupando. Per motivi suoi, Sibilla è poco disposta a fare del tutto a meno delle arance e ne compra comunque, seppur poche, anche se il prezzo diventa altissimo; però se ne sazia facilmente, e non ne acquisterebbe una quantità superiore a *q*~1~ nemmeno se fossero gratis. I problemi personali di Casimiro Pochettini sono diversi da quelli della dott.ssa Moltezzi, che può permettersi di acquistare le arance che è abituata a consumare in quantità simili anche se il prezzo varia molto. Nella 48figura 2.2 vediamo che di arance Casimiro non ne compra proprio se il prezzo è superiore a quello indicato da *p*~1~. Se il prezzo scende sotto quel livello, di arance ne compra sempre di più, e dei prezzi più bassi approfitta senza remore. Non sappiamo con precisione perché, ma vediamo che di arance Casimiro è sazio (al punto che non ne comprerebbe più neanche se fossero gratis) solo quando raggiunge la quantità indicata da *q*~2~. Forse Casimiro ha una famiglia numerosa e pochi soldi; forse è sì golosissimo di spremute, ma molto tirchio. Non sappiamo ancora quali motivi spingono Sibilla e Casimiro a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro; possiamo solo osservare il risultato delle loro scelte. Anche se si tratta di persone molto diverse, sul mercato il prezzo di mercato è lo stesso per entrambe. La domanda di mercato è data dalla somma delle quantità domandate da Casimiro e Sibilla in corrispondenza di ciascun prezzo: se il prezzo è molto alto, nel nostro semplice esempio le arance sono comprate solo da Sibilla, che ne compra pochissime; per prezzi più bassi, la quantità aumenta: sia perché Sibilla ne compra un po' di più, sia perché Casimiro da un certo punto in poi comincia a comprarne sempre di più. Se il prezzo arrivasse a zero, in totale la quantità domandata sarebbe massima e pari a *q*~1~ + *q*~2~ . Visto che sugli assi della figura appaiono anche numeri che indicano le quantità acquistate in corrispondenza di alcuni prezzi, possiamo essere precisi anche per situazioni intermedie tra questi estremi. Quante arance si domanderebbero sul mercato se il prezzo fosse altissimo? Quante se le arance non costassero nulla? E che cosa accade in casi intermedi? Per rispondere a queste domande, osserviamo la figura 2.2. Se il prezzo è pari a 2 (euro al chilo), vediamo che Sibilla e Casimiro acquistano entrambi 2 (chili di arance); quindi, la domanda di mercato è pari a 2 + 2 = 4 . Quando il prezzo è pari a 1, Sibilla domanda 3 e Casimiro domanda 5, sicché la domanda di mercato è pari a 3 + 5 = 8 . E così via, per tutti i possibili livelli di prezzo. La curva di domanda di mercato ci dice, per ogni possibile livello del prezzo, quante arance sono complessivamente domandate da tutti (due nel nostro esempio) i consumatori. A prezzi più alti corrispondono quantità domandate più basse, e viceversa, per due motivi: ciascuno dei consumatori del nostro esempio varia la quantità che domanda in modo opposto alla variazione del prezzo, se già comprava; e la quantità domandata sul mercato varia anche perché varia la partecipazione individuale agli acquisti: ciascun consumatore, quando varia il prezzo, può anche rinunciare completamente alle arance, o cominciare a comprarne. Chiaramente, le risposte che abbiamo fornito sopra sono risposte ipotetiche a questioni parimenti ipotetiche: in genere non si trovano in commercio arance gratis, ed è difficile che vengano proposte agli acquirenti le cifre altissime che (ipoteticamente) Sibilla sarebbe disposta a spendere pur di non rinunciare del tutto alle spremute. Tuttavia, avere queste risposte è utile perché ci consente di fare un confronto con le risposte, altrettanto ipotetiche, che ci daranno in quanto segue gli individui che sul mercato delle arance vendono.49 [**3. Offerta **](javascript:void(0); "Pagina successiva") Offerta Dal lato dell'offerta, la decisione di portare arance al **mercato** è analogamente basata sul confronto con le alternative possibili. Supponiamo che i venditori siano coltivatori diretti. Ciascuno ha un suo frutteto, dove si possono raccogliere arance mature, e deve decidere se e quante portarne al mercato ortofrutticolo di cui ci stiamo occupando. Pur non conoscendo i dettagli del problema di ciascuno, possiamo descrivere come la soluzione dipenda dal prezzo che i coltivatori di arance si aspettano di ricavare sul mercato. Non c'è bisogno di sforzarsi troppo per capire che raccogliere le arance è più conveniente se il prezzo di mercato è più alto, ed è anche importante capire che, almeno dal punto di vista del coltivatore, lasciarle marcire sugli alberi può non essere uno spreco. Se, ipoteticamente, quel giorno il prezzo di mercato fosse zero, sarebbe ben poco conveniente dedicare alla raccolta e al trasporto delle arance tempo, fatica e denaro che si potrebbero utilizzare in altri modi (se non altro, riposandosi, che è senz'altro meglio che lavorare gratis). A prezzi più alti aumenta la convenienza di raccogliere e vendere i frutti. Chi vende dovrà sempre e comunque confrontare il prezzo che può ricavare dalla vendita con i costi che sostiene per raccogliere e trasportare le arance fino al mercato, costi che nel caso di cui ci stiamo occupando sono abbastanza facili da rappresentare. 3.1. Curva di offerta individuale e di mercato La relazione tra prezzo e quantità offerta può essere rappresentata graficamente da una *curva di offerta*. Come la curva di domanda, la curva di offerta è una relazione comportamentale tra un prezzo, preso come dato, e una quantità: in questo caso, la quantità che un venditore sceglie di rendere disponibile sul **mercato**. Come la curva di domanda, anche quella di offerta è soggetta a una «legge» che però specifica una relazione di segno opposto: se il prezzo è più alto, viene offerta una quantità più grande; se il prezzo è più basso, si offre di meno. Studieremo in dettaglio le scelte dei produttori nel [*capitolo 6*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_39). Qui ci limitiamo a descrivere la soluzione del semplice problema dei coltivatori diretti di arance, che per ciascun prezzo decidono quante portarne sul mercato. La *curva di offerta individuale*, rappresentata nella figura 2.3 e indicata con la lettera *O*, ci dice che per un certo coltivatore non conviene vendere se il prezzo è inferiore a un certo livello *p*~*A*~. Questo significa che un prezzo più basso non basta neppure a coprire il costo di raccogliere e trasportare le arance al mercato. Se il prezzo è più alto di quel livello, conviene produrre e vendere arance: ma quante? Nella figura la quantità offerta aumenta al crescere del prezzo perché se il prezzo è più alto il coltivatore dedica più tempo e fatica a cercare e raccogliere le arance mature. E smette di aumentare, restando 50costante a *Q*~*B*~, una volta che le arance mature siano state tutte raccolte: per (ipotetici) prezzi altissimi (nella figura superiori a *p*~*B*~) sarebbe conveniente portare moltissime arance al mercato, ma non se ne possono portare di più di quelle che, quel giorno, sono maturate sugli alberi. fig. 2.3. Curva di offerta individuale. Il prezzo che induce i venditori a offrire dipende dalle alternative disponibili, riassunte dai costi: se il costo supera il prezzo il venditore preferirà dedicare energia ad altre attività, o riposarsi. Venditori diversi hanno problemi e costi diversi. Nella figura 2.4 appaiono le curve di offerta dei signori Ireo Bianchi e Didone Neri, due coltivatori diretti immaginari che 51però (e per questo diamo loro un nome) affrontano problemi realistici e familiari. ![](media/image4.png) fig. 2.4. Curve di offerta individuali e di mercato. I problemi di Ireo e Didone sono simili, ma diversi. Come nel caso delle curve di domanda individuali, le linee che descrivono le due curve di offerta ci danno informazioni interessanti e complicate. La quantità offerta da Ireo è già superiore a zero per un prezzo di poco superiore a 1: si vede che il suo frutteto è vicino al mercato e ha costi di trasporto bassi rispetto a quelli di Didone, che offre qualcosa solo se il prezzo è superiore a 2. Però Ireo ha disponibile una quantità più piccola di arance mature: se anche il prezzo aumentasse moltissimo, non riuscirebbe a offrire una quantità superiore a 7. Didone ha un frutteto più lontano ma più grande, e può offrire una quantità massima pari a 11. Come nel caso delle curve di domanda, i diversi problemi individuali devono tutti confrontarsi con un unico prezzo di mercato. La *curva di offerta di mercato* si ottiene sommando le quantità offerte da tutti i produttori presenti sul mercato in corrispondenza di ciascun prezzo. Graficamente, la somma corrisponde a segmenti (orizzontali) la cui lunghezza coincide con la somma delle quantità offerte da ciascun individuo. Nell'esempio illustrato nella figura 2.4, è molto facile disegnare la curva di offerta di mercato, perché il produttore con costi più alti entra sul mercato proprio quando quello con costi più bassi esaurisce le sue possibilità di produrre arance. Come in questo, anche in casi più complicati si tratta di una curva crescente, che rispetta la legge dell'offerta: per prezzi più alti si offre di più. Come nel caso della curva di domanda, ciò risulta da due diversi fenomeni: se il prezzo è più alto, la quantità offerta aumenta sia perché entrano sul mercato produttori che hanno costi più alti (coltivatori più distanti dal mercato, nel nostro esempio), sia perché ciascuno dei produttori presenti sul mercato produce di più (si dà più da fare a cercare e raccogliere arance, cosa che nel nostro esempio diventa presto impossibile). 4. Equilibrio Avendo capito come si ottengono le curve di domanda e offerta di **mercato** partendo da quelle individuali, è il momento di ricordare che sul mercato concorrenziale non ci sono solo due compratori, né solo due venditori. Ce ne sono moltissimi e potenzialmente tutti molto diversi tra loro. È comunque vero che ciascuno decide quanto comprare e vendere al prezzo proposto dal mercato, e che dalle decisioni di una moltitudine di compratori e venditori si possono derivare (con figure molto complicate, che non vale la pena disegnare) curve di domanda e di offerta di mercato. Nella figura 2.5 vediamo due curve che rappresentano la domanda e l'offerta in un certo mercato. Anche se sembrano disegnate a caso, è importante pensare che dietro a quella di domanda, che è discendente per rispettare la legge della domanda, ci sono moltissimi consumatori simili a quelli di cui abbiamo parlato sopra, ciascuno intento a decidere se e quanto comprare in base a suoi 52problemi personali e al prezzo di mercato. Anche dietro alla curva crescente, che rappresenta l'offerta, ci sono i problemi di tanti produttori che, per ciascun prezzo proposto dal mercato, devono decidere quanto convenga loro vendere. fig. 2.5. Equilibrio di mercato. Visto che le due curve sono inclinate in direzione opposta, a un certo punto si incrociano. Nella figura ciò accade nel punto contrassegnato con la lettera *E*, dove si dice che il mercato è in *equilibrio*: se il prezzo è *p*~*E*~, la quantità che i consumatori sono disposti ad acquistare coincide con quella che i produttori trovano conveniente vendere. In **equilibrio** il mercato riesce a far sì che tutte le decisioni di comprare o vendere siano compatibili tra loro. Nel punto *E* della figura 2.5 il *prezzo di equilibrio p*~*E*~ consente a tutti i coltivatori di vendere le arance che hanno deciso di raccogliere e portare al mercato, e consente a tutti gli acquirenti di comprare quanto a quel prezzo pare loro conveniente consumare. Le due quantità sono entrambe pari a *Q*~*E*~, quindi tutti i consumatori riescono ad acquistare le arance che sono disposti a pagare a quel prezzo e, tra i venditori, nessuno rimpiange di aver portato al mercato arance pensando che sarebbe stato meglio lasciarle marcire sugli alberi piuttosto che in piazza. 4.1. Disequilibrio Se il **mercato** è in **equilibrio**, tutto va bene. Resta da capire come sia stabilito il prezzo che tutti i partecipanti al mercato prendono per dato, e che cosa succede se il prezzo che si prende per dato non è quello di equilibrio.53 ![](media/image6.png) fig. 2.6. Eccedenza e penuria. Supponiamo che, per vari possibili motivi di cui parleremo più avanti, il prezzo su cui si basano le decisioni di vendere e comprare non coincida con il prezzo di equilibrio. Il prezzo di mercato deve comunque essere lo stesso per venditori e compratori, perché in ogni scambio quel che l'uno incassa coincide con quel che l'altro paga. Se gli scambi avvengono a un prezzo che non è quello di equilibrio, però, si capirà ben presto che qualcosa non va. Gli agenti economici *price-takers* sono convinti di poter scegliere la quantità che vendono e comprano a un dato prezzo. Ma se il prezzo è diverso da quello di equilibrio, quella convinzione si scontra con una realtà in cui non si riesce a vendere o a comprare quel che si vuole. A prezzi diversi da quello che uguaglia domanda e offerta non c'è equilibrio. Come illustrato nella figura 2.6, se il prezzo è inferiore a *p*~*E*~ c'è chi, pur disposto a comprare, rimane insoddisfatto. Al prezzo *p*~2~, inferiore al prezzo di equilibrio, la quantità domandata (*Q*~3~) è più grande della quantità offerta (*Q*~2~) e sul mercato c'è un ***eccesso di domanda***, o «penuria». Se invece negli scambi si pratica un prezzo più alto di *p*~*E*~, i venditori non riescono a piazzare tutto quel che sono disposti vendere, e sul mercato c'è un ***eccesso di offerta***, o «eccedenza». Graficamente, nella figura 2.6 vediamo che se il prezzo è pari a *p*~1~ (superiore a *p*~*E*~), si verifica un'eccedenza corrispondente alla quantità rappresentata dall'altra doppia freccia (e pari alla differenza tra *Q*~4~ e *Q*~1~). Visto che lo scambio è comunque volontario, non si possono costringere i produttori a vendere più di quanto sono disposti a offrire a un prezzo che è inferiore a quello di equilibrio, o gli acquirenti ad acquistare a un prezzo più alto di quello che sono disposti a pagare. Questo significa che sul mercato 54si scambia la quantità massima che i produttori sono disposti a vendere nel caso in cui l'offerta sia inferiore alla domanda (nella figura, la quantità *Q*~2~), oppure la quantità che i consumatori sono disposti ad acquistare nel caso in cui l'offerta sia superiore alla domanda (nella figura, *Q*~1~). Il resto è domanda insoddisfatta, o prodotto invenduto. Sono cose che capitano. La penuria sembra un fenomeno da economia di guerra, o da crepuscolo dell'Unione Sovietica. Ma a chi non è capitato di recarsi in una panetteria verso sera per scoprire che il pane è esaurito? Capita anche che sia praticamente impossibile comprare ventilatori e condizionatori se l'estate è caldissima, come può capitare che i rivenditori di quegli apparecchi ne abbiano i magazzini pieni se l'estate è fresca. Il motivo è semplicemente che spesso i venditori devono scegliere il prezzo e la quantità della merce che mettono sul mercato prima di sapere esattamente quanta sarà la domanda per il loro prodotto. I panettieri cercano di sfornare al mattino una quantità di pane che pare loro adeguata. Ma non sanno in realtà quanti clienti entreranno quel giorno in panetteria, perché le scelte dei compratori, che dipendono da come sono fatti i loro problemi personali, sono influenzate da fenomeni difficilmente prevedibili. Non solo la domanda di ventilatori e condizionatori prodotti in Estremo Oriente, ma anche la domanda per le arance che i coltivatori portano al mercato ortofrutticolo dipende dalle condizioni meteorologiche: a parità di prezzo, la quantità domandata sarà tanto più alta quanto più farà caldo. Le previsioni meteorologiche sono imprecise, ed è ancora più difficile prevedere come i possibili clienti reagiranno a fenomeni climatici e a quant'altro può capitare loro ogni giorno. Dato che gli imprevisti sono sempre in agguato, anche in un sistema economico ben organizzato ci sono a volte penurie o eccedenze, perché i prezzi sono stabiliti da singoli venditori e non sono in realtà facili da variare tanto quanto sarebbe necessario per fare sempre coincidere quantità domandata e quantità offerta. Per evitare di rimanere senza pane da vendere, i panettieri potrebbero cambiare il prezzo del pane nel corso della giornata, aumentandolo se i clienti sono numerosi, diminuendolo se sono scarsi. Ma sarebbe difficile farlo bene, evitando di creare confusione e malumori: invece di dire «mi spiace, il pane è finito, vuole dei grissini?» occorrerebbe dire, un po' prima, «sono rimasto quasi senza pane, se ne vuole viene 12 euro al chilo». Non si usa, almeno non tanto quanto sarebbe necessario per evitare di rimanere senza a fine giornata. L'imperfetta flessibilità di prezzi e quantità ha un ruolo importante nelle economie reali. Non sempre il mercato riesce da solo a prevedere correttamente i prezzi e le quantità di equilibrio. Più avanti nel libro ([*cap. 12*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_22_56)) cercheremo di capire in modo più preciso i motivi e le conseguenze del fatto che occorra prendere decisioni in base non a fatti certi, ma a quel che ci si può aspettare da un mondo che muta in modi non sempre facili da prevedere. In un mondo complicato è normale che si facciano errori, e parleremo anche degli errori che, anche in buona fede, possono portare un sistema economico ad avvitarsi in crisi gravi, come quella del 2008-2009.55 Nel mercato concorrenziale di cui ci stiamo occupando, però, è il comportamento stesso di chi domanda e di chi offre a correggere eventuali errori e, come vedremo di seguito, a portare il mercato verso l'equilibrio. 4.2. Il ruolo dei prezzi Anche se non è sempre in **equilibrio**, il **mercato** è alla continua ricerca dell'equilibrio, perché solo in equilibrio è impossibile cambiare prezzi (e quantità) in modo da far star meglio sia i compratori sia i venditori di un mercato concorrenziale. Ai compratori piacerebbe poter ottenere di più, a prezzi più bassi, di quel che ottengono in equilibrio. Ma i venditori hanno interessi opposti: vorrebbero semmai ottenere un prezzo più alto e produrre di meno (perché produrre costa loro tempo, soldi e fatica). Il prezzo di equilibrio concilia questi opposti desideri, rappresentati dalle curve di domanda e di offerta che nel punto di equilibrio si incrociano. In un mercato perfettamente concorrenziale, venditori e compratori prendono per dato il prezzo di mercato, che comunica agli uni gli elementi essenziali del problema degli altri. Nel nostro esempio, il prezzo delle arance comunica ai consumatori quanto è difficile e faticoso per i coltivatori rifornire il mercato quel giorno. Può capitare che i frutteti più vicini siano rimasti vittima di un'invasione di cavallette, o al contrario che il clima favorevole abbia caricato i rami più bassi degli alberi di tutti i frutteti di tante arance facilissime da raccogliere: per questi e mille altri motivi le arance possono, in un dato momento, essere più o meno abbondanti e più o meno costose da raccogliere. Sarebbe complicato dover spiegare tutto questo a chi si reca al mercato con sporta e borsellino, e capire la spiegazione potrebbe richiedere competenze tecniche che i consumatori non hanno. Invece non occorrono spiegazioni complicate, perché il prezzo riassume in modo semplice e immediatamente comprensibile («in soldoni», appunto) tutto quel che del problema dei produttori alla fin fine è rilevante per i consumatori. E, simmetricamente, il prezzo fornisce ai produttori un riassunto conciso ed efficace dei molti e difficili problemi dei consumatori di arance: per ottenere 2 chili di arance, basta pagarle, non occorre spiegare che servono per fare una spremuta a un familiare che ha il raffreddore, per preparare granite, o per quali altri mille possibili usi interessa procurarsele. In questo e in tutti gli altri mercati, i prezzi hanno due ruoli importantissimi. Da un lato segnalano la scarsità relativa di un bene rispetto all'altro. Ad esempio, se il prezzo delle arance sale, segnala ai potenziali acquirenti che si tratta di un bene che sta diventando più scarso; se scende, segnala una situazione di abbondanza. Dall'altro, i prezzi incentivano gli individui a comportarsi in modo coerente con la scarsità o abbondanza da cui derivano. Se il prezzo delle arance è basso, ai consumatori conviene consumarne di più, e ai produttori conviene ridurre la quantità offerta. Questi comportamenti sono adatti a una 56situazione in cui le arance sono abbondanti: è bene approfittarne assorbendo vitamine, e non conviene produrne ancora di più se ciò è costoso. Quando il prezzo è inferiore al prezzo di equilibrio, infatti, i consumatori vogliono acquistare una quantità superiore rispetto a quella che chi vende è disposto a offrire. Piuttosto che rimanere a bocca asciutta, conviene proporre e pagare un prezzo più alto, che i venditori (essendo già disposti a vendere al prezzo che generava penuria) saranno ben contenti di accettare. Questo tende a ridurre l'**eccesso di domanda** e, se tutto va bene, a eliminarlo. Simmetricamente, i venditori possono proporre prezzi più bassi se il prezzo di mercato è superiore a quello di equilibrio: a loro conviene, perché così facendo attirano clienti e smaltiscono quel che altrimenti rimarrebbe invenduto, e anche in questo caso il loro comportamento porterà il mercato verso l'equilibrio. Per padroneggiare la materia di cui ci occupiamo in questo libro, e anche per cavarsela nella vita vera, è importantissimo pensare ai prezzi in quei termini. Può essere giusto preoccuparsi dei prezzi quando aumentano tutti in modo imprevedibile e mal sincronizzato, ovvero quando c'è **inflazione** (di cui parleremo molto più avanti nel libro). Ma quando ci si trova al mercato è meglio regolarsi piuttosto che scandalizzarsi: se la verdura costa cara c'è semmai da preoccuparsi non dei prezzi in quanto tali, ma delle condizioni di mercato che li determinano. Più che un qualche valore intrinseco dei beni e servizi, i prezzi misurano la loro scarsità, ovvero il rapporto tra quanto sono desiderabili e quanto è costoso (a volte, tanto da essere praticamente impossibile) renderli disponibili. Per questo l'utilissima ma almeno da noi abbondantissima acqua potabile dell'acquedotto ha un prezzo tanto più basso dell'acqua imbottigliata, che pur piacevolmente e costosamente etichettata non è poi così essenziale per noi. Così come i diamanti utilizzabili come gemme devono i loro prezzi esorbitanti, più che alla loro bellezza e **utilità**, al fatto che sono rari e che si trovano in posti molto difficili e costosi da raggiungere. Costi e scarsità spiegano anche molte delle differenze tra i redditi delle persone: i professori universitari di economia guadagnano più degli impiegati dell'anagrafe sia perché hanno dovuto studiare di più (e ciò costa tempo, fatica e denaro), sia perché hanno competenze più difficili da reperire sul mercato: chi sa fare il professore di economia generalmente potrebbe anche fare l'impiegato dell'anagrafe, mentre non è vero il contrario. Riepilogo ▶ Ogni mercato mette in relazione le disponibilità e i bisogni di persone e imprese tra loro diverse, e permette lo scambio di beni e servizi. Per funzionare bene, deve poter contare sulla definizione dei diritti di proprietà e sulla tutela della concorrenza. ▶ Mercati in cui tante imprese e tanti consumatori non possono influenzare il prezzo di mercato sono detti perfettamente concorrenziali. ▶ Chi acquista beni e servizi sul mercato si trova sul lato della domanda. In base alla legge della domanda, la curva di domanda descrive una relazione negativa tra prezzo e quantità domandata. ▶ Chi vende (offre) beni e servizi sul mercato si trova sul lato dell'offerta. La curva di offerta descrive una relazione positiva tra prezzo e quantità offerta. ▶ Curva di domanda e curva di offerta possono essere rappresentate sia per un singolo acquirente o venditore, sia per un intero mercato (sommando, rispettivamente, le domande individuali di tutti gli acquirenti o le offerte individuali di tutti i venditori). ▶ Sia la domanda sia l'offerta si basano sulla soluzione di problemi individuali, più o meno complicati, di consumatori e imprese. ▶ Il mercato è in equilibrio se il prezzo è tale da uguagliare quantità domandata e quantità offerta. ▶ Se il prezzo è più basso di quello di equilibrio, sul mercato c'è un eccesso di domanda, o penuria; se il prezzo è più alto, sul mercato c'è un eccesso di offerta, o eccedenza. ▶ Gli eccessi che derivano da un disequilibrio di mercato sono causati da errori di previsione o da variazioni della domanda e dell'offerta. ▶ I mercati perfettamente concorrenziali tendono sempre all'equilibrio. Nel processo di aggiustamento i prezzi giocano un (duplice) ruolo. ▶ I prezzi segnalano la scarsità relativa e influenzano le scelte di compratori e venditori: quando il mercato non è in equilibrio, infatti, consumatori e venditori sono incentivati a modificare la quantità che vogliono scambiare, fino a che il mercato raggiunge un nuovo equilibrio. Il mercato Scegli un\'alternativa: a. è l\'unico meccanismo in grado di affrontare il problema della scarsità Sbagliato, pensate al caso in cui sia lo stato a determinare l\'allocazione delle risorse, come avviene nelle economie pianificate. b\. per funzionare richiede che si instaurino contatti fisici tra compratori e venditori c\. pone ostacoli alla determinazione dei prezzi d\. collega i bisogni dei consumatori con la produzione da parte delle imprese e\. in concorrenza perfetta prevede l\'interazione tra due consumatori e due imprese Feedback Il mercato è uno dei meccanismi in grado di affrontare il problema della scarsità, ma non è l\'unico (pensate al caso delle economie pianificate, dove è lo stato che prende tutte le decisioni relative all\'allocazione delle risorse). La risposta corretta è: collega i bisogni dei consumatori con la produzione da parte delle imprese Domanda 2 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda I prezzi Scegli un\'alternativa: a\. non dipendono dalla curva di offerta b\. sono sempre superiori ai costi di produzione c\. causano complicazioni che potrebbero essere eliminate se ciascuno si arrangiasse per conto suo d\. servono come segnali ma non come incentivi e\. forniscono informazioni utili per le scelte di produttori e consumatori I prezzi servono sia a segnalare la scarsità relativa sia ad incentivare produttori e consumatori a variare offerta e domanda fino a quando il mercato raggiunge un equilibrio. La risposta corretta è: forniscono informazioni utili per le scelte di produttori e consumatori Domanda 3 La scarsità: Scegli un\'alternativa: a\. può essere eliminata eliminando l\'avidità b\. può essere eliminata adottando un metodo di pianificazione centralizzato c\. richiede che vengano operate delle scelte tra possibilità alternative d\. è il risultato di un comportamento egoistico da parte dei produttori e\. richiede necessariamente l\'utilizzo di un meccanismo di mercato La scarsità è un problema che si può affrontare in modi differenti, ma che non si può eliminare. La risposta corretta è: richiede che vengano operate delle scelte tra possibilità alternative Domanda 4 Testo della domanda Quando il prezzo è superiore al livello di equilibrio: Scegli un\'alternativa: a\. la curva di offerta coincide con la curva di domanda b\. la domanda eccede l\'offerta c\. il mercato è in equilibrio d\. l\'offerta eccede la domanda e\. si scambia la quantità che i produttori sono disposti a vendere a quel prezzo Domanda 5 L\'offerta di mercato è data Scegli un\'alternativa: a\. dalla differenza tra domanda e offerta di mercato b\. dalla somma delle offerte individuali dei produttori che operano sul mercato c\. dalla somma dei prezzi offerti sul mercato d\. dalla somma dell\'offerta di due produttori su cinque e\. dalla somma orizzontale delle domande dei singoli consumatori La risposta corretta è: dalla somma delle offerte individuali dei produttori che operano sul mercato Domanda 6 Il costo-opportunità: Scegli un\'alternativa: a\. esiste solo nelle economie di mercato b\. si valuta considerando che le risorse, se sono adoperate in un certo modo, non possono essere usate per altri fini c\. può essere evitato spostando la curva delle possibilità produttive verso l\'interno d\. misura il costo monetario della produzione e\. misura il valore di una qualsiasi alternativa a cui si rinuncia quando si effettua una scelta Il costo-opportunità misura il valore DELLA MIGLIORE DELLE ALTERNATIVE POSSIBILI a cui si rinuncia quando si effettua una scelta (non di una alternativa qualsiasi). La risposta corretta è: si valuta considerando che le risorse, se sono adoperate in un certo modo, non possono essere usate per altri fini Domanda 7 In Economia si suppone che le scelte siano basate Scegli un\'alternativa: a\. sugli oroscopi b\. sull\'istinto c\. sul senso del dovere d\. sul confronto di costi e benefici e\. sul rispetto delle leggi La risposta corretta è: sul confronto di costi e benefici Domanda 8 Testo della domanda Per decidere se acquistare o meno una terza pizza, bisogna confrontare tra loro: Scegli un\'alternativa: a\. appetito e sazietà b\. costo totale e beneficio totale di tutte le pizze già acquistate c\. costo marginale e beneficio marginale della terza pizza d\. costo marginale e beneficio marginale della seconda pizza e\. costo totale della cena e opportunità per il dopocena Feedback Per decidere quanto acquistare in più di un determinato bene, si confrontano costi e benefici derivanti dall\'acquisto di un\'unità in più di quel bene (detti costi e benefici MARGINALI). In questo caso i costi e benefici si riferiscono all\'unità in più che si acquisterebbe, quindi alla terza pizza. La risposta corretta è: costo marginale e beneficio marginale della terza pizza Domanda 9 Testo della domanda Se il costo-opportunità di andare al cinema è pari al prezzo del biglietto più il miglior uso alternativo delle due ore che dura lo spettacolo, il costo-opportunità di restare dopo l\'intervallo a vedere il secondo tempo sarà pari a: Scegli un\'alternativa: a\. infinito b\. l\'intero prezzo del biglietto + il miglior uso alternativo della restante ora c\. metà prezzo del biglietto + il miglior uso alternativo della restante ora d\. il miglior uso alternativo della restante ora e\. zero Feedback Il prezzo del biglietto è un costo che non rientra nel calcolo del costo-opportunità; rappresenta un costo che è stato sostenuto in passato (prima dell\'inizio del film) e che non può più essere recuperato. Non è infatti possibile rivendere o farsi rimborsare metà prezzo del biglietto se, a un certo punto del film, si decide di uscire dal cinema. L\'unica risorsa che si può destinare a un altro scopo sarà il tempo che decideremo di non passare in sala. La risposta corretta è: il miglior uso alternativo della restante ora Testo della domanda L\'economia mista si distingue dall\'economia di libero mercato in quanto: Scegli un\'alternativa: a\. si considerano più mercati (ad esempio quello delle auto e quello delle biciclette) b\. in un\'economia mista non c\'è scarsità c\. lo Stato prende tutte le decisioni d\. lo Stato prende decisioni e influenza le scelte degli individui e\. solo nell\'economia di libero mercato possono esistere dei monopoli La risposta corretta è: lo Stato prende decisioni e influenza le scelte degli individui Domanda 11 Testo della domanda In base alla legge della domanda: Scegli un\'alternativa: a\. la quantità domandata di un bene è identica alla quantità offerta b\. la quantità domandata di un bene aumenta quando il prezzo aumenta c\. la curva di offerta è inclinata positivamente d\. la quantità domandata di un bene diminuisce quando il prezzo aumenta e\. la curva di domanda è inclinata positivamente Feedback La risposta corretta è: la quantità domandata di un bene diminuisce quando il prezzo aumenta Domanda 12 Quale dei seguenti argomenti è oggetto di studio della macroeconomia? Scegli un\'alternativa: a\. il livello di produzione di un\'impresa nell\'industria automobilistica b\. il costo opportunità del frequentare l\'università c\. il prezzo di una penna d\. l\'interazione di domanda e offerta di cellulari e\. cosa determina la crescita e disoccupazione Feedback La risposta corretta è: cosa determina la crescita e disoccupazione Domanda 13 Se un mercato raggiunge l\'efficienza significa che Scegli un\'alternativa: a\. tutti i partecipanti al mercato dispongono di uguali risorse b\. non è possibile aumentare il benessere di qualcuno senza ridurre quello di altri c\. il benessere è uguale per tutti i partecipanti al mercato d\. lo Stato non può intervenire nell\'economia e\. i desideri di tutti sono stati realizzati Feedback La risposta corretta è: non è possibile aumentare il benessere di qualcuno senza ridurre quello di altri Domanda 14 Testo della domanda In concorrenza perfetta, i prezzi: Scegli un\'alternativa: a\. sono decisi dai venditori b\. sono decisi dai compratori c\. sono presi per dati da tutti i partecipanti al mercato d\. sono troppo bassi per consentire che la quantità domandata ecceda la quantità offerta e\. sono troppo alti per consentire che la quantità offerta ecceda la quantità domandata Feedback La risposta corretta è: sono presi per dati da tutti i partecipanti al mercato Domanda 15 Testo della domanda Al prezzo di equilibrio Scegli un\'alternativa: a\. il prezzo deve cambiare per soddisfare i desideri dei consumatori b\. la quantità offerta è uguale alla quantità domandata c\. sia i consumatori che i produttori sono convinti che il prezzo dovrebbe scendere d\. la quantità scambiata del bene soddisfa i consumatori ma non i produttori e\. l\'offerta è pari al doppio della domanda \