Anatomia PDF - Ossa dell'anca, Arto Inferiore, Apparato Locomotore
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Università degli Studi di Torino
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Questo documento tratta l'anatomia del corpo umano, focalizzandosi sulle ossa dell'anca, l'arto inferiore e l'apparato locomotore. Descrive le articolazioni, i muscoli e le loro funzioni, offrendo una dettagliata panoramica di come il corpo si muove e interagisce. Include termini chiave come anatomia, scheletro e muscoli.
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delle 3 ossa dell’anca. Naturalmente queste ossa sono pari e simmetriche, avremo 3 ossa nella porzione destra e 3 ossa nella porzione sinistra. Le due ossa dell’anca si uniscono anteriormente e vanno a formare quella che si chiama articolazione coxo, l’articolazione delle ossa dell’anca, mentre lat...
delle 3 ossa dell’anca. Naturalmente queste ossa sono pari e simmetriche, avremo 3 ossa nella porzione destra e 3 ossa nella porzione sinistra. Le due ossa dell’anca si uniscono anteriormente e vanno a formare quella che si chiama articolazione coxo, l’articolazione delle ossa dell’anca, mentre lateralmente ciascun osso dell’anca forma l’articolazione con il femore e quindi andrà a formare quella che si chiama articolazione coxo-femorale. In ciascuna delle 2 ossa dell’anca abbiamo l’ileo, superiormente è l’osso più esteso, in realtà la porzione superiore dell’ileo si chiama cresta iliaca, ed è quella che possiamo sentire se tocchiamo la regione dell’anca, ed è la cresta iliaca. Lateralmente troviamo il punto di articolazione con la testa del femore, questa è una cavità che si forma a livello delle ossa dell’anca e questa cavità si chiama acetabolo e conterrà poi la testa del femore. Medialmente invece troviamo delle altre faccette articolari che servono all’articolazione in particolare delle ossa dell’anca con il sacro e quindi abbiamo l’articolazione sacro iliaca e poi anteriormente delle articolazioni tra le due ossa dell’anca. Abbiamo le ossa dell’anca che vanno anteriormente ad articolarsi tra loro e formano un tipo di articolazione particolare che si chiama sinfisi. È un’articolazione semimobile che non garantisce molta libertà di movimento e la sinfisi pubica è l’articolazione tra le due ossa pubiche, per mezzo di una struttura cartilaginea che, a seconda del sesso dell’individuo, cambia la sua rigidità e cambia anche la formazione dell’angolazione tra le ossa dell’anca. Questo perché le ossa del bacino sono la regione nello scheletro che forse rappresenta il maggior grado di dimorfismo sessuale, proprio perché il dimorfismo riguarda l’angolo che si forma a livello del pube, quindi a livello delle due ossa dell’anca in particolare del pube. Proprio perché nella femmina questo angolo è di circa 100 gradi o supera i 100 gradi, nel maschio invece è minore di 90 gradi. Questo perché la pelvi naturalmente nelle femmine si deve adattare al parto, quindi deve favorire poi l’uscita soprattutto della testa del feto durante il travaglio. In realtà nella donna le ossa iliache sono proiettate più lateralmente, la cifosi, quindi la curvatura del sacro è meno marcata, l’angolo tra le ossa pubiche è più ampio, lo spazio a livello tra le ossa dell’anca è maggiore. Quindi in questo caso se ci troviamo davanti a uno scheletro completo possiamo dire se l’individuo è di sesso maschile o femminile solo guardando le ossa dell’anca e in particolare la regione pubica, il cingolo pelvico. ARTO INFERIORE Riguardo alle ossa dell’arto inferiore, l’osso che va a costituire l’osso della gamba è il femore. Il femore è l’osso di dimensioni maggiori presente nello scheletro umano, è l’osso più grande e l’osso più forte, di dimensioni maggiori e forma quello che è lo scheletro della coscia. Il femore presenta questa superficie articolare, quindi la sua epifisi prossimale si chiama testa del femore, presenta questa superficie sferica con un collo e una testa rotonda, che si articola con l’anca formando quella che è l’articolazione coxo-femorale. E poi abbiamo invece un’epifisi distale che si articola con le due ossa della gamba. Abbiamo la testa del femore, si tratta quasi di una sfera perfetta che ha la testa rispetto al corpo, quindi alla diafisi del femore, ha un’inclinazione di circa 120- 130 gradi e questo favorisce una proprietà di movimento, un’estensione del movimento della gamba estremamente ampia proprio grazie all’inclinazione tra la testa del femore e il corpo dell’osso. Abbiamo poi diversi rilievi soprattutto a livello della testa del femore in cui si inseriscono importanti muscoli, questi rilievi si chiamano trocanteri. A livello della superficie dell’epifisi distale del femore, il femore si articola con una delle ossa della gamba che è la tibia e poi con un osso dalla forma particolare che è la patella o rotula per formare l’articolazione del ginocchio. L’epifisi distale del femore grazie alla forma dei suoi condili permette di articolarsi con la tibia e con la rotula anteriormente per formare quella che è l’articolazione con il ginocchio. La rotula è un osso che ha una forma particolare, a forma sesamoide e a livello della rotula, si inserisce quello che è il tendine del quadricipite femorale, uno dei muscoli maggiori a livello della gamba e la faccia posteriore della patella della rotula si articola con il femore, mentre la faccia anteriore è la faccia cutanea quella che possiamo sentire se ci tocchiamo il ginocchio. A livello della gamba, lo scheletro della gamba è costituito da due ossa lunghe, di nuovo medialmente avremo un osso che si chiama tibia e lateralmente un osso che si chiama perone o fibula. Queste due ossa tibia e perone sono legate tra loro di nuovo dalla presenza di una membrana interossea, che serve anche qui in questo caso per l’inserzione di alcuni muscoli importanti a livello della gamba. La tibia si articola con il femore nella sua epifisi prossimale, mentre l'epifisi distale della tibia si articolerà con le ossa del tarso, quindi del piede. Per quanto riguarda l’epifisi distale termina nella porzione laterale con una protuberanza ossea, che si chiama malleolo mediale e forma poi quello che è l’osso della caviglia, che possiamo sentire toccandoci la porzione mediale della caviglia. Il secondo osso della gamba è la fibula o perone che non si articola con il femore ma si articola con la tibia, la sua epifisi prossimale si articola con la tibia e abbiamo questa una faccetta articolare quindi il perone non forma il ginocchio, non contribuisce alla formazione del ginocchio perché si articola esclusivamente con la tibia. Naturalmente il perone fornisce dei punti di inserzione di legamenti e tendini per stabilizzare appunto l’articolazione del ginocchio, ma di per sé l’osso non contribuisce alla formazione di questa articolazione. L’epifisi distale del perone termina con una porzione più a punta che si chiama malleolo tibiale, in questo caso quindi abbiamo il malleolo tibiale, o malleolo peroneale o laterale ed è quella porzione dell’osso che sporge anche sotto cute, quindi rappresenta quella che è la caviglia nella porzione laterale del piede. I due malleoli uno della tibia e uno del perone formano quelle che si chiamano essenzialmente caviglie. A livello del piede troviamo poi un numero molto elevato di ossa che concorrono a formare lo scheletro del piede. In particolare di queste ossa, 7 costituiscono quello che è il tarso, mentre il carpo è formato da 8 ossa, 5 ossa formano il metatarso e 14 ossa formano poi le ossa delle dita. Tra le ossa del tarso in posizione posteriore nel piede vi sono 2 ossa più voluminose del tarso i cui nomi sono l’astragalo e il calcagno, che un termine usato anche generalmente, in particolare soprattutto il calcagno rappresenta quello che è il tallone del piede. Abbiamo quindi calcagno e astragalo che sono ossa molto grandi e molto voluminose perché a livello di queste ossa viene trasferito tutto il peso del corpo dalla tibia in avanti, quindi verso la punta delle dita dei piedi. L’astragalo in particolare è un osso piccolo ma è molto tozzo perché è il secondo osso più voluminoso del piede ed è un osso estremamente voluminoso che serve a trasferire il peso del corpo a terra. Oltre alle ossa del tarso troviamo le ossa del metatarso che sono 5, sono ossa lunghe, sono numerate da 1 a 5 e si articolano con il tarso, quindi l’epifisi prossimale si articola con il tarso e quella distale va ad articolarsi con le falangi, in particolare con le falangi prossimali. Le falangi sono 5, sono una serie di 5 ossa lunghe, vanno a costituire quello che è lo scheletro delle dita del piede e come nel caso della mano troveremo delle falangi prossimali, delle falangi medie e delle falangi distali. Anche in questo caso le falangi distali sono 4 e non cinque, quindi abbiamo tre file di falangi, le falangi distali sono anche dette falangi ungueali, sono la porzione più estrema, più periferica delle ossa del piede. APPARATO LOCOMOTORE E’ l’insieme di tessu- ed organi che contribuisce al mantenimento della stazione ere+a, dipende dalla presenza dei muscoli che ne rappresentano l'elemento a9vo. I segmen- ossei mediante le ar-colazioni possono avvicinarsi od allontanarsi grazie all'e=e>o della contrazione o del rilassamento dei muscoli che si inseriscono (grazie ad i tendini) a livello di porzioni speciAche dello scheletro. La muscolatura cos-tuisce il 40% del peso corporeo, oltre ad essere responsabile del movimento, infa9 i muscoli vanno a scolpire il corpo, andandone a scolpire la tonicità (invecchiamento=perdita di tonicità muscolare). Ciascun muscolo ha origine in un osso (o una o più ossa) e termina in un altro, dunque ogni muscolo ha un origine ed un inserzione. L'inserzione del muscolo dipende alla presenza di un asso9gliamento che è il tendine. A seconda della loro origine possono essere classiAca- in 2 categorie: estrinseci se hanno un origine che è esterna all'osso (considerato) ed un'inserzione sull'osso considerato ma l'origine è su un altro osso; intrinseca quando l'origine e l'inserzione di un muscolo sono sullo stesso osso (sulle ossa della parte considerata). Anche per i muscoli come nel caso dello scheletro esiste una muscolatura per lo scheletro assile ed una muscolatura per lo scheletro appendicolare. MUSCOLATURA SCHELETRO ASSILE Per quanto riguarda la muscolatura dello scheletro assile, i muscoli possono essere suddivisi in 4 gruppi: il primo gruppo rappresenta la muscolatura della testa e del collo, sono tu9 muscoli che non si associano a livello della colonna vertebrale, sono tu9 muscoli che danno la forma alla faccia e favoriscono alcune funzioni del cranio e della faccia perme>endo il movimento di faccia,laringe,faringe,lingua facilitando la fonazione,l'ar-colazione della parola, la nutrizione, la mimica facciale. Abbiamo anche dei muscoli a livello delle cavità orbitali che servono per il movimento degli occhi. Il secondo gruppo è rappresentato da tu9 i muscoli della colonna vertebrale,la cui inserzione ed origine è legata alla colonna vertebrale. Il terzo gruppo riguarda i muscoli che vanno a formare la parete muscolare della cavità toracica e della cavità addominale e pelvica. 1 InAne per lo scheletro assile abbiamo quella parte di muscolatura che va a chiudere inferiormente la cavità pelvica, dunque i muscoli del perineo e del diaframma pelvico. MUSCOLI DELLA TESTA I muscoli della testa si classiAcano in base alla loro funzione ed anche in base alla loro origine, si dividono in muscoli intrinseci ed estrinseci. I primi hanno un origine ed un inserzione a livello della testa infa9 non presentano inserzioni al di fuori della testa, sono muscoli che vanno a dare la forma, il movimento,l'espressività facciale come ad esempio i muscoli mimici. Fanno parte dei muscoli della testa, dei muscoli molto piccoli che hanno un inserzione a livello dell'orecchio medio, che servono a modulare la catena degli ossicini dell'orecchio medio favorendo l'udito come i tensori del -mpano. I muscoli estrinseci vanno ad inserirsi su ossa che non fanno parte delle ossa del cranio, fanno parte di questa categoria tu9 i muscoli lega- alla faringe che servono per la deglu9nazione. Alcuni esempi (NON E' NECESSARIO RICORDARSI I NOMI DI TUTTI) che fanno parte della muscolatura intrinseca della testa fra cui i muscoli mas9catori, che servono per determinare il movimento di quella che è l'unica ar-colazione mobile del cranio: ar9colazione temporomandibolare tra l'osso temporale e i condili della mandibola, sono tu9 muscoli che vanno ad avere inserzione a livello della mandibola. Sono 4 i muscoli mas-catori, ciascuno dei quali avrà 2 un'inserzione in una determinata posizione a livello della mandibola. Un muscolo a livello della guancia che prende il nome di massetere, passa a livello dell'arcata zigoma-ca e va ad inserirsi nella porzione laterale esterna del ramo della mandibola. Il temporale e il massetere sono importan- perchè grazie alle loro inserzioni vanno a determinare la chiusura della mandibola. I muscoli pterogoideo esterno ed interno partecipano all'apertura e alla chiusura della bocca, aiutano il processo di mas9cazione ed ar9colazione della parola. I muscoli mimici servono per la mimica facciale , determinano l'espressività del volto, si tra>a di una muscolatura espressa sopra>u>o nei prima- e in par-colare nell'uomo. Sono muscoli piu>osto piccoli a di=erenza di quelli mas-catori che invece risultano molto grandi. I muscoli mimici hanno una natura relazionale-comunica-va, quando si contraggono la cute scivola rispe>o all'osso so>ostante. I muscoli associa- alla bocca sono 2, uno si chiama orbicolare della bocca che circonda le labbra, serve per il movimento delle labbra e l'altro è il muscolo buccinatore il quale va a determinare la forma delle guance, si trova al di so>o del massetere. Altri piccoli muscoli sono quelli orbitali degli occhi, che circonda la palpebra e l'orbita dell'occhio, servono per chiusura delle palpebre. Altri muscoli sono il corrugatore del sopracciglio, pla9sma sempre legato alla porzione inferiore della guancia, serve ad abbassare la mandibola. Fanno parte della muscolatura della faccia, dei muscoli estrinseci dell'occhio perchè non hanno origine nell'occhio, in quanto non ha natura muscolare ma si inseriscono a livello dell'orbita oculare, sono tu9 muscoli che servono per i movimen- degli occhi. 3 I muscoli per il movimento degli occhi sono 6 e vanno ad inserirsi sulla porzione esterna dell'occhio, la tonaca esterna dell'occhio, la parte bianca si chiama sclera. I 6 muscoli si inseriscono ognuno in una determinata posizione a livello della sclera hanno origine nella regione più profonda della cavità orbitaria, grazie alla loro inserzione sono inseri- in regioni speciAche, ai poli speciAci dell'occhio del bulbo oculare, grazie alla loro contrazione determinano e regolano il movimento(simmetrico) ,la posizione di ciascun occhio. Sempre nei muscoli della testa fanno parte quella muscolatura che serve alla fonazione e alla deglu9zione tra cui i muscoli della lingua. Quest'ul-ma è cos-tuita da uno scheletro Abroso su cui originano e si inseriscono quelli che si chiamano muscoli intrinseci che danno la forma della lingua mentre quelli estrinseci originano da stru>ure esterne alla lingua ma vano poi ad inserirsi sulla lingua stessa andandone a determinare i movimen9 di questa regione(servono sia per fonazione che deglu-zione). Fra i muscoli estrinseci della testa troviamo i muscoli della faringe che servono per favorire la deglu9nazione, facilitano lo spostamento del bolo alimentare verso l'esofago. Ogni muscolo della faringe svolge un ruolo speciAco, quelli che spostano il bolo verso l'esofago che prendono il nome di costri+ori della faringe poichè vanno a restringere il lume della faringe, i muscoli elevatori della faringe e della laringe, inAne i muscoli palatali che si chiamano tensori ed elevatori del velo pala-no(palato) innalzano e tendono il palato molle in modo da favorire il 4 passaggio del bolo alimentare verso l'esofago(porzione più interna della cavità alimentare). [ANCHE IN QUESTO CASO NON E' NECESSARIO RICORDARE TUTTI I MUSCOLI DELLA FARINGE] MUSCOLI COLONNA VERTEBRALE I muscoli della colonna vertebrale associa- alla porzione dorsale del corpo sono diversi, si organizzano in 3 stra- dis-n-: dei muscoli che si trovano più in profondità, muscoli che si trovano nello stato intermedio e muscoli più superQciali. Sono tu9 muscoli che servono per favorire la stazione ere>a ma anche il movimento della colonna. La colonna è dotata di un certo grado di [essibilità. Il gruppo più superAciale è quello che si occupa di mantenere la stazione ere+a e la postura, serve anche per stabilizzare il movimento della colonna, serve anche a stabilizzare quello che è il mantenimento dei pun- di ar-colazione tra lo scheletro assile e lo scheletro appendicolare cioè il cingolo scapolare superiormente e poi il cingolo pelvico inferiormente. Il gruppo intermedio ha essenzialmente un ruolo nel coadiuvare il movimento delle coste a livello toracico e quindi serve anche favorire la respirazione, la contrazione e rilassamento di ques- muscoli segue l'andamento dell'espansione della gabbia toracica durante l'inspirazione. Sono tu9 muscoli che si estendono dalla porzione cervicale della colonna vertebrale Ano alla regione toracica. Il gruppo più profondo di muscoli serve invece a mantenere più stabile la connessione tra le vertebre, quindi vanno a stabilizzare l'ar-colazione tra una vertebra e l'altra e favorire quindi quella che è il mantenimento della stazione ere>a. 5 MUSCOLI CAVITA’ ADDOMINALE-PELVICA La terza categoria dei muscoli assili, riguarda quella dei muscoli che vanno a formare la parete anteriore del tronco e della cavità addominale, quindi vanno a chiudere la cavità toracica e quell'addomino pelvica. In questa regione, abbiamo tu9 quei muscoli che sono compresi tra la colonna vertebrale posteriormente e ventralmente, hanno inserzione anteriormente lungo la linea ventrale mediana. Fanno parte di questo gruppo quei muscoli che si chiamano muscoli obliqui e muscoli reS. Generalmente i muscoli re9 sono i Tessori della colonna vertebrale, Te+ono la colonna, i muscoli obliqui invece vanno a esercitare una funzione di compressione delle stru+ure so>ostan-. A livello della cavità toracica e addomino pelvica abbiamo tre categorie di muscoli. Superiormente, quindi nella regione delle spalle del collo, troviamo quelli che si chiamano muscoli scaleni, quindi nella regione cervicale e i muscoli scaleni servono per la Tessione laterale del collo, i cui movimen- servono ad elevare le prime due coste e quindi favorire la respirazione. Nella porzione toracica mediale troviamo i muscoli intercostali, si dividono in intercostali interno ed esterno e favoriscono i movimen9 respiratori, quindi limitano l'espansione della gabbia toracica durante le fasi respiratorie. InAne, nella regione addominale troviamo tre grossi muscoli, ma in generale troviamo quelli che sono i muscoli obliqui e abbiamo i muscoli obliqui esterno e interno e il muscolo re+o, sono tre diversi muscoli che vanno a deQnire quella che è la cavità addominale. 6 DIAFRAMMA Il diaframma è un punto di repere, perché va a determinare quelle che sono la cavità toracica superiormente e la cavità addominale inferiormente, quindi va a chiudere la cavità toracica e la cavità addominale. E’ uno dei principali muscoli respiratori, infa9 quando le Qbre muscolari del diaframma si contraggono, questo fa sì che ci sia un aumento del volume della cavità toracica, favorendo una pressione nega-va per cui l'aria entra all'interno dei polmoni, nella cavità toracica. Il rilassamento delle Qbre muscolari del diaframma, provoca una riduzione del volume della cavità toracica, quindi l'aria viene spinta verso l'esterno e quindi si ha l'espirazione. Il diaframma è il principale muscolo respiratorio, tanto che patologie che lo coinvolgono, come quelle neurodegenera9ve, interessano quei nervi che vanno ad innervare il diaframma, portando via via a una perdita della funzionalità diaframma-ca, quindi si avrà poi un'atroAa della muscolatura del diaframma. Il diaframma è un muscolo molto esteso che va a separare la cavità addomino pelvica inferiormente dalla cavità toracica, superiormente vedete come si estende appunto a livello di questo spazio tra cavità toracica e cavità addominale. Nella parte centrale avremo quello che è il centro tendineo del diaframma e poi naturalmente il muscolo va a portarsi verso le porzioni più esterne della zona del limite tra torace e addome. Il diaframma è a>raversato da tre grosse stru>ure, una di queste è a livello addominale,poi quello che si chiama oriQzio esofageo perché da qui passa l'esofago e poi il passaggio dell’aorta. MUSCOLI DEL PERINEO-DIAFRAMMA PELVICO InAne, l'ul-mo gruppo di muscoli dello scheletro assile sono i muscoli che determinano quello che è il perineo e il diaframma pelvico, quindi tu9 quei muscoli che vanno a chiudere inferiormente la cavità addominale. Giusto per dirvi due informazioni, ques- gruppi di muscoli della cavità addominale del perineo formano due triangoli, sono muscoli che si estendono dalla zona del sacro e del coccige verso le ossa dell'anca, in par-colare verso l'ischio e il pube e vanno a determinare nella loro stru>ura due triangoli, anteriormente abbiamo quello che si chiama triangolo urogenitale e sono tu9 quei muscoli che vanno a chiudere gli organi genitali esterni e vanno a rinforzare il pavimento pelvico, vanno ad esempio a circondare l'uretra e quindi formare quello che si chiama 7 diaframma urogenitale, sono tu9 muscoli che vanno a rives-re, a rinforzare il pavimento pelvico, invece inferiormente abbiamo un altro triangolo che si chiama triangolo anale, forma quello che è il diaframma pelvico e appunto va a rives-re, forma il pavimento muscolare della regione anale, quindi appunto va a rives9re poi quella che è l'ul9ma porzione dell'intes9no crasso, anche che è il re>o, quindi sono tu9 muscoli che vanno a sostenere gli organi della cavità pelvica e quindi vanno a controllare anche il passaggio di sostanze di scarto anche a>raverso dall'ano o dall'uretra, sono muscoli che vanno anche a [e>ere in minima parte le ar-colazioni del sacro e del coccige poiché hanno un’inserzione sulle ossa dell’anca. MUSCOLATURA APPENDICOLARE Interessa quelle che sono tu>a la serie di muscoli che va a formare l'arto superiore e poi i muscoli dell'arto inferiore. I muscoli del cingolo scapolare e dell'arto superiore si possono classiAcare in qua+ro gruppi muscolari partendo dal cingolo scapolare avremo appunto quei muscoli che vanno a stabilizzare il cingolo scapolare, un secondo gruppo che sono quei muscoli che vanno a muovere il braccio quindi avranno i muscoli che avranno un'inserzione sull'omero, del terzo gruppo fanno parte quei muscoli invece che vanno a muovere l'avambraccio e la mano, e poi del quarto gruppo fanno parte quei muscoli della mano, quindi sono muscoli intrinseci e muscoli estrinseci della mano. La mano nell'uomo è una delle regioni il cui movimento, sopra>u>o nell'uomo, è estremamente complesso e estremamente ar-colato, tanto che noi abbiamo bisogno di tu>a una serie di muscoli, sia intrinseci che estrinseci della mano, che favoriscono i movimen- anche Ani delle dita, cosa che ad esempio altri animali non hanno. MUSCOLI CHE STABILIZZANO IL CINGOLO SCAPOLARE Per quanto riguarda il cingolo scapolare, uno dei muscoli principali che vanno a stabilizzare il cingolo scapolare è il trapezio, è un muscolo con questa forma triangolare. Va a rives-re la parete posteriore del collo e del dorso e va ad inserirsi sulla clavicola e sulla scapola, quindi va proprio a stabilizzare anche l'ar-colazione tra clavicola e arto superiore. A livello del collo troviamo gli elevatori della scapola, che vanno a sollevare e ad innalzare la scapola 8 e quindi vanno a determinare il movimento di innalzamento della scapola. Gli elevatori della scapola si originano dalla colonna vertebrale, dalle vertebre cervicali e toraci che vanno ad inserirsi sulla scapola. MUSCOLI CHE MUOVONO IL BRACCIO Nel secondo gruppo fanno parte quei muscoli che muovono il braccio, il principale muscolo che adduce il braccio, che è il deltoide, che è quello, a livello della spalla, su un piano piu>osto superAciale. Il sopraspinato che si trova al di so>o del deltoide. Esistono diversi -pi di muscoli che servono per i movimen- del braccio, quindi di adduzione e abduzione o di rotazione del braccio, ad esempio il muscolo grande rotondo serve per la rotazione del braccio, la rotazione che può essere mediale o laterale grazie al piccolo rotondo. Sono tu9 muscoli che hanno un'origine dalla scapola, un'inserzione sull'omero e servono appunto al movimento del braccio. A livello della spalla troviamo qua>ro importan- muscoli, in realtà a livello della spalla si trovano i tendini di qua>ro importan- muscoli che sono il sopraspinato, l'infraspinato, so+oscapolare e il piccolo rotondo. I tendini di ques- qua>ro muscoli hanno un'inserzione par-colare perché i loro tendini emergono insieme e si fondono con il tessuto conneSvo della capsula ar9colare a livello dell'ar-colazione della spalla e formano una stru>ura che si chiama cuUa dei rotatori. La cuea dei rotatori è data dai tendini di ques- qua>ro muscoli, avvolge la testa dell'omero che si ar9cola sulla cromion della scapola e forma questa che si chiama cuea dei rotatori che serve al movimento del braccio rispe>o al cingolo scapolare. E’ una delle stru>ure che vengono danneggiate esempio durante le a9vità spor-ve. MUSCOLI CHE MUOVONO L’AVAMBRACCIO E LA MANO Fanno parte del terzo gruppo di muscoli appendicolari dell'arto superiore, i muscoli che muovono l'avambraccio e la mano, servono ai movimen9 dell'avambraccio e della mano,ad esempio il tricipite brachiale e il bicipite brachiale. Sono muscoli antagonis9 che servono a estendere o Te+ere il 9 gomito, il tricipite va ad estendere il gomito e il bicipite lo [e>e. Nell'arto superiore ci sono diversi -pi di muscoli fra cui i Tessori del polso, quindi servono alla Tessione del polso e poi abbiamo quelli antagonis9, quindi muscoli estensori del gomito ed estensori del polso. L’ulna e il radio si muovono, scivolano tra di loro. Il radio scivola sull'ulna durante i movimen9 di pronazione e supinazione dell'avambraccio, quindi di spostamento dell'avambraccio da prono a supino, e quindi questo movimento dell'avambraccio è favorito da muscoli pronatori e supinatori quindi vanno a dare questo movimento di supinazione e pronazione dell'arto superiore, in par-colare dell'avambraccio. 10 MUSCOLI DELLA MANO L'ul-mo gruppo, che è rappresentato da quei muscoli intrinseci ed estrinseci della mano. I muscoli estrinseci avranno un'origine al di fuori della mano e si inseriranno nella mano, quelli intrinseci invece hanno origine ed inserzione nelle ossa della mano; i muscoli estrinseci sono muscoli sia superQciali che profondi dell'avambraccio e sono quelli che inserendosi sulla mano servono per determinare quelli che sono i movimen9 grossolani della mano, delle mani. In realtà ques- muscoli si fermano a livello del polso, ma i tendini di ques- muscoli vanno a scavalcare il polso, arrivano alle ossa del carpo e formano una fascia tendinea, una lamina tendinea più spessa che nella porzione posteriore del polso è più spessa si chiama re9nacolo degli estensori e si trova nella superAcie posteriore. Nella superAcie anteriore c’è una lamina tendinea più so9le rispe>o a quella posteriore, questo è il re9nacolo dei Tessori. Questa lamina tendinea se è inAammata determina il cosidde>o tunnel carpale, quindi dolore a livello del polso. A livello del carpo arrivano i tendini di quelli che sono i muscoli estrinseci della mano, sono tan-ssimi. Ques- muscoli devono garan-re il movimento grossolano delle mani,ciascuno di ques- muscoli ha una par-colare funzione, stende o Te+e un dito. Abbiamo quelli che sono i muscoli intrinseci delle mani, quindi sono muscoli che originano dalle ossa del carpo e anche dalle ossa del metacarpo e sono quei muscoli quindi che servono a determinare i movimen9 Qni delle dita e quindi servono alla Tessione o all'estensione Ane delle dita, quindi servono a tu9 quei movimen- di estensione e [essione delle dita ma anche il movimento di opposizione del pollice, quindi il nostro pollice opponibile è anche favorito dalla presenza di ques- muscoli intrinseci della mano. A livello delle falangi, delle porzioni più distali della mano, non abbiamo dei muscoli, i muscoli si originano a livello del carpo e del metacarpo, a livello delle falangi troviamo i tendini di ques- muscoli e solo i tendini vanno a raggiungere le porzioni più distali delle dita, quindi in realtà la muscolatura si fa a livello del metacarpo. 11 MUSCOLATURA ARTO INFERIORE La muscolatura dell'arto inferiore si può suddividere in tre grossi gruppi a di=erenza di quello degli ar- superiori, avremo un primo gruppo che è rappresentato dai muscoli che vanno a muovere la coscia, un secondo gruppo sono i muscoli che muovono la gamba e un terzo gruppo di nuovo sono i muscoli intrinseci ed estrinseci del piede e quindi delle dita dei piedi. Lo schema è molto simile a quello dell'arto superiore. MUSCOLI CHE MUOVONO LA COSCIA Muscoli che muovono la coscia, di nuovo sono diversi, naturalmente quelli che vanno a dare la forma della coscia sono i muscoli glutei, il gluteo è una sempliAcazione perché i muscoli glutei sono di tre 9pi: il grande gluteo, il medio gluteo e il piccolo gluteo. Vedete, ciascuno dei quali riveste una porzione più profonda, piccolo gluteo o più superAciale, il grande gluteo. In questo modo rivestono la coscia e servono, sopra>u>o, in parte a dare la forma della coscia e servono a facilitare il movimento dell'anca e quindi il movimento di rotazione laterale della testa del femore, quindi dell'anca. Sono tu9 muscoli che contribuiscono all'ar9colazione dell'anca, hanno un'origine a livello delle ossa dell'anca e vanno ad inserirsi naturalmente sul femore, quindi sul favorire il movimento di rotazione del lato inferiore a livello del lato. MUSCOLI CHE MUOVONO LA GAMBA I muscoli della gamba, sono del secondo gruppo dei muscoli della gamba, un muscolo che conoscerete è il quadricipite femorale. Il quadricipite femorale è uno dei muscoli più sviluppa- nell'uomo, è molto grande e infa9 si chiama quadricipite perché presenta qua+ro capi muscolari. In realtà ques- qua>ro capi muscolari sono da9 da tre capi che si chiamano muscoli laterale, mediale e intermedio ed il quarto capo è dato da quello che si chiama muscolo re+o del femore. I qua>ro ventri di ques- muscoli conTuiscono in un unico tendine e questo tendine è quello che va ad inserirsi sulla patella, quindi sulla rotula a livello del ginocchio e poi questo tendine con-nua inferiormente Ano ad inserirsi alla -bia. Quindi il tendine del quadricipite è anche una di quelle stru>ure che contribuiscono al 12 mantenimento dell'ar-colazione tra il femore, la -bia e la patella, quindi servono appunto a favorire il movimento dell'ar-colazione del ginocchio. MUSCOLI CHE MUOVONO I PIEDI E LE DITA DEI PIEDI Altri -pi di muscoli dell'arto inferiore, ad esempio i Tessori della gamba e gli estensori della gamba, si inseriscono sulle ossa della gamba, quindi su -bia o Abula e servono al movimento, a favorire il movimento della gamba. Una serie di muscoli, i [essori del ginocchio, i Tessori plantari, sono tu9 i muscoli che servono al movimento dell'arto inferiore. I [essori plantari fanno parte del terzo gruppo di muscoli, l'ul-mo, cioè quei muscoli che vanno a muovere il piede e le dita. I muscoli estrinseci al piede, quindi sono muscoli che originano essenzialmente nella gamba e si inseriscono a livello delle ossa del piede e vanno a determinare il movimento del piede rispe>o alla gamba. Ques- muscoli di solito si trovano sullo strato più superAciale del corpo e tra i muscoli che determinano la [essione del piede, diciamo che quello principale, anche perché il più grande è il gastrocnemio, che determina la forma del polpaccio. Il gastrocnemio è formato da due ventri più superQciali. Nella porzione più profonda, al di so>o del gastrocnemio, spostandolo si trova il soleo o soleus. Ques- tre capi convergono in un unico tendine che si porta verso il tarso, verso il calcagno e va ad inserirsi sul calcagno, quindi sull'osso del tarso e forma quello che si chiama tendine d'Achille. 13 A livello della muscolatura estrinseca del piede ci sono altri -pi di muscoli, ciascuno dei quali con una funzione par-colare. Quelli che [e>ono il piede, quelli che [e>ono le dita del piede, oppure al contrario quelli antagonis9 che stendono le dita o vanno a [e>ere il dorso del piede. InAne, muscoli intrinseci del piede, di nuovo, sono quei muscoli che vanno a determinare i movimen9 delle dita dei piedi, i muscoli che vanno ad avere origine di inserzione a livello delle ossa del piede, vanno a contribuire a quelli che sono i movimen- delle dita. Nella porzione inferiore del piede, in quella che è la pianta del piede, in realtà i tendini di ques- muscoli formano una fascia Abrosa molto robusta, questa si chiama aponeurosi plantare ed è una fascia di tendini Abrosa che dal calcagno raggiunge la base delle dita e forma questa fascia molto robusta. Ha un ruolo molto importante perché a livello del piede e delle ossa del piede si scarica tu+o il peso del corpo e c'è bisogno di una stru>ura Abrosa resistente che possa a>u-re e possa trasme>ere il peso durante la deambulazione, la stazione re>a e anche durante la corsa, in modo tale che non si danneggi il tessuto muscolare dell'arto inferiore. SISTEMA NERVOSO E’ un sistema biologico formato da regioni, par9 che cooperano e collaborano stre+amente. Partendo dalla periferia ci sono tu9 quei rece+ori periferici che servono a informare noi stessi delle variazioni esterne o interne che possono avvenire per variazioni di temperatura, pressione, pH. Ques- rece>ori vanno a trasformare ques- s-moli in un segnale ele>rico e favorire l'interazione dell'organismo con l'ambiente e anche favorire quella che è la percezione di sé. C’è un segnale ele>rico che viene trasmesso a>raverso tu>a una serie di nervi periferici che possono essere aVeren9 o eVeren9, sono le stru>ure che vanno a collegare i rece>ori con le regioni che vanno a elaborare ques- segnali e a produrre quelli che sono i comandi e quindi dare una risposta agli s-moli. Un sistema periferico va a collegare il sistema nervoso centrale alla periferia e quindi a trasme>ere i segnali e i comandi alla periferia, i visceri regolano tu>e le funzioni Asiologiche che possono essere 14 anche indipenden9 dalla nostra volontà. Fanno parte del sistema nervoso anche due gruppi di nervi e di neuroni che servono a regolare le funzioni Asiologiche involontarie e formano due gruppi antagonis9, quelli che si chiamano sistema nervoso simpa9co, ortosimpa9co e l'altro è il parasimpa9co. SUDDIVISIONE SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso ha 3 principali suddivisioni anatomo-funzionali, avremo quello che è chiamato sistema nervoso centrale è formato da encefalo e midollo spinale, ed è il centro di elaborazione ed integrazione delle informazioni di natura sensoriale che arrivano dalla periferia ed è anche il centro di produzione di quelli che sono i comandi, quindi la pianiAcazione e i comandi in risposta agli s-moli che il corpo riceve, quindi va esercitare un po' il controllo rispe>o agli altri due sistemi. Abbiamo poi un sistema nervoso periferico formato da gruppi di nervi che vanno a collegare il sistema nervoso centrale alle porzioni periferiche, ai visceri, alla cute, agli organi di senso e a tu9 gli altri sistemi, vanno a portare l'informazione sensi-va verso il centro e poi il comando di movimento verso la periferia. Una componente del sistema nervoso periferico è de>a sistema nervoso autonomo, che è quella parte del sistema nervoso che serve per il controllo delle funzioni dei visceri, sono funzioni involontarie e quindi serve cioè al mantenimento, al controllo involontario del movimento e della Asiologia dei visceri. COMPONENTI SISTEMA NERVOSO Le principali componen- cellulari del sistema nervoso sono delle cellule eccitabili, sono i neuroni, cellule altamente specializzate che vanno a generare e condurre segnali ele+rici, quindi impulsi nervosi e trasme>ono ques- segnali ele>rici tra una cellula e l'altra e questo fa sì che le informazioni 15 vengano portate da una regione all'altra del sistema nervoso e si abbia la trasmissione di ques- comandi di natura motoria. Insieme ai neuroni troviamo poi altri -pi di cellule non eccitabili che sono le cellule gliali. Le cellule gliali sono di tan-ssimi -pi, sia nel sistema nervoso centrale che nel sistema nervoso periferico. Le cellule gliali servono da sostegno stru+urale, quello che è il parenchima nervoso, hanno anche funzioni metaboliche, servono per la ricaptazione dei neurotrasme9tori, hanno funzioni di difesa, in par-colare per quanto riguarda le cellule della microglia o gli astroci-, riparazione di danni tessutali, quindi vanno a formare quelle che si chiamano cicatrici gliali. Il sistema nervoso periferico fra i ruoli principali svolge quello di formare questo isolamento del nervo, isolamento degli assoni dei neuroni tramite la presenza di queste guaine, in par-colare la guaina mielinica prodo>a dalle cellule di Schwann, in modo tale da favorire la conduzione dell'impulso nervoso a>raverso l'assone e quindi favorire anche l’aumento della velocità di conduzione dell'impulso nervoso. Vanno quindi a contribuire a quella che è la funzionalità e l'eccitabilità e la conduzione dell'impulso dei neuroni. Ques- neuroni nel sistema nervoso centrale possono organizzarsi in stru>ure chiamate lamine o stra-. Generalmente si parla di lamine e formano quella che si chiama sostanza grigia, che si ritrova nella porzione interna del midollo spinale all'esterno nel telencefalo oppure i neuroni possono organizzarsi invece in gruppi più o meno omogenei formando i nuclei. Gli assoni di ques- neuroni di solito si fascicolano, quindi vengono raggruppa9 a formare dei fasci di Qbre, che se sono di grandi dimensioni vengono chiama- anche traS e possono generalmente essere circonda- dalla guaina mielinica prodo>a o dagli oligodendroci-, se siamo nel sistema nervoso centrale, o dalle cellule di Schwann nel sistema nervoso periferico, la guaina mielinica che circonda gli assoni forma la cosidde>a sostanza bianca. Ciascuna regione, ciascuna lamina cellulare o nucleo di neuroni riceve delle informazioni e manda delle informazioni, quindi ciascun nucleo riceverà delle Qbre in entrata, le Abre in entrata si dicono aVeren9, quindi riceverà delle aVerenze e manderà degli assoni, quindi delle Abre che si dicono eVeren9, quindi manderà delle eVerenze verso altre stru>ure e naturalmente le varie porzioni del sistema nervoso. Le varie regioni sono interconnesse tra loro da ques- fasci di Abre e quindi quando queste stru>ure sono sinap-camente connesse tra loro formano quelle che si chiamano le vie nervose. Ci sono delle vie motorie per la trasmissione del segnale di movimento, delle vie sensi-ve che portano le informazioni sensi-ve verso l'encefalo e così via. 16 Di solito queste informazioni, ques- fasci di Qbra, a un certo punto si dice crociano, quindi passano dalla parte controlaterale e quindi vanno a controllare il movimento, la sensibilità della porzione opposta del corpo. SISTEMA NERVOSO PERIFERICO A livello periferico, quindi a livello dei visceri o della cute o degli organi di senso, troviamo quelli che sono i rece+ori, stru>ure specializzate per recepire uno s9molo con una determinata natura, tu9 quei rece>ori per la sensibilità speciAca i rece>ori del gusto, dell'olfa>o, della vista rece>ori per la sensibilità soma-ca, stru>ure nella cute che percepiscono la pressione, il dolore, il cambiamento di temperatura, la posizione, la postura. Ques- segnali vengono trasmessi a>raverso i nervi nel sistema nervoso periferico Ano al sistema nervoso centrale. Mediante queste a=erenze, il sistema nervoso centrale elabora le informazioni e rilascia quello che sono Qbre eVeren9 che da quello che è il comando per regolare la Asiologicamente lo stato dei visceri del tono muscolare e così via e quindi avremo queste informazioni motorie che vanno mandate di nuovo a livello periferico verso quello che è il sistema nervoso soma9co, quindi verso la muscolatura scheletrica in modo tale da favorire un movimento, oppure verso il sistema nervoso autonomo, per andare a regolare quella che è la muscolatura liscia involontaria del corpo, come la secrezione ghiandolare e la muscolatura cardiaca. SISTEMA NERVOSO CENTRALE Il sistema nervoso centrale, è cos-tuito da encefalo e midollo spinale. Il sistema nervoso centrale è localizzato a livello della scatola cranica per quanto riguarda l'encefalo e a livello della colonna vertebrale per quanto riguarda il midollo spinale, oltre ad avere questa protezione di natura ossea grazie alle ossa che lo sovrastano. 17 Il sistema nervoso centrale è prote+o, perché è avvolto da una serie di tre membrane di natura conne9vale che lo avvolgono e hanno anche un ruolo di -po nutri-vo. Ques- foglie9 di natura conne9vale, si chiamano meningi, sono tre, la meninge dallo strato più esterno troviamo la dura madre, poi lo strato centrale dato dall'aracnoide e la meninge più interna è la pia madre. La dura madre, è la meninge più spessa e la più esterna e forma queste pieghe all'interno che vanno a portarsi tra un emisfero e l'altro e avvolgono i grossi seni venosi a livello della testa, quindi servono anche per stabilizzare i grossi vasi venosi della testa. L'aracnoide è cara>erizzata da ques- tralci di tessuto conneSvo, dall'aracnoide si portano verso la meninge più interna, quindi verso la pia madre. In ques- solchi scorrono dei grossi vasi, appunto vasi venosi arteriosi e all'interno di questo spazio, che si chiama spazio subaracnoideo, scorre il licor, il liquido cefalo-rachidiano è essudato del plasma, circonda il sistema nervoso centrale e corre all'interno dei ventricoli laterali. Poi abbiamo l'ul-mo strato che è la pia madre, una meninge molto soSle, uno strato molto so9le di tessuto conne9vo che si ritrova a conta+o con la superQcie del cervello, in questo caso del midollo spinale, e si insima in tu9 i giri e tu9 i solchi del tessuto nervoso. ENCEFALO-TELENCEFALO L'encefalo può essere suddiviso in porzioni diverse, la porzione che più si è evoluta maggiormente nell’uomo è quella più superQciale, più espansa, cioè il telencefalo. Il telencefalo è la porzione più nuova, più recente nell'evoluzione dell'encefalo, è par-colarmente espanso nell'uomo, e ricopre nell'uomo e la superAcie telencefalica si estende e va a ricoprire quelle che sono poi le altre regioni più profonde dell'encefalo. Quando si parla di encefalo, in generale si intende l'encefalo con tu>e le sue par-. 18 Quando si parla di cervello, in realtà, il cervello è il telencefalo, cioè è un termine improprio per iden-Acare il telencefalo. Il telencefalo è cos-tuito da sostanza grigia, quindi nuclei, neuroni nella porzione più esterna, quindi uno strato di sostanza grigia che racchiude uno strato di sostanza bianca. All'interno di questa sostanza bianca si trovano dei nuclei di sostanza grigia, si chiamano nuclei della base. Il telencefalo sia suddiviso in due porzioni simmetriche che sono gli emisferi cerebrali. Gli emisferi cerebrali, sono due regioni a>raversate, scavate da solchi più o meno profondi. Il solco che divide in due par- uguali gli emisferi cerebrali, si chiama scissura. La presenza di ques- giri, di queste circonvoluzioni, è -pica dell'encefalo nell'uomo e nei prima-. Alcuni animali hanno quello che si dice una corteccia lissencefalica, quindi sono totalmente assen- i giri, le circonvoluzioni, altre specie iniziano ad avere alcuni di ques- giri, ma i prima- e le scimmie antropomorfe sono quelle che presentano la cara>eris-ca di avere queste porzioni di corteccia così ar-colate. Le scissure vanno a suddividere e formano dei pun9 di repere perché vanno a suddividere la corteccia in porzioni speciAche. La scissura longitudinale interemisferica va a separare i due emisferi. I due emisferi sono poi collega- tra loro da fasci di Abre che vanno da un emissore all'altro, che formano il cosidde>o corpo calloso. Quello che è un solco coronale si chiama solco centrale, separa la porzione anteriore del telencefalo dalla porzione posteriore e generalmente la porzione anteriore, quella che si chiama lobo frontale è parietale.La porzione anteriore del telencefalo è quella che serve per i comandi motori, è di fa>o la regione motoria del telencefalo. Nella porzione posteriore al solco centrale, quindi lobo parietale occipitale e parte del lobo temporale troviamo tu>e quelle aree che ricevono le informazioni di 9po sensi9vo, servono per le elaborazioni di -po sensi-vo. Un altro solco che si chiama solco laterale di Silvio che è quello che divide il lobo temporale da quello frontale e parietale. I lobi del telencefalo e dunque la corteccia può essere suddivisa in lobi, i quali prendono il nome dalle ossa del cranio che sovrastano ciascun lobo. I lobi del telencefalo prendono lo stesso nome delle ossa del cranio, anteriormente il lobo frontale,posteriormente il lobo occipitale, lateralmente i lobi temporali. 19 CORTECCIA CEREBRALE La corteccia cerebrale ha uno spessore variabile (dai 2 ai 4 mm di spessore), la sostanza grigia ha un’ organizzazione a lamine; nell’uomo le lamine sono 6, 96% della corteccia cerebrale è formata da 6 stra- e il restante 4% da 3 stra-(la corteccia più an-ca). La sostanza grigia nell’uomo ha un grosso sviluppo con presenza di giri e solchi, poiché è la sede delle funzioni cogni9ve più elevate. Lo spessore di ques- stra- varia a seconda della regione cerebrale della funzionalità dell’area. I neuroni principali che trasme>ono quest’informazione motoria si chiamano cellule piramidali, altre cellule molto più piccole sono le cellule dei granuli. Le aree della corteccia si dividono nella aree motorie che sono le più anteriori dal solco centrale e quelle sensi-ve che posteriori al solco centrale. A livello della corteccia nell’uomo sono presen- queste aree del linguaggio che sono 2: l’area motoria del linguaggio e l’area sensi9va del linguaggio, la prima è localizzata in una regione tra lobo frontale e parieto-temporale, quest’area prende il nome di area di Broca ed è l’area motoria del linguaggio. Nel lobo temporale c’è l’area di Wernicke, legata anch’essa al linguaggio che si occupa della comprensione del linguaggio. Queste 2 aree sono collegate tra di loro mediante Abre nervose scambiandosi informazioni da una regione all’altra, in caso di danno ad una di queste 2 aree si ha una forma di deAcit che si chiama afasia, a seconda di dove venga colpito quindi area di Broca o l’area di Wernicke il -po di afasia sarà molto diverso. L’afasia di Broca in cui viene colpita l’area motoria del linguaggio, il paziente è in grado di comprendere il linguaggio ma è incapace a fare una frase di senso compiuto, il linguaggio perde il suo tono e la sua [uidità. Se invece viene colpita l’area di Wernicke si avrà un’afasia in cui la diUcoltà riscontrata sarà nella comprensione del linguaggio, il paziente dirà frasi con una certa [uidità ed un certo tono corre>o, ma la frase non avrà più senso logico. Il telencefalo è cos-tuito da sostanza grigia all'esterno che riveste sostanza bianca all'interno. La sostanza bianca nel telencefalo prende nome di centro semi ovale. La sostanza bianca del telencefalo che si trova all'interno è formata da tu>a una serie di fasci di Abre che conne>ono il telencefalo con regioni diverse dell'encefalo in realtà avremo quelli che sono si dice fasci associa9vi che sono fasci di Abre che conne>ono aree diverse di uno stesso emisfero quindi da un’ area frontale potrebbero conne>ere aree temporali o occipitali. Il principale -po di fascio commesso orale si chiama corpo calloso che è il fascio di Abre commissariale più grande dell’encefalo. 20 Il telencefalo è cos-tuito dalla corteccia e dalla sostanza bianca da parte del telencefalo anche dei nuclei di sostanza grigia che si ritrovano immersi nella sostanza bianca telencefalica sono diversi nuclei che hanno diverse funzioni. Questo complesso di nuclei sono i nuclei della base o gangli della base, sono dei nuclei pari quindi parisimmetrici si ritrovano in ciascun emisfero cerebrale e hanno funzioni diverse. Hanno delle funzioni motorie e danno il ritmo e gli schemi del movimento. Altri nuclei hanno delle funzioni più legate al comportamento all'umore tra cui l'amigdala, che fa parte di quello che è il sistema limbico e quindi quel sistema che serve al riconoscimento delle emozioni. Dei nuclei molto piccoli la cui funzione non è ancora così ben deAnita come il claustro, il cui nucleo più laterale dei nuclei della base del claustro serve a ricevere informazioni di natura visiva quindi gioca un ruolo un po' nell’informazione visiva ma in realtà di alcuni di ques- nuclei le funzioni non sono ancora così ben chiare. DIENCEFALO La seconda regione che si ritrova all'interno della porzione mediale sovrastata dal telencefalo è il diencefalo. Il diencefalo è una regione dell'encefalo formata da 4 regioni principali che sono talamo ipotalamo epitalamo e subtalamo. È una porzione dell'encefalo che serve a regolare quelle che sono le funzioni vitali della dell'individuo: le funzioni autonome,la produzione di ormoni,controllo delle emozioni. E’ un centro molto importante perché una regione del diencefalo è quella che riceve la maggior parte di queste informazioni sensi-ve che arrivano dalla periferia e poi le trasme>e alla corteccia. Infa9 a livello del diencefalo troviamo quello che è il talamo, che è un nucleo. I talami sono nuclei pari simmetrici, che sono appunto i centri di ricezione delle informazioni sensi9ve e di trasmissione delle queste informazioni verso la corteccia. Al di sopra del talamo nella porzione posteriore troviamo quello che si chiama epitalamo o ghiandola pineale (epiAsi) che produce secerne melatonina quindi è coinvolta nella regolazione della risposta alla luce e quindi al ciclo sonno veglia. Inferiormente al talamo troviamo quello che è l'ipotalamo,che è cos-tuito da tu>a una serie di nuclei. Tan- nuclei diversi ciascuno dei quali ha una determinata funzione, l’ipotalamo è uno dei centri vegeta9vi del sistema nervoso centrale serve a regolare un sacco di funzioni. Serve ad 21 esempio a regolare la fame,la sete e le emozioni controlla il sistema nervoso autonomo e ha anche un ruolo endocrino; perché sopra>u>o nella porzione inferiore dell'ipotalamo troviamo un'altra ghiandola cioè l'ipoAsi. E’ una ghiandola le cui cellule producono diverse ormoni che vengono rilasciate nel sangue e vanno regolare alcune funzioni Asiologiche dell’organismo come dalla crescita alla produzione di ormoni 9roidei sessuali e ormoni dello stress. 22 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 SISTEMA NERVOSO CENTRALE – PARTE 2 IL TRONCO ENCEFALICO Il mesencefalo è una regione dell'encefalo che si trova in contatto inferiormente al diencefalo e in particolare al talamo, ed è una delle regioni cerebrali più antiche nella filogenesi del tessuto nervoso. È una regione presente in tutti i vertebrati perché a livello del tronco encefalico si trovano aree coinvolte nella regolazione di processi vitali per l'individuo. Il tronco encefalico è suddiviso in tre grosse aree, ciascuna delle quali ha delle funzioni specifiche: mesencefalo si trova nella porzione più craniale, superiormente. Il tetto del mesencefalo regola l’elaborazione di alcune informazioni visive e uditive, ma ci sono anche dei nuclei che si occupano di regolare alcuni processi fisiologici e servono quindi al mantenimento, ad esempio, dello stato di coscienza; infatti, lesioni a livello mesencefalico portano al coma e alla perdita dello stato di coscienza. ponte si trova al di sotto del mesencefalo nella porzione intermedia. È un'area in cui passano diverse fibre in entrata e in uscita: le fibre in uscita vanno dalla corteccia verso il midollo allungato, il midollo spinale oppure il cervelletto, mentre le fibre in entrata vanno dal cervelletto ai centri superiori, in particolare la corteccia. midollo allungato è la porzione più caudale. Anche in questo caso passano fibre in discesa, generalmente fibre motorie che vanno verso il midollo spinale, e in ascesa, come le informazioni sensitive che risalgono dalla periferia verso la corteccia. Qui si trovano centri importanti per la regolazione di alcune funzioni viscerali e vitali, come la frequenza cardiovascolare, l'attività dell'apparato respiratorio e dell'apparato digerente. A livello dell'encefalo ci sono 12 paia di nervi cranici, 10 dei quali emergono dalla regione del tronco encefalico in maniera evidente a livello del midollo allungato ma anche nel ponte e nel mesencefalo; quindi, questo significa che a livello del tronco encefalico si trovano i corpi cellulari dei neuroni i cui assoni danno origine ai nervi cranici. Nel mesencefalo ci sono due grosse strutture pari e simmetriche chiamate peduncoli cerebrali, che sono dei fasci di fibre che trasportano informazioni motorie dalla corteccia motoria (telencefalo) al midollo spinale. Nella zona del tetto del mesencefalo, nella porzione dorsale, si trova una regione detta lamina quadrigemina in cui sono presenti strutture pari e simmetriche chiamate collicoli cerebrali, i quali servono ad elaborare informazioni visive (collicoli superiori) e uditive (collicoli inferiori). Infine, è presente un altro importante nucleo, con funzione di regolazione del comando motorio e dello schema motorio, che si chiama sostanza nigra. La sostanza nigra è importante perché i suoi neuroni sono quelli che degenerano nella malattia di Parkinson: questo nucleo “aiuta” la corteccia motoria a iniziare 1 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 il movimento, quindi se viene a mancare la funzione di questi neuroni a dopamina, il movimento risulta alterato. Il ponte, invece, fa da tramite per la trasmissione di informazioni tra il talamo, la corteccia e il cervelletto e contiene dei nuclei importanti per funzioni vitali, come il controllo della respirazione. Nel midollo allungato, che prosegue poi con il midollo spinale, passano delle fibre mielinizzate che portano informazioni o in salita, verso il talamo e poi verso la corteccia, oppure in discesa, verso il midollo spinale. Anche a livello del midollo allungato ci sono dei nuclei importanti per alcune funzioni viscerali. IL CERVELLETTO Si trova al di sopra della regione del tronco encefalico, quindi in posizione dorsale rispetto al tronco, e in posizione posteriore-inferiore rispetto al telencefalo, parzialmente coperta dal lobo occipitale del telencefalo. Nell'uomo è particolarmente sviluppato, ma in alcuni vertebrati, come negli uccelli, ha addirittura un volume maggiore rispetto al telencefalo. Presenta una corteccia di sostanza grigia nella porzione superiore, mentre all'interno contiene fibre mielinizzate, ovvero la sostanza bianca; all’interno della sostanza bianca si trovano immersi dei nuclei di sostanza grigia chiamati nuclei profondi del cervelle o. La corteccia cerebellare del cervelletto presenta due emisferi laterali divisi da una porzione mediana, che si chiama verme del cervelle o, e presenta estroflessioni del tessuto che formano pieghe, dette giri o folia (al singolare folium), tutte parallele tra loro (a differenza delle pieghe della corteccia cerebrale) e con disposizione molto ordinata; i folia sono un espediente evolutivo per aumentare la superficie della corteccia senza aumentare il volume del cervelletto. La corteccia cerebellare può essere suddivisa anche in lobi: ciascun emisfero è composto da un lobo anteriore e un lobo posteriore, e in più è presente anche un lobo piccolo e un po’ nascosto chiamato lobo flocculonodulare. La corteccia cerebellare è un tessuto formato da tre strati. Le cellule principali del cervelletto si chiamano cellule del Purkinje: sono cellule grandi come dimensioni e hanno un albero dendritico estremamente esteso, infatti il cervelletto è una delle regioni più plastiche del sistema nervoso centrale. Esse sono localizzate nel secondo strato e il loro assone entra nella sostanza bianca e raggiunge i nuclei profondi del cervelletto; la sostanza bianca al di sotto della corteccia cerebellare entra all'interno di ciascun folium e forma una struttura chiamata “arbor vitae”, perché sembrano rami di un albero. La funzione principale del cervelletto è il controllo degli schemi motori che servono per il controllo fine del movimento. Inoltre, serve per l'apprendimento dei movimen complessi che richiedono una certa schematicità, ad esempio quando iniziamo un nuovo sport e dobbiamo impararne i movimenti corretti; il cervelletto funziona a “tentativi ed errori”, quindi capisce qual è l'errore che è stato fatto nel movimento e manda alla corteccia l'informazione sull'errore in modo tale che la corteccia possa correggerlo e mandare un 2 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 nuovo schema motorio. In aggiunta, il lobo flocculonodulare del cervelletto è importante per l'equilibrio; difatti, danni al cervelletto, e in particolare al lobo flocculo nodulare o alla parte mediale del verme, portano a problemi nell'andatura chiamati atassie. IL SISTEMA LIMBICO Il sistema limbico è un raggruppamento funzionale, non anatomico, di diversi nuclei cerebrali (soprattutto del telencefalo e del diencefalo) importanti per la regolazione degli sta emozionali, insieme comportamenti ad essi associati, e della memoria. Uno dei nuclei principali per il controllo delle emozioni e il riconoscimento delle espressioni negli altri è l'amigdala, situata nel telencefalo e fa parte dei nuclei della base. Gli altri nuclei del sistema limbico, invece, hanno una funzione legata maggiormente alla formazione e consolidamento alla memoria. L'ippocampo è una regione di corteccia corticale formata da tre strati, localizzato nel lobo temporale di ciascun emisfero cerebrale, ed è importante per la formazione della memoria insieme alle altre regioni che lo circondano, che formano il cosiddetto lobo limbico. Il fornice è un fascio di fibre che collega l'ippocampo all'ipotalamo (diencefalo), e in particolare collega i nuclei detti corpi mammillari dell'ipotalamo, importanti per la memoria e per la regolazione di alcuni movimenti riflessi stereotipati, come la masticazione. IL MIDOLLO SPINALE Il midollo spinale fa sempre parte del sistema nervoso centrale ed è in continuità superiormente con il midollo allungato, mentre inferiormente termina a livello della vertebra lombare L1-L2. È contenuto all'interno del canale vertebrale, ma non si estende per tutta la lunghezza della colonna vertebrale perché si ferma a livello lombare e quindi è lungo circa 42-45 cm. Non c'è un vero e proprio limite fisico tra midollo allungato e midollo spinale, il tessuto è in continuità, e quindi come punto di riferimento si prende il forame magno a livello dell'osso occipitale: il midollo allungato esce dal cranio attraverso il forame magno e poi scorre nel canale vertebrale. Anche il midollo spinale è rivestito dalle tre meningi (dura madre, acnoide e pia madre); in particolare, lo spazio epidurale, al di sopra della dura madre, contiene del tessuto adiposo (al contrario del cranio), quindi la dura madre risulta più scollata rispetto alle vertebre e di conseguenza lo spazio epidurale è quello ideale per la cosiddetta anestesia epidurale, che si fa a livello della colonna vertebrale. 3 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 Anche il midollo spinale, come le vertebre, può essere suddiviso in segmenti che si chiamano neuromeri. Ci sono 8 neuromeri cervicali, 12 toracici, 5 lombari e 5 sacrali: i neuromeri sacrali terminano in corrispondenza delle prime vertebre lombari, quindi tutta la restante regione del canale vertebrale, non occupata da midollo spinale, è in realtà occupata dai nervi che originano da ciascun neuromero. Difatti, da ciascun neuromero si origina una coppia di nervi spinali che uscirà dalla colonna vertebrale in corrispondenza della vertebra di riferimento, ma poiché il midollo spinale termina prima della regione sacrale della colonna vertebrale, i nervi che originano dai segmenti lombari e sacrali del midollo percorrono tutta la lunghezza del canale fino al proprio foro di uscita a livello della vertebra di riferimento; questi nervi che percorrono il canale fino al fondo vengono fascicolati insieme formando una struttura che si chiama cauda equina (coda di cavallo). Quindi, i prelievi di liquor a livello dell'acnoide vengono fatti al di sotto della seconda vertebra lombare, dove appunto non c'è il rischio di perforare con l'ago il midollo spinale, ma al massimo di toccare un nervo. I nervi spinali fanno parte del sistema nervoso periferico, però la loro origine si ha a livello del midollo spinale. Il midollo spinale è caratterizzato dall'avere la sostanza grigia all'interno e la sostanza bianca all'esterno. La sostanza grigia ventralmente/anteriormente ha due grosse estroflessioni che si chiamano corna ventrali e posteriormente due corna dorsali, quindi, per ogni neuromero ci sono due corna ventrali e due corna dorsali di sostanza grigia. La forma della sostanza grigia ha l'aspetto di una H, infatti si chiama “ad H” o “butterfly” (a farfalla). Ci sono anche dei corni laterali, che sono degli agglomerati di neuroni a livello della porzione laterale, presenti solo a livello dei neuromeri toracici e dei primi neuromeri lombari, perché a livello delle corna laterali si trovano dei neuroni del SN autonomo. Invece, la sostanza bianca è distribuita attorno alla grigia formando fasci che si organizzano a formare cordoni, detti anche funicoli: Un cordone ventrale, dove corrono soprattutto fibre discendenti motorie e che è suddiviso dalla fessura mediana anteriore; Un cordone dorsale, molto grande e separato dal solco mediano posteriore, dove salgono fibre sensitive; Due cordoni laterali dove ci sono fasci sia motori sia sensitivi. 4 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 Il midollo spinale è una struttura tubolare, ma in realtà il suo diametro non è costante. Infatti, vi sono due regioni, una a livello cervicale e una a livello toracolombare, in cui il midollo spinale presenta un rigonfiamento, detti appunto rigonfiamento cervicale e rigonfiamento lombare, perché a livello di queste regioni le corna ventrali della sostanza grigia sono molto estese; questo vuol dire che ci sono tanti neuroni in queste regioni, perché le porzioni cervicale e toracolombare del midollo sono quelle in cui i neuroni vanno ad innervare gli arti, l'arto superiore per quanto riguarda il rigonfiamento cervicale e l'arto inferiore per il rigonfiamento lombare. Se facciamo delle sezioni coronali di midollo spinale nelle diverse regioni, la forma della sostanza grigia cambia, quindi già solo osservando una sezione di midollo spinale si potrebbe identificare a quale regione appartiene. Da ciascun neuromero ha origine una coppia di nervi spinali, uno nel lato destro e uno nel lato sinistro. Attorno alla sostanza bianca di ciascun neuromero, nel lato ventrale, ha origine la radice ventrale del nervo, che è formata dagli assoni dei motoneuroni localizzati nelle corna ventrali del midollo spinale. Nella porzione dorsale, quindi nelle corna dorsali, si trova la radice dorsale del nervo. Le corna dorsali del midollo spinale sono in realtà occupate soprattutto da interneuroni di natura soprattutto sensitiva, cioè che ricevono informazioni sensitive. Ci sono anche i neuroni sensi vi, cioè che trasportano l'informazione sensitiva (temperatura, dolore, differenze di pH…) dalla periferia al sistema nervoso centrale. Quindi, a livello della porzione dorsale del midollo spinale si trovano i neuroni sensitivi, il cui corpo cellulare non è all'interno del midollo spinale, ma in una struttura chiamata ganglio, che si trova in corrispondenza della radice dorsale del nervo. Quindi, a livello di ciascun neuromero i neuroni motori si trovano nella parte ventrale e formano la radice ventrale del nervo, mentre i neuroni sensitivi si trovano nel ganglio della radice dorsale e i loro assoni formano la radice dorsale del nervo. La radice ventrale di ciascun neuromero contiene fibre motorie, invece la radice dorsale fibre sensitive. Subito prima di uscire dal canale vertebrale, la radice dorsale e la radice ventrale si uniscono a formare il nervo spinale vero e proprio, quello che farà parte del sistema nervoso periferico. I nervi spinali sono nervi misti, perché sono formati sia da fibre sensitive sia da fibre motorie. Quindi ciascuna coppia di nervi spinali sono nervi misti, mentre a livello del midollo spinale all’interno del canale vertebrale si possono distinguere una radice ventrale motoria e una radice dorsale sensitiva. 5 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 Attraverso il midollo spinale passano fibre motorie discendenti, che vanno dalla corteccia, al midollo spinale e fino alla periferia, che servono a innervare la muscolatura scheletrica, e passano fibre ascendenti, che vanno dalla periferia al midollo spinale, risalgono la corteccia e poi verso il talamo, che informano il nostro cervello su sensazioni di dolore, di temperatura, di posizione del corpo e così via. Inoltre, all'interno della sostanza grigia si trovano anche dei circuiti intrinseci al midollo spinale, che servono a regolare alcuni riflessi. Inoltre, nei neuromeri toracici ci sono le corna laterali in cui si trovano dei neuroni del sistema nervoso autonomo, quindi il midollo spinale è importante anche per regolare alcune funzioni autonome-viscerali. VIE MOTORIE E SENSITIVE Le vie motorie sono discendenti e l’informazione viene trasmessa dai motoneuroni superiori ai motoneuroni del midollo spinale e poi ai muscoli. Le vie motorie sono costituite da un network di due cellule: un motoneurone superiore cor cale e un motoneurone inferiore, che si trova nel corno ventrale del midollo spinale. Le vie sensitive, invece, sono diverse tra loro ma in generale sono formate dalla sinapsi tra tre elementi cellulari. C’è un neurone di primo ordine, il più periferico, che si trova nel ganglio della radice dorsale, il quale prende le informazioni sensitive dalla periferia e le porta al midollo spinale; poi c’è un neurone di secondo ordine, che riceve le informazioni da quello di primo ordine e si trova o nel midollo spinale (zona posteriore) o nel tronco encefalico, a seconda del tipo di sensibilità a cui si fa riferimento; infine, il neurone di terzo ordine è sempre nel talamo, che è un nucleo del diencefalo che riceve le informazioni sensitive e le manda alla corteccia. Per tutti i tipi di sensibilità, ad eccezione dell'olfatto, le vie sensitive hanno un nucleo talamico che processa le informazioni prima di mandarle alla corteccia. 6 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 I VENTRICOLI CEREBRALI Il sistema nervoso centrale è protetto dalle meningi e la seconda, l’aracnoide, forma uno spazio che si chiama spazio subaracnoideo o subaracnoidale, all'interno del quale scorre il liquor o liquido cefalorachidiano. Il liquor è un liquido con concentrazione simile a quella del plasma che scorre a livello degli spazi subaracnoidei lungo tutta la superficie dell'encefalo, a livello del canale vertebrale e all'interno di cavità che corrono all'interno dell'encefalo (in corrispondenza di telencefalo, diencefalo e tronco encefalico). Queste cavità, chiamate ventricoli cerebrali, sono dei canali che si accrescono quando la porzione anteriore del tubo neurale si specializza e origina l'encefalo. All'interno degli emisferi cerebrali nel telencefalo si trovano i ventricoli laterali, strutture pari e simmetriche a forma di C; anteriormente sono separati da una lamina detta se o pellucido. Poi c’è il terzo ventricolo, che scorre a livello del diencefalo e comunica con i ventricoli laterali attraverso il canale che si chiama forame di moro. Il liquor dal terzo ventricolo scorre lungo una struttura tubolare chiamata acquedo o di Silvio e arriva al quarto ventricolo, che si trova tra il cervelletto e il tronco encefalico. Dal quarto ventricolo il liquor prosegue lungo il canale centrale che si trova all'interno del midollo spinale. Il liquor serve a portare nutrienti al tessuto nervoso, a eliminare i prodotti di scarto, come eventuali patogeni o sostanze di scarto. Serve anche a fare cushioning, ovvero proteggere il tessuto nervoso sottostante da eventuali traumi proprio perché resiste alle compressioni. Il liquor viene prodotto dai plessi coroidei dei ventricoli; ne viene prodotto circa 500 ml al giorno e quindi ogni 24 ore si ha un rinnovamento del liquor 3-4 volte. A livello del midollo spinale, nella porzione lombo-sacrale, può essere effettuato un prelievo di liquor in una regione che si chiama cisterna magna, dove si accumula in grande quantità di liquor. Il liquor è molto importante in diagnostica perché contiene numerose proteine, che si possono analizzare per individuare marker di alcune patologie. 7 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 SISTEMA NERVOSO PERIFERICO Il sistema nervoso periferico è un elemento di comunicazione importante perché porta le informazioni tra il centro e la periferia. Ne fanno parte i nervi spinali. NERVI SPINALI I nervi spinali si originano da ciascun neuromero, quindi ci sono 31 paia di nervi spinali che escono dal foro intervertebrale della vertebra corrispondente. Sono nervi misti, ovvero costituiti da fibre sia sensitive che motorie; abbiamo 8 nervi cervicali, che originano dagli 8 neuromeri cervicali, 12 toraci, 5 lombari, 5 sacrali e un nervo coccigeo che esce a livello della regione coccigea. Si originano dall'unione della radice ventrale, che è la radice motoria, e la radice dorsale, che invece è quella sensitiva. Una volta che il nervo esce fuori dalla colonna vertebrale, si porta in avanti verso la parte ventrale del corpo e dà origine a dei rami dorsali; ciascun nervo andrà ad innervare una regione del corpo sia nella porzione ventrale che nella porzione dorsale, come le regioni della schiena, del torace, dell'addome, degli arti e così via. In realtà, succede che i nervi spinali si vanno ad unire ai rami dei nervi sottostanti o sovrastanti, formando dei rami o tronchi sempre più grandi, che in alcune regioni formano i plessi nervosi. Un plesso serve a innervare in maniera più diffusa e quindi a garantire l’innervazione completa di una regione specifica del corpo, come tutta la muscolatura, la cute e soprattutto le regioni che devono garantire ad esempio il movimento o il mantenimento della postura. I plessi si trovano in diverse regioni del nostro corpo ad eccezione della porzione toracica; in particolare, è complicata l'innervazione della regione del collo, dove si trova il plesso cervicale, che deriva da nervi che originano dai primi cinque neuromeri cervicali (da C1 a C5), che serve per andare ad innervare la testa, il collo ma anche parte del torace e il diaframma. A livello degli ultimi neuromeri cervicali e primi neuromeri toracici si trova il plesso brachiale, che è formato dai nervi che vanno ad innervare il cingolo scapolare e gli arti superiori, contribuendo ai movimenti fini degli arti e delle dita. Il plesso brachiale è il più esteso e può essere danneggiato in caso di traumi, portando ad esempio alla perdita di sensibilità di una parte della mano oppure alla perdita provvisoria della capacità di movimento fine dell'arto. Ci sono anche il plesso lombare e il plesso sacrale, che in realtà si fondono a formare il plesso lombo- sacrale, che serve per l'innervazione di tutta la regione del cingolo pelvico e dell'arto inferiore. NERVI CRANICI Sono 12 paia, 10 dei quali originano dal tronco encefalico, mentre gli altri due sono di natura telencefalica e diencefalica. I nervi cranici vanno ad innervare regioni specifiche della faccia e della testa. Questi nervi sono numerati da quello più anteriore a quello più caudale con un numero romano. 8 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 La differenza rispetto ai nervi spinali è che quest’ultimi sono nervi misti, mentre i nervi cranici possono essere nervi misti, ma possono essere anche nervi solo sensitivi o nervi solo motori. I nervi solo sensitivi, ad esempio, sono i primi due: il primo è il nervo olfa vo, quello che porta le informazioni sensitive dell'olfatto, e il secondo è il nervo o co, quello che origina dalla retina e porta le informazioni visive alla corteccia. I nervi solo motori sono, ad esempio, quello oculomotore, che serve per regolare i movimenti oculari e la contrazione e dilatazione della pupilla. Il decimo, il nervo vago, non rimane esclusivamente nella regione della testa, ma le fibre attraversano il diaframma e raggiungono le regioni toraciche e addominali, innervando anche i visceri. Parlando delle vie sensitive, tra le informazioni sensitive di cui si occupano ci sono quelle che derivano dalla pelle. La pelle è un organo che raccoglie tantissime informazioni e ci informa sullo stato dell'ambiente esterno grazie alla presenza di recettori sul derma e sull'epidermide che trasmettono informazioni sensitive specifiche portate poi al cervello. Oltre a questa, che si chiama sensibilità generale, ci sono una serie di organi deputati alla sensibilità speciale, ovvero i 5 sensi. VIE DI SENSIBILITÀ SPECIALE L'olfa o è l'unico senso che non presenta un nucleo a livello del talamo e nasce grazie alla presenza di recettori olfattivi nelle cavità nasali. Gli assoni dei neuroni delle cavità nasali attraversano la lamina cribrosa dell'osso etmoide e arrivano al bulbo olfattivo, che si trova nel telencefalo, formando il nervo olfattivo (che è il primo nervo cranico); poi l'informazione olfattiva viene portata alla corteccia. In realtà, non esiste una vera e propria corteccia olfattiva nel nostro telencefalo e quindi le informazioni olfattive sono modulate dal sistema limbico, perché un odore può suscitare una certa emozione o portare alla memoria un ricordo. 9 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 Il gusto è mediato da recettori del gusto localizzati sulla lingua, ma anche nella cavità orale, sulla faringe e sulla laringe, e sono raggruppati a formare strutture dette calici gusta vi all'interno delle estroflessioni della mucosa, che si chiamano papille. Quindi ci sono le cosiddette papille gusta ve, distribuite soprattutto sul dorso della lingua e in parte su palato, faringe e laringe, che danno informazioni sul gusto perché sono innervati da alcuni nervi cranici, ovvero il nervo facciale, il glosso faringeo e il nervo vago; l'informazione gustativa viene poi portata al tronco encefalico, al talamo e poi alla corteccia. All'interno del cranio, in particolare nell’orecchio interno (a livello dell’osso temporale), si trovano gli organi di senso per l'equilibrio e per l'udito. Il senso dell'equilibrio è dato dalla presenza di strutture tubolari, i 3 canali semicircolari, che sono distribuiti nelle tre direzioni dello spazio (quindi sono perpendicolari l'uno con l'altro) e formano delle dilatazioni che si chiamano sacule o tricolo. All'interno dei canali semicircolari scorre un liquido che si chiama endolinfa, e all'esterno il liquido perilinfa; quando la testa si muove, l'endolinfa scorre all'interno di ciascun canale in una determinata direzione e attiva delle cellule sensitive per il senso dell'equilibrio, ovvero le cellule cappellute (dette “cappellute” perché presentano estroflessioni, chiamate microvilli, sulla superficie). I microvilli si muovono con il movimento di questa endolinfa e in questo modo si genera il segnale elettrico e l'informazione di equilibrio, chiamata informazione ves bolare, che viene portata poi ai nuclei dell'encefalo che servono per il senso dell'equilibrio. L'ottavo nervo cranico innerva l'orecchio interno e porta le informazioni vestibolari ai nuclei vestibolari che servono a mantenere il senso dell'equilibrio, e comunicano anche con il cervelletto perché anche quest’ultimo è importante per la regolazione dell'equilibrio. 10 Lezione 4 - ANATOMIA I - 24/04/2024 A livello dell'orecchio interno, oltre ai canali semicircolari, è presente la coclea, una struttura del senso dell’udito che presenta un canale centrale all'interno, il labirinto membranoso, al cui interno passa l'endolinfa. In una porzione specifica della coclea si trovano le cellule cappellute, le cui ciglia si muovono quando l'endolinfa si muove: le onde sonore che arrivano nell'orecchio vengono trasmesse dall'orecchio medio all'orecchio interno come una vibrazione dell'endolinfa, vibrazione che fa attivare le cellule cappellute, generando così un segnale elettrico che dalla coclea viene portato all'interno del sistema nervoso. Poi dai nuclei cocleari l'informazione arriva al talamo e poi alla corteccia uditiva. Infine, c’è il senso della vista. L'occhio è formato da tre strati detti tonache: la tonaca che è deputata al senso della vista è quella più interna, la re na, che presenta dei neuroni specializzati chiamati fotoce ori. I coni servono per detectare le informazioni relative ai colori, i bastoncelli soprattutto per le informazioni legate all'intensità della luce. All'interno della retina ci sono altri due strati di cellule, che fanno sinapsi con i coni e i bastoncelli, che sono le cellule bipolari, le quali a loro volta fanno sinapsi con le cellule gangliari. Gli assoni delle cellule gangliari formano il nervo ottico, uscendo dall'orbita oculare e formando il tra o o co, che va a portare le informazioni visive verso l'encefalo. I tratti ottici a un certo punto decussano, ovvero metà delle fibre si porta dall'altro lato, e questo si chiama chiasma o co; poi i tratti arrivano al talamo e alla corteccia visiva, che è localizzata nel lobo occipitale del telencefalo. 11