Anatomia degli animali da reddito PDF
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Università degli Studi di Milano Statale
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Questo documento fornisce una panoramica dell'anatomia degli animali da reddito. Copre argomenti come la terminologia anatomica, le parti costitutive del corpo, le regioni corporee, le cavità sierose e l'anatomia macroscopica e microscopica di vari sistemi, inclusi gli apparati locomotore e endocrino. Il documento include schema dei piani anatomici, le illustrazioni delle cavità sierose e una descrizione anatomica.
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ANATOMIA DEGLI ANIMALI DA REDDITO L'anatomia deriva dal greco ἀνατομή, che significa "dissezione". Questo termine racchiude l'essenza della disciplina: studiare il corpo sezionandolo per analizzarne le strutture. 1. Terminologia anatomica Piani e assi di riferimento Piano sagittale mediano:...
ANATOMIA DEGLI ANIMALI DA REDDITO L'anatomia deriva dal greco ἀνατομή, che significa "dissezione". Questo termine racchiude l'essenza della disciplina: studiare il corpo sezionandolo per analizzarne le strutture. 1. Terminologia anatomica Piani e assi di riferimento Piano sagittale mediano: Unico piano di simmetria bilaterale, definito dagli assi cefalo-caudale e dorso-ventrale. Divide il corpo in due metà speculari. Piani frontali: Definiti dagli assi cefalo-caudale e per-laterale. Possono essere "più dorsali" o "più ventrali". Piani trasversali: Definiti dagli assi per-laterale e dorso-ventrale. Distinguono sezioni più craniali o più caudali. Termini anatomici comuni: Dorsale-ventrale: Indica la posizione rispetto alla schiena o al ventre. Craniale-caudale: Posizione rispetto alla testa o alla coda. Prossimale-distale: Specifico per gli arti, indica la vicinanza o lontananza rispetto al tronco. Superficiale-profondo: Sinonimi di "esterno" e "interno". 2. Parti costitutive del corpo Il corpo è suddiviso in regioni esterne che corrispondono a: Cute e annessi (peli, ghiandole, ecc.). Muscoli che definiscono la forma. Segmenti scheletrici o cavità interne contenenti organi e apparati. 3. Descrizione delle regioni corporee 3.1. Regione della testa Cranio: Contiene l'encefalo. Faccia: Comprende le aperture del sistema digerente (bocca), respiratorio (narici) e gli organi di senso (lingua, occhi, orecchie). 3.2. Regione del collo Collega la testa al tronco e comprende: Margine dorsale: Criniera nei cavalli. Margine ventrale: Giogaia nei bovini. Estremità craniale: Include nuca e gola. 3.3. Regione del tronco Costituisce la parte principale del corpo e include: Regioni del torace: Racchiudono la cavità toracica con cuore e polmoni. Regioni dell’addome: Contengono il sistema digerente, fegato e altri organi. Regioni del bacino: Racchiudono gli organi urogenitali. 3.4. Regione della coda Include: Base (radice). Tronco (parte mobile). 3.5. Arti toracici e pelvici Gli arti toracici (anteriori) e pelvici (posteriori) sono suddivisi in: Spalla, braccio, avambraccio, mano (arti anteriori). Coscia, gamba, piede (arti posteriori). 4. Cavità sierose (o celomatiche) Cavità pleuriche: Rivestono i polmoni. Cavità pericardica: Racchiude il cuore. Cavità peritoneale: Contiene gli organi dell’addome e del bacino. Le cavità sono delimitate da membrane sierose che garantiscono protezione e riduzione dell’attrito. 5. Descrizione anatomica Macroscopica: Analisi della forma, posizione, rapporti anatomici e differenze tra specie. Microscopica/Istologia: Studio delle strutture interne, suddivise in organi parenchimatosi e organi cavi. Descrizione delle immagini 1. Schema dei piani anatomici: Mostra i diversi piani di riferimento (sagittale, frontale e trasversale). 2. Illustrazioni delle cavità sierose: Diagramma che evidenzia le cavità pleuriche, pericardiche e peritoneali. 3. Stratigrafia del corpo: Disegno delle componenti esterne (cute, muscoli) e interne (organi). 4. Anatomia della testa: Visione schematica del cranio e della faccia con indicazione degli organi di senso. 5. Schema degli arti: Dettaglio delle regioni anatomiche degli arti toracici e pelvici, con focus su articolazioni e unghie. SISTEMA ENDOCRINO 1. Introduzione al Sistema Endocrino Definizione: Il sistema endocrino è costituito da cellule e ghiandole specializzate che producono ormoni per regolare funzioni corporee essenziali. Strutture principali: ○ Ghiandole endocrine (esclusivamente endocrina come ipofisi, tiroide, surrene). ○ Cellule endocrine isolate in altri tessuti (es. canale alimentare). ○ Organi con funzione endocrina parziale (es. pancreas, gonadi, placenta). Caratteristica comune: Ogni componente elabora ormoni che agiscono su organi bersaglio attraverso il sangue. Di conseguenza, è necessaria una rete capillare molto estesa. Funzioni principali: Regolazione dell'omeostasi corporea. Controllo dell'accrescimento e delle attività funzionali degli organi. Collaborazione con il sistema nervoso per funzioni lente e durature. 2. Ipofisi (ghiandola pituitaria) Descrizione generale: ○ Ghiandola di piccolo volume situata nella fossa ipofisaria. ○ Costituita da due lobi: Adenoipofisi: di origine epiteliale. Neuroipofisi: di origine nervosa. ○ L’infundibolo la connette all’ipotalamo, che regola molte delle sue funzioni. Secrezioni: Adenoipofisi: ○ Ormone della crescita (GH), prolattina (PRL), corticotropina (ACTH), tireotropina (TSH), gonadotropine (FSH e LH). ○ Ormone stimolante i melanociti (MSH). Neuroipofisi: ○ Ossitocina (OT) e ormone antidiuretico (ADH). Differenze tra specie: Cavallo: forma ovoidale allungata, parte distale circonda le altre. Bovino: forma tondeggiante con cavità ipofisaria. Suino: forma piriforme con cavità ipofisaria. 3. Tiroide Struttura e posizione: ○ Ghiandola bilobata situata nel collo, in rapporto con la trachea. ○ Composta da parenchima (follicoli tiroidei pieni di colloide) e stroma (tessuto connettivo vascolarizzato). Funzionamento: I tireociti producono ormoni tiroidei (T3, T4) immagazzinati nella colloide e rilasciati secondo necessità. Le cellule parafollicolari (cellule C) secernono calcitonina, che regola i livelli di calcio nel sangue. Differenze tra specie: Cavallo: 5 cm, colore rosso bruno. Bovino: 5-6 cm, colore rosa. Suino: presenza di un lobo mediano. 4. Paratiroidi Descrizione: ○ Piccole ghiandole cordonali (2-4) situate in relazione con la tiroide. ○ Producono il paratormone (PTH), che aumenta i livelli di calcio nel sangue. Struttura: Parenchima composto da cellule principali (numerose e con granuli di secreto) e cellule ossifile (presenti in alcune specie e aumentano con l'età). Differenze tra specie: Cavallo, bovino, piccoli ruminanti: due ghiandole esterne e due interne. Suino: due ghiandole esterne. 5. Surrene (ghiandola surrenale) Descrizione generale: ○ Ghiandole endocrine pari, asimmetriche, situate vicino ai reni. ○ Divise in due parti: Corticale (esterna): Produce mineralcorticoidi, glucocorticoidi e ormoni sessuali. Midollare (interna): Produce epinefrina e norepinefrina. Struttura: La corticale è suddivisa in: ○ Zona glomerulare: Cordoni di cellule disposti a gomitolo. ○ Zona fascicolata: Cordoni paralleli (2/3 della corticale). ○ Zona reticolare: Piccole cellule disposte a rete. La midollare è costituita da cordoni di cellule endocrine circondate da sinusoidi. Differenze tra specie: Colore variabile: rosa nei bovini, giallo nei cavalli. APPARATO LOCOMOTORE Composto da ossa che compongono lo scheletro (componente passiva ) e dai muscol (componente attiva ) Struttura dello scheletro 1. Ruolo dello scheletro: ○ Supporto del corpo e protezione delle cavità interne. ○ Deposito di sostanze inorganiche. ○ Ospita il tessuto emopoietico (per la produzione delle cellule del sangue). 2. Tipologie di ossa: ○ Ossa lunghe: predominanza della lunghezza (es. femore, omero). ○ Ossa piatte: prevalenza di lunghezza e larghezza rispetto allo spessore (es. scapola, cranio). ○ Ossa corte: dimensioni simili in lunghezza, larghezza e spessore (es. vertebre, ossa del carpo). 3. Organizzazione dello scheletro: ○ Scheletro assile: include testa, colonna vertebrale, coste e sterno. ○ Scheletro appendicolare: comprende cinto toracico, arto toracico, cinto pelvico e arto pelvico. Articolazioni Le articolazioni sono i punti di connessione tra i segmenti scheletrici e si dividono in: 1. Articolazioni non sinoviali (sinartrosi): unite da tessuto fibroso o cartilagineo, con mobilità limitata (es. suture craniche). 2. Articolazioni sinoviali (diartrosi): caratterizzate da cavità articolari che permettono movimenti ampi. Hanno una capsula articolare che produce liquido sinoviale per la lubrificazione. Componenti dello scheletro assile 1. Testa (cranio): ○ Comprende un insieme di ossa piatte e irregolari unite principalmente da articolazioni fibrose (suture). ○ Funzioni principali: Protezione del cervello e degli organi sensoriali (occhi, orecchie, naso). Punti di attacco per i muscoli del viso e della masticazione. 2. Colonna vertebrale Ogni vertebra presenta una struttura comune: Corpo vertebrale: La parte anteriore, robusta e cilindrica, che supporta il peso. Arco vertebrale: La parte posteriore che, insieme al corpo, delimita il foro vertebrale. Foro vertebrale: Forma il canale vertebrale in cui è contenuto il midollo spinale. Processi ossei: ○ Processo spinoso: Una prominenza posteriore, punto di attacco per i legamenti e i muscoli. ○ Processi trasversi: Due estensioni laterali per l'attacco di muscoli e costole (nelle vertebre toraciche). ○ Processi articolari: Superiori e inferiori, che permettono l'articolazione con le vertebre adiacenti. Suddivisione della colonna vertebrale La colonna vertebrale si divide in sezioni basate sulla posizione e la funzione: 1. Tratto cervicale (7 vertebre) ○ C1 (Atlante): Priva di corpo vertebrale, sostiene il cranio e permette movimenti di flessione ed estensione della testa. ○ C2 (Epistrofeo): Dotato del "dente", che consente la rotazione della testa. ○ Le vertebre cervicali hanno fori trasversali per il passaggio dell'arteria vertebrale. ○ È la parte più mobile della colonna. 2. Tratto toracico (12 vertebre) ○ Ogni vertebra si articola con una coppia di coste. ○ Ha processi spinosi inclinati verso il basso. ○ Forma la parte posteriore della gabbia toracica, contribuendo alla protezione degli organi toracici. 3. Tratto lombare (5 vertebre) ○ Vertebre massicce per supportare il peso corporeo. ○ Processi spinosi larghi e orizzontali. ○ Elevata mobilità per flessione ed estensione. 4. Tratto sacrale (5 vertebre fuse) ○ Forma il sacro, un osso unico triangolare che si articola con il cinto pelvico. ○ Costituisce il supporto principale per la trasmissione del peso agli arti inferiori. 5. Tratto coccigeo (3-5 vertebre fuse) ○ Forma il coccige, una struttura vestigiale (in alcuni animali è più sviluppata, costituendo la coda). Dischi intervertebrali Composti da: ○ Anello fibroso: Strato esterno resistente, formato da tessuto fibrocartilagineo. ○ Nucleo polposo: Parte centrale gelatinosa, che agisce come ammortizzatore. Funzioni: ○ Assorbire i carichi e distribuire le forze. ○ Consentire movimenti tra le vertebre. 3. Coste e gabbia toracica: Struttura protettiva per cuore e polmoni. Composta da: ○ Coste vere: Connesse direttamente allo sterno. ○ Coste false: Connesse indirettamente tramite il margine costale. ○ Coste fluttuanti: Non collegate anteriormente. Lo sterno è l'osso impari mediano che funge da punto di attacco anteriore per le coste. 4. Sterno: Osso allungato, mediano, costituito da tre sezioni: ○ Manubrio: Parte superiore. ○ Corpo: Sezione intermedia. ○ Processo xifoideo: Parte inferiore. Composizione dello scheletro appendicolare Lo scheletro appendicolare si divide in due principali sezioni: 1. Cinto toracico (superiore) 2. Cinto pelvico (inferiore) 1. Cinto Toracico Il cinto toracico collega gli arti anteriori (o toracici) al tronco. È composto principalmente dalla scapola (ossa della spalla) e dalla clavicola (in alcune specie), e dalle articolazioni tra queste ossa e il torace. Scapola (omoplato): ○ Osso piatto che forma la parte posteriore della cintura toracica. ○ Si articola con l'omero (osso del braccio) tramite la cavità glenoidea, formando l'articolazione della spalla. ○ Fornisce supporto e permette la mobilità dell'arto anteriore. Clavicola (presenta in alcune specie): ○ Conosciuta anche come "collare", è una piccola ossa che collega la scapola allo sterno. ○ In alcune specie (come i cavalli) è ridotta o assente. 2. Cinto Pelvico Il cinto pelvico connette gli arti posteriori (o pelvici) al tronco. È formato da due ossa coxali (osso pelvico) che si uniscono nel centro attraverso la sinfisi pubica. Ogni osso coxale è costituito da tre ossa fuse: ileo, ischio, e pubo. Osso coxale: ○ È costituito da tre parti che si fondono nell'adulto: Ileo: La parte superiore, che forma la parte laterale del bacino. Ischio: La parte inferiore, che supporta il peso del corpo durante la seduta. Pubo: La parte anteriore, che forma la parte frontale del bacino. ○ Si articola con il sacro per formare il bacino. Sacrum e coccige: ○ Il sacro è formato dalla fusione delle vertebre sacrali e si articola con il cinto pelvico. ○ Il coccige è un residuo della coda, presente in molte specie, ma assente o vestigiale in altre. Arti Toracici (superiori) Gli arti toracici sono quelli degli arti anteriori, e sono formati da una serie di ossa che includono: Omero: L'osso del braccio, che si articola con la scapola nella cavità glenoidea e con l'ulna e il radio nell'avambraccio. Ulna e radio: Le ossa dell'avambraccio, con la ulna che è l'osso principale nel lato mediale (interno) e il radio nel lato laterale (esterno) del braccio. Carpo: Gruppo di ossa che costituiscono il polso, permettendo movimenti di flessione ed estensione. Metacarpo: Ossa che formano la mano, situate tra il carpo e le falangi. Falangi: Le ossa delle dita, organizzate in tre falangi (prossimale, media, distale) in ogni dito, ad eccezione del pollice (che ha solo due falangi). Arti Pelvici (inferiori) Gli arti pelvici sono gli arti posteriori, che comprendono: Femore: L'osso più lungo e forte del corpo, che si articola con l'osso coxale nell'articolazione dell'anca e con la tibia nel ginocchio. Patella: La rotula, un osso sesamoide che protegge l'articolazione del ginocchio. Tibia e fibula: Le ossa della gamba, con la tibia che è l'osso principale che sostiene il peso e la fibula che serve principalmente come supporto. Tarsio: Le ossa della caviglia e del piede, che permettono movimenti complessi. Metatarso: Ossa che formano la parte centrale del piede, tra il tarsio e le falangi. Falangi: Le ossa delle dita dei piedi, simili a quelle delle mani. SISTEMA NERVOSO Il tessuto nervoso e la divisione del sistema nervoso Il tessuto nervoso costituisce il sistema nervoso, che si suddivide in: 1. Sistema nervoso della vita di relazione: ○ Centrale: Comprende: Encefalo: formato da vescicole encefaliche di vari calibri, con ventricoli cerebrali interni pieni di liquido cefalo-rachidiano. Midollo spinale: un tubo di calibro uniforme. ○ Periferico: collega il SNC agli organi e ai tessuti periferici. 2. Sistema nervoso della vita vegetativa: ○ Regola gli organi non soggetti al controllo volontario. Funzioni del sistema nervoso Il sistema nervoso svolge tre funzioni fondamentali: 1. Sensoriale: recepisce stimoli dall'ambiente interno ed esterno tramite recettori sensoriali. 2. Integrazione: elabora le informazioni sensoriali e predispone risposte adeguate. 3. Motoria: trasmette risposte agli organi effettori tramite nervi motori. Il midollo spinale Struttura: ○ Cilindro di calibro costante con il canale ependimale al centro, circondato da: Sostanza grigia: a forma di "H", con: Corno dorsale: funzione sensitiva. Corno ventrale: funzione motoria. Sostanza bianca: contiene fasci di fibre nervose: Ascendenti: portano informazioni al SNC. Discendenti: trasmettono risposte dal SNC. Fibre che entrano dalle radici dorsali ed escono dalle radici ventrali. Organizzazione della sostanza bianca: ○ Cordone dorsale: tra il setto mediano dorsale e le radici dorsali. ○ Cordone laterale: tra le radici dorsali e ventrali. ○ Cordone ventrale: tra la fessura mediana ventrale e le radici ventrali. Rigonfiamenti: ○ Intumescenza cervicale: innerva gli arti anteriori. ○ Intumescenza lombare: innerva gli arti posteriori. ○ Cono midollare: estremità del midollo spinale. ○ Filum terminale: cordone privo di tessuto nervoso. L’encefalo Struttura: ○ Formato da vescicole encefaliche con cavità interne (ventricoli cerebrali) dove circola il liquido cefalo-rachidiano. ○ Sostanza grigia: prevalentemente esterna. ○ Sostanza bianca: circonda nuclei interni di sostanza grigia. Suddivisione: ○ Telencefalo: coordinamento avanzato (funzioni cognitive e motorie). ○ Diencefalo: regolazione neuroendocrina e comportamentale. ○ Mesencefalo: coordinazione dei riflessi ottico-motori e acustico-motori. ○ Cervelletto: coordinazione muscolare e mantenimento della postura. ○ Mielencefalo: regolazione di attività non coscienti e ritmiche (es. cuore, respirazione). Morfologia: ○ Lissencefalo: superficie liscia, tipica di animali meno complessi. ○ Girencefalo: presenza di solchi e circonvoluzioni, tipico di mammiferi complessi. Le meningi Le meningi sono strutture protettive del SNC, composte da tre strati: 1. Dura madre: tessuto connettivo denso, strato esterno. 2. Aracnoide: tessuto connettivo lasso con struttura spugnosa. 3. Pia madre: tessuto connettivo lasso e altamente vascolarizzato. Composizione del Sistema Nervoso Periferico 1. Nervi: ○ Composti da fibre nervose mieliniche e amieliniche. ○ Possono essere motrici (efferenti, trasportano impulsi dal SNC agli effettori) o sensitive (afferenti, trasportano impulsi dai recettori al SNC). 2. Gangli: ○ Aggregati di cellule nervose situati lungo il decorso dei nervi. ○ Funzionano come stazioni intermedie per la coordinazione degli impulsi nervosi. Componenti funzionali del SNP Il sistema nervoso periferico è suddiviso in tre sottocomponenti: 1. Sistema Nervoso Somatico (SNS): ○ Controlla le attività volontarie. ○ Innerva muscoli scheletrici. 2. Sistema Nervoso Autonomo (SNA): ○ Regola funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione e la digestione. ○ Si suddivide ulteriormente in: Simpatico: stimola attività come la dilatazione delle pupille e l’accelerazione del battito cardiaco. Parasimpatico: favorisce il rilassamento e la digestione (es. contrazione delle pupille, rallentamento cardiaco). ○ I due sistemi agiscono spesso in modo antagonista. 3. Sistema Nervoso Enterico (SNE): ○ Controlla le funzioni del tratto gastrointestinale. ○ Può agire indipendentemente dal SNC, ma è modulato dal SNA. Recettori nel SNP Il sistema nervoso periferico comprende diversi tipi di recettori: Esterocettori: rilevano stimoli esterni (es. luce, suono, tatto). Propriocettori: forniscono informazioni sulla posizione e il movimento corporeo. Introcettori: percepiscono stimoli interni, come variazioni della pressione sanguigna o della temperatura corporea. Sistema nervoso autonomo Diviso in: Simpatico: ○ Origina dalla zona toraco-lombare. ○ Stimola risposte di attivazione (es. accelerazione del battito cardiaco). Parasimpatico: ○ Origina dalla zona cranio-sacrale. ○ Favorisce attività di rilassamento (es. rallentamento del cuore). Ogni branca è composta da catene di due neuroni e ha effetti antagonisti sugli organi effettori. APPARATO CIRCOLATORIO L'apparato cardiocircolatorio è un sistema chiuso di vasi sanguigni in cui il sangue circola sotto la spinta del cuore. Questo apparato è costituito da due componenti principali: il grande circolo il piccolo circolo I vasi sanguigni si suddividono in: arteriosi venosi Differenze morfologiche tra arterie e vene: A parità di calibro, le arterie hanno pareti molto più spesse rispetto alle vene, il che determina un lume più stretto nelle arterie. Le arterie portano il sangue che si allontana dal cuore, mentre i vasi venosi trasportano il sangue che ritorna al cuore. Morfologicamente, le arterie sono caratterizzate da una parete più robusta a causa della pressione elevata generata dalla contrazione del cuore. Passaggio tra arterie e vene: Il passaggio tra arterie e vene avviene nei capillari, dove si verificano gli scambi gassosi e metabolici. I capillari sono i vasi di dimensioni più piccole e con una parete molto sottile, che consente uno scambio rapido di gas e altre sostanze tra il sangue e i tessuti. Vasi di grosso calibro: Gli arteriosi di grosso calibro, come l’aorta, hanno una parete spessa, che diminuisce progressivamente man mano che si allontanano dal cuore. Al contrario, i vasi venosi, come la vena cava superiore e inferiore, si uniscono in vasi di calibro maggiore avvicinandosi al cuore. Struttura dei vasi sanguigni: I vasi sanguigni sono costituiti da tre tonache: Tonaca intima: la più interna, composta da un epitelio pavimentoso semplice (endotelio) e da uno strato di connettivo lasso (strato sub-endoteliale). In alcuni vasi, può essere presente una lamina elastica interna. Tonaca media: composta da fibrocellule, tessuto muscolare liscio, e varia in base alla dimensione del vaso. Tonaca avventizia: costituita da tessuto connettivo lasso, con la presenza di fibre elastiche e, talvolta, di una lamina elastica esterna. Differenze tra arterie e vene: Arterie: la tonaca intima presenta una lamina elastica, mentre le tonache media e avventizia sono più spesse. Vene: la tonaca intima non presenta la lamina elastica e le tonache media e avventizia sono più sottili rispetto alle arterie. Le vene contengono valvole, che sono sollevamenti dell’endotelio per prevenire il reflusso del sangue. Rapporti morfo-funzionali: Il flusso sanguigno verso gli organi e i tessuti può essere regolato variando il diametro dei vasi di distribuzione. Questo processo è controllato dalla componente muscolare liscia della parete vasale. I vasi arteriosi si suddividono in tre tipi principali: 1. Arterie elastiche: con una tonaca media ricca di fibre elastiche e povere di cellule muscolari (es. aorta). 2. Arterie muscolari: con una tonaca media contenente una maggiore quantità di fibre muscolari rispetto a quelle elastiche. 3. Arteriole: piccole ramificazioni terminali che alimentano i capillari, con una tonaca media e avventizia poco definite. Capillari: I capillari sono costituiti da uno strato endoteliale sottile, circondato da una lamina basale. La parete sottile consente uno scambio rapido delle sostanze tra il sangue e i tessuti. I capillari si suddividono in tre tipi: Capillari continui: presentano un rivestimento endoteliale completo, formato da un singolo strato cellulare. Capillari fenestrati: presentano pori all'interno dell'endotelio, ma non nella lamina basale. Sinusoidi: caratterizzati da pori di dimensioni maggiori sia nell'endotelio che nella lamina basale, che permettono uno scambio più ampio tra fluidi. Vene: Le vene raccolgono il sangue dai tessuti e lo trasportano al cuore. Le loro pareti sono meno elastiche e più sottili rispetto alle arterie, poiché la pressione sanguigna nelle vene è inferiore. Poiché la pressione nelle vene è troppo bassa per contrastare la forza di gravità, sono presenti valvole per impedire il reflusso del sangue. Le vene si distinguono in tre categorie: 1. Venule: capillari dilatati, che contengono solo la tonaca intima. 2. Vene di medio calibro. 3. Vene di grosso calibro. Sistema Linfatico Il sistema linfatico nasce a fondo cieco nei pressi del plesso artero-venoso ed è un sistema che corre parallelamente al sistema cardiocircolatorio. Si compone di vasi a parete sottile, rivestiti da endotelio, che raccolgono il liquido presente negli spazi extracellulari dei tessuti, veicolandolo nei linfonodi. Qui la linfa viene filtrata prima di entrare nel flusso sanguigno attraverso i collettori linfatici. La linfa, a differenza del sangue, non contiene globuli rossi ma è ricca di linfociti. Il fluido che esce dai plessi capillari deve tornare nel flusso sanguigno per mantenere l'omeostasi e il corretto funzionamento dei tessuti e del sistema circolatorio. I capillari linfatici costituiscono un elaborato sistema di drenaggio, che trasporta il liquido dai tessuti ai vasi sanguigni. Questo fluido, definito "linfa", ha una composizione che può variare a seconda della sua localizzazione. I vasi linfatici formano un sistema unidirezionale: la linfa si muove solo verso il sistema circolatorio. Il sistema inizia con i capillari linfatici, che sono presenti in quasi tutti i tessuti, tranne che nelle ossa, nei denti, nel midollo osseo e nel sistema nervoso centrale. Questi vasi possiedono delle minivalvole, costituite da lembi di endotelio. Le cellule endoteliali non sono strettamente unite tra loro, ma i loro margini sono distaccati, formando queste minivalvole. Il sistema linfatico è anche caratterizzato dalla presenza di stazioni linfonodali. Dotto Toracico Tutti i vasi linfatici confluiscono nel dotto toracico, che successivamente porta la linfa al sistema venoso, consentendole di rientrare nel cuore, attraverso l'atrio destro. Linfonodi I linfonodi sono organi che contengono un'ampia varietà di cellule linfatiche, tra cui linfociti (T, che mediano l’immunità cellulare, e B, che mediano l’immunità umorale) e macrofagi (che supportano il funzionamento dei linfociti). Organi Linfatici Primari: sono responsabili della produzione e maturazione delle cellule linfatiche. Secondari: sono stazioni linfonodali, dove avviene la migrazione delle cellule prodotte nei linfonodi. I linfonodi sono organi parenchimatosi, costituiti da una capsula di rivestimento e da un parenchima funzionale suddiviso in due aree: Corticale: qui si trovano i centri germinativi, che contengono linfociti B. Midollare: dove sono presenti i linfociti T. Quando il capillare linfatico entra nel linfonodo, si arricchisce di cellule linfatiche. I linfonodi tendono a ingrossarsi quando è in corso una produzione elevata di linfociti. Alcuni linfonodi possono essere esplorati clinicamente per verificare eventuali ingrossamenti. Questi includono i seguenti linfonodi, che sono facilmente palpabili: Nell'uomo: ○ Intermascellari ○ Parotidei ○ Retrofaringei ○ Prescapolari ○ Inguinali ○ Sopramammari (nelle vacche) Nel cavallo: ○ Retrofaringei ○ Prescapolari ○ Inguinali IL CUORE Il cuore è un vaso modificato e si compone di tre strati: Tonaca intima Tonaca media Tonaca avventizia Ha una contrazione ritmica, costante e involontaria, ed è costituito dal tessuto muscolare striato cardiaco (miocardio), che si divide in due tipi: Miocardio comune (muscolare striato cardiaco) Miocardio specifico Topografia Il cuore è situato nello spazio mediastinico, all'interno della cavità pleurica. È posizionato in profondità nel mediastino e asimmetricamente: circa il 40% a destra e il 60% a sinistra rispetto al piano sagittale mediano. La base del cuore è dorsale, mentre l'apice è ventrale. L'inclinazione dell'asse del cuore dipende dalla forma del torace dell'animale. In caso di un asse quasi perpendicolare, la base si trova dorsale e craniale, mentre l'apice è ventro-caudale. Il cuore si trova in prossimità dello sterno, con riferimento tra il 4° e il 6° spazio intercostale. Anatomia del Cuore Il cuore è suddiviso in quattro camere, che sono organizzate in due macro regioni: Cuore di destra: sangue venoso (atrio e ventricolo destro) Cuore di sinistra: sangue arterioso (atrio e ventricolo sinistro) I vasi che escono dal cuore sono efferenti, mentre quelli che vi ritornano sono afferenti. Le auricole fanno parte degli atri. Piccola Circolazione Il sangue venoso, ricco di CO2, proviene dalla periferia ed è afferente. Arriva attraverso la vena cava craniale e la vena cava caudale, entrando nell'atrio destro, passando al ventricolo destro, e da lì entra nell'arteria polmonare (che è efferente). L'arteria polmonare forma un plesso capillare che arriva al parenchima polmonare, dove il sangue si arricchisce di ossigeno. I vasi afferenti, che ritornano al cuore, arrivano all'atrio sinistro attraverso le vene polmonari. Il sangue poi passa al ventricolo sinistro, e in uscita dal cuore, l'aorta distribuisce il sangue alla periferia. Conformazione Esterna del Cuore La conformazione esterna del cuore include: Base: punto di arrivo dei vasi principali Apice: punta del cuore Margine craniale e margine caudale Faccia destra (atriale) e faccia sinistra (auricolare) Nella faccia destra, è presente il solco coronario, che è completo. Inoltre, si trova il solco interventricolare sottosinusale, che si sviluppa dalla metà e arriva all'apice. Nella faccia sinistra si trovano le due auricole, che hanno un margine incompleto, e il solco interventricolare paraconale, che arriva al margine craniale. Base del Cuore La base del cuore è occupata dai due atri e si trova nella posizione centrale. A destra, si trovano i tratti terminali delle vene cave (craniale e caudale). Caudalmente, ci sono le vene polmonari. Gli atri sono a forma di "C" (aperta cranialmente e a sinistra) e abbracciano l'aorta. Gli atri terminano con un'appendice a fondo cieco, l'auricola. Le due auricole sono in rapporto con l'origine del tronco polmonare. Valvole del Cuore Il cuore ha quattro valvole: Valvola tricuspide (a destra): Ha 3 lembi o cuspidi ancorati all'anello fibroso che circonda l'ostio atrioventricolare. Ogni cuspide presenta corde tendinee che si inseriscono nei muscoli papillari del ventricolo destro. Valvola bicuspide (a sinistra): Ha forma ovoidale ed è composta da 2 lembi, che si inseriscono su un cercine fibroso. Valvola polmonare: È composta da tre valvole semilunari che si inseriscono su un cercine fibroso. Ogni valvola ha un nodulo fibroso, noto come "nodulo di Morgagni", che divide il margine libero in due. Valvola aortica: Ha forma ovoidale ed è delimitata da un cercine fibroso su cui si impiantano 3 valvole semilunari. Al centro del margine libero c'è il nodulo di Aranzio. Struttura Microscopica del Cuore Il cuore è organizzato in tre strati: Endocardio: la parte più interna, continua con l’endotelio dei vasi sanguigni Miocardio: tessuto muscolare striato cardiaco Epicardio: il rivestimento esterno Endocardio L'endocardio è formato da tre strati: Endotelio: tessuto epiteliale pavimentoso semplice, che si continua con i vasi sanguigni Strato sottoendoteliale interno: tessuto connettivo ricco di fibre di collagene ed elastiche disposte parallelamente all'endotelio Strato sottoendoteliale esterno: tessuto connettivo lasso con una fitta rete vasale, e in punti specifici si trovano le cellule di Purkinje. Miocardio Comune Il miocardio comune è costituito da tessuto muscolare cardiaco striato, ricco di actina e miosina, con giunzioni chiamate dischi intercalari. Il suo spessore varia tra gli atri e i ventricoli. Miocardio Specifico Il miocardio specifico è composto da cellule muscolari modificate, che sono di grandi dimensioni e appaiono rosa pallido a causa dell’alta quantità di glicogeno. Queste cellule sono parte dell’apparato di conduzione cardiaco e hanno la proprietà di autoeccitarsi, generando stimoli che inducono la contrazione delle fibre cardiache. Si trovano nei seguenti punti: Nodo seno-atriale: situato nell’atrio destro, vicino alla vena cava craniale Nodo atrioventricolare: situato a livello del setto interatriale Fascio atrioventricolare: si divide nelle branche destra e sinistra, continuando ventralmente e dividendo in fascicolo anteriore e posteriore. Epicardio L'epicardio è una membrana liscia e lucente applicata alla superficie esterna del cuore. A poca distanza dalla base, sui grossi vasi connessi al cuore, l'epicardio (pericardio viscerale) passa nel foglietto parietale del pericardio. È composto da: Strato superficiale di cellule mesoteliali appiattite Lamina connettivale sottomesoteliale, con fibre elastiche e adipociti Pericardio Il pericardio è costituito da due strati: 1. Pericardio fibroso: strato esterno 2. Pericardio sieroso: strato interno, aderente perfettamente al cuore. Il pericardio sieroso è composto da due foglietti: ○ Foglietto parietale: cellule mesoteliali e uno strato fibroso di collagene ○ Foglietto viscerale: mesotelio Fra i due foglietti del pericardio sieroso si trova un liquido chiaro e roseo, detto liquido pericardico (da 20 a 50 ml). Scheletro del Cuore Il cuore possiede uno scheletro fibroso formato dall'unione degli anelli che sostengono le 4 valvole. Contiene isolotti di fibrocartilagine, dove possono svilupparsi formazioni ossee. Questo scheletro fibroso separa la parte atriale da quella ventricolare, permettendo un piccolo collegamento tra le due componenti, che consente il passaggio del fascio atrioventricolare del sistema di conduzione. APPARATO DIGERENTE APPARATO DIGERENTE DEL SUINO L'apparato digerente nei suini, come negli altri animali monogastrici, può essere suddiviso in tre tratti principali: 1. Tratto ingestorio: comprende la bocca, la faringe e l'esofago. 2. Tratto digestivo e assorbente: comprende lo stomaco, l'intestino tenue (duodeno, digiuno, ileo) e l'intestino crasso (cieco, colon). 3. Tratto espulsivo: include l'intestino retto e l'apertura anale. L'apparato digerente ha inizio dall'apertura orale e termina all'apertura anale, e comprende anche diverse ghiandole: Ghiandole parietali: includono le ghiandole salivari minori e quelle immerse nelle pareti di altri organi. Ghiandole extraparietali: rimangono connesse all'organo di origine tramite i dotti escretori. Esempi sono le ghiandole salivari maggiori, il fegato e il pancreas. Le ghiandole salivari sono organi parenchimatosi, mentre gli organi del canale alimentare sono cavi. Il canale digerente è organizzato in 5 tonache: 1. Tonaca mucosa: composta da epitelio con membrana basale, lamina propria (connettivo lasso e tessuto linfatico diffuso), e muscolaris mucosae (1-3 strati di cellule muscolari lisce). 2. Tonaca sottomucosa: connettivo, ghiandole e plesso sottomucoso (parte del sistema nervoso autonomo). 3. Tonaca muscolare: divisa in strato interno circolare e strato esterno longitudinale. 4. Tonaca sierosa: costituita da connettivo e mesotelio. BOCCA DEL MAIALE Labbra e grugno: Il grugno (o piano naso-labiale) è una prominenza muscolare e cartilaginea che il suino usa per scavare e afferrare il cibo. Le labbra superiori e inferiori sono muscolari, mobili e rivestite da epitelio pavimentoso stratificato, e sono utilizzate per raccogliere il cibo e portarlo nella cavità orale. Guance: Le guance sono pareti muscolari che chiudono lateralmente la cavità orale. Sono rivestite da mucosa che contiene ghiandole salivari minori. I muscoli delle guance sono essenziali per la manipolazione del cibo durante la masticazione. Palato duro: Parte anteriore del palato, costituito da osso e rivestito da mucosa. Separa la cavità orale da quella nasale e supporta la lingua durante la masticazione, grazie alle rughe palatine che trattengono il cibo. Palato molle: Composto da tessuti muscolari scheletrici, ha un ruolo cruciale nella deglutizione: durante questo processo, si solleva per chiudere il passaggio tra la cavità orale e quella nasale, impedendo il passaggio del cibo nelle vie respiratorie. Lingua: La lingua è divisa in tre parti: radice, corpo e apice. La superficie dorsale è dotata di diverse papille: filiformi (per manipolare il cibo), fungiformi (per funzione meccanica e sensoriale), circumvallate (associate a calici gustativi) e foliate (percezione del gusto). La lingua aiuta a manipolare il cibo e a spostarlo verso i denti. Denti: Il suino è eterodonte (ha denti di forme diverse) e difiodonte (ha due dentizioni, quella decidua e quella permanente). La formula dentaria completa è di 44 denti. Gli incisivi afferrano il cibo, i canini (o zanne) sono sviluppati nei maschi e crescono continuamente, e i premolari e molari, con corone pluricuspidate, triturano il cibo. Ghiandole salivari: Le ghiandole salivari maggiori sono localizzate nelle regioni parotide, mandibolare e sottolinguale, e la saliva da esse prodotta svolge funzioni digestive iniziali e lubrificanti. Le ghiandole salivari minori sono distribuite nel palato, nelle guance e nelle labbra. FARINGE La faringe è divisa in tre porzioni: 1. Orofaringe: a contatto con l'esofago. 2. Rinofaringe: a contatto con la cavità nasale. 3. Nasofaringe. Le tonsille, che sono aggregati nodulari linfatici, fanno parte dell'anello linfatico della faringe, formato da: Tonsille palatine Tonsille faringee Tonsille linguali Tonsille tubariche Tonsille laringee Le tonsille svolgono funzioni immunitarie, difendendo l'organismo da infezioni. GHIANDOLE SALIVARI Le ghiandole salivari si dividono in: Ghiandole salivari minori: sono numerose, sierose o miste, e includono ghiandole parietali, linguali, buccali, labiali, palatine e faringee. Ghiandole salivari maggiori: si suddividono in ghiandole superficiali e profonde, come: ○ Parotide: ghiandola tubulo-acinosa composta sierosa. ○ Mandibolare: composta da due lobi (rostrale e caudale), con una struttura micro-anatomica tubulo-acinosa, siero-mucosa. ○ Sottolinguale: suddivisa in due lobi, uno monostomatico (un solo dotto) e uno polistomatico (numerosi dotti). ESOFAGO L'esofago è un organo cavo, impari e mediano, con 4 tonache: 1. Mucosa: epitelio pluristratificato con lamina basale. 2. Sottomucosa: connettivo, ghiandole e plesso nervoso. 3. Muscolare: con tessuto muscolare. 4. Sierosa. Ha tre porzioni: 1. Cervicale: dorsale alla trachea. 2. Toracica: sinistra alla trachea. 3. Addominale. STOMACO Lo stomaco è un organo sacciforme situato nella cavità addominale, in rapporto con il fegato nella porzione craniale. È diviso in: 1. Cardias: zona di ingresso del bolo alimentare. 2. Fondo cieco: presente un diverticolo nel maiale. 3. Corpo. 4. Regione pilorica: zona di uscita del bolo alimentare, caratterizzata dallo sfintere pilorico. La mucosa dello stomaco include: Mucosa cardiale e pilorica: ghiandole mucose tubolari ramificate. Mucosa fundica: ghiandole gastriche tubolari semplici. Le cellule principali producono zimogeno e pepsinogeno, che vengono attivati dalle cellule parietali che secernono acido cloridrico. Le cellule endocrine sono piramidali e hanno un nucleo centrale. 1. Intestino Tenue (Piccolo Intestino) L'intestino tenue del suino è suddiviso in tre porzioni principali: Duodeno: Si collega allo stomaco attraverso lo sfintere del piloro (che è orientato a destra). Il duodeno forma un'ansa a forma di "S", chiamata "ansa sigmoide", che si adatta attorno al rene destro e sposta l'intestino dorsalmente. Successivamente, il duodeno si sposta verso la regione caudale (duodeno discendente), poi da destra verso sinistra (duodeno trasverso), e infine torna cranialmente (duodeno ascendente). Il passaggio tra duodeno e digiuno è visibile dal cambio di sierosa, con la flessura duodeno-digiunale. Digiuno: Formato da diverse anse, è sospeso nella cavità addominale. Le pliche circolari e i villi intestinali sono ben sviluppati per favorire l'assorbimento dei nutrienti. Ileo: La parte finale dell'intestino tenue, caratterizzata da una piega ileo-ciecale che collega l'ileo al cieco. La transizione tra duodeno e digiuno è visibile grazie al cambiamento nella sierosa. 2. Intestino Crasso (Grosso Intestino) L'intestino crasso del suino comprende: Cieco: Ha una forma bozzellata, con una base che si collega all'ileo, un corpo e un apice caudale. Il cieco è suddiviso in tenie (nastro muscolare) e bozzellature. L'ostio ileo-ciecale permette il passaggio del contenuto dall'ileo al cieco, ed è circondato da placche linfatiche. Colon: La porzione più complessa dell'intestino crasso, suddivisa in: ○ Ascendente: Si arrotola attorno all'arteria mesenterica craniale con giri centripeti e centrifughi, riportandosi dorsalmente. ○ Trasverso: Forma un'ansa davanti all'ansa sigmoide. ○ Discendente: Tratto quasi rettilineo. Ostio cieco-colico: Collega il cieco al colon. 3. Struttura Microscopica dell'Intestino L'intestino del suino, come negli altri mammiferi, è composto da quattro tonache principali: 1. Tonaca mucosa: ○ Epitelio cilindrico semplice, composto da enterociti (cellule specializzate nell'assorbimento) e cellule caliciformi (responsabili della secrezione di muco). ○ Lamina propria: Tessuto connettivo lasso che contiene vasi sanguigni, linfatici e noduli linfatici, come le placche di Peyer (soprattutto nell'ileo). ○ Muscolaris mucosae: Uno strato sottile di muscolatura liscia che conferisce motilità alla mucosa. 2. Tonaca sottomucosa: ○ Tessuto connettivo ricco di ghiandole (ad esempio, le ghiandole di Brunner nel duodeno, che secernono muco alcalino per neutralizzare l'acidità del chimo). ○ Contiene il plesso sottomucoso (Meissner), una rete neurale che regola le secrezioni e il flusso ematico. 3. Tonaca muscolare: ○ Composta da uno strato interno circolare e uno esterno longitudinale di muscolatura liscia. ○ Include il plesso mienterico (Auerbach), che coordina i movimenti peristaltici. 4. Tonaca sierosa: ○ Rivestimento più esterno, costituito da tessuto connettivo e mesotelio. 4. Funzioni dell'Intestino L'intestino del suino è specializzato in tre funzioni principali: Assorbimento: Gli enterociti assorbono i nutrienti e l'acqua grazie alla struttura delle pliche circolari, villi e microvilli. Secrezione: Le cellule caliciformi secernono muco per lubrificare e proteggere la mucosa intestinale. Difesa: Le placche di Peyer e le cellule di Paneth (che secernono lisozima) contribuiscono alla protezione contro i patogeni. Motilità: La muscolatura liscia e la muscolaris mucosae garantiscono il movimento del chimo e l'esposizione ottimale della superficie intestinale. Fegato del Suino Il fegato del suino è un organo parenchimatoso di grandi dimensioni, situato nella parte craniale della cavità addominale, principalmente a destra. Ha diverse funzioni vitali, tra cui la digestione, il metabolismo e la detossificazione. Anatomia del Fegato Posizione: Si trova nella porzione craniale della cavità addominale, caudale al diaframma. Lobi: Il fegato è suddiviso in quattro lobi principali: ○ Lobo sinistro (mediale e laterale) ○ Lobo destro (mediale e laterale) ○ Lobo quadrato ○ Lobo caudato Ilo epatico: Zona di ingresso per l'arteria epatica, la vena porta e il dotto biliare. Struttura Microscopica del Fegato Il fegato è formato da lobuli epatici, strutture poligonali separate da tessuto connettivo. Ogni lobulo contiene: ○ Epatociti: Cellule funzionali del fegato che metabolizzano carboidrati, lipidi e proteine. ○ Sinusoidi epatici: Capillari specializzati che trasportano il sangue dalla periferia al centro del lobulo. ○ Cellule di Kupffer: Macrofagi residenti nei sinusoidi, con funzione immunitaria. ○ Vena centrale: Raccoglie il sangue refluo e lo convoglia verso le vene epatiche. Funzioni del Fegato Metabolismo: Regolazione del glucosio ematico, sintesi di proteine plasmatiche, metabolizzazione di lipidi e carboidrati. Produzione di bile: Necessaria per la digestione e l'assorbimento dei grassi. Detossificazione: Rimozione di tossine, farmaci e altre sostanze nocive dal sangue. Immunità: Difesa contro i patogeni tramite le cellule di Kupffer. Cistifellea del Suino La cistifellea è una struttura ghiandolare associata al fegato, che immagazzina e concentra la bile prodotta dal fegato. È situata tra i lobi del fegato e comunica con i dotti biliari attraverso il dotto cistico. Funzioni e Struttura della Cistifellea Deposito e concentrazione della bile: La bile viene concentrata per riassorbimento di acqua. Rilascio della bile: Durante la digestione, la cistifellea si contrae e rilascia la bile nel duodeno, facilitando l'emulsificazione e l'assorbimento dei lipidi. Pancreas del Suino Il pancreas è una ghiandola mista con funzione sia endocrina che esocrina, ed è posizionato vicino al duodeno. Secreta enzimi digestivi ed ormoni metabolici. Struttura del Pancreas Il pancreas presenta due dotti escretori: ○ Dotto pancreatico principale (che si apre nella papilla duodenale minore) ○ Dotto pancreatico accessorio (spesso predominante nel suino) Componente esocrina: Acini sierosi che producono enzimi digestivi, come tripsina, amilasi, lipasi e bicarbonato. Componente endocrina: Le isole di Langerhans contengono cellule che producono ormoni come insulina (riduce la glicemia), glucagone (aumenta la glicemia) e somatostatina (regola l'attività delle altre cellule pancreatiche). Funzioni del Pancreas Funzione esocrina: Secrezione di enzimi digestivi essenziali per la digestione nel duodeno. Funzione endocrina: Regolazione dei livelli ematici di glucosio attraverso la secrezione di insulina e glucagone. APPARATO DIGERENTE DEL CAVALLO 1. Bocca del cavallo Caratteristiche generali: ○ Bocca lunga e stretta, con fessura orale relativamente piccola. ○ Labbra molto mobili, fondamentali per la prensione del cibo. ○ Guance lunghe che agevolano la masticazione. Strutture specifiche: Palato con creste palatine (15-20) e papilla incisiva. Lingua con papille (foliate, circumvallate, fungiformi) e tonsilla linguale diffusa. Dentatura di tipo erbivoro con caratteristiche particolari: ○ Formula dentaria: I 3/3, C 1/1, P 4/4, M 3/3. ○ Denti ipsodonti (a crescita lenta) con superfici masticatorie lofodonte. ○ Spazio interdentale (barra) per l’alloggiamento del morso. 2. Ghiandole salivari Principali ghiandole salivari: ○ Parotide: Situata tra mandibola e orecchio, drenata dal condotto parotideo. ○ Mandibolare: Divisa in lobi rostrale e caudale, con condotto che termina vicino alla caruncola sottolinguale. ○ Sottolinguale: Ghiandola polistomatica situata nel pavimento della bocca. Funzione: Le ghiandole secernono saliva mista, essenziale per lubrificare il cibo e facilitare la digestione iniziale. 3. Esofago Struttura: ○ Porzione cervicale: Dorsale alla trachea, poi si sposta lateralmente. ○ Porzione toracica: Situata nel mediastino. ○ Porzione addominale: Breve, termina nello stomaco. Caratteristiche uniche: Mucosa cheratinizzata. Muscolatura striata nei due terzi craniali e liscia nel terzo caudale. L'esofago è particolarmente predisposto a blocchi alimentari nei cavalli. 4. Stomaco Descrizione esterna: ○ Fortemente incurvato, con cardias e piloro molto vicini. ○ Suddiviso in fondo cieco, porzione ghiandolare (cardias e piloro), e porzione non ghiandolare (proventricolo). Caratteristiche interne: Linea suturale (margo plicatus) separa la mucosa ghiandolare da quella non ghiandolare. Piega gastrica prominente nella regione fundica. L'anatomia impedisce al cavallo di vomitare: il palato molle e l'angolo del cardias lo rendono inefficace. 5. Intestino tenue e crasso Intestino tenue: L'intestino tenue comprende: 1. Duodeno: ○ Porzione craniale: Forma un'ampolla chiamata ampolla duodenale, in cui sboccano i dotti pancreatici e il coledoco. ○ Porzione discendente: Situata nella parte destra dell'addome. ○ Porzione trasversale: Attraversa l'addome. ○ Porzione ascendente: Confluisce nella curvatura duodeno-digiunale. ○ Caratteristiche uniche: La presenza delle papille duodenali maggiore e minore consente il drenaggio di bile ed enzimi pancreatici. 2. Digiuno: ○ La parte più lunga e tortuosa dell'intestino tenue. ○ Contiene circonvoluzioni ben definite mantenute in posizione dal mesentere. 3. Ileo: ○ Breve tratto terminale che si apre nel cieco attraverso una valvola ileocecale, prevenendo il reflusso. Funzioni Digestione enzimatica dei carboidrati, delle proteine e dei grassi. Assorbimento di nutrienti essenziali, inclusi zuccheri semplici, amminoacidi e acidi grassi. Caratteristiche istologiche Cellule del Paneth: Presenti nelle cripte intestinali; secernono lisozima, una sostanza antibatterica che contribuisce alla difesa contro i patogeni. Rete capillare e vasi linfatici: Facilmente accessibili per l'assorbimento di nutrienti. Intestino crasso: L'intestino crasso del cavallo è altamente specializzato per la fermentazione microbica delle fibre alimentari. È suddiviso in: 1. Cieco: ○ Una grande sacca fermentativa situata sul lato destro dell'addome. ○ Struttura: Base (fissa), corpo e apice (mobile). Presenta tenie (bande muscolari longitudinali) che formano haustra (sacculazioni). ○ Funzione: Sede principale della fermentazione microbica. Produzione di acidi grassi volatili (energia) e vitamine del gruppo B. 2. Colon: ○ Colon ascendente: Struttura complessa con tratti ventrali e dorsali: Colon ventrale destro e sinistro (4 tenie). Colon dorsale destro e sinistro (3 tenie). Connessi da curvature importanti: curvatura sternale e curvatura diaframmatica. Funzione: Continuazione della fermentazione e assorbimento dell'acqua. ○ Colon trasverso: Breve tratto con 1 tenia. ○ Colon discendente (piccolo colon): Forma una struttura relativamente stretta e lunga. Presenta 2 tenie e sacculazioni meno marcate. Funzione: Assorbimento dell'acqua e formazione delle feci. 3. Retto: ○ Porzione terminale dell'intestino, che termina nel canale anale. Funzioni Fermentazione della cellulosa e altri polisaccaridi complessi da parte di batteri e protozoi. Produzione di gas e acidi grassi volatili (acetato, propionato, butirrato) utilizzati come fonte energetica. Assorbimento di acqua e minerali per prevenire disidratazione. Caratteristiche uniche Il cieco e il colon ascendente rappresentano una vasta camera fermentativa che permette al cavallo di digerire efficacemente fibre indigeribili come la cellulosa. La disposizione anatomica dell'intestino crasso, con le sue curvature e sacculazioni, può rendere il cavallo suscettibile a coliche (blocchi o torsioni). 6. Fegato Struttura: ○ Diviso in lobi (destro laterale, destro mediale, sinistro mediale, sinistro laterale, quadrato e caudato). ○ Forma asimmetrica, con asse inclinato da destra a sinistra. ○ Manca la cistifellea; i sali biliari sono drenati direttamente nel duodeno. Funzione: Elaborazione dei nutrienti e produzione di bile per la digestione dei grassi. 7. Pancreas Anatomia: ○ Diviso in lobo destro, lobo sinistro e corpo. ○ Anello pancreatico circonda il duodeno. Funzioni: ○ Endocrina: Secrezione di insulina e glucagone. ○ Esocrina: Produzione di enzimi digestivi. APPARATO DIGERENTE DEL BOVINO 1. La bocca del bovino Musello (Piano naso-labiale): ○ Il labbro superiore è poco mobile e fuso con le vie respiratorie; quello inferiore è invece molto mobile e carnoso. ○ Le papille labiali, orientate caudalmente, aiutano a trattenere il cibo nella cavità orale. Palato: ○ Il palato duro è sostenuto da una struttura ossea e presenta un ispessimento cheratinizzato, il cercine fibroso, che sostituisce gli incisivi superiori. ○ Sono presenti creste palatine che favoriscono la deglutizione. ○ Il palato molle, caudalmente, si fonde con la lingua formando archi mucosi. Lingua: ○ Molto mobile e muscolo-membranosa, con mucosa cheratinizzata ventralmente. ○ Papille di vario tipo: Coniche: Sulla punta della lingua. Fungiformi: Lateralmente sul corpo. Circumvallate: Numerose e presenti vicino alla radice. Lenticolari: Distribuite sul corpo della lingua. Assenza di papille fogliate. ○ Presenta una fossa linguale e un rilievo linguale, caratteristici del bovino. Dentatura: ○ Formula: I: 0, C: 0, P: 3, M: 3 (totale 32). ○ Gli incisivi inferiori (3 più un canino modificato) sono radicolati e specializzati per l'erbivoria. ○ Premolari e molari hanno una superficie ampia, adatta alla macinazione. ○ La masticazione è latero-laterale. 2. Le ghiandole salivari Tipi principali: ○ Parotide: Retangolare, spostata rostralmente. ○ Mandibolare: Divisa in due lobi (caudale e rostrale), che condividono una capsula comune. ○ Sottolinguale: Con due componenti: Monostomatica (più rostrale). Polistomatica (più caudale). ○ I condotti salivari principali si aprono presso le caruncole sottolinguali. 3. Il complesso poligastrico Il bovino è un ruminante poligastrico con un sistema digerente adattato alla digestione della cellulosa tramite microrganismi simbionti. Lo stomaco si divide in: 1. Rumine (fermentazione): ○ La camera più grande, occupa principalmente la cavità addominale sinistra. ○ Diviso in sacco dorsale e ventrale, separati da solchi longitudinali e coronari. ○ Papille nella mucosa (tranne sui pilastri) per assorbire acidi grassi volatili. ○ Struttura della parete: Mucosa cheratinizzata pluristratificata. Strato muscolare circolare e longitudinale. Tonaca sierosa incompleta. 2. Reticolo (separazione particelle): ○ Struttura a nido d’ape con papille reticolari. ○ Solco reticolare (doccia esofagea): nei lattanti, permette il passaggio diretto del latte all'abomaso. ○ Connessioni principali: Cardias (esofago-reticolo). Ostio rumino-reticolare (rumine-reticolo). Ostio reticolo-omasale. 3. Omaso (assorbimento acqua e nutrienti): ○ Presenta lamine di spessori diversi, con papille per aumentare la superficie. ○ Struttura microscopica: Tonaca mucosa con epitelio stratificato. Muscolatura integrata. 4. Abomaso (digestione enzimatica): ○ Unico compartimento ghiandolare, produce HCl e pepsinogeno. ○ Pieghe mucose e strutture come la vela abomasica per regolare il passaggio tra compartimenti. ○ Connessioni principali: Ostio omaso-abomasale. Piloro (abomaso-duodeno). 4. Sviluppo del sistema digerente Nei vitelli, i prestomaci non sono funzionali e il latte è diretto all'abomaso tramite la doccia esofagea. Rapporto tra rumine e abomaso: ○ Alla nascita: 1:2. ○ A un mese: 1:1. ○ Nell’adulto: 9:1. L'intestino del bovino L'intestino segue l'abomaso ed è organizzato in modo complesso per massimizzare l'assorbimento dei nutrienti. È suddiviso nelle seguenti sezioni: 1. Duodeno Caratteristiche: ○ Costituisce il primo tratto dell'intestino tenue. ○ Presenta diverse porzioni: Porzione craniale. Porzione discendente. Porzione trasversa. Porzione ascendente. ○ Connesso al pancreas e al fegato tramite: Sbocco del coledoco: Dotto biliare che immette bile nel duodeno. Sbocco del condotto pancreatico accessorio: Porta gli enzimi pancreatici. ○ Funzione principale: riceve le secrezioni biliari e pancreatiche per iniziare la digestione chimica dei nutrienti. 2. Digiuno e ileo Digiuno: ○ Rappresenta il tratto più lungo dell'intestino tenue. ○ È responsabile dell'assorbimento di nutrienti come carboidrati, proteine e lipidi. ○ Presenta numerose pieghe e villi per aumentare la superficie assorbente. Ileo: ○ Ultima porzione dell'intestino tenue, in connessione con il cieco tramite la piega ileo-ciecale. Il crasso del bovino L'intestino crasso è adattato per la digestione microbica residua e l'assorbimento di acqua. Include: 1. Cieco Posizionato con l'apice rivolto caudalmente. Non presenta bozzellature e ha una superficie liscia. È relativamente grande, ma meno sviluppato rispetto a quello di alcuni erbivori monogastrici (es. cavallo). Funzione: completamento della fermentazione microbica e assorbimento di alcuni nutrienti e acqua. 2. Colon Il colon è suddiviso in: Colon ascendente: ○ Presenta una struttura a spirale, con giri centripeti (verso il centro) e centrifughi (verso l'esterno). ○ Questo tratto è contenuto in una piega peritoneale che lo connette al digiuno. ○ È responsabile della fermentazione residua e dell'assorbimento di acqua. Colon trasverso: ○ Collegato tra colon ascendente e discendente. Colon discendente: ○ Ultima porzione del colon, che conduce al retto. 3. Retto Ultima parte del tratto intestinale, porta al canale anale. Funzione: accumulo temporaneo delle feci prima dell'evacuazione. Anatomia viscerale correlata Fegato Posizione: Localizzato nell'ipocondrio destro. Funzione: Produzione di bile, immessa nel duodeno per emulsionare i grassi. Organizzazione lobare: Nel bovino il fegato presenta lobi distinti che si adattano ai visceri circostanti. Impronte viscerali: Evidenti a causa del contatto con il rumine e altri organi. Pancreas Posizione: Associato al duodeno. Funzioni: ○ Secrezione esocrina di enzimi digestivi. ○ Produzione endocrina di ormoni (insulina e glucagone). Struttura: Diviso in lobo destro, lobo sinistro e corpo. APPARATO DIGERENTE PECORA E CAPRA 1. Caratteristiche generali La pecora, come il bovino, è un ruminante poligastrico, con un apparato digerente adattato alla digestione di fibre vegetali grazie a una flora microbica simbionte. Tuttavia, ci sono alcune differenze morfologiche e funzionali rispetto al bovino. 2. Bocca della pecora Labba e musello: ○ La pecora presenta labbra sottili e molto mobili, a differenza del bovino, che ha labbra meno mobili. ○ Il musello non si fonde completamente con le vie respiratorie. Lingua: ○ La lingua della pecora è meno spessa rispetto a quella del bovino. ○ Similmente al bovino, sono presenti diverse tipologie di papille: Circumvallate: Vicino alla radice. Fungiformi e coniche: Ai lati e sulla punta della lingua. Assenza di papille fogliate. Dentatura: ○ Formula dentaria: I: 0, C: 0, P: 3, M: 3 (totale 32). ○ Gli incisivi inferiori sono più lunghi, stretti e curvi rispetto a quelli del bovino, adattati a strappare l'erba. 3. Complesso poligastrico Il sistema digerente della pecora è simile a quello del bovino, con alcune differenze di proporzioni e dettagli strutturali. a) Rumine Occupa gran parte della cavità addominale sinistra. Diviso in sacco dorsale e ventrale. Le papille del rumine sono presenti per assorbire gli acidi grassi volatili prodotti dalla fermentazione. Differenze rispetto al bovino: ○ Nella pecora il sacco ventrale è più sviluppato del sacco dorsale. ○ Le papille possono essere meno numerose rispetto al bovino. b) Reticolo Struttura a nido d’ape simile a quella del bovino, con papille reticolari nelle cellette. Svolge la funzione di selezionare particelle alimentari in base alla dimensione. Solco reticolare: Funzione importante nei giovani per convogliare il latte direttamente all'abomaso. c) Omaso Organizzato in lamelle rivestite da papille, che aumentano la superficie di assorbimento. Ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento di acqua e nutrienti. d) Abomaso È l'unico compartimento ghiandolare. Produzione di succhi gastrici (acido cloridrico e pepsinogeno) per la digestione chimica. Presenta pieghe spiralate nella mucosa. 4. Intestino della pecora Duodeno: ○ Riceve le secrezioni pancreatiche e biliari. ○ È il punto di inizio della digestione enzimatica. Digiuno e ileo: ○ Simili a quelli del bovino, sono responsabili dell'assorbimento dei nutrienti digeriti. Cieco: ○ Più piccolo rispetto a quello del bovino, ma comunque funzionale per la fermentazione microbica residua. Colon: ○ Presenta la tipica struttura a spirale con giri centripeti e centrifughi, simile a quella del bovino. ○ Conduce al retto e all’ano. 5. Differenze funzionali rispetto al bovino Efficienza digestiva: La pecora è più efficiente nell’utilizzo delle fibre rispetto al bovino, probabilmente a causa delle dimensioni più ridotte del tratto digerente e della velocità di passaggio del cibo. Alimentazione: Le pecore sono particolarmente adatte a consumare foraggi più poveri, inclusi arbusti e piante fibrose, grazie alla loro dentatura e alla mobilità delle labbra. CAPRA 1. Caratteristiche generali della bocca La capra, come la pecora e il bovino, è un ruminante poligastrico, ma presenta alcune peculiarità: Labbra: ○ Molto mobili e sottili, permettono una maggiore selettività nel pascolo rispetto ad altri ruminanti. ○ Spesso il musello può essere pigmentato. Lingua: ○ Più sottile rispetto a quella del bovino e della pecora, ma altrettanto mobile. ○ Papille presenti: Circumvallate. Fungiformi. Coniche. ○ Assenza di papille fogliate. ○ La mucosa linguale è cheratinizzata ventralmente. Dentatura: ○ Formula dentaria: I: 0, C: 0, P: 3, M: 3 (totale 32). ○ Gli incisivi inferiori sono simili a quelli della pecora: più lunghi e stretti rispetto a quelli del bovino. ○ I molari e premolari hanno superfici masticatorie adatte alla triturazione delle fibre vegetali. 2. Complesso poligastrico della capra Il sistema digerente della capra è simile a quello degli altri ruminanti, ma con differenze legate alle dimensioni e alla dieta più diversificata. a) Rumine Più piccolo rispetto a quello del bovino, ma ben sviluppato in relazione alla dimensione corporea. È la principale camera di fermentazione, dove avviene la digestione della cellulosa grazie alla microflora e microfauna. Papille nella mucosa del rumine, utili per l'assorbimento degli acidi grassi volatili. b) Reticolo Struttura a nido d’ape, come negli altri ruminanti. Le papille del reticolo aumentano la superficie di contatto per il trasporto del bolo alimentare verso il rumine o l’omaso. c) Omaso La struttura è simile a quella del bovino e della pecora: ○ Lamine rivestite da papille laminari per aumentare l’assorbimento di acqua e nutrienti. Dimensioni leggermente inferiori rispetto al bovino. d) Abomaso Funzione e struttura identiche agli altri ruminanti: ○ Unico compartimento ghiandolare. ○ Produce succhi gastrici per la digestione chimica. 3. Intestino della capra Cieco: ○ Simile a quello della pecora, di dimensioni contenute ma funzionale per la fermentazione microbica residua. Colon: ○ Struttura a spirale, con giri centripeti e centrifughi, come negli altri ruminanti. Intestino tenue: ○ Suddiviso in duodeno, digiuno e ileo, con una funzione predominante di assorbimento dei nutrienti. 4. Differenze funzionali rispetto a bovini e pecore Dieta: ○ La capra è una brucatrice (browser), cioè preferisce arbusti, foglie e rami, a differenza della pecora, che è più adattata al pascolo (grazer). ○ Il sistema digerente è particolarmente efficiente nel processare piante ricche di tannini e sostanze chimiche difficili da digerire. Selettività: ○ La mobilità delle labbra e la lingua agile consentono alla capra di scegliere alimenti più specifici rispetto ad altri ruminanti. APPARATO DIGERENTE CONIGLIO Caratteristiche generali del coniglio Il coniglio, appartenente all'ordine dei Lagomorfi, insieme alla lepre, è dotato di un sistema digerente altamente specializzato per la digestione della fibra vegetale. Una caratteristica unica del coniglio è la cecotrofia, un processo che gli consente di massimizzare l'assorbimento dei nutrienti attraverso il consumo di feci molli prodotte nel cieco, chiamate cecotrofi. 1. La bocca del coniglio Labbra: La bocca è delimitata da un labbro superiore con filtro e da un labbro inferiore. Lingua: Presenta papille ben definite: ○ Papille circumvallate: Vicino alla radice. ○ Papille foliacee: Lateralmente, svolgendo un ruolo fondamentale nella manipolazione del cibo. Palato: Dotato di creste palatine (da 16 a 22) che aiutano nella movimentazione del cibo durante la masticazione. La papilla incisiva è una struttura importante per l'interazione tra la cavità orale e le ghiandole salivari. Dentatura: La formula dentaria del coniglio è I: 2, C: 0, P: 3, M: 3 (totale 28). I denti sono non radicolati, il che significa che crescono continuamente. Gli incisivi superiori presentano una caratteristica "duplici dentatura", con piccoli incisivi secondari accanto ai grandi incisivi superiori, una caratteristica unica nei lagomorfi. 2. Le ghiandole salivari Le ghiandole salivari nel coniglio sono ben sviluppate e comprendono: Parotide: Posizionata vicino al muscolo parotido-auricolare. Mandibolare: Il condotto si apre vicino alla lingua. Sottolinguale: Presente nella forma polistomatica. Zigomatica: Corrisponde alle ghiandole buccali dorsali. 3. Esofago L'esofago del coniglio è completamente rivestito da muscolatura striata per favorire la deglutizione rapida. Presenta ghiandole esofagee nella porzione prossimale. 4. Stomaco Lo stomaco del coniglio è monogastrico e rivestito internamente da diverse tipologie di mucosa: Mucosa fundica: Specializzata nella secrezione di succhi gastrici. Mucosa pilorica: Associata alla "tonsilla pilorica", una struttura composta da noduli linfatici. Mucosa cardiale: Con funzione protettiva. Lo stomaco si suddivide in tre sezioni: Fondo Corpo Pilorica 5. Intestino del coniglio L'intestino del coniglio è estremamente lungo e adattato sia per il riassorbimento dei nutrienti che per la fermentazione microbica. Intestino tenue: ○ Duodeno: Diviso in porzioni craniale, discendente, trasversa e ascendente, dove riceve le secrezioni pancreatiche e biliari. ○ Digiuno e ileo: Responsabili dell'assorbimento di nutrienti. L'ileo termina con l'ampolla dell'ileo, che contiene noduli linfatici (tonsilla ileale). Cieco: È una struttura unica nei lagomorfi, con un'elevata capacità di fermentazione. Presenta: ○ Appendice vermiforme: Ricca di tessuto linfatico (tonsilla cecale). ○ Giri spirali: Tra 22 e 25 giri, che favoriscono il mescolamento del contenuto. ○ Valvola ileo-cecale: Regola il passaggio tra ileo e cieco. La sua funzione principale è la fermentazione microbica delle fibre vegetali. Colon: ○ Colon ascendente: Organizzato in un'ansa spirale per il recupero di acqua e sostanze nutritive. ○ Colon trasverso e discendente: Adibiti al trasporto e alla compattazione delle feci. ○ Ampolla del colon: Tratto finale per l'accumulo temporaneo delle feci. 6. Cecotrofia La cecotrofia è un fenomeno fondamentale per i conigli, che consente loro di: Recuperare nutrienti prodotti nel cieco, come vitamine del gruppo B e aminoacidi essenziali. Le feci cecotrofiche, molli e ricoperte di muco, vengono ingerite direttamente dall'ano, garantendo una digestione secondaria. 7. Fegato Il fegato del coniglio è organizzato in lobi distinti: Lobo sinistro (laterale e mediale) Lobo destro (indiviso) Lobo caudato (con processi papillari e caudati) Il fegato produce bile per l'emulsione dei grassi. 8. Pancreas Il pancreas del coniglio è posizionato vicino al duodeno e si divide in: Corpo Lobo sinistro Lobo destro Il condotto pancreatico accessorio immette le secrezioni pancreatiche nel duodeno. APPARATO DIGERENTE UCCELLI 1. Becco e Cavità Orofaringea Becco: ○ Struttura cornea priva di denti, adattata a differenti tipi di alimentazione (onnivora, carnivora, erbivora). ○ Sostituisce i denti e consente la manipolazione e ingestione del cibo. Cavità orofaringea: ○ Mancanza di palato molle e istmo orofaringeo, che crea una cavità comune. ○ Strutture presenti: Creste palatine: coinvolte nella gestione del cibo. Coana: apertura che collega la cavità orale con il sistema respiratorio. Fessura infundibolare: connessione con le tube uditive. Lingua: spesso rivestita da papille che facilitano il passaggio del cibo. Ghiandole salivari: variano a seconda della dieta e della specie. 2. Ghiandole Salivari Comprendono ghiandole linguali, mascellari, palatine, mandibolari e tubariche. Le ghiandole producono un secreto che si adatta alla dieta (lubrificazione, inizio della digestione). Gemme gustative: distribuite intorno ai dotti escretori. 3. Esofago e Gozzo (Ingluvie) Esofago: ○ Diviso in porzioni cervicale e toracica. ○ Rivestito da epitelio pavimentoso pluristratificato. Gozzo: ○ Diverticolo lateroventrale che immagazzina il cibo quando lo stomaco è pieno. ○ Struttura simile all’esofago ma con ghiandole mucose più sviluppate. 4. Stomaco Diviso in due regioni: ○ Proventriglio: Ghiandole proventricolari secernono acido cloridrico (pH 1-2) e pepsinogeno. Inizia la digestione chimica. ○ Ventriglio (stomaco muscolare): Rivestito da coilina, una sostanza reticolare di proteine e carboidrati. Presenza di piccoli ciottoli ingeriti che aiutano nella triturazione meccanica del cibo. 5. Intestino Suddiviso in: ○ Intestino tenue: duodeno (ascendente e discendente), digiuno e ileo. Il duodeno contiene i lobi del pancreas ed è sede di digestione enzimatica. Il digiuno, grazie al lungo mesentere, si dispone in numerose anse. ○ Intestino crasso: rettilineo con due ciechi funzionali. I ciechi ospitano una flora microbica che digerisce cellulosa. 6. Cloaca Divisa in tre regioni: ○ Coprodeo: raccoglie le feci. ○ Urodeo: riceve urine e prodotti riproduttivi. ○ Proctodeo: area di raccolta finale prima dell’evacuazione. Borsa di Fabrizio: organo linfatico importante per lo sviluppo dei linfociti B. 7. Fegato Composto da due lobi principali (destro e sinistro). ○ Il lobo destro contiene la cistifellea, che immagazzina la bile. I dotti epatici e colecistoenterici si aprono nel duodeno per il rilascio della bile. 8. Pancreas Presenta tre lobi (dorsale, ventrale, splenico) e tre dotti terminali. Svolge funzioni endocrine (rilascio di ormoni) ed esocrine (produzione di enzimi digestivi). APPARATO URINARIO L'apparato urinario è responsabile della produzione di urina, che è il risultato della filtrazione del sangue. Esso permette l'eliminazione delle scorie azotate, derivanti dal metabolismo delle proteine. Negli uccelli, l'eliminazione avviene sotto forma di acido urico, mentre nei mammiferi in forma di urea. L'apparato urinario svolge anche un ruolo fondamentale nella regolazione dell'omeostasi, regolando il pH del sangue e la composizione idrica dell'organismo. Organizzazione dell'apparato urinario: 1. Reni: Gli organi principali che costituiscono l'unità morfofunzionale dell'apparato urinario. I reni sono organi pari, parenchimatosi, e sono responsabili della filtrazione del sangue. 2. Vie urinifere: Queste includono: ○ Calici renali e pelvi renale ○ Ureteri ○ Vescica urinaria ○ Uretra (che rappresenta il punto di unione con l'apparato genitale) Anatomia dei reni: I reni sono posizionati in modo esoperitoneale (fuori dal peritoneo) nella regione sottolombare, sotto le vertebre. Sono organi asimmetrici, con il rene destro più craniale rispetto a quello sinistro (situato in prossimità dell'ultima costola). La loro forma è a fagiolo e presentano due poli: uno craniale e uno caudale. Il margine laterale è convesso, mentre quello mediale è concavo, dove si trova l'ilo, il punto di passaggio di vasi e ureteri. Facce: La faccia dorsale è rivolta verso la colonna vertebrale, mentre quella ventrale poggia sulla sacca peritoneale. L'asse maggiore del rene segue la colonna vertebrale. Le ghiandole surrenali si trovano al margine craniale di ciascun rene. Nel cavallo, il rene destro ha una forma piramidale (a cuore di carta da gioco), mentre nel bovino, i reni sono quasi allineati in fila, con il rene sinistro posizionato più caudalmente rispetto al destro. La ghiandola surrenale destra si trova vicino al margine craniale del rene destro, mentre quella sinistra è vicina al margine craniale del rene sinistro. Struttura del rene: Il rene è composto da due sezioni principali: Corticale: La parte esterna, che può essere liscia o lobata. Midollare: La parte interna, che può essere unica o suddivisa in piramidi renali. Ogni piramide ha come base una porzione corticale e l'apice una parte di midollare, con una papilla che rappresenta l'apertura verso le vie urinifere. La papilla renale è il punto di apertura delle piramidi verso le vie urinifere. Nei maiali, i reni sono simili a una lingua, senza differenze evidenti tra il rene destro e quello sinistro. Il parenchima renale è costituito dai nefroni, che sono sostenuti da tessuto connettivo e sono immersi nel parenchima stesso. La parte medollare converge nella papilla, che si apre nel sistema delle vie urinifere. L'ilo è situato sul margine mediale del rene. Nefrone: Il nefrone è l'unità morfofunzionale del rene, responsabile della filtrazione e formazione dell'urina. Ogni nefrone è composto da un corpuscolo renale, che si associa a una struttura tubolare. Il nefrone è localizzato in parte nella corticale e in parte nella midollare del rene. Il corpuscolo renale è la sede della ultrafiltrazione del sangue e comprende due componenti principali: ○ Capsula di Bowman: Una doppia membrana che racchiude il glomerulo. ○ Glomerulo: Un ciuffo di capillari da cui il sangue viene filtrato. Dopo l'ultrafiltrazione, si forma l'urina primaria, un liquido ricco di sostanze da riassorbire. Il processo di riassorbimento avviene nei tubuli renali, che recuperano acqua, zuccheri e sali. Processi di filtrazione e riassorbimento: 1. Filtrazione: L'ultrafiltrazione avviene nel corpuscolo renale, dove i capillari del glomerulo permettono il passaggio di soluti dal sangue nel fluido urinario primario. 2. Riassorbimento: Il liquido primario passa attraverso il tubulo contorto prossimale, l'ansa di Henle, il tubulo contorto distale e infine nei dotti collettori. Qui vengono riassorbiti acqua e sostanze utili. 3. Una volta completato il percorso attraverso i tubuli, il liquido raggiunge il sistema delle vie urinifere come urina definitiva. Composizione e struttura del corpuscolo renale: Capsula di Bowman: È composta da due foglietti epiteliali: uno parietale (che forma la parete esterna) e uno viscerale (che aderisce intimamente ai capillari del glomerulo). Tra i due foglietti si trova lo spazio urinifero, dove si accumula l'urina primaria. Polo vascolare: Qui entrano e escono le arteriole afferente ed efferente. A livello del glomerulo non avviene scambio gassoso. Mesangio: Tra i capillari si trovano le cellule mesangiali, che svolgono funzioni macrofagiche e contrattile, contribuendo ad aumentare la pressione idrostatica nei capillari. Tubuli renali: 1. Tubulo contorto prossimale: Un tratto convoluto che contiene un epitelio cilindrico semplice. In questa zona avviene il riassorbimento di acqua e soluti. 2. Ansa di Henle: Una struttura che scende nella midollare e risale, permettendo la concentrazione dell'urina. 3. Tubulo contorto distale: Un altro tratto convoluto situato nella corticale, che porta l'urina verso i dotti collettori. 4. Dotti collettori: Confluendo nei dotti papillari, queste strutture permettono l'apertura finale nell'inizio delle vie urinifere. Apparato iuxtaglomerulare: Si trova tra il tubulo contorto distale e le arteriole afferente ed efferente. È costituito da tre tipi cellulari: ○ Macula densa: Cellule specializzate nel tubulo contorto distale. ○ Cellule mesangiali extraglomerulari: Presenti nell'area tra le arteriole afferente ed efferente. ○ Cellule iuxtaglomerulari: Localizzate nella tonaca muscolare dell'arteriola afferente, regola la pressione sanguigna all'interno del nefrone. Vie Urinarie: Pelvi Renale e Uretere Pelvi Renale: ○ È una dilatazione a forma di imbuto dell'uretere coperta da parenchima renale. ○ Nel bovino, gli ureteri si estendono nel parenchima renale e si dividono in due branche principali che formano circa 20 calici minori, ciascuno associato a una papilla renale. ○ Nel suino, le piramidi renali confluiscono in una pelvi unica. I calici sono distinti in: 1. Minori, che si affacciano direttamente sulle papille. 2. Maggiori, che confluiscono nella pelvi renale. Ureteri: ○ Condotti pari che collegano la pelvi alla superficie dorsale della vescica, con un decorso obliquo. ○ La mucosa è composta da urotelio (epitelio di transizione), e l'organizzazione include 4 tonache: 1. Tonaca mucosa. 2. Sottomucosa. 3. Muscolare (tre strati: longitudinale, circolare, longitudinale). 4. Avventizia, poiché gli ureteri sono esoperitoneali. Particolarità del Rene in Diverse Specie Nel cavallo, il rene è liscio mono-papillare, con una papilla unica e due recessi terminali che convergono. Nei piccoli ruminanti, tutti i dotti collettori si affacciano su una singola papilla che si apre nella pelvi. Nel bovino, il rene presenta calici separati per ciascuna papilla, che si inseriscono in branche della pelvi. Vescica e Uretra Vescica: ○ Organo cavo e sacciforme con apice, corpo e collo. ○ Posizione variabile in base alla specie e alla replezione: 1. Bovino: In cavità pelvica, ma si sposta in quella addominale se piena. 2. Suino: Si trova in cavità addominale. ○ Le pareti comprendono: 1. Mucosa (urotelio, con ghiandole del Littrè nel cavallo che conferiscono un aspetto lattiginoso all'urina). 2. Sottomucosa. 3. Muscolare (tonaca spessa per le contrazioni). 4. Avventizia (rivestita passivamente dal peritoneo). Trigono Vescicale: ○ Struttura triangolare tra il collo e la base della vescica. ○ Gli ureteri penetrano obliquamente nella tonaca muscolare, impedendo il reflusso durante la replezione. Uretra: ○ Condotto che parte dal collo della vescica con due osti: interno ed esterno. ○ Nelle femmine si apre nel vestibolo vaginale; nei maschi, parte del sistema urinario e genitale. Reni e Vie Urinarie negli Uccelli Reni: ○ Localizzati dorsalmente e caudalmente ai polmoni, nella cavità celomatica. ○ Divisi in tre lobi: craniale, medio e caudale. ○ Strutturalmente simili ai mammiferi, con nefroni e dotti collettori che confluiscono negli ureteri. Ureteri: ○ Divisi in: Porzione intrarenale, all'interno del parenchima renale. Porzione pelvica, che esce dal rene. ○ Gli ureteri sboccano nella cloaca (porzione urodeo). Assenza di Vescica: ○ Negli uccelli, eccetto lo struzzo, l'urina (composta principalmente da urati e acido urico) viene espulsa insieme alle feci. APPARATO RIPRODUTTORE MASCHILE 1. Organizzazione e funzioni principali dell’apparato genitale maschile L’apparato genitale maschile è responsabile di funzioni riproduttive essenziali e si struttura in modo tale da supportare la produzione, il trasporto e l’introduzione degli spermatozoi nell’apparato femminile, oltre alla secrezione di ormoni maschili. Funzioni principali: 1. Produzione dello sperma: ○ Composizione: Lo sperma è costituito da: Spermatozoi: Gameti maschili altamente differenziati con DNA aploide, responsabili della trasmissione del patrimonio genetico. Liquido seminale: Un fluido prodotto dalle ghiandole annesse, che funge da: Veicolo per il trasporto e il movimento degli spermatozoi. Fonte di nutrimento e protezione per gli spermatozoi durante il loro viaggio. 2. Espulsione del seme: ○ Avviene attraverso contrazioni delle vie genitali e l’utilizzo del pene come organo copulatore, permettendo la deposizione dello sperma nelle vie genitali femminili. 3. Produzione di androgeni (ormoni maschili): ○ Gli androgeni (es. testosterone), secreti dai testicoli, svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo: Dei caratteri sessuali secondari (es. conformazione corporea, criniera nei cavalli maschi). Del comportamento riproduttivo (libido e attività sessuale). 2. Organizzazione anatomica e variabilità tra specie L’organizzazione dell’apparato genitale maschile varia tra le specie, ma presenta una struttura di base comune che include testicoli, vie genitali, ghiandole annesse e pene. Componenti principali: 1. Testicoli: ○ Sono organi pari e parenchimatosi, ossia strutture solide deputate alla produzione di spermatozoi e ormoni. ○ In fase post-natale, i testicoli migrano in posizione extra-addominale, trovando collocazione nello scroto per favorire una temperatura ideale per la spermatogenesi. ○ Funzioni: Spermatogenesi: Produzione degli spermatozoi. Produzione endocrina: Sintesi di androgeni, in particolare testosterone. 2. Vie genitali: ○ Si estendono dal testicolo fino al pene e hanno la funzione di: Trasporto degli spermatozoi prodotti nei testicoli. Maturazione degli spermatozoi durante il passaggio nell’epididimo. 3. Ghiandole annesse: ○ Producono il liquido seminale, che costituisce la componente fluida del seme. ○ Comprendono: Ghiandole vescicolari. Prostata. Ghiandole bulbouretrali. 4. Pene: ○ È l’organo copulatore, che immette il seme nelle vie genitali femminili. ○ Contiene l’uretra maschile, il condotto comune per urina e sperma. 5. Uretra maschile: ○ Funziona come condotto uro-genitale, trasportando sia l’urina che lo sperma all’esterno. Variabilità nella posizione e orientamento dei testicoli: 1. Orientamento dell’asse maggiore del testicolo: ○ Orizzontale: Cavallo. ○ Perpendicolare: Bovino. ○ Obliquo: Maiale. 2. Posizione nello scroto: ○ Regione inguinale: Stallone. ○ Inguinale pendula: Bovino. ○ Regione perineale: Verro (vicino all’ano). Collegamento del testicolo alle vie genitali: Gli spermatozoi prodotti nei testicoli entrano nell’epididimo attraverso i condottini efferenti, dove completano la maturazione. Dal tratto terminale dell’epididimo, passano nel dotto deferente, che rientra brevemente nella cavità addominale per poi sboccare nell’uretra pelvica tramite il dotto eiaculatore. L’uretra rappresenta l’ultima porzione del sistema, dove il seme si unisce alle secrezioni delle ghiandole annesse per formare il liquido seminale completo. 3. Struttura dei testicoli e loro funzione (slide 6-8) I testicoli sono gli organi primari del sistema riproduttivo maschile, responsabili della produzione di spermatozoi e di ormoni androgeni, in particolare il testosterone. La loro struttura e funzione sono altamente specializzate e riflettono un’organizzazione complessa che garantisce la fertilità. Struttura macroscopica del testicolo 1. Forma e posizione: ○ I testicoli hanno una forma tipicamente ovoidale, anche se la dimensione varia notevolmente tra le specie. ○ Si trovano nello scroto, una sacca cutanea esterna che fornisce un microambiente più fresco necessario per la spermatogenesi. 2. Rivestimenti esterni: ○ Tunica albuginea: Una capsula fibrosa densa che avvolge il testicolo. Essa emette setti fibrosi che dividono l’organo in lobuli testicolari. ○ Tunica vasculosa: Strato interno ricco di vasi sanguigni, responsabile dell’apporto nutritivo al parenchima testicolare. 3. Suddivisione interna: ○ Lobuli testicolari: Ogni testicolo è suddiviso in circa 200-300 lobuli da setti connettivali. Ogni lobulo contiene: 1-4 tubuli seminiferi, sede della spermatogenesi. ○ Mediastino testicolare: Struttura centrale dove i tubuli rettilinei confluiscono e si collegano ai condottini efferenti, trasportando gli spermatozoi verso l’epididimo. Tubuli seminiferi: il cuore della spermatogenesi 1. Struttura: ○ Sono tubi lunghi e convoluti, rivestiti da un epitelio seminifero. ○ L’epitelio è supportato da una membrana basale e circondato da cellule mioidi che facilitano il movimento degli spermatozoi immaturi. 2. Cellule principali dell’epitelio seminifero: ○ Cellule germinali: Comprendono tutte le fasi della spermatogenesi, dai spermatogoni agli spermatozoi maturi. ○ Cellule di Sertoli: Svolgono una funzione di sostegno strutturale per le cellule germinali in via di sviluppo. Forniscono nutrienti e un microambiente favorevole per la maturazione spermatica. Producono il fluido testicolare, che trasporta gli spermatozoi verso le vie genitali. Contribuiscono alla barriera emato-testicolare, isolando il compartimento spermatogenico dal sistema immunitario. Tessuto interstiziale: produzione endocrina 1. Posizione: Si trova tra i tubuli seminiferi. 2. Cellule di Leydig: ○ Queste cellule sono responsabili della produzione di testosterone, l’ormone androgeno principale. ○ Il testosterone è essenziale per: La regolazione della spermatogenesi. Lo sviluppo e il mantenimento dei caratteri sessuali secondari. La libido e il comportamento riproduttivo. ○ Le cellule di Leydig sono stimolate dall’ormone luteinizzante (LH) secreto dall’ipofisi anteriore. Processo di spermatogenesi La spermatogenesi è il processo continuo che avviene nei tubuli seminiferi, attraverso il quale si formano gli spermatozoi maturi. Si suddivide in tre fasi principali: 1. Fase proliferativa (spermatogoniale): ○ Le cellule germinali primarie, gli spermatogoni, si dividono per mitosi. ○ Esistono due tipi di spermatogoni: Spermatogoni di tipo A: Cellule staminali che mantengono la popolazione germinale. Spermatogoni di tipo B: Si differenziano in spermatociti primari. 2. Fase maturativa (meiotica): ○ Gli spermatociti primari subiscono due divisioni meiotiche: La prima meiosi riduce il numero di cromosomi da diploide (2n) ad aploide (n). La seconda meiosi divide equamente il DNA, generando spermatidi aploidi. 3. Fase di differenziamento (spermiogenesi): ○ Gli spermatidi subiscono trasformazioni cellulari che li convertono in spermatozoi maturi: Formazione dell’acrosoma, una struttura contenente enzimi litici per penetrare l’ovocita. Compattazione del DNA nel nucleo. Sviluppo del flagello, che garantisce motilità. Organizzazione dei mitocondri nella guaina mitocondriale, per fornire energia. Spermatozoo: struttura e funzioni Lo spermatozoo è l’unità riproduttiva maschile e presenta una struttura altamente specializzata: 1. Testa: ○ Contiene il nucleo, che custodisce il materiale genetico aploide. ○ È coperta dall’acrosoma, che permette la penetrazione nelle membrane che circondano l’ovulo. 2. Collo: Connette la testa al segmento intermedio e contiene i centrioli, essenziali per la formazione del flagello. 3. Segmento intermedio: ○ Contiene una guaina mitocondriale che produce ATP per il movimento. ○ È la "centrale energetica" dello spermatozoo. 4. Coda (flagello): ○ Garantisce la motilità necessaria per raggiungere l’ovocita durante la fecondazione. Fattori che influenzano la funzione testicolare 1. Temperatura: ○ I testicoli devono essere mantenuti a una temperatura inferiore rispetto al corpo (circa 34°C nei mammiferi). ○ Lo scroto e il muscolo cremastere regolano la termoregolazione testicolare. 2. Ormoni: ○ Il testosterone regola la spermatogenesi e influenza il comportamento sessuale. ○ L’FSH (ormone follicolo-stimolante) stimola le cellule di Sertoli per supportare lo sviluppo germinale. 3. Nutrizione e salute generale: ○ La carenza di micronutrienti (es. zinco, selenio) può compromettere la spermatogenesi. 4. Vie genitali maschili e ghiandole annesse Le vie genitali maschili e le ghiandole annesse formano un sistema integrato per il trasporto, la maturazione e la protezione degli spermatozoi, contribuendo anche alla formazione del liquido seminale. Questo sistema è altamente adattato alle esigenze fisiologiche delle diverse specie di mammiferi. Vie genitali maschili 1. Epididimo: ○ Struttura: Si tratta di un tubo lung